A) Meccanica
Una ruota omogenea di raggio R, massa M e momento d’inerzia rispetto al proprio asse I, rotola senza strisciare su un piano orizzontale scabro sotto l’azione di un momento motore noto τ. Sia A la forza d’attrito con il suolo, a l’accelerazione del centro di massa e α l’accelerazione angolare.
a) Scrivere le equazioni cardinali del sistema;
b) Risolvere le equazioni, trovando i valori delle incognite A, a, α;
c) Trovare il massimo valore di τ per cui si ha rotolamento puro (ricordare l’espressione della forza d’attrito);
d) Trovare l’accelerazione massima che si puo` impartire alla ruota senza che questa slitti.
Soluzione
a) Troviamo innanzitutto il verso della forza d’attrito. Poiche’ il momento motore e` entrante, il punto di contatto col suolo tende a muoversi verso sinistra, ne segue che la forza d’attrito e` diretta verso destra.
Prima equazione cardinale: A Ma
= , ovvero l’accelerazione in avanti e` dovuta alla forza d’attrito. In termini di componenti: A= Ma.
Seconda equazione cardinale, scelto come polo il centro della ruota:
α
τ
+ R×A = I . In componenti:τ
−RA = Iα
. Condizione di rotolamento: a = Rα
b) abbiamo tre equazioni in tre incognite; risolvendo, troviamo:
2 2 2
MR I
M R A
MR I
MR I
a R
= +
= +
= +
τ α τ
τ
c) la forza d’attrito statico A ha un valore massimo, cosa che impone una limitazione al momento motore:
R MR g I
Mg A
s s
+ 2
≤
≤
µ τ
µ
d) il limite superiore dell’accelerazione si ricava direttamente dalla 1a eq.
cardinale:
M g a = A ≤
µ
sB) Gravitazione
Un sistema e` formato da una stella di massa M e da un pianeta di massa m (minore di M). La stella e` visibile e percorre un’orbita ellittica di semiasse a1 ed ellitticità e attorno al fuoco C, mentre il pianeta e` invisibile. Supposto che in un certo istante di tempo la stella si trovi nel punto S(r1, θ1), con velocita` v1, determinare:
a) la posizione Q(r2, θ2) del pianeta allo stesso istante (definire θ2 rispetto alla stessa semiretta origine r usata per θ1);
b) la velocita` v2 (modulo, direzione e verso) del pianeta.
Detta
(
2)
1 1 cos 1
1
e a
e
r −
= +
θ
l’equazione dell’orbita della stella, determinare c) l’equazione dell’orbita del pianeta.
Soluzione
a) Il pianeta deve trovarsi sulla retta congiungente il fuoco C alla stella S, dalla parte opposta di C, a distanza tale per cui C sia il centro di massa del sistema.
Quindi
θ
2 =θ
1 +π
, 2 r1 m r = − M .b) La velocita` del centro di massa dev’essere nulla, quindi 2 v1 m
v = − M , cioe` la velocita` del pianeta ha la stessa direzione, ma verso opposto a quella della stella, ed ha modulo maggiore secondo il rapporto inverso delle masse.
c) L’orbita del pianeta e` un’ellisse simile a quella della stella, secondo un fattore di scala pari all’inverso del rapporto delle masse. L’eccentricita` e` la
medesima e l’angolo differisce da quello della stella di π, come gia` visto nel
punto (a):
( )
( )
2(
2)
2
2 1
cos 1
1 cos 1
1
e a
e e
a e
r −
= −
− +
= +
π θ θ
C) Termodinamica
Un gas ideale (in quantita` di n moli) effettua un ciclo reversibile ABCD composto da due isoterme (a temperature T2 > T1) e due isocore (ciclo di Stirling).
Si determinino:
a) i calori assorbiti e ceduti dal sistema nell’ipotesi che il calore lungo DA sia effettivamente acquisito dall’ambiente e quello lungo BC sia effettivamente riversato nell’ambiente;
b) il rendimento del ciclo, in questa ipotesi;
c) i calori assorbiti e ceduti dal sistema nell’ipotesi che il calore lungo BC rimanga nel sistema (mediante un meccanismo di rigenerazione interno al sistema) e sia riutilizzato lungo DA;
d) il rendimento del ciclo in questa seconda ipotesi.
Soluzione
a) calcoliamo il calore scambiato lungo l’isoterma AB:
0
2 log
2 = >
=
=
=
=
∫ ∫ ∫ ∫
A B V
V V
V B
A B
A
AB V
nRT V V
nRT dV pdV
L Q
Q
B
A B
A
δ
δ
;lungo l’isoterma CD:
0
1log
1 = <
=
∫
B A V
V
CD V
nRT V V
nRT dV Q
A
B
;
lungo l’isocora BC:
(
1 − 2)
< 0=
=
∫
nC dT nC T TQ v
T
T v BC
C
B
;
lungo l’isocora DA:
(
2 − 1)
> 0=
=
∫
nC dT nC T TQ v
T
T v DA
A
D
.
b) il rendimento e` per definizione:
Qin
≡ L
η
e per il primo principio, assume laforma:
in out
in out in
Q Q Q
Q
Q − = −
= 1
η
.Nel nostro caso Qin =QAB +QDA, Qout = QCD +QBC, quindi:
( )
(
2 1)
2
1 2 1
log log 1
T T V nC
nRT V
T T V nC
nRT V
v A
B
v A
B
− +
− +
−
η
=c) in questo caso i calori QBC e QDA non entrano nel computo, in quanto non vengono scambiati con l’ambiente, ma sono interni al sistema; ne segue che
AB
in Q
Q = , Qout =QCD; d) il rendimento e` ora
2 1
2 1
1 log
log
1 T
T
V nRT V
V nRT V
A B A B
−
=
−
η
=Che e` ovviamente maggiore del precedente, come si puo` facilmente dimostrare e coincide con il massimo rendimento possibile di un ciclo a due sorgenti di calore (rendimento del ciclo di Carnot).
D) Elettricita`
Siano date due sfere conduttrici di raggio a, distanti D (da centro a centro), caricate con cariche uguali e opposte +Q, -Q. Supponiamo che D>>a, di modo che il
campo elettrico si possa considerare approssimativamente uguale alla sovrapposizione di due campi coulombiani, cioe` che il fenomeno della ridistribuzione delle cariche per induzione sia trascurabile.
a) Si scriva l’espressione del campo elettrico in un punto qualunque dello spazio esterno alle sfere;
b) Si calcoli la ddp tra le superfici delle sfere, scegliendo il cammino di integrazione piu` semplice (fare attenzione che entrambe le sfere contribuiscono alla ddp, usare il principio di sovrapposizione);
c) Si determini la capacita` elettrica del sistema.
Soluzione
a) Supposta trascurabile l’induzione elettrostatica, usiamo il principio di
sovrapposizione per i due campi approssimativamente coulombiani al di fuori delle sfere:
2 2 2 0 2 1
1 0 2
1 4
1 4
1 r
r r Q
r E Q
E
Etot
πε
πε
−= +
= ;
b) il cammino piu` semplice e` il segmento che unisce le sfere:
( )
(
2)
;2
1 2 1
4 1
1 4
4 1
0
0 0
2 2 0
2
1 21
a D a
a D Q
a D a Q
x D x Q
x dx D
Q x
l Q d E V
a D
a a D
a tot
−
− −
=
=
− −
−
=
+ −
−
−
=
=
+ −
−
=
⋅
−
=
−
∫
−∫
πε
πε πε
πε
c) dalla definizione di capacita`:
( )
+
− ≈
= −
= D
a a a
D a D a V
C Q 2 1
2 0 2 0
21
πε
πε
.E) Magnetismo
Quattro fili (isolati tra loro) sono percorsi da corrente uguale in modulo e disposti a modo che il quadrilatero ABCD sia un quadrato di lato L. Sia a il raggio dei fili, di grandezza trascurabile rispetto ad L.
a) Determinare il campo magnetico sulla superficie del quadrato ABCD;
b) studiare l’andamento del campo su tale superficie e determinare se ivi presenta massimi o minimi;
c) calcolare il flusso del campo magnetico sulla superficie del quadrato privata di una cornice di spessore a (cioe` con l’esclusione dell’interno dei fili).
Soluzione
a) Applichiamo il principio di sovrapposizione: Btot B1 B2 B3 B4 + + +
= . Dalla
regola della mano destra segue che nel quadrato ABCD i quattro campi hanno ugual direzione e verso (z positivo), quindi possiamo sommare direttamente i moduli dei campi:
+ + +
=
= +
+ +
= + + +
=
4 3 2 1 0
4 0
3 0
2 0
1 0 4 3 2 1
1 1 1 1 2
2 2
2 2
r r r i r
r i r
i r
i r
B i B B B Btot
π µ
π µ π
µ π
µ π
µ
Dobbiamo ora esprimere le distanze radiali nel nostro sistema di riferimento:
+ − + −
+
= i y x L y L x
Btot 1 1 1 1
2
0
π
µ
b) Per trovare i punti estremali eseguiamo le derivate parziali e poniamole uguali a zero:
( )
(
1)
01 2
1 0 1
2
2 2 0
2 2 0
=
+ −
−
∂ =
∂
=
+ −
−
∂ =
∂
y L i y
y B
x L i x
x B
tot tot
π µ
π µ
Il sistema ha per soluzione x = y = L 2. Questo punto e` il centro del quadrato ove il campo vale
L Btot i
π µ
0= 4 . Questo e` un punto di minimo, in quanto il campo decresce allontanandosi dai fili.
c) Il flusso e`:
( ) [ ( ) ] ( ) [ ( ) ]
( ) ( )
a iL L a
a L L a i
a a L
L i
x L x
a L i x
L x
a L i
y dy L dx y
i x dx
L dy x
i
x dxdy L
y L x i y
a d B
a L a a
L a
a L
a
a L
a a
L
a
a L
a
ABCD ABCD
tot
log 1
log 2
log 2 2 2
log log
2 2 log
log 2 2
1 1
2 1
1 2
1 1
1 1 2
0 0
0
0 0
0 0
0
π µ π
µ π
µ
π µ π
µ
π µ π
µ
π µ
≈
−
−
− =
−
=
=
−
−
− +
−
−
−
=
=
+ −
+
+ −
=
=
+ − + −
+
=
⋅
= Φ
−
−
− −
− −