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Introduzione Durante la nostra esistenza, siamo soggetti alla possibilità che si presentino pericoli per la nostra salute e per il nostro benessere. La maggior parte dei rischi

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Academic year: 2021

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Introduzione

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Introduzione

Durante la nostra esistenza, siamo soggetti alla possibilità che si presentino pericoli per la nostra salute e per il nostro benessere. La maggior parte dei rischi non si trasforma mai in un pericolo concreto, in quanto l’effettiva probabilità viene ridotta da apposite attenzioni e strategie adottate. Naturalmente a volte può avvenire che, malgrado le scarse probabilità e l‘attenzione con cui si cerca di evitarli, i pericoli diventino ugualmente concreti. Quando questo accade, i soggetti preposti intervengono con specifiche azioni e comportamenti tesi a diminuire il danno ed a proteggere le persone, attraverso la creazione di istituzioni ed organizzazioni che lavorano per ridurre i fattori di rischio e per impedire che si trasformino in pericoli veri e propri. Il rischio si riduce decisamente attraverso l’informazione: se ognuno di noi sa come comportarsi nella vita di tutti i giorni, per il proprio benessere, i danni diminuiscono. Essere informati correttamente permette anche di evitare false emergenze e il diffondersi incontrollato di paure collettive che spingono a comportamenti sbagliati e controproducenti.

Ma a volte l’informazione non basta!

Sono necessarie normative chiare e precise, anche di natura penale, atte a prevenire e reprimere determinati comportamenti umani, volontari o involontari, che contribuiscono alla creazione del pericolo e a mettere a rischio la salute pubblica.

In merito alla chiarezza delle norme, piace ricordare cosa scriveva nel 1889, l’allora ministro di Grazia e Giustizia, Giuseppe Zanardelli, nella relazione di presentazione al codice penale italiano, in vigore nel Regno d’Italia dal 1890 al 1930: “le leggi devono essere scritte in modo che anche gli uomini di scarsa cultura possano intenderne il significato; e ciò deve dirsi specialmente di un codice penale, il quale concerne un grandissimo numero di cittadini anche nelle classi popolari, ai quali deve essere dato modo di sapere, senza bisogni d’interpreti, ciò che dal codice è vietato”.

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Tra i vari ambiti della nostra vita, soggetti a rischio, c’è anche l’alimentazione: scegliere un cibo sano non è solo questione di grassi e calorie. E’ormai certo che l’alimentazione è legata alla nostra salute e che almeno un terzo dei casi di tumore potrebbe essere evitato se solo mangiassimo correttamente. Anche se spesso, la qualità e la genuinità del cibo, non dipende da una nostra libera scelta.

In effetti, la salute pubblica nel settore alimentare, sempre più spesso, viene messa a rischio, da “alimenti contraffatti”, da condotte umane volontarie, che trovano fondamento nel maggior profitto economico, che il comportamento fraudolento assicura a colui il quale ne è responsabile.

Il fenomeno degli illeciti alimentari, che in passato rappresentava solo una problematica marginale, oggi, con lo sviluppo di nuovi processi di trasformazione, conservazione e commercializzazione degli alimenti e con il progredire delle conoscenze scientifiche, si è notevolmente diffuso perfezionandosi ed adattandosi alle differenti realtà, nonostante l’esistenza, di normative nazionali ed europee disciplinanti regole di produzione e commercializzazione che includono anche il momento sanzionatorio.

In questo “lavoro” verranno affrontate soprattutto le tematiche relative alla disciplina penale nel settore agroalimentare, con riferimenti alla normativa europea.

In sostanza, l’obiettivo che si intende perseguire (primo capitolo), è quello di sviluppare, la trattazione della contraffazione degli alimenti, con tutte le sue tipologie e rischi, per proseguire con un’analisi dei prodotti maggiormente contraffatti, con uno spazio particolare agli OGM (la cui trattazione sotto il profilo penalistico verrà affrontata nel corso del terzo capitolo), con esame dei raggiri e delle truffe dannosi per la salute dei consumatori, per le attività commerciali e per l’economia del nostro Paese.

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La nostra indagine proseguirà (secondo capitolo) poi, con il tema delle garanzie messe in atto dalle normative vigenti a tutela del consumatore; in pratica uno spazio dedicato alla sicurezza alimentare intesa come:“possibilità di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l'organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, in adeguate condizioni igieniche”.

Sempre nel corso del secondo capitolo verrà esaminata la normativa europea, con riferimento al Reg. CE 178/2002 e al “Pacchetto igiene”, che rappresentano il fulcro della normativa sulla sicurezza e igiene degli alimenti. Il tutto senza sottovalutare l’importanza che ha assunto, nel campo delle garanzie il regolamento UE 1169/2011 che uniforma l’etichettatura degli alimenti nei Paesi UE, anche al fine di proteggere e tutelare il MADE IN ITALY e contrastare il fenomeno dell’Italian Sounding (almeno secondo le intenzioni del legislatore!).

I primi due capitoli, rappresentano una sorta di introduzione al tema centrale della nostra trattazione, dedicato alle tematiche relative alla disciplina penale del settore agroalimentare.

Nel terzo capitolo verrà, infatti, esaminato il sistema sanzionatorio italiano in ambito agroalimentare, articolato su tre differenti settori, che potremmo definire livelli di tutela.

In primo piano si pongono le disposizioni previste dal codice penale a difesa della salute pubblica, della fede pubblica e dell’economia pubblica, industria e commercio; un ampio quadro normativo, che affronteremo in maniera dettagliata, costituito dagli articoli 439, 440, 441, 442, 444, 452, 473, 474, 514, 515, 516, 517, 517 bis, 517 quater c.p.

Una tutela penale che si basa essenzialmente nel reprimere offese causate in danno alla salute di persone determinate e nel contrastare offese di rango collettivo.

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Nel secondo livello di tutela troviamo una legge di carattere generale la legge 283/1962, che può considerarsi la”legge quadro”1 in materia alimentare, relativa a tutti gli alimenti e a tutte le diverse fasi, sia produttive che distributive, del ciclo economico.

Come vedremo, a seguito della depenalizzazione di cui al D.lgs. 507/1999, conservano rilevanza penale soltanto le fattispecie previste dagli articoli 5 e 6 della legge 283/1962, che individuano le norme cardine in materia di tutela degli alimenti.

Il terzo livello è rappresentato dalle molteplici leggi complementari di carattere specialistico. In sostanza, il settore con maggior distorsioni e disfunzioni: dovute in particolare, ad un eccesso di disposizioni sanzionatorie, contenute in leggi, a carattere strettamente settoriale, volte a disciplinare particolari categorie di alimenti e bevande o addirittura singoli alimenti o specifici aspetti della disciplina alimentare o singoli settori del campo alimentare. Come si vedrà anche questo settore è stato interessato dalla depenalizzazione di cui al D.lgs. n. 507 del 1999.

Dopo aver esaminato il quadro normativo nazionale, affronteremo i reati alimentari tra diritto europeo e ordinamento penale interno, con riferimento alla disciplina sanzionatoria per le violazioni del Reg. CE n. 178/2002, applicate con il D.lgs. 190/2006 (“Disciplina sanzionatoria per le violazioni del regolamento CE n.178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel settore della sicurezza alimentare“).

Un decreto, che presenta evidenti lacune sotto il profilo sanzionatorio, limitandosi a contemplare sanzioni amministrative pecuniarie solamente per le ipotesi di violazione degli artt. 18, 19 e 20 del Reg. 178/2002.

1

Complesso di leggi che contengono i principi fondamentali relativi all’ordinamento di una determinata materia.

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