• Non ci sono risultati.

2.1 Caratteristiche degli oliveti

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "2.1 Caratteristiche degli oliveti "

Copied!
40
0
0

Testo completo

(1)

2 MATERIALI E METODI

2.1 Caratteristiche degli oliveti

2.1.1 G

AIOLE IN

C

HIANTI

L’azienda è situata nel comune di Gaiole in Chianti (SI), a circa 500 m sul livello del mare. Il territorio aziendale totale è di circa 240 ha, di cui 90 coltivati a vigneto e 32 ad olivo. Per quanto riguarda le varietà di olivo, le circa 8700 piante aziendali risultano approssimativamente così suddivise:

- un 50% di Correggiolo - un 40% di Moraiolo

- un 10% di Leccino e altre varietà

Gli olivi sono allevati a vaso o a vaso cespugliato, in asciutto. Fino al 2005 le piante sono state potate a mano annualmente secondo tecniche tradizionalmente utilizzate per la potatura nella zona del Chianti. Le lavorazioni del terreno sono limitate ad una scarificatura mediante ripper trainato da trattore a cingoli, una o due volte l’anno, ed a periodici sfalci dell’interfila. Le concimazioni sono effettuate con concimi granulari complessi (“Elite” 12.10.20; “Slow” 20.7.7; circa 400 kg/ha), che vengono distribuiti sul terreno entro l’area di proiezione della chioma degli olivi. Dal 2005, anno in cui è iniziata una gestione differenziata della potatura, la concimazione viene effettuata ad anni alterni, in modo che ogni anno il concime venga distribuito esclusivamente a quelle piante che in primavera non vengono potate, perché saranno potate l’anno successivo.

La difesa fitosanitaria degli olivi di solito in questa zona richiede esclusivamente

interventi a base di prodotti rameici per il controllo delle malattie fungine; nel 2007,

però, è stato necessario effettuare un trattamento con Dimetoato, per contenere

l’infestazione di mosca dell’olivo (Bactrocera oleae (Rossi)). Il trattamento, che ha

interessato soltanto gli oliveti sufficientemente distanti dalle abitazioni e dalle vigne,

è stato effettuato nella prima settimana di settembre. In alcuni oliveti, in cui è

fortemente presente la rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi pv savastanoi

(Smith)), sono stati effettuati, tra maggio e settembre, tre trattamenti con prodotti

rameici.

(2)

Le parcelle in cui si sono effettuate le misurazioni si trovano in tre diversi oliveti, denominati “Muri Chiuso”, “Bellaria” e “Campinovi” (Figura 5).

L’oliveto “Campinovi” (Figura 6) è terrazzato, e costituito da 381 olivi, allevati a vaso cespugliato; per le prove sperimentali, ne sono stati utilizzati 53, disposti su sei file. L’impianto risale al 1970, con alcuni esemplari reimpiantati dopo la gelata del 1985; ne consegue un sesto d’impianto ampio, di circa 6 x 6 m, e piuttosto irregolare, con una densità di circa 276 piante/ha. Nel 2006 l’oliveto non è stato potato. Nel 2007 16 piante (disposte su due file) sono state lasciate non potate, mentre le 11 piante della prima fila sono state potate secondo le tecniche tradizionali, utilizzando segaccio, forbici e scala. Le 26 piante delle 3 file successive sono state potate, per la prima volta, secondo criteri di “potatura minima” (Gucci, 2005), utilizzando attrezzi agevolatori. Per queste piante quindi l’intervento di potatura è stato limitato all’eliminazione della vegetazione bassa esaurita, a qualche taglio per il rinnovo della superficie a frutto e, dove necessario, a tagli di ritorno su alcune branche principali, in modo da non rimuovere più del 25% della chioma. Gli strumenti utilizzati per questo tipo di potatura sono stati:

- forbice pneumatica con asta telescopica di 1 m (ditta Campagnola) - forbice pneumatica con asta telescopica di 2 m (ditta Campagnola) - compressore Tornado TD550 (MAIBO)

- Trattore Solar 60 (SAME)

I due operatori non hanno operato contemporaneamente sulla stessa pianta, in modo da non ostacolarsi a vicenda; ogni pianta veniva prima potata nella parte alta, dall’operatore con asta di 2 m, e poi alleggerita nella zona centrale e bassa dall’altro operatore. Questo ordine di potatura, dall’alto verso il basso della chioma, permette di poter valutare il grado di diradamento ottenuto e la penetrazione della luce con il procedere della potatura (Gucci, 2006)

L’oliveto “Bellaria” (Figura 7) si differenzia da “Campinovi” per il fatto di non essere

terrazzato, mentre gli altri caratteri sono essenzialmente analoghi a quelli delle altre

parcelle. Nel 2007 tutti gli olivi di questo appezzamento sono stati potati con forbici

pneumatiche (Figura 8).

(3)

a)

b)

c)

Figura 5. Vista degli oliveti “Muri Chiuso” (a), “Bellaria” (b), e “Campinovi” (c).

(4)

Figura 6. Vista dell’oliveto “Campinovi” prima della potatura; l’appezzamento è terrazzato, con interfila gestito mediante inerbimento naturale. Gli olivi sono allevati a vaso cespugliato.

Figura 7. Oliveto “Bellaria”, caratterizzato da lieve pendenza del terreno, sesto

irregolare, inerbimento spontaneo del suolo e olivi allevati a vaso cespugliato.

(5)

Figura 8. Potatura mediante forbici pneumatiche con aste di 1 e 2 m, all’interno dell’oliveto “Bellaria”. Si può notare come i due operatori non lavorino contemporaneamente sulla stessa pianta; ogni pianta è stata infatti potata prima nella parte alta, dall’operatore munito di forbici con asta telescopica di 2 m, e successivamente nella parte centrale e bassa, dall’altro operatore.

Figura 9. Oliveto “Muri Chiuso” al momento della raccolta. L’appezzamento, situato

a circa 600 m di altitudine, è situato su terrazzamenti. La forma di allevamento è il

vaso cespugliato, il sesto d’impianto è piuttosto irregolare.

(6)

Il cantiere era costituito da tre operatori: uno si occupava esclusivamente dello spostamento del trattore, mentre gli altri due potavano le piante, occupandosi anche della mobilitazione dei tubi delle forbici pneumatiche. La struttura della parcella ha complicato significativamente le operazioni di potatura. In questo oliveto infatti, ai filari impiantati nel 1970, sono stati interposti, in maniera irregolare, filari reimpiantati in seguito. Questo ha reso l’interfilare stretto e discontinuo, e quindi, in conclusione, impraticabile per i trattori. Così le operazioni di potatura si sono svolte col trattore in strada, e gli operatori costretti a svolgere e districare i tubi per poter potare agevolmente le piante più distanti.

L’oliveto “Muri Chiuso” (Figura 9), terrazzato, occupa una superficie di 1,34 ha, sulla quale sono distribuite 345 piante suddivise in 45 della varietà Correggiolo, 65 di Moraiolo, 228 Frantoio e 7 di altre varietà. L’impianto risale al 1970; nel 2006 ha avuto inizio in questo oliveto la sperimentazione di tecniche minime di potatura. Così, 100 piante sono state lasciate non potate, altrettante sono state potate a mano secondo il metodo tradizionale, mentre le rimanenti sono state sottoposte ad un intervento di potatura minima. Al momento della raccolta la produzione è risultata praticamente nulla in tutto l’oliveto, dato che le piante si trovavano “in scarica”. Nel 2007 le piante non sono state potate.

La raccolta è stata effettuata, in tutti gli oliveti aziendali, a mano o con l’ausilio di pettini agevolatori, e con reti a cucitura intermedia per l’intercettazione delle olive. In certi casi si è reso indispensabile l’utilizzo di scale, per raggiungere la parte alta della chioma (Figura 11).

Nell’oliveto “Campinovi” le operazioni di raccolta sono state effettuate da due

cantieri costituiti da tre operatori ciascuno. Ogni cantiere era munito di una rete, un

pettine agevolatore con braccio di circa 1 m, una scala ed alcune cassette da raccolta,

con capienza di circa 22 kg. Nell’oliveto “Muri Chiuso” i cantieri di lavoro erano tre,

organizzati secondo le medesime modalità. Per l’oliveto Bellaria, non si sono

effettuati rilievi sulla raccolta, dato che questo appezzamento è stato utilizzato

esclusivamente per il rilevamento dei tempi di potatura con mezzi agevolatori.

(7)

a) b)

Figura 10. Olivo allevato a vaso cespugliato, prima (a) e dopo (b) l’intervento di potatura meccanizzata. Per quanto non esteticamente “perfetto”, dopo un intervento di questo tipo l’olivo risulta bilanciato e ben esposto alla radiazione luminosa.

Figura 11. Raccolta manuale con l’ausilio di scale e reti all’interno dell’oliveto

“Muri Chiuso”.

(8)

2.1.2 C

ASTAGNETO

C

ARDUCCI

L’azienda è situata nella frazione di Bolgheri del comune di Castagneto Carducci (LI), e presenta circa 25 ha di oliveti, di cui 7,5 intensivi piantati nel 1987 e nel 1996, con un sesto di 6 x 3 m, su terreno in lieve pendenza (5%). Il suolo è gestito con inerbimento naturale, sfalci sull’interfilare e periodico diserbo sulla fila. La difesa viene effettuata mediante trattamenti con Dimetoato per la mosca dell’olivo (Bactrocera oleae (Rossi)) e prodotti rameici per il controllo dell’ occhio di pavone (Spilocaea oleagina (Cast.) Hugh) e della rogna (Pseudomonas savastanoi pv savastanoi (Smith)), secondo le dosi e le epoche standard nella zona. La concimazione è annuale e viene eseguita con urea. Le varietà maggiormente presenti negli oliveti considerati sono Frantoio e Leccino, ed in numero minore Moraiolo, Maurino e Pendolino.

L’impianto del 1996 viene allevato a monocaule a chioma libera, secondo quanto descritto da Gucci e Cantini (2001). La forma di allevamento a monocaule a chioma libera è stata ottenuta con minimi interventi di potatura volti alla formazione di un unico fusto, alla eliminazione dei polloni e alla correzione di eventuali disformità di accrescimento tra i diversi settori della chioma. Durante la fase di allevamento, l’oliveto veniva irrigato mediante un impianto di irrigazione a goccia, che è stato però disattivato nel 2000.

Nella primavera del 2002, all’interno di questo oliveto, su alcuni filari è stato

effettuato un taglio di capitozzatura sull’asse centrale mentre la rimanente parte

dell’oliveto è stata lasciata non potata. Alla fine della stagione di crescita del 2005, le

chiome si presentavano di grandi dimensioni, fortemente ombreggiate, con frutti

piccoli e in ritardo di maturazione. Nel 2006 si è deciso di procedere ad una potatura

a tutta cima, per mezzo di tagli di ritorno; questo ha consentito di alleggerire la

chioma rispettando l’integrità delle branche principali e la funzionalità fisiologica

della pianta (Figura 12; Figura 13). Due delle file componenti la parcella sono state

lasciate non potate, per poter osservare l’accrescimento vegetativo delle piante e la

loro produzione dopo 5 anni consecutivi di assenza di interventi di potatura.

(9)

a) b)

Figura 12. Olivo allevato a monocaule a chioma libera, prima (a) e dopo (b) la potatura a tutta cima eseguita nel 2006. La potatura è stata energica per contenere le dimensioni dell’albero, rinnovare la superficie a frutto, consentire la penetrazione della luce all’interno della chioma e ripristinare uno scheletro della pianta adatto alla raccolta meccanica.

Figura 13. Alberi prima (sinistra) e dopo (destra) la potatura a tutta cima, nella

primavera del 2006

(10)

Figura 14. Oliveto intensivo impiantato nel 1996, con sesto d’impianto di 6 x 3 m, ed olivi allevati a monocaule a chioma libera. Il suolo è gestito con inerbimento spontaneo e diserbo sulla fila. L’impianto d’irrigazione a goccia, benché tuttora presente, è stato disattivato nel 2000.

Figura 15. Particolare di uno dei filari dell’oliveto impiantato nel 1996, durante

l’inizio delle operazioni di potatura nell’aprile 2007. Il diserbo sulla fila è stato

eseguito da meno di un mese.

(11)

Nel 2007 si è attuata nell’oliveto una leggerissima potatura, tesa esclusivamente ad eliminare i rami improduttivi della zona bassa della chioma, ed alla piegatura di eventuali “succhioni” (Figura 16). Tali operazioni sono state eseguite da un solo operatore, munito di forbici a braccio lungo (circa 1 m) e forbici normali. I due filari non potati nel 2006 non hanno subito, anche in questa annata, nessun tipo di intervento.

La raccolta è stata effettuata in tutta l’azienda meccanicamente, con scuotitore del tronco Tornado della ditta Berardinucci, semiportato da trattrice Same 75. Il cantiere di lavoro era costituito da sei persone, di cui quattro addette allo spostamento dei teli ed alla raccolta delle olive, una sul trattore ed una a terra che, munita di radiocomando, muoveva la testa vibrante in modo da attaccarla al tronco della pianta da scuotere.

a) b)

Figura 16. Olivo della varietà Moraiolo prima (a) e dopo (b) la potatura, nel 2007. La potatura è stata eseguita da un solo operatore, munito di troncarami e forbici manuali.

Si nota come l’intervento, nel 2007, sia stato estremamente leggero, e non abbia

praticamente interessato la parte alta della chioma, per consentire un rapido recupero

della piena produttività, dopo la potatura drastica del 2006.

(12)

Figura 17. Un buon metodo per stimare l’incidenza della potatura in atto è quello di valutare l’entità dei residui di potatura ottenuti. All’interno dell’azienda situata nel comune di Castagneto Carducci la quantità di legno rimossa è stata estremamente bassa.

Figura 18. Tagli di eliminazione, nella parte bassa della chioma, ed asportazione di

succhioni.

(13)

2.1.3 B

IBBONA

L’azienda, prevalentemente olivicola, è suddivisa in tre corpi di cui due principali situati nel Comune di Bibbona (LI), ed un terzo nel comune di Cecina (LI). Gli oliveti interessano una superficie di circa 40 ha e, indipendentemente dall’età, si caratterizzano per una notevole produttività (18 kg di olive a pianta nel 2003, 20 nel 2004, 28 nel 2005 e nel 2006). Le varietà presenti in azienda sono Leccino, Frantoio, Moraiolo e Pendolino. La difesa viene normalmente effettuata secondo i metodi standard di lotta chimica, utilizzando prodotti a base di Dimetoato (0,150 l/ha) per il controllo della mosca dell’olivo, mentre le infestanti vengono controllate mediante le lavorazioni del terreno. Tutti gli oliveti presenti in azienda sono irrigati, mediante impianto di irrigazione a goccia.

L’oliveto in cui si è svolto l’intervento di potatura si estende per circa 5 ha di

superficie, in condizioni di lieve pendenza, e presenta olivi impiantati nel 1998, della

varietà Leccino. Il sesto d’impianto è di 6 x 3,8 m, per un totale di 430 piante/ha. Le

piante, allevate a monocaule a chioma libera, hanno subito in fase di allevamento

esclusivamente interventi di potatura atti all’eliminazione dei polloni. In seguito, al

quarto anno, sono stati eseguiti uno o due tagli nella parte centrale della chioma per

consentire una migliore penetrazione della luce. Nel 2001 gli olivi sono entrati in

produzione, producendo 5 kg/pianta. Così, dal 2001 al 2005, ad anni alterni, sono stati

eseguiti tre interventi di potatura leggera per eliminare qualche eventuale succhione

nella parte centrale della chioma, e alcuni rami esauriti nella zona medio- bassa. Il

tempo massimo registrato per questo tipo di operazioni è stato di 5 min/pianta. Nel

2006 solo una parte degli olivi è stata sottoposta ad un intervento di potatura, mentre

le altre piante sono state lasciate non potate. Laddove è stata eseguita, la potatura si è

limitata al minimo indispensabile, con tagli di ritorno (cioè in prossimità di una

ramificazione piuttosto sviluppata) tesi all’eliminazione delle parti vigorose nella

zona alta della pianta, cui si sono aggiunti interventi atti a sfoltire la zona centrale

della chioma, per consentire una migliore penetrazione della luce, e ad eliminare parti

basse di vegetazione in esaurimento. Si sono quindi mantenuti, in sostanza, i criteri di

potatura minima adottati fin dal 2001. I tempi di potatura registrati nel 2006 sono stati

di circa 8 minuti di manodopera per albero

(14)

Figura 19. Diverse fasi della potatura di un olivo allevato a monocaule a chioma

libera. La potatura, operata contemporaneamente da due operatori, muniti di

troncarami e forbici, si limita sostanzialmente all’eliminazione della vegetazione

esausta e dei succhioni, mediante il minor numero possibile di tagli. In questo modo,

con pochi minuti di lavoro, si riesce ad effettuare gli interventi necessari per

mantenere l’elevata produttività dell’albero.

(15)

Anche nel 2007 gli interventi di potatura hanno seguito criteri simili a quelli utilizzati nell’annata precedente, e solo una parte delle piante è stata potata. Gli interventi di potatura hanno interessato soltanto 44 piante, distribuite su 3 file, con tagli tesi ad una eliminazione della vegetazione esausta nella parte inferiore della chioma, alla rimozione dei polloni ed all’eventuale eliminazione di succhioni sviluppatisi nella zona interna.

Il cantiere di lavoro era costituito da due operatori, muniti di forbici a braccio lungo (circa 1 m), segaccio e forbici normali. I due operatori lavoravano contemporaneamente sulla stessa pianta (Figura 19), eseguendo, in breve tempo, una potatura piuttosto leggera.

La raccolta è stata effettuata meccanicamente mediante scuotitore del tronco Tornado, (ditta Berardinucci), radiocomandato e con testata vibrante, semiportato da una trattrice a ruote da 80 cv (Figura 21). Le olive che rimanevano sulla pianta venivano successivamente raccolte con l’ausilio di scuotitori elettrici, modello Olivium 600 (ditta Pellenc); questi attrezzi sono costituiti da un pettine vibrante portato su un’asta telescopica e da una batteria contenuta in uno zainetto che può essere portato a spalla dall’operatore (Figura 22). Per raccogliere le olive si sono utilizzate 8 reti di circa 6 x 25 m, disposte nell’interfila, in modo che lo scuotitore, avanzando nell’interfila, possa lavorare consecutivamente su due olivi contrapposti, ovvero appartenenti a file adicenti.

Complessivamente, gli operatori impegnati nella raccolta erano 7, così suddivisi:

- un operatore manovra lo scuotitore, preoccupandosi anche di aggiustare i teli in modo da consentire l’avanzamento dello scuotitore e la raccolta delle olive - due operatori, muniti di pettini elettrici, completano la raccolta delle piante

dopo il passaggio dello scuotitore del tronco

- quattro operatori si occupano della movimentazione dei teli lungo le file e del

recupero delle olive dai teli stessi

(16)

Figura 20. Oliveto impiantato nel 1998, con sesto 6 x 3,8 m, ed allevato a monocaule a chioma libera, seguendo i criteri di potatura minima sia nella fase di allevamento che in quella di produzione.

Figura 21. Macchina vibro-scuotitrice Tornado della ditta Berardinucci che opera in

un oliveto con sesto d’impianto di 6 x 3,8 m su piante allevate a monocaule,

all’interno dell’azienda di Bibbona

(17)

Figura 22. Operatore munito di scuotitore elettrico Olivium 600 (ditta Pellenc) al

lavoro all’interno dell’oliveto di Bibbona. Lo scuotitore è costituito da un pettine

vibrante portato su asta telescopica e da una batteria portatile. In questo caso col

pettine l’operatore sta raccogliendo i frutti rimasti sull’albero dopo il passaggio del

vibro-scuotitore del tronco.

(18)

2.1.4 S

AN

G

IMIGNANO

L’azienda è situata nel Comune di San Gimignano (SI), con corpi aziendali in quello di Certaldo (FI) e di Barberino Valdelsa (FI); presenta seminativi, vigneti e oliveti.

Questi ultimi, disposti su un terreno collinare, in discreta pendenza, presentano piante di circa 75 anni, non molto produttive, con un sesto d’impianto di 5 x 5 m, allevate a vaso cespugliato e senza irrigazione. Le varietà presenti sono Maurino, Frantoio, Leccino, Pendolino e Correggiolo. Gli interventi agronomici seguono il disciplinare previsto per la produzione di olio biologico per cui viene eseguito un trattamento primaverile con ossicloruro di rame, un trattamento nei primi giorni di settembre con poltiglia bordolese e una concimazione mediante un concime organico azotato a lenta cessione, in quantità pari a circa 3 q/ha. L’inerbimento è spontaneo e i residui di potatura vengono trinciati e lasciati sul terreno. In tarda primavera il terreno è lavorato con frangizolle per evitare carenza idrica estiva ed a settembre vengono effettuate la spollonatura e la rimozione dei succhioni fino ad 1 m d’altezza.

Fin dal 2003 sono state scelti in azienda tre oliveti, posizionati in tre differenti zone:

- L’oliveto “Bini”, che comprende un totale di 473 piante, con sesto d’impianto di 6 x 7 m.

- L’oliveto “San Vito”, costituito da 466 piante con sesto d’impianto 6 x 5 m.

- L’oliveto “Solatio”, caratterizzato da un sesto d’impianto di 6 x 5 m, e comprensivo in tutto di 414 piante, su terreno in buona pendenza.

Questi oliveti sono stati sottoposti, fino al 2005, ad interventi di potatura regolati secondo un turno triennale, che prevede la non potatura per un anno, una potatura molto leggera (eliminazione di polloni ed alleggerimento della chioma) l’anno successivo, ed infine una potatura energica con tagli di ritorno al terzo anno. In questo modo, le operazioni annuali di potatura vengono significativamente snellite, permettendo di ridurre significativamente i costi e la necessità di manodopera.

Fino al 2005 gli interventi di potatura sono stati eseguiti utilizzando piattaforme

agevolatrici per avvicinare l’operatore alle parti più alte della chioma; dal 2006 in

tutti gli oliveti è stata eseguita, invece, una potatura meccanizzata mediante forbici

pneumatiche dotate di aste telescopiche che ha consentito di eseguire tutte le

operazioni completamente da terra. La potatura meccanizzata ha interessato nel 2006

le tre parcelle, che hanno subito, indipendentemente dal turno di potatura, un

(19)

intervento di diradamento e di contenimento dell’altezza della chioma, in modo da consentire lo svolgimento di tutte le operazioni da terra.

Nel 2007 sarebbe dovuta riprendere la potatura secondo la logica del turno triennale.

Purtroppo invece, per problemi di tempo dovuti al protrarsi della potatura e legatura della vite, è stata effettuata esclusivamente una potatura energica in una zona dell’oliveto “Solatio”, denominata “Pasqualetti” (costituito da 194 piante), mentre non si è fatto alcun tipo di intervento sulle restanti piante dell’appezzamento né sull’oliveto San Vito, che avrebbe dovuto subire interventi di spollonatura e alleggerimento della chioma (Tabella 1).

Nell’oliveto “Pasqualetti” (Figura 23), quindi, come già accennato, è stata effettuata una potatura energica, tesa a stimolare il rinnovo della vegetazione, dato che, nell’ottica del turno triennale precedentemente descritto, il prossimo anno queste piante non saranno potate, e l’anno successivo subiranno una potatura molto leggera, volta esclusivamente all’eliminazione delle parti esauste e dei succhioni. La necessità di una potatura energica è stata un’esigenza dettata anche dalla scarsa produttività delle piante nelle annate precedenti.

Il cantiere di lavoro era costituito da tre operatori (Figura 25), ed il lavoro risultava così suddiviso:

- un operatore, munito di forbici pneumatiche (ditta Campagnola) con asta telescopica di 2 m, potava la parte alta della chioma

- un operatore, munito di forbici pneumatiche con asta telescopica di 1 m, potava la parte bassa e quella interna della pianta

- un operatore dispone in andane, lungo l’interfila, i residui di potatura, ed inoltre, utilizzando forbici a mano e sporadicamente il segaccio, ritocca le potatura delle piante.

Le andane ottenute coi residui di potatura, come abbiamo già detto, saranno in seguito trinciate e lasciate sul terreno.

Il compressore che alimentava le forbici pneumatiche era collegato ad un trattore

FIAT 680 DTH (Figura 24).

(20)

Figura 23. Vista dell’ oliveto “Pasqualetti”, prima della potatura energica. Gli olivi sono allevati a vaso cespugliato, ed il terreno è gestito con inerbimento spontaneo.

Figura 24. Trattrice FIAT 680 DTH e compressore per le forbici pneumatiche

(21)

Tabella 1. Schema riepilogativo degli interventi di potatura, organizzati secondo un turno triennale, per i tre oliveti di San Gimignano, dal 2003 al 2007. Nonostante il turno triennale, nel 2006 tutti e tre gli oliveti sono stati potati seguendo i medesimi criteri: alleggerimento della chioma per migliorare la penetrazione della luce e contenere le dimensioni della pianta, consentendo così di eseguire da terra tutte le operazioni. Nel 2007, per problemi di tempo, la potatura è stata effettuata soltanto in una parte dell’oliveto “Solatio”, e più precisamente nella zona denominata

“Pasqualetti”.

O

LIVETO

2003 2004 2005 2006 2007

S

OLATIO

Energica mediante tagli

di ritorno

Nessun intervento

Spollonatura + alleggerimento

chioma

Contenimento dell’altezza + alleggerimento

Energica mediante tagli

di ritorno

S

AN VITO

Spollonatura + alleggerimento

chioma

Potatura energica mediante tagli

di ritorno

Nessun intervento

Contenimento dell’altezza + alleggerimento

Nessun intervento

B

INI intervento Nessun

Spollonatura + alleggerimento

chioma

Potatura energica mediante tagli

di ritorno

Contenimento dell’altezza + alleggerimento

Nessun intervento

(22)

Figura 25. Cantiere di tre operatori al lavoro. Un operatore, con forbici pneumatiche a braccio telescopico di 2 metri, si occupa della parte alta della pianta, mentre l’altro operatore, con forbici a braccio telescopico di 1 m, pota la zona centrale e bassa della chioma. Il terzo operatore dispone in andane i residui di potatura.

a) b)

Figura 26. Forbici pneumatiche da 2 (a) e 1 (b) m, utilizzate per la potatura degli

olivi.

(23)

Figura 27. Quantità di legno asportato con la potatura nell’oliveto “Pasqualetti”.

L’intervento, piuttosto energico, ha permesso di recuperare, dopo un anno di non potatura ed uno di alleggerimento, la struttura della pianta, migliorando la penetrazione della luce.

Figura 28. Oliveto “Solatio” al momento della raccolta (2 Novembre 2007),

effettuata con pettini pneumatici. Si noti il significativo sviluppo vegetativo delle

piante in questa zona dell’oliveto (non potata nel 2007), che si è rivelata

estremamente produttiva.

(24)

Negli oliveti “Solatio” e “San Vito” la raccolta è stata effettuata con l’ausilio di pettini pneumatici e reti di varie dimensioni, disposte lungo l’interfilare (Figura 28).

Nello specifico il lavoro è stato svolto da due cantieri costituiti ciascuno da due operatori, muniti di pettini pneumatici (ditta Campagnola) con asta lunga rispettivamente 1 e 2 m (Figura 29). Ovviamente, l’operatore munito di pettine con asta di 2 m si occupava della raccolta delle olive situate nella parte alta della chioma, mentre l’altro operatore raccoglieva le olive più basse (Figura 30; Figura 31). Un quinto operatore nel frattempo si occupava del posizionamento delle reti, del riempimento delle cassette e della mobilitazione del trattore. Si sono utilizzate 10 reti di 6 x 25 m ed 8 reti di 6 x 12 m. Per l’alimentazione delle quattro forbici pneumatiche si è utilizzato il compressore Tiger 1000 (ditta Campagnola), collegato al trattore FIAT 680 DTH.

Grazie all’utilizzo dei pettini pneumatici, nonostante il notevole sviluppo delle piante, non si è mai reso necessario in questi oliveti l’utilizzo delle scale.

Diversamente, nell’oliveto “Bini”, raccolto a mano, gli operatori sono stati costretti ad utilizzare le scale oppure ad arrampicarsi sugli alberi.

2.1.5 V

ENTURINA

I campi sperimentali del Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose

“G. Scaramuzzi” dell’Università di Pisa, situati a Venturina, nel comune di Campiglia Marittima (LI), comprendono al loro interno 4 ha di albicoccheto e 2 ha di oliveto, di cui circa 3000 m

2

impiantati nel 2003.

Il giovane oliveto è costituito da un totale di 140 piante, messe a dimora nel 2003, con

un sesto d’impianto di 3,9 x 5 m. La parcella è suddivisa in 35 file, ognuna di 4

piante, con una fila contenente esclusivamente olivi di varietà Frantoio frapposta a

due file composte anche da altre varietà, quali Moraiolo, Pendolino, Leccino,

Ciliegino e Arbequina. Poiché nell’appezzamento si stanno conducendo anche prove

di gestione del suolo e di irrigazione in deficit controllato, l’appezzamento risulta

suddiviso in parcelle in genere di tre file, all’interno delle quali vengono sperimentate

diverse tecniche di conduzione dell’oliveto.

(25)

a) b) Figura 29. Pettini pneumatici (ditta Campagnola) con asta telescopica di 1 (a) e 2 m

(b). Questi pettini sono stati utilizzati per la raccolta negli oliveti “Solatio” e “San Vito”.

Figura 30. Raccolta con pettine pneumatico all’interno dell’oliveto

“Solatio”. L’operatore munito di

pettine pneumatico con asta telescopica

di 1 m, si occupa della raccolta delle

olive situate nella zone media e bassa

della chioma.

(26)

Figura 31. Operazioni di raccolta nell’oliveto “San Vito”.

L’operatore, dotato di pettine pneumatico con asta telescopica di 2 m, si occupa della raccolta dei frutti che si trovano nella zona alta della chioma. L’utilizzo di questo tipo di agevolatori, oltre a velocizzare le operazioni di raccolta, permette di effettuare da terra tutte le operazioni, evitando il lento e pericoloso utilizzo di scale.

Figura 32. Vista dell’oliveto “San Vito” prima dell’inizio delle operazioni di

raccolta. Lungo l’interfila sono già state predisposte le reti (dimensioni 6 x 25 m o 6 x

12 m) atte all’intercettazione delle olive, che saranno brucate mediante pettini

pneumatici.

(27)

La gestione diversificata del suolo ha avuto inizio nell’autunno del 2004, e vede a confronto parcelle con terreno lavorato mediante erpicature, parcelle ad inerbimento artificiale e parcelle ad inerbimento spontaneo. Per quanto riguarda l’irrigazione, che viene gestita mediante apposito impianto di sub-irrigazione, si confrontano parcelle irrigate al 100% del fabbisogno con parcelle a diversi livelli di deficit. Anche questo tipo di prova ha avuto inizio nell’autunno del 2004.

Le piante presenti nell’oliveto sono allevate a monocaule a chioma libera (Figura 33), e la gestione della chioma si basa sui criteri di potatura minima (Gucci, 2005; 2006).

Nel 2007 l’intervento di potatura, effettuato su tutte le 140 piante costituenti l’appezzamento, è stato volto essenzialmente all’eliminazione della vegetazione esaurita più vicina a terra, in modo da ottenere un fusto esente da rami laterali in vista di una eventuale raccolta meccanica con vibro-scuotitore. Il cantiere di lavoro era costituito da un solo operatore, munito di forbici e seghetto. I residui di potatura ottenuti sono stati trinciati e lasciati sulla superficie del terreno.

La raccolta è stata effettuata con l’ausilio di pettini a mano per la brucatura, e con reti

a cucitura intermedia, da disporre sotto la chioma dell’albero per raccogliere le olive

(Figura 34). Le olive raccolte da ciascun albero venivano poi radunate in cassette

forate dalla capienza massima di circa 22 kg e pesate individualmente.

(28)

Figura 33. Olivo allevato a monocaule a chioma libera all’interno dei campi sperimentali di Venturina (LI), durante la fase di raccolta.

Figura 34. Operazioni di raccolta all’interno del giovane oliveto di Venturina (LI).

La raccolta è stata effettuata manualmente con l’ausilio di scale e pettini per la

brucatura.

(29)

2.2 Rilievi

2.2.1 P

OTATURA

Durante le operazioni di potatura si sono effettuati in tutte le aziende i medesimi rilievi, con lo scopo di monitorare la crescita annuale della pianta e l’intensità della potatura effettuata, nonché i tempi necessari per tale operazione.

Per quantificare lo sviluppo annuale della pianta si è misurata la circonferenza del tronco a 0,4 m da terra, in modo da evitare le irregolarità della base dell’albero e così da poter confrontare i dati con quelli dell’anno precedente. Le dimensioni della sezione trasversale del tronco sono indicatrici dello sviluppo vegetativo della pianta e consentono di standardizzare, in base alle dimensioni, le quantità di legno asportate con la potatura e il peso delle olive raccolte. La circonferenza dei fusti è stata misurata con un normale metro a nastro in tela, a 0,4 m dal livello del suolo; nei casi di piante a più fusti, si è misurata la circonferenza di ogni singolo fusto. Per piante impalcate particolarmente basse, la misurazione è stata effettuata a 30-35 cm dal suolo.

L’intensità di potatura è stata valutata misurando, per ogni pianta, il peso dei residui di potatura ottenuti (Figura 35). Questo dato è stato ottenuto radunando in fasci, per ogni pianta, la legna asportata con le operazioni di potatura, e quindi pesandoli con dinamometro elettronico (sensibilità: ± 0,05 kg) oppure in certi casi con dinamometro a molla (sensibilità: ± 1 kg) .

Per quanto riguarda i tempi, sono stati rilevati due tipi di dati:

- dati sintetici, relativi al numero totale di piante potate durante le giornate di rilievo. Questo tipo di dati permette di calcolare il tempo medio necessario per la potatura di una pianta, inclusi i tempi accessori.

- dati analitici, relativi ai tempi effettivamente impiegati per la potatura di determinate piante prova, e per gli eventuali tempi accessori.

I tempi analitici sono stati rilevati con cronometro sportivo, misurando il tempo

impiegato per ogni specifica operazione, come la potatura di una pianta o di una parte

di essa, lo spostamento dei tubi in caso di utilizzo di forbici pneumatiche, lo

spostamento del trattore, ecc.

(30)

I tempi sintetici si sono invece rilevati con un semplice orologio da polso, segnando il momento di inizio dei lavori e quello di conclusione, e valutando poi il numero di piante potate nei periodi di rilevamento, complessivamente mai inferiori alle due ore.

Questi dati quindi sono comprensivi di tutti gli eventuali tempi accessori.

Di seguito vengono riportati i rilievi relativi alla potatura per ogni azienda.

1) Gaiole in Chianti

Nell’oliveto “Campinovi”, all’interno del filare potato secondo tecniche tradizionali, sono state rilevate, per quattro piante prova, le quantità di legno asportate con la potatura e la circonferenza dei fusti. Si è inoltre misurato il tempo necessario per la potatura di sette piante consecutive. Tra i tre filari potati mediante agevolatori, si sono scelti come piante prova otto olivi su due file adiacenti, per i quali è stata misurata la quantità di legno asportato e la circonferenza dei fusti. E’ stato inoltre valutato il tempo necessario per la potatura di tutte le 26 piante potate mediante l’uso di attrezzi agevolatori, nonché quello necessario per la potatura, col medesimo cantiere di lavoro, di 14 piante situate immediatamente al di sopra dell’oliveto sperimentale. Infine, sono state rilevate le circonferenze del fusto anche per 6 piante prova appartenenti agli ultimi due filari dell’appezzamento, non potati.

Nell’oliveto “Bellaria” si sono rilevati i tempi analitici per le seguenti operazioni:

- potatura della parte alta della chioma

- potatura della zona centrale e bassa della chioma - mobilitazione dei tubi delle forbici pneumatiche

Inoltre, è stato misurato il tempo necessario complessivamente per la potatura di 33 olivi.

L’oliveto “Muri Chiuso”, come abbiamo già detto, non è stato potato.

2) Castagneto Carducci

In questo oliveto, in cui la potatura è stata estremamente leggera, sono state scelte 6 piante prova, per le quali si sono rilevati i pesi dei residui di potatura e le circonferenze dei fusti. Si è inoltre estratto un dato sintetico relativo al tempo necessario per la potatura dell’intero filare.

3) Bibbona

(31)

In questo appezzamento sono stati rilevati i pesi dei residui di potatura per tutte le piante potate, nonché i tempi necessari per la potatura di ognuna delle 3 file e quindi anche il tempo complessivamente impiegato per potare 44 piante.

4) San Gimignano

Sono stati rilevati, per 6 piante prova scelte su due file adiacenti, i pesi dei residui di potatura e le circonferenze dei fusti. Si è inoltre misurato il tempo complessivamente necessario per la potatura di 39 piante, nonché i tempi analitici per le seguenti operazioni:

- potatura completa di un olivo

- potatura della parte alta della chioma di una pianta

- spostamento della trattrice tra due coppie di filari adiacenti - andanatura dei residui di potatura derivanti da una pianta 5) Venturina

In questa parcella sono stati rilevati, per i 12 filari costituiti esclusivamente da olivi della varietà Frantoio, i pesi dei residui di potatura e le circonferenze dei fusti a 40 cm dal livello del suolo.

2.2.2 R

ACCOLTA

Nel corso della fase di raccolta sono stati effettuati una serie di rilievi, con lo scopo di quantificare la produzione delle diverse tesi, per poterle poi mettere a confronto.

In sostanza, per ogni pianta-prova, si è pesata la quantità di olive prodotta. Le piante sono state scelte secondo criteri di omogeneità e rappresentatività rispetto a tutte le altre piante dell’oliveto.

Si sono inoltre rilevati i tempi necessari alle operazioni di raccolta, in modo da poter

effettuare valutazioni sull’efficienza delle eventuali macchine o agevolatori utilizzati,

nonché sull’organizzazione dei cantieri di lavoro.

(32)

a)

b)

Figura 35. Determinazione mediante dinamometro elettronico del peso del legno

asportato con la potatura per ciascun albero.

(33)

Anche in questo caso, come per la potatura, i tempi sono stati misurati secondo due differenti modalità:

- dati sintetici, relativi al numero totale di piante raccolte durante le giornate di rilievo. Questo tipo di dati permette di calcolare il tempo medio necessario per raccogliere una pianta, inclusi i tempi accessori.

- dati analitici, relativi ai tempi effettivamente impiegati per la raccolta di determinate piante prova.

I tempi analitici sono stati rilevati con cronometro sportivo, misurando il tempo impiegato dai diversi cantieri per la raccolta delle olive prodotte da una sola pianta.

I tempi sintetici si sono invece rilevati con un normale orologio da polso, misurando il tempo complessivo impiegato per la raccolta di un certo numero di olivi, variabile a seconda delle diverse aziende considerate. In ogni caso, per il rilevamento dei dati sintetici i periodi di osservazione sono stati sempre superiori alle due ore.

Nell’azienda di Bibbona in cui la raccolta è stata effettuata con macchina vibro- scuotitrice del tronco, si è misurata anche la forza di ritenzione del frutto (FRF), mediante apposito dinamometro (forza espressa in grammi). Tali misurazioni sono state effettuate campionando casualmente 30 olive per pianta, posizionate tra 1,20 ed 1,80 m di altezza della chioma, sia prima che dopo il passaggio dello scuotitore del tronco.

Infine, laddove è stato possibile, si sono effettuate analisi qualitative sugli oli ottenuti

dalle diverse tesi a confronto. Tali analisi hanno riguardato l’acidità, i perossidi ed il

potere antiossidante. Per ottenere gli oli da analizzare si sono prelevati per ogni tesi

campioni di 3 kg circa di olive, che sono state lavorate separatamente in laboratorio

mediante micro-oleificazione col mini frantoio Abencor MC2 (Ingenieria y Sistemas,

S.L., Sevilla, Spagna).

(34)

Figura 36. Mini frangitore a martelli MC2, all’interno del laboratorio di San Piero a Grado (PI).

Figura 37. Mini gramolatrice MC2 in funzione, con 5 campioni in fase di

gramolatura all’interno delle bacinelle immerse a bagno maria in acqua a 28°C.

(35)

Figura 38. Mini centrifuga MC2, per l’estrazione dell’olio.

Figura 39. Campioni di olio in fase di sedimentazione all’interno dei cilindri

graduati.

(36)

L’operazione di microfrangitura in laboratorio prevedeva le seguenti fasi:

- defogliatura ed eliminazione dal campione delle olive danneggiate da mosca dell’olivo o da altri patogeni

- lavaggio delle olive con acqua corrente

- frangitura con mini frangitore a martelli (Figura 36)

- 30 min di gramolatura (20’ + 10’ dopo l’aggiunta del 40% del volume in acqua a temperatura ambiente) in appositi contenitori immersi a bagnomaria in acqua a 28°C (Figura 37)

- estrazione dell’olio per centrifugazione, con apposita mini centrifuga (Figura 38)

- separazione dell’olio per sedimentazione in cilindro graduato (5-8 min) e successivo prelevamento con pipetta (Figura 39)

Le analisi sugli oli così ottenuti sono state effettuate col sistema Olive OxiTester (CDR S.r.l., Ginestra Fiorentina, Italia), che permette di effettuare rapidamente il controllo dei principali parametri chimico-fisici, ovvero l’acidità, il numero di perossidi ed il potere antiossidante. Più precisamente questo sistema permette, tramite analisi spettrofotometriche, di misurare:

- acidità dell’olio espressa come % di acido oleico. Il tenore di acidità nell’olio è dato dalla quantità di acidi grassi liberi derivanti dall’irrancidimento idrolitico dei trigliceridi; tale processo si verifica soltanto in condizioni non idonee di trattamento e conservazione del prodotto, per cui il livello di acidità è un ottimo indicatore della genuinità del prodotto. Per oli di oliva extravergine, il massimo valore di acidità consentito è lo 0,8 % (reg. CE 1989/03). Il parametro si misura come % di acido oleico perché questo acido grasso monoinsaturo rappresenta mediamente dal 56 all’84 % della composizione acidica totale degli oli vergini di oliva (Fiorino, 2003)

- numero di perossidi, espressi come mEqO

2

/kg (intervallo: 0,3- 50 mEqO

2

/kg).

La quantità di perossidi nell’olio di oliva risulta inversamente proporzionale

alla qualità del grasso ed al suo stato di conservazione, in quanto i perossidi si

formano dalla reazione degli acidi grassi insaturi con l’ossigeno, portando tra

l’altro alla formazione di sostanze volatili che conferiscono all’olio il tipico

odore rancido.

(37)

- potere antiossidante, valutato come mg/kg di acido gallico (intervallo: 10-900 mg/Kg). Gli antiossidanti, che includono tocoferoli e polifenoli, migliorano la stabilità ossidativa degli oli in fase di conservazione, ed hanno inoltre una grande valenza salutistica per l’uomo, dato che svolgono azioni preventive nei confronti di situazioni infiammatorie, incidenti cardio-vascolari, episodi cancerogenetici ed invecchiamento precoce. Inoltre, questi composti influenzano la qualità sensoriale dell’olio, interferendo per le note gustative di

“amaro” e “pungente” (Pannelli & Servili, 2003)

Oltre all’analisi dei parametri qualitativi, per ogni campione di olive che ha subito il processo di micro-oleificazione è stata effettuata la misura della resa in olio potenziale, ovvero della massima resa ottenibile da un dato campione di olive in condizioni ottimali. Per effettuare questa misurazione una parte della pasta di olive ottenuta dai campioni dopo la frangitura è stata lavorata separatamente, aggiungendo, dopo 20’ di gramolatura, 100 cc di acqua alla temperatura di 100° C, per poi effettuare altri 10’ di gramolatura. L’olio è stato poi estratto per centrifugazione, e lasciato a sedimentare nei cilindri graduati per circa 30’, in modo da permettere la completa separazione dell’olio dalle acque di vegetazione.

Di seguito si riportano in dettaglio i rilievi relativi alla raccolta effettuati in ogni azienda:

1) Gaiole in Chianti

All’interno dell’oliveto “Campinovi” sono state scelti come piante prova 4 olivi appartenenti alle due file non potate da due anni, e 7 olivi all’interno delle 3 file potate con mezzi agevolatori, secondo criteri di potatura minima.

Per ognuna di queste piante si è rilevato il peso delle olive prodotte ed il tempo impiegato dal cantiere per la raccolta. Si è inoltre valutato il numero di piante raccolte nel periodo complessivo di osservazione, ottenendo così un dato sintetico relativo ai tempi di raccolta. Per il primo filare, potato secondo i metodi tradizionali, è stato rilevato soltanto il peso complessivo delle olive prodotte dalle 11 piante, nonché il tempo complessivamente impiegato per la raccolta.

Nell’oliveto “Muri Chiuso” sono stati messi a confronto due filari, uno non

potato da due anni e l’altro non potato da un anno. Quest’ultimo, nel 2006, era

(38)

stato sottoposto ad un intervento di potatura minima, mediante agevolatori. Si sono scelte 6 piante prova per il filare non potato da due anni, e 5 piante per l’altro filare. Per ognuna di queste piante si è misurata la circonferenza del fusto, il peso delle olive prodotte e, quando possibile, il tempo impiegato dal cantiere la raccolta. Inoltre, anche in questo caso si è misurato il tempo complessivo di osservazione ed il numero di piante raccolte in questo periodo, in modo da ottenere un dato sintetico relativo ai tempi di raccolta.

Infine, le olive ottenute dai filari non potati da due anni e quelle dei filari non potati da un anno sono state lavorate separatamente nel frantoio aziendale, in modo da poter effettuare un confronto anche tra gli oli ottenuti. L’estrazione dell’olio viene effettuata in azienda mediante frantoio Pieralisi a ciclo continuo, con gramolatura di 40 min a 24 ° C.

Analogamente, per ogni tesi si sono prelevati circa 3 kg di olive, in modo da poter ripetere l’estrazione dell’olio in laboratorio e confrontare i risultati delle analisi.

2) Castagneto Carducci

In questo oliveto la produzione è risultata estremamente bassa, per cui si sono utilizzati i dati complessivi relativi ai tempi ed alla quantità di olive raccolta, secondo quanto riferito dall’azienda.

3) Bibbona

In questo oliveto, raccolto con scuotitrice meccanica del tronco seguita da operatori muniti di pettini elettrici, si sono effettuate, per ognuna delle 3 piante prova selezionate, due pesate. La prima, dopo la scuotitura meccanica del tronco, e la seconda dopo il passaggio dell’operatore col pettine elettrico.

In questo modo, si è potuto valutare, oltre alla produzione complessiva, anche la percentuale di olive raccolte dalla scuotitrice meccanica del tronco.

Inoltre si è misurato il tempo impiegato dalla scuotitrice del tronco per effettuare la raccolta di 6 olivi, valutando anche i tempi medi di scuotitura e di spostamento da un olivo all’altro.

La forza di ritenzione del frutto è stata valutata su quattro piante prova. Per

due di esse il campionamento (30 frutti) è stato effettuato solo prima del

(39)

passaggio della vibro-scuotitrice del tronco, mentre per le altre due la misurazione è stata effettuata sia prima che dopo la raccolta meccanica.

Infine, in base alla quantità di olive mediamente raccolte in una giornata lavorativa di 7 h, si è fatta una stima della produttività media del cantiere.

4) San Gimignano

Nell’oliveto “Solatio” si sono scelte 4 piante prova, per ognuna delle quali si è misurato il peso delle olive prodotte, il tempo impiegato per la raccolta e la circonferenza dei fusti. Per altre 6 piante appartenenti al medesimo oliveto si sono rilevati esclusivamente i dati relativi al peso della produzione ed ai tempi di raccolta. Inoltre, in due periodi di osservazione distinti, si è misurato il tempo complessivo per la raccolta, rispettivamente, di 6 e di 40 piante.

All’interno dell’oliveto “San Vito” si sono scelte 5 piante prova, per le quali sono state rilevate le circonferenze dei fusti, il peso delle olive prodotte ed il tempo necessario per la raccolta.

Per l’oliveto “Bini” i rilievi relativi alla raccolta non sono stati effettuati.

5) Venturina

Nel giovane oliveto si è misurata la produzione di ciascuna pianta dei 12 filari costituiti esclusivamente da varietà Frantoio. Per ognuno di questi filari si sono inoltre scelte due piante prova (per un totale di 24 piante prova), sulle quali sono state effettuate la misurazione del peso di 100 frutti e la valutazione dell’indice di maturazione. Tale indice è calcolato come media ponderata delle diverse classi di colore, ovvero:

- 0: buccia verde intenso

- 1: buccia di colore verde sbiadito (maturazione verde)

- 2: buccia verde con macchie rossicce su meno della metà della superficie (inizio invaiatura)

- 3: buccia rossiccia o nerastra su più della metà della superficie (fine invaiatura)

- 4: buccia completamente nera e polpa chiara

- 5: buccia nera e polpa colorata senza giungere alla metà della polpa - 6: buccia nera e polpa colorata senza giungere al nocciolo

- 7: buccia nera e polpa colorata fino al nocciolo

(40)

Per calcolare l’indice si fa riferimento alla seguente formula:

IM = (Ax0 + Bx1 + Cx2 + Dx3 + Ex4 + Fx5 + Gx6 + Hx7) / N

dove A, B, C, D, E, F, G, H indicano il numero di frutti per ciascuna classe, ed N indica il numero di frutti totale (Beltran et al., 2004). Nel nostro caso, il numero totale di olive considerate è stato di 50.

Le olive raccolte su 12 delle 24 piante prova sono state utilizzate separatamente per la micro-oleificazione in laboratorio, in modo da poter misurare la resa in olio per ogni pianta.

Si è inoltre misurato il tempo complessivamente impiegato per le operazioni di

raccolta.

Riferimenti

Documenti correlati

macrolepis (Kotschy) Hedge & Yalt) limitatamente al territorio di Tricase. I disboscamenti, la richiesta di carbone e le opere di dissodamento attua- te per reperire nuovi

In un’azienda manifatturiera, la produzione è ripartita su un elevato numero di macchine tra loro uguali. Sono note le probabilità che una macchina incorra in un guasto nel corso di

Al contempo, poiché il prezzo proposto dalla Givas era comunque conveniente, è stato chiesto alla stessa di proporre delle barre da seduta di dimensioni più vicine alle esigenze

adeguamento normativo e funzionale degli impianti elettrici, termici e antincendio della sede di Medicina Veterinaria sita in Teramo in Piazza Aldo Moro, 45.. Lavori per

Rappresenta sul quaderno le coppie di frazioni espresse in parole, scrivile in frazione numerica e confrontale.. Segui le indicazioni di esempio per impostare

• il computer legge dal file fisico una quantità di dati tale da riempire il buffer (oppure legge tutti i dati del file se questi sono in quantità inferiore alla lunghezza del

La funzione controlla che ogni riga i-esima della matrice m1 contenga tutti e soli gli elementi della colonna i-esima della matrice m2 e in tal caso restituisce