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MONITORAGGIO VIROLOGICO IN PAZIENTI ONCOEMATOLOGICI NEGLI ANNI 2004-2007 Calvario A., Scarasciulli M.L.., Bozzi A., Satalino M.

Laboratorio Virologia Diretta U.O.C. Microbiologia e Virologia A.O.Policlinico -Bari

Le infezioni da Herpesvirus negli stati di immunodepres-sione rappresentano un grave problema sanitario dovuto al rischio concreto di malattia severa. Una peculiare caratte-ristica dei virus erpetici é infatti la capacità di stabilire nel-l’ospite, a seguito di un’infezione primaria più o meno acuta, infezioni persistenti tutta la vita, con frequenti riat-tivazioni a cui si associano gravi quadri patologici. Discriminante è lo stato immunitario che condiziona sia l’insorgenza che la gravità del processo infettivo: infatti i virus erpetici sono abili nell’evadere il sistema immunita-rio interagendo con cellule deputate alla risposta umorale o adattiva spesso già pesantemente inficiate dalla patologia di base di tali pazienti. Nel corso degli anni 2004-2007 sono stati monitorati 39 pazienti (24 maschi, 15 femmine, range di età 1,5- 78), di cui 21 sottoposti a trapianto di midollo osseo, che presen-tavano disordini ematologici di varia natura: 14 affetti da LLA, 7 LNH, 4 LH, 4 MM, 2 LLC, 2 Linfoma Linfoblastico a Cellule T, 1 BLLC, 1 Linfoma KI1, 1HLH, 1 LC, 1 LMA, 1MDS. I pazienti sono stati monitorati da un minimo di due ad un massimo di trenta volte nel corso della sorveglianza virologica che è stata condotta median-te median-tecnica PCR Real Time e nesmedian-ted per HSV1, HSV2, CMV, EBV, HHV7, HHV8, VZV su campioni ematici, accompagnati o meno da campioni pertinenti la patologia in atto. Dall’analisi virologica l’82% dei pazienti è risul-tato positivo per almeno uno degli otto virus erpetici ricercati eziologicamente associati a quadri di polmonite interstiziale, neutropenia, lesioni mucocutanee, encefalite e trasformazione neoplastica. Nelle malattie oncoematolo-giche la frequenza di infezioni virali è elevata a causa dello stato di neutropenia e immunosoppressine derivante dal-l’intensità del regime di condizionamento pre-trapianto: il riconoscimento dell’agente eziologico e la terapia mirata e precoce sono presidi salvavita resi oggi disponibili dall’u-tilizzo di tecniche molecolari.

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CARATTERIZZAZIONE DEI PROFILI DI

RESISTENZA A LAMIVUDINA ED ADEFOVIR IN PAZIENTI CON EPATITE B CRONICA

Cappiello G.1;Visca M.1; Longo R.1; Romano S.1;

Bernassola M.1; Gallinaro V.2; De Sanctis G.M.2; Trignetti M.3;

Gori C.4; Svicher V.3; Ceccherini-Silberstein F.3; Perno C.F.3;

Spano’ A.1

1U.O.C. Microbiologia Virologia e Immunologia,

Ospedale “S. Per tini” - Roma

2Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali,

Policlinico “Umberto I” - Roma

3Dipartimento di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche,

Università di Roma “Tor Vergata” - Roma

4I.N.M.I. “Lazzaro Spallanzani”- Roma

Introduzione. L’efficacia degli analoghi nucleos(t)idici per il trattamento dell’epatite B cronica è fortemente limi-tata dall’insorgenza della farmacoresistenza. Risulta per-tanto fondamentale studiare i profili di resistenza verso tale classe di farmaci e la loro correlazione con i parametri virologici e clinici.

Metodi. Una coorte di pazienti (HIV-Ab/HCV-Ab negati-vi) con epatite B cronica (34 trattati con lamivudina e 9 con adefovir) è stata analizzata con PCR Real-time per la viremia e con sequenziamento diretto per il genotipo e la farmacoresistenza (Pol/RT). Il coefficiente di correlazione-binomiale (phi) e la cluster analisi sono stati utilizzati per identificare correlazioni tra mutazioni.

Risultati. Il 95% dei pazienti è risultato con genotipo D, e il 5% con genotipo A. Dopo almeno due anni di trattamen-to con lamivudina, 32/34 pazienti presentavano mutazioni associate a resistenza.

La mutazione osservata più frequentemente era la L180M (N=25), seguita da M204I (N=18), M204V (N=16), L80I (N=8) e L80V (N=7).

La M204V risultava associata alla L180M (phi=0.56, p=<0.001). La co-presenza delle mutazioni L80I/V con il

cluster M204V+L180M era associata ad un aumento di 2

log di viremia (3.3 versus 5.1) e ad un aumento di 3 volte dei valori di ALT (34UI/ml versus 96UI/ml). La M204I mostrava un trend di correlazione positiva con la L80I (phi=0.24, p=0.1) e un’associazione negativa con la L180M (phi= -0.56, p=<0.001), come confermato dalla riduzione della viremia nei pazienti M204I+L180M rispet-to ai pazienti M204I±L80I/V (3.3 versus 4.7).

La mutazione V173L è stata riscontrata in un paziente con genotipo A, insieme con L80I+L180M+M204I.

Dopo almeno un anno di trattamento con adefovir, in 6/9 pazienti sono stati individuati i seguenti profili: A181T/V+N236T (N=3), A181V (N=2), A181V+V173M (N=1).

Conclusioni. Tale studio mostra la complessità e la varie-tà dei profili di resistenza verso lamivudina ed adefovir e sottolinea l’importanza di sequenziare l’intera Pol-RT di HBV per una loro migliore caratterizzazione. Ciò è impor-tante per una corretta impostazione delle strategie terapeu-tiche antivirali.

volume 22, numero 3, 2007 POSTER

Microbiologia

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