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Omelia per il pellegrinaggio dell Unitalsi a Lourdes

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Academic year: 2022

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Omelia per il pellegrinaggio dell’Unitalsi a Lourdes

Fate quello che vi dirà*

Omelia per il pellegrinaggio dell’Unitalsi Lourdes, 25 aprile 2017

Il brano del quarto vangelo che narra delle “nozze di Cana”

introduce una tema, anzi una dimensione che caratterizza la storia della rivelazione biblica, quella dell’amore nuziale di Dio per l’uomo. La Scrittura sacra apre con il cantico d’amore della prima coppia, Adamo ed Eva: “Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne” (Gen 2, 23), e si conclude con l’abbraccio nuziale tra lo Sposo-Agnello e Gerusalemme, fidanzata-Sposa dell’Agnello: “Vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21,2). Il racconto di Cana segna un inizio importante dell’autorivelazione di Gesù:

“Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù” (Gv 2,11).Tale “inizio” è preludio dell’autorivelazione di Gesù in tutto il quarto vangelo come testimonianza del suo amore, fino al sacrificio totale della vita. A Cana Gesù è presente come invitato insieme a Maria sua madre. Durante la festa Gesù, da invitato per una festa di nozze, diventa protagonista di un evento prodigioso, la trasformazione dell’acqua divenuta vino buono, sino alla fine.

Il banchetto di Cana è prefigurazione del banchetto nuziale per eccellenza consumato da Gesù nel Cenacolo con i Dodici.

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Questo banchetto è il compimento dell’amore nuziale di Cristo per noi, preparazione al banchetto escatologico rivelato nell’Apocalisse. La trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana prepara le molte trasformazioni con le quali Gesù ci rende partecipi alla pienezza del suo amore nel banchetto eucaristico: “Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello” (Ap 19,9). Peccato che nella celebrazione liturgica la stessa beatitudine annunciata ai presenti perda il riferimento nuziale.

La prima trasformazione che ritroviamo nel banchetto eucaristico riguarda la persona di Gesù: non più invitato ma Sposo, pronto a dimostrare tutta la sua passione nel duplice senso di sofferenza e di amore: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici “ (Gv 15,13).

Un’altra trasformazione riguarda il pane e il vino. Gesù, lo Sposo, prende del pane e lo spezza, ma in quel gesto spezza la sua vita, è Lui che “si spezza”, si fa in quattro! E’ lui che si dona in quel pane spezzato per noi. È la sua vita che viene spezzata, Luisi lascia spezzare, perché si lascia schiacciare e macinare dall’Amore. E trasforma quel pane nel Corpo donato.

E ancora prende del vino. A Cana ha trasformato l’acqua in vino, ma nel Cenacolo fa un’altra trasformazione più importante ancora. Il vino lo trasforma nel suo sangue: questo è molto di più! È amore ancora più grande, è ancora più dono, è ancora più offerta di sé in quel vino versato, sparso, donato. E’ il sangue versato sulla Croce.

Questo amore nel segno del pane che è il corpo sacrificato, e del vino che è il sangue versato, parla di un’altra importante trasformazione: quella del dolore umano. Un dolore amato, non un dolore sopportato, o subito, quale maledizione che invoca il fine vita di un suicidio assistito. È un dolore abbracciato, amato, voluto, che invoca salvezza e dona grazia.

Un dolore, che viene trasformato da maledizione in grazia. È

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il mistero più grande, è la trasformazione più bella che Gesù ci ha lasciato.

*Testo trascritto da registrazione

E solo di noi cristiani saper dire questa parola buona sul dolore, sperando di saperlo anche vivere. Nessun altro comprende questo grande mistero quanto la fede del discepolo sotto la Croce, come Maria e Giovanni. Ma è di questo che abbiamo bisogno, di questa trasformazione che porta alla trasfigurazione del dolore nella gloria della Croce di Cristo sempre necessaria per la salvezza del mondo.

E immaginiamo che Maria, che nella prima lettura abbiamo incontrato presente nel Cenacolo in preghiera con gli apostoli, sia stata presente non solo alle nozze di Cana, ma anche nella Cena che Gesù fa con gli apostoli, la sera nella q u a l e c o m p i e t u t t e q u e s t e t r a s f o r m a z i o n i , q u e s t e trasfigurazioni. Se Maria fosse stata presente (forse sì, forse no, non importa in questo caso il dato storico) a cosa avrebbe pensato vedendo Gesù, il Figlio, fare tutte queste trasformazioni e dopo aver ascoltato il suo comando “Fate questo in memoria di me”? Dopo aver ascoltato il comando di Gesù, sono certo che Maria avrebbe ripreso sulle sua bocca lo stesso invito pronunciato a Cana: “Fate tutto quello che Egli vi dirà”. E noi lo facciamo, non per ripetere, ma per partecipare al suo amore nuziale, dal quale imparare a vivere il suo modo di amare.

Carissimi ammalati, cari fratelli e sorelle, anche in questa celebrazione eucaristica ai piedi di Maria nella grotta di Lourdes, ci sentiamo dire dalla Madre di Gesù: “Fate tutto quello che egli vi dirà”. Imitiamo Gesù maestro e modello di amore vero e autentico: o si ama dando la vita o non si ama, non ci sono alternative, non ci sono mezze misure. Ecco l’Amore nuziale di Gesù al quale Lui stesso ci invita, dichiarandoci “Beati”. È l’amore nuziale di ogni vescovo, di tutti voi presbiteri e diaconi, è l’amore nuziale di ogni

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sposo e di ogni sposa, di tante coppie, dei genitori che sono qui presenti, dei bambini dell’oncologico del Gemelli e di tanti altri bambini presenti. È l’amore nuziale di tutti voi carissimi volontari, impegnati ad amare così, partecipi nel rito e nella vita di questa liturgia di nozze, impegnati a far diventare vita quello che si riceve da questo grande banchetto.

+ Gerardo Antonazzo

Omelia per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Alzati ,va’…e non temere

Omelia per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni Pontecorvo, 7 maggio 2017

Carissimi amici,

grazie per questa iniziativa della prima “Festa dei ministranti”. E’ bello condividere con voi questo clima di

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festa, di allegria, di gioia. Sono proprio contento di esserci. Anzi, di partecipare a tutto campo con un coinvolgimento non solo fisico, ma anche affettivo e spirituale. State animando questa meravigliosa “domenica del Buon pastore”, dedicata da ben 54 anni ad una particolare preghiera per le vocazioni. Se la vita di ciascuno porta con sé il germe di una specifica vocazione, ciò significa che ognuno di noi deve misurarsi con la domanda che abbiamo ascoltato nella liturgia della Parola con il racconto della prima lettura. Nel giorno della Pentecoste, l’apostolo Pietro, vinta ogni paura e spalancando le porte del Cenacolo “dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei” (Gv 20,19), in pubblica piazza annuncia apertamente “che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” (Atti 2,36). A queste parole, i presenti “si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Che cosa dobbiamo fare, fratelli?” (Atti 2, 37). Vengono qui delineati due aspetti: la trafittura del cuore e la domanda su che cosa fare.

Il cuore ferito

Le persone che ascoltano dalla voce di Pietro l’annuncio della morte e risurrezione di Gesù si sentono trafiggere il cuore.

Le parole di Pietro spiegano la grandezza dell’amore di Cristo per ciascuno di noi. Alla nostra cattiveria (rappresentati dal tradimento di Giuda e dal rinnegamento dello stesso Pietro) Lui ha risposto. e continua a farlo, con l’amore del dolore e della Croce, semplicemente perché non rinuncia mai a volerci bene. La predicazione di Pietro dimostra che Lui è sempre presente nella nostra esistenza, perché risorto, e ci affianca con dolcezza facendo “ardere” il cuore nel petto, come per i due discepoli incamminati verso il villaggio di Emmaus (cfr. Lc 24). Il rito pasquale del Cenacolo parla di corpo spezzato per noi e di sangue versato per i nostri peccati; la sua morte in Croce parla di tenerezza e di

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perdono. Per questo immenso amore “Cristo patì per voi; … insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta… Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (cfr. 1Pt 2). Dinanzi alla certezza di un amore così grande, come non sentirsi feriti nel cuore? Come restare indifferenti dinanzi a questa sublime rivelazione della compassione di Cristo?

In ascolto

“All’udire queste cose…”. La folla dimostra di saper ascoltare, e per questo sa anche reagire.

Cari Ministranti, dimostrate anche voi di saper ascoltare, perché, siatene certi, l’ascolto puro e umile di Dio sempre trafigge il nostro cuore. Se sappiamo ascoltare la parola di Dio senza opporre riserve e paure, condizionamenti e compromessi, senza pregiudizi, e impedimenti, senza porre condizioni o scusanti, allora ci mettiamo nudi e liberi davanti a Lui. Se non opponiamo scudi di difesa e lasciamo parlare Dio, saremo forti della calda verità che Lui ci rivela nel cuore donandoci una piacevole pace interiore.

Sorge la domanda: Dio come, e quando parla? Quali sono i luoghi e i momenti dell’ascolto? Il Signore si rivolge sempre a noi attraverso la sua Parola viva, che la Chiesa proclama durante la liturgia, al cui servizio voi siete chiamati per speciale privilegio. Dio parla anche attraverso la parola di coloro che predicano Gesù; il Signore parla attraverso le persone che conosci e, spesso, anche grazie alle persone che non conosci ma che ti conoscono, perché ti vedono servire all’altare, parla negli eventi che accadono, nei fatti della tua storia concreta e quotidiana, le tue vicende familiari, le tue buone letture, parla attraverso i bisogni delle persone che invocano un aiuto, parla lungo il pellegrinaggio verso luoghi sacri, durante una visita a luoghi di dolore e di

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fragilità quali un ospedale, una casa di cura, una dimora per l’accoglienza di persone anziane… Si ascolta il Signore soprattutto nella preghiera personale, custodita dal tuo silenzio interiore e dal raccoglimento esteriore. Si ascolta il Signore attraverso la voce inconfondibile della tua coscienza, “il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (Gaudium et spes, 16). E nell’intimità della tua anima, ti senti chiamare per nome: “Le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome”. Non ti resta che lasciarti scegliere da Lui e decidere di seguirlo. Come?

Che cosa dobbiamo fare?

Commuove la domanda che la folla rivolge a Pietro: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”. E’ come chiedersi: come reagire alle parole che ci hanno trafitto il cuore?

Cari ministranti, quando si giunge a questa domanda, si pone al centro dell’attenzione la questione più importanti della vita: cosa voglio fare della mia vita? cosa desidero scegliere? per che cosa mi sento chiamato? Come fare? Prendere una decisione è la cosa più importante, anche se la più difficile. Per essere nella gioia, anche quando sei provato dall’incomprensione o dalla solitudine interiore, devi seguire, amare, rispondere e obbedire a ciò che ha trafitto il tuo cuore. Quando l’amore di Cristo, buon pastore, ti appassiona, ti riscalda, di attrae a sé, allora non ti resta altra cosa da fare che seguire il pastore il quale “cammina davanti ad esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce”.

Non si devono seguire “ladri e briganti”: non si devono ascoltare cioè coloro che, come briganti, saccheggiano la vostra felicità. Fanno solo finta di volervi bene, ma intendono solo finalizzare e deviare le vostre scelte secondo i loro scopi e desideri. Bisogna saper dire di no a costoro, fossero anche le persone più care. Altri, poi, come ladri

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vorrebbero derubarvi della vostra amicizia e confidenza con il Signore che vi invita a seguirlo con tutta la vita e per sempre. Sono persone che hanno paura del vostro discernimento vocazionale, e di conseguenza vi scoraggiano, vi ricattano, per indebolire i vostri progetti e rafforzare le loro aspettative su di voi. Infine il vangelo di oggi parla anche di “estranei”. Non si devono seguire nemmeno gli “estranei”, cioè quanti si improvvisano buoni consiglieri ma non vi conoscono in profondità e non sono in grado di capire e apprezzare ciò che accade nella vostra mente e nel vostro cuore. Non possono capire il vostro affetto per il Signore, e sono fuori da ogni logica di missione, di altruismo, di carità, di dono e di servizio per gli altri.

Cari amici, ritornando nelle vostre comunità e nelle vostre case, portate con voi la ricchezza di questa giornata, mettete a frutto la gioia di servire il Signore, dimostrate con il vostro servizio che sapete essere vicini al Signore non solo servendo all’altare ma ascoltando la sua voce di buon pastore.

Vi prego, rispondete solo a Lui, se ve lo chiede, con la sequela di tutta la vostra vita. Alzati e va’…non temere!

+ Gerardo Antonazzo

Celebrazione del Sacramento della confermazione a S.Elia F.Rapido

Celebrazione del Sacramento della confermazione a S.Elia F.Rapido

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Celebrazione delle Cresime a S.Elia F.Rapido

Sabato 6 Maggio a S.Elia F.Rapido il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo ha posto il sigillo della cresima a 40 ragazzi, confermandoli, nel rinnovo delle promesse battesimali, figli di Dio, mediante l’unzione sacramentale, arricchendoli, così, della speciale forza dello Spirito Santo.

La cerimonia, che si è svolta in una Chiesa gremitissima di fedeli, è stata presieduta da S.E. il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo e concelebrata da Don Remo Marandola e Don William Di Cicco.

Nell’omelia il Vescovo ha voluto specificare che il cuore della vita cristiana è la domenica, giorno della Pasqua, nella quale troviamo le risorse per vivere e testimoniare nel mondo la nostra vita di fedeli. Ha spiegato, inoltre, ai giovanissimi cresimandi che con il Sacramento della Confermazione hanno raggiunto la “maggiore età” del loro cammino spirituale; per cui con l’unzione crismale essi sono ormai capaci di “camminare” da soli attraverso le peripezie della vita per portare la parola di Cristo e divenendo così, autentici testimoni del Vangelo. Infatti, mentre il corso che hanno svolto con i catechisti li prepara a ricevere il dono del Sacramento, per viverlo appieno bisogna che, dopo la sacra unzione, venga messo in pratica attraverso la loro testimonianza del Vangelo ed il loro esempio di buoni cristiani.

Dopo la benedizione finale, tutta la comunità si è stretta attorno al Vescovo per una foto a ricordo della splendida cerimonia appena terminata.

Maurizio & Simona

V e d i A l b u m :

http://www.diocesisora.it/pdigitale/album-fotografico-cresime- s-elia-f-rapido/

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L’articolo Celebrazione del Sacramento della confermazione a S.Elia F.Rapido sembra essere il primo su Diocesi Sora Cassino Aquino Pontecorvo.

Source: DiocesiSora.It – Vescovo

AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO

8-14 maggio 2017

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AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO

8-14 maggio 2017

“Una Chiesa che non è in cammino, si ammala e finisce chiusa, senza orizzonti”

(Papa Francesco, 4 maggio)

8 L

10,30 UDIENZE (Curia Sora)

19,30 ROCCA D’EVANDRO: S. Messa per la festa S.

Rocco

9 M

09,15 PONTECORVO-Centro pastorale “Sacro Cuore”:

RITIRO DEL CLERO

19,00 SORA-Centro pastorale Villa Angelina:

Consulta delle Aggregazioni Laicali

10 Me

19,00 ROCCASECCA SCALO-Centro pastorale:

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Incontro di tutti gli operatori della Pastorale Digitale diocesana

11 G

09,00 UDIENZE (Curia Cassino)

11,00 CASSINO-UNIVERSITA’: Lezione al Corso di Laurea in Scienze della comunicazione e Presentazione rivista scientifica Uniclam-Diocesi

12 V

18,30 PONTECORVO-Concattedrale: S. Messa per l’inizio della Peregrinatio della Madonna di Fatima

13 S

09,00 SORA-Sala S. Tommaso: Saluto al Convegno medico

10,00 UDIENZE (Curia Sora)

18,00 CASTROCIELO: Parr. S. Lucia – Cresime

20,00 PONTECORVO-Santuario di S. Giovanni Battista: Vespri solenni

14 D

07,00 PONTECORVO- Santuario di S. Giovanni Battista: S. Messa

11,00 S. APOLLINARE: S. Maria degli Angeli

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Cresime

18,00 ROCCA D’EVANDRO-Parr. S. Giuseppe : Cresime

Cristiani per sempre, testimoni ovunque

Cristiani per sempre, testimoni ovunque

Cresime adulti venerdì 28 aprile nella Cattedrale di Sora

“Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”

è questo il significato che S. E. Mons. Gerardo Antonazzo ha dato alla celebrazione di Venerdì 28 aprile 2017 per il dono della Confermazione ai giovani adulti nella chiesa Cattedrale di Sora.

Don Ruggero Martini ha presentato al Vescovo gli adulti provenienti per la maggior parte dalla zona di Sora.

Ha spiegato il loro cammino di fede iniziato a dicembre 2016 in cui si è parlato della loro esperienza di fede e dal loro modo di viverla soffermandosi soprattutto sulla Chiesa, suscitando in ognuno di loro la vera motivazione per ricevere questo sacramento così importante.

Il vescovo ha parlato a loro durante l’omelia invitandoli alla mensa del Signore con umiltà e ricordando quanto è forte l’amore misericordioso di Dio, che ha richiamato per nome ognuno a rispondere “Eccomi“.

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Quell’Eccomi dettato da qualsiasi motivazione, che per il Signore è valida e che rimane scritta nel Suo cuore e nel palmo delle Sue mani, come hanno risposto gli apostoli Pietro, Giacomo, Andrea e Giovanni quando Gesù dice loro: “Venite, vi farò pescatori di uomini”.

Dio si lascia trascurare, offendere ma non ha mai smesso di amare, e la forza dello Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, richiama il suo gregge a ricercarlo con responsabilità e consapevolezza, rendendolo capace di diventare, tornare ed essere un bravo cristiano. Con questo spirito, infatti, i cresimandi, in piena maturità e colti da una grande e sentita emozione, hanno confermato il carattere cristiano ricevendo il sigillo dello Spirito Santo per diventare testimoni della vita di Gesù Cristo e per annunciare la Sua parola.

La celebrazione è stata animata e resa emozionante dalle voci del gruppo corale #Adoro Te e si è conclusa, dopo la benedizione, con una foto ricordo dei cresimati con il Vescovo Gerardo Antonazzo.

Lucia Baldesarra

Per vedere le foto cliccate sotto:

ALBUM FOTOGRAFICO EVENTO

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Source: DiocesiSora.It – Vescovo

Apertura del mese di maggio sorano – Santuario Madonna delle Grazie

Apertura del mese di maggio sorano – Santuario Madonna delle Grazie

Dobbiamo salire in alto e andare in fretta come Maria

Anche quest’anno la tradizionale celebrazione di apertura del mese mariano nel Santuario Madonna delle Grazie di Sora ha visto la partecipazione di numerosi fedeli.

La Messa è stata presieduta da S.E. Mons. Gerardo Antonazzo e concelebrata insieme al cappellano don Giovanni De Ciantis.

La posizione elevata del Santuario che sovrasta tutta la città di Sora, ed il suo raggiungimento solo attraverso una salita faticosa hanno “….un valore simbolico illuminante. Dobbiamo salire in alto per non rimanere impantanati nelle fatiche e nelle preoccupazioni quotidiane, che pur non dobbiamo negare, e per elevarci ai beni spirituali… i nostri veri bisogni”.

Questo ha ricordato il vescovo durante l’omelia, affidando a Maria “Colei dalla quale dobbiamo apprendere qual è il cibo per la vita eterna prima di chiedere ciò di cui abbiamo bisogno…” l’intera comunità cristiana riunita ai piedi della

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Vergine delle Grazie.

Marianna Polsinelli

Per i giorni feriali gli orari saranno:

ore 5.30 Rosario

ore 6.00 Celebrazione Eucaristica

Per i giorni festivi invece saranno:

ore 6.00 Rosario

ore 6.30 Celebrazione Eucaristica

Per vedere le foto cliccate su:

ALBUM FOTOGRAFICO EVENTO

Foto: Giacomo Cellucci, Roberta Manuela Facchini

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Cassino Aquino Pontecorvo.

Source: DiocesiSora.It – Vescovo

Album foto festività della Madonna delle Indulgenze

Album foto festività della Madonna delle Indulgenze

Foto delle festività in onore della Madonna delle Indulgenze, presso il Santuario di Casalucense in S. Elia Fiumerapido, con la partecipazione del vescovo mons. Gerardo Antonazzo.

Foto di Maurizio Facchini

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Vedi articolo

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Source: DiocesiSora.It – Vescovo

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Festeggiamenti in onore della Madonna delle Indulgenze a S.Elia F.Rapido

Festeggiamenti in onore della Madonna delle Indulgenze a S.Elia F.Rapido

Festeggiamenti in onore della Madonna delle Indulgenze

L u n e d ì 1 ° m a g g i o s i s o n o c o n c l u s i i t r a d i z i o n a l i festeggiamenti in onore della Madonna delle Indulgenze che hanno visto un ricchissimo programma civile-religioso nelle giornate del 29-30 aprile e 1° maggio. La festività, che si tiene due settimane dopo la Pasqua, si è aperta giovedì sera con la celebrazione del triduo in onore di Maria, mentre il programma civile prevedeva, nella serata del sabato, la prova canora dei bambini delle “PICOLLE STELLE” preparati da Andrea Pinchera a quarant’anni dalla prima edizione.

Il programma religioso, oltre al triduo che, come già innanzi detto, è iniziato nella serata del giovedì, ha avuto il suo apice con la celebrazione eucaristica delle 8,30 della domenica mattina con la Messa solenne concelebrata da Don William Di Cicco e Don Remo Marandola, animata dall’ottimo coro “G.BOZZELLI”. Dopo la celebrazione eucaristica la preziosa statua della Madonna è stata portata in processione da parte di una folla di fedeli nel vicino Santuario benedettino di CASALUCENSE ove c’è un’altra statua a Lei dedicata. Durante il cammino il parroco ha invitato tutti i fedeli in processione ad accompagnare la Madonna con il cuore di pellegrini e non soltanto con i passi.

A conclusione della celebrazione eucaristica è stata molto gradita l’esortazione di S.E. il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo sulla bellezza della Madonna che chiede anche a noi

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la bellezza interiore fatta di grazia e di misericordia .

Nella serata della domenica alle ore 20,30 la statua della Madonna ha fatto ritorno a S.Elia F.Rapido accompagnata da una folla devota che ha affidato a Lei ogni speranza di grazia e di misericordia. Ad attenderla alle porte del paese una moltitudine di devoti, con Mons. Vescovo e i sacerdoti Don Lucio Marandola, Don Michele Frentusca, Don Claudio ed una dozzina di Frati dell’Immacolata che hanno fatto l’intero percorso dal Santuario al paese sino all’arrivo alla Chiesa di S.Sebastiano ove è la statua è stata esposta ai fedeli sino a notte inoltrata.

Il programma civile della domenica si è concluso, invece, con il concerto bandistico della CITTA’ DI SQUINZANO (LE) che ha raccolto moltissimi apprezzamenti e gradimenti tra la numerosa folla intervenuta; mentre il programma di lunedì 1° Maggio si è aperto alle ore 15,30 con i tradizionali giochi popolari tra i quali ha fatto spicco quello delle “Pignatte”, il classico

“palo della cuccagna”, la gara degli spaghetti ultra piccanti che debbono essere mangiati senza posate con le mani legate dietro, e quello del “Mammoccio” che rievoca l’antico gioco popolare della giostra medioevale dove i concorrenti, in corsa, debbono cercare di centrare, con un cuneo di legno, il piccolo foro ricavato nel braccio del Mammoccio girevole, stando attenti all’altro braccio che, girando all’impatto, può dare loro un solenne ceffone dietro le spalle.

Ad concludendum, il concerto di Silvia Mezzanotte, con l’estrazione dei biglietti della ricca lotteria, e gli ormai rinomati e famosi fuochi artificiali.

Maurizio & Simona

Album foto festività della Madonna delle Indulgenze

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Source: DiocesiSora.It – Vescovo

1 maggio alla Basilica Minore di Canneto [Album Fotografico]

1 maggio a Canneto [Foto]

AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO 1-7 maggio 2017

AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO 1-7 maggio 2017

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“Non ci sarà giorno della nostra vita in cui cesseremo di essere una preoccupazione per il cuore di Dio”

(Papa Francesco, 26 aprile)

1 L

06,30 SORA-Santuario Madonna delle Grazie: S.

Messa

11,00 BASILICA-SANTUARIO MADONNA DI CANNETO:

Solenne Celebrazione Eucaristica

18,00 ROCCASECCA-Parr. S. Maria Assunta: Cresime

3 Me

09,15 SORA-Episcopio: Consiglio episcopale 11,30 CASTELLIRI-Stabilimento CEA: S. Messa

19,00 ISOLA DEL LIRI-Parr. S. Lorenzo: Cresime giovani-adulti Zona pastorale Isola Liri

4 G

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10,00 UDIENZE (Curia Cassino)

5 V

18,00 ROCCASECCA-Parr. S. Maria Assunta: Cresime giovani-adulti Zona pastorale di Aquino

6 S

09,00 CASSINO-Teatro Manzoni: Convegno F.I.D.A.P.A.

10,30 UDIENZE (Curia Sora)

18,00 S. ELIA FIUMERAPIDO: Cresime

7 D

10,00 PONTECORVO-Concattedrale: Cresime

15,00 PONTECORVO-Centro Pastorale “S. Cuore”: S.

Messa per la Festa diocesana dei Ministranti

18,00 ROCCAVIVI: Cresime giovani-adulti Zona pastorale di Balsorano

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Mostraci, Signore, il sentiero della vita

Mostraci, Signore, il sentiero della vita

Nella Celebrazione della Cresima nella Parrocchia di S.

Giovanni Battista a Cassino, il Vescovo Antonazzo ha

paragonato i cresimandi ai due discepoli di Emmaus in cammino Non poteva non salutare quei ragazzi prima della celebrazione, lo fa sempre, ma non poteva neppure salutarli in maniera personale, tanto erano numerosi, perciò il Vescovo, mons.

Gerardo Antonazzo, ha pensato bene di stabilire il primo approccio in modo diretto e un po’ informale con i 79 cresimandi della Parrocchia di S. Giovanni Battista in Cassino dall’ambone, salutandoli affettuosamente e paternamente, e dicendo scherzosamente: siete “un esercito!”. In effetti la chiesa era piena di loro e dei loro padrini e genitori e molti erano in piedi! Dando loro il benvenuto, il Vescovo ha detto:

ora ci prepariamo a questa bella celebrazione di oggi. Con poche battute ha rafforzato il senso di attesa e stabilito un’intesa, che certamente voleva portare avanti durante la celebrazione.

Solenne e partecipata si è svolta la Celebrazione Eucaristica, animata dal Coro “S. Giovanni Battista Città di Cassino”

diretto dal M° Fulvio Venditti, all’interno della quale c’è stato il rito del Sacramento della Confermazione. Una catechista, Anna Taccone, a nome di tutte, ha illustrato al Vescovo e alla comunità il percorso di catechesi compiuto, ed il Parroco, Don Antonio Colella, ha ringraziato il Vescovo e presentato i cresimandi. E il Vescovo ha voluto ancora parlare ai ragazzi, ai quali specialmente ha rivolto l’omelia, che ha coniugato perfettamente i brani della liturgia del giorno con la situazione concreta che si viveva. Per questo, riprendendo la frase di risposta del Salmo responsoriale “Mostraci,

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Signore, il sentiero della vita“, ha fatto osservare che tutta la pagina evangelica dei due discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35) proclamata poco prima, è costruita intorno al cammino.

Ha proposto allora di sostituire nel racconto ai due discepoli, due cresimandi, cioè tutti i cresimandi presenti.

Come i discepoli erano confusi, tristi, delusi e sfiduciati, e abbandonavano Gerusalemme (luogo simbolo della fede ebraica), così anche i ragazzi tante volte sono pieni di dubbi, incertezze e difficoltà, a livello sociale, ma anche familiare e personale e anche per le grandi questioni della fede. Questo porta a chiedersi: chi è oggi Gesù nella mia vita? anche io, come i due di Emmaus, parlo di Gesù al passato? Oggi è festa, ma anche a noi può accadere lungo il cammino della vita, di abbandonare la fede. Accade a tanti di celebrare e dimenticare, incontrare un annuncio e metterlo da parte come un passato ormai superato.

Come prevenire questo abbandonare ciò che abbiamo incontrato?

La soluzione c’è, ha risposto, è vero che il mondo ci manda tanti altri messaggi fuorvianti, ma prima o poi nella vita si arriva ad un bivio: lasciar perdere completamente la fede cristiana o recuperarla in pieno e farla diventare patrimonio personale. Il terzo viandante della narrazione evangelica (Gesù), ancora non riconosciuto dai due discepoli, fa per andar via, ma loro gli chiedono: “Resta con noi”. Qui si risolve la questione della nostra fede. Gesù a tavola con loro compie un gesto: spezza il pane e lo distribuisce ai due, allora “si aprirono i loro occhi e lo riconobbero”. Questo dobbiamo fare anche noi: accogliere Gesù in casa e fargli fare questo gesto, allora gli occhi della fede si riaprono. Dunque, è giusto compiere un cammino anche tormentato di fede, ma cosa fare? Dire anche noi: Resta con noi, Signore, fare in modo che Gesù la domenica spezzi il pane con noi. Così il cammino tormentato raggiunge un traguardo felice. Così la nostra fede diventa una fede non infantile ma cresciuta e “messa su strada”.

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Se partecipiamo a questo evento, allora i nostri occhi si aprono, il nostro cuore si apre e sente il grande amore di Gesù che dà la vita per noi. Il cammino, ha concluso il Vescovo, è il modello della nostra vita, lungo esso il Signore ci affianca sempre. Se lo accogliamo, Lui ci invita al banchetto della vita.

E’ seguito il rito suggestivo della preghiera di invocazione dello Spirito, dell’imposizione delle mani e dell’unzione dei cresimandi, uno per uno, con il sacro crisma, consacrato il Mercoledì Santo nella Messa crismale. Agli ormai Cresimati è stato chiesto di rispondere, a nome di tutti, alle domande per il rinnovo delle promesse battesimali ed è stata data la Comunione dal Vescovo sotto le due specie. Dopo la benedizione finale, è stato il momento della festa, degli auguri, delle foto, dei saluti. Un momento di grande gioia.

Adriana Letta Vedi ALBUM FOTO

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Inizio della Peregrinatio della Madonna di Fatima nelle Parrocchie della Diocesi

Inizio della Peregrinatio della Madonna di Fatima nelle Parrocchie della Diocesi

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nelle Parrocchie della Diocesi sembra essere il primo su Diocesi Sora Cassino Aquino Pontecorvo.

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Inizia la maturazione cristiana di 44 nuovi Cresimati

Inizia la maturazione cristiana di 44 nuovi Cresimati

Nella Parrocchia di S. Maria della Valle sabato 29 aprile il Vescovo impartisce il Sacramento della Confermazione

A S. Angelo in Theodice la parrocchia di S. Maria della Valle ha vissuto uno dei momenti più importanti della sua vita pastorale: la Cresima di ben 44 giovanissimi che hanno completato il percorso di catechesi di preparazione. Il Parroco Don Luigi D’Elia e tutta la comunità parrocchiale in fermento, hanno accolto con calore il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo, giunto puntuale sabato 29 aprile per la Messa prefestiva della III di Pasqua. Pronti anche gli emozionati Cresimandi, i loro padrini e madrine, i genitori e le catechiste. La Corale parrocchiale ha dato il via al canto di ingresso e tutti in piedi hanno fatto ala al passaggio della processione introitale dalla porta all’altare, aperta dalla Croce e dai ministranti e conclusa dai concelebranti: il Vescovo Gerardo, che presiedeva la Celebrazione Eucaristica, il Parroco Don Luigi ed il cerimoniere vescovile, Don William Di Cicco.

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Dopo la liturgia della Parola, il Vescovo ha rivolto ai ragazzi le domande di rito circa la loro volontà di ricevere il Sacramento della Confermazione e di essere testimoni di Cristo Risorto: il loro Eccomi di risposta è giunto dapprima timido, poi più sonoro. E nel corso dell’omelia Antonazzo ha ringraziato i padrini e le madrine per essere stati disponibili al compito, o missione, di affiancare i ragazzi nella loro crescita, cosa bella e delicata!, perché così si costituiscono loro come “punti di rifermento” per i giovani, sfatando la lamentela generale che i giovani non ne hanno più.

Poi ha sottolineato la frase che pronuncia il vescovo dopo le risposte dei giovani: Dio porti a compimento l’opera che in voi ha iniziato. La vita cristiana, la vita di fede, questa è l’opera di Dio, che è già iniziata con il Battesimo, perché non nasce con la Cresima, è già iniziata prima. Perciò è ben importante che la vita cristiana nella propria storia personale sia effettivamente iniziata, altrimenti Dio non potrebbe portarla a compimento. Vi dico, ragazzi – ha detto il Vescovo – non vi preoccupate della Cresima ora, ma riflettete sul Battesimo ricevuto. La prova del 9? Vediamoci domenica prossima a Messa, capirete da soli e farete 2 più 2. Se sarete presenti, vuol dire che la vostra vita cristiana è davvero cominciata. Speriamo che domenica non facciate 2 meno 2!

Questa è la verifica per capire se la vita cristiana è cominciata e se può crescere con la Cresima. Il Battesimo è il primo Sacramento non solo in ordine cronologico, esso è il fondamento, la porta che ci fa entrare nella vita cristiana, è la Prima Pasqua, il primo incontro con Gesù Risorto. Se uno non varca questa porta, l’azione di Dio non lo raggiunge perché lui non è lì. Il vangelo odierno (Lc 24, 13-35) narra dei discepoli di Emmaus che parlano di Gesù al passato, come fosse tutto finito, un po’ come oggi che molti considerano Gesù superato. La domenica, primo giorno della settimana, è l’incontro con il Signore Risorto. Allora, ha detto Antonazzo, celebriamo bene la Cresima ma portandoci dentro il cuore, il senso bello della vita cristiana!

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La Cresima, ha continuato, è indicata come il Sacramento della maturità cristiana: allora non dovremmo darlo a chi è ancora nell’età dello sviluppo? Per un adolescente la Cresima dà inizio alla maturazione verso l’età adulta, e questo deve avvenire con quei punti di riferimento credibili, quelli che voi, ragazzi, avete scelto (padrini e madrine) e quelli che non avete scelto (i genitori). La celebrazione di questo Sacramento, col dono dello Spirito, è come un assegno che Dio vi regala firmato in bianco perché si fida di voi. Questa maturazione graduale della vostra maturità cristiana oltre che umana, si compia con l’impegno di ciascuno, il vostro personale e quello di padrini, madrine e genitori.

Con tale auspicio e incoraggiamento il Vescovo ha concluso il suo dire per passare, subito dopo il rinnovo delle promesse battesimali, alla Crismazione. Ogni cresimando, chiamato per nome e accompagnato dal padrino o madrina, si è avvicinato al Vescovo che lo ha unto sulla fronte con il sacro crisma dicendo: “Ricevi il dono dello Spirito Santo. La Pace sia con te!”.

Al momento della Comunione, i Cresimati l’hanno ricevuta direttamente dal Vescovo sotto le due specie, del Pane e del Vino, gli altri fedeli invece da due ministri in file laterali, proprio per segnare l’eccezionalità del giorno della Cresima.

Con la solenne Benedizione finale impartita dal Vescovo si è conclusa una Celebrazione molto intensa e partecipata, destinata a rimanere scolpita nella memoria di 44 ragazzi della Parrocchia di S. Maria della Valle.

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Messaggio del vescovo Gerardo per la Peregrinatio della Madonna di Fatima

Peregrinatio diocesana della Madonna di Fatima

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nell’anno centenario delle apparizioni Messaggio del vescovo Gerardo

Carissimi fratelli e sorelle,

vi raggiungo con questo mio messaggio per condividere il significato spirituale della Peregrinatio diocesana della Madonna di Fatima, nel centenario delle apparizioni. La Peregrinatio inizia il 12 maggio 2017 e si conclude con il mese di maggio 2018. Coinvolge le comunità parrocchiali dell’intera diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

La statua della Madonna di Fatima

Non si tratta di una statua qualunque. Quella davanti alla quale pregheremo è la statua che la nostra diocesi custodisce nella chiesa Concattedrale di Pontecorvo, ed è una delle prime due copie realizzate dal medesimo artista portoghese (Josè Ferreira). Di queste, una è esposta nella cappella delle apparizioni a Fatima, mentre l’altra fu donata dal vescovo di Fatima al nostro cardinale Benedetto Aloisi Masella, nativo di Pontecorvo, in occasione della solenne incoronazione della statua della Madonna, celebrata dal medesimo Cardinale per mandato pontificio nel 1946. La statua raffigura la Vergine Maria così come è apparsa a Fatima secondo la fedele descrizione della veggente Lucia, e continua ad effondere il fascino spirituale che la santa Vergine esercita nella vita dei suoi figli devoti e riconoscenti.

Perché la Peregrinatio diocesana?

La prima ragione è storica, ed è rappresentata dal centenario delle apparizioni: una ricorrenza che ci permette di conoscere e riscoprire il ricco e prezioso messaggio rivelato dalla Madonna ai pastorelli Giacinta, Francesco e Lucia. Tale messaggio continua ad essere affidato alla Chiesa e all’umanità intera.

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La seconda ragione è più pastorale. La presenza spirituale della Madonna porterà un beneficio di luce, di grazia e di benedizione materna su tutte le nostre famiglie. La riscoperta del suo amore nella vita reale e quotidiana potrà consolare, guarire, incoraggiare, convertire. Sarà motivo di fiducia e di speranza. Per questo, il pellegrinaggio della statua vuole favorire il cammino di Maria tra le famiglie e per le famiglie, perché si lascino rigenerare e fortificare dal suo amore lì dove vivono, lavorano, sbagliano, gioiscono e soffrono.

La terza ragione ci chiede di raccogliere la sfida di Papa Francesco che chiede alla Chiesa di impegnarsi molto di più nell’educazione all’amore, al matrimonio, e alla famiglia, valorizzando la stupenda reciprocità e complementarietà dell’essere uomo e donna. Agli adolescenti e ai giovani deve essere rivolta la nostra particolare attenzione educativa, per orientarli a scelte di vita responsabili e complete, totali e definitive, compatibili con la propria dignità umana e ancor più cristiana. Vanno aiutati a comprendere che ogni scelta provvisoria è come fermarsi a metà strada, con il grave rischio di restare distanti dalla meta della propria felicità e compiutezza di vita.

L’icona biblica: Lc 1, 39-45

Desidero che la Peregrinatio diocesana sia illuminata dal racconto evangelico di Lc 1,39-45. Questo brano narra la peregrinatio di Maria da Nazareth verso la casa di Zaccaria ed Elisabetta, nei pressi di Gerusalemme. Maria “esce” (“si alzò”) per entrare in una famiglia, cioè “nella casa di Zaccaria”: pertanto, il pellegrinaggio di Maria verso la cugina Elisabetta è il cammino di una famiglia (Maria incinta, e Giuseppe) verso un’altra famiglia (Elisabetta incinta, e

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Zaccaria). Ancora oggi Maria si fa portatrice del saluto di Dio, della sua grazia e benedizione verso le nostre famiglie.

Per questo esse sono invitate ad accogliere la sua preziosa presenza spirituale, per crescere nell’amore e nell’armonia.

La Chiesa, sull’esempio di Maria, deve rivolgersi ad ogni famiglia per portare il “saluto” di Dio e l’annuncio del suo amore concreto e salvifico. Solo il suo amore dona verità e luce, il suo amore consola e guarisce. Secondo l’evangelista san Luca l’iniziativa di Maria verso la famiglia della cugina avviene in “fretta”. Elemento, questo, che ci ricorda come anche oggi non c’è tempo da perdere: la Chiesa, famiglia di Dio in “uscita”, imitando l’esempio della Vergine e insieme con Lei si dichiara pronta a rispondere alla sua chiamata missionaria, per andare incontro ad ogni famiglia, e annunciare la gioia dell’amore e la bellezza del matrimonio, oggi.

Il desiderio si fa impegno

Ogni forma di bigotto devozionismo è sterile. La Peregrinatio mariana porterà i suoi frutti di rinnovamento nelle famiglie se ci sarà l’impegno di tutti nell’annunciare il vangelo dell’amore: presbiteri, consacrati, aggregazioni laicali, soprattutto operatori di pastorale giovanile e familiare.

Abbiamo un debito di carità verso il mondo, al quale offrire la possibilità di lasciarsi abbracciare e commuovere dalla visita della Madre di Dio. Nessuno dovrebbe restare escluso o rimanere indietro: Maria busserà alle porte delle nostre case grazie a coloro che queste case le cercheranno per invitare ogni famiglia ad accogliere, nel piccolo segno di una statua sacra, la grande presenza di Colei che tutte le generazioni chiamano beata.

Carissimi,

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invito a recitare da soli, in coppia, in famiglia, in gruppo, in parrocchia, durante la Peregrinatio mariana questa preghiera, per esprimere con fiducia il nostro affidamento e la nostra filiale fiducia verso la Vergine dell’Amore e Regina delle famiglie:

Dio di misericordia e di perdono, noi crediamo, adoriamo, speriamo, e Vi amiamo, con la Vergine Maria.

Nostra Signora di Fatima,

la tua luce di sole in Cova d’Iria

è riflessa negli occhi di tre pastorelli, attratti al tuo volto da materna dolcezza.

Accogli anche noi, peccatori pentiti,

affidàti al tuo amore con fiducia di figli.

Dona grazia al dolore: ti offriamo le prove.

Il tuo Cuore immacolato è oasi di pace:

converti chi vive nell’inferno del male.

Nostra Signora di Fatima,

consola le prove di malati e anziani,

custodisci l’innocenza dei nostri ragazzi.

Rafforza la gioia dell’amore nuziale, asciuga le lacrime di coppie ferite,

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illumina la mente di genitori smarriti.

Rischiara il cammino di figli accecati da abbagli mortali che divorano i sogni.

Rifiorisca, o Maria, sulle labbra di tutti la dolce preghiera del santo Rosario

che apre il cuore alla grazia di Dio. Amen.

Sora, 1° maggio 2017 + Gerardo, vescovo

Calendario della Peregrinatio della Madonna di Fatima

PEREGRINATIO MADONNA DI FATIMA 12.05.17- 03.06.2018

GIORNI EFFETTIVI DELLA PEREGRINATIO PER OGNI MESE Maggio 19

Giugno 30

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Luglio 31 Agosto 31 Settembre 30 Ottobre 31 Novembre 30

Dicembre 26 ( la Peregrinatio si ferma il 22 e riparte il 27 per poi fermarsi il 30 )

Gennaio 30 ( si riparte il giorno 2 ) Febbraio 28

Marzo 24 ( Ci si ferma per le Feste di Pasqua )

Aprile 28 ( si riparte il 3, martedì di Pasqua ) Maggio 31

Giugno 3

Totale giorni effettivi Peregrinatio 372

Totale giorni di statio 15 Totale giorni peregrinatio 387

GIORNI DI PEREGRINATIO PER ZONE PASTORALI

Zona pastorale di Balsorano gg. 40 ( 20 parrocchie )

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Z o n a p a s t o r a l e d i A t i n a g g . 5 1 ( 2 7 parrocchie )

Zona pastorale di Cervaro gg. 65 ( 23 parrocchie )

Z o n a p a s t o r a l e d i C a s s i n o g g . 4 0 ( 1 0 parrocchie )

Zona pastorale di Aquino gg. 40( + 6 ) ( 15 parrocchie )

Zona pastorale di Pontecorvo gg. 70 ( 22 parrocchie ) Zona pastorale di Isola del Liri gg. 30 ( + 9 ) ( 12 parrocchie )

Zona pastorale di Sora gg. 36 ( 12 parrocchie )

N.B.

– L e Z o n e d i B a l s o r a n o e d A t i n a h a n n o m e n o g i o r n i considerando il fatto che molte comunità sono piccole

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A S. Angelo in Th. 23 nuovi Cresimati

A S. Angelo in Th. 23 nuovi Cresimati

La II domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia, dopo l’emozionante cerimonia della Benedizione da parte del Vescovo Gerardo Antonazzo della restaurata statua della Madonna della Pietà e dopo la Processione che solennemente l’ha portata dal santuario sul colle nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista al centro del paese (Vedi Articolo), si è svolta la solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo, con il conferimento del Sacramento della Confermazione. La comunità parrocchiale si è stretta intorno ai suoi simboli di fede ed ha partecipato in pienezza ad entrambi i momenti.

Ventitre ragazzi della Parrocchia: Anna Chiara, Camilla, Simone, Emanuel, Emanuela, Giulia, Valeria, Giorgio, Lorenza, Davide, Luca, Andrea, Lisa, Samuele, Cristian, Giulia, Enea, Enzo, Davide, Francesca, Gabriele, Eliseo, Pamela, hanno preso posto nei primi banchi, insieme ai loro padrini e madrine. Più in là erano i genitori, anche loro trepidanti ed emozionati come i loro adolescenti figli. E’ stata una catechista a presentare al Vescovo i cresimandi, attestando che si sono preparati a questo momento frequentando per due anni gli incontri di catechesi con interesse e partecipazione. “Li affidiamo alle sue preghiere perché possano, con la forza dello Spirito che stanno per ricevere, essere sempre testimoni dell’Amore di Dio in ogni situazione della loro vita”.

Il Vescovo li ha accolti come sempre dialogando con loro e rivolgendosi a loro direttamente, stimolandoli a prendere sempre più coscienza, con gioia e responsabilità, di quello che stavano facendo. Infatti, ponendo loro le domande di rito, non lo ha fatto in modo solo formale e dovuto, ma con tutta la

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carica di convinzione e di stimolo possibile. Ed essi hanno risposto con voce chiara e decisa affermando la loro volontà di ricevere lo Spirito Santo per diventare cristiani più adulti e consapevoli.

Nella bellissima e intensa omelia, Antonazzo ha saputo magistralmente coniugare i brani liturgici del giorno con la situazione che si viveva in quel momento, la Cresima e la presenza sia della statua tanto amata della Madonna della Pietà sia del quadro dell’Amore Misericordioso, scendendo alla concretezza della vita. E proprio su questa espressione si è soffermato a riflettere: questa parola, pietà, è spesso usata in accezioni negative, ha osservato. “Fare pietà”, per esempio, è un’espressione che significa che quella persona non vale niente; peggio ancora quando si dice: non avere pietà, che significa essere crudeli. Pensate, ha detto, alla parabola del Buon Samaritano: di fronte all’uomo pestato a sangue, alcuni passano senza badarci, l’unico ad “avere pietà” e a soccorrere il malcapitato è il Samaritano che passava di là.

Se “avere pietà” significa solo dire “Poverino!” senza portare alcun beneficio, si scivola in un vuoto pietismo.

Nell’Antico Testamento, ha proseguito il Vescovo, c’è ripetutamente una bellissima espressione riferita a Dio: per es. nell’Esodo si dice “Dio guardò l’afflizione del suo popolo e usò misericordia“, cioè Dio agisce, prende l’iniziativa, entra nella storia e decide di aiutare il suo popolo.

Ecco, ha fatto notare, questo “usare misericordia”, che è l’agire di Dio, è anche il significato della Madonna della Pietà. Guardiamo la statua, ha invitato, in questa rappresentazione Maria accoglie il dolore del Figlio-Dio, si piega su di lui e si lascia piagare dal dolore di Cristo. E’

un’icona importante, soprattutto oggi, in cui spesso l’indifferenza uccide più del dolore. Maria ci insegna come fare attenzione, mettersi in ascolto, accogliere il dolore degli altri. Se volete capire cosa vuol dire avere pietà e usare misericordia, guardate questa Madre.

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Una seconda icona della misericordia ce la offre il Vangelo.

Gesù, nella sera di Pasqua, entra nel Cenacolo dove erano 10 apostoli (mancavano Giuda e Tommaso) e dice “Pace a voi!” e mostra le sue piaghe. Cosa avremmo fatto noi, traditi dagli amici? avremmo sicuramente… presentato il conto; Gesù no, mostra le piaghe.

Una terza icona è quella del vangelo odierno (Gv 20, 19-31):

dopo otto giorni Gesù torna nel Cenacolo con le stesse parole e chiama Tommaso per nome, proprio come fra poco voi cresimandi sarete chiamati per nome uno per uno. Gesù non rimprovera Tommaso, l’incredulo, lo invita ad avvicinarsi e lo incoraggia e Tommaso risponde con una bella professione di fede. Dove si copre la distanza, rifiorisce l’amicizia.

A questo punto il Vescovo Antonazzo ha voluto fare ai giovani tre consegne: 1. imparate la tenerezza. Impregnati dall’amore di Gesù, cercate di ascoltare il dolore dei vostri amici prima che succedano cose tremende, non siate crudeli e non ripetete gli errori degli adulti. Usate pietà, ascoltate anche il silenzio di un compagno, un amico, forse è ferito dentro. 2.

Evitiamo le ostilità, le dichiarazioni di guerra, usiamo il perdono, come Gesù, lanciamo un messaggio di riconciliazione.

3. Come Tommaso, diventiamo prossimi, in famiglia, tra famiglie, persone, amici, sciogliamo la diffidenza, i pettegolezzi, le ostilità. Facciamoci prossimi. Da oggi dipende anche da voi. Ricevendo lo Spirito ricevete nel vostro c u o r e u n a t r a s f u s i o n e d i A m o r e , p i e t à , t e n e r e z z a , misericordia.

Subito dopo c’è stato il rito suggestivo della preghiera di invocazione dello Spirito, dell’imposizione delle mani e della Crismazione. Ogni ragazzo, chiamato per nome e accompagnato dal padrino o madrina, ha ricevuto dal Vescovo sulla sua f r o n t e i l s a c r o C r i s m a i n s i e m e a l l ’ a f f e t t o e all’incoraggiamento, in un momento indimenticabile.

La lunga, densa e significativa mattinata di S. Angelo in

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Theodice si è conclusa in modo festoso ed il Parroco, Don Nello, ha dichiarato: “Al termine di questa giornata, in cui abbiamo celebrato il Trecentesimo Anniversario del primo segno miracoloso della Madonna della Pietà, una sola parola voglio rivolgere a Dio, alla Vergine Maria e a tutta la nostra comunità di Sant’Angelo: GRAZIE”.

Adriana Letta

Foto di Loredana Fargnoli Vedi ALBUM FOTO

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1717 – 2017: 300 anni di devozione alla Pietà

1717 – 2017: 300 anni di devozione alla Pietà

Giornata di grazia per la comunità di S. Angelo in Theodice

Una giornata densa di eventi e memorabile per la comunità di S. Angelo in Theodice quella di domenica 23 aprile 2017, giorno del 300° anniversario dei primi segni miracolosi operati dalla Madonna della Pietà nel suo santuario. Era infatti l’Ottava di Pasqua del 1717, quando la Vergine si manifestò con un miracolo, consentendo ad una bambina di otto anni, Maria Antonietta, “inferma da più mesi a causa di una contrazione di nervi che non la faceva stare un momento di tempo senza dolore” nel suo lettino, di riuscire a muoversi liberamente e senza più dolore e tornare guarita alla normalità della vita. Questo avvenne grazie alla fede di sua madre, Domenica Cicchinelli, vedova di Antonio Sellone, residente nella città di San Germano (l’odierna Cassino), la quale già l’anno prima aveva portato la bambina, nonostante le difficoltà del trasporto, al santuario sul colle pregando intensamente la Madonna e spalmando sul collo dolorante della bambina l’olio della lampada che aveva acceso. Qualche segnale di miglioramento c’era stato e la mamma continuò a pregare tanto fino all’anno dopo, quando volle tornare di nuovo con la figlia al santuario a pregare con fervore e fiducia immensa, fino ad ottenere la guarigione, nell’Ottava di Pasqua, tre secoli fa. Da allora il santuario della Pietà divenne meta di pellegrinaggi e la devozione aumentò e si radicò fortemente nella popolazione.

Intorno a questo anniversario tanto importante, è stata organizzata una serie di eventi. E’ stato pubblicato e

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distribuito un opuscolo sulla storia della Madonna della Pietà; nei mesi scorsi la statua storica, che reca impressa la data dell’11 maggio 1947, è stata sottoposta a restauro, portata a Scafati presso la Ditta Bel Santi che ha eseguito accuratamente il lavoro (v. foto, una a lavoro avviato, l’altra a fine lavoro). Quando è stata riportata nel santuario, è stata coperta da un velo, in attesa della benedizione. E questa è avvenuta proprio nella Domenica della Divina Misericordia, con l’intervento del Vescovo mons.

Gerardo Antonazzo.

Un numeroso gruppo di santangelesi si è recato di buon mattino al santuario, dove ha pregato con Don Lorenzo, il viceparroco, poi è arrivato il Vescovo, accompagnato dal Parroco Don Nello Crescenzi e dal Sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro.

Forte è stata l’emozione di vederli scoprire insieme la statua, riportata al suo antico splendore, che il vescovo ha benedetto e incensato e i portatori hanno issato sulle spalle per portarla processionalmente nella chiesa parrocchiale nel centro del paese. Durante il tragitto si è pregato e cantato in onore della Vergine Maria con fede, ardore, partecipazione popolare più forte che mai.

Quando la processione ha raggiunto la chiesa parrocchiale di S. Giovani Battista, l’ingresso del simulacro della Vergine Maria, tra due ali di folla, è stato quanto mai festoso, toccante e solenne: la chiesa addobbata di drappi azzurri e fiori ha accolto col canto ed il forte affetto spirituale, spontaneo e familiare, del popolo di Dio la statua, che i portatori, con cura e con orgoglio, hanno collocato nel posto d’onore accanto all’altare. Un altro momento importante e solenne si preparava: la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Antonazzo, durante la quale avrebbe conferito il Sacramento della Confermazione ai ragazzi della Parrocchia che si erano preparati.

Adriana Letta

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Foto di Loredana Fargnoli

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Source: DiocesiSora.It – Vescovo

Il curriculum vitae del cristiano

Il curriculum vitae del cristiano

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Nella Chiesa Madre il Vescovo Antonazzo conferma nella fede i giovani-adulti della Zona pastorale

di Cassino

Un giorno davvero speciale per 48 giovani-adulti della Zona Pastorale di Cassino quello di domenica 23 aprile, perché hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione dalle mani del Vescovo, mons. Gerardo Antonazzo. Riuniti nella Chiesa Madre di Cassino, avendo accanto ognuno il proprio padrino o madrina, hanno atteso con gioia e trepidazione l’arrivo del Vescovo che, come suo solito, si è fermato a salutarli, sorridente e paterno, prima di iniziare la solenne Celebrazione Eucaristica.

Poi ha preso il via il sacro rito e, al momento di porre ai cresimandi le domande di rito “Volete voi…?” per vagliare la loro volontà e le loro intenzioni, il Vescovo lo ha fatto in modo dialogato, ricordando che questo è un momento che si affronta con gioia ma anche con serietà. La risposta corale ma personale dei giovani è stata decisa e sonora: “Sì, lo voglio”, come pure la risposta di genitori e padrini, invitati a dichiarare la propria volontà di impegnarsi responsabilmente ad accompagnare i giovani nel cammino cristiano come testimoni di Gesù Risorto, è stata unanime: “Sì, lo vogliamo”.

Nell’omelia Antonazzo, sceso dal presbiterio per incontrare più da vicino i giovani cresimandi, ha fatto osservare che dall’ambone è stata proclamata la Parola di Dio, che nutre come una mensa, e sono state pronunciate anche parole umane, con le quali i rappresentanti dei catechisti, Aldo Gervasio per Cassino ed una catechista per il gruppo di Cervaro, hanno descritto l’itinerario di preparazione di questi giovani cresimandi che hanno superato la fase adolescenziale. Volendo fare una sintesi tra le Parole di Dio e quelle umane, l’ha

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tratta dalla preghiera iniziale, la colletta di questa II Domenica di Pasqua, che – ha spiegato – un tempo si chiamava

“in Albis“, alludendo alle vesti bianche che gli adulti battezzati nella notte di Pasqua indossavano per una intera settimana come segno della vita nuova e immortale, e che oggi, per decisione di S. Giovanni Paolo II, viene chiamata

“Domenica della Divina Misericordia“.

Ebbene, ha proseguito il Vescovo, questa preghiera dice: “Dio di eterna misericordia, …accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti“. Alcune efficaci sottolineature del vescovo hanno ben chiarito i significati sottesi a tali parole. Accresci in noi la grazia: quale grazia? ha chiesto, additando poi le parole seguenti che indicano tre Sacramenti: il Battesimo che purifica (di inestimabile ricchezza, cioè talmente grande che non ha prezzo!); la Cresima (lo Spirito che rigenera); il Sangue che redime (l’Eucaristia). E’, per così dire, il curriculum vitae christianae, il percorso necessario, l’iniziazione alla vita cristiana, ma – ha osservato acutamente Antonazzo – c’è una grande differenza con il curriculum vitae che mandiamo nella speranza di trovare lavoro: questo dice le cose compiute da noi, studi, esperienze lavorative ecc., quello della vita cristiana, invece, dice le cose compiute da Dio per noi, è molto più importante!

Con lo Spirito della Cresima, ha continuato, si viene a completare ciò che Dio fa nella nostra vita. Oggi, siamo in grado di comprendere “l’inestimabile ricchezza” del Battesimo?

Quando lo abbiamo ricevuto eravamo troppo piccoli per capire, ora non lo siamo più. Lo Spirito ci rigenera, è la primavera dello Spirito, che promuove lo sviluppo della nostra vita cristiana, aiuta ad essere rigogliosi, a portare fiori e frutti. E’ l’impulso necessario per essere cristiani nella nostra vita. Il Vescovo ha concluso augurando che il vivere

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cristiano possa davvero crescere e consolidarsi.

Dopo il rinnovo corale delle promesse battesimali, si è proceduto al rito della crismazione, facendo risuonare il nome di ogni giovane che si accostava al vescovo per ricevere il S a c r a m e n t o e s i s e n t i v a p a l p a b i l e l ’ e m o z i o n e e l a consapevolezza dell’importanza del momento. La celebrazione è proseguita fino al termine, animata come sempre dalla Corale parrocchiale.

Adriana Letta

Foto di Alberto Ceccon

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Source: DiocesiSora.It – Vescovo

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AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO 24-30 aprile 2017

AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO

“Cristo Risorto, nostra speranza”

(Papa Francesco, 19 aprile)

24-30 aprile 2017

24 L

10,30 UDIENZE (Curia Sora)

14,00 LOURDES: Pellegrinaggio UNITALSI diocesana

25 M

LOURDES: Pellegrinaggio UNITALSI diocesana

26 Me

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LOURDES: Pellegrinaggio UNITALSI diocesana

27 G

10,00 UDIENZE (Curia Cassino)

18,00 SORA-Sala S. Restituta: Presentazione del libro sul restauro della chiesa della Madonna delle Grazie

28 V

09,30 SORA-Scuola Primaria “A. Carbone”:

Incontro con Docenti e Alunni

18,30 SORA-Cattedrale: Cresime dei giovani- adulti della Zona pastorale

29 S

10,00 UDIENZE (Curia di Sora)

18,00 S. ANGELO IN TH. – Parr. S. Maria della Valle: Cresime

30 D

10,00 CASSINO-Parr. S. Giovanni: Cresime

16,00 ROSANISCO: Incontro delle Famiglie della Zona pastorale di Atina

17,00 PONTECORVO. Parr. SS.ma Annunziata:

Cresime

20,30 S. ELIA F.R.: Processione della Madonna

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delle Indulgenze e benedizione finale

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