COMMISSIONE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI
Autorità centrale per la Convenzione de L’Aja del 29.05.1993
Dati e prospettive
Nelle Adozioni Internazionali
RAPPORTO SUI FASCICOLI DAL 1° GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2020
In collaborazione con l’Istituto degli Innocenti
Sommario
PREFAZIONE
I PROTAGONISTI DELL’ADOZIONE
1. Dimensione, trend e caratteristiche delle coppie adottive 4
2. Disponibilita’ delle coppie con figli naturali 14
3. Durata e tempi del percorso adottivo 15
4. I minorenni autorizzati all’ingresso in Italia a scopo adottivo 16
5. Motivazione dello stato di “abbandono” 24
6. Minori “Special Needs” 25
APPENDICE STATISTICA
1. Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri 27 2. Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia 36
3. Enti autorizzati 49
FONTI STATISTICHE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
4. Fonti statistiche 60
5. Siti web di riferimento 60
PREFAZIONE
Come ogni anno la Commissione per le Adozioni internazionali, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti di Firenze, pubblica il Report annuale.
I dati e le informazioni contenute nel rapporto provengono da un’accurata rilevazione dei singoli fascicoli dei minori stranieri autorizzati all’ingresso e alla residenza permanente nel nostro Paese a scopo adottivo;
attività che è raccolta in modo sistematico in un database dedicato.
In particolare, la disamina proposta nel presente rapporto fa riferimento ai dati dei fascicoli nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 e riguarda la dimensione quantitativa e le principali caratteristiche delle coppie e dei bambini interessati dal fenomeno adottivo.
Nel corso dell’anno 2020 si attesta il trend di diminuzione osservato negli ultimi anni facendo registrare nuovi minimi storici sia per il contingente delle coppie adottive che per quello dei minori stranieri entrati in Italia a scopo adottivo. Sono dati da mettere in relazione allo scenario regressivo internazionale che caratterizza l’adozione oramai da oltre un decennio, che saranno specificate all’interno del lavoro svolto.
Lo strumento del report statistico, si è consolidato sempre di più come un appuntamento atteso da chi, a vario titolo desidera avere la conoscenza corrente dell’adozione internazionale, capace di cristallizzare a cadenza annuale quello che ormai è sempre più definito come ‘uno scenario in movimento ’. Il mondo dell’adozione internazionale muta in continuazione e non di meno nel corso dell’anno in esame; infatti i dati subiscono l’interferenza globale della pandemia Covid 19, che di fatto ha bloccato gli spostamenti tra i singoli Paesi, generando nuovi sistemi di comunicazione e la messa in campo di sforzi diplomatici complessi in grado di garantire sempre l’interesse superiore del minore.
La lettura del report consente la visione generale e dettagliata circa i numeri e i tempi impiegati, distinti per le singole fasi del percorso che porta all’ingresso del minore nel nuovo nucleo familiare. Altro aspetto particolarmente a cuore alla CAI è il monitoraggio sui dati relativi l’adozione dei bambini special needs, distinti per categoria e per Paese di origine; si ricorda a tal proposito che l’Autorità Centrale Italiana è stata la prima a raccogliere l’opportunità di rilevazione di questo dato così delicato e così prezioso per una visione sempre più nitida del profilo dei minori stranieri orientati verso l’adozione internazionali.
La disamina proposta garantisce anche una conoscenza qualitativa del fenomeno, che è d’ausilio alle future coppie adottive e a tutti gli attori coinvolti nel percorso adottivo, nonché a studiosi o curiosi sul tema.
Buona lettura.
Vicepresidente Vincenzo Starita
I PROTAGONISTI DELL’ADOZIONE
1. Dimensione, trend e caratteristiche delle coppie adottive
Le più recenti edizioni del rapporto annuale di questa Commissione hanno testimoniato del continuo assottigliarsi del numero di coppie richiedenti l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo: era pari a 2.469 nel 2012, a 1.819 nel 2015 fino a scendere progressivamente sotto la soglia delle mille unità (969) nel 2019 - con un decremento proprio nel periodo che va dal 2015 al 2019, in termini assoluti di 850 coppie e in valori percentuali del 46,7%.
In questo lasso di tempo sommariamente descritto attraverso le cifre appena fornite, il trend negativo è da mettere in relazione a fattori endogeni ed esogeni al complesso sistema dell’adozione internazionale;
tra i primi influiscono senz’altro le politiche dei principali Paesi di origine dei bambini adottati sempre più improntate all’accoglienza soggetti di minore età in stato di abbandono entro i confini nazionali, lasciando di fatto all’adozione internazionale una funzione sussidiaria, così come i tempi lunghi delle procedure adottive - in base ai dati recenti rilevati la procedura adottiva dura mediamente 45 mesi – nonché i costi elevati che le coppie devono affrontare nel corso della procedura, aspetto questo ancora più rilevante viste le crisi economiche che hanno caratterizzato a più riprese l’ultimo decennio.
Nel 2020, il fattore del tutto inedito e dirompente, chiaramente esogeno al sistema dell’adozione internazionale, che ha determinato la dimensione quantitativa del fenomeno adottivo – e presumibilmente degli anni a venire – è stata la diffusine della pandemia da COVID-19 che ha colpito in maniera devastante tutti i Paesi e tutti i continenti del pianeta toccando attraverso l’emergenza sanitaria ogni ambito di relazione e di vita sociale ed economica. Nel 2020 si assiste dunque ad una inequivocabile rottura della serie storica dei dati registrati dalla Commissione, le coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso
in Italia di minori stranieri scendono ad un valore di appena 526 unità, 443 in meno dell’anno precedente per una flessione annua del 45,7% - in un solo anno la flessione è stata simile a quella registrata nel già citato periodo 2015-2019.
Pur in mancanza, al momento, di dati comparativi sugli altri Paesi di accoglienza dell’adozione internazionale è lecito attendersi che la generalizzata diffusione del virus comporterà una analoga flessione, per intensità, del fenomeno adottivo.
Figura 1 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo, anni 2012-2020
A livello territoriale nel 2020 nessuna regione conta più di 100 coppie adottive, con i valori più alti che si registrano in Lombardia (73) e in Toscana (63) con quest’ultima, insieme alla Liguria e alla Sicilia, con le diminuzioni percentuali meno significative (-24%). Particolarmente rilevanti, sia dal punto di vista quantitativo che per la flessione percentuale registrata, sono i dati di Emilia Romagna, Campania, Piemonte e Valle d’Aosta. La prima regione perde in un solo anno 49 coppie adottive per una diminuzione del 60%, la Campania perde 60 coppie adottive per una flessione del 58%, mentre le ultime due – Piemonte e Valle d’Aosta – perdono 35 coppie per una diminuzione del 56%.
2.469
2.291
1.834 1.819
1.549
1.163 1.130 969
526
0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Figura 2 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo per regione di residenza, variazione percentuale 2019-2020
Diminuisce in maniera consistente anche il tasso medio annuo di riferimento che si ottiene rapportando le coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri alla popolazione teorica di riferimento, ovverosia la popolazione residente dei coniugati di età compresa tra 30 e 59 anni. Nel 2019 l’indicatore in oggetto restituiva un valore medio nazionale di poco meno di 12 coppie adottive ogni 100mila coppie coniugate di detta età, valore che nel 2020 scende in maniera inesorabile fino a 6,6. Le performance regionali più alte–
sebbene alla luce della forte e generalizzata contrazione del fenomeno- si riscontrano in Basilicata, Toscana e in Calabria, le uniche con un tasso relativo sopra il valore di 10. Seguono con valori al di sopra del dato medio nazionale Marche (7,7), Veneto (7,6), Molise (7,4), Liguria (7,3),
Lazio (7,2), Umbria (7) e Puglia (6,8). Le restanti regioni si collocano tutte sotto il valore medio nazionale con valori particolarmente bassi per Sicilia (3,7) e Sardegna (3,1).
Figura 3 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo secondo la regione di residenza. Tassi per 100mila coppie coniugate di 30-59 anni, anno 2020
La dimensione quantitativa delle coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minorenni stranieri è disponibile anche per sede del tribunale per i minorenni di competenza. Nel 2020 il tribunale maggiormente interessato è stato quello di Firenze con 65 coppie (12,4% del totale nazionale) ed è stato anche tra quelli che in emergenza da COVID-19 ha registrato la flessione più bassa del numero di coppie (-22%). Per ordine quantitativo, al tribunale fiorentino seguono i tre tribunali che negli anni passati si sono posizionati
stabilmente ai primi tre posti per richiesta di autorizzazione all’ingresso:
Roma con 54 coppie (10,3% del totale nazionale) e una flessione rispetto all’anno precedente del 36%, Venezia con 48 coppie (9,1% del totale nazionale) e una flessione che sale al 49%, Milano con 47 coppie (8,9%
del totale nazionale) e una flessione altrettanto significativa del 44%. Tra i tribunali che hanno maggiormente risentito dell’emergenza COVID-19 per numero di coppie adottanti registrate si registrano Bologna (-60%), Trieste (-62%), Cagliari e Sassari (-63%), Napoli (-64%), Trento e Bolzano (-65%), Lecce (-77%).
In uno scenario così delineato e improntato ad un fortissimo ridimensionamento quantitativo del fenomeno adottivo è utile verificare se la riduzione numerica ha avuto un impatto sulle caratteristiche delle coppie. Nel 2020, ad esempio, cresce in maniera consistente l’incidenza delle coppie adottive con decreto di idoneità generico - negli anni precedenti sempre mediamente intorno al 70% - pari all’80%. Contestualmente diminuiscono le incidenze dei decreti mirati (19,4% nel 2020 contro il 23,6% del 2019), laddove è indicata una particolare età, spesso compresa tra zero e sei anni, o più in generale in età prescolare, o in cui si danno alcune indicazioni più o meno specifiche e dei decreti nominativi – in cui si fa menzione a uno specifico bambino con il quale si è instaurato un precedente legame significativo da parte della coppia - che nell’ultimo anno registrano una quota del tutto marginale pari allo 0,6%. Quest’ultimi erano comunque stati pari all’8%
nel 2018 e al 4,3% nel 2019.
Il 61,6% delle coppie ha conferito l’incarico all’ente autorizzato nel biennio precedente all’adozione – incidenza simile a quella registrata nel 2019 (59,5%), mentre per un più contenuto 25,3% si tratta di conferimenti avvenuti nel biennio 2016-2017. Percentuali che vanno progressivamente a scemare risalendo a ritroso negli anni: il 6,5% ha conferito incarico nel 2015, il 3,2% nel 2014 e il 2,5% ha un conferimento antecedente al 2014. Appena 5 coppie hanno conferito l’incarico nello stesso anno di adozione.
Figura 4 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo nel 2020 secondo l’anno del conferimento incarico all’ente autorizzato (valori percentuali)
Conferme per il 2020 rispetto agli anni passati riguardano l’età media delle coppie alla data del decreto di idoneità e alla data dell’autorizzazione all’ingresso. Nel primo caso l’età media è la stessa del 2019 con 44,2 anni per gli uomini e 42,5 anni per le donne. Sempre al momento del rilascio del decreto di idoneità la classe di età a maggiore frequenza è quella tra i 40 e i 44 anni, il 34,2% per gli uomini e il 41,4%
per le donne. Più basse ma comunque significative le incidenze della classe d’età superiore compresa tra i 45 e i 49 anni che incide per il 30,4%
per gli uomini e il 24,7% per le donne, mentre gli over 50 sono rispettivamente il 15,8% e l’8%. Solamente un marginale 2,9% dei mariti e 5,3% di mogli ha un’età inferiore ai 35 anni. Alla tappa successiva e cioè all’autorizzazione all’ingresso del minore straniero a scopo adottivo, la distribuzione per età dei coniugi si presenta ancor più spostata verso le età di vita più mature (classe di età 45-49 anni). Per gli uomini la classe di età a maggiore frequenza è la 45-49 anni (39%) così come per le donne (40,7%), non si contano invece né uomini né donne che portano a termine il percorso adottivo prima dei 30 anni.
Diversamente, al di sopra dei 50 anni si collocano il 31,9% dei mariti e il 19,6% delle mogli.
2,5 3,2
6,5
12,2 13,1
28,9
32,7
1,0 0,0
5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0
2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Figura 5 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo secondo la classe di età alla data del decreto di idoneità e alla data dell’autorizzazione all’ingresso dei coniugi (valori percentuali), anno 2020
Il 2019 è l’anno in cui l’incidenza del titolo di studio dei coniugi è risultata particolarmente polarizzata verso l’alto, sia per gli uomini che per le donne. Pertanto il ridimensionamento che si registra nel 2020 dell’incidenza di laureati non è necessariamente da imputare a dinamiche legate all’emergenza sanitaria ma è verosimilmente da ricondurre ad una oscillazione del fenomeno in oggetto. In termini
Classe d'età dei coniugi alla data del decreto di idoneità
Classe d'età dei coniugi alla data dell'autorizzazione all'ingresso
percentuali tra le coppie adottive del 2020 gli uomini con laurea sono il 41,6% e le donne il 52,4% contro rispettivamente il 51,6% e il 60,7% del 2019. Per gli uomini poi nel 2020 il titolo di studio più frequente è il diploma di scuola media superiore (46%) che invece rimane ancora meno frequente della laurea (38,8%) per le donne. Sempre nel 2020 gli uomini con la licenza media inferiore sono l’11,9% e quelli con licenza elementare lo 0,5%. Per le donne le due percentuali sono rispettivamente dell’8% e dello 0,8%.
Figura 6 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo secondo il titolo di studio dei coniugi (valori percentuali), anno 2020
In sostanza, anche la dinamica di incidenza del titolo di studio che ha caratterizzato il 2020 restituisce un livello culturale tra le coppie adottive molto elevato e decisamente più elevato di quello riscontrabile nella generalità della popolazione di riferimento, visto che la diffusione del titolo di laurea nella popolazione italiana della corrispondente fascia d’età interessa mediamente – tra maschi e femmine - poco più del 20%
della popolazione.
Analogamente ai livelli di istruzione conseguiti, anche per quanto riguarda la condizione nella professione dei coniugi, già nel rapporto della Commissione dello scorso anno era stato posto l’accento su come la condizione lavorativa più diffusa tra le coppie adottive riguardasse –
sulla base della classificazione ISTAT della posizione occupazionale – le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione. Il 2020 conferma questa tendenza ma con incidenze percentuali decisamente più basse dell’anno precedente a favore di una fortissima risalita delle professioni impiegatizie. Osservando i numeri del 2019 le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione incidevano per il 37% degli uomini e il 41,2% delle donne; percentuali che nel 2020 – pur rimanendo le più alte – scendono in maniera significativa al 24,8% per gli uomini e al 34,7% per le donne. A fronte di ciò nel 2020 aumentano gli impiegati uomini che passano dal 18,2% del 2019 al 27,6% del 2020 e le impiegate donne che nello stesso periodo passano dal 20,8% al 29,1%.
Nel 2020 per gli uomini seguono le professioni tecniche (12,9%), gli artigiani, operai specializzati e agricoltori (12,9%), i legislatori, dirigenti e imprenditori (8,9%) e le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (4,3%). Per le donne invece alle prime due professioni citate seguono le casalinghe (9,3%), le professioni tecniche (6,8%) e le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (6,5%).
Figura 7 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a scopo adottivo secondo la professione dei coniugi (valori percentuali), anno 2020
Marito
Moglie
2. Disponibilità delle coppie con figli naturali
Tra le caratteristiche esaminate dalla Commissione rientra la disponibilità delle coppie con figli naturali e il numero di figli richiesti in adozione, che nel tempo hanno mostrato una sostanziale stabilità nei valori annui.
Il 2020 conferma questa tendenza con l’89,7% delle coppie adottive che non ha figli naturali e con una propensione (77,2%) a chiedere l’adozione di un solo minore, a fronte del 18,8% che ne ha chiesti due e un residuo 4% tre o più.
I dati 2019 evidenziano che mediamente il percorso adottivo delle coppie – dalla domanda di adozione all’autorizzazione all’ingresso in Italia dei minorenni – dura circa 45 mesi, quasi quattro anni. Tra le coppie che nel 2020 hanno portato a termine l’adozione internazionale l’emergenza COVID-19 non ha comportato aumenti significativi in questa tempistica – solo un mese e mezzo in più rispetto all’anno precedente – in ragione del fatto che la maggior parte delle coppie aveva iniziato il percorso adottivo, concludendo alcune delle tappe significative dello stesso, prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria.
Non cambia infatti rispetto al 2019 il tempo medio trascorso tra la domanda di adozione e l’ottenimento del decreto di idoneità che è stato mediamente di 11 mesi. Nel 2020, è pressoché uguale all’anno precedente anche il tempo medio trascorso tra il decreto di idoneità e il conferimento dell’incarico all’ente autorizzato che oscilla tra i 7 e gli 8 mesi. Aumenta invece il tempo tra il conferimento dell’incarico e l’autorizzazione all’ingresso in Italia dei minorenni adottati che passa dai 27,4 mesi medi del 2019 ai 30,1 del 2020. Complessivamente nel 2019 le coppie adottive per portare a termine l’adozione – dalla domanda di adozione fino all’autorizzazione all’ingresso – hanno impiegato 45,2 mesi a fronte dei 46,7 impiegati dalle coppie adottive del 2020.
È verosimile che molte delle coppie che nel 2020 non hanno portato a termine l’adozione per impedimenti dovuti all’emergenza sanitaria lo faranno già nei prossimi mesi, solo a quel punto sarà possibile verificare l’effettivo dilatamento dei tempi su alcune coorti di coppie adottive.
3. Durata e tempi del percorso adottivo
I tempi del percorso adottivo variano in relazione al Paese di provenienza degli adottati. Nel 2020, prendendo in considerazione i Paesi con più domande di autorizzazione all’ingresso, i tempi mediamente più bassi sono stati rilevati per le coppie che hanno adottato in cinque paesi –quattro dell’est Europa – Ungheria (37,9 mesi), Bielorussia (39,1 mesi), Ucraina (39,4 mesi), Romania e Colombia (entrambe 40 mesi). Le differenze tra questi Paesi appena elencati e gli altri – in alcuni casi anche molto marcate – emergono soprattutto nell’ultima fase adottiva considerata quella cioè che porta all’ingresso in Italia del minore dopo il conferimento dell’incarico all’ente autorizzato.
Questa fase è risultata particolarmente critica per le coppie che hanno scelto di adottare ad Haiti e in Vietnam con una media rispettivamente di 58,4 e 50,8 mesi che hanno determinato tempi complessivi del percorso adottivo di 80 e 70,5 mesi.
Figura 8 – Tempi medi intercorsi tra la domanda di adozione e l’autorizzazione all’ingresso in Italia dei minori a scopo adottivo, anni 2019 e 2020
4. I minori autorizzati all’ingresso in Italia a scopo adottivo
Tutto ciò che è stato detto sulle coppie adottive rispetto all’andamento del fenomeno e all’impatto che ha avuto nel 2020 l’emergenza sanitaria vale naturalmente anche per i bambini e i ragazzi adottati. In quest’ultimo anno a fronte delle 526 coppie adottive, citate nel capitolo precedente, si contano 669 minorenni stranieri per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia a scopo adottivo – in media 1,3 adottati per coppia. È particolarmente significativo il fatto che in un solo anno si perdono 536 adozioni per una flessione percentuale del 44,5%, diminuzione simile a quella registrata nell’intero arco pluriennale del 2015-2019.
Anche per i minorenni adottati nel 2020 nessuna regione conta più di 100 adozioni, con i valori più alti che si registrano in Lombardia (93) e in Toscana (79) con quest’ultima insieme alla Liguria con le diminuzioni percentuali meno significative (-24% e -22,2%). Sono ben otto le regioni che in un solo anno riducono di oltre la metà il numero di minorenni adottati: Trentino Alto-Adige (-74,1%), Sardegna (-68%), Piemonte e Umbria (-57,1%), Emilia Romagna (-56,6%), Campania (-54,2%), Veneto (53,6%) e Puglia (-51,7%).
Figura 9 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia a scopo adottivo, anni 2012-2020
3.106
2.825
2.206 2.216
1.874
1.440 1.394
1.054
669
0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Rispetto alla popolazione minorile di riferimento, relativizzando dunque i dati dei minorenni per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso, nel 2020 il valore medio nazionale è di 7,1 adottati ogni 100mila residenti sul territorio, in forte calo rispetto agli anni passati se si pensa al 12,4 dell’anno precedente e al 18,9 di appena quattro anni prima. Le regioni con le più alte performance adottive risultano la Basilicata (19,8), la Calabria (16,8), la Toscana (14,4) e il Molise (12,1).
Diversamente le regioni con le performance più basse sono il Trentino- Alto Adige (3,6), la Sardegna (3,7), il Piemonte e la Sicilia (4,2).
Figura 10 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo la residenza dei genitori adottivi. Tasso per 100mila 0-17enni, anno 2020
Spostando l’attenzione degli ingressi in Italia a scopo adottivo nel 2020 a livello di tribunale per i minorenni emerge in maniera netta l’alta incidenza sul totale degli adottati del tribunale fiorentino che da solo incide per il 12,3%. Seguono i tribunali di Milano (9,3%), Roma (9,1%), Venezia (7,5%) e Napoli (7,3%). Significativo inoltre risulta il fatto che nessun tribunale supera le 100 adozioni annue – Firenze che ha il valore più alto ne conta 82 – e solamente i primi tre sono sopra le 50 adozioni.
Sei tribunali sono poi sotto le 10 adozioni annue.
Tra il 2019 e il 2020 rimane pressoché invariata – sotto i 7 anni - l’età media degli adottati all’ingresso in Italia, 6,6 anni nel 2019 e 6,8 anni nel 2020. Cambia anche se di pochissimo la distribuzione delle classi d’età con una maggiore incidenza nel 2020 della classe dei più grandi sopra i 10 anni, sono il 16% contro i 14,2% del 2019. Nel 2020 sono il 55,8% gli adottati di 5-9 anni (erano il 52,5% l’anno precedente) e sono il 28,1% i più piccoli sotto i 4 anni, contro il 32% del 2019.
La composizione percentuale per genere dei bambini e dei ragazzi adottati non risente negli anni di significative oscillazioni ed è costantemente a vantaggio dei maschi per i quali nel 2020 si tocca il 57,8% contro il 42,2% delle femmine - incidenze leggermente differenti dal 2019 quando la percentuale dei maschi era stata tra le più basse rispetto ai periodi precedenti 53,3%.
Figura 11 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo la classe d’età e il genere (valori percentuali), anno 2020
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
<1 anno 1-4 anni 5-9 anni 10 anni e più
maschi femmine
Nei report della Commissione si è più volte sottolineato come le coppie al momento della scelta di un determinato Paese diano una sostanziale direzione anche al profilo dei possibili bambini da adottare ed in particolare un indirizzo chiaro rispetto all’età. Si osserva infatti come l’età media di 6,8 anni dei bambini adottati nel 2020 risulta molto eterogenea in relazione ai diversi Paesi. Il range dell’età media dei principali Paesi di provenienza oscilla in un ampio spettro che va dagli 1,7 anni dei bambini provenienti dalla Corea del Sud – unico Paese con età media sotto i tre anni - ai 12 anni di quelli bielorussi – unico Paese con età media sopra i 10 anni. Tra i bambini con età media più alta, sopra gli 8 anni di età, si collocano gli adottati dal Burundi (8,6 anni), dalla Bulgaria (8,5), dalla Lituania (8,4), dall’Ucraina (7,7). Tra i più piccoli invece si collocano i bambini adottati dal Vietnam (3,8) e quelli adottati dal Cile e dalla Cina (4,1). Tutti gli altri Paesi mostrano età medie che variano tra i 5,6 e i 7,2 anni.
Tabella 1 – Età media nei sedici principali Paesi di provenienza dei minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia a scopo adottivo, anno 2020
Paese di provenienza Età media all’ingresso in Italia
Bielorussia 12,0
Bulgaria 8,5
Lituania 8,4
Ucraina 7,7
Brasile 7,2
Ungheria 7,0
Romania 7,0
Filippine 6,8
Haiti 6,7
Colombia 6,6
Federazione russa 6,2
India 5,7
Burkina faso 5,7
Perù 5,6
Vietnam 3,8
Corea del sud 1,7
Al pari dell’età anche il genere è un altro elemento discriminante tra i diversi Paesi variando in maniera anche molto significativa. Ad esempio per la Colombia a differenza di quanto avviene mediamente sul complesso delle adozioni internazionali è sistematicamente più alta l’incidenza delle femmine che con il 57,4% registrato nel 2020 è seconda solamente alla Lituania (60%). Altro esempio molto significativo riguarda gli adottati dalla Federazione Russa che presentano negli anni incidenze caratterizzate da alte percentuali di maschi che addirittura raggiungono l’85,7% nel 2020. La forte prevalenza maschile sembra essere una caratteristica dei Paesi dell’Est Europa visto che tra gli adottati nel 2020 il 66,7% degli ingressi dalla Bulgaria e dalla Romania sono maschi, valore che scende di poco (65%) per la Bielorussia (65%), l’Ucraina (60,5%) e l’Ungheria (58,1%). Negli anni passati era stato posto l’accento anche sulla bassa incidenza di femmine che caratterizza gli adottati dalla Repubblica popolare Cinese che si ripresenta anche nel 2020 ma basata su una numerosità molto contenuta – appena 6 - e pertanto non significativa.
Nel precedente report della Commissione è stato sottolineato il sorpasso della Colombia sulla Federazione Russa quale principale Paese di provenienza dei minorenni adottati in Italia, erano stati rispettivamente 222 contro 159, con i primi che incidevano per il 18,4%
e i secondi per il 13,2%. Nel 2020 la Colombia si conferma il primo tra i Paesi di provenienza con 141 adottati pari al 21,1% delle adozioni, mentre gli adottati provenienti dalla Federazione Russa contano 28 adozioni – pari ad appena il 4,2% degli adottati. Si deve a questo proposito tuttavia specificare che nel 2020 c’è stato un blocco delle adozioni, dovuto alla pandemia, nella Federazione Russa, mentre in Colombia, nonostante le problematiche dovute al covid, le procedure sono riprese con una certa regolarità. La Federazione Russa scende quindi al sesto posto perdendo posizioni a favore di Ungheria (86 adottati e 12,9%
del totale), India (72 adottati e 10,8% del totale), Bielorussia (40 adottati e 6% del totale) e Ucraina (38 adottati e 5,7% del totale).
Figura 12 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo il Paese di provenienza (valori percentuali), anno 2020
Spostando l’analisi dai singoli Paesi di provenienza ai continenti, l’Europa rimane il primo continente per numero di adozioni sebbene per la prima volta negli ultimi dieci anni scenda al di sotto del 40% (39,5%
contro il 44,1% del 2019) mentre sale – sotto la spinta della Colombia – l’America che nel 2020 incide per il 34,8% (era il 30% nel 2019). In linea con gli altri anni si confermano l’Africa (7,3%) e l’Asia (18,4%).
Figura 13 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo il continente di provenienza (valori percentuali), anni 2018-2019-2020
Colombia 21,1%
Ungheria 12,9%
India 10,8%
Bielorussia 6,0%
Ucraina 5,7%
Federazione Russa 4,2%
Bulgaria 4,0%
Brasile 3,9%
Peru' 3,7%
Haiti 3,4%
Lituania 3,0%
Burkina Faso 2,7%
Filippine 2,2%
Romania 2,2%
Vietnam 2,2%
Altri 18 Paesi 12,0%
8,7
23,7
20,9
46,7
5,7
30,0
20,2
44,1
7,3
34,8
18,4
39,5
Africa America Asia Europa
2018 2019 2020
Come già detto all’interno di questo capitolo anche nel 2020 l’Europa è il continente da cui arrivano gli adottati con età media più alta tra quanti risultano autorizzati all’ingresso: circa un minore su quattro (25,4%) supera i 10 anni di età, mentre il 57,2% ha un’età compresa tra i 5 e i 9 anni; più bassa risulta l’incidenza degli 1-4 anni (17,4%) e nulla l’incidenza dei bambini sotto l’anno di età.Per l’America prevalgono largamente gli adottati con età compresa tra i 5 e i 9 anni (59,7%), seguiti dagli 1-4 anni (27%), mentre sebbene rilevanti scendono al 13,3% quelli che hanno più di 10 anni. Anche in America non si registra alcun adottato sotto l’anno di età.Più sbilanciate verso le classi di età infantili risultano le distribuzioni degli adottati provenienti dai continenti asiatico e africano. In tal senso si rileva che il 42,9% degli adottati provenienti dall’Africa e il 47,2% di quelli provenienti dall’Asia hanno un’età compresa tra 1 e 4 anni.
Figura 14 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo il continente di provenienza e la classe d’età (valori percentuali), anno 2020
Nel 2020 continua ad aumentare l’incidenza percentuale dei minorenni autorizzati all’ingresso provenienti dai Paesi ratificanti la convenzione dell’Aja, si passa infatti dal 75,9% del 2019 – che già segnalava un dato in forte crescita – al 79,8%. Con percentuali decisamente più basse seguono poi gli adottati provenienti da Paesi
0,0
42,9
53,1
4,1 0,0
27,0
59,7
13,3
0,8
47,2 46,3
5,7 0,0
17,4
57,2
25,4
<1 anno 1-4 anni 5-9 anni 10 anni e più
Africa America Asia Europa
aderenti (6,9%) e quelli provenienti da Paesi firmatari che segnano il 6%
del totale contro il 14,3% registrato un anno prima. Sono invece il 7,3%
del totale i bambini e i ragazzi adottati nel 2020 provenienti da Paesi che non sono ratificanti, aderenti o firmatari.
Figura 15 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo la situazione del Paese di provenienza rispetto alla Convenzione de l’Aja (valori percentuali), anno 2020
Ratificante 79,8%
Aderente 6,9%
Firmatario 6,0%
Nessuna delle tre 7,3%
5. Motivazione dello stato di “abbandono”
Anche se la motivazione generica di “abbandono” risulta quasi sempre quella con maggior frequenza, il motivo dell’abbandono dei bambini e dei ragazzi adottati è una delle caratteristiche in esame che più di qualsiasi altra risente di anno in anno di oscillazioni molto forti e strettamente legate alla prevalenza dei Paesi di provenienza. Nel 2020 questa motivazione incide sul 59% degli adottati, mentre il 30,8% è stato adottato a seguito della revoca della responsabilità genitoriale dei genitori biologici. Si scende invece in maniera significativa fino al 5,6%
nel caso in cui si sia verificata una rinuncia alla genitorialità da parte dei genitori biologici e ad un marginale 1% nel caso in cui si sia trattato di minori adottati in quanto orfani.
I motivi dell’abbandono risultano molto eterogenei soprattutto se considerati in relazione al Paese di provenienza degli adottati. Ciò è piuttosto evidente se si prendono ad esempio in considerazione i casi generici di abbandono sempre particolarmente alti in Africa e in Asia.
Nel 2020 nel continente africano l’incidenza degli abbandoni generici è del 94,4%, l’83,9% nel 2019. Nel continente asiatico invece la stessa percentuale segna il 75,7% a fronte dell’89,7% registrato un anno prima.
Nel 2020 la motivazione generica di “abbandono” è in crescita negli altri due continenti anche se con incidenze più basse di quelle appena viste:
in America si tocca quota 61,1% a fronte del 23,8% del 2019, mentre in Europa si arriva al 41,2% a fronte in questo caso del 15% registrato un anno prima.
6. Minori “Special Needs”
In merito all’adozione internazionale nel nostro Paese l’evidenza più discussa è senza dubbio ormai da anni il calo del numero delle adozioni accentuato ancor di più nel 2020 a seguito dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Tutto ciò non può però distogliere l’attenzione dal fenomeno altrettanto dibattuto degli special needs che testimonia meglio di ogni altra la funzione sussidiaria dell’adozione internazionale, una valenza che l’istituto adottivo ha assunto nei fatti in modo sempre più marcato nel corso del tempo1. È utile, anche in questo rapporto, ricordare che i dati sugli special needs richiedono una particolare prudenza in fase di lettura in quanto risentono di alcuni fattori che rendono l’informazione non del tutto robusta e che sfuggono alle attenzioni metodologiche messe in campo nella raccolta e analisi delle informazioni di pertinenza. Si pensi ad esempio alla correttezza delle diagnosi spesso redatte da personale non medico, alla parzialità del corredo informativo sullo stato di salute pervenute alla Commissione e alla difformità delle informazioni sanitarie a seconda del Paese di origine del minore adottato. Le macro categorie nelle quali vengono inseriti gli special needs in questa sede sono tre e si possono presentare anche in contemporaneità: 1. età maggiore di sette anni; 2. presenza di traumi, problemi comportamentali, incapacità fisica e mentale; 3. presenza di fratelli e/o sorelle.
Ciò detto nel 2020 a fronte di 669 bambini e ragazzi adottati attraverso l’adozione internazionale 395, pari al 59% del totale, manifestano uno o più special needs. Quest’ultimi rimangono la maggioranza degli ingressi ma con un’incidenza minore rispetto a quanto registrato negli anni precedenti, il 64,2% nel 2019 e il 70% nel 2018.
1) In base a quanto indicato dalle Linee guida del Permanent Bureau nell’ambito dei lavori della Conferenza de L’Aja, con adozioni di minori con special needs si intendono, in particolare, le adozioni di bambini che si trovano in situazioni di particolare necessità poiché hanno subito gravi traumi o che presentano problemi di comportamento (bambini che hanno subito gravi maltrattamenti o abusi, bambini iperattivi o con disturbi della condotta più gravi) e/o con incapacità fisiche e mentali di vario genere. A questi si aggiungono anche i minori adottati con fratelli e/o sorelle (almeno tre) e i minori adottati di età superiore ai sette anni.
Nel 2020, tra gli special needs una quota particolarmente alta – in forte aumento rispetto al 2019 quando era stata il 37,2% – riguarda gli adottati in età maggiore di sette anni che incidono sul totale degli special needs per il 47,6% - in termini assoluti si tratta di 188 minorenni. A questi seguono: 116 casi di special needs con traumi, problemi comportamentali, incapacità fisica e mentale (29,4% del totale); la categoria che include in contemporanea le due caratteristiche viste sopra che con 42 adottati incide per il 10,6% del totale; gli adottati con fratelli e/o sorelle (6,6%); gli adottati con fratelli e/o sorelle e con un’età maggiore di sette anni (4,3%); gli adottati con fratelli e/o sorelle e con traumi, problemi comportamentali, incapacità fisica e mentale (1,3%);
con un residuale 0,3% gli special needs con le tre categorie che si presentano contemporaneamente.
Tra i Paesi con almeno 10 minori autorizzati all’ingresso a scopo adottivo nel 2020 spiccano, per incidenza di special needs, i dati di tre Paesi dell’Est-Europa e di uno dell’America: Bielorussia con il 97,5% di special needs sui 40 adottati, Lituania (90%), Ucraina (81,6%) e Colombia (80,1%). Molto staccati si posizionano poi l’India (59,7%), l’Ungheria (59,3%), la Federazione Russa (57,1%), il Perù (52%) e Haiti (43,5%).
Lo scenario degli special needs a livello di continente cambia rispetto a quello del 2019, laddove il dato più alto (80,6%) era stato registrato per l’Europa. Nel 2020 il continente con l’incidenza di special needs più alta è l’America (66,1%), seguito dall’Europa (64,8%), dall’Asia (50,4%) e in ultimo dall’Africa (16,3%).
APPENDICE STATISTICA
1. Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri
Tavola 1.1 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo la regione di residenza. Valori assoluti, valori percentuali e tassi per 100mila coniugate di 30-59 anni - Anno 2020
Regioni Valori assoluti In % sul totale
Tassi per 100mila coppie coniugate 30-
59 anni
Lombardia 73 13,9 5,5
Toscana 63 12,0 13,7
Lazio 55 10,5 7,2
Veneto 49 9,3 7,6
Campania 44 8,4 5,1
Puglia 39 7,4 6,8
Calabria 34 6,5 12,6
Emilia-Romagna 33 6,3 6,0
Piemonte 27 5,1 5,0
Sicilia 26 4,9 3,7
Marche 15 2,9 7,7
Liguria 13 2,5 7,3
Basilicata 11 2,1 14,1
Abruzzo 11 2,1 6,3
Friuli-Venezia Giulia 9 1,7 6,1
Umbria 8 1,5 7,0
Trentino-Alto Adige 7 1,3 5,3
Sardegna 6 1,1 3,1
Molise 3 0,6 7,4
Valle d' Aosta 0 0,0 0,0
Totale 526 100,0 6,6
Tavola 1.2 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo la regione di residenza e l'anno della richiesta - Anni 2012-2020
Anni
Regioni 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Piemonte
e Valle d'Aosta 173 153 117 119 92 69 68 62 27
Lombardia 459 409 329 321 257 179 165 128 73
Trentino-Alto Adige 34 50 41 35 26 17 15 20 7
Veneto 233 224 178 176 151 126 122 101 49
Friuli-Venezia Giulia 40 39 24 33 43 33 29 21 9
Liguria 77 85 71 59 52 39 31 17 13
Emilia-Romagna 165 143 141 148 119 87 99 82 33
Toscana 241 241 180 206 145 124 96 83 63
Umbria 34 33 23 25 29 20 13 18 8
Marche 77 67 58 63 42 39 34 29 15
Lazio 293 240 187 151 145 111 112 87 55
Abruzzo e Molise 71 59 36 37 29 28 24 22 14
Campania 164 188 132 146 133 99 97 104 44
Puglia 155 135 117 119 123 82 97 77 39
Basilicata 25 26 14 20 13 11 13 15 11
Calabria 72 64 74 66 54 37 49 53 34
Sicilia 124 108 87 58 70 45 54 34 26
Sardegna 32 27 25 37 26 17 12 16 6
Totale 2.469 2.291 1.834 1.819 1.549 1.163 1.130 969 526
Tavola 1.3 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo il tribunale competente e l'anno della richiesta. Valori assoluti anni 2012-2019, valori assoluti e percentuali anno 2020
2020 Tribunali per
minorenni 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 v.a.
in % sul
totale
Firenze 235 238 175 205 144 123 95 83 65 12,4
Roma 295 240 189 152 144 110 112 85 54 10,3
Venezia 235 225 177 176 148 126 118 94 48 9,1
Milano 373 282 238 233 168 123 108 84 47 8,9
Bologna 164 142 141 148 119 86 99 83 33 6,3
Napoli 134 150 95 103 91 63 73 80 29 5,5
Torino 174 152 115 118 92 69 68 61 27 5,1
Brescia 86 123 90 88 91 56 58 44 25 4,8
Bari 81 73 61 63 52 38 51 36 23 4,4
Catanzaro 55 45 61 46 43 25 32 38 21 4,0
Ancona 80 67 59 63 41 40 34 29 15 2,9
L'Aquila e
Campobasso 69 57 36 37 29 27 24 23 14 2,7
Genova 79 86 75 60 55 40 32 17 13 2,5
Potenza 25 27 14 21 16 14 14 17 13 2,5
Reggio Calabria 16 18 15 21 12 11 16 14 13 2,5
Salerno 31 39 37 43 39 36 24 23 12 2,3
Messina e
Caltanissetta 52 24 26 29 22 13 13 11 11 2,1
Trieste 39 41 30 39 45 32 32 26 10 1,9
Taranto 19 26 25 18 25 22 20 13 10 1,9
Palermo 50 62 34 20 27 19 26 12 10 1,9
Perugia 35 34 23 25 30 19 13 19 8 1,5
Lecce 52 37 31 38 45 22 26 30 7 1,3
Trento e Bolzano 36 51 35 28 26 18 15 20 7 1,3
Catania 22 25 27 8 19 14 15 11 5 0,9
Cagliari e Sassari 32 27 25 37 26 17 12 16 6 1,1
Totale 2.469 2.291 1.834 1.819 1.549 1.163 1.130 969 526 100,0
Tavola 1.4 - Tasso medio annuo delle coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo la regione di residenza(a). Periodi 2000(b)-2005, 2006-2010, 2011-2015 ed anni 2016-2020
Tasso medio annuo
Regioni 2000(b)-2005 2006-2010 2011-2015 2016 2017 2018 2019 2020
Basilicata 8,5 21,4 25,0 15,4 13,0 15,8 18,5 14,1
Toscana 32,4 50,5 44,2 29,2 25,0 20,0 17,4 13,7
Calabria 22,1 24,2 26,1 18,5 12,7 17,1 18,9 12,6
Marche 27,0 37,1 32,1 20,0 18,6 16,8 14,3 7,7
Veneto 31,3 39,2 30,3 21,9 18,3 18,1 15,1 7,6
Molise 33,9 39,2 28,9 20,3 2,3 6,9 11,8 7,4
Liguria 39,1 37,0 39,4 27,2 20,4 16,7 9,1 7,3
Lazio 22,6 30,6 28,5 17,5 13,4 13,8 10,9 7,2
Umbria 27,9 36,5 25,9 24,0 16,5 11,0 15,2 7,0
Puglia 18,8 24,7 22,3 19,9 13,3 16,0 12,9 6,8
Abruzzo 15,8 23,7 21,5 10,5 14,1 11,3 9,4 6,3
Friuli-Venezia Giulia 26,6 28,4 23,3 27,0 20,7 18,6 13,8 6,1
Emilia-Romagna 29,0 31,9 27,1 20,6 15,1 17,6 14,6 6,0
Lombardia 29,2 39,1 28,7 18,5 12,9 12,2 9,4 5,5
Trentino-Alto Adige 26,9 34,3 31,9 19,1 12,5 11,0 14,7 5,3
Campania 14,4 20,3 18,3 14,5 10,8 10,8 11,7 5,1
Piemonte 19,6 25,5 23,5 15,5 11,6 11,8 11,1 5,0
Sicilia 14,8 20,8 14,4 9,2 5,9 7,2 4,6 3,7
Sardegna 10,7 15,0 14,9 11,9 7,8 5,7 7,8 3,1
Valle d' Aosta 13,6 12,9 19,0 6,4 6,4 6,6 0,0 0,0
Totale 23,7 30,9 26,0 18,2 13,6 13,6 11,7 6,6
(a) Al momento dell'autorizzazione all'ingresso del bambino
(b) Dal 16/11/2000
Tavola 1.5 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri nell'anno 2020 secondo l'anno del conferimento incarico all'ente autorizzato
Tavola 1.6 - Classe di età dei coniugi alla data del decreto di idoneità(a) - Anno 2020 Valori percentuali
Classi di età marito moglie
< 30 0,0 0,4
30-34 2,9 4,9
35-39 16,7 20,5
40-44 34,2 41,4
45-49 30,4 24,7
50 e più 15,8 8,0
Totale 100,0 100,0
Età media 44,2 42,5
Tavola 1.7 - Classe di età dei coniugi alla data dell'autorizzazione all'ingresso - Anno 2020
(a) Decreto di idoneità o provvedimento della Corte di Appello Anni del conferimento incarico
2005-2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Totale
Totale 0 0 7 6 17 34 64 69 152 172 5 526
Valori percentuali
Classi di età marito moglie
< 30 0,0 0,0
30-34 0,6 1,1
35-39 7,5 10,8
40-44 21,0 27,8
45-49 39,0 40,7
50 e più 31,9 19,6
Totale 100,0 100,0
Età media 47,3 45,6
Tavola 1.8 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo la motivazione del decreto di idoneità e l'anno della richiesta - Anni 2012-2020
Anni
Motivazione 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
valori assoluti
Generico 1.782 1.695 1.264 1.379 1.095 856 776 698 421
Mirato 637 587 478 409 375 280 264 229 102
Nominativo 50 9 92 31 76 27 90 42 3
Totale 2.469 2.291 1.834 1.819 1.546 1.163 1.130 969 526
valori percentuali
Generico 72,2 74,0 68,9 75,8 70,8 73,6 68,7 72,0 80,0
Mirato 25,8 25,6 26,1 22,5 24,3 24,1 23,4 23,6 19,4
Nominativo 2,0 0,4 5,0 1,7 4,9 2,3 8,0 4,3 0,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,
0
Tavola 1.9 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo il titolo di studio dei coniugi - Anno 2020
Valori percentuali
Titolo di studio marito moglie
Senza scolarizzazione 0,0 0,0
Licenza elementare 0,5 0,8
Licenza media inferiore 11,9 8,0
Diploma media superiore 46,0 38,8
Laurea 41,6 52,4
Totale 100,0 100,0
Tavola 1.10 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo la professione dei coniugi - Anno 2020
Valori percentuali
Professione marito moglie
Professioni intellettuali, scientifiche e di
elevata specializzazione 24,8 34,7
Impiegati 27,6 29,1
Professioni tecniche 12,9 6,8
Artigiani, operai specializzati e agricoltori 12,9 4,3
Legislatori, dirigenti e imprenditori 8,9 3,3
Professioni qualificate nelle attività
commerciali e nei servizi 4,3 6,5
Casalinga 0,0 9,3
Forze Armate 3,8 1,0
Professioni esecutive nel lavoro d'ufficio 0,3 3,0 Conduttori di impianti, operai di macchinari
fissi e mobili e conducenti di veicoli 2,3 0,5
Professioni non qualificate 1,3 0,3
Medici generici 0,5 0,5
Disoccupato 0,3 0,5
Pensionato/a 0,3 0,3
Totale 100,0 100,0
Tavola 1.11 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo il numero di figli ed il numero di minori adottati - Anno 2020
Numero minori richiesti in adozione
Numero figli 1 2 o più Totale In % sul totale
Nessun figlio 353 119 472 89,7
Un figlio o più 53 1 54 10,3
Totale coppie 406 120 526 100,0
Valori
percentuali 77,2 22,8 100,0 -