L'ECONOMISTI
GAZZETTA SETTIMANALE
*SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Direttore M, J . de Johannis
a»D9 XLV1II - Val. UI F M E 27 novelle 1921 j =F
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S O M M A R I OP A R T E E C O N O M I C A .
Per la costituzionalità nella giustizia. Il protezionismo e i prezzi. Inflazione e deflazione. J . R I V I S T A B I B L I O G R A F I C A . F I N A N Z E D I S T A ^ O . Debiti consolidati. Debito pubblico. Circolazione. Circolazione di Stato. Reddito dei tabacchi.
R I V I S T A D E L C O M M E R C I O .
Commercio estero della Francia. Commercio degli Stati Uniti. .Commercio della Germania.
R I V I S T A D E I P R E Z Z I .
La Siderurgia in Inghilterra. Numeri indici della Germania. Indice dei prezzi in Inghilterra.
N O T I Z I E V A R I E
Tariffa e movimento commerciale. Valore della lira.
Valore della sterlina.
R I V I S T A D E L M E R C A T O E D E I V A L O R I .
Rassegna settimanale. GUSTAVO DE6LEX.
SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI EMISSIONE ITALIANI. SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO MOBILIARE. ISTITUTI NAZIONALI ESTERI.
1 9 2 1
II prezzo di a b b o n a m e n t o è di lire 40 annue per l'Italia e Colonie, e di lire 80 per l'Estero, pagate in moneta del paese di provenienza calcolate alla p a r i ; sempre anticipato. Non si dà corso alle richieste di abbonamento, non accompagnate dal relativo importo.
L'abbonamento è a n n u o e decorre dal 1, gennaio.
Un fascinolo separato costa L. 4 per l'Italia e in proporzione per gli altri paesi.
Trascorso un mese dalla pubblicazione n o n si trasmettono fascicoli reclamati dagli abbonati.
I cambiamenti di indirizzo vauno accompagnati inaila fascetta e dalia rimessa di L. 5.
Non sì inviano bozze dogli scritti favoriti dai collaboratori, i quali debbono rimettere gii originali nella loro redazione definitiva. Non si d a n n o in o m a g g i o estratti, né copie di fascicoli. Potrà solo essere tenuto conto degli indirizzi, che preventivamente gli autori avranno designato, per l'invio delle copie contenenti i loro scritti.
Per gli estratti richiedere alla Amministrazione il prezzo di costo.
P r o f . GIORGIO MORTARA
Prospettive economiche 1921
Volume di 342 p a g . — Edizione fuori commercio SOCIETÀ' EDITRICE « LEONARDO DA VINCI » : Città di CastelloProf. RICCARDO BACHI L 20
L'Italia Economica nel 1919
Soc. ED. « DANTE ALIGHIERI » — Roma - Milano - Napoli
Metron
Rivista Internai, di statistica diretta dal prof. CORRADO GINI
Abbonamento L . 50. Industrie Grafiche italiane — Rovigo.
PARTE ECONOMICA
Per la costituzionalità nella giustizia „
E' fenomeno dell'epoca nostra quello di sottrarre,
in onta alle disposizioni statutarie, dalla giurisdi- !
zione della magistratura ordinaria le controversie
che riguardano o determinati rapporti sociali o
specifiche categorie di individui.
Ricordiamo come premessa, che l'art. 71 dello
Statuto del Regno stabilisce : « Ninno può essere j
distolto dai suoi giudici naturali. Non potranno ìj
perciò essere creati tribunali o commissioni straor- I
dinarie ».
Era già invalsa nell'uso commerciale, la pratica ;
di includere negli strumenti che sancivano obbli- ;
gazioni, la clausola compromisoria, per la quale le
parti consensualmente stabilivano di rimettere le
controversie eventuali, nascenti dai rapporti del
contratto, a giudici speciali, arbitri, liberamente
scelti dalle parti. Più tardi, poiché il lodo non si
sottraeva completamente dallo intervento,
provo-cato in genere dalla parte soccombente della
ma-gistratura ordinaria, venne introdotta, nella
clau-sola compromissoria, la condizione della
inappel-labilità del lodo, all'intento di evitare
definitiva-mente un possibile intervento dei giudici naturali.
Fortunatamente è noto che una cotale convenzione,
non ha mai conseguito pieno accoglimento da j
parte della magistratura ordinaria.
In altro campo, la istituzione dei collegi
probi-virali, preveduta dalla legge, veniva a sottrarre un
determinato ordine di controversie, derivanti dal
contratto di lavoro, alla competenza dei magistrati.
In seguito la legge sul contratto di impiego
pri-vato prevedeva la costituzione di particolari
com-missioni capaci di emettere sentenze, alla pari di
un qualsiasi organo giudicante, in tutte le
contro-versie riflettenti la categoria dei contratti d'impiego.
Una legge di data non lontana crea la speciale
magistratura delie acque, per le poncessioni idriche.
Più recentemente le numerose leggi emanate
in-torno ai contratti di affitto sono giunte a disporre
la creazione di altre commissioni, le quali debbono . .
giudicare intorno 'alla rinnovazione .dei contratti
di locazione per i negozi, ecc.
Re commissioni sull' equo prezzo, costituite a
fianco delle autorità prefettizie, hanno avuto dalla
legge il potere di emanare particolari sanzioni, in
caso che dai venditori non fosse osservata quella
sconosciuta sibilla, che va sotto il nome di equo
prezzo.
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27 novembre 1921 — N.- 2482
manare pronunziati, che abbiano la stessa forza
delle sentenze giudiziarie.
Questi brevi accenni, che potrebbero essere
am-pliati o facilmente completati con altri esempi che
adesso ci sfuggono, riteniamo sieno sufficienti
a dimostrare la crescente e pericolosa tendenza
v«rso-la violazione, sempre più ampia, del patto
co-stituzionale, sancito dalla collettività nel citato
art. 71 dello Statuto.
Nel contempo è da notare che ad alcuni gradi
della magistratura vengono di continuo affidate
funzioni che in sostanza esulano dall'ambito
giu-diziario: valgano ad esempio, le mansioni attribuite
al pretore per la verifica degli atti e dei registri
dello Stato civile; la tutela dei minori attraverso
i Consigli di famiglia ; l'accertamento degli
infor-tuni sul lavoro ecc. ecc.
Mentre quindi da un lato si vanno aumentando
i compiti e le responsabilità della magistratura
ordinaria, per atti e funzioni che potrebbero e g u a l
-mente essere affidati ad organismi civili, dall'altra,
con un crescendo preoccupante, si tende a creare
corpi giudicanti, i quali non derivano dalla
magi-stratura ordinaria, ma richiedono sovente a cittadini,
privi di ogni preparazione giuridica, la soluzione
di controversie, che t a l v o l t a involgono gravissime
questioni di ordine sociale, di ordine economico
ed insieme prevalentemente di ordine giuridico.
Noi vogliamo gettare un all' arme intorno ad
ambedue le tendende, ma più specialmente verso
quella che mira a violare la garanzia contenuta
nello statuto del Regno.
Il creare magistrature specifiche per determinate
categorie di cittadini o per particolari qualità di
rapporti contrattuali, equivale, nè più riè meno,
che distogliere il cittadino dai suoi giudici
natu-rali, i quali non possono che essere i magistrati
ordinari.
In Italia fortunatamente la nostra magistratura,
malgrado il trattamento non equo che essa ha
su-bito sotto l'aspetto economico, poiché raramente
i governi hanno voluto comprendere quale alta
ed importante funzione sia riservata ai giudici
ordinari, e come essi non dovevano nè potevano
essere equiparati ad alcuna categoria normale
di impiegati dello Stato, si è sempre
conser-vata all'altezza del proprio compito, mantenendo
integra la fama di profondo sapere e di completa
imparzialità di giudizio.
Due ordini di riforme urgono perciò, nei riflessi
dei nostri giudici naturali, e più precisamente : la
sistemazione economica di coloro che esercitano
l'alta funzione di magistrati ; la riforma della
pro-cedura, che inceppa lo svolgimento di giudizi
ra-pidi e tempestivi.
Col creare delle magistrature straordinarie o di
eccezione, lo Stato non realizza certamente delle
economie ma anzi, oltre a compiere una violazione
statutaria, non fa che accavallare un ordine di
magi-strati non naturali a quello dei. giudici ordinari.
Ciò costituisce indubbiamente una politica errata,
che, se continuata lungamente, potrà avere
riper-cussioni sociali di non dubbia gravità, venendo a
diminuire costantemente il prestigio della
magi-stratura e a creare gradi di giurisdizione
sovrap-posti agli ordinari, i quali non possono che
com-plicare maggiormente la già deprecata procedura
attuale.
Noi ci auguriamo che voci autorevoli e pressioni
da parte di coloro che vogliono mantenuta fedeltà
alle norme del patto sociale racchiuse nello
Sta-tuto, possano condurre ad un cambiamento di
in-dirizzo ed a una resipiscenza sull'andamento
er-roneo degli ultimi tempi.
Il protezionismo e i prezzi
Un modo di ragionare piano e spicciativo, molto
u-sato in ogni tempo, è quello di giudicare gli effetti
della protezione, dai prezzi delle merci.
Dicono i liberi scambisti : Una merce, senza la
pro-tezione, costerebbe 100, colla protezione costa 120;
dunque il paese p e r d e 20, che in parte è distrutto, in
c a r t e va a i produttori protetti. Si giovano di molti
esempi in cui si ved'e c h e effettivamente la protezione
rincara le merci.
Rispondono i protezionisti c h e il calcolo è errato : il
prezzo di 100 si ottiene con mezzi artificiali, col
dum-ping; tolti questi, sarebbe maggiore, quindi il paese
non perde 20, poiché parte almeno è pagato dai
pro-duttori forestieri. H a n n o in loro favore esempi come
quello dell'esportazione del ferro di Germania in
Sviz-zera ed in Italia. In questi d u e paesi la differenza dei
prezzi non corrispondeva punto alla differenza dei dazi
protettivi : i Tedeschi si facevano pagare il ferro
espor-tato nel primo di quei paesi, più di quello, esporespor-tato
nel secondò. Aggiungono i protezionisti che il
vende-re a basso pvende-rezzo la m e r c e esportata è un artificio per
rovinare le industrie c h e la producono nel paese
im-portatore, e potere poi rincararla. Ma dr tal fatto non
recano esempi importanti e ben certi.
In realtà, dà una parte e dall'altra, si edifica sulla
rena. Nulla si può cavare dalla sola considerazione
dei prezzi. Basta, p e r persuadersene, oservare che le
condizioni di un individuo non si possono giudicare
dalle sole spese, trascurando le entrate. Q u e s t ' a r g o
-mento è stato s p e s s o adoperato dai protezionisti, che
per altro lo hanno tratto oltre ai confini del campo in
cui rimane valevole.
Spinto all'estremo, esso ci dà la teoria della
pro-tezione eguale p e r tutti. Badiamo a questo tutti, in
esso troveremo il bandolo della matassa. Se
inten-diamo tutti i cittadini di un paese, la protezione
in-clina ad appartarlo dal rimanente del mondo. Allora
trionfano i liberi scambisti, ai quali è agevole
dimo-s t r a r e che tale dimo-separazione reca un danno economico
al paese. Usando la dimostrazione per assurdo,
chie-dono s e si vorrà far maturare l'uva nelle regioni
po-lari, fare crescere il grano sulle roccie alpestri
ri-cavare l'oro, non più dalle m i n i e r e , ma dall'acqua del
mare, in cui h a v e n n e una quantità oltremodo piccola.
T a l e
sragionamento cessa di essere evidente,
an-c h e nei limiti dell'ean-conomia, quando si an-
considere-ranno casi pratici di • estesi territori aventi tale
va-rietà di clima e di produzione, che possono, senza
grave danno, appartarsi dagli altri paesi. P e r d e poi
ogni forza quando si consideri la parte politica del
fenomeno. P e r esempio, potrebbe darsi che, di fronte
all'Inghilterra, padrona dei mari, potessero solo
ri-m a n e r e indipendenti vaste regioni, cori-me le
Russo-Asiatiche e le Americane, c h e si disgiungerebbero
dalla parte del globo soggetta all'egemonia inglese.
Riguardo all'Italia, r i m a r r e b b e da sciogliere il
pro-blema c h e sta n e l s a p e r e a quale dei contendenti
giova accostarsi. E non basta riconoscere, in genere, "
che il quesito c ' è , occórre valutare il dare e l'avere,
per avere almeno un lontano concetto della
solu-zione.
Ma lasciamo stare, per ora, tale materia, e
tor-niamo a! nostro tutti. E ' possibile che comprenda
tut-ti i cittadini di un p a e s e ? Bisogna distut-tinguere tra
l'in-cipiente protezione e l'assetto c h e a lungo andare si
compie. Simili distinzioni sono capitali in molti altri
argomenti dell'economia; per esempio in quello del
come operano le emissioni di carta moneta sul
cam-bio e sugli scambi commerciali coli 'estero, e lo averle
trascurate è stato ed è ancora fonte di gravissimi
er-rori.
pri-27 novembre 1921 — N. 2482
L' ECONOMISTA
5 8 3vate ecc. ; in parte ci stavano altresì gli impiegati
quando si contentavano di stipendi poco variabili, ma
ora il caro vivere li ha scossi e procacciano di
tro-vare luogo nella seconda classe. Questa si compone
di coloro di cui le principali entrate sono
essenzial-m e n t e variabili per eseessenzial-mpio, gli speculatori, gli
in-dustriali, possessori di azioni di società inin-dustriali, gli
agricoltori: diciamo, in genere, i produttori, • i
com-mercianti, ecc. Ora, sempre sotto la pressione del caro
vivere, vi accedono i professionisti e gli operai, che
prima rimanevano, sia pure per poco, nella prima
classe.
L'incipiente protezione opera diversamente sulle due
classi. La prima è esclusa dal numero dei tutti, ad
essa, sono imposti sacrifici, con poco o nessun
com-penso. Vedevano ciò, sebbene m a l a m e n t e coloro che
dicevano c h e la protezione grava i « consumatori ci
sono -in entrambe le classi.
La seconda potrebbe stare ne! n u m e r o dei tutti.
Opera in questo senso il vantaggio che hanno i
pro-tetti di essere quanto è mai possibile numerosi, per
imporsi al governo. Lupo non mangia lupo ; ed essi,
purché possano astenersene, mal- volentieri si volgono
ccriero colleghi. Opera in senso contrario il fatto che
ci sono alcune industrie c h e non hanno c h e farsi dei
dazi nazionali, e che vorrebbero colla riduzione di
que-sti, pagare la riduziorìe degli .esteri. Inoltre, più
cre-sce il numero dei protetti e più cre-scema la fetta della
torta' che può goderne ciascuno. La ricchezza di un
p a e s e non è infinita, ed ora che i governi largamente
la distruggono, per soddisfare Te cupide brame dei
loro partigiani o per comprare pace dagli avversari,
rimane una somma non troppo grande per altri usi.
per soddisfare le cupide b r a m e dei loro partigiani o
per comprare pace dagli avversaro, r i m a n e una
som-ma non troppo grande p e r altri usi.
In ogni modo, è dall'incipiente protezione che
pos-sono ricavare vantaggio i protetti ; e ciò spiega come
i paesi che si volgono per la via della protezione sono
spesso tratti ad inasprirla ognor più, poiché i nuovi
provvedimenti sono maggiormente efficaci degli
an-tichi.
Se, per quei nuovi provvedimenti e per breve
tem-po, i prezzi ci possono dare un qualche concetto della
realtà, svanisce questo quando, dopo un tempo più o
meno lungo, un nuovo assetto economico fa variare
tutti i prezzi e fa maggiormente lievi le differenze fra
le due classi di cittadini ora notate. Occorre dunque,
per giudicare tale stato di cose, Ricorrere ad altre
considerazioni, ma per ora seguitiamo a ragionare
dei prezzi.
Non è punto sicuro che un dazio protettore,
po-niamo di dieci, faccia rincarare di dieci la merce pel
consumatore. Esso non è altro c h e uno degli elementi
del costo, per questi. In alcuni casi, si può
conside-rarlo s e p a r a t a m e n t e ; in altri, ciò sarebbe
interamen-te errato. Uno stato di libera concorrenza e di miti e
non troppo variabili imposte ci avvicina ai primi casi :
uno stato di monopoli e di imposte gravi e variabili, al
secondo.
P e r esempio, oggi, in Italia, se si togliesse un
dazio di tanto sulle macchine agricole, costerebbero
meno di questo t a n t o ?
P u ò essere di sì, ma più facilmente sarà di n o ; la
riduzione del dazio sarà compensata dall'aumento
del-le spese di trasporto, imposte da sindacati che si
spingono sino 'al limite del possibile, e tale limite
varia secondo il prezzo delle m e r c i ; oppure
com-pensata dalle richieste dei sindacati agricoli,
im-poste colla forza, le quali pure variano nei limiti
del possibile, e c h e giungono sino a vietare l'uso
del-le macchine agricodel-le, quando non piaccia al
sinda-cato.
Altro compenso ci può e s s e r e nelle infinite e
mul-tiformi imposte su ogni atto economico. Anche qui
c ' è evidentemente un limite, ed esso varia secondo
i prezzi d e l l e ' m e r c i ; se questi sono bassi, le altre
di più c h e se sono già inaspriti ; c ' è un tanto e non
più di cui, sotto varie foime, può impadronirsi il
go-verno e ciò c h e prende in più da una parte finisce
coll'averlo in meno da un'altra. Infiniti fatti
dimo-strano che, _oItre un certo limite, l ' a u m e n t o delle
imposte n o n ' n e fa crescere, bensì ne fa scemare il
prodotto.
In generale dunque, a n c h e col ragionamento sui
prezzi, che è imperfetto e pochissimo rigoroso e c h e
qui si espone solo per seguire Fuso comune, si vede
c h e il dazio doganale è spesso prelevato, in parte più
o meno grande, non sul consumatore ma su vari
pro-tetti e su prodotti fiscali.
Perciò il problema del libero scambio -e della
tezione diventa un problema di distribuzione di
pro-tezioni e di fiscalità e deve essere esteso a tutto
l'or-dinamento economico e sociale, al quale è
subordi-nato, per modo tale che, mutando l'ordinamento,
mu-tano anche le soluzioni del problema.
Inflazione e deflazione (1)
Proseguendo n e l l ' e s a m e della magnifica analisi
com-piuta dal Guyot e dal Raffalovich (2) intorno alle
con-seguenze ed ai sofismi della inflazione, troviamo arel
loro libro le proposizioni più interessanti nella parte
che tratta « Dei sofismi inflazionisti ».
Noi ricordiamo, essi dicono, alcune definizioni, c h e
è s e m p r e bene tener presenti alla memoria, p e r c h è
esse sembranq o ignorate o dimenticate o annebbiate
0 denaturate da alcuni economisti, che' si ingegnano
di apportare, nella scienza economica, il procedimento
sofistico di Alessandria e di Bisanzio.
Ecco le definizioni, delle quali si può trovare spie
Tgazione nella Science Economique, del Guyot :
Il valore è il rapporto della utilità posseduta da un
individuo o da un gruppo di individui ai bisogni e al
potere di acquisto di uno o di più altri individui.
Il prezzo è l'espressione di questo rapporto
secon-do la moneta legale in uso.
L'offerta è il desiderio di un individuo, in cambio
delle utilità c h e egli possiede, di procurarsi delle
uti-lità d'altra natura.
Si può dire c h e il valore di una utilità è in ragione
inversa della offerta e in ragione diretta della
do-manda.
Il prezzo dipende dai coefficienti seguenti : per il
produttore e il commerciante, il prezzo di costo; per
il consumatore o l'acquirente, il bisogno e il potere
di a c q u i s t o : per l ' u n o e per l'altro la quantità.
Tre di questi coefficienti sono Obiettivi : il prezzo
di costo, il potere di acquisto e la quantità; uno è
soggettivo, il bisogno. L ' a c q u i r e n t e non conosce il
prezzo di costo, che poco lo riguarda, m e n t r e il
prez-zo di acquisto è quello che determina il corso della
m e r c e ; ed esso varia secondo il giuoco della domanda
e della offerta; che può essere determinato nel
mo-do seguente :
l'aumento della domanda aumenta la diminuzione della domanda il prezzo; abbassa i prezzi ;
1 elevazione dei prezzi provoca il ribasso del prezzo diminuisce
l'offerta ; l'offerta;
l'aumento dell'offerta abbassa i la diminuzione dell'offerta au-prezzi; menta i au-prezzi;
il ribasso dei prezzi aumenta la l'elevazione dei prezzi diminuisce
domanda; ia domanda.
La domanda è la forza motrice della industria : p e r
-chè l'industriale non produce già per i propri
biso-gni. ma per quelli degli altri.
Il rialzo restringe la domanda e provoca l'offerta.
Al momento nel quale la produzione sente il maggior
bisogno di sbocchi, il rialzo dei prezzi li restringe o
li sopprime.
I protezionisti subiscono s o v e n t e questi effetti della
• (1) V. Economista, 25'settembre 1921, N. 2473, pag. 485; 2 o t -bre 1921, N. 2474, pag. 497.
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L' ECONOMISTA
condizioni essendo eguali, il governo può p r e n d e r e
legge sulla domanda e sulla offerta. Il rialzo dei
prez-zi provoca a sua volta l'offerta e quindi la diminuprez-zio-
diminuzio-n e dei prezzi : dudiminuzio-nque il ribasso.
I nipoti di G a r o de la Fontaine, fra i-quali si sono
trovati i socialisti della cattedra, considerano che gli
effetti della legge della domanda e della offerta non
sono c h e u n a serie di contraddizioni : le oscillazioni
ne sono p e r p e t u e c o m e quelle del barometro. I nipoti
di G a r o tentano di sopprimerle,, inventando le
stabi-lizzazioni, le valorizzazioni, i prezzi fittizi, appoggiati
alle tariffe doganali. Essi possono falsificare le
indi-cazioni del barometro, ma possono a n c h e fracassarlo,
poiché sono incapaci di impedire il giuoco della
do-manda e dell'offerta. S e il mondo non fosse ciò c h e
è, esso non s a r e b b e diversamente da quello che è,
e non vi è forza umana capace di sopprimerlo. Allo
stesso modo che la legge di gravità, quella della
do-manda e della offerta è una legge necessaria.
Non è quindi il prezzo di costo che stabilisce il
cor-so delle merci. C h e importa all'acquirente il prezzo
di costo del grano al Canadà, nell'India o nella
Re-pubblica A r g e n t i n a ? Esso non è neppure uniforme
in ciascuno di detti paesi
equindi a più forte ragione
non lo è per tutto l'insieme dei paesi.
•Quando i coltivatori e gli industriali si sforzano di
imporre il prezzo delle loro merci sulla base del prez- .
zo di costo, valendosi delle tariffe doganali, della
co-stituzione di monopoli stabiliti in diversa forma e
sot-to differenti nomi, il consumatóre s f u g g e o adoperando
surrogati, o astenendosi dagli acquisti. «
Se il consumatore si dilegua dinanzi ai prezzi c h e
gli vengono fatti, i coltivatori, gli industriali, i
com-merciati, c h e hanno fatto le loro provviste ad alti
prez-.zi, si lagnano g r i d a n d o : E' la crisi.
C e r t a m e n t e vi è una crisi per essi, ma essa è
nor-male e la loro sorpresa prova semplicemente c h e essi
non riconoscono il fatto c h e è l'acquirente che
stabi-lisce i prezzi. I ribassi che si sono prodotti nel
se-condo s e m e s t r e del 1920 ne sono la prova.
Perciò noi siamo meravigliati quando abbiamo letto
in un importante rapporto : la riduzione dei prezzi di
vendita non può avvenire senza una preventiva
dimi-nuzione dei prezzi di costo.
Quando l'anno scorsa gli acquirenti hanno
rifiuta-to di comperare, essi non si sono domandati se gli
in-dustriali avevano preso la precauzione di ridurre i
loro prezzi di costo; essi hanno trovato che si
doman-dava loro troppo e si sono astenuti.
La diminuzione dei prezzi di costo non è stata
preventiva; essa deve s e g u i r e / D u r a n t e la guerra,
sot-to la spinta del Ministero degli armamenti e del
Go-verno, l'industriale aveva dimenticato di preoccuparsi
del prezzo di costo. Il compratore glie lo ha
ricor-dato.
Alcuni industriali si lamentano e domandano che
sia conservata l'inflazione p e r poter m a n t e n e r e alti i
prezzi fittizi. Essi dimenticano che la elevazione dei
prezzi respinge i compratori e che non vi ha c h e un
solo concetto protettore della industria ed esso è il
compratore, il quale diviene recalcitrante, quando il
prodotto offerto sorpassi il rapporto esistente fra il suo
bisogno ed il suo potere di acquisto.
_ A quei coltivatori ed industriali che si lagnano a
riguardo della crisi si deve rispondere c h e questa
de-pressione dei corsi è una crisi di salute. Essa è una
delle forme di riduzione degli ascessi provocati,
in-veleniti e gonfiati dalla guerra.
G i u s t a m e n t e il Gupot e il Raffalovich polemizzano
dol direttore d e l l ' I n f o r m a t i o n . Léon Chaverion, che
scrisse : poiché tanti economisti combattono
l'infla-zione e non n e riconoscono la necessità, è dunque
p e r c h è essi hanno un sistema adeguato da sostituire ?
II Guyot rispose : gli Economisti, cui si rivolge lo
Chavenon, non sono dei taumaturghi ; essi non si
van-tano affatto di avere il potere magico di creare la
ric-chezza dal niente. Sono gli Inflazionisti c h e hanno
in-vece una soluzione adeguata ed assai semplice : è loro
sufficiente un torchio da stampa per far scaturire
mi-liardi. Lo Chavenon parla di un deficit di 3 8 miliardi
per l ' a n n o in corso e di 2 0 p e r l'anno prossimo.
Cin-quanta miliardi di biglietti da aggiungere ai 40
at-tualmente autorizzati.
Egli quindi p o n e questa alternativa : occorrerà
sce-gliere tra l'imposta sul capitale e l ' a u m e n t o della
circolazione. Se p e r ò egli c r e d e di avere c o s ì f o r m u
-lato un dilemma, si sbaglia. La questione si riduce a
questi termini, si deve divorare immediatamente il
capitale colle imposte o si deve invece distruggerlo
prima che la imposta possa a f f e r r a r l o ?
La circolazione fiduciaria risulta dal corso forzato,
e non ha per substrato', nè carta commerciale, nè
in-casso metallico; esso è un prestito forzato' sul
capi-tale. Soltanto poiché il valore dei biglietti emessi sta
in ragione inversa della loro moltiplicazione-, essi
an-nientano in tutto od
1in parte il capitale, c h e
dovreb-be s e r v i r ò a rimborsarli. Allora si giunge alla
solu-zione data dalla legge 21 maggio 1797, c h e annullò
tutti gli assegnati in circolazione.
Questo è il sistema adeguato proposto dallo C h a
-venon, -e, conclude il Guyot : L'emissione di biglietti
di Banca a corso forzato, senza copertura è un prestito
forzato e il peggiore dei prestiti.
Noi condividiamo pienamente, in conformità a
quan-to abbiamo più volte sostenuquan-to nel nostro periodico, i
principii del Guyot e del Raffalovich, coi quali ci
tro-viamo p e r f e t t a m e n t e d'accordo.
Ma per nostra fortuna in Italia d i inflazionisti sono
assai rari e non hanno troppa influenza sulle
diretti-ve dello Stato, tantoché questo ha potuto già
inaugu-rare una politica di deflazione, che, condotta sulle
ba-si più prudenti conba-sigliate dagli effetti ipernicioba-si che
potrebbero derivare da una politica deflazionista a
de-corso rapido, saranno per produrre, gradatamente, il
miglioramento della valuta fiduciaria ed a permettere,
se nuove circostanze di ordine sociale od economico
non saranno p e r intervenire, la stabilizzazione dei
prezzi intorno a livelli che corrispond'ano ad un
mag-giore potere di acquisto della lira.
E ' per certo meraviglioso c h e l'Italia, forse prima
fra tutte le nazioni europee, vada risanando la sua
po-sizione finanziaria ed economica con rapidità insperata
ed insospettabile anche a causa della sua povertà di
risorse naturali. Il fatto che il disavanzo dello Stato
va decrescendo velocemente e segna già la possibilità
di un prossimo pareggio, il fatto c h e la crisi
indu-striale può dirsi virtualmente superata, senza disastri
superiori a quelli inconsideratamente voluti dai
soste-nitori di industrie c h e non avevano base per potersi
sostenere, denotano nella finanza e nella economia del
nostro regno una saldezza ed una retta visione del
fu-turo, che debbono essere ben considerate e ben
va-lutate all'estero. - J.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
UMBERTO" RICCI — Il fallimento della politica annonaria. — Firenze, Soc. an. ed. « La voce », 1921 ; 1 voi. in 8° p „ pag. VIII-493. Questo bel volume, a più di un secolo di distanza, é pienamente comparabile con la classica opera del Fabbroni sui provvedimenti an-nonari: entrambi i libri tracciano una minuta, sistematica e irresisti-bile Critica delle numerose misure annonarie ispirate dalla insipienza degli amministratori e dalla ignoranza del popolo, in passato e du-rante la guerra.
Tanto il Ricci quanto il Fabbroni entrambi valenti economisti -non rifuggono qualche volta dall'analisi dottrinale del fenomeno eco-nomico, ma più spesso mostrano tutta la vanità delle misure anno-narie con la umoristica esposizione dei fatti, ricorrendo largamente alia citazione delle cronache e dei giornali.
JAMES? BRYCE — Modem democracies — London, Macmillan e C.° 1921 ; 2 voi. in 8» pag. XXVI,567, X-757.
ro-27 novembre 1921 N. 2482
L ' E C O N O M I S T A
585
mano impero — si può, in questa rivista economica, fare solo unfuggevole richiamo.
Il libro è un fine e acuto studio delia varia formazione dei reggi-mento popolare prevalso nel mondo dalla fine del secolo x v m sino alla vigilia della guerra.
Lo studio è condotto per lo più in base a dirette osservazioni del-l'autore sopra luogo, su due vecchi paesi europei : la Francia e la Svizzera, su due paesi nuovi dell'America : gli Stati Uniti e il Ca-nadà, e su due delle più giovani filiazioni della Brittannia nel lon-tano Pacifico: l'Australia e la Nuova Zelanda.
E ' premessa una sommaria analisi delle democrazie cittadine nel-l'antica Grecia e un sommario richiamo è fatto al reggimento delle repubbliche dell'America latina.
Una grave lacuna è nel libro : il Bryce, nella tema di non sapere giudicare con occhio imparziale, non parla di proposito della costitu-zione inglese, la madre delle attuali democrazie. 11 lettore italiano la-menta un'altra lacuna, cui non soccorre niunà giustificazione: sarebbe stato un contributo prezioso quello che il grande politicrf inglese avrebbe recato se avesse tracciato con la sua mano maestra l'analisi così del reggimento delle nostre repubbliche cittadine medioevali, come della nostra- attuale costituzione democratica a forma monar-, chicamonar-, la quale presenta caratteri e condizioni d'ambiente dissimili da
quelle dei sei Stati cui ha dedicato la maggior parte del grande libro. Lo studio monografico dei sei Stati è preceduto da considerazioni varie sulla evoluzione storica e le basi fondamentali della democrazia: sulla democrazia di fronte all' istruzione, alla religione, alla pubblica opi-nione, alle tradizioni ecc.
Le ultime parti dei libro contengono indagini critiche di generale portata sulle istituzioni democratiche (parlamenti, potere esecutivo, politica estera, potere giudiziario, azione popolare diretta, governo locale, ecc.) e previsioni sulla evoluzione avvenire del governo demo-cratico. . * b. A. C. Pioou — The politicai economy ol war. — London,
Mac-millan & Co., 1921; 1 voi. in 8° p., pag. X-251.
Molta parte della materia di questo volume era già nota attraverso antecedenti scritti dell'autore, e specialmente dal fine volumetto pub-blicato nel 1916 sulla Finanza della guerra, da articoli vari sull' im-posta patrimoniale, e dal rapporto su questioni monetarie presentato alla Conferenza di Bruxelles. La trattazione è qui opportunamente unificata e aggiornata sulla piena esperienza dei perturbamenti recati dalla guerra.
Il libro fa scarso richiamo a dati di fatto, a documenti e ad opi-nioni altrui e pure, sulla concreta nozione delle vicende della guerra,
traccia a grandi linee le cause (in parte solo ecnonomiche) della guerra, analizza i mezzi per sostenere il costo della guerra e pone in evidenza le divergenze fra costo economico e costo finanziario; compara i di-versi effetti economici e finanziari delle imposte e dei prestiti, i tur-bamenti recati dalla guerra nei fenomeni monetari e creditizi, e le mo-dalità e gli effetti dell'azione dello Stato sulle industrie, sui prezzi, sull'annona, sugli scambi commerciali, ecc.
b.
A. C. Pioou — The economics of welfare. — London, Macmillan <£ , Co., 1920; 1 voi. in 8° gr., pag. XXXVI-976.
Questo poderoso volume è un rifacimento della precedente opera
Wealth and weljare (1912) ma con ampie addizioni e larga
trasfor-mazione anche in base alla fenomenologia determinata dalla guerra. Come nell'anteriore libro l'analisi di una gran varietà di fenomeni economici è poggiata sugli effetti che quei fenomeni nel vàrio loro p r e -sentarsi, operano sul volume del « dividendo nazionale ». Il concetto di dividendo nazionale non è forse così lucidamente tracciato cosi come sarebbe necessario per poggiarvi questa vasta analisi. E ' posta la premessa che il benessere economico di una collettività tende a crescere, quinto più ampio è quel dividendo, quanto più larga è la frazione spettante ai meno abbienti, e quando più sia il dividendo che a detta frazione tendono a riminere costante lungo il tempo.
La seconda parte considera gli effetti che sulla entità de! dividendo operano i vari modi di distribuzione delle risorse disponibili fra i vari impieghi ; dimostra che il massimo volume di dividendo si ottiene quando i vari impieghi danno un uguale prodotto netto marginale : considera poi gli effetti di fattori vari eh; perturbano tale tipica di-stribuzione delle risorse: ignoranza degli operatori, imperfetta divisibi-lità delle risorse, varie forme dell'impresa produttiva, intervento dello Stato sui prezzi e sugli approvvigionamenti, monopolio, controllo sta-tale sulle industrie, esercizio d i ' s t a t o delie industrie, ecc.
Come appare da questa enumerazione fenomeni e problemi vivi e attuali sono considerati e la poderosa analisi è condotta con novità
di principi e di risultati sempre dalla considerazione del dividendo nazionale ; specialmente ragguardevole e fine è la penetrante analisi degli effetti dei vari tipi di monopolio, esplicati anche da uno studio assai interessante sulle tariffe ferroviarie. La terza parte del libro considera gli effetti sul dividendo nazionale che derivano dal vario modo di regolare i conflitti del iavoro, di regolare l'orario, di fissare la mercede, di distribuire la mano d'opera tra le varie località e le varie occupazioni, di arruolare gli operai ecc, e considera ancora gli affetti vari dell'azione dello Stato sull'altezza delle mercedi (fissazione del salario minimo in date occupazioni, fissazione di un salario minimo nazionale, ecc.): questa serena e acuta analisi dei fenomeni dei la-voro è la parte migliore del libro ed è uno fra i migliori contributi finora tentati sulla economia del lavoro. La parte quarta considera gli effetti sul dividendo nazionale dei vari metodi adottati dallo Stato per raccogliere i mezzi per sostenere le spese pubbliche sia mediante tributi che mediante prestiti : accanto alla analisi dei vari ordini di tributi è rinnovata la comparazione tra gli effetti sul dividendo n a -zionale del tributo e del prestito dimostrandosi più dannoso il pre-stito ; molti elementi sono adotti sui fenomeni finanziari determinati dalla guerra e cosi sulla inflazione cartacea e creditizia e sono di nuovo esposte le idee già note dell'autore intorno al prelevamento straordinario sui patrimoni.
La quinta parte è dedicata alla distribuzione del dividendo nazio-nale e cosi agli effetti di varie forme di intervento dello Stato per dilatare la sezione spettante ai meno abbienti : anche qui i fenomeni determinati dalla guerra sono frequente oggetto di considerazione : specialmente ragguardevole a un'analisi dalle forme e gli effetti del razionamento annonnario.
L'ultima parte è un magnifico contributo di economia dinamica e sono considerati i cicli nello svolgimento degli affari con una critica minuta delle varie teorie delle crisi e con la particolare considerazione degli effetti che la variabilità dell'attività Industriale produce sulla domanda di lavoro sui redditi e consumi dei lavoratori. Tra le ap-pendici matematiche è specialmente ragguardevole quella dedicata
al-l'analis^ di alcuni problemi attinenti al monopolio b. ANTONIO PIROCCHI — Il patrimonio zootecnico italiano e i suoi più
urgenti, problemi. — Bologua N . Zanichelli 1 volume in 16° di
pag. Vili 143.
La parte della collezione L'Italia Nuova dedicata allo studio dei problemi del dopo guerra.
L'autore considera con la sua nota competenza gli effetti recati dalla guerra sulla disponibilità di bestiame e i vari metodi e provvedi-menti da adottarsi per la rapida restaurazione e il progresso della
- nostra industria zootecnica. b
CORREA MOYLAA WALSH — The problem of estimation — L o n d r a P . 1 4 4K'n g a n d S° " ' L t d' 1 9 2 1 ' " " V 0'U m e 8° p ì C' d i p a g' , V~
Lo Walsh è già noto per la sua opera « The measurement of
general exchanog value » che ha costituito un buon contributo alla d o t
-trina dei numeri indici.
Nel presente volumetto richiama minutamente l'attenzione dei let-, tori su una singolare controversia ricavata in Firenze nel 1627 fra | Galileo, il matematico Castelli e alcuni altri studiosi intorno al
pro-blema che nelle opere di Galileo é cosi formulato : « Un cavallo vale veramente cento scudi, da uno è stimato mille scudi" e da un'altro dieci scudi, si domanda chi abbia fatto manco stravaganza nello sti-mare ». La controversia intorno alla divergenza secondo la propor-zione aritmetica o alla proporpropor-zione geometrica, è posta dal Walsh in una relazione — un poco forzata — coi dibattiti odierni sulla co-struzione dei numeri indici per la misura delle variazioni nei prezzi delle merci, prendendosi in nuova considerazione le varie formule per il computo degli indici, la scelta fra i vari tipi di medie, la d e t e r -minazione del « peso » per le singole merci, ecc. b.
FINANZE DI S T A T O
Debiti consolidati
586
L'ECONOMISTA
27 novembre 1921 -r N. 2482
Capitale Rendita Titolo Al nome Al portatore Misti Numero isc rizioni 872.541 12.667.875 7.352 L . 44.380.878.306,43 » 2.076.617.614,45 Rendita complessiva Rend. mediaper iscrizione L. 588.510.126,23 L. 674,47
» 1.487.148.402,72 » 117.36 » 959.085,50 » 130,45
Differenza nel collocamento dei 3,50 % t del 5 %
TITOLO Al nome Al portatore Misti Numero iscrizioni 3,50 % 5,00 % 538.298 241.884 1.887.301 10.670.585 6.870 Totale 2.432.469 10.912.469 TITOLO Al nome Al portatore Misti Totale L. 129.821.573,68 152.223.333,82 905.250,50 Rendita complessiva 38 L. 397.191.210 1.325.732.890 L. 283.420.158,00 L. 1.722.924.150
Debito pubblico
Abbiamo da fonte competente che l'insieme dei debiti consolidati redimibili e fluttuanti dello Stato al 30 giugno 1921 può valutarsi per una somma di oltre centoquatt'ro miliardi e seicentocinquanta milioni di lire cosi ripartita: per oltre quarantaquattro miliardi e mezzo di lire debiti perpetui, per oltre trentun miliardi e trecento, milioni di lire debiti redimibili e per oltre ventotto miliardi, e otto-cento milioni di lire debiti fluttuanti, e poi quasi venti miliardi e novecento milioni di lire debiti contratti all'estero e per quasi ottan-tatre miliardi e ottocento milioni di lire debiti creati in Italia, quindi per oltre quindici miliardi e trecento milioni di lire debiti Aistenti prima della guerra e per oltre ottantanove miliardi e trecento milioni di lire debiti formati durante e dopo la guerra.
Ecco le cifre precise che si riferiscono a'questo movimento, in mi-lioni di lire. Debiti al 31 giugno 1921 Perpetui 44.511,3 Redimibili 31.319,0 Fluttuanti 28.821,3 All'estero In Italia Totale Totale Prima della guerra Durante e dopo la guerra
Totale 104.651,6 20.857,8 83.793,7 104.651,6 15.319,4~ 89.332,2 104.651,6
Circolazione
La circolazione della Banca d'Italia nell'ultima decade di ottobre è cresciuta di 168 milioni di lire, di cui 52 per conto del commercio e 116 per conto dello Stato. Nello stesso tempo la riserv'a della Banca d'Italia è aumentata di 8 milioni e mezzo di lire oro, di cui un milione in oro e 7 milioni e mezzo in valute equiparate. Cosi la circolazione è diventata di milioni di lire 14.326 di cui 7.665 per conto del commercio e 6.661 per conto dello Stato, e la riserva è diventata di 1.607.milioni di lire oro, ili cui 844,2 in oro, 74,2 in argento e 688,6 in valute equiparate. Frattanto ii rapporto della ri-serva alla circolazione è passato da l i , 29 per cento a 11,22 per cento Peraltro giova rilevare che la situazione è sempre molto migliore che alla fine dell'anno passato, quando di fronte ad una circolazione glo-bale di 15.137 milioni di lire si aveva una riserva complessiva di 1.685 milioni di lire oro, e dunque un rapporto della riserva alia circolazione del 10,92 per cento.
C i r c o l a z i o n e di Stato
Alla fine di luglio 1914 la circolazione di Stato era costituita da cinquecento milioni di lire in biglietti garantiti da una riserva di centotrentadue - m ilioni di lire in oro con un rapporto della riserva
alia circolazione eguale al ventisei per cento; alla fine di Giugno 1921 la circolazione di Stato rimaneva formata da oltre due miliardi e duecentosessantotto milioni e mezzo di lire in biglietti garantiti da una riserva di centosessanta milioni di lire in oro, con un rapporto della riserva alla circolazione eguale al sette per cento circa e da quasi duecentosettantasette milioni e mezzo di lire in buoni di cassa ga-rantiti da una riserva di oltre centosettantasette milioni e mezzo di lire in argento cou un rapporto della riserva alla circolazione eguale al sessantotto per cento circa, il che fa in tuffo quasi due miliardi e cinquecentoquarantasei milioni di lire in biglietti ed in buoni di cassa garantiti da una riserva di quasi trecentoquarantotto milioni di lire in oro e-in argento con un rapporto della riserva alla cir-colazione eguale a! tredici per cento circa. Quindi dalla fine di luglio 1914 alla fine di giugno 1921 la circolazione di Stato è cresciuta nel suo insieme di quasi due miliardi e quarantasei milioni di lire in in biglietti ed in buoni di cassa e la riserva è aumentata nel complesso di duecentosedici milioni di lire in oro e in argento, il. r a p -porto tra riserva e circolazione essendo cosi venuto a diminuire del tredici per cento circa.
Naturalmente alla circolazione di Stato va aggiunta la circolazione di Banca se si voglia conoscere il totale della circolazione.
Reddito dei tabacchi
Si manifesta un sensibile ristagno nello sviluppo del provento dei tabacchi. L'ammontare degli introiti è sempre in aumento, ma que-sto aumento non è più cosi favorevole come in addietro.
L'ottobre dell'anno passato aveva dato ben settantotto milioni di lire in più in confronto all'anno precedente, e invece l'ottobre di di quest'anno ha dato diciannove milioni di lire in più in confronto all'anno anteriore.
Durante tutto l'esercizio scorso si erano avuti in media in ogni decade ventinove milioni di lire in più in paragone all'esercizio ante-cedente : invece nelle prime due decadi del mese di novembre tale di più è stato solo di undici milioni di lire complessivamente, e nell'ul-tima decade addirittura di un milione e mezzo di lire.
Abbiamo ragione di ritenere che presso la direzione generale dei monopoli si sorvegli attentamente tale stato di cose, allo scopo di far t u t t o il possibile perchè il mirabile gettito tributario dei tabac-chi riprenda quel brillante comportamento che da alcuni anni a que-sta parte era divenuto consueto e non cessi di rappresentare una for-midabile e sopratutto crescente risorsa per i bisogni del bilancio.
RIVISTA DEL C O M M E R C I O
C o m m e r c i o estero della Francia
Circa l'andamento del commercio estero della Francia per i primi dieci mesi dell'anno corrente in paragone allo stesso periodo del 1920 si hanno le seguenti informazioni e cifre :
Come risulta dalla tabella seguente, per il periodo compreso fra 11' Gennaio e l'Ottobre scorsi, le importazioni della Francia hanno mo-strato una forte riduzione di valore in confronto allo stesso periodo del 1920, mentre nello stesso raffronto le esportazioni hanno presen-tato una riduzione non molto forte.
Per il periodo accennato, anzi, non si è avuta che una piccola dif-ferenza fra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni.
Le cifre jlettagliate sono le seguenti in milioni di franchi : Primi dieci mesi ,de!
1920 1921 Aumento 0 dimin Importazioni Sostanze alimentari 10.221 4.887 — 5.334 Materie greggie 20.734 9.095 — 11.639 Manufatti 10.823 4.078 — 6.745 Totale 41.779 18.060 23.718 Esportazioni Sostanze alimentari 2.083 1.516 — 567 Materie greggie 5.072 4.530 — 542 Manufatti 14.597 10.624 3.973 Pacchi postali 911 952 + 41 Totale 22.664 17.622 — 5.042
La tabella seguente mostra poi l'ammontare in peso ed in valore delle importazioni e delle esportazioni della Francia per i primi diec mesi del 1913, del 1920 e del 1921. Da essa si rileva con maggiori evidenza i cambiamenti avutisi.
Andamento del commercio estero della Francia nel periodo Gennaio-Ottobre
1920 1921 Valore Peso Valore Peso
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C o m m e r c i o degti Stati Uniti
Circa l'andamento del commercio estero degli Stati Uniti nel mese di ottobre scorso si hanno le seguenti informazioni.
La situazione del commercio estero mostra per l'ottobre scorso ri-sultati poco favorevoli rispetto al valore. Pur presentandosi lievi migiìoramenti in confronto al settembre tanto nelle importazioni come nelle esportazioni, in confronto all'agosto ed ancor più in paragone all'ottobre dell'anno passato si mos'ra in peggioramento. Il volume delle esportazioni è risultato: comunque, piuttosto soddisfacente; per al-cuni generi, come per esempio il cotone greggio, ad una riduzione d j valore si è contrapposto un forte aumento di volume.
Inoltre sebbene le esportàzioni coutinirino a superare le importa-zioni la differenza relativa rappresenta ora circa un terzo di quella che si verificava un anno fa.
In dettaglio le esportazioni di ottobre sono risultate del valore d, Doli. 346,000,000 ed hanno mostrato un aumento di oltre il 6 per cento in paragone" al settembre ma una corrispondente riduzione in paragone all'agosto. Le importazioni dello stesso mese sono risultate di Doli. 183.000.000 con aumento del 2 per cento in confronto ai settembre e riduzione del 5 6 per cento in paragone all'agosto. In confronto coll'ottobre dell'anno passato le esportazioni sono dimi-nuite del 53 per cento e le importazioni del 45 per cento.
RIVISTA DEI PREZZI
La Siderurgia in Inghilterra
Circa la situazione dell'industria del ferro e dell'acciaio nel Regno Unito si hanno di Birmighan le seguenti informazioni :
li miglioramento verificatosi nel commercio del ferro durante gli ultimi giorni è stato in parte assistito dall'abbassamento nel tasso di sconto,
L'andamento generale dà adito a buone speranze, seppure le ordi-nazioni che vengono attualmente ricevute non sono molto abbon-danti.
La società « Lloyd's Ironstone » di Northamptonshire ha nell'ul-tima setnell'ul-timana riattivato un'altro alto forno. I produttori di ghisa cercano di accaparrarsi affari con questo scopo: riducono i prezzi di molto, cosicché negli ultimi giorni la concorrenza esercitata dal pro-dotto francese è stata temporaneamente frenata. Difatti tra la ghisa del Nidland e quella francese non vi sono adesso nei prezzi che pochi scellini per tonnellata di differenza o siccome la qualità non presenta differenze sostanziali gli acquirenti britannici tendono a preferire il prodotto nazionale in vista delle facilitazioni di pagamento che
pre-sentano gli acquisti relàtivi. _ Un'altra società del Nidland, la Islip Iron Company, ha riacceso
un alto autoforno.
La posizione delle fonderie ha subito un leggero miglioramento in seguilo a qualche riduzione sui prezzi del coke, Questo combustibile si può comprare ai forni in ragione di 1 sterlina per tonnellata.
La recente riduzione sui prezzi dei trasporto ferroviario dei mine-rali,di ferro produrrà per il distretto del Nihland un vantaggio di circe 4 scellini per tonnellata.
L'agitazione contro la proporzione delle tariffe ferroviarie diventa sempre più intensa.
Uno dei fatti salienti nel commercio della ghisa è che, in questo ramo, tutte le ordinazioni sono accompagnate da raccomandazioni di sollecitudine per la consegna, perché evidentemnete i consumatori hanno indugiato il più possibile nel piazzare i nuovi ordini e 1 loro stocks sono attualmente del tutto sforniti.
La concorrenza estera, relativamente ài commercio dell'acciaio è quasi scomparsa, poiché in seguito alte ultime riduzioni dei prezzi inglesi, questi hanno raggiunto quelli relativi al materiale francese Belga o tedesco trasportato in Inghilterra.
Le acciaierie ricercano attivamente lavoro, Varie ditte pubblicano listini iornaiieri comunicando al loro avventori i tipi di materiale
immediatamente disponibile. Quasi tutte le ditte si lamentano co-munque dell'attuale perdita che subiscono per mantenere gli stabi-l e n t i in attività, per quanto ridotta.
Il commercio del/e lastre e delle lamine galvanizzate mostra qualche maggiore attività, ed un considerevole aumento nel volume delle or-dinazioni.
Numeri indici della Germania
11 numero indice deiln Frankfurter Zcitung per i prezzi all'ingrosso di 77 derrate risulta per il 1° novembre scorso di 2.687 contro 1.922 al principio di ottobre e contro 1.647 al principio di novembre del 1920.
NOTIZIE VARIE
T a r i f f a e m o v i m e n t o c o m m e r c i a l e Al Ministero dell'industria e cammercio si segue con viva atten-zione l'efietto che si manifesta nel movimento delle importazioni e delle esportazioni in seguito all'applicazione della nuova tariffa do-ganale.
In generale sembra ancora prematura formulare delle impressioni precise, nondimeno in linea generale si ritiene che non siano da se-gnalare modificazioni molto notevoli.
Per quanto riguarda, per esempio, gli Stati Uniti d'America, ecco alcuni dati :
Si può notare che le importazioni della lana scesero da 14.745 mila ibs, in maggio a 5.952 mila ibs in giugno, mentre l'importa-zione del latte condensato scese da 2.g84 mila Ibs in maggio, a 335 mila ibs in giugno, e l'importazione del burro che ammontò a 4.266 mila Ibs in marzo scese a 34 mila Ibs in giugno.
D'altra parte, e degno di nota il fatto che l'importazione del ta-bacco, del riso, e dei limoni, su cui venne accresciuto il dazio in con-formità della tariffa predetta, è stata maggiore che nel mese di
Come si vede le oscillazioni sono tali da non R&rmettere un giudi-io sullo stato delle cose, tanto più che si riferiscono ad uu pergiudi-iodo nel huale si risentiva, ancora fortemente l'effetto delia situazione an-teriore.
L'esperieoza dei primi tempi potrà in ogni modo indurre ad appor-tare quelie modiffeazioni che appariranno necessario.
LLOYDS BANK LIMITED
Sede Centrale : 71, LOMBARD ST., LONDRA, E.C. 3.
"Capitale Sottoscritto
Capitale Versato
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-Depositi, etc.
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-(Lire 25 = £1.)Lire 1 , 7 6 7 , 2 2 4 , 5 0 0
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QUESTA BANCA HA PIÙ Di 1 , 5 G Q UFFICI IN INGHILTERRA E NEL PAESE DI GALLESD ^ C o ! o n i a i e Estera : 17, CORNHILL, LONDRA, E.C. 3.
La Banca s incarica del'a^rappresentanza di Banche Estere e Coloniali.
B a n c h e A f f i l i a t e .LA NATIONAL BANK OF SC0TLAN8 LTD. LONDON AND RIVER PLATE BANK, LTD. S t a b i l i m e n t o a u s i l i a r i o : '
588
L'ECONOMISTA
27 novembre 1921 — N. 2482
Valore della lira
L'Agenda Volta pubblica il calcolo di quanto per cento perdeva o
guadagnava la lira italiana alla fine di novembre in confronto alle altre monete del mondo.
Ecco le cifre in ordine di miglioramento :
Perdita (—) o guadagno ( + )
PIAZZA percentuale della lira
New York (Stati Uniti) Berna (Svizzera) Tokio (Giappone) Monréal (Canadà) Amsterdam (Olanda) Stoccolma (Svezia) Londra (Inghilterra) Alessandria (Egitto) Buenos Ayres (Argentina) Bombay (India) Lima (Perù) Madrid (Spagna) Copenhagen (Danimarca) Montevideo (Uruguay) Cristiania (Norvegia) Parigi (Francia) Bruxelles (Belgio) Valparaiso (Cile) Rio de Janeiro (Brasile) Atene (Grecia) Costantinopoli (Turchia) Heisingfors (Finlandia) Lisbona (Portogallo) Belgrado (Yugo Siavia) Praga (Ceco Slovacchia) Bucarest (Rumania) Sofia (Bulgaria) Berlino (Germania) Zagabria (Croazia) Budapest (Ungheria) Pietrogrado (Russia) Vienna (Austria) Varsavia (Polonia)
Valore della sterlina
La Rivista « The Statist » pubblica il numero indice del valore della sterlina in rapporto alla moneta di ventotto altri paesi, insieme alla seguente nota :
« Per il terzo mese consecutivo il valore medio della sterlina in rapporto al cambio della moneta di ventotto fra i principali paesi, mostra un aumento.
L'indice relativo risulta per l'ottobre di 121.7 contro 114.6 in settembre.
La cifra per l'ultimo mese è la massima verificatasi dopo il marzo scorso in cui raggiunse il massimo con 138.0; e mostra considerevole aumento in confronto alle cifre per l'ottobre 1920 e 1919 che erano state di 108.7 e 100.3 rispettivamente.
« La tabella seguente mostra l'andamento mensile verificatosi d a l -l'epoca della conclusione dell'armistizio.
Numero indice del valore della sterlina nel cambio con le monete di 28 paesi
— 78.70 — 78.40 .— 77.90 — 76.60 — 76.20 — 75.70 — 74.10 — 73.60 — 72.30 72.30 — 71.10 71.10 — 69.30 66.90 — 60.60 — 41.40 — 39.10 — 24.40 11.60 + 3.00 + 44.30 + 34.30 + 65.20 + 68.75 + 75.00
+
84.10+
85.10 + 92.00 + 92.00+
97.40 + 97.80 + 99.30 + 99.50 Mese 1918 1919 1920 1921 Gennaio 98.9 9 8 . 5 122.4 Febbraio 99.1 9 4 . 9 120.9 Marzo / 9 9 . 2 108.9 123.0 Aprile 100.3 109.7 130.0 Maggio 101.2 107.5 119.1 Giugno 100.4 106.3 117.8 Luglio 101.7 100.2 112.9 Agosto 101.6 100.1 113.0 Settembre 10.07 100.2 114.6 Ottobre 100.3 108.7 121.7 Novembre 98.7 100.2 111.2 Dicembre 98.7 9 8 . 3 114.5RIVISTA DEL M E R C A T O E DEI VALORI
R a s s e g n a settimanale.
L'ottava di borsa subì la pessima impressione
eser-citata dal violento, incessante tracollo dei valori
si-derurgici e segnatamente dell'Ansaldo al cui ribasso,
fino al giorno dei riporti per fine Dicembre, avevano
posto un certo freno le voci ad a r t e propalate di un
possibile esercizio del diritto di sconto, e di probabile
ingente déport, ciò che rese estremamente guardinghi
i venditori allo scoperto. L'Ansaldo c h e lunedì valeva
ancora 99 lire e giovedì, giorno dei riporti, 82 —
pre-cipitò oggi fino a 52 lire perdendo così poco m e n o del
50 % del valore nel corso di una sola ottava. Ciò,
malgrado si dica da parecchie fonti che la
sistema-zione finanziaria dell'Ansaldo e del gruppo bancario
su cui essa si imperniava, sia per giungere in porto
dopo non piccolo e non facile travaglio.
Il tracollo dell'Ansaldo ha provocato per riflesso in
prima linea il ribasso degli altri valori siderurgici,
quali l'Ilva giunta ormai alla minima espressione, (da
18 1/4 lunedì a 8 l"/2 oggi) della Terni, (passata da
5 2 5 lunedì a 4 6 5 oggi) dell'Elba (scesa da 5 8 a 41).
A motivare il ribasso dell'Elba si diceva oggi c h e con
lo svilirsi dell'Uva l ' e n o r m e stock di questi titoli che
si afferma esistere nel portafoglio dell'Elba
rappre-s e n t e r e b b e ormai una cifra derirappre-soria quarappre-si rappre-senza
va-lore alcuno di realizzo. L'Elba possiederebbe 157 mila
azioni dell'Uva per 32 1/2 milioni. I titoli di proprietà
dell'Elba ammontano a 144 é 1/2 milioni con un
ca-pitale sociale di 125 milioni. Le principali
interes-senze sono 2 3 0 mila azioni del Lloyd Mediterraneo
per 5 2 . 7 5 0 . 0 0 0 lire, 2 0 mila azioni della Società per
lo sviluppo Industrie Minerarie e Metgllurgiche in
li-quidazione per 1 0 . 6 0 0 . 0 0 0 lire, 9 . 3 0 0 azioni Terni
inventariate per 10 e 1/2 milioni e 54 mila azioni
Ac-ciaierie Lombarde valutate circa 2 8 milioni. L ' I l v a
con 3 0 0 . 0 0 0 milioni di capitale sociale aveva
inve-stito nientemeno che 3 2 ? 1/2 milioni in titoli ed
inte-ressenze industriali. Sarebbe interessante conoscere la
partecipazione della Terni nlì'ìlva e nell'Elba fra gli
8 9 milioni di interessenze industriali della Terni oltre
ai 2 2 . 3 2 0 . 0 0 0 lire di valori pubblici inventariati al
va-lore nominale. Inoltre si faceva osservare che, se
real-m e n t e dalla conferenza di Washington uscirà
sanzio-nato il principio della sospensione per 10 anni di tutti
gli armamenti navali e terrestri, le nostre industrie
attrezzate più specialmente per questo scopo
ricove-r e b b e ricove-r o un gricove-rave colpo. Si diceva che maggioricove-r danno
n e a v r e b b e r o la Terni, l'Ansaldo, la Tempini, ecc. A
c h e giova in tali frangenti volere imporre il salvataggio
d e l l ' i n s a v a b i l e ? Qualcuno si chiede s e non sarebbe
meglio abbandonare alla loro sorte le industrie prive
di vitalità anziché correre il rischio di indebolire altre
ottime aziende specialmente bancarie imponendo loro
di concorrere al salvamento delle p r i m e ? E in base a
colali considerazioni che il m a l u m o r e - s i è sfogato un
p o ' su tutta la quota ma ha investito, dopo i
siderur-gici, principalmente i valori bancari. Si vorrebbe
sa-pere in quale misura gli Istituti di Credito saranno
chiamati a concorrere a! finanziamento dei Siderurgici
ed il pubblico rimane perplesso e diffidente di fronte
all'ncertezza ed all'imprecisione delle notizie e delle
c i f r e propalaté. Non sarebbe bene che gli accordi che
stanno per e s s e r e presi fra i partecipanti più o m e n o
volentari al consorzio interbancario in gestazione
fos-sero resi di pubblico dominio? Il risparmiatore e
so-pratutto l'azionista ha pur diritto di conoscere la
co-stituzione della sua compartecipazione nella Società
di cui è un elemento essenziale, un socio, il valore
intrinseco attuale, infine, del titolo ch'egli possiede.
D ' a l t r a parte se talune ^industrie vivono da noi
co-m e piante di serra calda si possono chiudere officine
che fucinano armi e munizioni per la difesa della
pa-t r i a ? E quespa-ti spa-tabilimenpa-ti non hanno forse popa-tenpa-te-
potente-m e n t e contribuito alla nostra vittoria? Tutti in Italia
vogliono la pace a la Nazione non potrebbe essere
tra-scinata un'altra volta in-una guerra per la tutela del
suo onore, dei suoi interessi e jier il rispetto dei suoi
confini?
con-27 novembre 1921 — N. $482
correre inoltre i tassi dei riporti per fine Dicembre, i
quali palesarono posizioni al rialzo maggiori di quanto
si era comunemente previsto. I saggi delle proroghe
degli impegni speculativi per fine Dicembre furono
in-fatti in sede speciale a Torino sensibilmente più tesi
del m e s e scorso.
I Fondi di Stalo, invece, malgrado la situazione
mi-nisteriale non sia ancora definitivamente chiarita,
de-notarono una straordinaria resistenza all'uni sono con
la Fiat il cui contegno fu addirittura sorprendente,
co-me p u r e quello del Rubattino, dei principali valori
lo-cali e dei saccariferi.
Nei Cambi il contrastante contegno dell'Inghilterra
e delia Francia a Washington ha determinato u n ' a u
-mento della sterlina ed un ribasso nel franco
fran-cese. Nel complesso. però, come del resto si era da
tempo previsto, le divise estere continuano purtroppo
a rincarare senza grande speranza di un notevole e
duraturo ribasso a breve scadenza. Solo il tradursi in
realtà della voce che gli Stati Uniti sarebbero disposti a
rimettere la metà dei debiti contratti con gli Alleati
qualora l'Inghilterra faccia dal canto s u o altrettanto,
potrebbe avere immediata benefica influenza nella
ri-valutazione della lira e sul contegno dei Fondi di Stato.
Per ora la circolazione cartacea ed il deficit della
bi-lancia internazionale non consentono eccessive
'spe-ranze.
La Rendita 3 1/2 % da 7 2 , 0 5 lunedì per fine
Novembre, passa oggi a 7 2 , 2 0 per fine Dicembre, m e n
-tre il Consolidato 5 % da 7 6 , 7 2 lunedì si fìssa a 7 7 , 0 5
oggi per Dicembre. Non si può negare c h e regna
an-cora una certa indecisione in questo comparto dovuto
all'attesa del chiarirsi della situazione ministeriale, dei
progetti del Ministro Soleri sul rimaneggiamento
finan-ziaria e tributario italiano e dell'esposizione
finanzia-ria. Auguriamo ora che l'attesa non abbia ad essere
troppo lunga.
La Banca d'Italia che lunedì e fino a giovedì valeva
ancora 1395 scende rapidamente per finire oggi a
1375. La dinamica è analoga per tutti gli altri bancari
fatta eccezione per il Banco di Roma c h e conserva la
precedente quotazione di 115. La Banca
Commer-ciale, sulla quale de lresto si intravedevano le
maggio-ri posizioni ali 'aumentonda 9 4 6 lunedì cade a 906
oggi; m e n t r e il Credito Italiano da 6 4 2 precipita a
615. Si ritiene ottima la situazione di questi due
Isti-tuti i quali seguirono in questi anni una politica di
p r u d e n t e concentramento mantenendo la dovuta
liqui-dità del proprio patrimonio. Il lavoro bancario e più
specialmente quello dei cambi deve procurare lauti
guadagni e si confida per il 1921 nello stesso
divi-dendo dello scorso esercizio (Comit L. 70 — Credito
Italiano 45) con abbondanti riserve. Accentuandosi
l'at-tuale regresso questi titoli diventano interessanti sia
per il capitalista come per la speculazione ed acquisti
scalari sembrano indicati. La Disconto da 542 cade a
5 2 0 limite d'acquisto della nota fonte. Si mantiene
fer-mo il Credito Marittifer-mo sulle 110 lire con un dividendo
probabile di 7 lire.
Fiacche le Meridionali passate da 3 2 8 a 3 1 6 ; più
resistenti le Mediterranee c h e perdono nella settimana
due soli punti da 150 a 148.
II Rubattino seguendo il movimento generale da 5 3 0
si contrae a 158 giovedì, sulla qua! quota però resiste
validamente per chiudere l'ottava a 5 2 0 . Senza affari
gli altri valori di Navigazione; Alta Italia a 44 circa;
Lloyd Sabaudo sostenuto intorno a 2 4 0 .
Continua inalterato il contegno della Snia ordinaria
ferma a 32 lire senza dar più luogo a scambi di qualche
1
589
rilievo. E ' floscia invece la Snia di preferenza c h e
fi-nisce l'ottava a 52 dopo 54 1/2 lunedì.
La Fiat esordita al massimo di 199 scende al minimo
di 191 martedì per chiudere l'ottava dopo molteplici
oscillazioni contenute entro questi due estremi limiti,
a 193. La Spa dopo 101 martedì si fissa oggi a 9 6 . La
voce corsa di un dividendo di 10 lire va messa in
quarantena.
Dei Siderurgici di cui non si è ancora fatto cenno
notiamo l'Ansaldo San Giorgio sul 29 circa,
assolu-tamente intrattato. S e m p r e ferma la Metallurgica di
Li-vorno sul 91 — nell'imminenza di un ottimo
dividen-do per l'esercizio chiuso al 30 Settembre.
Buon contegno ebbero i Saccariferi: VEridania e
-sordita l'ottava a 3 3 3 scende a 3 2 6 venerdì appena
sfiorato per riportarsi oggi a 3 3 1 . Raffineria 3 6 5 :
In-dustria Zuccheri 3 5 0 .
Resistenti le Montecatini passate da 139 lunedì a
135 mercoledì per risalire oggi a 138.
Trascurate le Marconi intorno a 158.
Continua l'attività dei valori locali. Le Nebiolo,
sfio-rato il massimo di 287 1/2 martedì, sono facilmente
assorbite e chiudono oggi a 2 8 0 . Le Banchiero s e m
-pre con attivi scambi ed in buona vista da 8 0 1/2
lunedì toccano 8 4 venerdì per quotare oggi in
chiu-sura 8 3 1/2. Così lentamente ma sicuramente questo
titolo guadagna terreno e va avvicinandosi alla pari.
Si nutre fiducia che in Gennaio verrà distribuito un
acconto dividendo. Le Tedeschi dopo il minimo di 164
giovedì risalgono a 171 oggi su continua buona
do-manda. Qualche ricerca si nota p u r e in Acqua
Pota-bile sul 505, in Gaz Torino intorno a 3 1 5 ed in
Car-tiere Italiane sul 3 5 0 . Anche le Baratti & Milano da 52
si portano a 5 5 , 5 0 oggi, mentre le Fecolerie resistono
sui 135. Qualche domanda di Cementi sui 46. C^lma
l'Elettricità Alta Italia a 287 e ferma la Sip a 125.
Resistente il Cotonifìcio Valli di Lanzo salito da 41 di
martedì a 4 3 oggi. I Beni Stabili subirono molti
rea-lizzi e retrocedettero a 3 0 6 sull'impressieme ricevuta
dalla lettura della modifica dello Statuto proposta
dal-l'Amministrazione all'Assemblea de 10 dicembre.
. Si osserva oggi nel pubblico una spiccata tendenza
ad abbandonare i grandi titoli di speculazione per
con-centrare i suoi investimenti in primari tìtoli di
specula-zione per concentrare i suoi investimenti in primari
ti-toli azionari in cui riscontra u n ' a d e g u a t o reddito con
un valore intrinseco che migliora col deprezzamento
della valuta;, dando la preferenza ad aziende ir; piena
attività e meno esposte alla concorrenza estera,
tra-scurando quelle colossali aziende industriali il cui
con-trollo riesce difficile.
Riporti per fine Dicembre facili per i Fondi di Stato
5
— 5 3/4, più tesi per i valori 6-7 % . Banca
5 1/2-6 1/2 Comit Rubattino, Meridionali 5-7 % ;
Disconto 5 1/2 % ad una lira d é p o r t ; Ansaldo 1-2 lire
déport; Marconi 3 - 5 % • l'Ilva 3 % a 0 , 3 5 déport.
Sconto fuori Banca 6 % circa.
Si negoziarono alcuni Premi per fine Dicembre
al-• l'incirca sulle seguenti b a s i : Rendita 3 1/2 % 0 , 6 0
di scarto dont 0 , 5 0 ; Consolidato 0 , 6 5 dont 0 , 5 5 ; Banca
15 dont 1 0 ; Comit 18 dont 1 5 ; Credito 12 dont 9
-Rubattino 9 dont 8 ; Fiat 9 dont 8 ; Bridania 8 dont 7 •
Marconi 8 dont 2 ; tutto circa.
Torino, 2 6 Novembre 1921.
GUSTAVO DESLEX