Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza
Cenni su interazione e rivelazione della radiazione nucleare
Lezione 14
Interazione della radiazione con la materia
• Finora abbiamo supposto di essere in grado di misurare gli oggetti di cui stiamo parlando:
– particelle α,
– elettroni e positroni nel decadimento β
– γ prodotti da transizioni nucleari, annichilazioni di e+e-, cattura neutronica
• Abbiamo anche visto che, in alcuni casi, possiamo rivelare particelle tramite interazioni che producono particelle visibili:
– n attraverso il rinculo nucleare (Chadwick)
– ν attraverso il decadimento β inverso (Reines e Cowen)
• In generale tutti i processi di rivelazione si basano su
– interazioni di una particella, in cui parte dell’energia della particelle viene trasferita ad un materiale.
– alla fine questa energia si trasformerà in calore (come abbiamo visto in fusione e fissione)
– la rivelazione sfrutta un fenomeno transiente prima che avvenga la termalizzazione.
Interazione della radiazione con la materia
• Il processo principale è l’interazione di particelle cariche con gli elettroni del materiale attraversato:
– perdita di energia di particelle “veloci”
• ionizzazione specifica
• range e picco di Bragg
– per particelle ultra-relativistiche (γ>104) entra in gioco la perdita di energia per radiazione
• dovuta all’accelerazione che la particelle sente nel materiale
• quantità caratteristica: lunghezza di interazione X0
• Per particelle neutre si sfrutta il trasferimento di energia a particelle cariche:
– abbiamo già parlato ampiamente di diffusione elastica per n – interazione di fotoni con la materia:
• effetto fotoelettrico, effetto Compton, produzione di coppie
• Ad alte energie possono prodursi fenomeni di grande estensione:
– conversione energia cinetica →massa – produzione di sciami di particelle
Rivelazione della radiazione
• Osservazione di un segnale prodotto dal deposito di energia di particelle cariche:
– sia particelle primarie, che “entrano nel rivelatore”
– sia particelle secondarie, prodotte dalle interazioni con il rivelatore.
• Esiste una notevole varietà di tecniche:
– esempi che tratteremo
• rivelatori a gas ed a semiconduttore
• rivelatori di fotoni ottici
– altri rivelatori discussi nella presentazione di argomenti specifici.
• Apparati per esperimenti di alte energie
• Ci sono eccezioni a queste linee generali che non tratteremo.
• Corsi specifici (laurea magistrale, mutuabili nella triennale):
– Interazione e Rivelazione della Radiazione Nucleare (Leoni) – I semestre – Rivelatori di particelle (Carminati, Neri) – II semestre
– vari laboratori di fisica nucleare e subnucleare
Perdita di energia per collisione
• La perdita di energia da parte di una particella carica è dominata dall’interazione con gli elettroni del mezzo.
• Passaggio di una particella carica:
– veloce: elettrone fermo durante l’interazione – pesante: non viene deviata apprezzabilmente)
• Un elettrone a distanza b dalla particella:
– sente il campo elettrico della particelle – nel tempo di interazione riceve un impulso:
– l’impulso totale è trasverso:
• componenti lungo l’asse z si cancellano
• Dopo l’interazione l’elettrone ha un energia:
– Fornita dalla particella in movimento
ΔP =
∫
F dt =∫
(−e)E dtb
T = ΔP2 2me
Perdita di energia per collisione
• Per calcolare il momento trasferito è comodo mettersi nel sistema di riferimento di quiete della particella:
• Siccome le componenti trasverse non contano:
• Moltiplicando entrambi i membri per 2πb:
• L’energia trasferita all’elettrone è quindi:
• Possiamo chiarire meglio l’approssimazione di particella veloce e pesante:
– Nell’urto la particella subisce una perdita di energia ΔE – ed una deviazione Δθ=ΔP/P=ΔP/Mβc
– I risultati sono validi se e
b
ΔP =
∫
(−e)E dtΔP =
∫
(−e)E⊥ dt = e E∫
⊥ dzdt dz = ev∫
E⊥ dz2π bΔP = e
v
∫
E⊥dz bdφ = evΦ E( )
= ev εze0
ΔP = ze2 2πε0
1
vb = 2αz !c
vb = 2αz ! βb
ΔE = ΔP2
2me = 2z2α2 !
2
meβ2b2
ΔP
P = ze2 2πε
1
Mv2b = ze2 4πε b
1
1Mv2 << 1 ΔE << 12Mv2
Carica della particella
Perdita di energia per collisione
• L’energia trasferita ad un elettrone ad una distanza b:
• Percorrendo uno spazio dx, la particella
incontra un numero di elettroni a distanza b:
– ne è la densità di elettroni
• La perdita di energia per unità di lunghezza è data dall’integrale sui parametri di impatto:
• Il punto critico sono gli estremi di integrazione bmin e bmax
• corrispondono alle energie trasferite Emax e Emin:
– diversi testi usano diverse approssimazione/stime di tali parametri di impatto ed energie.
ΔE = 2z2α2 !
2
meβ2b2
2πb db dx ne ne = Z NA
A ρ
dE
dx = 2πb db ne2z2α2 !
2
meβ2b2
bmin bmax
∫
= 4πz2α2!2ne
meβ2 db 1
bmin b
bmax
∫
= 4πz2α2!2 meβ2
ZNAρ
A ln bmax bmin
Emax = 2z2α2 !
2
meβ2bmin2 , Emin = 2z
2α2 !
2
meβ2bmax2
dE
dx = 4πre2mec2 β2
z2ZNAρ A
1
2lnEmax Emin
re =α ! mec
raggio classico dell’elettrone
Perdita di energia per collisione
• Un’interpretazione naïve:
– Emax = Tmax,massima energia trasferibile in un urto con un elettrone
– Emin, energia media di eccitazione degli elettroni più esterni
• Calcolo completo di Bethe-Bloch:
– Non dipende dalla massa della particella incidente, ma solo da γβ
– A bassi momenti scala come 1/β2 – Un minimo per γβ~3
– Risalita relativistica: ~lnγ
– con saturazione dovuta alla polarizzazione del mezzo:
• δ = effetto densità
dE
dx = 4πre2mec2 z2ZNAρ A
1 β2
1
2ln Emax Emin Emax = Tmax = 2γ2β2mec2
1+ 2γme / M + (me / M )2 Emin = I
dE
dx = 4πre2mec2 z
2ZNAρ A
1 β2
1
2ln2γ2β2mec2Tmax
I 2 −β2−δ(γβ) 2
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥
Perdita di energia per collisione
• Consideriamo il prefattore:
– costanti:
– il materiale entra con
– Il grosso della dipendenza dal materiale viene dalla densità
• Conviene definire lo spessore in termini di densità superficiale xρ
– Unità di misura: MeV/(g/cm2) – Poco dipendente dal materiale:
– al minimo (per particelle di carica unitaria) dE
dx = 4πre2mec2 z
2ZNAρ A
1 β2
1
2ln2γ2β2mec2Tmax
I 2 −β2−δ(γβ) 2
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥
4πre2mec2NA = 4π(2.818 ×10−13cm)20.511 MeV 6.022 ×1023mol−1 = 0.307 MeV ⋅ cm2mol−1 Z
A ~ 0.5mol / g
dE
d(xρ) = 4πre2mec2NA Z A
z2 β2
1
2ln2γ2β2mec2Tmax
I2 −β2 −δ(γβ) 2
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥
4πre2mec2NA Z
A ≈ 0.15 MeV g / cm2 dE
d(xρ) ≈ 1.5 MeV g / cm2
Fluttuazioni della perdita di energia
• Il processo di interazione con gli elettroni è un processo statistico.
• Deviazione angolare: scattering multiplo
– Nel singolo urto Δθ=ΔP/P
– Siccome gli elettroni sono distribuiti in tutte le direzioni ⟨Δθ⟩=0, ma con una varianza ⟨Δθ2⟩>0
– L’effetto cumulativo su tanti urti è una deflessione con una deviazione standard:
• Lunghezza di radiazione X0 verrà definita tra poche slide
• Perdita di energia
– Il processo contiene:
• molte collisioni a piccolo ΔE
• poche collisioni con grande ΔE
– queste ultime inducono fluttuazioni nella perdita di energia.
– Teorizzate da Landau e Vavilov θrms ≈13.6 MeV
βpc z L X0
Δ = Energia persa nello spessore x
Distribuzione di dE/dx=Δ/x per diversi x
⟨dE/dx⟩ è indipendente dallo spessore.
Range e picco di Bragg
• Abbiamo detto che la perdita di energia per ionizzazione è funzione solo della velocità della particella (e del materiale)
• Possiamo invertire la formula e scrivere
• Inoltre, dal momento che
• Possiamo pertanto calcolare la distanza percorsa da una particella prima di fermarsi (range)
• Arriviamo al risultato
• f(β)~1/β2 molta energia depositata a fine range
−dE
dx = z2f β( )
dx = − dE z2f ( )β
R(γβ) =
∫
0Rdx = −zm2 E f ( )1β dγm
∫
1R E( ) = m
z2 F E m, Z
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
E = mγ → dE = mdγ
Picco di Bragg
Perdita di energia per radiazione
• Anche se ricavata per particelle “pesanti”, la formula di Bethe- Bloch funziona ragionevolmente anche per elettroni.
• Ci sono però alcune differenze:
– Nell’urto è possibile trasferire una grande frazione dell’energia ad altri elettroni
– Ci possono essere grandi accelerazioni nello scattering su nuclei – ...particelle cariche accelerate emettono radiazione
– Bremsstrahlung: radiazione di frenamento
• Fenomenologicamente si osserva che l’emissione di energia è proporzionale all’energia stessa:
• Il coefficiente di proporzionalità X0
prende il nome di lunghezza di radiazione
• È il processo usato nei tubi a raggi X
γ
Ze
γ
γ γ
e
γ
dE dx = E
X0
• Opera in competizione con la perdita di energia per collisione:
– Perdita di energia per collisioni:
• ~indipendente dal materiale
• varia come lnE
– Perdita di energia per bremsstrahlung
• dipendenza ~Z
• aumento con E
– Per E<Ec prevale collosione – Per E>Ec prevale radiazone
Lunghezza di radiazione
• La lunghezza di radiazione si può esprimere come:
• Entra in numerosi altri processi elettromagnetici
– scattering multiplo – produzione di coppie
• Energia critica:
– Energia per cui Xo = 716.4A
Z Z +1( )ln 287 /⎡⎣ Z ⎤⎦
g cm2
Irraggiamento
su nucleo ~Z2 Irraggiamento su elettroni ~Z
dE
dx = − dE
dx coll − E X0
dE
dx coll = E X0
Ec = X0 dE dx coll
Perdita di energia di particelle cariche
– importanti interazioni (legami) atomiche – dipendenza da 1/β
2– risalita relativistica compensata da effetti polarizzatori (δ)
– regione dominata da radiazione di fotoni (Bremsstrahlung)
Interazioni di fotoni
• L’interazione dei fotoni con la materia provoca sostanzialmente 3 tipi di fenomeni
– Effetto fotoelettrico
• estrazione di elettroni legati – Diffusione da parte degli elettroni
• nell’ipotesi che gli elettroni siano considerati liberi – Produzione di coppie elettrone-positrone
• Sono 3 processi molto complessi e molto diversi tra di loro
• L’importanza relativa dei 3 processi dipende sostanzialmente da
– l’energia del fotone
– numero atomico del materiale assorbitore
• Anche nel caso dei fotoni si ha una legge di assorbimento di tipo esponenziale
N x( ) = Noexp −[ µx]
µ = ρ
ANAσ = ρ
ANA
(
σp.e. +σCompton +σCoppie)
Effetto fotoelettrico
• In questo processo il fotone riesce a trasferire all’elettrone atomico una quantità di energia sufficiente a ionizzarlo
– ovviamente questo processo ha una soglia – l’energia di legame degli elettroni in un
atomo complesso ha diversi valori discreti legati alla struttura a shell:
• ci sono più soglie
• Il processo è possibile solo se l’energia del fotone è maggiore dell’ene
rgia della shell
• L’elettrone emesso ha un’energia
sezione d’urto (barn)
100 101 102 103 104
104 105 106 107 108
Eγ (eV)
Piombo
I
KI
LI
MI
NE
Eγ > IK,L…
Te = Eγ − IX
σ ∼ Z5 Eγ3.5
Scattering Compton
• Diffusione da elettroni liberi
• Nel sistema di riferimento in cui l’elettrone è in quiete:
•
e l’energia E del fotone uscente è collegata all’angolo di emissione θ dalla relazione:
• è la sezione d’urto non polarizzata
• Polarizzazione lineare:
• φ angolo azimutale tra direzione di
scattering e polarizzazione del fotone.
• Polarizzazione circolare
• ξ=±1 elicità del fotone
• ζ=vettore di spin dell’elettrone (ζ2=1) dσ
dΩ = 1
2re2 E E0
"
#$$ %
&
''
2
Φ0 + Φ1+ Φ2
( )
re = e2 4πε0
1
mec2 = 2.8 fm
( )( )
0 0
1
1 / e 1 cos
E
E = + E m − θ
0 2 0
0
E sin E
E E θ
Φ = + −
2
1 sin θ cos 2φ Φ = −
Φ2 = −ξ1− cosθ me
ζ⋅
k cosθ + !
(
k)
e
E0,
(
k)
= E(
0,0,0, E0)
e
E, k!
( )
=E, E sinθcosφ, E sinθsinφ, E cosθ
( )
E0 + me − E, k −
k!
( )
me,
(
0)
γ
γ
Produzione di coppie
• Conversione dell’energia di un fotone in coppia elettrone-positrone
• Interazione γ-nucleo, o γ-e
(per conservare energia –momento)
• Esiste un energia di soglia:
– su nucleo:
– su elettrone:
• Al di sopra della soglia la sezione d’urto rapidamente satura ad un valore costante.
• Coefficiente di assorbimento dato da X0:
γ
Ze
γ
γ γ
e e
s > 2mec2 + m(A, Z )c2 s > 3mec2
µCoppie = 7 9
1 X0
Interazioni di fotoni
• Effetto fotoelettrico: ∝Z
5/E
7/2• Effetto Compton ∝Z/E
• Produzione di coppie: su nucleo ∝ Z
2su elettroni ∝ Z
Sciami elettromagnetici
• Un elettrone di “alta” energia perde energia
principalmente per bremsstrahlung fin tanto che:
– I fotoni prodotti possono convertirsi in coppie
– E gli elettroni/positroni prodotti irraggiano fotoni – Che possono convertirsi in coppie
– E gli elettroni/positroni prodotti irraggiano fotoni – …
Si produce uno “sciame” di particelle
dE
dx
collisione< E
X
0Sciami adronici
• La sezione d’urto per interazioni nucleari ad alta energia è proporzionale all’area del nucleo:
• Il cammino libero per interazioni nucleari sarà:
e prende il nome di lunghezza di interazione.
• Approssimativamente:
– Ad ogni interazione possono venire prodotti adroni – I quali a loro volta possono interagire
– …
Sciami adronici!
3 / 1
cm
-2g
35 A
I
≈
λ
V
N∝ A ⇒ r
N∝ A
1/3⇒ σ
N≈ π r
N2∝ A
2/3λ
I= 1 n σ
N=
A
ρ N
Aσ
N∝ 1 ρ
"
# $ %
&
' A
1/3Modello di Heitler degli sciami
• Sebbene adroni ed elettroni abbiano comportamenti diversi, possiamo stabilire un meccanismo generico per i processi di interazione tramite urti anelastici, da alcune semplici ipotesi:
– una particella percorre una lunghezza λ tra un’interazione e l’altra;
– ad ogni interazione vengono prodotte:
• m particelle,
• con momento trasverso tipico pT;
– le particelle prodotte interagiscono a loro volta fino a quando l’energia non si è degradata sotto una certa energia critica Ec. – a quel punto vengono semplicemente assorbite,
in una distanza tipica Ec /(dE/dx)coll
λ
Modello di Heitler degli sciami
• Se iniziamo lo sciame con una particella di energia E, abbiamo come conseguenza:
– il numero totale di secondari prodotti sarà
– questo numero sarà raggiunto dopo un numero di lunghezze di interazione
– risultando in una lunghezza dello sciame:
– tra l’interazione i-esima la i+1-esima, i prodotti di interazione si allargano di
– risultando in una dimensione trasversale dello sciame al suo massimo
E
cE N = /
E m n E
m N
c
n ⇒ = ln /ln
=
dx dE
E E
E
L m c
c + −
= ln
ln λ
T i i
T
i m
E p E
R p λ
λ =
=
Lunghezza aumenta
logaritimicamente con l’energia
c T n
n T i
T i
E p m
m m m
E m p
E
R λp λ λ
1 1 1
1 1
max ≈ −
−
= −
=
∑
−=
Sciami elettromagnetici
• Negli sciami elettromagnetici, i processi dominanti sono:
– produzione di coppie per fotoni
– emissione di fotoni di bremsstrahlung per elettroni
• Entrambi i processi hanno:
– lunghezza tipica la lunghezza di radiazione X0 – molteplicità bassa: 1→2
– il momento trasverso viene prodotto dallo scattering multiplo degli elettroni ed è legato alla quantità
che compare nella teoria di questo fenomeno.
– l’energia critica è data dal punto in cui la perdita di energia per ionizzazione è pari a quella per bremsstrahlung
• Fenomenologicamente per e e γ di alta energia, le dimensioni dello sciame sono:
– Longitudinale – Trasversale
ES = 4π α mec2 = 21 MeV
Ec = X0 dE
dx collisioni
14 /
lnE Ec +
2ρM ρM = X0 ES
Ec, raggio di Moliere
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
Esempi di sciami
Rivelatori di particelle
Rivelatori di particelle
L’energia rilasciata in un materiale può indurre diversi effetti utilizzabili per la rivelazione della radiazione:
– reazioni chimiche – ionizzazione:
• centri di transizioni di fase liquido ↔︎ gassosa
• se viene applicato un campo elettrico si può osservare una corrente dovuta al modo nella cariche:
– I=Nelettrone-ione × e × (vione-ve)
– transizione a stati atomici eccitati
• luce di scintillazione
...e molti altri
Scoperta del π Lattes, Occhialini e Powell 1947
Scoperta di e+ Anderson, 1932
Rivelatori a gas: ionizzazione
• La misura della ionizzazione in un gas è una delle tecniche di rivelazione più diffuse.
• Il numero medio di coppie elettrone-ione prodotto sarà dato Epersa/Wionizzazione
• Siccome non tutta l’energia viene persa in ionizzazione, l’energia per produrre una coppia sarà maggiore del potenziale di ionizzazione degli atomi del gas.
• Tipicamente il numero di coppie elettrone-ione è dell’ordine di 100/cm:
– bisogna di amplificare di un fattore 103-105 per avere un segnale osservabile!
Rivelatori a gas: amplificazione
• La carica generata in un volume di gas viene raccolta su elettrodi costituiti da fili sottili, per sfruttare il campo elettrico:
– E~1/r
• Ad alto campo elettrico gli elettroni possono acquistare energia cinetica sufficientemente grande da ionizzare a loro volta altri atomi.
– tempo medio tra due collisioni elettrone atomo:
– energia acquistata:
• Multi Wire Proportional Chamber:
– serie di fili equispaziati (passo tipico 2-6 mm)
– la ionizzazione prodotta dal passaggio di una particelle carica viene raccolta dal filo più vicino;
– misura della coordinate del punto di passaggio nel piano perpendicolare alla direzione dei fili
Georges Charpak Nobel 1992
τ =λ/ v = 1 natomiσ v
me v ∝ eEτ ⇒ Te = 12me v 2∝ eEλ
Rivelatori a semiconduttore
• Invece di ionizzazione vera e propria
passaggio da banda di valenza a conduzione.
• Esempio: Silicio
– E di eccitazione 3.6 eV – ρ=2.3 g/cm3
– dE/dx = 1.7 MeV⋅cm2/g × 2.3 g/cm3 =3.9 MeV/cm
– 106 di eccitazioni/cm
– Bastano 100 µm di silicio per dare un segnale misurabile
Scintillatori
• Osservano i fotoni prodotti dalle diseccitazioni atomiche o ricombinazione degli ioni.
• Scintillatori organici/plastici:
– osservazione di particelle cariche
• Cristalli con materiali ad alto Z:
– alta sezione d’urto per osservazione di fotoni energetici (NaI tipico da laboratorio)
• Fotomoltiplicatore:
– conversione fotone ottico→elettrone per effetto fotoelettrico
– moltiplicazione del numero di elettroni