Tratto da SaluteInternazionale.info
Sanità toscana. Un cattivo esempio
2015- 03- 27 09:03:29 Redaz ione SI
Gavino Maciocco
L’approvazione della legge regionale di riordino del sist ema sanit ario segna una delle pagine più oscure della sanit à t oscana e rappresent a un cat t ivo esempio per le alt re Regioni che si t rovano a f ront eggiare i t agli impost i dal governo. Un pessimo esempio per quest ioni di met odo, di sost anza e di t ipologia dei t agli. Un disegno aut orit ario e accent rat ore. Un accaniment o verso il capit ale umano del servizio sanit ario regionale.
Lo scorso 11 marzo il Consiglio regionale della T oscana ha approvato la legge di riordino del sistema sanitario (vedi t est o in Risorse). Una legge che ha avut o un it er molt o rapido, quasi precipit oso, da quando cioè il governat ore Enrico Rossi, di f ront e alla decisione del governo di t agliare il f ondo sanit ario nazionale di olt re 2 miliardi – siamo a met à dell’ot t obre 2014 –, decise che la soluzione t oscana per ot t enere i necessari risparmi era: 1)
int rodurre un t icket ospedaliero (propost a rapidament e ibernat a); 2) realizzare una drast ica riduzione delle Asl: 3 sole Asl, rispet t o alle 16 t ra Asl e Aziende ospedaliere (vedi qui i vari post pubblicat i da Salut eInt ernazionale su t ale argoment o Dossier T oscana) .
L’approvazione di questa legge segna una delle pagine più oscure della sanità toscana e rappresent a un cat t ivo esempio per le alt re Regioni che si t rovano a f ront eggiare i t agli impost i dal governo. Un pessimo esempio per questioni di metodo, di sostanza e di tipologia dei tagli.
Il metodo
Quando Enrico Rossi in un’int ervist a al t elegiornale regionale lanciò l’idea della f usione in sole 3 Asl, ci si aspet t ava che l’idea f osse rapidament e
accompagnat a da una proposta che def inisse gli obiettivi, le modalità, e anche le basi tecnico-scientif iche dell’operazione. Una propost a su cui – come era sempre avvenut o in T oscana per leggi di t ale port at a – chiamare a discut ere i cit t adini, gli ent i locali, le cat egorie prof essionali, i sindacat i, le associazioni. Ma mentre la proposta non veniva f uori e non si parlava né di discussione, né di alcuna f orma di partecipazione, si chiariva la
strategia politica di Rossi e del PD regionale: la legge di f usione delle Asl andava approvat a dal Consiglio regionale prima dello sciogliment o dello st esso previst o per f ine marzo 2015, in vist a delle elezioni di maggio. Solo a met à gennaio 2015 arriva in Consiglio la propost a di legge che viene impost a a consiglieri regionali che appena due mesi prima avevano (t ardivament e)
approvat o un piano sanit ario regionale che indicava un disegno complet ament e diverso dalla legge di riordino. Il Consiglio alla f ine approverà in f retta e f uria, dopo aver apport at o dei marginali rit occhi.
Nessuna discussione pubblica, nessuna part ecipazione, nessuna iniziat iva di ascolt o come andava di moda f ino a qualche t empo f a. Questa è la velocità, bellezza! Molt e prot est e quelle sì, dei sindacat i medici, dei collegi e dei
sindacat i degli inf ermieri, di comit at i spont anei di cit t adini sort i in varie zone della T oscana (che st anno promuovendo un ref erendum abrogat ivo della legge). Proteste rese inof f ensive dalla “grande” stampa, che ha messo il silenziatore alla questione del riordino della sanità, a t al punt o che i
sindacat i medici hanno dovut o acquist are una pagina dei principali quot idiani – Repubblica, Corriere, Nazione e T irreno – per rendere pubblico un loro
comunicat o di crit ica alla legge (vedi Risorse).
La sostanza
“Quest a rif orma rappresent a una garanzia per il f ut uro del nost ro servizio sanit ario”, ripet e ad ogni occasione l’assessore alla sanit à Luigi Marroni perché, com’è scrit t o nella legge, la f usione delle Asl consent irà di evit are duplicazioni, sprechi di risorse, volumi di at t ivit à inadeguat i, insuf f icient e
ut ilizzo delle risorse e di migliorare la qualit à dei servizi. Se vi f osse stata una discussione libera e aperta, se la stampa avesse svolto il suo dovere d’inf ormazione completa e obiettiva, si sarebbe appreso che tali af f ermazioni sono f ondate sul nulla. Inf at t i non esist e alcuno st udio che met t a in relazione le macro-f usioni delle organizzazioni sanit arie con
l’ot t imizzazione della spesa e il migliorament o della qualit à dei servizi. Ment re sarebbe bene ricordare le conclusioni di uno studio del King’s Fund, il più import ant e ist it ut o di ricerca brit annico:
“Dalle f usioni delle organizzazioni sanit arie ci si aspet t a che port ino vant aggi economici, clinici e polit ici. I vant aggi economici dovrebbero venire dall’economie di scala, in part icolare dalla riduzione dei cost i del management e dalla capacit à di
razionalizzare l’of f ert a. T ut t avia quest e f usioni rarament e
riescono a raggiungere gli obiet t ivi st abilit i. E’ st at o osservat o che nel periodo 1997 – 2006 su 112 f usioni di ospedali 102 non
most rarono alcun migliorament o della produt t ivit à, e neppure della
posizione f inanziaria” (…) “Le evidenze suggeriscono che quant o più alt o è il grado di cambiament o organizzat ivo che si vuole ot t enere, t ant o maggiore è il rischio che il benef icio non sia raggiunt o” [1].
Peraltro ci ha pensato lo stesso Rossi a screditare l’idea del riordino con quest a af f ermazione, rilasciat a lo scorso 1° marzo al congresso dei f armacist i t oscani:
“Perchè devono esist ere, ad esempio, 8 cardiologie int ervent ist e nell’area cent rale della t oscana? T ut t e le Unit à operat ive
universit arie o ospedaliere hanno una casist ica adeguat a? Solo analizzando a f ondo quest i aspet t i pot remo riuscire nella sf ida che ci poniamo di t agliare il 7% della spesa senza nulla t ogliere nella rispost a ai cit t adini”.
Ciò che serve – come non essere d’accordo col Governatore? – è
l’analisi approf ondita dei processi assistenziali delle unità operative, per valutarne i livelli di ef f icienza e i risultati di salute. I dat i per l’analisi
approf ondit a sono t ut t i accessibili perché la T oscana dispone di sof ist icat i st rument i di monit oraggio. Poi è compit o dell’Assessore alla sanit à e del Governat ore prendere le decisioni conseguent i. Non c’è bisogno di complessi e def at igant i riordini di sist ema per eliminare duplicazioni e sprechi. Ci
vorrebbe, quest a sì, volont à polit ica e una cert a dose di umilt à e di aut ocrit ica.
Perché Enrico Rossi è da quindici anni che esercit a un complet o cont rollo sul sist ema sanit ario t oscano e t ut t e le incrost azioni di cui si lament a sono avvenut e sot t o i suoi occhi e ne port a per int ero la responsabilit à. Va anche ricordat o che “non si può risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che lo ha generato”.
Ma allora a che serve la legge di riordino, così ostinatamente voluta da Rossi e dal PD toscano? Serve a cost ruire un f ort e accent rament o di pot eri, con l’ist it uzione di t re f igure inedit e, i Diret t ori di Area Vast a, che rispondono diret t ament e al Governat ore, rendendo superf lua, comunque marginale, la posizione dell’Assessore alla sanit à. Il t ut t o in vist a di una concent razione ancora più spint a, con l’abolizione delle aziende e delle st esse aree vast e:
“Penso a una sola Asl regionale”, ha af f ermat o Rossi in un’int ervist a al T irreno.
Con la f usione delle aziende, l’incremento di dimensione organizzativa produrrà inevitabilmente un incremento di complessità, anche di tipo f inanziario. L’Asl dell’area vast a cent ro (Firenze, Prat o, Pist oia e Empoli), con una popolazione di circa un milione e 600mila assist it i, avrà ent rat e, e quindi un giro di af f ari, pari a poco meno di 3 miliardi di euro l’anno. Una tale
concentrazione di denaro rischia di risvegliare non pochi appetiti, in una situazione di corruzione e malaf f are dilagante, che non ha certamente risparmiato la T oscana. “Aziende di quest e dimensioni – af f erma il diret t ore della Fiaso, Nicola Pinelli – dovranno cont inuare a garant ire la gest ione della complessit à e della qualit à aziendale, account abilit y, t rasparenza e legalit à,
nonost ant e mega-bilanci sempre più dif f icili da int erpret are”[2].
Accanto ai problemi di accountability, trasparenza e legalità, la
centralizzazione del f inanziamento solleverà inevitabilmente questioni di perequazione territoriale. Il vigent e sist ema di f inanziament o basat o sulla quot a capit aria (ovvero per abit ant e), per ciascuna delle 12 Asl, assicura
l’equa dist ribuzione delle risorse t ra i vari t errit ori. Con l’ist it uzione delle 3 Asl di area vast a la quot a capit aria sarà calcolat a sul t ot ale degli abit ant i di
quell’area, e non è dif f icile prevedere che dal nuovo meccanismo qualcuno ci guadagnerà e qualcun alt ro lament erà perdit e rispet t o al passat o. Dipenderà molto dagli equilibri di potere tra “centro” e “perif erie”.
I tagli
L’assessore Marroni st ima in 350 milioni di euro la “cont razione reale” del
budget della sanit à t oscana (leggi T oscana. Marroni su rif orma sanit à), a cui si f arà f ront e con un t aglio di 100 milioni di euro in due anni at t raverso il ricorso ai prepensionament i (leggi l’art icolo Via libera alla rif orma sanit aria in consiglio regionale). Si t rat t a di 1500-2000 “esuberi” che sommat i ai 2.500 dipendent i
“persi” negli ult imi anni port ano a un taglio del personale del servizio sanitario regionale vicino a un – 10% del totale. L’accaniment o verso il
“capit ale umano” del SSR si complet a con la propost a di demansionamento delle f unzioni inf ermieristiche, così espressa dal Rossi-pensiero:
“Almeno in part e sarà possibile sost it uire il gran numero di
inf ermieri, che pot ranno andare in pensione, con un cert o numero di giovani Operat ori Socio Sanit ari preparat i, pieni di voglia di f are, e non ancora colpit i da quel f enomeno serio, come il burn out , che in sanit à f iacca molt e energie che t ant o hanno dat o, e st anno dando, al Servizio Sanit ario” (leggi l’art icolo T oscana. Rossi risponde all’Anaao).
Rimane l’int errogat ivo di dove si t roveranno gli alt ri 250 milioni di euro per pareggiare il bilancio. E’ molto probabile che dopo le elezioni si
riproponga di ticket ospedaliero.
Risorse
Legge di riordino del Sist ema Sanit ario T oscano [PDF: 5,5 Mb]
Manif est o Int ersindacale medica [PDF: 1,6 Mb]
Bibliograf ia
1. King’s Fund. Fut ure organisat ional models f or t he NHS. Perspect ives f or t he Dalt on review, July 2014.
2. Pinelli. Il prezzo e i f int i risparmi delle mega-f usioni Asl. Newslet t er della Federazione It aliana Aziende Sanit arie e Ospedaliere N° 1, Gennaio- Febbraio 2015.
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