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Sardegna Ricerche, il presente dell'innovazione [file.pdf]

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Intervista - Pag. 19 1 novembre 2008

Sardegna Ricerche, il presente dell'innovazione

A colloquio col presidente Giulio Murgia, che ci ha illustrato prerogative, obiettivi, progetti e speranze di un complesso regionale all’avanguardia nel sostentamento tecnico ed economico al tessuto imprenditoriale sardo.

Presidente Murgia, quando è nato il progetto Sardegna Ricerche?

Sardegna Ricerche nasce negli anni 80 come struttura di sostegno alle imprese nel periodo in cui prevaleva il discorso della fornitura di servizi reali come il check up organizzativo e marketing. Inizialmente si chiamava Consorzio 21. In seguito gli è stata affidata la gestione di un parco tecnologico della Regione mentre in contemporanea c’era stata l’istituzione di un centro di calcolo presieduto da Carlo Rubbia, elemento di notevole attrazione di imprese nella nostra Regione.

Come si è evoluta la struttura del Consorzio? Ci sono state collaborazioni con altri enti e società?

Ovviamente si. Agli inizi degli anni novanta questa era un’attività molto importante perché la presenza di ricercatori aveva collocato questa zona all’avanguardia per quel periodo Poi cominciò una fitta collaborazione con Neuroscienze, altra società che cercava di tradurre in risultati applicativi le ricerche dell’Università di Cagliari. Erano quindi presenti CRS4 e Neuroscienze, poi in seguito fu istituito il Parco Tecnologico.

Quali sono i compiti e le funzioni di Sardegna Ricerche?

Tra i principali compiti annoveriamo quelli del sostegno alle imprese, l’incubazione di nuove imprese, lo start-up, il trasferimento tecnologico avanzato.

Nell’ultimo decennio c’è stata una progressiva accelerazione delle attività del Parco e della ricerca e sviluppo. Come è stato possibile crescere così velocemente?

Nel 2003 sono stati inaugurati gli edifici del Parco, disegnato da Gregotti, completato poi nel 2005. I settori di attività sono due: Ict e biomedicina genetica, ovvero la scienza che studia le patologie autoimmuni, derivati da errori genetici in cui si determinano reazioni immunologiche sproporzionate. Sono state sviluppate pertanto competenze importanti nella nostra Regione, il CRS4 era un potentissimo centro di calcolo che è ora tornato ai vertici europei. Sardegna Ricerche controlla ora due società di ricerca e sviluppo: il CRS4, Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna, attivo nelle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, nel calcolo ad alte prestazioni, nella visualizzazione scientifica, nella simulazione e nella modellistica, e Porto Conte Ricerche,

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che opera nelle biotecnologie applicate all'agroindustria e all'ambiente e gestisce la sede del Parco tecnologico di Alghero.

E la copertura economica? Pubblica, privata o mista?

La Regione Sardegna, con una legge apposita, ci mette a disposizione i fondi per il sostentamento. Per il resto procediamo con fondi di ricerca sui vari progetti, con gli APQ e con fondi misti pubblico-privato, seguiamo dunque fondi legati ai diversi tipi di progetto.

Sardegna Ricerche lavora anche su progetto?

Certo, abbiamo diversi lavori su commissione: tra i committenti posso citare AGIP e BOEING per la quale abbiamo riprodotto in 30 copie le strutture di un loro modello aereo.

Abbiamo sviluppato la piattaforma Navigator, una sorta di Google Earth fatto dal CRS4 relativo al territorio della Regione Sardegna.

Dove si svolge il lavoro? Ci sono dei laboratori specifici?

Esiste una rete di laboratori tematici al nostro interno, sono luoghi in cui le imprese e i nostri ricercatori lavorano insieme con l’intento di rendere stabili i progetti che possono essere più futuribili.

Esiste al nostro interno un centro di competenza sulle energie rinnovabili aperto alle imprese della Regione e non che operano all’interno del centro.

Sono presenti IBM e Engineering. IBM sta sviluppando progetti sulla bio-informatica, che permette tecniche per rispondere alle esigenze di calcolo dalle enormi proporzioni

Sono settori di frontiera in cui non è facile trovare persone capaci di utilizzare questi macchinari complessi. In totale, tra ricercatori pubblici e privati, disponiamo di circa 600 persone.

Il distretto ICT e i “must” di Sardegna Ricerche

Il distretto Ict ricopre un’importanza notevole all’interno del complesso Sardegna Ricerche. Si occupa di incubazione di nuove imprese e di spin off accademici (34 nello scorso anno).

Inoltre sono previsti progetti cluster di insiemi di imprese per affrontare progetti comuni.

Tutte le imprese presenti utilizzano le piattaforme tecnologiche che Sardegna Ricerche mette a disposizione come ad esempio la TV digitale e i laboratori 3D, laboratori difficilmente trovabili all’estero e che una piccola impresa non potrebbe avere sia nel campo Ict che nel campo della medicina.

Il focus del consorzio è dunque quello di valorizzare in termini di ricaduta la ricerca che si svolge in Sardegna: Sardegna Ricerche non vuole essere una seconda università, ma

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agendo sui settori più interessanti, vuole “far coincidere” gli interessi del mercato con quelli della ricerca.

Anche per questo, il consorzio è molto sensibile riguardo al sostegno alle imprese:

in una fase in cui la Regione Sardegna più di tutte sta investendo sulla società della conoscenza, SR ha sviluppato interventi sulla formazione per esempio mettendo a disposizione 50 milioni di euro per pagare master all’estero per i neolaureati della nostra Regione.

C’è anche un progetto sulla diffusione della banda larga, a testimoniare l’ultima lotta alla quale Sardegna Ricerche partecipa fattivamente: quella al digital divide.

Digital Divide Gianluca Incani e Matteo Peppucci

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