FORME REALI
§1 Sistemi di Chevalley
Sia g un’algebra di Lie semisemplice complessa, h una sua sottoalgebra di Cartan e R il sistema di radici di g rispetto ad h.
Per ogni α ∈ R indichiamo con H α l’elemento di h R per cui β(H α ) = (β|α ∨ ), cio`e [H α , X] = (β|α ∨ )X se X ∈ g β . Fissiamo poi X ±α ∈ g ±α in modo che siano verificate le :
(1.1) [X α , X −α ] = −H α , [H α , X α ] = 2X α , [H α , X −α ] = −2X −α . Osserviamo che, se g = sl(2, C), R = {±α}, allora le
X α =
0 1 0 0
, X −α = 0 0
−1 0
, H α = 1 0
0 −1
. soddisfano le relazioni (1.1).
Definiamo i coefficienti N α,β mediante :
(1.2)
[X α , X β ] = N α,β X α+β se α, β, α + β ∈ R
N α,β = 0 se α, β ∈ R , β 6= −α e α + β / ∈ R . Chiaramente abbiamo N α,β = −N β,α per l’antisimmetria delle parentesi di Lie.
Vale inoltre :
Lemma 1.1 Se α, β, γ ∈ R e α + β + γ = 0, allora :
(1.3) N α,β
kγk 2 = N β,γ
kαk 2 = N γ,α
kβk 2 .
Dim. Scriviamo l’identit` a di Jacobi per i vettori X α , X β , X γ . Abbiamo : [[X α , X β ], X γ ] = N α,β H γ
= [[X α , X γ ], X β ] + [X α , [X β , X γ ]]
= −N γ,α H β − N β,γ H α .
Osserviamo ora che l’applicazione η − → kηk 2 H η si estende a un’applicazione li- neare di h ∗ su h. Quindi kγk 2 H γ = −kαk 2 H α − kβk 2 H β . Inoltre, H α e H β sono linearmente indipendenti. Da questo segue la (1.3).
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Lemma 1.2 Se α, β, α +β ∈ R e β −qα, . . . , β +pα `e l’α-stringa di α per β, allora :
(1.4) kα + βk 2
kβk 2 = q + 1 p .
Dim. Consideriamo i vari casi possibili. Abbiamo (β|α ∨ ) ∈ {0, −1, −2, −3}.
Se (β|α ∨ ) = 0, allora p = q. Poich´e p + q ≤ 3, abbiamo p = q = 1. Poich´e kβ + αk 2 > kβk 2 , la condizione che (α + β|β ∨ ) = 2 ci dice che kβ + αk 2 = 2kβk 2 , dimostrando la validit` a di (1.4) in questo caso.
Quando (β|α ∨ ) = −1, abbiamo kkβk 2 = kαk 2 se (α|β ∨ ) = k ∈ {−1, −2, −3}.
Allora :
kα + βk 2 = kkβk 2 + kβk 2 + 2(α|β) = kβk 2
perch´e 2(α|β) = −kkβk 2 . Poich´e q − p = −1, abbiamo p = q + 1 e ne deduciamo la (1.4).
Se (β|α ∨ ) = −2, allora kβk 2 = 2kαk e (α|β ∨ ) = −1. Quindi : kα + βk 2 = kαk 2 + kβk 2 + kβk 2 (α|β ∨ ) = 1
2 kβk 2 . Poich´e q − p = −2 e q = 0, otteniamo anche in questo caso la (1.4).
Consideriamo ora l’ultimo caso, in cui (β|α ∨ ) = −3. Abbiamo allora kβk 2 = 3kαk 2 e (α|β ∨ ) = −1. Quindi :
kα + βk 2 = kαk 2 + kβk 2 + kβk 2 (α|β ∨ ) = 1 3 kβk 2 .
Poich´e q − p = −3 e q = 0, otteniamo la (1.4).
Lemma 1.3 Siano α, β ∈ R e sia β − qα, . . . , β, . . . , β + pα, con p, q interi non negativi, la α-stringa per β in R. Allora :
κ g (X α , X −α ) = − 1
2 κ g (H α , H α ) (i)
N α,β N −α,α+β = −p(q + 1) (ii)
N α,β N −α,−β = (q + 1) 2 . (iii)
Dim. Abbiamo :
2κ g (X α , X −α ) = κ g ([H α , X α ], X −α ) = κ g (H α , [X α , X −α ]) = −κ g (H α , H α ) , da cui (i).
Consideriamo il sottospazio vettoriale V = P
h∈Z g β+hα = P p
h=−q g β+hα di g. La restrizione a V dell’endomorfismo T = ad(H α ) ha traccia nulla. Poich´e T (X β+hα ) = [H α , X β+hα ] = ((β|α ∨ ) + 2h) X β+hα otteniamo che :
(p + q + 1)(β|α ∨ ) + p(p + 1) − q(q + 1) = 0 =⇒ (β|α ∨ ) = q − p .
Abbiamo poi :
[X −α , [X α , X β ]] = N −α,α+β N α,β X β
= [H α , X β ] + [X α , [X −α , X β ]]
= (β|α ∨ ) X β + N α,−α+β N −α,β X β
Dimostriamo la (ii) per induzione su q. Quando q = 0, β − α / ∈ R e quindi N −α,β = 0, (β|α ∨ ) = −p = −p(0 + 1) ci danno la (ii). Altrimenti, se β − α ∈ R osserviamo che la α-stringa per β − α `e (β − α) − (q − 1)α, . . . , (β − α) + (p + 1)α e quindi, supponendo per ricorrenza che la (ii) valga per α e (β − α), abbiamo :
N −α,α+β N α,β = (q − p) − (p + 1)q = −p(q + 1) . Per le (1.3) e la (1.4) abbiamo :
N −α,−β = N α+β,−α kα + βk 2
kβk 2 = −N −α,α+β q + 1 p . Quindi, utilizzando anche (i) :
N α,β N −α,−β = −N α,β N −α,α+β q + 1
p = p(q + 1) q + 1
p = (q + 1) 2 .
La dimostrazione `e completa.
Si dice Sistema di Chevalley di (g, h) una famiglia (X α ) α∈R tale che : X α ∈ g α ∀α ∈ R
(I)
[X α , X −α ] = −H α ∀α ∈ R (II)
∃Θ ∈ Aut C (g) con Θ(H) = −H ∀H ∈ h , Θ(X α ) = X −α ∀α ∈ R . (III)
Teorema 1.4 Esistono sistemi di Chevalley di (g, h) .
Dim. Dalla costruzione di algebre di Lie complesse associate a un sistema di radici ridotto ricaviamo il seguente fatto :
Siano B, B ′ due basi di R. Per ogni α ∈ B sia X α un elemento non nullo di g α e per ogni α ′ ∈ B ′ sia Y α′ un elemento non nullo di g α′. Allora esiste uno ed un solo automorfismo Φ di g tale che Φ(h) = h e Φ({X α | α ∈ B}) = {Y α′| α ′ ∈ B ′ } . Fissiamo quindi un sistema di vettori non nulli (Y α ) α∈R per cui sia soddisfatte le (I), (II). Sia Θ ∈ Aut C (g) tale che Θ(Y α ) = Y −α per ogni α ∈ B. Necessariamente avremo anche Θ(Y −α ) = Y α e quindi Θ `e un’involuzione. Per ogni α ∈ R avremo Θ(Y α ) = t α Y −α con t α ∈ C ∗ e t α t −α = 1 perch´e Θ `e un’involuzione. Scegliamo per ogni α ∈ R un elemento u α ∈ C ∗ con u 2 α = t α e u −α = u −1 α . Allora X α = u α Y α `e
. Allora esiste uno ed un solo automorfismo Φ di g tale che Φ(h) = h e Φ({X α | α ∈ B}) = {Y α′| α ′ ∈ B ′ } . Fissiamo quindi un sistema di vettori non nulli (Y α ) α∈R per cui sia soddisfatte le (I), (II). Sia Θ ∈ Aut C (g) tale che Θ(Y α ) = Y −α per ogni α ∈ B. Necessariamente avremo anche Θ(Y −α ) = Y α e quindi Θ `e un’involuzione. Per ogni α ∈ R avremo Θ(Y α ) = t α Y −α con t α ∈ C ∗ e t α t −α = 1 perch´e Θ `e un’involuzione. Scegliamo per ogni α ∈ R un elemento u α ∈ C ∗ con u 2 α = t α e u −α = u −1 α . Allora X α = u α Y α `e
un sistema di Chevalley per (g, h).
Proposizione 1.5 Se (X α ) α∈R `e un sistema di Chevalley per (g, h), se α, β ∈ R sono linerarmente indipendenti e β − qα, . . . , β + pα `e l’α-stringa di α per β, allora :
(1.5) N α,β = N −α,−β = ±(q + 1) .
Dim. Abbiamo infatti
N −α,−β X −α,−β = [X −α , X −β ] = [Θ(X α ), Θ(X β )]
= Θ([X α ), X β ]) = N α,β X −α,−β
da cui N α,β = N −α,−β . Poich´e N α,β N −α,−β = (q + 1) 2 , otteniamo la tesi.
§2 Forma compatta e forma split
Sia g un’algebra di Lie semisemplice complessa, h una sua sottoalgebra di Cartan e (X α ) α∈R un sistema di Chevalley di (g, h).
Proposizione 2.1 I due sottospazi reali di g : g R = h R ⊕ X
α∈R
R X α (2.1)
u = ih R ⊕ X
α∈R
(R(X α + X −α ) + iR(X α − X −α )) (2.2)
sono sottoalgebre di Lie reali semisemplici di g. Abbiamo g = C ⊗ R g R e g = C ⊗ R u.
La restrizione a g R e a u della forma di Killing κ g `e a valori reali ed `e la forma di Killing di g R e di u rispettivamente, ed `e definito negativo su u. Se τ `e il coniugio definito su g dalla forma reale u, se cio`e τ (X + iY ) = X − iY per ogni X, Y ∈ u, la forma Hermitiana :
(2.3) g × g ∋ (X, Y ) − → −κ g (X, τ (Y )) ∈ C
`e un prodotto scalare Hermitiano su g.
Dim. La prima affermazione segue dal fatto che i coefficienti N α,β rispetto al sistema di Chevalley (X α ) α∈R sono reali.
Se Y 1 = H 1 + P
α∈R c α 1 X α , Y 2 = H 2 + P
α∈R c α 2 X α , allora : κ g (Y 1 , Y 2 ) = κ g (H 1 , H 2 ) + X
α∈R
c α 1 c −α 2 κ g (X α , X −α )
= κ g (H 1 , H 2 ) − 1 2
X
α∈R
c α 1 c −α 2 κ g (H α , H −α ) .
Abbiamo poi τ (X α ) = X −α e quindi si verificano facilmente le altre affermazioni
della proposizione.
Una sottoalgebra di Lie reale g 0 di g si dice una forma reale di g se g = g 0 ⊕ i g 0 . Se g 0 `e una forma reale di g, l’applicazione σ g0 : g − → g definita da σ g0(X +iY ) = X − iY se X, Y ∈ g 0 definisce un automorfismo anti-C-lineare di g.
(X +iY ) = X − iY se X, Y ∈ g 0 definisce un automorfismo anti-C-lineare di g.
Una forma reale g 0 di g si dice :
split se contiene una sottoalgebra di Cartan h 0 con ad g0(H) diagonalizzabile per ogni H ∈ h 0 ;
compatta se la forma di Killing κ g0 `e definita negativa.
Se u `e una forma compatta di g, allora :
(Z 1 |Z 2 ) = −κ g (Z 1 , τ (Z 2 )) per Z 1 , Z 2 ∈ g
`e un prodotto scalare Hermitiano su g.
§3 La decomposizione di Cartan
Teorema 3.1 Sia g la complessificazione di un’algebra di Lie semisemlice reale g 0 e σ il coniugio in g definito da g 0 . Allora esiste una forma compatta u di g con σ(u) = u.
Dim. Fissiamo una qualsiasi forma compatta u 0 di g e sia τ 0 il coniugio di g definito da u 0 . La composizione ν = σ ◦ τ 0 `e un automorfismo dell’algebra di Lie complessa g, e lascia quindi invariata la sua forma di Killing. Indicando con (X|Y ) il prodotto scalare Hermitiano (X, Y ) = −κ g (X, τ 0 (Y )), abbiamo allora :
(X|ν(Y )) = −κ g (X, τ 0 ◦ σ ◦ τ 0 (Y )) = −κ g (X, ν −1 ◦ τ 0 (Y ))
= −κ g (ν(X), τ 0 (Y )) = (ν(X)|Y ) ∀X, Y ∈ g .
Quindi ν `e una trasformazione autoaggiunta per il prodotto scalare Hermitiano che abbiamo definito su g. Consideriamo allora la trasformazione autoaggiunta positiva p = ν 2 = ν ◦ ν ∗ . Essa ha autovalori reali positivi e g = ⊕ λ>0 E λ , ove E λ = {X ∈ g | p(X) = λX}. Abbiamo [E λ , E µ ] ⊂ E λµ per ogni λ, µ > 0, perch´e p `e un automorfismo di g. Poich´e p `e una trasformazione Hermitiana definita positiva su g, per ogni t ∈ R possiamo definire la sua potenza p t come una trasformazione Hermitiana definita positiva, caratterizzata da p t (X) = λ t X se X ∈ E λ , con λ, λ t >
0. Essendo :
p t ([X, Y ]) = (λµ) t ([X, Y ]) = [λ t X, µ t Y ] = [p t (X), p t (Y )] se X ∈ E λ , Y ∈ E µ , anche p t `e un automorfismo di g. Consideriamo ora, per ogni t ∈ R, l’automorfismo anti-C-lineare τ t = p t ◦ τ 0 ◦ p −t di g. Per ogni t ∈ R, esso `e il coniugio rispetto alla forma reale compatta u t = p t (u 0 ). Da
τ 0 ◦ ν ◦ τ 0 −1 = τ 0 ◦ (σ ◦ τ 0 ) ◦ τ 0 = τ 0 ◦ σ = ν −1
otteniamo che τ 0 ◦ p ◦ τ 0 = p −1 e, in generale, τ 0 ◦ p t ◦ τ 0 = p −t . Quindi : σ ◦ τ t = σ ◦ p t ◦ τ 0 ◦ p −t = σ ◦ τ 0 ◦ (τ 0 ◦ p t ◦ τ 0 ◦ p −t ) = ν ◦ p −2t τ t ◦ σ = (σ ◦ τ t ) −1 = p 2t ◦ ν −1 = ν −1 ◦ p 2t
perch´e ν commuta con tutte le potenze reali di p in quanto ν, p e p t sono tutte diagonalizzabili rispetto ad una stessa base di g.
Poich´e p = ν 2 , abbiamo ν −1 ◦ p 1/2 = ν ◦ p −1/2 , e quindi τ 1/4 ◦ σ = σ ◦ τ 1/4 .
Otteniamo perci` o la tesi con u = p 1/4 (u 0 ).
Osserviamo che la t − → p t `e un gruppo a un parametro di automorfismi di g.
Abbiamo quindi p t = exp(tad g (P )) per un elemento P di g. Ricaviamo quindi
dalla dimostrazione del teorema precedente :
Proposizione 3.2 Se u 0 , u 1 sono due forme reali compatte della stessa algebra di Lie complessa semisemplice g, allora esiste un automorfismo interno φ ∈ Int C (g) tale che φ(u 0 ) = u 1 .
Dim. La dimostrazione del Teorema 3.1 ci dice che, data una forma reale g 0 , luogo di punti fissi di un coniugio σ di g e una forma compatta u 0 di g, possiamo trovare un automorfismo interno ψ ∈ Int C (g) tale che ψ(u 0 ) = u sia una forma compatta σ-invariante, cio`e con σ(u) = u. Utilizziamo questo fatto nel caso speciale in cui g 0 = u 1 sia anch’essa una forma compatta. Indichiamo con τ 0 e τ 1 = σ i coniugi rispetto alle forme compatte u 0 , u 1 , rispettivamente e sia ψ ∈ Int C (g) tale che τ 1 (ψ(u 0 )) = ψ(u 0 ). Allora ψ −1 ◦ τ 1 ◦ ψ `e un automorfismo involutivo di g, con ψ −1 ◦ τ 1 ◦ ψ(u 0 ) = u 0 . Consideriamo la forma bilineare simmetrica :
b (X, Y ) = −κ g (X, ψ −1 ◦ τ 1 ◦ ψ(Y ))
= −κ g (ψ(X), τ 1 (ψ(Y )) .
Essa `e definita positiva su u 0 . Poich´e ψ −1 ◦τ 1 ◦ψ `e un’inovoluzione che trasforma u 0 in s´e, u 0 si decompone nella somma diretta dell’autospazio relativo all’autovalore 1 e dell’autospazio relativo all’autovettore −1. Se ψ −1 ◦ τ 1 ◦ ψ(X) = −X per un X ∈ u 0 , otteniamo :
0 ≥κ g (X, ψ −1 ◦ τ 1 ◦ ψ(X))
= κ g (X, −X) = −κ g (X, τ 0 (X)) ≥ 0 .
Quindi X = 0, e questo prova che ψ ◦ τ 1 ◦ ψ −1 , essendo l’identit` a su u 0 , `e proprio uguale a τ 0 . Ne segue che ψ(u 0 ) `e il luogo dei punti fissi di τ 1 ed `e perci` o uguale
ad u 1 .
Sia g 0 un’algebra di Lie semisemplice reale. Ricordiamo che una sottoalgebra k 0 di g 0 `e compatta 1 se la restrizione a k 0 della forma di Killing di g 0 `e definita negativa.
Un’involuzione di Cartan di un’algebra di Lie semisemplice reale g 0 `e un auto- morfismo involutivo ϑ di g 0 per cui :
(3.1) (X|Y ) ϑ = −κ g0(X, ϑ(Y )) per X, Y ∈ g 0
sia un prodotto scalare (definito positivo) su g 0 .
Il luogo k 0 dei punti fissi di un’involuzione di Cartan `e una sottoalgebra di Lie di g 0 su cui la forma di Killing κ g0 `e definita negativa. Indichiamo con p 0 l’autospazio di g 0 corrispondente all’autovalore −1 di ϑ. Poich´e ϑ `e un automorfismo involutivo, p 0 `e l’ortogonale di k 0 rispetto alla forma di Killing. In particolare :
• k 0 `e una sottoalgebra di Lie compatta di g 0 (in particolare `e riduttiva);
• κ g0 `e definita positiva su p 0 e ad(k 0 ) opera su p 0 come un’algebra di tra- sformazioni antisimmetriche rispetto al prodotto scalare definito su p 0 dalla forma di Killing κ g0.
.
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