Derivazione teorica della caratteristica
piezoresistiva di una trave sottoposta a torsione
4.1 Introduzione:
Nel capitolo 3 è stata ricavata, dai dati del simulatore, una relazione quadratica tra variazione di resistenza ed angolo:
2
R αθ
∆ = (4.1)
In questo capitolo ci proponiamo di dimostrare in maniera analitica la relazione ottenuta.
È necessario fare una premessa: Si ricordi che 0 2 ρ ρ ∆R = ∆ + ∆l −∆V
R l V , dove V ed l sono, rispettivamente, il volume e la lunghezza del resistore. Poiché, in questo progetto, le forze e gli angoli di torsione in gioco non sono tali da provocare variazioni di lunghezza e/o di volume, si considera che la variazione di resistenza sia dovuta solo alla resistività.
Quindi si può affermare che:
0
ρ ρ
∆R ≅ ∆
R
È, quindi, necessario, valutare la variazione di resistività, per la quale ci rifacciamo alla relazione, già introdotta nel capitolo 1, fra il vettore campo elettrico
ε
ed il vettore densità di correntej
, in caso di un materiale sottoposto a stress:, 1 6 5 6 2 4 5 4 3 x x y y z z j j j ε ρ ρ ρ ρ ε ρ ρ ρ ρ ε ρ ρ ρ ρ + ∆ ∆ ∆ ⎛ ⎞ ⎛ ⎞ ⎛ ⎜ ⎟ ⎜= ∆ + ∆ ∆ ⎟ ⎜⋅ ⎜ ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ ⎜ ⎟ ⎜ ∆ ∆ + ∆ ⎟ ⎜ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ ⎝ ⎞ ⎟ ⎟ ⎟ ⎠
dove le varie ∆ sono le variazioni di resistività causate dalla deformazione del ρi materiale.
Nel sistema di riferimento scelto, la corrente applicata I scorre in direzione z ed è, per questo, proporzionale a jz; analogamente, la tensione misurata V è proporzionale a
z
ε . Se ne ricava dunque la seguente espressione della resistenza:
0 5 y x z z z z j j V R R I j j j ε 4 3 ρ ρ ρ + ∆ = ∝ = + ∆ + ∆ + ∆ρ (4.2)
Si ricordano le espressioni di ∆ , ρ3 ∆ e ρ4 ∆ (capitolo 1, paragrafo 1.2.2): ρ5
(
)
3 11 zz 12 xx yy ρ ρ π τ⎡ π τ τ ⎤ ∆ = ⋅⎣ + + ⎦ 4 44 yz ρ ρπ τ ∆ = 5 44 xz ρ ρπ τ ∆ = ,dove i vari τ sono gli stress, mentre ij π11, π12 e π44 sono i coefficienti di
piezoresistività.
Si osserva che, nella (4.2), l’unico addendo che non varia con gli stress applicati è il valore ρ della resistività a riposo; di conseguenza si ottiene:
5 4 y x z z j j R j j 3 ρ ρ ρ ∆ ∝ ∆ + ∆ + ∆ (4.3)
In questo paragrafo si farà uso della (4.3) per dimostrare la (4.1), nel modo seguente:
Poiché tutti gli stress coinvolti crescono linearmente con l’angolo θ, il termine ∆ è ρ3 a sua volta lineare con l’angolo; questo comportamento non spiega, pertanto, l’andamento quadratico della ∆R. Tuttavia, nel paragrafo 4.2 sarà dimostrato che
3
ρ
∆ ha un contributo nullo in ∆R, perciò la suddetta quantità può essere eliminata dalla (4.3), che diventa:
5 4 44 y x xz yz z z z j j j j R j j j ρ ρ ρπ τ⎛ τ ⎞ ∆ ∝ ∆ + ∆ = ⎜ + ⎝ ⎠ y x z j ⎟ (4.4)
Supposto che jz sia costante al variare di θ1, gli unici termini che possono variare sono τxz, τ , e . Nel paragrafo 4.3 sarà dimostrato che le densità di corrente yz crescono linearmente con gli stress; poiché gli stress dipendono linearmente dall’angolo, i prodotti x j jy x xz z j j τ e yz y z j j
τ sono quadratici con l’angolo stesso e lo è anche la variazione di resistenza.
4.2
Contributo di
∆
ρ
3
alla variazione di resistenza.
La trave studiata è un resistore di lunghezza l e sezione costante A. Si immagini di suddividerlo, lungo l’asse z (direzione lungo la quale fluisce la corrente applicata), in tante “fette” di spessore infinitesimo ; l’insieme di tutte le fette è, dunque, una serie di resistori più piccoli, la cui somma coincide con il resistore complessivo.
dz
1
Si definiscono:
∑
= →→∞ = ∆ + = N i i r N r R R R i 0 10 lim , resistenza totale della trave.
0
i i
r =r + ∆ri, resistenza della singola fetta compresa fra le coordinate zi e zi+1.
i
r
∆ , variazione di resistenza della singola fetta compresa fra le coordinate e zi zi+1.
0
i
r , resistenza a riposo della fetta.
1 0 lim →∞ = ∆ → ∆ =
∑
∆ i N i N i rR r , variazione totale di resistenza.
1
i i
z+ = + z . z d
È possibile, facendo uso della (4.3) e della (4.4), esprimere la variazione di resistenza di una singola fetta in funzione degli stress e delle correnti, in questo modo:
5 4 y x i z i z i j j r j j 3i ρ ρ ⎛ ⎞ ⎛ ⎞ ρ ∆ ∝ ∆⎜ ⎟ ⎜+ ∆ ⎟ + ∆ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ (4.5)
Come si possono esplicitare i singoli termini della (4.5)?
Si consideri una generica fetta di spessore infinitesimo, compresa fra zi e zi+1, di resistenza : la sua conduttanza può essere scritta, sviluppandola in serie arrestata al primo termine, come:
i r gi 0 0 1 1 1 i i i i i i r g r r r r ⎛ ⎞ 0 ∆ = ≅ ⎜ − ⎟ + ∆ ⎝ ⎠
Tale conduttanza può essere espressa anche come l’integrale sulla sezione della trave della conduttanza infinitesima:
0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 ( , ) ( , ) t h t h i i i i i r dxdy dxdy g r r z ρ x y z ρ x y ⎛ ∆ ⎞ = ⎜ − ⎟ ∆≅ = ∆ + ∆ ⎝ ⎠
∫∫
∫∫
ρdove ρ0 è il valore a riposo della resistività, h e t sono, rispettivamente, l’altezza e la larghezza della sezione, mentre ∆ρi( , )x y è la variazione di resistività di un elemento di coordinate x, y, zi.
Si considera che gli stress e le densità di corrente all’interno della fetta non varino lungo l’asse z, pertanto siano funzione solo di x e di y e lo sia anche la variazione di resistività.
Si procede sviluppando in serie l’argomento dell’integrale:
2 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 ( , ) ( , ) 1 1 1 1 1 1 ρ ρ ρ ρ ρ ρ ⎛ ⎞ ⎛ ⎞ ∆ ∆ ∆ − ≅ ⎜ − ⎟ = ⎜ − ⎟ ∆
∫∫
⎝ ⎠ ∆∫∫
⎝ ⎠ t h t h i i i i i r x y x dxdy dxdy r r z z yProcedendo con i calcoli, si ottiene la seguente uguaglianza:
2 2 0 0 0 0 0 0 ( , ) 1 1 ρ ρ ρ ∆ ∆ − ≅ ⋅ − ∆
∫∫
∆ t h i i i i r A x dxdy r r z z y Si noti che 0 0 1 1 i A z⋅ρ =r ∆ Si ottiene: 2 2 0 0 0 0 1 ρ ( , ) ρ ∆ ≅ ∆ ∆∫∫
t h i i i r x y dxdy r zPoiché ri0 0 z A ρ ∆ = , risulta che: 2 2 0 0 0 0 ( , ) ρ ∆ ≅ ∆ ∆
∫∫
t h i i i i r z x dxdy r r A A y Infine si ottiene: 0 0 ( , ) ∆ ∆ρ ∆ ρ ( , ) ∆ ≅∫∫
= ⋅ ∆ t h i i i x y z z r dxdy A A A x yIn poche parole, la variazione di resistenza ∆ è proporzionale al valor medio della ri variazione di resistività ∆ρi( , )x y .
Si consideri di nuovo la (4.5): con i risultati ottenuti fino ad ora, si possono esprimere i termini in essa contenuti come valori medi.
Si ottiene: 5 44 ( , , ) ( , , ) ρ ρπ τ = ⎡ ⎤ ⎛ ⎞ ∆ = ⎢ ⋅ ⎜ ⎟ ⎝ ⎠ ⎣ ⎦ i x x xz z i z z z j j x y z x y z j j ⎥ (4.6) 4 44 ( , , ) ( , , ) ρ ρπ τ = ⎡ ⎤ ⎛ ⎞ ∆ = ⎢ ⋅ ⎜ ⎟ ⎝ ⎠ ⎢⎣ ⎥⎦ i y y yz z i z z z j j x y z x y z j j ⎥ (4.7)
{
}
3 11 ( , , ) ( , , )12 ( , , ) ρ ρ π τ π τ τ = ⎡ ⎤ = ∆ = ⋅ + ⎣ + ⎦ i i i zz z z xx yy z z x y z x y z x y z (4.8)La (4.6), quindi, diventa: 44 5 44 0 0 ( , , ) ( , , ) ( , , ) ( , , ) ρπ ρ τ ρπ τ ⎛ ⎞ ∆ = ⋅ ⋅ ⎜ ⎟ ⎝ ⎠ = ⋅ ⋅
∫∫
∫∫
x x xz i i z i S z t h x xz i i z j j x y z x y z dS j A j j = x y z x y z dxdy A j (4.9) La (4.7) diventa: 44 4 0 0 44 ( , , ) ( , , ) ( , , ) ( , , ) ρπ ρ τ ρπ τ ⎛ ⎞ ∆ = ⋅ ⋅ = ⎜ ⎟ ⎝ ⎠ = ⋅ ⋅∫∫
∫∫
t h y y yz i i z i z y yz i i z x y j j x y z x y z dS j A j j x y z x y z dxdy A j (4.10) Infine, la (4.8):(
)
(
)
44 3 11 12 0 0 44 11 12 ( , , ) ( , , ) ( , , ) ( , , ) ( , , ) ( , , ) ρπ ρ π τ π τ τ ρπ π τ π τ τ ⎡ ⎤ ∆ = ⋅ ⎣ + + ⎦ = ⎡ ⎤ = ⋅ ⎣ + + ⎦∫∫
∫∫
t h i zz i xx i yy i zz i xx i yy i x y x y z x y z x y z dS A x y z x y z x y z dxdy A (4.11)Lo scopo di questo paragrafo non è, ovviamente, risolvere una serie di doppi integrali di funzioni il cui andamento è, peraltro, sconosciuto: si vuole solo dimostrare che la (4.11) è, in valore, nulla, cioè che si può eliminare il termine ∆ρ3i dalla (4.5); in questo modo si può togliere anche ∆ dalla (4.3). ρ3
Per la particolare simmetria della sezione della trave, e poiché si applica una coppia di forze uguali ed opposte, è ragionevole ipotizzare che i valori degli stress su qualsiasi sezione siano antisimmetrici: in poche parole, si assume che, sulla generica sezione di ascissa , ad ogni valore di stress ne corrisponda uno uguale ed opposto. L’immagine 4.1 [17] rappresenta le zone soggette a stress sulla sezione di una generica barra rettangolare; le linee tratteggiate indicano aree di depressione, mentre quelle continue indicano rigonfiamenti.
i
z
FIGURA 4.1
Si può fare un collegamento fra la morfologia della sezione in figura e gli stress: poiché le zone di depressione sono simmetriche, rispetto al centro del rettangolo (come lo sono i rigonfiamenti), si può supporre che lo siano anche i valori degli stress.
Pertanto l’integrale della (4.11) contiene solo funzioni antisimmetriche: il suo valore è nullo. Questa proprietà della distribuzione è confermata dalle simulazioni ANSYS:
y z x FIGURA 4.2: τxx y z x FIGURA 4.3: τyy
y z x FIGURA 4.4 τzz y z x FIGURA 4.5 τxz
y
z x
FIGURA 4.6 τ yz
Le figure da 4.2 a 4.6 riportano l’andamento degli stress nel volume della molla: si è scelto di rappresentare solo una porzione della trave, perché questo permette di visualizzare maggiormente i dettagli dei risultati.
Per quanto riguarda le densità di corrente, si possono dimostrare le seguenti uguaglianze (Si veda l’appendice B per approfondimenti ):
5 2 x z j ρ ε ρ ∆ ≅ − (4.12) 4 2 y z j ρ ε ρ ∆ ≅ − , (4.13)
Se si sviluppano i calcoli, sostituendo alle ∆ρ4,5 le loro espressioni in funzione dei rispettivi stress di taglio, si ottiene:
5 44 2 xz x z j ρ ε π τ εz ρ ρ ∆ ≅ − = − (4.14) 44 4 2 yz y z j ρ ε π τ εz ρ ρ ∆ ≅ − = − (4.15)
Sostituendo la (4.14) nella (4.9) e la (4.15) nella (4.10), e considerando che gli stress sono funzione solo di x e di y, si ottiene:
2 2 44 5 0 0 ( , ) π ε ρ τ ⎛ ⎞ ∆ ≅ − ⋅ ⎜ ⎟ ⎝ ⎠
∫∫
t h x z xz z i z j x y dxdy j A j (4.16) 2 2 44 4 0 0 ( , ) π ε ρ τ ⎛ ⎞ ∆ ≅ − ⋅ ⎜ ⎟ ⎝ ⎠∫∫
t h y z yz z i z j x y dxdy j A j (4.17)Si osserva che gli integrali non contengono adesso funzioni dispari, pertanto non si annullano.
È stato dimostrato che, nell’espressione di ∆ , il termine ri ∆ρ3i non conta, di conseguenza la (4.5) diventa: 5 4 y x i z i z i j j r j j ρ ρ ⎛ ⎞ ⎛ ∆ ∝ ∆⎜ ⎟ ⎜+ ∆ ⎝ ⎠ ⎝ ⎞ ⎟ ⎠ E la (4.3) diventa:
5 4 y x z z j j R j j ρ ρ ∆ ∝ ∆ + ∆
4.3 Dipendenza delle densità di corrente traverse dalla
deformazione
Si vuole dimostrare adesso la seconda ipotesi fatta nel paragrafo 4.1, dove si è affermato che esiste una relazione lineare fra le densità di corrente perpendicolari all’asse della trave e l’angolo di torsione.
Si considerino di nuovo la (4.14) e la (4.15): 5 44 2 xz x z j ρ ε π τ εz ρ ρ ∆ ≅ − = − 44 4 2 yz y z j ρ ε π τ εz ρ ρ ∆ ≅ − = −
Queste relazioni mostrano esplicitamente che j e cambiano linearmente con i x rispettivi stress di taglio, quindi con l’angolo di torsione: la seconda ipotesi è, pertanto, dimostrata.
y j
Si riporta una tabella, contente i valori minimi ( jxmin) e massimi ( jxmax) di j e si fa x lo stesso per jy, per diversi valori di forze F applicate:
F [µN] jxmin [A/µm2] jxmax [A/µm2] jymin [A/µm2] jymax [A/µm2]
5 5 10 18 . 4 ⋅ − − 5 10 18 . 4 ⋅ − −2.61⋅10−5 2.61⋅10−5 10 5 10 72 . 8 ⋅ − − 5 10 72 . 8 ⋅ − −5.21⋅10−5 5.21⋅10−5 20 5 10 3 . 19 ⋅ − − 5 10 3 . 19 ⋅ − −10.4⋅10−5 10.4⋅10−5 TABELLA 4.1
Si riportano di seguito le immagini delle simulazioni ANSYS, relative all’andamento delle densità di corrente traverse (per un solo valore di coppia torcente applicata):
⎥
⎦
⎤
⎢
⎣
⎡
⋅
=
− 2 5 max4
.
18
10
m
A
j
xµ
⎥
⎦
⎤
⎢
⎣
⎡
⋅
=
− 2 5 max4
.
18
10
m
A
j
xµ
F = 5 µN θ = 0.03 radFIGURA 4.8 Andamento di jy con una forza applicata di 5 µN.
4.4 Espressione finale per la piezoresistenza
4.4.1 Legame tra
∆R
e gli stress di taglio
Si considerino nuovamente la (4.2), la (4.3) e la (4.4); si può ricavare la resistenza totale della trave deformata:
0 44 y x xz yz z z j j R R j j ρ ρπ τ⎛ τ ⎞ + ∆ ∝ − ⎜ + ⎟ ⎝ ⎠
Sostituendovi le espressioni (4.14) e (4.15) si ottiene: 2 2 2 2 0 44 z z xz yz z z R R j j 44 z z j ε ρ π τ ε π τ ε + ∆ ∝ = − − . Si raccoglie z z j ε
al primo membro dell’equazione e si ottiene:
(
2 2)
2 44 1 xz yz z z j π τ τ ρ ε + + =Per i valori di π44 e dgli stress, si può affermare che π442
(
τxz2 +τyz2)
«1, quindi:(
)
[
2 2 2]
44 1 xz yz z z j ρ π τ τ ε + − ≅Di conseguenza, si ottiene la seguente relazione:
(
)
(
2 2 2)
0 1 44 z xz yz z R R j ε ρ π τ τ + ∆ ∝ ≅ − + (4.18)Si è visto che il campo elettrico εz è costante, pertanto si ottiene: εz = ⋅
z
A V j l I
Dove, come già affermato, l ed A sono la lunghezza e la sezione del resistore, mentre V ed I indicano la corrente applicata e la tensione misurata ai capi della trave. La (4.18) diventa, quindi:
(
2 2 2 44 1)
ρ⋅ ⎡ π τ τ ⎤ + ∆ = l ⎣ − xz+ yz ⎦ R R A (4.19)Infine, la variazione di resistenza risulta essere:
(
2 2 2 44)
ρ π τ τ⋅ ∆ = −R l xz+ yz A (4.20)Si è dimostrato che la variazione di resistenza dipende in maniera quadratica dagli stress di taglio, quindi dall’angolo di torsione. Inoltre si ha una variazione negativa, coerentemente con i risultati ricavati dalle simulazioni: queste, infatti, mostrano che la resistenza diminuisce, dopo aver applicato lo stress.
4.4.2 Si ricava
∆R
in funzione dell’angolo
Dalla (4.20) è possibile ricavare:
2
R αθ
∆ = .
La (4.20), infatti, mostra la variazione di resistenza in funzione degli stress di taglio, ma non dell’angolo di torsione.
Uguagliando le due espressioni, si ottiene:
(
2 2 2 44)
2 ρ αθ = − ⋅ π τxz+τyz l A (4.21)Si cercherà una formula che leghi in maniera esplicita gli stress di taglio all’angolo
Siano ( , )τxz x y e τyz( , )x y gli stress di taglio in una generica sezione della trave.
Si è visto che M =kθθ , pertanto si ottiene:
Nell’appendice C si afferma che gli stress presenti nella (4.21) possono essere espressi nel seguente modo :
2 2 2 2
( , ) ( , )
τxz+τyz =⎡⎣τxz x y +τyz x y (4.22) ⎦⎤
Si nota, dalla (4.22), che la quantità τxz2 +τ2yz è la somma dei valori quadratici medi degli stress di taglio τxz e τyz.
A questo punto, si può ricavare α nel modo seguente:
(
2 2)
2 44 2 1 yz xz A l π τ τ θ ρ α =− +Poiché sappiamo che
θ
θ =M
k , si ottiene la seguente espressione:
(
)
[
2 ( , ) 2 ( , )]
2 44 2 2 2 2 2 44 2 2 y x y x M k A l M k A l yz xz yz xz τ τ π ρ τ τ π ρ α θ θ + − = = + − = (4.23)Si osserva che è possibile ricavare α solo se si conoscono gli andamenti nel piano xy degli stress di taglio τxz e τyz.
A questo punto, si può concludere il capitolo scrivendo l’espressione finale della variazione di resistenza:
[
2 2]
2 2 44 2 2 ) , ( ) , ( τ θ τ π ρ θ + ⋅ − = ∆ x y x y M k A l R xz yz4.3 Conclusioni
In questo capitolo è stata dimostrata la validità della legge ∆ =R αθ2
, ricavata dalle simulazioni nel precedente capitolo. Si è compiuto uno studio analitico dell’equazione, suddividendo il resistore in sezioni di spessore infinitesimo (che sono resistori in serie) e calcolando la variazione di resistenza di ogni sezione. La verifica dell’andamento quadratico della ∆R è stata supportata dai grafici (ottenuti con ANSYS) degli stress e delle correnti j e x jy.
Infine, si è ricavata un’espressione analitica per il parametro α e, conseguentemente, per la variazione di resistenza. Si fa notare la particolare complessità di α, che ne rende impossibile una eventuale trattazione analitica, a meno che non si conoscano le funzioni τxz e τyz.