Pag. 1 01 gennaio 2007
Sardegna Ricerche sinergia per il futuro
POLARIS E UNIVERSITÀ IN TANDEM
La presentazione delle politiche comunitarie per la Ricerca contenute nel VII Quadro Comunitario di Sostegno ha rappresentato un utile momento di riflessione sulla situazione in Sardegna. Come in quasi tutti i campi, è emerso un quadro della nostra regione fatto di luci ed ombre: ad una drammatica carenza di fondi per la ricerca di base delle nostre università si contrappongono elementi di crescita e di consolidamento dell’eccellenza in svariati settori. Ad un’indubbia crescita degli investimenti nella cosiddetta ricerca applicata corrisponde una difficoltà di organizzare una gestione unitaria, di eliminare sprechi e duplicazioni di interventi. Ciononostante alcuni importanti risultati sono stati raggiunti. Attraverso la partecipazione a bandi per progetti di ricerca nazionali ed europei la disponibilità di risorse messe a disposizione dalla Regione sono state moltiplicate e, in gran parte, destinate ad istituti universitari. Il parco tecnologico, inaugurato da soli tre anni e solo di recente completato vede presenti quasi quattrocento ricercatori suddivisi in oltre quaranta imprese e centri di ricerca prevalentemente privati.
Accanto al distretto, ormai “tradizionale” dell’ICT si sta sviluppando quello della biomedicina. La Sardegna, prima pressoché inesistente in questo campo, è salita al sesto posto per quanto riguarda la presenza di imprese biotech. Si può quindi guardare con un certo ottimismo allo sviluppo della ricerca applicata e di un settore consistente di imprese innovative, basato sulla valorizzazione delle eccellenze che, soprattutto nelle Università della Sardegna si sono consolidate. Occorre quindi un consistente sforzo per il rafforzamento della ricerca fondamentale, senza discriminazioni che non siano quelle basate sulla meritocrazia, e per massimizzare le sue ricadute sul sistema economico e sociale della Sardegna. È quest’ultimo il compito fondamentale della agenzia regionale recentemente ribattezzata “Sardegna Ricerche” che, per avere successo dovrà operare in stretta sinergia con il sistema universitario regionale. Non sono però sufficienti generiche dichiarazioni di buona volontà, l’Università e Sardegna Ricerche stanno predisponendo un testo di protocollo d’intesa che individui i rispettivi campi d’azione ed i molteplici terreni di azione comune per conseguire il massimo dei risultati senza sovrapposizioni, sprechi, ingerenze indebite. In questo quadro è evidente che il compito di Sardegna Ricerche non è quello di fare ricerca, tanto meno di base, ma quello di favorire l’incontro tra la ricerca e l’impresa, di gestire processi di supporto alla nuova qualità dello sviluppo regionale basata sull’innovazione, sull’attrazione di aziende innovative, sulla crescita della competitività generale del sistema. Si dovrà operare quindi sia con strumenti destinati alla generalità del mondo della ricerca e dell’impresa, come la rete regionale dell’innovazione che favorisca, con le più aggiornate tecnologie l’incontro tra domanda e offerta di conoscenza, sia con interventi specifici settoriali. In tal caso sono già stati individuati dei comparti nei quali concentrare importanti risorse, evitando dispersione di iniziative e valorizzando quei vantaggi competitivi, espressi e potenziali dei quali la nostra Isola può disporre. È questo certamente il caso del settore biomedico e biotecnologico, delle tecnologie informatiche, delle scienze ambientali, delle energie rinnovabili, che possono utilizzare le importanti eccellenze dell’università per dare un’importante contributo allo sviluppo della Sardegna.
Giuliano Murgia Presidente Consorzio 21