AnAlisi per flussi
1. ConsiderAzioni generAli
Il rendiconto finanziario è un prospetto che raggruppa, in relazione a determinati scopi di formazione, le variazioni (flussi) intervenute nella situazione patrimoniale dell’azienda in un dato intervallo di tempo, correlando fra loro le fonti e gli impieghi.
Tale prospetto non viene esplicitamente citato dalla normativa sul bilancio, che co- munque ne considera oppurtuna l’inclusione nella nota integrativa.
Le analisi dei flussi finanziari si basano sull’accostamento di due esercizi uno suc- cessivo all’altro e, come si è detto, riguardano le variazioni che gli elementi del patri- monio di funzionamento hanno subito nel corso di un periodo amministrativo.
Opportunamente rettificate, secondo le modalità che saranno viste in seguito, tali variazioni permettono di ricostruire «i flussi» che hanno influito sul mutamento com- plessivo avutosi nel fondo considerato.
Per fondo s’intende il valore assunto da un complesso di risorse finanziarie in un dato momento.
Il fondo di cui si esaminano i flussi può avere per oggetto:
— il denaro in cassa e presso banche;
— le attività monetarie nette (liquidità meno debiti a breve);
— il patrimonio circolante netto (attivo corrente meno debiti a breve);
— le risorse finanziarie totali (totale delle attività).
Il concetto di risorse finanziarie che sta alla base del rendiconto finanziario varia secondo la configurazione esaminata. In questo senso:
— il rendiconto delle variazioni del patrimonio circolante netto analizza quali ri- sorse finanziarie, considerate come patrimonio circolante netto (attivo circolante meno passività correnti), sono derivate o assorbite nell’esercizio, per quali motivi e quali impieghi;
— il rendiconto delle variazioni della disponibilità monetaria netta analizza qua- li risorse finanziarie, considerate come disponibilità liquide in cassa, c/c postali e c/c bancari attivi al netto dei c/c passivi, sono derivate o assorbite nell’esercizio, per quali motivi e quali impieghi.
La variazione complessiva manifestatasi nelle risorse finanziarie viene analizzata per determinare i flussi generati:
— dalla gestione reddituale, costituita dalle operazioni che danno luogo alla formazio- ne del reddito di esercizio;
— da operazioni di investimento o di disinvestimento di immobilizzazioni (acquisti, alienazioni di beni strumentali, acquisiti e alienazioni di partecipazioni, concessio- ni e rimborsi di prestiti fatti a terzi);
— da operazioni di finanziamento costituite da accensioni o rimborsi di debiti a medio e lungo tempo; variazioni di capitale (aumenti o rimborsi, contributi in conto capi- tale) e pagamenti di dividendi ai soci.
L’analisi dei flussi, eseguita con l’interpretazione del rendiconto finanziario, comple- ta quella per indici e rende più chiari i movimenti verificatisi.
I dati per la stesura del rendiconto finanziario si ricavano dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa; gli stessi dati vengono rielaborati in modo da far conoscere come le risorse finanziarie generate siano state consumate o investite.
2. il rendiConto finAnziArio delle vAriAzioni del pAtriMonio CirColAnte netto
Questo prospetto analizza le variazioni che si sono avute nell’esercizio nella situa- zione patrimoniale finanziaria. Tali variazioni si evidenziano comparando i valori dello stato patrimoniale alla fine dell’esercizio con quelli esistenti alla fine dell’esercizio precedente. Da questo confronto si ottiene la relazione che determina il patrimonio cir- colante netto come differenza tra attivo circolante e passività correnti o a breve.
Esso, quindi, è formato al netto dei debiti a breve, da un insieme di elementi patri- moniali che sono o che si ritiene diventeranno liquidi entro un breve periodo, general- mente un anno, dalla data in cui è stato redatto l’ultimo bilancio.
La misura del patrimonio circolante netto è spesso considerata come indice di «so- lidità finanziaria» dell’azienda nel breve termine. Le variazioni del patrimonio circo- lante netto espongono con chiarezza la capacità della gestione di generare liquidità o attività liquidabili a breve scadenza; l’esame dei relativi flussi è indispensabile per co- noscere i riflessi che gli andamenti economici della gestione hanno avuto (o avranno nell’ipotesi di indagini prospettiche) sulla situazione finanziaria dell’azienda.
L’analisi dei flussi di patrimonio circolante netto, ad esempio, può concorrere a spiegare come a risultati economici con andamenti largamente positivi si possa avere una riduzione del patrimonio netto, di cui si parla, rendendo peggiore le condizioni di solvibilità dell’impresa (è quanto può succedere se l’impresa faccia ricorso a prestiti a breve scadenza per effettuare consistenti investimenti in immobilizzazioni).
Le variazioni del patrimonio circolante netto possono derivare da:
— variazioni connesse al risultato economico della gestione reddituale, ossia al sistema dei costi e ricavi;
— variazioni nell’attivo immobilizzato, per acquisti o alienazioni di immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie;
— variazioni nelle passività consolidate, per accensione ed estinzione di debiti a media/
lunga scadenza;
— variazioni nel capitale proprio, per aumenti e diminuzioni di capitale sociale e per distribuzione di dividendi.
Non tutte le variazioni indicate, però, danno luogo a modificazioni del patrimonio circolante netto; questo perché i movimenti che le operazioni di gestione effettuate in un certo periodo amministrativo producono nelle varie classi di valori del patrimonio aziendale, vanno distinti in variazioni finanziarie e variazioni non finanziarie.
Le variazioni finanziarie fanno riferimento al patrimonio circolante netto, nel senso che questo entra in relazione con le altre categorie di valori. A titolo esemplifica- tivo sono tali:
— gli acquisti e le alienazioni di immobilizzazioni;
— l’accensione e i rimborsi di finanziamenti a medio/lungo termine e dei debiti per TFR;
— gli aumenti di capitale in denaro e con altre attività circolanti, le riduzione di capi- tale con rimborso;
— i costi e i ricavi «monetari», ossia aventi contropartita degli elementi del patrimonio circolante netto.
Le variazioni non finanziarie sono, invece, quelle che non interessano il patrimonio circolante netto, ovvero:
— i costi e i ricavi «non monetari» relativi alle immobilizzazioni (ammortamenti, mi- nusvalenze e plusvalenze, costi patrimonializzati);
— le rivalutazioni e le svalutazioni di immobilizzazioni, apporti e scorpori di immobi- lizzazioni;
— la conversione di prestiti a medio/lungo termine in quote di partecipazione al capi- tale di rischio;
— la destinazione di utili a riserve;
— i costi «non monetari» relativi al passivo consolidato (quote incrementative del TFR).
Come si vede, le variazioni generate dalle operazioni di gestione nelle varie classi di valori, possono interessare o meno il patrimonio circolante netto, così come possono interessare o meno il reddito di esercizio.
Sotto questo aspetto si distingue tra variazioni reddituali (che sono «finanziarie», se attinenti al patrimonio circolante netto e «non finanziarie» se estranee ad esso) e varia- zioni patrimoniali (che non interessano il reddito e sono «finanziarie» se attinenti al patrimonio circolante e «non finanziarie» se estranee a questo).
rendiConto finAnziArio delle vAriAzioni di pAtriMonio CirColAnte netto Parte I
Dimostrazione delle fonti e degli impieghi
Parte iI
Variazione nei componenti il patrimonio netto circolante fonti di risorse finanziarie
Flusso generato della gestione reddituale Alienazione di immobilizzazioni Rimborsi di crediti a m/l termine Aumenti a pagamento di capitali propri Accensioni di passività consolidate
variazioni delle attività a breve Aumenti/diminuzioni interventi nei:
– valori in cassa – c/c bancari e postali – crediti a breve – rimanenze
– titoli di vasto mercato – ratei e risconti attivi impieghi di risorse finanziarie
Acquisti di immobilizzazioni
Concessioni a terzi di crediti a m/l termine Rimborsi di passività consolidate
Diminuzioni di patrimonio netto per:
– pagamento di dividendi ai soci – rimborsi di capitale proprio
– acquisti e annullamento azioni proprie
variazioni delle passività a breve Aumenti/diminuzioni interventi vari:
– debiti v/banche – debiti correnti
– fondi rischi e oneri a breve – ratei e risconti passivi
totale fonti di risorse finanziarie – totale impieghi di risorse finanziarie
totale variazioni attività a breve – totale variazioni passività a breve variazione del patrimonio circolante netto (au-
mento o diminuzione)
variazione del patrimonio circolante netto (au- mento o diminuzione)
Parte iii
Altre variazioni nella situazione patrimoniale finanziaria che non comportano movimenti nel patrimonio circolante netto Conversione di obbligazioni convertibili in azioni
Aumenti di capitale con conferimenti in natura di immobilizzazioni Acquisizioni di immobilizzazioni contro rilascio di obbligazioni Acquisto di partecipazioni mediante obbligazioni o azioni Rivalutazioni monetarie di immobilizzazioni
3. diMostrAzione delle fonti e degli iMpieghi
Nella prima parte del prospetto sono rappresentate le fonti delle risorse finanziarie e le loro modalità di impiego. Se le fonti superano gli impieghi, l’azienda ha generato dei mezzi per le esigenze a breve termine, dando luogo a un incremento del patrimonio circolante netto.
Se le fonti sono inferiori agli impieghi, l’azienda ha assorbito dei mezzi sottraendoli alle esigenze di breve termine, dando luogo a un decremento del patrimonio circolante netto.
Nella seconda parte sono indicate le variazioni intervenute nei singoli elementi che costituiscono il patrimonio circolante netto (disponibilità liquide, crediti e attività fi- nanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, rimanenze, passività a breve o correnti). La somma algebrica di queste variazioni esprime l’incremento o il decremen- to subito dal patrimonio circolante netto nel periodo di riferimento.
Nella terza parte sono specificate eventuali operazioni effettuate, che non incidono sul livello del patrimonio di cui si parla.
Possono non dar luogo a variazioni finanziarie le rivalutazioni monetarie o impor- tanti operazioni finanziarie, come la conversione di obbligazioni in azioni, in quanto non riguardano il patrimonio circolante netto.
Il rendiconto finanziario consente di analizzare i movimenti delle risorse tra le varie classi di valori costituenti il patrimonio dell’azienda; mette in evidenza i flussi finanzia- ri derivanti dai finanziamenti esterni e quelli che provengono dalla gestione reddituale (autofinanziamento).
Le informazioni fornite dal rendiconto vengono poi interpretate per avere una co- noscenza ampia e approfondita della situazione patrimoniale, del risultato economico e della situazione finanziaria.
Così, ad esempio, si possono ottenere le seguenti risposte alle informazioni fornite dall’analisi effettuata:
— quando la gestione reddituale genera un elevato flusso di risorse, l’azienda si finan- zia con fonti interne e tende all’autofinanziamento che aumenta progressivamente con il crescere degli utili: in tal caso, la valutazione dell’azienda è positiva;
— gli utili distribuiti ai soci devono essere commisurati sulla base delle risorse genera- te in precedenza dalla gestione e non devono dar luogo a eccessivi deflussi di mezzi monetari. In pratica, non è opportuno ricorrere ai debiti per pagare i dividendi;
— le risorse impiegate in investimenti di beni strumentali devono provenire da un cor- retto ricorso alle fonti più opportune; nel contempo non si deve trascurare che l’accen- sione di debiti a medio e lungo termine comporta il sostenimento di futuri oneri finan- ziari, mentre il ricorso ad aumenti di capitale proprio comporta la necessità di remu- nerare in futuro i titolari del capitale di rischio. Gli investimenti, quindi, devono gene- rare una maggiore redditività, accompagnata da una più elevata solidità patrimoniale;
— le risorse prodotte da investimenti sono fisiologiche, se costituiscono rientri finanzia- ri da impieghi effettuati in precedenza (ad esempio, rimborsi di prestiti fatti a terzi) o da dismissioni di beni strumentali obsoleti, in vista di prossimi realizzi di piani di rinnovo o ristrutturazione. Presentano, invece, un diverso significato, se effettuati per far fronte all’estinzione di debiti o per supplire a una insufficienza di risorse causata da perdite di gestione.
4. rendiConto finAnziArio delle vAriAzioni dellA disponibilità MonetAriA nettA
Considerato che le classificazioni e le valutazioni delle attività e delle passività pos- sono influenzare il patrimonio circolante netto, si ritiene più opportuno basare il ren- diconto finanziario sull’oggettività della disponibilità monetaria netta, costituita dai valori in cassa più i c/c postali e bancari al netto di quelli passivi.
Il rendiconto finanziario, in oggetto, analizza i flussi monetari (cash flow) che fanno aumentare le disponibilità monetarie al netto dei debiti verso le banche (il saldo può essere anche negativo e corrispondere all’indebitamento netto a vista).
L’andamento di questi flussi è ritenuto segnaletico delle condizioni di solvibilità e di liquidità dell’azienda, ovvero della sua adeguatezza a fronteggiare le esigenze finanzia- rie della gestione nella loro misura e alle scadenze stabilite.
Anche in questo caso è necessario, però, distinguere le operazioni che incidono sulle disponibilità monetarie da quelle che non le modificano.
Ad esempio, da quanto si è affermato in precedenza, la liquidità aziendale non su- bisce alcuna variazione nel caso di conversione di obbligazioni in azioni o di conferi- mento di immobilizzazioni in presenza di aumento di capitale in natura.
I movimenti finanziari, indicati nella tabella che segue, danno invece luogo (a varia- zioni in aumento o in diminuzione) nella disponibilità monetaria netta.
flussi Che fAnno vAriAre lA disponibilità MonetAriA nettA fonti di risorse monetarie
(generano risorse)
impieghi di risorse monetarie (assorbono risorse) Attività operativa
di esercizio
Riscossioni di fatture di vendita di pro- dotti e prestazioni di servizi, a prescin- dere dall’esercizio in cui sono state emesse, e incassi di altri ricavi
Pagamenti di fatture di acquisto di mate- rie e servizi, a prescindere dall’esercizio in cui sono state ricevute, e per il paga- mento di altri costi di esercizio (stipendi, imposte ecc.)
Attività di investimento
Incassi inerenti a vendite di immobi- lizzazioni immateriali, materiali e fi- nanziarie o da rimborsi effettuati da terzi di prestiti in precedenza concessi
Pagamenti inerenti ad acquisti di immo- bilizzazioni o alla concessione di prestiti fatti a terzi
Attività
di finanziamento
Accensione di debiti e medio-lungo temine e versamenti di soci per aumen- ti di capitale in denaro
Rimborsi a terzi di prestiti in precedenza ottenuti, pagamenti per TFR, rimborsi ai soci per diminuzioni di capitale
Distribuzione di utili e coperture di perdite
Versamenti di soci effettuati a coper- tura di perdite di esercizio in preceden- za subite
Pagamenti ai soci di utili in precedenza realizzati
5. sfAsAturA trA flussi MonetAri ed eConoMiCi
Com’è noto, i movimenti nelle disponibilità monetarie non si verificano necessaria- mente nello stesso momento in cui vengono sostenuti i costi e i ricavi di competenza.
Solo gli acquisti di materie e altre operazioni di esercizio o la vendita di prodotti per pronta cassa fanno coincidere uscite e costi, entrate e ricavi; gli acquisti e le vendite con pagamento anticipato o posticipato danno luogo a sfasature tra i flussi monetari e flussi economici; ne consegue che le entrate e le uscite si possono presentare in eser- cizi diversi da quello di competenza dei costi e dei ricavi.
Le variazioni nei crediti, nelle consistenze di magazzino e nei debiti rappresentano, quindi, fondi e impieghi di liquidità; gli aumenti e le diminuzioni sono dei differenzia- li rispetto agli importi che risultano alla fine dell’esercizio precedente.
Gli ammortamenti e gli incrementi del TFR sono costi non monetari e, pertanto, non danno luogo a variazioni nelle disponibilità monetarie. Per determinare il flusso monetario prodotto dalle attività di esercizio (cash flow operazionale) è necessario, quindi, accordare il risultato economico di esercizio con i flussi monetari, togliendo dal reddito i costi e i ricavi non monetari e tenendo conto degli effetti di anticipi e dilazio- ni e delle variazioni che si sono avute nelle rimanenze.
La determinazione del flusso monetario generato può essere effettuata:
— con procedimento diretto, calcolando la differenza tra le singole voci che hanno ge- nerato o assorbito risorse monetarie in rapporto all’attività operativa di esercizio (riscossione di ricavi sorti nell’esercizio o in quelli precedenti, pagamenti per costi sorti nell’esercizio o in quelli precedenti);
— con il procedimento indiretto, sommando algebricamente al risultato economico di esercizio tutte quelle poste che nel periodo amministrativo considerato non hanno richiesto uscite o non hanno originato entrate.
6. redAzione del rendiConto finAnziArio delle vAriAzioni del pAtriMonio CirColAnte netto e delle vAriAzioni dellA dispo- nibilità MonetAriA nettA
Poiché, in questa sede, si devono esporre i prospetti dei tre rendiconti che interes- sano l’analisi dei flussi monetari, è necessario partire da un bilancio comparato e già rielaborato ai fini dell’analisi per indici (dati in milioni di euro)
stAto pAtriMoniAle (rielaborato)
Anno n Anno n – 1 Anno n Anno n – 1
Disaggio su prestiti 128.000 161.280 Capitale sociale 56.000.000 48.000.000 Costi di ricerca e sviluppo 4.336.000 4.208.000 Riserva di sovrapprez.
azioni
1.280.000 —
Brevetti 3.200.000 5.600.000 Riserva di rivalutazione 4.320.000 4.320.000 Terreni e fabbr. 40.704.000 39.424.000 Riserva legale 5.400.000 5.120.000 Impianti e macchinari 25.096.000 27.440.000 Riserva straordinaria 3.740.336 3.592.176 Attrezzature ind. e comm. 9.108.672 9.713.600 Utile di eserc. n – 1 — 5.600.000
Rimanenze 23.192.000 18.590.000 Utile di eserc. n 6.513.728 —
Crediti 16.229.440 13.949.920 Fondi rischi e oneri 64.000 304.000
Disponibilità liquide 123.152 200.032 Trattamento fine rapporto 7.040.000 5.088.000
Ratei e risconti 72.000 96.000 Obbligazioni 12.800.000 14.400.000
Mutui passivi 2.400.000 3.200.000
Debiti per acconti — 480.000
Debiti v/fornitori 17.475.680 24.667.520
Cambiali passive 96.000 144.000
Debiti tributari 1.237.120 934.400 Debiti v/istituti 782.400 685.136 previdenziali
Debiti v/banche in c/c 2.528.000 2.272.000
Ratei e risconti 512.000 576.000
122.189.264 119.383.232 122.189.264 119.383.232
La voce «disaggio su prestiti» è stata indicata fra le immobilizzazioni immateriali, poiché è ritenuta un costo pluriennale piuttosto che un risconto in senso stretto.
Conto eConoMiCo A vAlore Aggiunto (riclassificato) Ricavi netti di vendita
+ Costi patrimonializzati
+/– Variazioni delle rimanenze di prodotti finiti, semilavorati, prodotti in lavorazione, lavorazioni in cor- so su ordinazione
+ Altri ricavi e proventi di gestione Valore della produzione
– Costi netti per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
+/– Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci – Costo per servizi e per godimento di beni di terzi
– Altri oneri diversi di gestione Valore aggiunto
– Costi del personale – Ammortamenti – Svalutazione crediti
– Accantonamenti a fondi rischi e oneri Margine operativo lordo
+/– Proventi e oneri finanziari
+/– Rettifiche di valore di attività finanziaria Risultato economico prima delle imposte Imposte sul reddito
Utile (o perdita) di esercizio
Si è preferita tale configurazione, perché più frequente nella pratica delle analisi di bilancio.
I ricavi netti di vendita sono dati dai ricavi lordi meno i resi, gli abbuoni e i premi.
Gli acquisti netti di materie prime, ausiliarie ed altre sono dati dagli acquisti lordi meno i resi e gli abbuoni.
I consumi di materie prime e ausiliarie si ottengono tenendo presente l’aumentare degli acquisti e le variazioni del magazzino materie e, in modo particolare, l’incremen- to che si sottrae dai costi della produzione e il decremento che, invece, va aggiunto.
I consumi, quindi, sono definiti dalla somma algebrica: esistenze iniziali più acqui- sti e meno le rimanenze finali.
Conto eConoMiCo A vAlore Aggiunto
Anno n Anno n – 1
Ricavi di vendita 137.123.312 126.519.952
Variazione delle rimanenze di prodotti 3.040.000 –320.000
Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 1.120.000 —
Altri ricavi e proventi della gestione caratteristica 40.000 27.200
valore della produzione 141.323.312 126.227.152
Costi per materie prime e di consumo –71.136.000 –61.072.000
Variazioni delle rimanenze di materie 1.561.600 179.200
Costi per servizi e godimento di beni di terzi –9.840.000 –8.604.800
Oneri diversi di gestione –40.000 –46.400
valore aggiunto 61.868.912 56.683.152
Costi del personale –35.097.600 –32.352.000
Ammortamenti immobilizzazioni –11.851.328 –10.904.000
Svalutazione crediti –44.832 –40,320
Margine lordo operativo 14.875.152 13.386.832
Risultato della gestione finanziaria –2.310.144 –2.441.232
risultato gestione ordinaria 12.565.008 10.945.600
Risultato gestione straordinaria 140.800 –33.600
reddito prima delle imposte 12.705.808 10.912.000
Imposte sul reddito –6.192.080 –5.312.000
utile di esercizio 6.513.728 5.600.000
7. MoviMentAzione del MAgAzzino
Le rimanenze finali di materie prime dell’anno n – 1 ammontano a 7.550.400; a 11.040.000 quelle finali dell’anno n: la differenza rappresenta un incremento che va a rettificare in meno i costi della produzione.
Le rimanenze di prodotto finiti e di prodotti in corso di lavorazione ammontano, alla fine dell’anno n – 1 a 11.040.000 e alla fine dell’anno n a 14.080.000; la differenza è un incremento che va registrato con il segno positivo nel gruppo valore della produzione.
Dal conto economico si può redigere il flusso di risorse finanziarie generato dalla gestione reddituale; pertanto, agli effetti dell’analisi dei flussi, i costi o i ricavi di eser- cizio devono essere distinti in monetari e non monetari.
Il flusso, di cui si parla, può essere determinato secondo due diversi procedimenti:
Procedimento diretto
flusso di risorse finAnziArie dellA gestione reddituAle
Anno n Anno n – 1 ricavi monetari
Ricavi delle vendite 137.123.312 126.519.952
Altri ricavi e proventi 40.000 27.200
Variazioni delle rimanenze (incrementi) 4.601.600 179.200
Proventi finanziari –3.136 8.688
Proventi straordinari (sopravvenienze attive) — 20.800
Costi monetari
Costi per materie prime e di consumo –71.136.000 –61.072.000
Variazioni delle rimanenze (decrementi) — –320.000
Costi per servizi e godimento di beni di terzi –9.840.000 –8.604.800
Salari e stipendi –22.400.000 –20.800.000
Oneri sociali –10.672.000 –9.920.000
Oneri diversi di gestione –40.000 –46.400
Svalutazione crediti –44.832 –40,320
Oneri finanziari (escluso ammortamento del disaggio) –2.280.000 –2.412.800
Oneri straordinari (sopravvenienze passive) –19.200 –54.400
Imposte sul reddito –6.192.080 –5.312.000
reddito generato dalla gestione reddituale 19.143.936 18.173.120
Procedimento indiretto
flusso di risorse finAnziArie dellA gestione reddituAle
Anno n Anno n – 1
utile di esercizio 6.513.728 5.600.000
Costi monetari
Ammortamento immobilizzazioni 11.851.328 10.904.000
Ammortamento disagio di emissione 33.280 37.120
Quota maturata TFR 2.025.600 1.632.000
ricavi non monetari
Incremento immobilizzazioni per lavori interni –1.120.000 —
Plusvalenze da alienazione brevetti –160.000 —
flusso generato dalla gestione reddituale 19.143.936 18.173.120
Si fa notare che il flusso generato dalla gestione reddituale può risultare positivo anche in presenza di una perdita di esercizio sempre che i costi non monetari superino la perdita.
Si fa notare ancora che la quota maturata del TFR è un costo non monetario solo quando si tratta di un incremento del debito che non comporta una variazione nelle disponibilità monetarie.
flusso MonetArio generAto dAll’Attività operAtivA di eserCizio Utile (perdita di esercizio)
+ Ammortamenti
+ Minusvalenze da alienazione di immobilizzazioni – Plusvalenze da alienazione di immobilizzazioni +/– Variazione netta del TFR e nei fondi rischi e oneri
(+ per gli aumenti, – per le diminuzioni) +/– Variazione nelle rimanenze
(+ per gli aumenti, – per le diminuzioni)
+/– Variazione nei crediti a breve, nei ratei e risconti attivi (+ per gli aumenti, – per le diminuzioni)
+/– Variazione nei debiti a breve e nei ratei e risconti passivi (+ per gli aumenti, – per le diminuzioni)
deterMinAzione del CAsh flow operAzionAle
Ricavi di vendita 137.123.312 126.519.952
Utile di esercizio anno n 6.513.728
Ammortamenti 11.851.328
Ammortamenti disaggio di emissione 33.280 11.884.608
Plusvalenze su alienazione brevetti –160.000
Variazione nel TFR +1.952.000
Variazione netta nei fondi rischi e oneri –240.000
Incremento rimanenze –4.601.600
Incremento dei crediti 2.279.520
Diminuzione di ratei e risconti attivi –24.000 –2.255.520
Diminuzioni debiti per acconti –480.000
Diminuzione debiti v/fornitori –7.191.840
Diminuzione di cambiali passive –48.000
Incremento debiti tributari +302.720
Incremento debiti v/istituti previdenziali +97.264
Diminuzione ratei e risconti passivi –64.000 –7.383.856
flusso monetario attività operativa 5.709.360
Dal calcolo sono stati esclusi dallo stato patrimoniale del bilancio i debiti in c/c v/ban- che (considerati componenti negative delle disponibilità monetarie), i debiti a media e lunga scadenza (che sono compresi nell’attività di finanziamento) e il disaggio di emissio- ne (ritenuto un costo pluriennale e non un risconto in senso stretto).
8. redAzione del rendiConto finAnziArio delle vAriAzioni del pAtriMonio CirColAnte netto
Osserviamo adesso le variazioni che ha subito il patrimonio circolante netto com- parando le voci dello stato patrimoniale all’inizio e alla fine dell’esercizio. L’esame evidenzia un incremento di tale patrimonio, di cui è necessario indicare le cause.
deterMinAzione del pAtriMonio CirColAnte netto
31/12/n 31/12/n – 1 variazioni
Rimanenze 23.192.000 18.590.400 +4.601.600
Crediti 16.229.440 13.949.920 +2.279.520
Ratei e risconti (escluso il disaggio) 72.000 96.000 –24.000
Disponibilità liquide 123.152 200.032 –76.880
totale circolante (A) 39.616.592 32.836.352 +6.780.240
Debiti per acconti — 480.000 –480.000
Debiti v/fornitori 14.475.680 24.667.520 –7.191.840
Cambiali passive 96.000 144.000 –48.000
Debiti tributari 1.237.120 934.400 +302.720
Debiti v/istituti previdenziali 782.400 685.136 +97.264
Ratei e risconti 512.000 576.000 –64.000
Banche c/c passivi 2.528.000 2.272.000 +256.000
totale passività correnti (B) 22.631.200 29.759.056 7.127.856 patrimonio circolante netto (A–B) 16.985.392 3.077.296 13.908.096
Si può, quindi, procedere alla redazione del rendiconto finanziario del patrimonio circo- lante netto, come risulta dal prospetto seguente, formato dai prospetti della dimostrazione delle fonti e degli impieghi e delle variazioni nei componenti del patrimonio netto circolante.
parte i – dimostrazione delle fonti e degli impieghi Fonti
Fonti generate dalla gestione reddituale 19.143.936
Aumenti di patrimonio netto
– Decimi versati per aumenti di capitale e sovrapprezzo 9.280.000
Diminuzioni di immobilizzazioni
– Alienazione brevetti 2.080.000
totale fonti di risorse finanziarie 30.503.936
Impieghi
Incrementi di immobilizzazioni
– Acquisto di fabbricati 3.200.000
– Acquisto di impianti e macchinari 4.160.000
– Acquisto di attrezzature 1.350.400 8.710.400
Diminuzioni di passività consolidate
– Utilizzo di fondi rischi e oneri 240.000
– TFR corrisposto a dipendenti 73.600
– Rimborso obbligazioni 1.600.000
– Rimborso mutuo passivo 800.000 2.713.600
Diminuzione di patrimonio netto
– Pagamento di dividendi ai soci 5.171.840
totale impieghi di risorse finanziarie 16.595.840
incremento del patrimonio circolante netto 13.908.096
Totale a pareggio 30.503.936
parte ii – variazioni nei componenti il patrimonio circolante netto Variazioni delle attività a breve
Aumenti di attività a breve
– Nelle rimanenze 4.601.600
– Nei crediti 2.279.520 9.280.000
Diminuzioni di attività a breve
– Nei ratei e risconti attivi 24.000
– Nelle disponibilità liquide 76.880 –100.880
totale variazioni nelle attività a breve (incremento) 6.780.240 Variazioni delle passività a breve
Aumenti di passività a breve
– Debiti tributari 302.720
– Debiti v/istituti previdenziali 97.264
– c/c bancari passivi 256.000 655.984
Diminuzioni di passività a breve
– Nei debiti per acconti 480.000
– Nei debiti v/fornitori 7.191.840
– Nelle cambiali passive 48.000
– Nei ratei e nei risconti passivi 64.000 –7.783.840
totale variazioni nelle passività a breve (decremento) 7.127.856
Aumento del patrimonio circolante netto 13.908.096
È opportuno, infine, calcolare la disponibilità monetaria netta e le variazioni da que- sta subite.
L’analisi, nel nostro caso, evidenzia una disponibilità netta negativa, che equivale a un indebitamento netto a vista.
CAlColo dellA disponibilità MonetAriA nettA
31/12/n 31/12/n – 1 Variazioni
Disponibilità liquide (A) 123.152 200,032 –76.880
Banche c/c passivi (B) 2.528.000 2.272.000 +256.000
Indebitamento netto a vista (A – B) 2.404.848 2.071.968 –332.880
rendiconto finanziario delle variazioni della disponibilità monetaria netta
A) disponibilità monetaria iniziale –2.071.968
b) flusso monetario di attività operativa di esercizio
Utile di esercizio 6.513.728
Ammortamenti +11.884.608
Plusvalenza da alienazione immobilizzazioni –160.000
Variazione netta TFR +1.952.000
Variazione netta nei fondi rischi e oneri –240.000 Variazione delle rimanenze (incremento) –4.061.600 Variazione nei crediti, ratei e risconti –2.555.520
Variazioni nei dediti, rati e risconti –7.383.856 +5.709.360 C) flusso monetario di attività d’investimento
Investimenti in immobilizzazioni –8.710.400
Incrementi immobilizzazioni per lavori interni –1.120.000
Disinvestimenti di immobilizzazioni +2.080.000 –7.750.400 d) flusso monetario da attività di finanziamento
Conferimento dei soci per aumento del capitale +9.280.000
Rimborsi di finanziamenti –2.400.000 +6.880.000
e) distribuzione di dividendi –5.171.840
f) flusso monetario netto del periodo (B + C + D + E) –332.800
g) disponibilità monetaria netta finale (A – F) –2.404.848
Nel caso esaminato, l’analisi dei flussi della disponibilità monetaria fa scattare un lieve campanello d’allarme.
Il quadro è, tuttavia, positivo, così come risulta dal rendiconto finanziario delle va- riazioni del patrimonio circolante netto ed emerge anche dall’analisi per indici.
L’analisi dei flussi, nel nostro caso, evidenzia, infatti, che la gestione corrente ha generato fondi al disotto di quelli destinati al pagamento dei dividendi ai soci. L’attivi- tà di investimento risulta ben sostenuta dall’attività, nella quale il procacciamento di mezzi finanziari, con l’aumento a pagamento del capitale sociale più il sovrapprezzo di azioni, ha ridotto anche l’indebitamento a medio/lungo termine.
Un giudizio sull’azienda potrà essere espresso da un’analisi delle prospettive future partendo dai dati consuntivi di bilancio a quelli previsti nel budget e sulle decisioni da assumere per ridurre l’indebitamento netto a vista.