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Nella Stella non troviamo un capitolo espressamente dedicato al linguaggio: il linguaggio è, piuttosto, il ‘filo conduttore’ di tutta l’opera

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Academic year: 2021

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PREMESSA

In questo lavoro mi sono proposta di analizzare il pensiero di Franz Rosenzweig, un pensatore che definirei ‘scomodo’; utilizzo questo aggettivo in quanto le opere di Rosenzweig sono state perlopiù incomprese durante la sua vita e poco studiate dopo la sua morte. Rosenzweig è un filosofo poco conosciuto, considerato di ‘secondo piano’ rispetto a giganti come Hegel o Heidegger. Tuttavia Rosenzweig, da bravo ‘maestro del sospetto’, avendo vissuto sulla propria pelle i disastri e le incertezze del secolo scorso, è riuscito a trasmetterci messaggi profondi, attualissimi. In particolare, ho deciso di prendere in analisi la tematica del linguaggio, argomento che, a mio avviso, ricopre un ruolo fondamentale nella riflessione di Rosenzweig, soprattutto nel suo capolavoro, la Stella della Redenzione. Nella Stella non troviamo un capitolo espressamente dedicato al linguaggio: il linguaggio è, piuttosto, il ‘filo conduttore’ di tutta l’opera.

Nel primo capitolo della mia tesi ho trattato il tema del linguaggio logico- matematico, un linguaggio fatto di simboli, oscuro, appartenente alla dimensione del pre-mondo. La prima parte della Stella è molto complessa;

il testo risulta nebuloso, confuso: solo grazie al ‘filo’ del linguaggio il lettore riuscirà a seguire il cammino attraverso le varie epoche storiche.

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Arriviamo così al secondo capitolo del mio lavoro, nel quale il protagonista è il linguaggio grammaticale: la grammatica emerge a partire dalla seconda parte dello Stern, parte dedicata agli eventi teologici di Creazione, Rivelazione e Redenzione. Dio si apre al mondo e comincia a parlare. Il linguaggio è un ‘atto performativo’: ogni singolo elemento della frase (articolo, nome, verbo..) è fondamentale per realizzare il processo creativo. Rosenzweig fa l’analisi grammaticale di Genesi 1.

Nel terzo capitolo ho preso in esame una forma più complessa di linguaggio: quella del dialogo. Nella Rivelazione sono due i soggetti che parlano: Dio e l’uomo; con la Creazione si ha invece solo un monologo.

L’evento (Ereignis) della Rivelazione si esplica tramite il linguaggio: la parola sprigiona l’amore e realizza il miracolo. Ritroviamo qui l’analisi del Cantico dei Cantici.

Il quarto capitolo della tesi prende in esame il linguaggio legato alla dimensione della Redenzione: quello liturgico della preghiera. Gli attori sono i fedeli che si uniscono nel canto di lode. Nella preghiera uomo e mondo camminano verso Dio. Rosenzweig prende come riferimento per questa parte il Salmo 115.

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Nel quinto e ultimo capitolo ho voluto parlare del linguaggio dell’arte. Ho ritenuto opportuno trattare questo tema alla fine, non perché questo tipo di linguaggio sia meno importante nella concezione rosenzweighiana, ma solo perché l’arte è una tematica che ricorre in ogni parte della Stella. Il linguaggio artistico, secondo Rosenzweig, ci rimanda alla dimensione del pre-mondo. La matematica esprime la chiusura, l’enigmaticità della dimensione originaria e l’arte, dal canto suo, la fa trasparire attraverso varie modalità: da quelle più semplice a quella in cui, hegelianamente, forma e contenuto si equilibrano.

Concludo dicendo che non si può realmente comprendere il pensiero di Rosenzweig se si prescinde dal linguaggio, elemento base del ‘nuovo pensiero’ o Sprachdenken. Solo la parola ha il potere di abbattere il confine tra l’umano e il divino ed è, per questo, ‘miracolosa’.

Ringrazio di cuore tutte le persone che mi sono state vicine durante il mio percorso di studi universitario, in particolare il prof. Adriano Fabris.

Sono davvero grata ai miei genitori, in quanto mi hanno permesso di arrivare fino a questo punto, sostenendomi e incoraggiandomi sempre.

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