Tratto da SaluteInternazionale.info
TTIP e dintorni. Il liberismo in sanità: per chi suona la campana
2014- 10- 29 10:10:41 Redaz ione SI
Gavino Maciocco
La crisi economica che dal 2008 st a mart ellando l’Europa rende sempre più dif f icile la resist enza nei conf ront i delle spint e liberist e in sanit à perché, come Naomi Klein ha descrit t o in molt e dif f erent i sit uazioni, quelli che si oppongono al welf are st at e non sprecano mai una buona crisi. Come si è vist o in Spagna, dove nel 2012 è st at o abolit o il sist ema universalist ico. Come st a succedendo in It alia, dove il servizio sanit ario nazionale viene f at t o dissanguare,
nell’indif f erenza generale.
“La globalizzazione dell’economia e della f inanza – scriveva
Coburn in un saggio del 2000 – st a port ando a una nuova f ase del capit alismo in cui aument a il pot ere degli af f ari e diminuisce
l’aut onomia degli st at i: la conseguenza è lo st rapot ere delle dot t rine e delle polit iche del mercat o. Il declino del pot ere della classe lavorat rice rispet t o a quello del capit ale “globale” è
carat t erizzat o dall’at t acco al welf are st at e, dal predominio degli int eressi delle imprese. T ut t o ciò è associat o a una minore
capacit à di cont rat t are polit iche egualit arie e universalist iche nel campo dell’ist ruzione, della previdenza e dell’assist enza sanit aria e det ermina inevit abilment e una più elevat a disuguaglianza nel reddit o, una minore coesione sociale e, diret t ament e o
indiret t ament e, un peggiore st at o di salut e della popolazione”[1].
Negli anni Ottanta, agli albori della globalizzazione, è stata la Banca
Mondiale a dettare le linee di politica sanitaria coerenti con la nuova f ase del capitalismo di cui parla Coburn. Lo f a con un document o del 1987,
cont enent e una serie di indicazioni da seguire nella rist rut t urazione dei servizi sanit ari nei paesi in via di sviluppo, vere e proprie prescrizioni nei conf ront i delle nazioni più indebit at e: a) Far pagare gli ut ent i dei servizi sanit ari pubblici;
b) Favorire la privat izzazione dei servizi sanit ari. c) Promuovere programmi
assicurat ivi. d) Decent ralizzare il governo della sanit à. Gli obiet t ivi sono chiari:
da una part e ridurre al minimo l’int ervent o pubblico nella sanit à, dall’alt ra t rat t are i servizi sanit ari come ogget t o di business e f ont e di prof it t o.
“Gli aspetti ideologici di queste politiche sono chiari – scrive l’economist a Jef f rey D. Sachs, nel suo libro ‘La f ine della povert à’[2]. I governi degli St at i Unit i, della Gran Bret agna e degli alt ri paesi conservat ori hanno ut ilizzat o le ist it uzioni int ernazionali per promuovere polit iche che a casa propria non avrebbero pot ut o applicare. Negli ult imi vent ’anni, molt i paesi af ricani hanno subìt o f ort issime pressioni da part e della Banca Mondiale per privat izzare il sist ema sanit ario o, almeno, volgere a pagament o i servizi sanit ari e
d’ist ruzione. Eppure, i maggiori azionist i della Banca Mondiale (cioè i paesi ricchi) hanno sist emi sanit ari ad accesso grat uit o e universale, e sist emi scolast ici che garant iscono l’accesso di t ut t i alla pubblica ist ruzione.”
Ma qualche anno dopo la campana del liberismo ha cominciato a suonare anche per i sistemi sanitari europei. Quando si è t emut o che il GAT S (General Agreement on Trade and Services), il t rat t at o
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) ent rat o in vigore il 1°
gennaio 1995 con lo scopo di f avorire la “globalizzazione dei servizi”, pot esse riguardare i servizi sanit ari nazionali e met t esse in discussione il monopolio pubblico della component e assicurat iva[3].
Un art icolo di Lancet del novembre del 2000 esprime bene quali erano le preoccupazioni suscit at e dalla possibile applicazione di quel t rat t at o alla sanit à: “E’ essenziale che i polit ici, i f unzionari pubblici e t ut t i coloro a cui st a a cuore la salut e e la sanit à pubblica aprano al pubblico scrut inio le t rat t at ive che la OMC st a conducendo. In gioco c’é non soltanto la democrazia, ma il f uturo dei servizi pubblici e con essi i diritti e le attese che stanno alla base della tradizione di welf are sociale europeo”[4].
Int erpret azioni est ensive del GAT S, alt ament e nocive per i servizi sanit ari nazionali, f urono a quel t empo bloccat e proprio dall’int ervent o del governo laburist a brit annico. A distanza di alcuni anni i contenuti (e le minacce) del GAT S si stanno ripresentando nelle vesti del trattato commerciale tra USA e Unione Europea, T T IP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), come ampiament e illust rat o nel post di Federico Vola e Sara Barsant i.
Con l’at t uale governo Cameron la sanit à inglese è st at a quasi int erament e privat izzat a, ma – come si legge in un recent e art icolo di Lancet – “il T T IP renderà tale privatizzazione irreversibile. Inf at t i il t rat t at o non consent irà il rit orno a un servizio pubblico senza il pagament o di enormi somme di
risarciment o a f avore delle compagnie privat e”[5].
La crisi economica che dal 2008 sta martellando l’Europa rende sempre più dif f icile la resistenza nei conf ronti delle spinte liberiste perché “come Naomi Klein ha descrit t o in molt e dif f erent i sit uazioni, quelli che si oppongono al welf are st at e non sprecano mai una buona crisi” (vedi post Assalt o
all’universalismo). Come si è visto in Spagna, dove nel 2012 – con un
Decret o reale – è st at o abolit o il sist ema universalist ico int rodot t o nel 1986 e sost it uit o con un sist ema assicurat ivo (vedi post).
In Italia il servizio sanitario nazionale viene f atto dissanguare,
nell’indif f erenza generale, vedi post. Ma non sarà il T T IP a dargli il colpo di grazia. Gli attori dello smantellamento sono molto più domestici: a) il mondo dell’intermediazione f inanziaria e assicurativa, talora con il concorso più o meno volontario e consapevole dei mondi della cooperazione, del terzo settore e del sindacato, b) politici e
amministratori (bipartisan) tif osi dell’universalismo selettivo. È più semplice inf at t i t agliare servizi, int rodurre t icket , rinviare a complesse riorganizzazioni delle ASL piut t ost o che int ervenire più ef f icacement e sulle t ant e, piccole e grandi inef f icienze e inadeguat ezze che si celano all’int erno di un sist ema le cui f ondament a e la cui f unzionalit à vanno invece riconosciut e e preservat e.
Bibliograf ia
1. Coburn D. Income inequalit y, social cohesion and healt h st at us of
populat ions: t he role of neo-liberalism. Social Science & Medicine 2000;
51:135–146.
2. Sachs JD. La f ine della povert à. Mondadori, 2005, pp. 87-88.
3. Adlund R, Carzaniga A. Heat h services under t he General Agreement on T rade in Services. Bullet in of t he World Healt h Organizat ion 2001; 79 (4).
4. Pollock AM, Price D. Rewrit ing t he regulat ions: how t he World T rade Organisat ion could accelerat e privat isat ion in healt h-care syst ems.
Lancet 2000; 356:1995-2000.
5. Bennet N. Healt h concerns raised over EU–US t rade deal. Lancet 2014;
384: 843-4