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ENERGIA, COSTI INSOSTENIBILI LA PRODUZIONE A SINGHIOZZO

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Academic year: 2022

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Giovanni Pasini, presidente di Caleotto (Gruppo Feralpi) CHRISTIAN DOZIO

I

l Caleotto si appresta a chiu- dere un 2021 eccezionale, durante il quale ha saputo raddoppiare fatturato e (quasi) produzione rispetto al 2019, aumentando in modo con- sistente il proprio organico e preparandosi ad affrontare da protagonista anche il 2022.

Non è stato soltanto un anno di ripartenza, per la storica azienda lecchese, ma quello che ha concretizzato un vera e pro- pria “esplosione”, come testi- moniano i numeri. La strategia impostata dal management ha infatti permesso di raggiungere gli effetti desiderati e anche di più: non ci si è infatti limitati a rispondere alla crescente ri- chiesta dei prodotti del lamina- toio cittadino ma ci si è anche affacciati su nuovi mercati, riu- scendo a conquistare nuovi spa- zi di rilievo.

Così, è stata impressa una forte accelerazione sulla produ- zione, che ha toccato il +90%

rispetto all’ultimo anno pre Co- vid, mentre il fatturato è più che raddoppiato anche per effetto dell’andamento dei prezzi delle materie prime, oltre che dei vo- lumi. Prezzi che hanno inciso pesantemente e che continue- ranno a farlo anche nei prossimi mesi, specialmente per quanto riguarda l’energia.

Quanto è avvertito il rincaro di que- st’ultima?

«Le materie prime energetiche che usiamo sono rappresentate soprattutto da energia elettrica e metano – ha commentato il presidente di Caleotto (società del Gruppo Feralpi), Giovanni Pasini -, le cui quotazioni que- st’anno sono letteralmente schizzate alle stelle, creando non poca preoccupazione anche nella nostra realtà. Alla base del- l’impennata dei costi energetici in tutta Europa c’è l’incremento del prezzo del metano registrato su scala mondiale. La nostra se- de tedesca ha registrato picchi analoghi a quelli che abbiamo riscontrato noi.

Nell’ottobre scorso il prezzo del- l’energia elettrica in Italia tocca- va il +460% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quello del metano usato nel laminatoio arrivava a +500%. Mi occupo dell’approv- vigionamento energetico per il nostro gruppo dal 1990 e non avevo mai visto una situazione simile».

Come avete affrontato questa si- tuazione?

«Come altre realtà, anche noi

ste sui mercati rispetto alla con- correnza di chi, fuori dal nostro continente, queste norme non è tenuto a seguirle».

Inoltre?

«Tra gli investimenti del Pnrr bisogna comunque mettere in conto un intervento teso ad ade- guare l’apparato pubblico alle necessità correlate allo sviluppo dell’economia. Questa è la sfida più grossa per il nostro Paese. La Pubblica Amministrazione vive una crisi di produttività: quella dei nostri operatori privati è au- mentata in questi ultimi ven- t’anni quanto in Germania, ma il Pubblico è rimasto fermo. E questo ha determinato una ge- neralizzata perdita di competi- tività di tutto il sistema econo- mico nazionale rispetto agli altri Paesi. Serve dunque che l’appa- rato statale sfrutti l’occasione per migliorare tempi di risposta, efficacia, competenze interne, inserendo una digitalizzazione sistematica a tutti i livelli».

Tornando invece al Gruppo Feralpi e al Caleotto, cosa vi aspettate dal- l’anno ormai alle porte?

«Anche il 2022 si produrrà se- condo noi in un anno assoluta- mente soddisfacente. Come gruppo puntiamo molto sul mercato tedesco, ma anche l’edilizia italiana vive un periodo effervescente. Ci aspettiamo poi una crescita anche del mercato degli acciai speciali. Nell’insie- me, alcuni comparti registre- ranno una forte crescita, mentre nei prossimi dodici mesi qual- che settore manterrà alcune problematiche. Penso all’auto- motive in particolare, anche se le previsioni parlano di un 2022 in cui le “strozzature” del setto- re dovrebbero risolversi. In que- sto caso, anche i costruttori po- trebbero tornare a lavorare a pieno ritmo.

Qualche preoccupazione resta in relazione ai costi dei beni energetici, perché questo forte aumento permarrà sicuramente nella prima parte del nuovo an- no: forse un rallentamento di questo trend si potrà avere sola- mente in primavera.

Per quanto riguarda il Caleotto, i nuovi mercati sui quali abbia- mo deciso di affacciarci sono quelli relativi all’alto carbonio, agli acciai da trafila e a quelli da bulloneria. Quest’anno il fattu- rato estero è più che raddoppia- to rispetto al 2019. La filiera ita- liana degli acciai speciali è fon- damentale, ma i mercati esteri rappresentano un’occasione importante di ulteriore svilup- po».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SCHEDA

IL GRUPPO

Caleotto e Gruppo Feralpi sono impegnati anche nello sport. Tra le varie attività di sostegno a realtà sportive, anche quest’anno la società ha deciso di supportare nella sua crescita il nazionale azzurro di sci Giovanni Franzoni, che sta disputando le gare di Coppa del

Mondo.«Questo è il terzo anno che siamo vicini a Franzoni – commenta Cesare Pasini, vicepresidente del Gruppo Feralpi - abbiamo scelto di confermare vicinanza attraverso una delle nostre aziende, Caleotto SpA, che ha una vocazione non solo verso i giovani ma anche verso quelle

caratteristiche come precisione, qualità e velocità che sono fondamentali sia nell’acciaio che nello sci».

ENERGIA, COSTI INSOSTENIBILI LA PRODUZIONE A SINGHIOZZO

Per il Caleotto di Lecco un anno d’oro alle spalle ma ora c’è l’ostacolo dei prezzi di elettricità e metano

Il presidente, Giovanni Pasini: «Nelle ore diurne con la tariffa più alta abbiamo scelto di fermare gli impianti»

«Non c’è buona economia senza buoni imprenditori» papa francesco

abbiamo attuato una politica di fermi, limitati ma in maniera continuativa, sospendendo la produzione nelle ore diurne dei giorni feriali in cui le tariffe so- no più alte. Del resto, scaricare i rincari a valle non è facile, con- siderate le difficoltà che ancora persistono in modo consistente in alcuni settori, come l’automo- tive».

Nonostante queste problematiche, però, l’azienda ha conosciuto que- st’anno un periodo rigoglioso.Quali gli effetti a livello occupazionale?

«Siamo passati da un organico composto da 91 unità all’attuale forza lavoro costituita da 113

lavoratori, facendo ricorso al- l’assunzione di personale ester- no».

Nemmeno per Caleotto, però, è semplice reperire la forza lavoro necessaria.

«Trovare risorse disponibili e con competenze adatte a lavora- re su impianti complessi come quelli siderurgici è sempre diffi- coltoso. Per questo motivo ab- biamo messo in campo politiche specifiche che ci hanno permes- so di facilitare l’ingresso di forze fresche: ad esempio l’open day, durante il quale abbiamo invita- to a visitare il Caleotto e i suoi impianti le persone interessate

a una possibile assunzione. Del resto, dall’esterno un laminato- io può magari spaventare, ma una volta dentro la fabbrica si vede come l’ambiente sia carat- terizzato da molta automazione e tanta tecnologia, con la fatica fisica ridotta al minimo. Perché anche la siderurgia ha fatto grandi passi avanti. In ogni caso, Lecco propone figure con com- petenze sicuramente elevate, rispetto ad altre aree del Paese:

in questo senso siamo sicura- mente in una zona favorevole».

Le competenze saranno necessarie anche per far fronte al tema della transizione ecologica, cui il Piano

Nazionale di Resilienza e Ripresa dedica ingenti risorse. Cosa ne pen- sa?

«E’ da sempre nostra volontà agire nella direzione della tutela dell’ambiente. Tanto è vero che abbiamo destinato a questo ca- pitolo investimenti importanti nei prossimi anni. Serve però attenzione rispetto alla produ- zione che viene effettuata fuori dall’Europa, dove le regole rela- tive a questo aspetto non sono così stringenti. E’ importante che il Pnrr e la politica in gene- rale incentivino questi processi di transizione, ma che al con- tempo cerchino di fare in modo che le aziende non restino espo-

Limitazione dei consumi e fonti rinnovabili

Attenzione rispetto all’ambiente: è uno dei cardi- ni sui quali si poggia la ge- stione dei processi produtti- vi del Caleotto e, in modo più esteso, del Gruppo Feralpi che ha nella sostenibilità un valore strategico..

Come evidenzia Giovanni Pasini, infatti, è nell’alveo di questo tipo di approccio che

«si inserisce il progetto che

porterà nei prossimi anni il Gruppo Feralpi a investire 100 milioni di euro in energie rinnovabili, in particolare at- traverso il fotovoltaico. Ma per ridurre i consumi ener- getici si possono percorrere anche altre strade. Penso alla laminazione termomeccani- ca, per risparmiare o elimi- nare alcuni trattamenti ter- mini da parte dei clienti, an-

dando a ridurre l’impatto sull’ambiente».

Dal 2004, Feralpi redige il Bilancio di Sostenibilità,

«pubblicando i dati dei nostri impatti sul piano ambienta- le, sociale e via dicendo, in trasparenza. Una dimostra- zione di come l’azienda sia permeata di questa cultura ambientale. Adesso è venuto il momento di fare di più e per riuscirci intendiamo pro- muovere progetti e azioni precisi, anche in sinergia con il Politecnico di Milano».

Durante il 2020, inoltre, con un investimento di oltre

55 milioni di euro, sono pro- seguiti tra gli altri i progetti di efficientamento energeti- co, sia relativamente all’otti- mizzazione dei consumi di energia elettrica, sia di gas naturale. Importante anche l’impegno per ridurre – con- testualmente al contenimen- to del consumo – le emissioni di CO2, attraverso lo svilup- po di una serie di progetti di ricerca a supporto dei pro- cessi produttivi anche con l’aiuto dell’intelligenza arti- ficiale e in partnership con centri di ricerca e università internazionali.

LA PROVINCIA LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2021

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Crescono gli occupati under 25 Ottobre su settembre: +38 mila

mero di stabilizzazioni di con- tratto che vediamo trascorsi i tre anni di apprendistato».

Nei numeri lecchesi, consi- derando gli under 34, nel 2019 sono state 5.239 le persone as- sunte attraverso iniziative di politiche attive per il lavoro. Le assunzioni in apprendistato erano 2.658, con solo 390 tra- come strumento di crescita

delle competenze. Solo i soldi hanno reso attraenti questi strumenti agli occhi delle aziende».

Lo afferma il segretario ge- nerale della Uil del Lario, Sal- vatore Monteduro, aggiungen- do che ciò «è ancora peggio se coinvolge, come accade, anche Il sindacato

Salvatore Monteduro è il segretario della Uil:

«Con l’apprendistato poche stabilizzazioni»

«I dati evidenziano che gli incentivi e le defiscaliz- zazioni per le assunzioni di gio-

potrà fare nelle politiche attive per il lavoro con le risorse in ar- rivo dal Pnrr, con nuovi sgravi annunciati per le assunzioni di giovani. «Questo – aggiunge Monteduro – è il momento di investire per lo sviluppo di competenze. L’alta formazione universitaria e degli Its spesso offrono ai giovani opportunità di costruirsi competenze tra- sversali, che li rendono compe- titivi e flessibili su un mercato del lavoro che è esso stesso fles- sibile». Il Pnrr prevede risorse per gli Its, «che però andrebbe- ro programmati sulle specifici- tà del territorio. Anche a Lecco

«Gli incentivi fiscali sul lavoro finora non hanno funzionato»

2020 il totale di inserimenti con politiche attive sono stati 5.577, con 2.567 assunzioni in apprendistato (-3,4% sul 2019) e 484 stabilizzazioni (18,85%).

Troppo poche, afferma Monteduro, le trasformazioni in contratti stabili: «Ciò che os- serviamo in tante aziende – ag- giunge – è che nonostante l’ap- prendistato preveda una quali- ficazione con l’affiancamento di un tutor che trasmetta le competenze, in realtà ciò diffi- cilmente accade e quindi rara- mente un apprendista ha la possibilità di coniugare la teo- ria acquisita nella formazione

«È importante aver previsto un rafforzamento degli Its»

«Un progetto Cnel è studiato

per far chiarezza sui contratti pirata»

«SCUOLA E PENSIONI PRIMI INTERVENTI»

Michele Faioli, docente alla Cattolica: «Nella legge di Bilancio e nel Pnrr ci sono misure a sostegno della formazione e per favorire le assunzioni»

MARIA G. DELLA VECCHIA

«L

a legge di Bilan-

cio per il 2022 va letta dentro e con il Pnrr, di cui co- stituisce l’avvio. La nuova ma- novra e il Pnrr stanno di fatto intervenendo su punti di debo- lezza sistemica quali la disoccu- pazione giovanile e femminile».

Lo afferma Michele Faioli, pro- fessore di diritto del lavoro in Università Cattolica e consiglie- re del Cnel.

Sulla tutela della qualità del lavoro giovanile oggi pomerig- gio, viene presentato in un workshop organizzato dal Cnel e dall’Inps il “Codice unico della contrattazione collettiva nazio- nale”, relativo all’archivio della contrattazione collettiva gesti- to in cooperazione dai due enti.

Un’iniziativa che finalmente porterà chiarezza, permettendo di identificare attraverso il co- dice inserito in busta paga il tipo di contratto applicato a ciascun lavoratore e quindi di agevolare le operazioni di verifica da parte dell’Ispettorato del lavoro.

«È un primo passo – afferma Faioli – per eliminare tanti con- tratti pirata siglati fra parti so- ciali non rappresentative».

Professore, sbagliano i sindacati nel dire che la nuova legge di Bilan- cio non pensa ai giovani in quanto per loro non contiene nulla sul fron- te previdenziale?

La legge di Bilancio per il 2022 inizia a programmare un percorso che si svilupperà in un certo numero di anni, con i pro-

grammi del Pnrr, il quale peral- tro ha un capitolo sociale sul- l’occupazione in cui gli obiettivi principali sono il miglioramen- to dell’occupabilità per giovani e donne. Un’occupabilità rego- lare, sicuramente non riferita a lavori frammentari, sostenuta da risorse economiche, da poli- tiche attive e formazione. La nuova manovra inizia ad attiva- re tali percorsi che includono il rafforzamento del sistema Its e di tutto ciò che riguarda la de- contribuzione per stimolare le assunzioni. Quindi non è vero che la nuova legge di Bilancio non pensa ai giovani.

Cosa serve per far sì che i giovani di oggi abbiano in futuro buone pensioni?

Sulle pensioni dico che siamo

No. Questa è una fase dell’an- no in cui si chiede, dati i vari scenari che si aprono con la nuova legge di Bilancio. Non sta accadendo nulla di eclatante nei rapporti istituzionali, vedo una dinamica di confronto che ap- partiene a un Paese democrati- co. Sui media si mostrano visio- ni diverse e scontri, ma chi stu- dia le relazioni industriali sa che è una dinamica normale in cui si alza la posta delle richieste per avviare una fase di negozia- zione. Sono dinamiche normali in una fase storica complicata, in cui le parti sociali chiedono al Governo risposte che in parte sono confluite in legge di bilan- cio.

Come mettere fine alle centinaia di contratti pirata proliferati negli ul- timi tempi ai danni soprattutto del- la qualità delle assunzioni di giova- ni?

Il Cnel sta facendo un’opera- zione importante con l’iniziati- va del codice alfanumerico che viene presentato oggi: in Italia esistono circa 933 contratti di lavoro ai quali per la prima volta è possibile dare un nome e un cognome perché finalmente c’è un codice unico che metterà or- dine e grazie al quale avremo modo di comprendere quanti lavoratori sono vincolati a un determinato contratto colletti- vo. Ciò grazie al codice unico, che confluirà in busta paga e permetterà all’Ispettorato del Lavoro di capire con anticipo qual è il contratto che viene ap- plicato. Ciò in ispezione renderà più rapide le verifiche in ispe-

zione al fine di capire quali tute- le vengono applicate. Si capirà quanti contratti si riferiscono in realtà a un numero di lavora- tori ridotto.

Contratti costruiti su misura da chi ha l’unico scopo di pagare il meno possibile il lavoro?

Sì. Contratti non rappresen- tativi. Al Cnel si è lavorato molto per questo obiettivo, guardando allo scopo ultimo di lotta contro la contrattazione pirata e il la- voro povero. Siamo arrivati a un passaggio molto importante vi- sto che fino ad oggi non è stato possibile fare un matching fra buste paga e tipo di contratti firmati. Siamo all’inizio di un vero riordino.

Michele Faioli, Diritto del lavoro

in un meccanismo a ripartizio- ne, con un saldo fra classe attiva e classe passiva. Per avere in futuro buone pensioni bisogna far di tutto affinché ci sia oggi una maggiore occupazione di giovani e donne, e questa sen- z’altro va migliorata. Sulla pen- sione di garanzia è un dato di fatto quello per cui ora non se ne sta parlando, ma sulla parte previdenziale c’è un gruppo di studio che al ministero del La- voro sta elaborando delle ipote- si che saranno rese note in gen- naio.

Su lavoro e previdenza il Governo deve dialogare di più in fase pre- ventiva di preparazione delle misu- re, come chiedono le parti sociali?

Si sta aprendo una nuova stagione di scontro col Governo?

I giovani e il lavoro

Fonte: Uil del Lario su dati Inps

Contratto apprendistato fino a 34 anni

Trasformazione a tempo indeterminato

di contratto di apprendistato

Politiche attive totali di lavoro

fino a 34 anni

2019

5.110 2.658 102.829 557.540

626 390 14.588 71.674

8.608 5.239 179.267 911.227

Contratto apprendistato fino a 34 anni

Trasformazione a tempo indeterminato

di contratto di apprendistato

Politiche attive totali di lavoro

fino a 34 anni

DIFFERENZA % 2020/2019

-1,7%

-3,4%

-2,3%

-3,6%

29,2%

24,1%

22,1%

19,1%

10,2%

6,5%

10,8%

59,3%

Contratto apprendistato fino a 34 anni

Trasformazione a tempo indeterminato

di contratto di apprendistato

Politiche attive totali di lavoro

fino a 34 anni

2020

5.022 2.567 100.493 537.316

809 484 17.812 85.382

9.489 5.577 198.542 1.451.422

sono in aumento di 38mila unità rispetto a settembre e di 129mila su ottobre del 2020.

Nella stessa fascia di età il tasso di disoccupazione scende al 28,2%, pari all’1,4% in meno sul mese e al

18,5%. Un tasso, quello italiano, che è il terzo più alto nell’Ue dopo quelli di Grecia (dove la disoccupa- zione under 25 in ottobre è al 33,2%) e Spagna (30,3%). Fra i 15-24enni gli occupati crescono del

aumento dei contratto a tempo determinato che su un totale di 390mila occupati in più registra una crescita di 384mila assunzioni, a fronte di un aumento di 137mila assunzioni permanenti. M. DEL.

IL PROFILO

MICHELE FAIOLI

È professore associato di diritto del lavoro all’università Cattolica. È stato Visiting Fellow all’Ilr Cornell University e alla Fordham law school.

Ha diretto l’osservatorio italiano di Eurofound (2014- 2018) ed è consigliere esperto del Cnel, dove si occupa anche di blockchain e relative applicazioni sociali.

Coordina la Scuola Europea di Relazioni Industriali (Seri).

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LA PROVINCIA

9

LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2021

Nel Pnrr è prevista la “missione 5”

La “missione 5” del Pnrr vuole favorire la “Coesione e inclusione” stanziando 19,81 miliardi di euro. È la misura che più sostiene lo sviluppo di prospettive di lavoro per i giovani. L’intervento prevede investimenti in formazione e riqualifi- cazione, attenzione alla qualità dei posti di lavoro creati

LECCO

Il presente lavorativo dei giovani preoccupa. Nella media nazionale anche i più qualificati faticano a trovare in Italia una prospettiva di futuro, fra contratti a tempo determi- nato che non permettono di ot- tenere mutui e di progettare il futuro. Poi ci sono le situazioni dei distretti specialistici che in- vece le assunzioni con contratti stabili le farebbero ma non tro- vano sufficienti (soprattutto) tecnici da inserire. E, comun- que, alla fine i giovani spesso preferiscono andare all’estero o arrendersi entrando nelle file dei cosiddetti Neet.

Responsabilità

La ricerca delle responsabilità riguarda anche il passato, ma ciò che conta, ci dice in sostanza il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva, è guardare al futuro e capire come migliorare la situazione. La stra- da, afferma Riva, è quella di

«pensare a soluzioni che, da un lato, trattengano i giovani talen- ti in Italia e, dall’altro, possano fare entrare nelle imprese quel- le risorse e competenze che so- no indispensabili se vogliamo, tutti, avere un futuro. E da que- sto punto di vista ritengo che il primo punto sul quale è neces- sario lavorare, e per parte nostra lo stiamo facendo, sia restituire sia ai ragazzi sia alle famiglie una percezione più aderente al reale di cosa voglia dire lavorare oggi in un’azienda».

Riva lo spiega ricordando che in primo luogo, lavorare oggi in fabbrica significa «essere inseri- ti in un ambiente moderno, che

Lorenzo Riva, presidente Confindustria Lecco e Sondrio

Confindustria. Il presidente Lorenzo Riva: «Con le nuove tecnologie

è cambiato il modo di lavorare: fondamentale puntare sulle competenze»

prattutto i giovani a cui sono i gran parte diretti.

Su come Confindustria inter- venga su questo problema, Riva nota: «Da parte nostra è arrivato l’impegno più importante per la modernizzazione dei contratti di lavoro, a partire da quello di un settore strategico per il Paese come quello metalmeccanico. E le associazioni territoriali han- no al cuore della propria attività proprio le relazioni industriali, ovvero la gestione dei rapporti fra le aziende e le persone trami- te l’applicazione dei contratti nazionali. Confindustria – ag- giunge Riva - ha stipulato con Cgil, Cisl e Uil, già da anni, accor- di interconfederali al fine di ot-

tenere la misurazione della rap- presentanza e quindi consenti- re di avere una chiara situazione del livello di rappresentatività delle parti sociali nei contratti nazionali di lavoro. Ciò per dare risalto a chi in effetti rappresen- ta i lavoratori e le imprese e met- tendo in luce il marginale ruolo e rilevanza dei cosiddetti contrat- ti pirata».

Criteri

Di fatto, come dimostrano an- che i dati dell’Osservatorio lavo- ro della provincia di Lecco, cre- scono le assunzioni con contrat- ti non stabili per i giovani e a ciò si collega l’urgenza, sottolineata a più riprese dai sindacati, di mettere in sicurezza la previ- denza per i giovani e trovare ri- sorse per coprire i buchi di con- tribuzione. «L’aspetto relativo alla previdenza dei giovani è un risvolto importante che riguar- da le nuove generazioni – affer- ma Riva -, ma va anche coniuga- to con la prospettiva occupazio- nale. Se il pilastro pubblico do- vrà dare risposte ai giovani che si affacciano oggi al mondo del la- voro, questa risposta non potrà prescindere dai criteri di soste- nibilità ed equità».

Per migliorare occupabilità e competenze dei giovani ora si punta sugli stanziamenti del Pn- rr come «opportunità impor- tante, che abbiamo il dovere di mettere a frutto massimizzando gli effetti. Investire sui giovani e sulla formazione in generale – conclude Riva - è un ottimo mo- do, direi anzi un aspetto indi- spensabile, per garantirci lo svi- luppo futuro». M. Del.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

sta investendo sull’innovazione tecnologica, e che non ha nessun interesse nell’allontanare le persone di valore. La verità è che sul territorio non mancano le proposte di contratti stabili per chi ha competenze e voglia di mettersi in gioco, tanto è vero che le aziende sono spesso in competizione fra loro nel cerca- re di attrarre persone con alme- no una formazione di base».

Ma è altrettanto vero che in Italia ci sono quasi mille con- tratti nazionali di lavoro in cui, accanto ai contratti siglati fra le parti datoriali e sindacali più rappresentative, ci sono centi- naia di contratti pirata che dan- neggiano l’intero sistema e so-

Sui 933 e passa contratti quanti so- no quelli che si possono considera- re di riferimento?

Sono circa 400. Certo, sono tanti, ma è anche vero che ab- biamo un sistema molto ampio e complesso. L’anomalia vera si è giocata nell’ultimo decennio visto che dal 2011 ad oggi i con- tratti sono incrementati del 160%. Mi auguro che vada in porto la legge sulla rappresenta- tività.

Da anni il Paesi si è dimenticato dei giovani e del ruolo che il loro lavoro ha per il futuro del Paese?

Negli ultimi vent’anni il Pae- se ha mostrato poca attenzione verso i giovani e la pandemia si è posta come occasione per un

esame di coscienza collettivo.

Tuttavia ora sembra che sia sta- to fatto un programma per un futuro migliore. Vedo nel Pnrr l’occasione per riuscirci, insi- steremo moltissimo sulla for- mazione, sulle competenze, sul sostegno all’università, all’Its e alla scuola di qualità. Il Pnrr ha descritto tutto ciò, ora bisogna realizzarlo. Certo, osservo il passato, ma ora è necessario pensare al futuro. È evidente che abbiamo fatto molto poco per i giovani e anche per altre categorie quali le donne e i lavo- ratori del Mezzogiorno, ma ora il Pnrr ha concretamente trac- ciato una strada e dobbiamo percorrerla.

©RIPRODUZIONE RISERVATA L’EGO - HUB

Como Lecco Lombardia Italia

o i

% incidenza contratto apprendistato su politiche totali

fino a 34 anni

% incidenza trasformazione rapporti di lavoro

apprendistato a tempo indeterminato

12,25%

14,67%

14,19%

12,86%

59,36%

50,73%

57,36%

61,19%

2019

o o

i o

o i

% incidenza contratto apprendistato su politiche totali

fino a 34 anni

% incidenza trasformazione rapporti di lavoro

apprendistato a tempo indeterminato

2020

16,11%

18,85%

17,72%

15,89%

52,92%

46,03%

50,62%

37,02%

19

«La fabbrica è innovazione

Ma i giovani non lo sanno»

(4)

Il Natale sarà solidale

per la Piccola Opera di Traona

di un fabbricato, che si trova a San Salvatore ai fini dello svi- luppo turistico del paese».

La struttura, che si vuole acquisire si trova a circa 1.350 metri di quota, maggengo alle porte della valle del Livrio.

«L’alpeggio è uno dei più co- nosciuti ed affascinanti mag- genghi della media Valtellina, turistica, gestita da giovani

disabili, dove autonomia si coniuga ad inclusione. Il con- dizionale è d’obbligo, ma que- sto è l’obiettivo che il Comune di Albosaggia, come pubblica- mente annunciato dal sinda- co nell’ultima seduta consi- liare, intende raggiungere.

«Si prevede di assumere un Albosaggia

Dove c’era una locanda sorgerà un struttura per l’accoglienza

gestita da giovani disabili

Dove un tempo c’era una locanda alpina, molto frequentata sugli alpeggi oro-

che significa 200 euro al me- tro quadrato». Una cifra che è inferiore al reale valore di mercato, «ma che la famiglia intende cedere solo esclusi- vamente all’amministrazione comunale, per finalità sociali.

L’idea del rilancio della strut- tura passa attraverso l’ob- biettivo di far diventare la vecchia locanda alpina un ri- fugio gestito da ragazzi disa- bili, sulla falsa riga degli al- berghi etici, che stanno na- scendo in tutta Italia e il pros- simo ad aprire sarà proprio a Sondrio». Per tale motivo si vuole stringere una collabo-

Quando il turismo si fa etico Rifugio “speciale” sulle Orobie

daco.

Un punto di partenza per diverse escursioni , prima fra tutte quella al rifugio Caprari ed al pizzo Stella, che può es- sere meta di una semplice, ma comunque impegnativa cam- minata, che parte dai mag- genghi più bassi di Sant’Anto- nio.

«Quanto la storia ci rac- conta - ha proseguito Murada - chiaramente fa capire come l’edificio sia parte integrante della storia di Albosaggia, se non addirittura della sua ge- nesi». Detto ciò «è necessario, prima che sia troppo tardi, ac-

Pelizzatti Perego

«Segnalato il problema

dell’albo vigneti»

La situazione della Valle

e il sottosegretario Centinaio

Decima edizione. Un bagno di folla a Piacenza con 20mila visitatori Tanta attenzione alle aziende della nostra provincia aderenti alla Fivi

PIACENZA

MARCO BORMOLINI

Decima edizione con il botto per il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti an- dato in scena a Piacenza da sabato 27 a lunedì 29 novem- bre, un bagno di folla con 20mila visitatori.

Tanta attenzione anche al vino valtellinese, con una bella rappresentazione delle venti aziende aderenti in provincia di Sondrio alla Federazione dei Vignaioli Indipendenti.

Ar.Pe.Pe, Dirupi, Fay, Marco Triacca, Le Strie, Giorgio Gia- natti, Pizzo Coca, questi i nomi delle cantine che hanno tenuto alta la bandiera del Nebbiolo delle Alpi, una delle denomina- zioni più ricercate a Piacenza come ci ha raccontato Ema- nuele Pelizzatti Perego, dele- gato Fivi provinciale.

Un assalto

«All’apertura di sabato c’era tantissima gente, ma anche nelle altre due giornate al no- stro stand siamo sempre stati in pieno assalto e abbiamo do- vuto fare scorta di altro vino per non rimanere senza e sod- disfare le esigenze».

«Un segnale positivo di vo- glia di ripartenza e di grande interesse verso il vino valtelli- nese, sentendo anche gli altri colleghi e girando per i ban- chetti tutte le aziende hanno avuto un grande interesse da

parte di appassionati e di ope- ratori del settore, dopo lo stop forzato dello scorso anno si è ritornati in presenza con tanto entusiasmo».

Tra i momenti clou di Pia- cenza l’assemblea dei Vignaioli Indipendenti, a cui ha presen- ziato anche Gian Marco Centi- naio, Sottosegretario al Mini- stero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, a cui sono stati presentati alcuni dossier tra cui quello valtelli- nese per la problematica dei vigneti non iscritti all’albo.

«Come delegato provinciale Fivi mi sono fatto portavoce in assemblea, d’accordo con gli

perchè in quel momento erano lavorati da chi faceva vino per autoconsumo e non serviva nessuna documentazione, questa cosa per un po’ era stata accettata ma ora diventa sem- pre più complicata la gestione e lavorazione di queste vigne».

Il ruolo della Fivi

Un ruolo quello della Fivi che sta prendendo sempre più pie- de come voce ben ascoltata, Piacenza è stato il palcoscenico ideale per alzare il velo su un tema locale. «Il ruolo della Fivi come sindacato dei vignaioli è quello di mettere in evidenza i problemi di territori che ven- gono portati a un livello più alto –spiega Emanuele Peliz- zatti Perego-dando voce a pro- blematiche spesso inascoltate di denominazioni magari me- no importati come numeri co- me nel caso della Valtellina. Il Sottosegretario Centinaio era già a conoscenza della nostra situazione, ha detto che si ado- pererà per cercare di sistemare la questione».

Tanto pubblico e tanti ope- ratori al Mercato di Piacenza, ma anche momenti per con- frontarsi su alcuni temi come quello di Fivi4Future, un pro- getto strategico pluriennale articolato in numerose azioni che mette al centro la sosteni- bilità ambientale e la tutela della biodiversità, da sempre pilastri fondativi dell’associa-

zione. «Anche in Valtellina ab- biamo effettuato una speri- mentazione su questo proget- to. Abbiamo avuto la conferma di come nelle nostre zone sia- mo molto avanti su questi te- mi, grazie a un lavoro fonda- mentale portato avanti dalla Fondazione Fojanini con il presidente Sonia Mancini, ave- vamo già fatto dei test sulla confusione sessuale con dei risultati positivi sull’elimina- zione degli insetticidi di sinte- si, la riduzione degli insetticidi biologici e il monitoraggio de- gli organismi utili, così come sono stati effettuati dei moni- toraggi puntuali sulla flave- scenza dorata».

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Nutrita la rappresentanza della provincia di Sondrio alla rassegna

altri vignaioli valtellinesi e con la presidente Matilde Poggi, della possibilità di andare a sanare la problematica di di- versi vigneti non più iscrivibili all’albo dei vigneti. E’ una si- tuazione che si sta portando avanti da tempo, da quando nel 2000 alcune vigne non sono state dichiarate nell’albo dei vigneti, vista la presenza di Centinaio ho messo sul tavolo un tema che sta diventando cruciale per la viticoltura val- tellinese e riguarda sia le canti- ne che i viticoltori. Vigneti che in alcuni casi hanno un’età di oltre cinquant’anni, non erano stati inseriti nell’albo vigneti

solidale a sostegno della Piccola Opera di Traona, con i produtto- ri dell’organizzazione agricola e di Campagna Amica impegnati a sostegno della comunità che si occupa di tutela delle donne e

to per sabato 11 e sabato 18 dicembre quando, al Mercato Coperto di Campagna Amica a Sondrio, in piazzale Bertacchi, saranno in vendita panettoni, stelle di Natale, prodotti da

cera d’api.

Quanti non avessero possibi- lità di recarsi all’AgriMercato, possono prenotarli presso la segreteria della Coldiretti inter- provinciale.

“Mercato dei Vini

Vignaioli indipendenti”

La voce valtellinese

Ventimila visitatori al Mercato dei Vini dei Vignaioii indipendenti e buona attenzione ai prodotti valtellinesi

(5)

LA PROVINCIA

11

LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2021

L’impegno per il futuro

«Abbiamo scelto di tracciare un percorso di impegno per le persone e per l’ambiente seguendo le indicazioni dell’Agenda Onu 2030, vogliamo dare il nostro contributo per gli obiettivi di salute e benessere, istruzione di qualità, la vita sulla terra» ha dichiarato il titolare Diego Filippini

TEGLIO

Un viaggio da Teglio nel cuore della Valtellina fino ad Alicudi, in Sicilia, dove c’è la scuola più piccola d’Europa.

Protagonista il “Grano Sarace- no, il seme favoloso”, un proget- to educativo promosso da Moli- no Filippini che coinvolge oltre 2000 bambini di tutta Italia.

Il lancio ufficiale è avvenuto il 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per i diritti dell’infanzia e del- l’adolescenza. Si tratta di una iniziativa di responsabilità so- ciale che vede in prima fila Mo- lino Filippini, azienda che da tre generazioni lavora il grano saraceno in Valtellina.

Con il seme favoloso si vuole andare alla scoperta di una col- tura resiliente, ricca di storia e preziosa per il benessere delle persone.

Gli approfondimenti

Oltre all’insegnamento agli orti e al prendersi cura della cresci- ta di una piantina, ci sarà spazio per approfondire cinque temi multidisciplinari: il mondo dei semi, la storia dei nomi, biodi- versità e ambiente, alimenta- zione. Non sarà sola l’azienda valtellinese in questo viaggio, che ha deciso di promuovere l’idea dell’ortoterapeuta Nico- letta Caccia e di Gianni Manfre- dini, autore di spettacoli natu- rali. Lo scopo di questa iniziati- va è di sensibilizzare e far risco- prire la provenienza delle ma- terie prime che sono gli ingre- dienti dei nostri piatti, con at- tenzione al mondo dei bambini che verranno guidati da Fil e Molly, due simpatiche mascot-

Lo spettacolo dei campi di grano saraceno in fiore a Teglio

2030

Da Teglio fino in Sicilia

il grano saraceno a scuola

Il progetto. «Un seme favoloso» è l’iniziativa promossa da Molini Filippini Ambiente e alimentazione sana: coinvolti più di 2000 bambini in tutta Italia

te. «In Molino Filippini abbia- mo a cuore da sempre il benes- sere delle persone che passa at- traverso un’alimentazione sa- na promossa anche dall’educa- zione ai grani e al loro utilizzo- ha dichiarato il titolare Diego Filippini- Abbiamo scelto di tracciare un percorso di impe- gno per le persone e per l’am- biente seguendo le indicazioni dell’Agenda Onu 2030. Con il progetto “Grano Saraceno, il seme favoloso” creato apposi- tamente per le scuole, vogliamo dare il nostro contributo per gli obiettivi di salute e benessere, istruzione di qualità, la vita sul- la terra». In Valtellina Molino Filippini lavora ancora oggi il

Grano Saraceno come da tradi- zione in tre stabilimenti, una materia prima che ha trovato il suo habitat naturale anche se non tutti sanno che è originario dell’Asia Centrale e portato in Europa nel Medioevo dalle stir- pi nomadi. Diventato sin da su- bito un’importante fonte di so- stentamento per le popolazioni alpine grazie alla sua grande adattabilità, oggi il grano sara- ceno è un ingrediente cuore di svariate ricette.

I diversi percorsi

Dai piatti tipici valtellinesi per la farina per Pizzoccheri e Sciatt, nuove preparazioni dol- ci e salate. Il grano saraceno è buono e sano per natura e natu- ralmente senza glutine.

Per i bambini di tutto lo sti- vale sarà un viaggio bellissimo in cinque percorsi, con tante scoperte, sfide, attività creative e osservazioni sul mondo in cui viviamo. Riflessioni sulla biodi- versità e sull’alimentazione, sulla coltivazione e cura di un seme straordinario.

Un percorso che porta nuova consapevolezza ai bambini sui semi del mondo, un viaggio che parte dai nomi propri e prose- gue nell’esplorazione dell’origi- ne dei nomi degli oggetti, sti- molando con creatività rifles- sioni e curiosità sull’etimologia delle parole. Spazio anche alla biodiversità, in un momento storico in cui l’ambiente ha bi- sogno di essere rispettato e tu- telato, dai semi alle piante, dalle forme ai colori, all’incontro con gli insetti impollinatori.

M.Bor.

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Il mercato

Vendite super, rincari boom

Il vino vola in doppia cifra nelle vendite sia in Italia che in Europa, ma ha comunque poco per cui brindare.

Colpa del boom di rincari, an- ch’essi in doppia cifra, che influi- scono nell’ordine del 30% sul prodotto finito. Una bolletta per il settore di oltre un miliardo di euro, che costringerà le imprese entro breve a rivedere i listini precedentemente accordati con distributori e importatori. È l’allarme lanciato dall’Unione italiana vini (Uiv).

«I costi alle stelle riguardano

tutto, dalle materie prime secche al prodotto, quindi dal vetro alle etichette, dai cartoni alle chiusu- re delle bottiglie, dai trasporti (con le tariffe per i container che sono lievitate del 400%) all’ener- gia elettrica fino al prezzo medio del vino stesso, che complice una vendemmia a bassi volumi sale in diversi casi a +40% rispetto allo scorso anno. Un combinato di- sposto che, secondo il segretario generale, Paolo Castelletti «Allo stato attuale la “bolletta” supple- mentare per il settore supera ormai un miliardo di euro».

L’obiettivo

è fare scoprire

la provenienza

delle materie prime

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I prezzi dell’energia

Rincari da un anno all’altro

Aumento % del costo di energia elettrica, gas e altri combustibili a ottobre 2021 su ottobre 2020

CITTÀ Verona Bologna Forlì-Cesena Bolzano Avellino Trento Lodi Pordenone Varese Vicenza Udine Cremona Pavia Lecco Bergamo Brescia Milano Belluno Venezia Mantova Padova Trieste Rovigo Gorizia Treviso Modena Ravenna Ferrara Parma Reggio Emilia Macerata Campobass ITALIA Genova Potenza La Spezia Ascoli Piceno Bari Rimini Caserta Novara Biella Pisa Cuneo

37,5 36,4 34,5 33,9 33,5 32,2 31,8 31,1 30,7 30,5 30,5 30,2 3,00 30,0 29,9 29,8 29,7 29,7 29,7 29,6 29,4 29,4 29,3 29,2 29,1 28,9 27,6 27,5 27,3 27,3 27,3 27,2 26,9 26,9 26,9 26,8 26,8 26,8 26,7 26,7 26,4 26,4 26,4 26,3

INFLAZIONE ANNUA DI OTTOBRE (%)

FONTE: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat 1

2 3 4 5 6 7 8 9 10 10 12 13 13 15 16 17 17 17 20 21 21 23 24 25 26 27 28 29 29 29 32

33 33 35 35 35 38 38 40 40 40 43

intenso uso di energia per lo stampaggio a caldo e per i trat- tamenti superficiali.

In questi giorni si è festeg- giato il sessantesimo anniver- sario dell’attività fondata da suo padre Carlo e che oggi ha 22 addetti, fra cui anche la ter- za generazione entrata con i figli di Enrico: «Fra un po’ en- sa dei rincari insostenibili del-

l’elettricità. E il mio timore è che di richiesta in richiesta, cosa che anche i nostri forni- tori fanno con noi, la catena commerciale possa bloccarsi perché è sempre possibile che uno dica no, fermando il lavo- ro».

Enrico Guerrieri, seconda L’azienda/3

La Stamperia Guerrieri di Erba

«Ogni quindici giorni, bisogna rivedere i prezzi»

«In azienda siamo super carichi di lavoro, abbia- mo ordini fino a luglio 2022,

blemi. Anche solo per spostare un muro, con i permessi non si arriva mai a conclusione. Ora, con tutti i nostri investimenti in macchinari e certificazioni, siamo nel mezzo di questi au- menti di prezzo fra materie prime, elettricità, gas, olii lu- brificanti, casse di legno per i trasporti. A dicembre chiude- remo comunque bene l’anno, ma ci aspettiamo problemi sul primo trimestre 2022 perché quasi certamente i nostri clienti non saranno in grado di assorbire gli aumenti».

Il pensiero di Guerrieri, ar- tigiano iscritto alla Cna del La-

«Siamo carichi di ordini

ma impossibile programmare»

mozzi ruota (Porsche), com- ponenti, ingranaggi, lavora- zioni per il sottocarro in una forte diversificazione di pro- dotti «che ha salvato l’azienda dal fare cassa integrazione.

Non ne abbiamo mai fatta, perché se cala l’automotive siamo dentro alla ricambisti- ca. I nostri ricambi sono sem- pre richiesti».

Guerrieri spiega che la sua azienda è di fatto energivora ma «non può utilizzare quello sgravio compreso fra il 15 e il 20% dei costi che invece anco- ra utilizzano le aziende che, al contrario di noi, erano iscritte no un ulteriore aumento di quasi

il 25% sulle quotazioni di no- vembre.

Stando ai forward, cioè ai contratti già stipulati, per tutto il primo trimestre del 2022 l’energia sarà sopra i 200 €/

MWh e solo con aprile avremo una discesa significativa, rima- nendo comunque oltre i 100 €/

MWh, per cui il Prezzo Unico Nazionale del 2022 rischia di essere di un 20% più alto di quel- lo del 2021.

Stando alle stime attuali solo dopo aprile del 2023 si potrà tor- nare al di sotto dei 100 €/MWh, rimanendo comunque sempre a livelli di prezzo decisamente ele- vati. Dobbiamo quindi preparar- ci ad affrontare un caro energia di lungo periodo, come elemento strutturale di questa difficile fase di transizione.

In questo scenario poco rassicuran- te quali compensazioni il Governo può attuale?

Il Governo dispone di pochi stru- menti per allievare i costi di im- prese e famiglie e questo accade anche per la grave situazione del debito pubblico italiano. Si può attingere ai maggiori proventi che derivano dai diritti di emis- sione, come già si è fatto e come è prevedibile si farà ancora, ma sono palliativi di scarsa efficacia.

Servirebbe una ferma iniziativa dell’Unione europea nei con- fronti della Russia per fare chia- rezza sulle reali cause, ancora ignote, della riduzione dei flussi verso l’Occidente, ma la miopia dei Governi nazionali ha sinora impedito all’Europa di avere la capacità di sviluppare una pro- pria politica estera.

Quali sono le strategie di lungo peri- odo in via di adozione per ridurre la dipendenza “energetica”?

La riduzione della dipendenza

ca: l’energia più a buon mercato è quella che non si consuma. Una seconda strada è la crescita delle rinnovabili, che incontra però alcune barriere tecnologiche og- gi non superabili, a partire dal- l’accumulo, necessario per ov- viare all’intermittenza sia del- l’eolico che del fotovoltaico. Infi- ne, superando i tabù ideologici, si dovrebbe prendere in seria considerazione il nucleare di quarta generazione quale tecno- logia carbon free .

Quanto possono essere invece di reale supporto le energie alternati- ve per le dimensioni di imprese ma- nifatturiere?

L’energia da fonti rinnovabili può essere impiegata su qualun- que scala di consumo, a livello della famiglia come della grande impresa. Se c’è la possibilità di produrla ad esempio con pan- nelli fotovoltaici sulle coperture, evolvendo da meri consumatori a “prosumer” cioè produttori- consumatori, si può certamente ottenere un beneficio economi- co dalla possibilità sia di auto- consumo, sia di cessione alla rete dell’eventuale produzione ecce- dentaria.

È realistico pensare a una transizio- ne delle fonti di energia verso le rinnovabili nei tempi brevi richiesti dal piano europeo per la riduzione dell’uso dei combustibili fossili e nella dimensione necessaria per le aziende manifatturiere?

Dobbiamo prendere atto che il percorso delineato per la transi- zione verso “emissioni zero”, sia a livello europeo, sia in Italia, pecca di scarso realismo per quanto riguarda i tempi come per le dimensioni. Rimangono rilevanti barriere tecnologiche da superare. Non possiamo di- menticare che l’anno è fatto da 8.760 ore e che in Italia il vento difficilmente è disponibile per più di 2.000 ore e il sole al massi- mo può arrivare a 1.500 ore. Do- vremo convivere ancora a lungo con i fossili: dobbiamo puntare allora su quelli meno inquinanti, come il gas, e sviluppare la ricer- ca per neutralizzare la CO2 con le tecniche di cattura e stoccag- gio.

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MARIA GRAZIA GISPI

D

ifficoltà locali per un problema globale: il rin- caro dell’energia segue dinamiche di mercato sovranazionali sulle quali è diffi- cile incidere o anche solo preve- dere quali saranno le evoluzioni dei prezzi. Traccia delle previ- sioni Giuseppe Gatti, professore di Politica economica all’Univer- sità di Torino, già direttore gene- rale per l’energia al Ministero dell’Industria e poi amministra- tore di diverse grandi imprese, da Ansaldo Industria a ERG e a Engie Italia. Attualmente è pre- sidente di GRValue, società di sviluppo delle rinno-

vabili e senior part- ner di Energy Advi- sors, società di con- sulenza energetica.

Salgono i costi del- l’energia: di quali per- centuali di rincaro stia- mo parlando?

Se guardiamo ai me- si passati, osservia- mo che per l’energia elettrica i prezzi al-

l’ingrosso sono saliti dai 48,75 euro per megawattora del no- vembre 2020 ai 225,95 €/MWh di novembre 2021 e nello stesso periodo il gas è passato da 13,75

€/MWh a 80,85 €/MWh.

Per l’energia elettrica l’aumento è stato del 363%, per il gas addi- rittura del 488%.

Nei raffronti non consideriamo il 2020, anno anomalo per effetto della pandemia, ma rispetto al 2019 nella media annua il costo della materia prima è cresciuto del 139% per l’energia e del 223%

per il metano.

In bolletta ovviamente gli au- menti sono stati inferiori, perché le altre componenti non sono cresciute ed in alcuni casi, come

famiglie e microimprese, sono state in parte calmierate dalle misure adottate dal Governo, ma comunque l’impatto è violento.

Quali sono le diverse cause che han- no concorso agli aumenti?

Il prezzo dell’energia elettrica dipende essenzialmente dal prezzo del gas e in misura mino- re, ma non trascurabile, dal costo dei diritti di emissione, detti tec- nicamente gli EU-ETS, e questo è particolarmente vero per l’Ita- lia il cui parco termoelettrico, che soddisfa oltre il 60% della domanda, è alimentato a gas.

A partire dall’estate si è verifi- cata una riduzione secca della disponibilità di gas russo che ha portato all’impennata dei prezzi che abbiamo ricordato prima.

Oltretutto l’in- verno 2021 nell’Eu- ropa continentale è stato particolar- mente freddo e si è attinto largamente agli stoccaggi che ora devono essere nuovamente riem- piti e questo fa salire la doman- da in una fase di scarsità di of- ferta.

Quanto agli ETS, le quote di emissione, proprio per spingere la decarbonizzazione si è opera- to per farne salire il prezzo, che è passato da 30 euro alla tonnel- lata del 2020 agli 80 euro attuali e anche questo maggior costo si traduce in un più elevato prezzo dell’elettricità.

Si tratta di una situazione tempora- nea o potrà perdurare?

Il trend è ancora per un rialzo dei prezzi: il 29 novembre, sia pure per un’ora sola, si sono toccati i 400 euro per megawattora e le previsioni per dicembre indica- Giuseppe Gatti

Docente universitario e presidente di GRValue

«Solo nell’aprile 2023 si tornerà sotto i 100 €/MWh»

Sarà un caro energia che durerà a lungo

Dobbiamo prepararci

La scheda/1

Tre strade per catturare la CO2

L’idea di catturare CO2 in ecce- denza per riutilizzarla l’hanno già avuta gli alberi. Ora però la stessa strategia è una delle possibili vie per la mitigazione del cambiamento climatico ed esistono tre diverse tipologie di sistemi di cattura della CO2 a livello industriale: la post combu- stione, perché la CO2 può essere catturata dai fumi di combustio- ne esausti venendo assorbita in un solvente chimico adatto.

Viene poi separata dal solvente e compressa per poter essere trasportata e stoccata.

Oppure c’è la precombustione per cui il combustibile viene convertito prima della combu- stione in una mistura di idrogeno

e anidride carbonica usando un processo chiamato gassificazio- ne. L’anidride carbonica può essere poi trasportata e stoccata, mentre l’idrogeno, miscelato con l’aria, può essere usato come combustibile per la produzione di elettricità e, potenzialmente, per alimentare vetture ad idro- geno.

Infine c’è la combustione in ossigeno: questo processo preve- de l’utilizzo di ossigeno puro, o aria altamente arricchita, in camera di combustione. Questo tipo di combustione produce principalmente vapore e anidri- de carbonica concentrata, più semplice da trattare e inviare allo stoccaggio.

«Ha pesato anche l’aumento dei diritti

di emissione»

(7)

LA PROVINCIA

13

LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2021

CITTÀ INFLAZIONE ANNUA DI OTTOBRE (%)

FONTE: Ispi

0%

1900 1915 1930 1945 1960 1975 1990 2005 2020 20%

40%

60%

80%

100%

Carbone Petrolio Gas naturale Rinnovabili Altri (combustibili non fossili)

Che tipo di fonte energetica utilizziamo?

Quota di energia primaria mondiale Lucca

Ancona Cosenza Alessandria Livorno Benevento Napoli Torino Vercelli Firenze Pistoia Aosta Catanzaro Arezzo Grosseto Siena Pescara Perugia Reggio Calabria Terni Teramo Viterbo Roma Palermo Caltanissetta Messina Siracusa Trapani Catania Sassari Cagliari

26,3 26,3 26,3 26,2 26,2 26,2 26,2 26,0 26,0 25,9 25,8 25,5 25,4 25,3 25,2 24,8 24,7 24,3 24,2 24,1 24,0 23,9 23,6 23,1 22,9 21,8 19,6 19,3 19,0 18,6 18,5 43

43 43 47 47 47 47 51 51 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74

L’azienda è stata fondata da tre soci, i fratelli Danilo e Ro- berto Gabbioni, e da Vania Ca- stelnuovo, moglie di Danilo, con cui oggi lavora anche sua fi- glia Micol e dal 1986 è attiva nel settore della trasformazione della lamiera come partner glo- bale per le industrie manifattu- riere.

Per elettricità e gas tuttavia l’azienda agisce sulla riduzione dei consumi attraverso investi- menti tecnologici d’avanguar- dia inseriti in azienda un paio di anni fa, che hanno permesso di decimare il consumo di energia e di essere più performanti nei consumi di gas e azoto.

«Sull’energia per noi la voce in bilancio ha un impatto infe- riore di quello della materia pri- ma, che ci sta preoccupando pa- recchio. Compriamo acciaio di ogni genere – afferma Gabbioni - e i rincari sembrano non avere fine. Stiamo vivendo un 2021 si- stemato su due poli opposti:

uno molto positivo per ordini e produzioni e uno molto negati- vo per quanto sia complicato fa- re impresa. Le materie prime non ci lasciano in pace e i mer- cati in questa situazione osano chiedere sconti. Certo anche noi chiediamo ai nostri clienti aumenti per scaricare i rincari – aggiunge – ma alla fine ci porta- no sempre via marginalità e, in definitiva, non accettando le nostre richieste. Quando, ven- t’anni fa, c’era molto lavoro si tornava a casa la sera stanchi e soddisfatti. Ciò vale anche oggi, ma si torna a casa con la testa piena di pensieri». M. Del.

L’azienda/1

La Italgard di Inverigo ha scelto

di affidarsi

al Consorzio Adda Energia

«Da tempo abbiamo semplificato affidando la ge- stione delle forniture elettriche al Consorzio Adda Energia, un scelta risolutiva sia sul fronte organizzativo che su quello dei prezzi, che così spuntiamo in modo vantaggioso. Già in azien- da mi devo occupare di gestire coi clienti gli effetti dei folli rin- cari che subisco sui prezzi delle materie prime, almeno su quel- li dell’energia, mi tolgo il pen- siero e delego, peraltro con grande soddisfazione di risulta- to». Lo afferma Danilo Gabbio- ni, proprietario della Italgard di Erba, aggiungendo che la scelta di affidarsi ai contratti negozia- ti dal consorzio si basa anche su

«un fatto di competenza: noi sappiamo stampare e fare car- penteria, possiamo seguire gli andamenti dei prezzi di lamiere e altre materie prime, ma in un mercato così affollato di forni- tori di energia, se si sbaglia il fornitore o il trader va male e chiude si rischia di doversi fer- mare. Nel consorzio di Api Lec- co e Sondrio abbiamo trovato una struttura competente che ci propone partner di fornitura affidabili».

Col contratto a prezzo fisso siglato attraverso il consorzio, nel 2021 il prezzo dell’energia è stato di 161 euro/KWh, 8 euro in meno rispetto al 2020. Quindi per Italgard quest’anno non ci sono stati rincari né maggiori oneri. Invece per il gas, che l’azienda utilizza per il taglio la- ser, i rincari si sono sentiti.

Con 100 dipendenti fra la se- de di Sant’Isodoro di Inverigo (60 addetti) e una fabbrica in Bulgaria, la produzione di Ital- gard venduta in quasi tutto il mondo è suddivisa fra lo stam- paggio di lamiera, la carpente- ria di precisione e i gruppi di continuità, per un mercato al 35% estero e per il resto

Una produzione destinata per il 35% del fatturato a clien- ti esteri e per il resto ad azien- de multinazionali presenti in Italia.

Danilo Gabbioni

mo il gas solo per i riscalda- mento, quindi il suo impatto è limitato, ma è altrettanto vero che se va avanti così paghere- mo 50mila euro in più l’anno solo per il gas». Se da un lato per Ima in gas ha poco impatto, dall’altro si aggiungono gli au- menti indotti, visto che per al- tre aziende, come quelle che fanno trattamenti termici, l’incidenza dei costi del gas è determinante: «Infatti – ag- giunge Redaelli – stiamo già ri- cevendo richieste di aumento dai nostri fornitori di tratta- menti termici e trattamenti superficiali», così come Ima dunque deve fare coi propri clienti per scaricare in parte a valle della catena commerciale i costi dell’elettricità, chieden- do adeguamenti sui prezzi dei prodotti «ma con l’impegno – aggiunge Redaelli – a tornare indietro nel caso i costi del- l’energia tornassero a livelli più normali». Una decisione obbligata ma tutt’altro che fa- cile, ci dice Redaelli, per il qua- le «non è così scontato che i clienti siano comprensivi. No- nostante siano noti i rincari spropositati che tutti stanno subendo ci sono situazioni in cui i contratti firmati, ad esem- pio nell’automotive, non pre- vedono adeguamenti nei prez- zi. Su altri contratti, struttura- ti in modo da consentire la ri- definizione dei prezzi, si può intervenire. Ora ciò che temia- mo di più sono i rischi di black out, di cui si sta parlando in ri- ferimento alla prima parte del 2022». M. Del.

L’azienda/2 Alla Ima di Arosio la voce energia elettrica è arrivata a pesare il 3% del fatturato

«Stando ai costi di og- gi, nel 2022 per la nostra azien- da ci sarà un impatto sulle bol- lette elettriche e del gas che sti- miamo intorno al 3% del fattu- rato. Per l’energia in azienda ci siamo ritrovati con costi oggi almeno triplicati, perciò do- vremo scrivere ai nostri clienti per chiedere adeguamenti sui prezzi dei prodotti che vendia- mo», afferma Luca Redaelli, ad della Ima di Arosio, società della famiglia Bertelé e di cui anche Redaelli è socio.

Nata nel 1973 da attività av- viate negli anni Cinquanta dal fondatore, Corrado Bertelé, nel tempo l’azienda specializ- zata in lavorazioni metalliche per l’industria si è sviluppata attraverso importanti part- nership, controllo di attività all’estero e joint venture inter- nazionali.

Oggi Ima ha due fabbriche, una in Italia con 95 dipenden- ti, specializzata sulla lamiera, e una in Romania con 125 addet- ti e più concentrata sulla lavo- razione del tubo.

Con 20 milioni circa di fat- turato realizzato in Italia e cir- ca 10 milioni in Romania, l’azienda serve soprattutto il settore automotive (60-70%), seguito dalle costruzioni e in misura minore da settori vari per una produzione che viene esportata all’80%.

«Siamo preoccupati per i rincari dell’elettricità sul pros- simo anno – afferma Redaelli -.

Durante il 2021 i nostri consu- mi, comunque non altissimi, sono stati simili a quelli del 2020 salvo in questi ultimi due mesi a cui abbiamo avuto un’impennata estrema di co- sti. Siamo passati da un valore approssimativo di inizio anno che era intorno ai 60 euro Mwh ai 278 euro di inizio dicembre, quindi oltre quattro volte in più per quanto riguarda la par- te di puro costo dell’energia in bolletta. Circa il gas, siamo passati dai 16 euro /Mwh di ini- zio anno a 98 euro di oggi. Usia-

La delega all’esterno Aiuta un contratto con una tariffa fissa

«Costi triplicati E incubo blackout a inizio del 2022»

Luca Redaelli

La scheda/2

Dalle rinnovabili il 41% del fabbisogno

Il 2020 ha mostrato nuovi record di potenza elettrica rinnovabile installata nel mondo, pari all’83%

della crescita dell’intero settore elettrico. In Italia, nello stesso anno, il 37,6% dei consumi elettrici, ovvero il 41,7% della produzione nazionale netta, è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, contro il 35%

del 2019, secondo l’ultimo report

“Greenitaly 2021” di Unioncamere e fondazione Symbola.

Tuttavia la potenza installata è ancora distante dai target di neu- tralità climatica previsti dall’Unio- ne europea per il 2030. A fine 2020 risultano in esercizio in Italia circa 950.000 impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnova- bili, per una potenza complessiva

di oltre 56 GW. Di questi impianti, quasi 936.000 sono fotovoltaici, circa 5.700 eolici, mentre i restanti sono alimentati dalle altre fonti come idraulica, geotermica, bioe- nergie.

Ma per raggiungere gli obiettivi del 2030 dovremo installare circa 70 GW di rinnovabili nei prossimi 10 anni, il che significa installare 7 GW all’anno, ma l’anno scorso siamo rimasti a 0,9 GW. E le sei aste del Gestore servizi energetici, definite dal DM 4 luglio 2019 proprio per incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnova- bili, sono andate semideserte totalizzando offerte per appena 3.127 MW rispetto ai 5.660 MW previsti, poco più del 50%.

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