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A proposito di Gerardo da Cremona e della Scuola dei Traduttori di Toledo abbiamo visto come oggi gli studiosi siano soliti credere che

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Academic year: 2021

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Conclusioni

A proposito di Gerardo da Cremona e della Scuola dei Traduttori di Toledo abbiamo visto come oggi gli studiosi siano soliti credere che

questa scuola o un analogo fenomeno storico, non sia mai esistito addirittura molti affermano che non si possa parlare di una scuola in senso fisico, così ad esempio pensano Charles Burnett e Marie-Therese D'Alverny

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. Ho invece pensato che potesse esistere una « Scuola dei traduttori di Toledo », quando ho cominciato a studiare la figura di

Gerardo e la sua importanza durante questo periodo, in cui egli portò la

città castigliana ed essere grande punto di riferimento per gli studi in

ambito scientifico. Toledo, come abbiamo visto era il centro, la fucina di

quel movimento delle traduzioni che dilagava un po' per tutta l'Europa,

ma non solo. In questo lavoro ho anche considerato l'importanza che le

traduzioni di Gerardo hanno avuto nella costituzione di un progetto ˮ

educativo o meglio ancora di un programma educativo innovativo per

l'epoca Come è possibile parlare, credere, ed affermare, l'esistenza di una

Scuola dei Traduttori?. Dal mio punto di vista, la risposta a questa

domanda è racchiusa nella persona di Gerardo ed in particolare in due

degli aspetti che ne compongono la figura storica: il Gerardo traduttore

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ed il Gerardo insegnante. È impossibile scindere realmente queste due figure nell'autore, perché la prima coesiste nell'altra e viceversa.

L'intenzione di Gerardo nel colmare le lacune dei Latini, nel loro

patrimonio di conoscenze scientifico-filosofico è legato al suo progetto di

divulgazione di tali contenuti. Tale disegno, probabilmente pianificato

dallo stesso Gerardo, ha avuto conseguenze sullo sviluppo di tutta

l'istruzione europea; grazie, infatti, ai clerici vagantes ed alle lezioni

dello stesso Gerardo, le nuove conoscenze si sono espanse fino a

diventare la forza motrice del nuovo periodo d'oro europeo. In secondo

luogo Gerardo nelle vesti di traduttore è un esempio di studioso a cui

ancora oggi poter fare riferimento, non solo a livello tecnico ma anche

grazie al suo carisma che lo ha consegnato alla storia come un

personaggio eclettico e di pensiero moderno. È comunque importante,

riconoscere la grande professionalità di Gerardo a livello della tecnica

impiegata nelle traduzioni, che è fuori dal comune; il suo

metodo, analizzato nel capitolo quarto, è quello che più si avvicina ad un

traduttore dei nostri tempi. Tutti questi fattori mi hanno portato a vedere

Gerardo come la chiave di volta, attraverso la quale è possibile parlare di

una Scuola a Toledo; quello che voglio affermare, infatti, è che l'eredità

lasciataci da Gerardo è essa stessa il punto centrale su cui basare

l'esistenza di questa organizzazione. Con gli autori citati durante la

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ricerca concordo sul fatto che non sia esistita un'istituzione fisica o comunque una costruzione architettonica adibita a centro di traduzioni;

ma, al contempo, credo che non siano le aule o le cattedrali o qualsivoglia luogo a fare l'istruzione, bensì il progetto che vi è dietro, la programmazione. Secondo quanto ho studiato e letto, la Scuola dei Traduttori non è da cercarsi in un luogo tangibile, ma va piuttosto

concepita attraverso le idee di Gerardo, per poi continuare a orientarsi in

questo senso, cercando di donare un contorno sebbene ancora non molto

chiaro, alla suddetta Scuola. Altro punto a favore di questo mio pensiero

è da rintracciare nella rielaborazione dei contenuti dei testi tradotti: infatti

durante il periodo in cui la « Scuola dei traduttori » era sotto la guida del

cremonese, gli studenti che ne facevano parte non dovevano apprendere i

testi a memoria, ma solo una conoscenza nozionistica, poiché punto

focale del progetto educativo gerardiano era proprio quello dell'intreccio

tra ricerca e rielaborazione, tra sperimentazione tecnica ed operativa, tra

passato e futuro, caratteristiche proprie di un vero magister artium. Pur

prendendo le basi della fálsafa, Gerardo ed i suoi allievi cercavano di

dare nuovi tagli, nuove analisi di tutte le opere che si erano venute a

conoscere, cercando di mantenere una linea di continuità con qualche

piccola ma fondamentale innovazione. Niente di tutto questo però,

sarebbe stato possibile a Toledo senza la pace e la convivenza pacifica

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con cui cristiani, musulmani ed ebrei lavoravano e convivevano tra loro.

Abbiamo visto come questo momento della storia della Spagna musulmana sia stato oltre che un esempio di pace e collaborazione anche un momento di fiorente cultura.

Evidenzierò adesso per ogni capitolo i passaggi fondamentali che mi hanno portato a questa nota conclusiva. Nei primi due capitoli ci siamo concentrati sull'arrivo degli arabi in Spagna, la nascita di al-Andalus ed il ruolo di Cordova, come capitale del sapere dopo Baghdad. Ed infine sulla nascita di Toledo come terza tappa di sviluppo della falsafa. Delle prime due città ho evidenziato solamente le istituzioni culturali che in esse si svilupparono: il Bayt-al-Hikma a Baghdad e la Biblioteca di Hakam II a Cordova. Per Toledo il discorso è più articolato, infatti, il secondo capitolo si configura come una descrizione urbanistica della città, sviluppando poi una digressione sugli elementi politici, riguardo agli attori coinvolti in quel contesto sociale che è stata la « Convivencia ».

Una volta sviluppata la parte storico-descrittiva della Toledo del XII

secolo, nel terzo capitolo mi sono interessato all'istituzione più famosa

nella Toledo dell'epoca la « Scuola dei Traduttori di Toledo »; vediamo

quindi in questa terza parte le innovazioni e l'importanza che in ambito

filosofico sono state ascritte alla capitale castigliana nel corso dei secoli,

partendo dall'ottocento con Amable Jourdain, fino ai giorni nostri con

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Charles Burnett. Di seguito ho sviluppato una breve storia pregressa del movimento delle traduzioni e di come, dall'Italia meridionale, questo interesse particolare sia arrivato in Spagna e da qui abbia avuto una stupefacente crescita, tramite le figure di alcuni autori come Domenico Gundisalvi ed Avendauth. Dopo tali premesse, arrivato al quarto capitolo, mi sono concentrato sull'analisi del secondo punto focale della mia ricerca, ovvero, Gerardo da Cremona. Nel capitolo dedicato al traduttore cremonese, sono partito con l'inquadrare la sua figura, nel suo contesto storico, per poi arrivare alla sua importanza nel campo filosofico, attraverso la lista delle sue traduzione, redatta dai socii. Di seguito ho rivolto il mio interesse, a tre principali aree tematiche delle traduzioni gerardiane: Logica, Medicina e Astronomia. Queste tre materie infatti si evidenziano benissimo come punti di interesse in Gerardo stesso, poiché tramite esse si può arrivare a concepire l'intera opera gerardiana come un

« progetto educativo » nuovo e molto attuale, rispetto al suo tempo.

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