1 / 3
Data Pagina Foglio
05-2019 29/31
117601
Mensile
2 / 3
Data Pagina Foglio
05-2019 29/31
117601
Mensile
3 / 3
Data Pagina Foglio
05-2019 29/31
117601
Mensile
1
Data Pagina Foglio
06-05-2019 3
117601
Quotidiano
Home Aziende Presentata la survey ANRA e Università Bocconi condotta sulle aziende italiane
redazione Aziende news Sicurezza (altro) Sistemi e aziende
Presentata la survey ANRA e
Università Bocconi condotta sulle aziende italiane
This website uses cookies. Ho capito
Si è svolto oggi a Milano presso l’Università Bocconi l’incontro VALUTARE, PREVENIRE, PROTEGGERSI, sulla gestione dei rischi ambientali in azienda, che ha visto la
presentazione della survey “La gestione dei rischi ambientali nelle aziende italiane”, promossa da ANRA, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, Osservatorio Green Economy dell’Università Bocconi, Pool Ambiente e AIBA.
La ricerca ha coinvolto i Risk e Insurance Manager di più di 100 aziende, il 45% delle quali con un fatturato di oltre 50 milioni di euro, e ha messo in luce come il tema del danno ambientale riguardi sempre più imprese di ogni settore produttivo e di tutte le dimensioni.
Partendo da uno scenario in cui è ancora molto basso l’impatto delle certificazioni in azienda: tra tutte, solo la certificazione ISO 14001 che fissa i requisiti di un sistema di gestione ambientale, è diffusa in circa il 60% delle società. Nessuna delle altre (EMAS, OHSAS 18001, ISO 50001) arriva a superare il 40%. Nonostante questo, l’84% degli intervistati ritiene che l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale Certificato come EMAS o ISO 14001 possa essere un utile strumento per la prevenzione dei rischi ambientali.
In generale, per quanto riguarda i rischi maggiormente percepiti, quelli ambientali si posizionano dopo l’intensificarsi della concorrenza e gli incidenti sul lavoro, e tra di essi le minacce di tipo ambientale maggiormente percepite sono incendio o esplosione (16%), seguiti dalla fuoriuscita di prodotti da serbatoi o vasche interrate (12,3%), perdite da condotte interrate (12,1%) e sversamenti da serbatoi, vasche o condotte fuori terra (12%).
Il trend di investimento nelle attività di risk management, però, risulta in crescita, di pari passo con la sensibilità delle imprese: il 62% risulta dotata di un piano di risk management, e il 92% di questi piani comprende anche rischi di natura ambientale.
9 maggio 2019
tweet
ULTIMI ARTICOLI
Plustek eScan A350 ha ricevuto la nomination per il prestigioso German Design Award 2020
Aziende 9 maggio 2019
Il Ministro Bussetti incontra i partecipanti al Campus Fiamme Gialle
Attività sportive 9 maggio 2019
Attacco hacker ad Amazon, il commento di Corrado Broli, Country Manager Darktrace Italia
Aziende 9 maggio 2019
Home Primo Piano Innovazione Uomini e Mezzi Attività Internazionale
16.4 Roma giovedì, 9 maggio 2019
C Link Contatti Inserzioni pubblicitarie1 / 2 ILCORRIEREDELLASICUREZZA.IT (WEB)
DataPagina Foglio
09-05-2019
117601
TAGS aziende italiane la survey ANRA Università Bocconi
Articolo precedente
Plustek eScan A350 ha ricevuto la
nomination per il prestigioso German Design Award 2020
Trovando anche una risposta in prodotti assicurativi più maturi, più del 50% delle aziende ha sottoscritto una polizza assicurativa, intraprendendo anche azioni di formazione del personale (20%), manutenzioni periodiche sistematiche (19%) e adottando sistemi di gestione ambientale certificati (14,2%).
Da notare, invece, le motivazioni di chi, al contrario, non ha sottoscritto alcuna polizza: un’alta percentuale (19%) dichiara di non averne una semplicemente poiché non è previsto dalla legge, spiegazione indicata al secondo posto, subito dopo la convinzione che la propria azienda non sia esposta a rischi ambientali significativi. Il driver maggiore che porterebbe alla sottoscrizione della polizza sarebbero sgravi ed incentivi di natura fiscale, assieme a uno sconto sulla polizza stessa in caso di possesso di una certificazione ambientale.
“Il tema della tutela dell’ambiente è sempre più presente nelle agende politiche e mediatiche e sta cambiando i criteri d’acquisto dei consumatori. Parallelamente sta crescendo l’attenzione da parte delle grandi imprese per i temi ESG” commenta Sandra Bassi, membro del Consiglio Direttivo ANRA “Tuttavia sembra permanere ancora in molte aziende piccole e medie il pregiudizio che la prevenzione e la corretta gestione dei rischi ambientali siano prerogative solo di grandi ‘inquinatori’. Questo contribuisce all’aggravamento della falsa illusione, nella maggior parte degli
imprenditori, di essere immuni a questo tipo di rischi. Quello che accade nella realtà è che ogni giorno in Italia si verificano numerosi casi di danno all’ambiente, e nella maggior parte dei casi l’azienda è impreparata a far fronte agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino, risarcimento. Capita di frequente che la mancanza di mezzi porti al fallimento dell’azienda stessa. Per questo crediamo che il progetto della certificazione Ambiente Protetto potrà portare grandi vantaggi alle imprese di qualsiasi dimensione”.
This website uses cookies. Ho capito
CONDIVIDI
tweet
Gli impiegati delle aziende italiane soffrono di “insoddisfazione da ambiente d lavoro”
La cultura della gestione del dato nelle aziende italiane
Microsoft Italia: una rinnovata squadra per supportare la trasformazione digitale delle aziende italiane
ARTICOLI CORRELATI
Aziende Aziende Aziende
2 / 2 ILCORRIEREDELLASICUREZZA.IT (WEB)
DataPagina Foglio
09-05-2019
117601
GIOVEDI 9 MAGGIO 2019
Secondo la ricerca di Anra, condotta su un centinaio di aziende italiane, più di una su due investe in gestione del rischio ambientale
Il trend di investimento nelle attività di risk management, in Italia è in crescita di pari passo con la sensibilità delle imprese. A rivelarlo la ricerca “La gestione dei rischi ambientali nelle aziende italiane”, promossa da Anra, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, Osservatorio Green Economy dell’Università Bocconi, Pool Ambiente e Aiba, presentata oggi a Milano presso l’Università Bocconi durante l’incontro “Valutare, prevenire e proteggersi” dedicato alla gestione
Il 62% delle aziende italiane ha un piano per il rischio ambientale
Giovedi 9 Maggio 2019, 17:11 Home Canali Attualità
fonte Pixabay
MEDIA GALLERY
Tweets by giornaleprociv
Il Giornale della Protezione
22.668 "Mi piace"
Mi piace
RICERCA AVANZATA
Cerca Parola chiave
-- Canali --
gg/mm/aaaa
HOMEHOME RASSEGNA STAMPARASSEGNA STAMPA MEDIA GALLERYMEDIA GALLERY LIVE STREAMINGLIVE STREAMING #GPCBLOG#GPCBLOG CANALICANALI
CORSI
CORSI LINKLINK COMMUNITYCOMMUNITY CHI SIAMOCHI SIAMO CONTATTICONTATTI LOGINLOGIN REGISTRATIREGISTRATI
1 / 2
Data Pagina Foglio
09-05-2019
117601
dei rischi ambientali in azienda.
Secondo lo studio Anra, che ha coinvolto i Risk e Insurance Manager di più di 100 aziende, il 45% delle quali con un fatturato di oltre 50 milioni di euro, il 62% delle imprese risulta dotata di un piano di risk management, e il 92% di questi piani comprende anche rischi di natura ambientale. Trovando anche una risposta in prodotti assicurativi più maturi, più del 50% delle aziende ha sottoscritto una polizza assicurativa, intraprendendo anche azioni di formazione del personale (20%), manutenzioni periodiche sistematiche (19%) e adottando sistemi di gestione ambientale certificati (14,2%).
In generale, per quanto riguarda i rischi maggiormente percepiti, quelli ambientali si posizionano dopo l’intensificarsi della concorrenza e gli incidenti sul lavoro, e tra di essi le minacce di tipo ambientale maggiormente percepite sono incendio o esplosione (16%), seguiti dalla fuoriuscita di prodotti da serbatoi o vasche interrate (12,3%), perdite da condotte interrate (12,1%) e sversamenti da serbatoi, vasche o condotte fuori terra (12%).
Da notare, invece, le motivazioni di chi, al contrario, non ha sottoscritto alcuna polizza: un’alta percentuale (19%) dichiara di non averne una semplicemente poiché non è previsto dalla legge, spiegazione indicata al secondo posto, subito dopo la convinzione che la propria azienda non sia esposta a rischi ambientali significativi. Il driver maggiore che porterebbe alla sottoscrizione della polizza sarebbero sgravi ed incentivi di natura fiscale, assieme a uno sconto sulla polizza stessa in caso di possesso di una certificazione ambientale.
Ancora molto basso, secondo lo scenario illustrato dalla ricerca, risulta invece l’impatto delle certificazioni in azienda: tra tutte, solo la certificazione ISO 14001 che fissa i requisiti di un sistema di gestione ambientale, è diffusa in circa il 60% delle società. Nessuna delle altre (EMAS, OHSAS 18001, ISO 50001) arriva a superare il 40%. Nonostante questo, l’84% degli intervistati ritiene che l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale Certificato come EMAS o ISO 14001 possa essere un utile strumento per la prevenzione dei rischi ambientali.
“Il tema della tutela dell’ambiente è sempre più presente nelle agende politiche e mediatiche e sta cambiando i criteri d’acquisto dei consumatori. Parallelamente sta crescendo l’attenzione da parte delle grandi imprese per i temi ESG”, commenta Sandra Bassi, membro del Consiglio Direttivo Anra. “Tuttavia sembra permanere ancora in molte aziende piccole e medie il pregiudizio che la prevenzione e la corretta gestione dei rischi ambientali siano prerogative solo di grandi ‘inquinatori’. Questo contribuisce all’aggravamento della falsa illusione, nella maggior parte degli imprenditori, di essere immuni a questo tipo di rischi. Quello che accade nella realtà è che ogni giorno in Italia si verificano numerosi casi di danno all’ambiente, e nella maggior parte di essi l’azienda è impreparata a far fronte agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino, risarcimento. Capita di frequente che la mancanza di mezzi porti al fallimento dell’azienda stessa. Per questo crediamo che il progetto della certificazione Ambiente Protetto potrà portare grandi vantaggi alle imprese di qualsiasi dimensione”.
Red/cb (Fonte: Anra)
A R T I C O L O P R E C E D E N T E Il monito del Cnv: "Il volontariato è sotto
attacco"
P R O S S I M O A R T I C O L O
Vai alla gallery...
Mezzo d'epoca adibito a soccorso
Vai alla gallery...
METEO GIOVEDI 9 MAGGIO
2 / 2
Data Pagina Foglio
09-05-2019
117601
Rischio ambientale:
“valutare, prevenire, proteggersi”
Presentata la ricerca Anra e Università Bocconi condotta sulle aziende italiane
PUBBLICATO IL: 09/05/2019
Si è svolto oggi a Milano presso l’Università Bocconi l’incontro
“Valutare, prevenire, proteggersi”, sulla gestione dei rischi
Home Abbonamenti Chi siamo Comunicazione Formazione Privacy & Policy
Pubblicità Contatti Le riviste
SFOGLIA IL MENSILE
SFOGLIA IL BIMESTRALE
1 / 3
Data Pagina Foglio
09-05-2019
117601
ambientali in azienda, che ha visto la presentazione della survey “La gestione dei rischi ambientali nelle aziende italiane”, promossa da Anra, Associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali, Osservatorio Green Economy dell’Università Bocconi, Pool Ambiente e AIBA.
La ricerca ha coinvolto i Risk e Insurance Manager di più di 100 aziende, il 45% delle quali con un fatturato di oltre 50 milioni di euro, e ha messo in luce come il tema del danno
ambientale riguardi sempre più imprese di ogni settore produttivo e di tutte le dimensioni.
Partendo da uno scenario in cui è ancora molto basso l’impatto delle certificazioni in azienda: tra tutte, solo la certificazione ISO 14001 che fissa i requisiti di un sistema di gestione ambientale, è diffusa in circa il 60% delle società.
Nessuna delle altre (EMAS, OHSAS 18001, ISO 50001) arriva a superare il 40%. Nonostante questo, l’84% degli intervistati ritiene che l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale Certificato come EMAS o ISO 14001 possa essere un utile strumento per la prevenzione dei rischi ambientali.
In generale, per quanto riguarda i rischi maggiormente percepiti, quelli ambientali si posizionano dopo l’intensificarsi della concorrenza e gli incidenti sul lavoro, e tra di essi le minacce di tipo ambientale maggiormente percepite sono incendio o esplosione (16%), seguiti dalla fuoriuscita di prodotti da serbatoi o vasche interrate (12,3%), perdite da condotte interrate (12,1%) e sversamenti da serbatoi, vasche o condotte fuori terra (12%).
Il trend di investimento nelle attività di risk management, però, risulta in crescita, di pari passo con la sensibilità delle
imprese: il 62% risulta dotata di un piano di risk management, e il 92% di questi piani comprende anche rischi di natura ambientale. Trovando anche una risposta in prodotti assicurativi più maturi, più del 50% delle aziende ha sottoscritto una polizza assicurativa, intraprendendo anche azioni di formazione del personale (20%), manutenzioni periodiche sistematiche (19%) e adottando sistemi di gestione ambientale certificati (14,2%).
Tweet di @Legambiente
Incorpora Visualizza su Twitter
Tweet
di @Legambiente1h Ritwittato da Legambiente Onlus
Le elezioni europee sono un'occasione unica per correggere la rotta di questi anni di errori e riportare l'Unione sulla strada della giustizia sociale.
Servono politiche radicali, che diano potere alle persone
Chi si impegna?
#giustiziasocialeineuropahuffingtonpost.it/foru m-disuguag…
Forum Disuguaglianze Diversità
@DD_Forum
Quattro settimane per un’Europa più gi…
Mancano quattro settimane alle elezioni … huffingtonpost.it
2 / 3
Data Pagina Foglio
09-05-2019
117601
Autore: Elisabetta Galgani
Giornalista professionista, da sempre si occupa di questioni ambientali, sociali e di genere. Dal 2003 a La Nuova Ecologia, il mensile di Legambiente, di cui è stata anche coordinatrice, oggi scrive per la rivista, segue l’online e non solo. Interessata ai social media, da sempre realizza servizi video (dalle riprese alla post-produzione) per la televisione e per il web. Tra le sue collaborazioni giornalistiche quella con il “Nuovo Paese Sera” e
“Left- Avvenimenti” e come autrice testi in Rai. È presidente dell’associazione culturale
Marmorata169 che si occupa di “racconto di città”.
Contatti: galgani@lanuovaecologia.it
Da notare, invece, le motivazioni di chi, al contrario, non ha sottoscritto alcuna polizza: un’alta percentuale (19%) dichiara di non averne una semplicemente poiché non è previsto dalla legge, spiegazione indicata al secondo posto, subito dopo la convinzione che la propria azienda non sia esposta a rischi ambientali significativi. Il driver maggiore che porterebbe alla sottoscrizione della polizza sarebbero sgravi ed incentivi di natura fiscale, assieme a uno sconto sulla polizza stessa in caso di possesso di una certificazione ambientale.
Condividi sui Social:
Seguiteci sui nostri social
Sblocca cantieri: “davvero pochi pregi”
3 / 3
Data Pagina Foglio
09-05-2019
117601