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Repubblica Italiana Assemblea Regionale Siciliana XV Legislatura RESOCONTO STENOGRAFICO 6ª SEDUTA MERCOLEDI 18 GIUGNO 2008

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Assemblea Regionale Siciliana XV Legislatura

RESOCONTO STENOGRAFICO 6ª SEDUTA

MERCOLEDI’ 18 GIUGNO 2008

Presidenza del Presidente CASCIO

A cura del Servizio Resoconti

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INDICE

Assemblea regionale siciliana

(Comunicazione di opzione per la carica di deputato regionale) . . . 3, 21

(Comunicazione di dimissioni dalla carica di deputato regionale) . . . 3

Commissioni parlamentari (Comunicazione di decreti di costituzione) . . . 3

(Rinvio di elezione) . . . 5

Congedi . . . 3

Governo regionale (Comunicazione di decreto presidenziale relativo alla preposizione degli assessori regionali ai singoli rami dell’Amministrazione regionale) . . . 4

(Comunicazione del programma di Governo da parte del Presidente della Regione): PRESIDENTE . . . 5, 14, 21, 46 LOMBARDO, presidente della Regione . . . 6, 43 CRACOLICI (PD) . . . 14

FORMICA (PDL) . . . 18

LACCOTO (PD) . . . 21

LEANZA NICOLA (MPA-Alleati per il Sud) . . . 24

CAPUTO (PDL) . . . 27

DI GUARDO (PD) . . . 29

MAIRA (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) . . . 32

PANEPINTO (PD) . . . 33

ODDO (PD) . . . 36

LEONTINI (PDL) . . . 39

Gruppi parlamentari (Comunicazione relativa a nomina di presidente) . . . 4

(Comunicazione relativa a elezione a cariche interne). . . 4

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La seduta è aperta alle ore 10.38

GENNUSO, segretario, dà lettura del processo verbale delle sedute numero 4 e numero 5 del 5 giugno 2008 che, non sorgendo osservazioni, si intendono approvati.

PRESIDENTE. Ricordo che, in base a quanto già stabilito dal Consiglio di Presidenza, la presenza di ciascun deputato in Aula ai fini amministrativi è rilevabile attraverso l’inserimento della tessera personale per il voto nell’apposito alloggiamento.

Onorevoli colleghi, invito l’Aula ad osservare un minuto di silenzio in segno di omaggio alle vittime del lavoro di Mineo.

(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio) Congedi

PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Galvagno, De Benedictis, Adamo, sono in congedo per la presente seduta.

L’Assemblea ne prende atto.

Comunicazione di opzione per la carica di deputato regionale

PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Antonio Antinoro, eletto senatore della Repubblica e deputato regionale, ha optato, ai sensi dell’articolo 10 sexies della legge regionale numero 29/1951 e successive modifiche ed integrazioni, per la carica di deputato regionale.

L’Assemblea ne prende atto.

Comunicazione di dimissioni dalla carica di deputato regionale, ai sensi dell’articolo 3, ultimo comma, dello Statuto

PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Angelo Salvatore Lombardo, eletto deputato alla Camera dei Deputati, con nota del 26 maggio 2008, pervenuta il 18 giugno 2008, ha optato per la carica di deputato della Camera, rassegnando quindi le dimissioni da deputato regionale.

Essendo le dimissioni dettate da motivi di incompatibilità, l’Assemblea non può che prenderne atto.

Alla relativa sostituzione si procederà a termini di Regolamento.

L’Assemblea ne prende atto.

Comunicazione di decreti di costituzione di Commissioni

PRESIDENTE. Comunico che, con decreto del Presidente dell’Assemblea regionale numero 17 dell’11 giugno 2008, a decorrere dal 5 giugno 2008, è costituita la Commissione per il Regolamento, presieduta ai sensi dell’articolo 39 del Regolamento dal Presidente dell’Assemblea e composta dai seguenti deputati: Barbagallo Giovanni, Cracolici Antonino, De Luca Cateno, Leanza Nicola, Leontini Innocenzo, Maira Raimondo, Pogliese Salvatore, Speziale Calogero.

Comunico, altresì, che, con decreto del Presidente dell’Assemblea regionale siciliana numero 18 dell’11 giugno 2008, a decorrere dal 5 giugno 2008, è costituita la Commissione per

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la Verifica dei Poteri presieduta ai sensi dell’articolo 40 del Regolamento dal Presidente dell’Assemblea e composta dai seguenti deputati: Arena Giuseppe, Campagna Alberto, D’Asero Antonio, Gucciardi Baldassare, Laccoto Giuseppe, Maira Raimondo, Panarello Filippo, Termine Salvatore, Vinciullo Vincenzo.

Comunico, infine, che, con decreto del Presidente dell’Assemblea regionale siciliana numero 19 dell’11 giugno 2008, a decorrere dal 5 giugno 2008, è costituita la Commissione per la Vigilanza sulla Biblioteca, composta dai seguenti deputati: Apprendi Giuseppe, Bosco Antonino, Leontini Innocenzo.

L’Assemblea ne prende atto.

Comunicazione relativa a nomina di Presidente di Gruppo parlamentare

PRESIDENTE. Comunico che con nota del 17 giugno 2008 l’onorevole Giulia Adamo ha dichiarato di esercitare le funzioni di presidente del Gruppo Misto.

L’Assemblea ne prende atto.

Comunicazione di elezione a cariche interne a Gruppo parlamentare

PRESIDENTE. Comunico che il Gruppo parlamentare del PDL, in data 5 giugno 2008, ha eletto all’unanimità l’onorevole Innocenzo Leontini alla carica di presidente e l’onorevole Salvatore Pogliese alla carica di vicepresidente del Gruppo medesimo.

L’Assemblea ne prende atto.

Comunicazione di decreto presidenziale relativo alla preposizione degli Assessori regionali ai singoli rami dell’Amministrazione regionale

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura del decreto presidenziale numero 317/Area 1^/S.G. del 5 giugno 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana numero 26 del 7 giugno 2008 - Parte I -, relativo alla preposizione degli assessori regionali ai singoli rami dell’Amministrazione regionale, alla destinazione di un assessore alla Presidenza con contestuale individuazione delle materie di competenza presidenziali da delegare allo stesso, nonché all’attribuzione delle funzioni di vicepresidente ad uno degli assessori.

GENNUSO, segretario:

(omissis)

«Articolo 1

Gli assessori regionali nominati con decreto presidenziale n. 278/Area 1^/S.G. del 27 maggio 2008, sono come di seguito preposti ai singoli Assessorati regionali di cui all’articolo 6 della legge regionale 29 dicembre 1962, numero 28, e successive modifiche ed integrazioni.

professore Giovanni La Via - Assessorato regionale dell’agricoltura e delle foreste;

onorevole Antonio Antinoro - Assessorato regionale dei beni culturali e ambientali e della pubblica istruzione;

onorevole Michele Cimino - Assessorato regionale del bilancio e delle finanze;

onorevole Giovanni Roberto Di Mauro - Assessorato regionale della cooperazione, del commercio, dell’artigianato e della pesca;

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onorevole Francesco Scoma - Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali;

onorevole Giuseppe Gianni - Assessorato regionale dell’industria;

onorevole Carmelo Incardona - Assessorato regionale del lavoro, della previdenza sociale, della formazione professionale e dell’emigrazione;

onorevole Luigi Gentile - Assessorato regionale dei lavori pubblici;

dottore Massimo Russo - Assessorato regionale della sanità;

dottore Giuseppe Sorbello - Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente;

onorevole Giambattista Bufardeci - Assessorato regionale del turismo, delle comunicazioni e dei trasporti.

Articolo 2

E’ destinato alla Presidenza della Regione l’assessore dottore Giovanni Ilarda, al quale è delegata la trattazione degli affari ricompresi nelle competenze del Dipartimento regionale del personale, dei servizi generali, di quiescenza, previdenza ed assistenza del personale, del Dipartimento regionale della protezione civile nonchè delle iniziative di competenza presidenziale per l’accelerazione di processi d’innovazione; alle dipendenze dello stesso Assessore sono, altresì, posti l’Ufficio speciale Autorità di audit dei programmi cofinanziati dalla Commissione europea e l’Ufficio speciale Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dalla Commissione europea e l’Ufficio speciale per la cooperazione decentrata allo sviluppo ed alla solidarietà internazionale.

Articolo 3

Le funzioni di vicepresidente sono attribuite all’onorevole assessore Giambattista Bufardeci che sostituisce il Presidente della Regione siciliana, in caso di assenza o impedimento.

Articolo 4

Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana».

PRESIDENTE. L’Assemblea ne prende atto.

Rinvio di elezione delle Commissioni legislative permanenti e della Commissione permanente per l’esame delle questioni concernenti l’attività dell’Unione Europea.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non essendo ancora pervenute tutte le designazioni per l’elezione dei componenti delle Commissioni, si rende opportuno differire la votazione e passare al secondo punto dell’ordine del giorno. Ove nel corso della seduta pervenissero le designazioni dei Gruppi parlamentari, si procederà successivamente all’elezione delle Commissioni.

Comunicazione del programma di Governo da parte del Presidente della Regione PRESIDENTE. Si passa al secondo punto dell’ordine del giorno: Comunicazione del programma di Governo da parte del Presidente della Regione.

Ai fini dell’organizzazione dei tempi della discussione, in assenza di determinazioni da parte della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, la Presidenza ha ritenuto di applicare,

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per analogia, l’articolo 103, comma 2 del Regolamento interno, secondo cui la durata dell’intervento di un deputato, in sede di discussione generale di un disegno di legge, non può eccedere i quindici minuti.

Durante il corso dell’intervento del Presidente della Regione invito i deputati che volessero intervenire durante il dibattito a iscriversi a parlare.

Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione per le comunicazioni del programma di Governo.

LOMBARDO, presidente della Regione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rendo in quest’Aula dichiarazioni programmatiche ispirate a senso di realismo, concretezza e attualità. E lo faccio non soltanto per compiere questo atto che è dovuto, ma perché, all’insegna della concretezza, del realismo, dell’attualità intendo, per conto del Governo, intraprendere un percorso comune nel rispetto dei ruoli del Governo e dell’Assemblea, entrambi preziosi e insostituibili, perché si possa insieme, in virtù del mandato e dell’onere ricevuto dal popolo siciliano, fare fino in fondo il nostro dovere.

E proprio in merito all’attualità, non posso che associarmi, insieme a tutto il Governo, al dolore che il popolo siciliano ha espresso alle comunità locali, alle famiglie delle vittime della tragedia di Mineo.

Siamo stati presenti, l’Assemblea e il Governo, sin dal momento della tragedia, qualche ora dopo eravamo già lì e abbiamo partecipato al dolore delle famiglie nonché alle onoranze funebri a Ragusa e a Mineo, interpretando, dopo averla sentita, signor Presidente, anche la volontà e la determinazione di questa Assemblea. Il Governo ha assicurato una concreta e immediata prova di solidarietà alle famiglie, nonché ha anticipato un disegno di legge attraverso il quale consentire a quelle famiglie, con l’assunzione nella pubblica amministrazione di un loro familiare, di potere affrontare la vita più serenamente seppure il dolore resta sicuramente incolmabile.

Oltre alla presentazione di questo disegno di legge, dopo avere nei giorni scorsi sentito le organizzazioni sindacali, ci siamo impegnati a intervenire per potenziare gli strumenti che garantiscano più sicurezza nel lavoro, nelle imprese pubbliche e private, attraverso azioni amministrative e azioni legislative, potenziando i controlli, rafforzando gli Ispettorati del lavoro, incrementando la cultura della formazione alla prevenzione, ipotizzando e cercando di inserire elementi di premialità per chi adempie al proprio dovere, potenziando gli strumenti che garantiscano sicurezza nel lavoro e sanzioni invece per gli inadempienti.

Per quanto riguarda il tema del lavoro e dell’occupazione, la risposta alla domanda di lavoro e di occupazione - risposta che molto spesso non riusciamo a dare in modo esauriente, come ben sappiamo - soprattutto ai giovani e ai giovanissimi che reagiscono emigrando dalla nostra Terra, questo Governo intende impegnarsi affinché l’occupazione scaturisca da investimenti che vanno orientati ovviamente sullo sviluppo.

Abbiamo constatato che noi stessi nel passato abbiamo sbagliato profondamente essendoci limitati ad una risposta molto, molto parziale, laddove abbiamo ritenuto di potere rispondere alla domanda di lavoro con assunzioni nella pubblica amministrazione. Questo è stato sicuramente un errore. La situazione è quella per cui gran parte della spesa regionale viene impegnata nel fronteggiare questa impostazione e nel corrispondere indennità ai dipendenti della Regione, delle Aziende e delle Agenzie che alla Regione fanno capo.

Abbiamo l’impegno di compiere un censimento attento del numero di questi dipendenti, delle professionalità possedute che sono significative e preziose e abbiamo inoltre da compiere un lavoro che sia orientato alla riqualificazione e che porti ad un impiego proficuo di queste centinaia e migliaia di dipendenti, anche perché ci accorgiamo che, dinanzi ad un numero

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elevato di dipendenti, dalla nostra Amministrazione riscontriamo carenze che vengono giorno per giorno lamentate in vari rami dell’Amministrazione, negli Assessorati di questa Regione.

Credo che in questo ci soccorreranno, oltre che un piano straordinario che seguirà al censimento di riqualificazione e di migliore impiego, l’uso delle tecnologie informatiche così come l’impegno del Governo a non compiere assolutamente alcuna assunzione nell’Amministrazione regionale, nelle Agenzie o nelle Aziende. Tale piano dovrà portarci oltre che ad un migliore e più proficuo impiego, così come tante altre iniziative che nei vari settori dell’Amministrazione si andranno operando, a ricavare risorse che dovranno essere impegnate nello sviluppo; sviluppo dal quale dovranno scaturire varie opportunità di lavoro per i giovani.

E già da ieri, quindi da subito, da quando ci siamo insediati, abbiamo comunicato ciò con una circolare i cui contenuti non sono derogabili. E, al riguardo, anticipo che un impegno che questa Assemblea dovrà adempiere è quello di emanare una legge sul mercato del lavoro, legge della quale anche nelle scorse legislature si è parlato.

A proposito di lavoro non si può non dire una parola sul tema ad esso strettamente connesso, quello della formazione professionale. Ne abbiamo parlato in sede di Unione delle province e abbiamo verificato che, forse, delegare questa materia, o decentrarla che dir si voglia, ad un ambito territoriale più ristretto, quale la Provincia - che può cogliere più da vicino la domanda di formazione e organizzarla, orientarla verso lo sbocco dell’occupazione e del lavoro - può essere una risposta opportuna; e, al tempo stesso, non c’è dubbio che l’argomento merita una revisione nell’ambito di una riforma che compete ovviamente a questa Assemblea. La constatazione che le centinaia o le migliaia di persone cui si assicura la formazione non trovano lavoro e che gran parte della spesa orientata alla formazione è assorbita per le indennità ai formatori non può ovviamente che essere oggetto di una riflessione e di una riforma che impegnerà questa Assemblea e vedrà il Governo attento nel suo ruolo propositivo e nel portare avanti la propria proposta.

In uno con questo, a proposito della burocrazia e a proposito dei nostri dipendenti, c’è l’impegno - che abbiamo assunto e che confermiamo - affinché la burocrazia e l’apparato burocratico regionale vengano percepiti come presenze amiche piuttosto che come impedimenti allo sviluppo nella nostra terra. E’ un impegno su più fronti, un impegno che vedrà concorde il Governo e questa Assemblea.

Un fronte è quello della produzione legislativa; al riguardo occorre procedere a delegificare piuttosto che ad arricchire la legislazione di nuove leggi, occorre arrivare ai testi unici, ad una semplificazione legislativa che aiuti il cittadino, ma anche la nostra burocrazia. Talvolta, infatti, ci si ritrova dinnanzi a più leggi o a più interpretazioni di una stessa norma. Questo chiaramente nuoce moltissimo allo sviluppo e ai cittadini. Così come bisogna legiferare in materia di certezza nei rapporti tra il cittadino e la pubblica Amministrazione, nel senso che devono esserci regole certe e tempi certi nelle risposte che si attendono.

Circa il processo di riforma e di recupero di risorse, un argomento ed un tema che questo Governo ha all’ordine del giorno - per la verità lo eredita dal precedente Governo e se ne fa carico con grande senso di responsabilità - è il tema del rientro della spesa sanitaria.

In questi pochi giorni dal suo insediamento e fino a ieri, l'Assessore competente ha operato i confronti indispensabili con i rappresentanti delle varie categorie del mondo sanitario perché, comunque, si addivenga a scelte il più possibile condivise. Dovrà trattarsi di un piano di rientro che, piuttosto che portare sic et simpliciter a dei tagli, comporterà una strategia nuova che dovrà essere il primo passo per un nuovo piano sanitario regionale. Anche questo tenendo sempre conto di una considerazione che è sotto gli occhi di tutti: 8 miliardi e mezzo su 15, o qualcosa di più del nostro bilancio regionale, pesano troppo!

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C'è da puntare sulle non poche eccellenze che in questi anni si sono affermate; c'è da dare forza e coraggio agli operatori della sanità, talvolta e molto spesso ingiustamente vilipesi; c'è da attuare un’impostazione diversa, credo.

Il mio punto di vista è che bisognerà rivolgere una attenzione privilegiata al territorio piuttosto che all'ospedale, guardare ad alcune figure che sono centrali in questa nuova impostazione: quelle di primo impatto con il cittadino-paziente che sono i medici di medicina generale e poi, con grande rigore, con grande obiettività, che certamente non ci mancherà in questo come in qualunque altro ramo dell'Amministrazione, determinare un cambiamento che non può essere orientato soltanto a dire che una certa guardia medica è di troppo, o ad abolire un presidio di ambulanza o qualche posto letto lasciando tutto il resto immutato come se niente fosse. Questo assolutamente no! Se oggi registriamo una condizione che merita un profondo superamento, questo superamento certamente non potrà determinare disagi nei cittadini, ma dovrà essere orientato ad un’azione di radicale revisione.

E, a proposito di lavoro e di risorse, deve essere privilegiato e prioritario un nostro impegno orientato allo sviluppo dell'impresa, e dell'impresa industriale in maniera particolare.

Si parla da troppo tempo di riformare il sistema delle nostre aree di sviluppo industriale. Non vorrei sbagliarmi, ma sono stato deputato fino ad una dozzina di anni fa, e già allora si sentiva spesso parlare di tale esigenza.

Anche l’onorevole Assessore per l'industria, con il quale in questi giorni più volte ci siamo incontrati, constatato che questo apparato vede circa 700 componenti di assemblee, che dovrebbero essere peraltro in possesso di requisiti pressoché impossibili, destinati a governare un sistema di imprese che, complessivamente, se guardiamo a quelle che sono allocate nelle nostre aree di sviluppo industriale, forse non superano le 2.500, sono forse un poco troppi.

Devo dirvi con molta franchezza - e lo dichiaro apertamente - che ho toccato con mano che qualche gestione commissariale, che temevo si fosse protratta più del giusto, è stata invece una gestione commissariale virtuosa: affidata nelle mani di una sola persona, le decisioni sono state assunte con grande celerità. Sono per il superamento delle gestioni commissariali, ma se da qui ad allora questa Assemblea volesse riformare questo sistema - come ritengo sia indispensabile - non credo che questo mancherebbe di apportare benefici effetti. Da parte nostra, non mancheremo di svolgere il nostro ruolo di Governo che propone.

Il sistema industriale ha bisogno di una attenzione particolare. Nei giorni scorsi mi sono incontrato con l'Assessore in quanto credo che oggi non ci sia ambito industriale, o area industriale, o impresa più o meno grande, dalla FIAT di Termini Imerese alla CESAME di Catania di ieri o alla ST di Catania di domani, che non registrino o non facciano prospettare condizioni di crisi.

E’ stato importante istituire questo gruppo di lavoro - loro lo chiamano task force, credo che per noi possa bastare gruppo di lavoro - per esaminare situazioni nelle quali non c'è dubbio che il Governo dovrà assicurare il massimo di attenzione.

Il Governo dovrà assicurare il massimo di attenzione, ma va rivisto tutto il sistema degli aiuti e dei contributi da parte del Governo regionale e da parte del Governo nazionale; non sono poche le imprese che si sono impiantate, che hanno realizzato stabilimenti per centinaia e centinaia di milioni di euro, che sono il frutto di contributi derivanti da leggi, le più varie, e i cui numeri ormai talvolta sono anche passati di moda e non li ricordiamo e, talvolta, hanno assorbito tutta la dotazione dell'intera Regione siciliana ed oggi, come se niente fosse, magari accampando ulteriori legittime aspettative, anticipano che da qui a qualche mese potrebbero lasciare il nostro sistema produttivo.

Qui c'è un nostro impegno che riguarda, intanto, il Governo nazionale anche nel nostro rapporto con l'Unione Europea per una fiscalità diversa, o speciale, o di vantaggio che consenta di assicurare a queste aree industriali, molte delle quali sono semideserte e hanno bisogno di

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infrastrutture, i servizi e le infrastrutture. E noi impianteremo in tutte le aree di sviluppo industriale che funzionano e poi verranno assicurate e gestite dal sistema industriale che, se produce utili, governa anche i servizi e assicura le manutenzioni. E’ ciò che dobbiamo fare e per riuscirci occorre che attecchiscano e a tal fine dobbiamo batterci per una fiscalità speciale nel territorio del Mezzogiorno corrispondente con l'obiettivo convergenza. E in Sicilia dobbiamo anche esaminare, questo è competenza di questa Assemblea, una fiscalità speciale che riguardi la tassazione di competenza di questa nostra Regione.

E, a proposito di industria e di risorse, ritengo che il Governo debba rivedere il Piano energetico relativo alle risorse energetiche, aggiornarlo e prenderne conoscenza; da esso, infatti, possono derivare grandi opportunità e grandi risorse per la Sicilia.

Questo Piano riguarda un tema scottante e delicato, quello della produzione di energia che in Sicilia è cospicua, che ci fa rivedere il rapporto con le aziende e le imprese che devono assicurare il potenziamento del servizio di distribuzione dell’energia.

Lo stiamo già facendo, stiamo superando ostacoli e difficoltà che hanno lasciato inutilizzati investimenti per centinaia di milioni di euro da qualche anno a questa parte e, insieme col tema dell’energia e dell’ambiente, dobbiamo affrontare anche il problema relativo alla raffinazione del petrolio che in Sicilia fa registrare che il 60 per cento del fabbisogno nazionale di carburanti viene prodotto dalle nostre parti con un pregiudizio non irrilevante, tutt’altro che irrilevante, nei confronti dell’ambiente e nei confronti della salute.

Da parte dell’assessorato competente c’è un impegno preciso perché, attraverso un confronto serio e costruttivo con le imprese del settore, si possa consentire ogni garanzia ulteriore per la salute e arrivare al superamento di questo sistema industriale, perché da qui a qualche decennio - noi dobbiamo porci il problema sin da oggi - si esaurirà il petrolio e quindi la materia prima della raffinazione e anche di quel tipo di produzione di energia elettrica.

Pensare che queste imprese comincino ad impostare oggi il superamento di quel sistema, nonché la diversificazione produttiva, credo che sia una cosa seria ed importante.

C’è, a proposito di energia e di energia alternativa, da affrontare nel nostro Piano energetico il tema della produzione di energia a partire dal vento e dal sole! E al riguardo dobbiamo fare attenzione, onorevoli colleghi, e chiederci se vogliamo continuare così e permettere che progetti per grandi impianti dell’eolico, e domani del fotovoltaico, vengano costruiti in Sicilia ad iniziativa di grandi gruppi che ne hanno la capacità finanziaria con utili che in grande parte, compresi i contributi che si ricavano, vadano a finire altrove? O vogliamo – come io credo ed è la mia impostazione – assicurare dimensioni tali che siano compatibili con le capacità finanziarie dei nostri imprenditori ed anche dei nostri coltivatori?

A mio avviso, su questo argomento, su questo tema, oltre alla verifica che dobbiamo fare all’interno del Governo, è importante che l’Assemblea si esprima.

A proposito di ambiente, è all’ordine del giorno e impegna giorno per giorno il Governo, come sapete, il tema dello smaltimento e della raccolta dei rifiuti. Su di esso, questa Assemblea entro qualche mese credo sarà chiamata ad esprimersi nuovamente. Quando abbiamo adottato l’avvio di questa semplificazione del sistema degli ambiti, la cui parte essenziale non è la riduzione del numero, bensì il rapporto sindaci-cittadini, noi ci siamo riferiti ad una previsione legislativa contenuta nella finanziaria dell’anno precedente.

Se vogliamo trarre, non soltanto da parte dell’Agenzia - ci viene rilevato spunto da gestioni virtuose che in qualche ambito si sono registrate - bisognerà modificare quella previsione legislativa e naturalmente il Governo che non può che valorizzarla e prenderne atto, è pronto a fare la sua proposta che poi da questa Aula dovrà essere approvata ed adottata.

Lo stesso discorso vale per quanto riguarda l’impegno del Governo per la materia dei termovalorizzatori, la cui gara dovrà essere, come si sa, preimpostata perché non si arrivi in

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ritardo con la scadenza del termine prevedibile di esaurimento e di saturazione del sistema delle discariche che si hanno in Sicilia.

Riceverò più tardi, nel primo incontro informale con l’Assessore Cimino, notizie circa l’impostazione del Documento di programmazione economica e finanziaria del Governo nazionale; e di ciò ci occuperemo da subito.

A tal proposito, in quanto afferenti in grande parte al bilancio – ma di afferenze ce ne sono, signori Assessori, su tutti i rami dell’Amministrazione regionale – occorrerà esaminare il tema delle Partecipazioni che dovrà essere affrontato con uno spirito preciso, quello di una semplificazione radicale.

Credo che non serva a questa Regione tenere in campo decine e decine di organismi, enti o quant’altro, molti dei quali hanno già assolto o forse esaurito le loro funzioni; tutto quanto non serve non potrà essere preso in considerazione da questo Governo per un suo superamento razionale, ma credo anche abbastanza forte e determinato.

A proposito di partecipazione, come saprete, vi sono nostre partecipazioni nel sistema del credito.

Ho incontrato, prima di esprimere rappresentanze che, sicuramente, non sono in capo ai nostri pensieri o ambizioni su questo o altro istituto di credito, in particolare faccio riferimento al Banco di Sicilia, il vertice di un istituto di credito che non è il Banco di Sicilia, bensì la grande Multinazionale Bancaria di cui Alessandro Profumo è l’Amministratore delegato, ed attendo che mi vengano forniti i dati precisi sulla raccolta del risparmio e quanto in percentuale viene impiegato sul nostro territorio, senza trascurare i margini di autonomie decisionali assicurati agli ambiti regionali, nonché il rapporto con le professionalità e le dirigenze e il personale di questa Regione prima di formulare una proposta e di fare una nostra valutazione.

Siamo consapevoli, infatti, del fatto di dovere valutare il ruolo importante che svolge il mondo della cooperazione sostenuto dall’IRCAC e come questo mondo e questo ruolo vada valorizzato nel nostro tessuto economico e sociale.

Altrettanto dicasi per il preziosissimo tessuto delle circa 80 mila imprese artigiane che, purtroppo, conquistano più difficilmente le prime pagine rispetto a qualche grande impresa che assicura 1000-1500 posti di lavoro e che, però, ha una risonanza e una ridondanza di livello europeo. Queste 80 mila imprese, cui corrispondono altrettante famiglie, se non il doppio, sono sostenute da un altro istituto di credito ed entrambi hanno bisogno di essere potenziati, o va rivisto il loro ruolo, se si vuole approfondire il delicato settore delle partecipazioni. Mi riferisco alla CRIAS, in uno con l’IRFIS, dove resta, invece, minoritaria la nostra partecipazione e chiaramente necessita uno strumento utile alle imprese e alle famiglie siciliane. In una Regione nella quale, onorevoli colleghi, stanno nascendo qua e là piccoli istituti, cooperative del credito, piccole banche che forse hanno bisogno di essere sostenute, di essere messe in rete, di essere aiutate a superare quella dimensione locale e localistica che non consente loro di fronteggiare l'impatto con la domanda di una grande impresa che ci auguriamo cresca e per cui ci impegneremo per il loro sviluppo in Sicilia.

A proposito dell’Amministrazione che si occupa di cooperazione e di artigianato, l'Assessore per la pesca ha già affrontato un tema delicato, dopo un confronto serio con gli operatori delle marinerie che hanno evidenziato la drammaticità dei loro problemi, ed ha reperito – credo - alcune risorse che consentiranno immediatamente di fronteggiare l’emergenza di tipo strutturale. Quando si parla di fronteggiare il caro petrolio, di vietare l’uso di taluni strumenti o reti, del tema delicatissimo delle acque territoriali di altri paesi, del fermo biologico, argpmenti che rischiano di mettere in ginocchio le nostre marinerie, il tema è di tale importanza che necessita un impegno straordinario da parte di questo Governo.

E così anche per gli altri settori dell'Amministrazione regionale che sono tutti impegnati a cominciare, anzi, a continuare; e mi riferisco anche a quello dell'agricoltura, con il cui

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Assessore abbiamo avuto più confronti e lo stesso Assessore ha presieduto incontri che ci hanno consentito di fronteggiare alcune emergenze, come ad esempio quella degli incendi.

E’ stato tanto criticato l'impiego dell'esercito in alcune città metropolitane e per la verità, personalmente, ho rilanciato al ministro La Russa l’idea dell’impiego straordinario di risorse umane perchè non si ripeta l'anno prossimo quanto accaduto. Ritengo ciò di grande importanza. Era troppo tardi per le produzioni cerealicole perché sono state ‘messe nei granai’, ma le stesse sono state intaccate non poco da incendi e come sappiamo nel 95 per cento dei casi sono di natura dolosa.

Così come nel settore dell’agricoltura va ulteriormente potenziato quanto si sta facendo ed è sicuramente da sottolineare in quanto di grande importanza e di grande rilievo. L'Assessore, non solo ne conviene, ma ha proposto un piano straordinario perché attraverso una Agenzia si affronti il tema della produzione e della commercializzazione per superare la polverizzazione dell'offerta e consentire un confronto più serio con una grande distribuzione che rischia di tagliare fuori i nostri prodotti agricoli.

Nel settore del turismo è all'attenzione dell'Assessorato competente una proposta unitaria che ci consenta di non disperdere, in mille rivoli, la promozione del nostro sistema, che è fatto di beni culturali, di ambiente, di ospitalità, di eventi che devono qualificarsi per il grande respiro anche internazionale.

Così come nel servizio del turismo, dell’agricoltura e dell'economia siciliana dovranno potenziarsi le infrastrutture, il completamento dell'anello autostradale, la definizione di un piano degli aeroporti di primo e di secondo livello, l'attenzione ai porti, il primo dei quali quello di Augusta, perchè ha fondali più praticabili e, quindi, sarà oggetto di una riflessione domani pomeriggio al Ministero Ambiente dinnanzi a una disponibilità di decine di milioni di euro che verranno investiti per la liberazione di quei fondali da residui altamente inquinati.

A proposito di piccole e grandi infrastrutture, non c’è dubbio che questo Governo non poteva che fare ricorso alla Corte costituzionale. Al riguardo, l’azione politica, piuttosto che al ricorso alla via giuridica, dovrà portarci al superamento di una impostazione che vede usare una copertura finanziaria che ci priva di quel poco che ci siamo conquistati - e poco non è – e che ci consente di fronteggiare tante emergenze relative non soltanto alle strade provinciali.

Un confronto forte, onorevoli colleghi, va fatto, invece, con le ferrovie. Credo, infatti, che la Sicilia sia stata completamente esclusa dai piani delle ferrovie non so da quanti anni o da quanti decenni a questa parte.

A proposito di turismo e non soltanto, altro argomento importante è quello che riguarda la grande risorsa dei beni culturali che rischiano di rimanere inesplorati e protetti al tempo stesso, o scoperti ed esplorati, poco valorizzati e trascurati al punto da lasciarli deteriorare laddove, invece, occorre pensare, onorevoli colleghi, ad una strategia che ci consenta - vista la limitatezza delle risorse di cui disponiamo - di coinvolgere i privati e le fondazioni per una migliore cura e una migliore fruizione dei medesimi beni culturali.

Circa la pubblica istruzione, ritengo che la nostra storia debba essere insegnata ai nostri figli magari con qualche correzione rispetto alla impostazione corrente, perché si insegni loro quello che di buono si è vissuto in questa terra e si segnali quello che di cattivo esiste perché i nostri figli, così come si è iniziato da qualche anno a questa parte, imparino a conoscere e a combattere la parte non sana, mi riferisco in maniera particolare a quella criminalità che ormai costituisce una palla al piede per la nostra economia e per la nostra società.

Così come ritengo di riferire, dovunque mi recherò - e lo farò personalmente, incontrando giovani e non solo - le nozioni sulla nostra Autonomia e sul nostro Statuto diffondendole tra i nostri giovani e i nostri cittadini.

Un’attenzione particolare va alla valorizzazione del ruolo degli enti locali e delle autonomie locali.

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Per quanto riguarda i comuni, non ho trovato Comune, dal più grande al più piccolo della Sicilia, non afflitto da una condizione finanziaria che rischia di sconfinare nella bancarotta o nel dissesto e che, quindi, merita un’attenzione particolare ed una impostazione strategica particolare.

Non si tratta di dare addosso a questa o a quell’altra amministrazione, ma - mi si creda - l’80 per cento, il 90 per cento dei comuni vivono queste condizioni in un momento nel quale, onorevoli colleghi, una previsione legislativa, forse del 2000, la numero 10 - non vorrei sbagliarmi - prevedeva che questa Regione e questo Governo venissero alleggeriti di competenze e poteri, in uno con il personale (e come se non ne avremmo da delegare, da devolvere!) e in uno con le risorse corrispondenti; e ciò ci consentirebbe di compiere un percorso più agile ed assicurare agli enti locali servizi sicuramente più efficienti perché più da vicino sottoposti al controllo e alla verifica dei cittadini. All’indomani di elezioni comunali e provinciali, il mio punto di vista era diverso, poi è stato lasciato in tronco un disegno di legge che non affrontava solo la materia elettorale; riconosco che indubbiamente bisogna fronteggiare il rischio di una frammentazione che confonde e non serve, così come riconosco tanti altri errori, onorevoli colleghi.

Ritengo che sia tipico delle persone non dico particolarmente intelligenti, ma di buon senso, ascoltare gli altri, farsi trasfondere un poco di altrui intelligenza, una semplificazione che non deve tagliare la testa ad alcuna formazione, ma che dovrà concentrarci nella scelta di opzioni politiche.

Onorevoli colleghi, se vogliamo che personalità, professionalità vengano sottratte al loro impiego, al loro lavoro per scommettersi nel ruolo importante del consigliere comunale e provinciale non possiamo pretendere che lo facciano dinanzi a poteri e a competenze residuali.

Apro questa piccola parentesi. Ieri sera ho incontrato un notaio tra i promotori di una verifica elettorale che mi ha detto: “Lei vuole che io sacrifichi un poco del mio tempo!” E ciò vale per qualunque professionista, per qualunque uomo che voglia impegnarsi. Ecco competenze e poteri forse vanno minimamente rivisti, così come non aspettiamoci che lo facciano a macchia di leopardo i grandi comuni.

Abbiamo rieletto, ed è stata una corsa verso il nulla, se non per una piccola indennità che credo sia stata ridimensionata o abolita, questi migliaia e migliaia di concorrenti al ruolo di consigliere di quartiere odi circoscrizione che dir si voglia, a cui, visto che sono stati eletti, bisogna dare una funzione, un ruolo circa le competenze, il personale e le risorse che attualmente vengono governati dai comuni. Oppure avere l’onestà di dire che abbiamo fatto un tentativo, abbiamo fatto un esperimento - e non so ormai a quando risale, ricordo che se ne parlava già prima del 1980 - che non è andato bene e che dobbiamo superare.

Sono favorevole a una devoluzione da parte dei comuni a livelli più vicini del territorio per competenze di ambito circoscrizionale. Non trascuriamo e non limitiamoci a rinnovarne gli organi di gestione, anzi lasciamo le cose magari come sono prima di rivedere le grandi potenzialità che in termini di servizi sociali, di assistenza, ma anche di valorizzazione del patrimonio possono fare le cosiddette opere pie.

Siamo alla vigilia di una conclusione dell’impiego di Fondi strutturali che dovranno vedere i rami dell’Amministrazione, oltre che i rispettivi competenti dirigenti, correre a più non posso perché entro la scadenza si faccia l’impossibile, entro la scadenza del 31 dicembre prossimo.

Quello, onorevoli colleghi e signori Assessori, dovrà essere per tutti noi, anche se arriviamo nelle ultime settimane alla vigilia di questa scadenza, un banco di prova, soprattutto per chi dovrà essere valutato per quanto è stato fatto nei mesi e negli anni scorsi.

Concludo e scusatemi se mi sono dilungato forse più del previsto e se piuttosto che leggere documenti che pure andavano e potevano essere condivisi mi sono ispirato a realismo, attualità e concretezza. A mio avviso, peraltro, dovremmo ispirarci a principi quali quello del rispetto e

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della centralità della persona, da cui scaturiscono solidarietà e sussidiarietà; ed il decentramento o la devoluzione sono strettamente connessi ad essi.

La persona: il cui primo ambito associativo e di coordinamento in questa società é la famiglia, che non potrà che meritare, in ogni atto di questo nostro Governo, un’attenzione privilegiata.

L’Autonomia: è un grande valore, una delle più grandi risorse alle quali, forse, noi non crediamo, perché ormai siamo disincantati. Le esperienze di questi anni, che tutti noi abbiamo fatto, ci hanno disaffezionato da questa che, secondo me, può essere l’unico grande strumento col quale fronteggiare un confronto che per noi non sarà facile; il confronto in una stagione che rischia di vederci soccombenti, quella che ci vedrà dibattere attorno al tema del federalismo, il federalismo fiscale, il significato o l’attualità della nostra autonomia rispetto a chi sostiene che ormai questo Statuto e questa Autonomia siano superati, quando noi potremo e dovremo lottare, invece, perché, molti punti e molti articoli di questo nostro Statuto e molti capisaldi di questa Autonomia aspettano ancora di essere attuati. Secondo punto, che dovrà ispirare ogni nostra azione.

Il terzo punto è la garanzia delle regole ed una lotta quotidiana alla criminalità che non ci vedrà sfilare o fare manifestazioni o, per quanto mi riguarda, sostituirmi ad uomini o ad istituzioni ciascuna delle quali fa - e fa bene - il proprio dovere, ma dovrà vederci assicurare efficienza e trasparenza alla Pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda la nostra azione di Governo e la nostra azione legislativa - e mi auguro che un contributo possa venire dalla politica regionale alla legislazione nazionale che affronta il tema della sicurezza nel contesto di un decreto nel quale forse i toni si fanno più attenti, quando si parla di immigrazione e di immigrazione clandestina - uno strumento di lotta semplice, essenziale alla malapianta della criminalità si fa introducendo quel sistema che, secondo me, funziona dovunque, come anche nella garanzia dei presidi per la sicurezza sul lavoro. Vale per quell’ambito come vale per la lotta alla mafia o criminalità organizzata che dir si voglia: meccanismi sanzionatori o premiali per chi non fa o per chi fa il proprio dovere. Ed è una cosa straordinaria che non possiamo che registrare, esprimendo un plauso profondo a quegli imprenditori e al suo presidente che, attraverso comportamenti virtuosi, sanno dire di no e, quindi, aiutare chi dice di no e punire chi, per una ragione o per un’altra, dice di sì. Io credo che ciò sia di importanza fondamentale.

Il quarto punto è una considerazione molto semplice e su questo presumo non saremo d’accordo, ma mi auguro che nel corso del dibattito non si dedichi tanta attenzione a questa mia considerazione riguardante la distribuzione delle risorse. Ritengo che l’onorevole Cimino, non anticipo sicuramente quanto dirà, potrà aggiornarci sulle logiche prevalenti alla vigilia di questo dibattito sul federalismo.

Non credo che i presidenti di regioni come il Piemonte e come la Lombardia saranno molto divisi o in lotta fra loro su come immaginare o realizzare il federalismo. Se noi cerchiamo di assicurare comportamenti virtuosi e rigorosi, lo facciamo perché nel confronto prossimo venturo vengano sottolineate queste virtù piuttosto che le tante cose che non vanno e che non voglio definire vizi.

Quindi, alla vigilia di una stagione di contrapposizioni ideologiche, di schematismi, di profonde divaricazioni - forse tramontate, per carità, mi sbaglierò! - mi auguro che su questi grandi temi che sono sul tappeto, ai quali ne potrete aggiungere molti altri voi nel corso del dibattito, io mi riferisco alla semplificazione legislativa, alla burocrazia, al piano energetico e via dicendo, ci si possa sforzare per vedere dove ci porta una ideologia piuttosto che un’altra.

Ritengo, invece, che l’interesse superiore del popolo siciliano possa farci apprezzare gli uni le valutazioni ed i punti di vista degli altri. Chiedo e dichiaro la nostra piena disponibilità, in tal

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senso, affinché si superino le divisioni e si inauguri una stagione di riforme profonde che vedrà ciascuno svolgere il proprio ruolo e fare fino in fondo il proprio dovere.

Non so se fui un bravo allievo e se risposi con impegno all’invito di ventidue anni fa quando entrai in questa Assemblea; allora ricorso che mi si consigliò di non lasciare l’Aula per un solo momento perché anche le mozioni, le interrogazioni, il dibattito hanno una grande importanza perché indubbiamente sono l’espressione dei sentimenti, dei bisogni e delle aspettative del popolo siciliano rese attraverso i suoi legittimi portavoce quali tutti noi siamo.

Personalmente vi dico che questo nostro Governo parteciperà ai lavori, soprattutto, al processo legislativo e mi auguro sia costruttivo e agile per questa Assemblea; vi parteciperò con l’atteggiamento che questo Parlamento merita per la importanza della sua storia e del suo significato politico; vi parteciperò con profondo rispetto, col rispetto che rinnovo a voi tutti e a lei in particolare, signor Presidente.

(Applausi) PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Presidente.

Onorevoli colleghi, sospendo la seduta per dieci minuti al fine di coordinare l’ordine degli interventi.

(La seduta, sospesa alle ore 12.00, è ripresa alle ore 12.25) La seduta è ripresa.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sulla comunicazione del programma di Governo ha chiesto di parlare l’onorevole Cracolici. Ne ha facoltà.

CRACOLICI. Signor Presidente, onorevole Presidente della Regione, onorevoli colleghi, questo Parlamento e questa Regione rischiano di essere istituzioni barocche, considerato il fatto che abbiamo dovuto attendere oltre due mesi per conoscere, nella sede del Parlamento, le intenzioni del Governo rispetto alla legislatura che si è aperta con il voto del 13 e 14 aprile 2008.

Credo che questa sia una delle questioni prioritarie che tutti - e il sistema politico nel suo insieme - deve provare ad affrontare perché c’è il rischio che anche le parole, oltre che le idee, se usate in un tempo sbagliato come può essere, inevitabilmente, il tempo trascorso dalle elezioni ad oggi, rischiano di essere frasi fatte, parole senza anima, déjà vu di una politica del

‘dire’ piuttosto che del ‘fare’.

Onorevole Presidente, con tutto il rispetto, non posso nascondere che mi attendevo - proprio perché presidente eletto con il sistema dell’elezione diretta, dopo l'esperienza dei sette anni precedenti - che nel suo discorso fossero presenti anche le ambizioni, la sua idea di governo sul futuro della nostra Regione, le sfide che stanno dinanzi a noi e la collocazione di questa nostra regione rispetto a tali sfide.

In effetti, in alcuni passaggi della campagna elettorale, avevamo già visto un discorso proiettato al passato piuttosto che al futuro. Abbiamo riscoperto temi, miti come quelli di Polifemo e di Ulisse per poi passare a Garibaldi e chiudere con un giudizio che definirei liquidatorio su alcune delle più importanti figure culturali della nostra Regione. Ma quello è stato un giudizio sulla storia della Sicilia, sulle ragioni che hanno ispirato la nostra storia, la nostra tradizione, le nostre abitudini inserito nel momento della campagna elettorale.

Personalmente, pur non condividendo quei giudizi, ascrivevo quel passaggio al contesto esclusivamente elettorale: in altre parole, piuttosto che la sostanza.

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Adesso siamo nel Parlamento e nel Parlamento ci si propone per quello che si vuole fare, ma ci si propone per quello che si vuole fare anche avendo chiaro come collocare il cosa fare rispetto a un certo quadro.

La dico con una battuta per non farla lunga. Mi pare di poter dire che il suo discorso sia molto piegato sull’esistente, poco appassionato sulle ambizioni future, ambizioni che non sono sogni, pensieri onirici, ma che riguardano la sostanza della qualità amministrativa.

Faccio un esempio per tutti: la nostra è una Regione che sarà chiamata, forse per l’ultima volta, a gestire importanti risorse extraregionali, come i fondi strutturali e i fondi europei, e lo è in un settennato del quale già due anni sono alle nostre spalle.

Questo è uno dei temi dirimenti sulla qualità della nostra Regione e su cosa sarà la nostra Regione; molto di quello che sarà dipenderà anche da come utilizzeremo quelle risorse.

Spesso il dibattito politico si è concentrato su una idea del se si spende e quanto si spende.

Anche nelle prossime settimane saremo chiamati a verificare se Agenda 2000/2006 sarà stata utilizzata, sul piano della rendicontazione, per l’intera quantità di risorse assegnate alla nostra Regione; è molto probabile che la nostra Regione dovrà restituire una parte delle risorse a suo tempo assegnate perché non ha avuto la capacità di spenderle e di rendicontarle nei termini previsti dalla normativa comunitaria. E però il dibattito spesso si concentra soltanto su quanto abbiamo speso.

Poco si è discusso in questi anni sul come abbiamo speso, e se la spesa che si è prodotta abbia avuto una ricaduta in termini di sviluppo, di creazione di ricchezza, di redistribuzione della ricchezza, di insediamento di un nuovo tessuto produttivo imprenditoriale.

Penso che abbiamo dinanzi scelte in relazione alle quali dobbiamo conoscere la stella cometa che ci guida, qual è l’orizzonte entro il quale vogliamo collocare la nostra azione. Devo dire con molta onestà che non ho sentito che la sua idea e quella del suo governo vadano in questa direzione, con questa chiave.

Ma c’è tempo, abbiamo una legislatura davanti, seppure alcune scelte vanno fatte adesso, nelle prossime ore; ad esempio, la riforma del regime degli aiuti, come venire incontro a una domanda che viene dalle forze economiche e produttive della nostra Regione che ormai ci chiedono non tanto e semplicemente di avere incentivi, quanto di avere regole, di avere una pubblica amministrazione efficiente, di avere la garanzia che qualunque progetto di impresa possa seriamente essere portato avanti.

Lei ha fatto anche un’altra considerazione, Presidente, e non le nascondo che mi ha incuriosito. In un passaggio della sua relazione ha detto - a proposito delle somme di cui è stata defraudata la Sicilia con il decreto sull’ICI - che il problema non è la gestione di un contenzioso istituzionale, ma è trovare una soluzione politica che possa ridare alla Sicilia quanto le è stato sottratto.

Presidente, sono d’accordo con lei nel sostenere che nelle cose conta la sostanza, ma in quella vicenda c’è anche un dato istituzionale.

Lei è il Presidente di tutti i siciliani, e lei è il Presidente della Regione con una funzione che le discende da una norma statutaria, inutile ricordarlo, che prevede che lei è il Presidente dell'unica Regione in cui il presidente ha il rango di Ministro per gli atti e i fatti che riguardano le azioni e le iniziative del Governo nazionale nei confronti della stessa Regione.

Allora il contenzioso non è solo un fatto formale; pertanto, lei ha fatto bene a dichiarare e a dare mandato all'Ufficio legislativo e agli uffici della Regione di aprire in sede di Consulta un contenzioso verso quel decreto. È dovuto passare qualche giorno; nelle prime ore più che da Presidente lei ha ragionato da tifoso politico e come tale era portato in qualche modo a minimizzare, quanto meno dalle prime dichiarazioni sulla stampa, gli effetti di quel decreto e gli effetti devastanti che avrebbe avuto sulla nostra Regione.

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E ha fatto bene poi e, come ha detto lei, solo gli stupidi non cambiano opinione, seppure lei lo ha detto con altre parole ma sostanzialmente la sostanza è questa e io sono d'accordo con lei nella fattispecie, ha fatto bene ad aprire un contenzioso. Ma il tema non è solo che il contenzioso è un atto formale necessario al fine di trovare una soluzione politica. Noi inauguriamo una legislatura e la inauguriamo nelle stesse ore in cui si inaugura una nuova legislatura nel Paese, cioè un nuovo Governo che si propone anche di fare riforme che riguardano gli assetti istituzionali, lei stesso ha citato il federalismo. Prospettiva nella quale, diciamolo pure, c'è un rischio per la nostra Regione. Infatti, l'autonomia è un’altra cosa, è un di più rispetto al federalismo; pertanto, c’è la necessità di affermare innanzitutto l’interesse della Sicilia rispetto alle ragioni di alleanze politiche. Personalmente, considero questo un modo di essere e non, quindi, un fatto formale; lo considero, cioè, un dato sostanziale del rapporto tra la Sicilia e il Paese, tra la Sicilia e lo Stato rispetto a quelli che sono gli interessi della nostra Regione e le scelte dei prossimi anni.

Onorevole Presidente, quello che è stato fatto a proposito della vicenda delle infrastrutture non riguarderà semplicemente il se e il quando saranno rifinanziate le opere dopo che sono state definanziate le infrastrutture per la Sicilia. Le voglio ricordare che lei, da presidente della Provincia, nonché da capo politico di questa Regione, ha promosso qualche mese fa una manifestazione a Roma per difendere norme a noi favorevoli contenute nella finanziaria 2007 del Governo nazionale. Quel Governo vituperato aveva previsto, con la finanziaria del 2007, alcune risorse per la Sicilia, risorse che prevedevano il rifacimento delle strade provinciali, 350 milioni di euro per tre anni, oltre che i fondi Fintecna che sarebbero stati assegnati a Sicilia e Calabria, oltre che una serie di misure che riguardano gli LSU della città di Palermo, che riguardano l'ecobonus per i nostri autotrasportatori, che riguardano iniziative come quella che l’INAIL doveva portare avanti nella città di Enna per la realizzazione del campus universitario. Insomma, c'erano una serie di atti e di misure che questo decreto non solo ha cancellato, ma che, se dovessero essere rifinanziati, cosa sulla quale noi - ci consenta di dire - abbiamo qualche dubbio, questo tempo che abbiamo perso sarà un tempo che pagheremo negli anni, perché, come lei sa, le infrastrutture non si fanno sulle idee ma si fanno avendo le risorse finanziarie, la copertura finanziaria, la possibilità di dare corso all’esecuzione dei progetti e quindi all’attivazione dei cantieri. Cioè, nel campo infrastrutturale il dire e il fare, mai come nel campo infrastrutturale, il dire e il fare sono due tempi assolutamente diversi. E per quanto riguarda il ponte, chi sarà vivo vedrà, caro Presidente. Capisco che il ponte è diventato un po’

come la chewing gum (una volta c’era – e lei lo ricorderà - la pubblicità della Brooklyn che era la gomma del ponte). E io ho l’impressione che il ponte in Italia e nel dibattito politico di questo Paese è un po’ come la chewing gum: la si tira fino a quanto serve. E siccome non voglio sottrarmi al dibattito culturale sul ponte, voglio dirlo come l’ho detto in altri momenti anche in quest’Aula, che non vedrà mai nel sottoscritto e per la funzione che io rappresento in quest’Aula, un avversione al ponte. Chiaro? Quindi sgombriamo il campo tra chi è pontista e chi non è pontista. Si vuole il ponte; i siciliani vogliono il ponte? Viva il ponte! Fatelo, fatelo!

E smettiamola con la propaganda. Lo si faccia e si smetta di fare propaganda.

Mi avvio rapidamente alle conclusioni.

E non voglio sottrarmi ad alcuni aspetti interessanti della sua relazione.

Ho sentito una parola: riforma. In diversi passaggi del suo intervento ha citato la parola riforma. E’ una parola alla quale io personalmente e tutti noi siamo molto affezionati, però come tutte le parole se ne fa uso ed abuso. Sappia, onorevole Presidente che troverà questa opposizione sempre disponibile a discutere tutti i cambiamenti che sono necessari, come l’aria che respiriamo, in questa nostra Regione. Se si aprirà, al di là delle intenzioni, la stagione vera delle riforme, saremo disponibili a lavorare.

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PRESIDENTE. Onorevole Cracolici, le ricordo che il tempo regolamentare a sua disposizione è finito. La prego di concludere.

CRACOLICI. Mi sia consentita una brevissima deroga, grazie.

Le riforme possono riguardare la delegificazione, la costituzione di testi unici, le norme che riguardano il riassetto della Regione. Al riguardo, Presidente della Regione, tra le riforme è pure necessaria quella relativa alla riorganizzazione del sistema dei suoi assessorati - dei suoi assessorati, ripeto! - e le competenze dei suoi assessorati. Ecco, su questo terreno sappia che l’opposizione sarà un’opposizione fattiva, capace di misurarsi sul fare, senza pregiudizi ideologici, senza preconcetti. Sulle riforme sappia che troverà orecchie attente ed aperte. E però mettiamoci d’accordo, perché le riforme annunciate sono una cosa, le riforme che si fanno sono un’altra cosa. Noi siamo interessati a che questo Parlamento funzioni. Che questo Parlamento svolga il suo ruolo di indirizzo e di vigilanza e ci auguriamo che anche la maggioranza di questo Parlamento non si foderi gli occhi di prosciutto e faccia in modo che questo Parlamento funzioni.

Desidero ricordare che saremo chiamati a vicende assai delicate e complesse. Come, per esempio, la vicenda del piano di rientro della sanità, sul quale ho sentito un giudizio nuovo del Presidente della Regione. Io ricordo ancora quando nei pochi giorni in cui c’è stato l’interregno Leanza, una delle dichiarazioni, anche lì, roboanti del Presidente pro-tempore Leanza, fu quella con la quale disse alla stampa che il piano di rientro non esiste più. Il piano di rientro sanitario non esiste più! E, peraltro, onorevole Leanza, piano sanitario non ce n’è, c’è solo il piano di rientro. Ora sento che il piano di rientro è addirittura l’occasione per fare il piano sanitario nella nostra Regione. E’ il primo passo, come tutti i bambini che hanno bisogno dei primi passi anche in questo caso è necessario un primo passo e prendo atto che il piano di rientro è il primo passo verso il piano sanitario regionale. Personalmente condivido questa affermazione, ma aggiungo che nessun piano è un vangelo, i piani sono strumenti e lei, onorevole Presidente, sa che sulla sanità si gioca una partita assai complessa per la politica e la capacità finanziaria di questa Regione. Abbiamo perso il ricorso avverso il co-finanziamento del Fondo sanitario regionale che ci vedrà impegnati per ulteriori 600 milioni di euro all’anno nei prossimi anni, 600 milioni di euro che dovremo togliere ad altre misure ad altre azioni di questa nostra Regione. Saremo chiamati a svolgere sul piano sanitario anche scelte che dovranno essere anche impopolari, signor Presidente, come quella, ad esempio, che non si capisce, perché mentre lei dichiara che il piano di rientro è il primo passo verso il piano sanitario, nelle stesse ore si annunciano sanatorie per consentire a chi è stato escluso - dato che il decreto sull’accreditamento aveva fissato la data del 28 giugno 2007 - di poter rientrare, quindi il suo rigore si annuncia con qualche deroga e come lei sa il rigore con deroga non è nè rigore nè deroga, è arbitrio.

Allora, signor Presidente, al di là delle parole ci sono tante cose che si possono dire e questa Regione ha bisogno di fiscalità compensativa, però nel contempo è stata cancellata la Visco- Sud e al riguardo non abbiamo sentito una parola da parte sua e del suo governo, eppure lei sa che la Visco-Sud era una misura rivolta innanzitutto al mezzogiorno, alle imprese del Mezzogiorno. Pertanto, dobbiamo fare alcune cose, ma nel frattempo le cose che si erano fatte si stanno cancellando, così come dobbiamo fare tante altre cose importanti sulle aree industriali, ma nel frattempo abbiamo perso l’intervento della Fiat, su Termini Imprese, con i gravi rischi occupazionali anche in termini di know-how tecnologico, che poteva commisurarsi alla presenza della Fiat, dell’indotto nel sistema automobilistico siciliano.

Siamo, infine, pronti a lavorare, ma pronti a sgombrare il campo dagli equivoci della propaganda. Noi accettiamo la sfida a fare, ma saremo duri ed inflessibili se l’azione, se “il fare”, viene contrabbandato con “il dire”. E in merito a quanto lei giustamente ha detto in

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premessa, e cioè che ieri il suo governo ha prodotto una circolare con la quale è stata inibita a tutte le aziende collegate o società partecipate qualunque nuova assunzione e ciò per un piano di razionalizzazione delle forze esistenti in questa nostra Regione, le domando se lo ha inibito pure a Biosfera e a Sicilia Innovazione. Le domando se lo ha inibito alle società che nelle ore in cui c’era la campagna elettorale per le regionali e poi quella per le amministrative promuovevano dei bandi, uno dei quali si chiude giorno 20, cioè dopodomani.

Lei sa che le assunzioni in Sicilia non sono tanto quelle che si danno, ma quelle che si promettono. E, allora, io prendo pure atto che lei all’indomani dell’elezioni ha messo un punto e ha detto che non si sarebbero fatte più assunzioni fino a quando non si sarebbe definito un piano di razionalizzazione delle risorse, ma sarebbe stato utile che lei lo avesse fatto il giorno prima della elezioni. In questa nostra terra, purtroppo, l’annuncio costituisce ormai la speranza, c’è così tanta disperazione che molta gente si illude, spera per un annuncio, piuttosto che per una concreta possibilità che all’annuncio corrisponda una reale possibilità di soluzione del proprio problema. E illudere le persone con l’annuncio è il più grande delitto che stiamo commettendo in questa terra.

Lei sa, onorevole Presidente, che c’è tanta gente che si illude, ma c’è tanta altra gente che non solo ha deciso di andarsene via da questa regione, ma la cosa che mi ha colpito ancor più in questi mesi è che ci sono tanti ragazzi e ragazze che stanno studiando, che frequentano le università siciliane, che non hanno deciso di andare via quando non troveranno lavoro, hanno deciso di andare via già ora, hanno deciso di andare via mentre studiano in Sicilia, sanno che se vorranno avere riconosciuto il loro talento, il loro merito, le loro capacità dovranno andare via da questa terra. In questa Regione si sta uccidendo anche la speranza! Mi auguro che il suo Governo sia quanto meno rigoroso nel ridare speranza ai meritevoli e ai capaci.

(Applausi dai banchi di sinistra)

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare l’onorevole Formica . Ne ha facoltà.

FORMICA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo all’inizio di una legislatura importante, oserei dire cruciale per il futuro della nostra Regione. Abbiamo ascoltato le sue proposte programmatiche, le sue analisi la cui natura, vista la sede, è strettamente generale e noi non possiamo non soffermarci su alcuni punti che ritengo assolutamente fondamentali, con la consapevolezza che su questi argomenti, su questi temi si ha una cognizione esatta del momento che viviamo.

Certo c’è il problema del lavoro in Sicilia ed è un problema fondamentale sia sotto l’aspetto di un migliore utilizzo delle risorse, sia sotto l’aspetto di una migliore integrazione con il mercato, sia, fondamentalmente, sotto l’aspetto della competitività del nostro sistema.

E seppure è utile la logica della possibilità della fiscalità di vantaggio, come in altri Paesi ed in altre regioni d’Europa avviene, dobbiamo innanzitutto ragionare sulla competitività del costo del nostro lavoro. Siamo una regione a statuto speciale, non dimentichiamo mai di dirlo, di affermarlo, salvo poi a non avere messo in campo in questi sessant’anni di Statuto nessuna politica per dare significato, per dare concretezza, per dare struttura, per dare forza a questa nostra specificità. E se non diamo forza a questa specificità non ci possiamo lamentare se per esempio la FIAT, per parlare di FIAT, decide, magari con una scusa anche banale, che è meglio andare in Croazia o è meglio andare altrove; perché dovrebbe restare qua? Andiamoci al contrario: perché dovrebbero venire qua o rimanere qua aziende che investono o avrebbero voglia di investire nella nostra terra? Ci sono forse qui condizioni di vantaggio? Forse qui abbiamo servizi migliori? Forse qui abbiamo infrastrutture migliori? Forse qui abbiamo una maggiore vicinanza al mercato? Certamente no! E allora bisogna interrogarci al di fuori degli

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slogan su come fare per sfruttare questi cinque anni, per mettere in condizione chi vuole realmente venire qui di avere l’interesse a venire qui; altrimenti faremmo male a noi stessi, faremmo male ai cittadini che illudiamo, faremmo male alle generazioni future che costringeremmo ad una situazione di precariato forse anche più terribile di quella che viviamo adesso. Pertanto, idee chiare dal punto di vista della spesa finalizzata all'occupazione, ma idee chiare anche sugli strumenti che bisogna mettere in campo per spendere bene. Per esempio, nel complemento di programmazione, non è che sia stata positiva la scelta di legare la spendibilità dei fondi alla progettualità, oserei dire, definitiva, o addirittura cantierabile, se assieme non pensiamo a creare, signor Presidente, un grande fondo di rotazione, visto che come tutti sappiamo, e come lei ben sa, i nostri enti locali non sono in grado di progettare, non hanno le risorse per progettare, e allora, delle due l'una: o privilegiamo progetti vecchi, magari depositati nei cassetti polverosi di tanti comuni o di tanti assessorati, dipartimenti della Regione, e non mi pare che sia la scelta giusta, rispetto ad una modernità, rispetto ad una risposta che bisogna dare al territorio, che bisogna dare ai nostri enti locali, che bisogna dare ai nostri cittadini. Quindi, se non si vuole privilegiare questa vecchia ipotesi, solo per restare al vecchio e non pensare ad altro, bisogna pensare ad istituire un congruo, pesante fondo di rotazione, per esempio, che funzioni davvero e che dia la possibilità agli enti locali di essere in condizione di progettare, di chiedere i finanziamenti per le cose che realmente servono, non come avveniva una volta e cioè di portare risorse purché si portino risorse. Infatti, così si commettono due delitti: si sprecano le risorse e non si danno le risposte al territorio. E siccome di risorse ce ne sono veramente poche e avremo, forse per l'ultima volta, questa grande chance dei fondi europei in “Obiettivo 1” non ci possiamo permettere di sprecare questa ultima grande occasione.

Un'ulteriore, importante riflessione bisogna farla rispetto ai nostri rapporti con lo Stato; e quando parlo dei nostri rapporti con lo Stato, onorevole Presidente, mi riferisco al fatto che non è detto e non è vero, come lei ben sa, che la competizione politica avviene su schemi politici;

come lei ben sa, la competizione politica avviene per aree territoriali: noi avremo a che fare con due blocchi di regioni, e questo è importante che per la conferenza Stato- Regione noi avremo a che fare con due blocchi di regioni, che sono quelle del Nord senza colore politico tra di loro e quelle del Sud nella medesima situazione. Avveniva spesso che mi trovavo alleato con Rifondazione Comunista delle regioni del sud e contro i due blocchi coalizzati al nord, per ovvi motivi, signor Presidente. E, allora, bisogna vedere se le risorse che sono state allocate nel tempo al meridione sono state risorse sufficienti, bastevoli rispetto a due dati, e cioè rispetto alla consistenza del territorio e della popolazione; e non credo che sia il caso, neanche considerando i tempi della Cassa per il Mezzogiorno. Ma neanche in quel periodo i trasferimenti sono stati in linea con quanto dovuto rispetto alla popolazione. Non parliamo poi di quel quid in più che bisognerebbe allocare se veramente si vuole far superare al Mezzogiorno il gap che lo separa dal nord-Italia. Pertanto, si dovrebbero dare le risorse corrispondenti alla popolazione e al territorio aumentate di un quid, di un 10, di un 20 per cento e non è avvenuto così; infatti, se noi consideriamo - per passare ad un altro aspetto della sua relazione - per esempio, lo stato della nostra rete di distribuzione elettrica, dobbiamo veramente interrogarci su quanto ha detto, basti pensare che l'energia alternativa che riusciamo a produrre, e che sempre di più potremmo produrre, attualmente, cari colleghi, la produciamo, lo Stato la compra e noi la buttiamo; si produce, viene comprata e viene buttata. Perché?

Perché la rete di distribuzione elettrica è la peggiore d'Italia, dove avviene il maggior numero di interruzioni di energia elettrica e, come lei sa, questo allontana gli investimenti nella nostra Regione, almeno di quelle industrie ad alta tecnologia che non possono sopportare l'interruzione dell'energia elettrica. E ciò la dice lunga. Nel computo delle risorse che vengono trasferite non si può non tenere conto del fatto che le Ferrovie dello Stato, l’ENEL, l’IRI, che

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hanno come compito istituzionale quello di fare gli investimenti, tali investimenti non li hanno fatti.

E andiamo all'altro argomento scottante, secondo me, sul quale bisogna soffermarsi. Lei giustamente ha detto che la sanità rappresenta una spesa di 8 miliardi e mezzo di euro, una spesa eccessiva, una spesa importante ma esattamente in linea con quella delle altre regioni.

La sanità non è lavori pubblici, non significa cooperazione, ma significa salute dei cittadini e sulla sanità si gioca il prestigio, ma la capacità di uno Stato, di una Regione, di annoverarsi tra gli Stati sviluppati.

Se noi vogliamo stabilire un indice, un metro, per misurare lo sviluppo di uno Stato, di una Nazione o di una Regione, questo indice al primo posto non può che vedere la sanità perché, appunto, la sanità costa e solo i paesi più sviluppati se la possono permettere.

Il nostro sistema sanitario nazionale, e quindi anche regionale, è considerato uno dei migliori del mondo. E, allora, essendo uno dei migliori sistemi sanitari del mondo, forse il secondo, - e non da noi ma dall’Organizzazione mondiale per la sanità - dobbiamo stare attenti onorevole Presidente, a “non buttare il bambino con l'acqua sporca”; dobbiamo stare molto attenti e, poiché è un settore che costa molto, veramente troppo, stare attenti vuol dire che dobbiamo, innanzitutto vigilare perché lo Stato ci dia ciò che ci deve dare.

Non le sfuggirà, onorevole Presidente, che mentre le altre regioni contribuiscono, cofinanziano il sistema sanitario nazionale per il 32 per cento, noi siamo arrivati al 50 per cento; e non vi è una spiegazione plausibile né logica per capire come possiamo essere in questa condizione. Spesso si fanno le battaglie per avere 10, 20, 100 milioni di euro in più di finanziamenti e magari si perde di vista il fatto che la differenza tra il 32 e il 50 per cento per noi significa 2 miliardi di euro all'anno, dico 2 miliardi di euro all'anno, che noi sottraiamo allo sviluppo, agli investimenti, alle infrastrutture, alla possibilità di dotare tutti i rami della nostra amministrazione delle risorse necessarie per potere investire.

Quindi, sulla sanità il discorso è lungo, importante, complicato. Ripeto, non possiamo non tenere conto del fatto che quello italiano è il miglior sistema sanitario del mondo ma non possiamo “buttare il bambino con l'acqua sporca”.

Allora, onorevole Presidente, facciamoci dare le risorse dallo Stato prima di farci imporre un provvedimento che è assolutamente ridicolo, a fronte del fatto che ci sottraggono almeno un miliardo e mezzo di euro all'anno con quel meccanismo della compartecipazione, a poco vale il discorso sul fatto che noi abbiamo la capacità di incassare alcune accise sul territorio in forza dello Statuto, perché allora vorrebbe dire che si mette in discussione lo Statuto speciale della nostra Regione; delle due l’una: o siamo una Regione a statuto speciale e quindi con alcuni diritti costituzionalmente garantiti, oppure non lo siamo più e allora dobbiamo dire che abbiamo sbagliato e, comunque, dobbiamo fare in modo che tutto ciò non avvenga, anche per l’impronta autonomista che lei, giustamente, ha sempre dato come linea direttrice, come stella polare al suo movimento.

Su questo troverà il Parlamento compatto nel seguirla, ma non possiamo accettare che sulla sanità si chiudano – cito un esempio a caso – le guardie mediche e ciò per risparmiare 20 o 30 milioni di euro a fronte del fatto che ci sottraggono un miliardo e mezzo di euro all’anno, o a fronte del fatto che sulla spesa farmaceutica abbiamo uno sforamento di 250 milioni di euro.

Quindi, rispetto a quanto affermava l’onorevole Cracolici in merito alle dichiarazioni dell’onorevole Lino Leanza, io sono d’accordo e cioè noi ci dobbiamo fermare sul piano di rientro, sul patto di stabilità, perché non è detto che quello che va bene in Lombardia o quello che va bene in Toscana o in Emilia Romagna o in Liguria o in Veneto possa andar bene in Sicilia, in una Regione che ha subìto troppe angherie e troppi ritardi.

Quando si paragonano due sistemi, Presidente, bisogna iniziare dal punto di partenza, cioè bisogna vedere da dove sono partiti loro, da dove siamo partiti noi e i progressi che sono stati

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