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DIVINA COMMEDIA - PARAFRASI

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Academic year: 2021

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DIVINA COMMEDIA - PARAFRASI

Scrivere una parafrasi ( o prepararla oralmente ) significa trasporre in prosa il testo poetico, con un linguaggio comprensibile, rimanendo il più possibile fedeli all'originale . L'operazione può

sembrare molto complessa, ma si tratta di imparare alcune semplici tecniche. Consulta la scheda

“PARAFRASI” che trovi sul sito www.monicamonici.it e segui attentamente le istruzioni.

Qui di seguito troverai la parafrasi dei primi 12 versi della DIVINA COMMEDIA, INFERNO.

Nel mezzo del cammin di nostra vita Giunto a metà del cammino della vita umana, mi ritrovai per una selva oscura, mi ritrovai in una foresta fitta e buia,

ché la diritta via era smarrita. dal momento che avevo smarrito la strada giusta.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura Quanto è difficile dire com'era

esta selva selvaggia e aspra e forte questo bosco selvaggio, intricato e impenetrabile,

che nel pensier rinova la paura! luogo che, solo a ripensarci, fa tornare in me la paura!

Tant’è amara che poco è più morte; È così angosciosa, che la morte lo è poco di più;

ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, ma per parlare del bene (Virgilio) che io vi ho trovato, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte. racconterò delle altre cose che vi ho visto (le tre fiere).

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, Non so dire esattamente come penetrai nel folto del bosco, tant’era pien di sonno a quel punto. poiché ero pieno di sonno in quel punto,

che la verace via abbandonai. in cui abbandonai la retta via.

NOTAZIONI LINGUISTICHE

v. 4: Dura: TERMINE POLISEMICO, indica che è un ricordo difficile da spiegare e allo stesso tempo molto angoscioso.

v. 5: Esta: forma antica dell’aggett.dimostrativo, frequente nel linguaggio di Dante.

v. 15: Avea: aveva. L’imperfetto indicativo ai tempi di Dante usciva in –a.

ALLEGORIE

v. 2: La selva oscura: indica una situazione di smarrimento nel peccato, ma anche il disordine politico di Firenze. L’aggettivo oscura indica il colore dell’Inferno.

v. 3: Diritta via: è la via giusta da seguire, quella della virtù e della giustizia.

v. 11: Pieno di sonno: indica la coscienza annebbiata dal peccato.

v. 12: Verace via: è la via della verità, che conduce al massimo bene, cioè a Dio.

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(2)

PURGATORIO – CANTO III

MANFREDI

E un di loro incominciò: «Chiunque E uno di loro incominciò: «Chiunque tu se', così andando volgi 'l viso: tu sia, pur continuando a camminare, volgi lo sguardo verso di me:

105 pon mente se di là mi vedesti unque». cerca di ricordare se mai mi vedesti in qualche luogo sulla terra».

Io mi volsi ver' lui e guardail fiso: lo mi voltai verso di lui e lo guardai con attenzione:

biondo era e bello e di gentile aspetto, era biondo e bello e di nobile aspetto, 108 ma l'un de' cigli un colpo avea diviso. ma un colpo (di spada) gli aveva spaccato un sopracciglio.

Quand'io mi fui umilmente disdetto Quando io ebbi umilmente negato d'averlo visto mai, el disse: «Or vedi»; di averlo mai visto, egli disse: «Ora guarda»;

111 e mostrommi una piaga a sommo 'l petto. e mi mostrò una ferita nella parte superiore del petto.

Poi sorridendo disse: «lo son Manfredi, Poi disse sorridendo: «lo sono Manfredi, nepote di Costanza imperadrice; nipote dell'imperatrice Costanza;

114 ond' io ti priego che, quando tu riedi, per cui io ti prego, quando ritorni, vadi a mia bella figlia, genitrice di andare dalla mia bella figlia, madre dei sovrani de l' onor di Cicilia e d'Aragona, di Sicilia e d'Aragona, 117 e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice. e dire a lei la verità, nel caso vengano dette altre cose.

Poscia ch'io ebbi rotta la persona Dopo che ebbi il corpo trafitto di due punte mortali, io mi rendei, da due ferite mortali, mi rivolsi, 120 piangendo, a quei che volontier perdona. piangendo, a colui che perdona volentieri.

Orribil furon li peccati miei; I miei peccati furono gravissimi;

ma la bontà infinita ha sì gran braccia, ma la bontà infinita ha braccia così grandi 123 che prende ciò che si rivolge a lei. che accoglie tutto ciò che le si rivolge.

NOTAZIONI LINGUISTICHE v. 104: Viso: dal latino visus, sguardo.

v. 105: Unque: dal latino unquam, mai v. 106: Guardail: lo guardai.

Fiso: fissamente.

v. 107: Gentile: nobile, dal latino gentilis, che appartiene alla stessa stirpe.

(3)

v. 113: Nepote: nipote.

Imperadrice: imperatrice v. 114: Ond’io: per cui io

Priego: prego.

Riedi: ritornare.

v. 115: Vadi: vada. Il congiuntivo in-i era una forma fiorentina . v. 117: Dichi: dica.

v. 120: Volontier: volentieri.

FIGURE RETORICHE

v. 103/104: “...Chiunque/tu se'...”- ENJAMBEMENT v. 120 “...a quei che volontier perdona” - PERIFRASI

v. 122 “...la bontà infinita ha sì gran braccia... “ - PERSONIFICAZIONE

SCRIVI UN BREVE COMMENTO RIFLETTENDO SUI VERSI 121-123 E CONSIDERANDO IL CAMBIAMENTO DI AMBIENTAZIONE TRA INFERNO E PURGATORIO

Orribil furon li peccati miei;

ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei.

…...

...

...

...

...

...

...

…...

...

...

...

...

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PARADISO – CANTO XXXIII - parte dell'INVOCAZIONE ALLA VERGINE

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, più umile e più nobile di tutte le creature, 3 termine fisso d'etterno consiglio, meta prefissata della decisione di Dio, tu se' colei che l'umana natura tu sei colei che ha reso la natura umana

nobilitasti sì, che'l suo fattore così nobile, che il suo creatore 6 non disdegnò di farsi sua fattura. accettò di diventare tuo figlio.

Nel ventre tuo si raccese l'amore, Nel tuo grembo si è riacceso l’amore, per lo cui caldo ne l'etterna pace e per il suo calore nella pace eterna 9 così è germinato questo fiore. è così sbocciato questo fiore.

Qui se' a noi meridiana face Tu qui sei per noi una fiaccola ardente di caritade, e giuso, intra' mortali, di carità, e giù, tra i mortali, 12 se' di speranza fontana vivace. sei una sorgente di viva speranza.

Donna, se' tanto grande e tanto vali, Signora, tu sei tanto potente e hai tanta virtù, che qual vuol grazia e a te non ricorre, che chi vuole una grazia e non si rivolge a te 15 sua disianza vuoI volar sanz' ali. il suo desiderio vuole volare senza ali.

La tua benignità non pur soccorre La tua bontà non solo soccorre a chi domanda, ma molte fiate chi ti prega per una aiuto, ma molte volte 18 liberamente al dimandar precorre. spontaneamente anticipa il domandare.

In te misericordia, in te pietate, In te è la misericordia, in te è la pietà.

in te magnificenza, in te s'aduna in te la magnificenza, in te si raduna 21 quantunque in creatura è di bontate. tutto ciò che nel creato c’è di buono.

Or questi, che da l'infima lacuna Ora quest’uomo, che dalla regione più bassa de l'universo infin qui ha vedute dell’universo fino a qui ha visto 24 le vite spirituali ad una ad una, le condizioni delle anime ad una ad una, supplica a te, per grazia, di virtute ti invoca, per grazia, di infondergli tanta tanto, che possa con li occhi levarsi forza, che possa riuscire a sollevare gli occhi 27 più alto verso l’ultìma salute. più in alto fino alla salvezza finale.

NOTAZIONI LINGUISTICHE

v. 5: Fattore: creatore. Dal latino factor, creatore.

v. 6: Fattura: creatura.

v. 10: Face: dal latino fax, fiaccola, torcia.

(5)

v. 11: Caritate: carità.

Giuso: giù.

v. 13: Donna: dal latino domina.

v. 15: Sanza: senza.

v. 16: Benignità: bontà.

v. 17: Fiate: volte.

v. 18: Dimandar: domandare.

v. 25: Salute: salvezza. Dal latino salus.

FIGURE RETORICHE

vv. 1-2: Figlia del tuo figlio, … umile e alta: antitesi.

vv. 5-6: Fattore…fattura : figura etimologica.

v. 8: etterna pace : perifrasi per intendere il Paradiso v.10: meridiana face : metafora

v.12: di speranza fontana vivace : metafora

v.10/12: Qui se' a noi meridiana face ... se' di speranza fontana vivace : Le due proposizioni che compongono il periodo sono disposte parallelamente , le coppie di nomi e aggettivi che designano metaforicamente la Vergine sono invece disposte a chiasmo («meridiana face»… «fontana vivace»).

v. 15: sua disianza vuoI volar sanz' ali : metafora

vv. 19-20: In te: anafora. Il TU anaforico è presente sia nella poesia classica che negli inni cristiani.

v.22: l'infima lacuna : perifrasi per indicare l'Inferno v. 27: l’ultìma salute : perifrasi per indicare Dio

SCRIVI sul quaderno UN BREVE COMMENTO, CONSIDERANDO IN PARTICOLARE LE IMMAGINI UTILIZZATE PER DESCRIVERE LA VERGINE. Ti vengono forniti due spunti, ma altri puoi trovarne altri nel testo poetico.

Il primo verso contiene due ossimori: Maria è contemporaneamente «vergine» e «madre» (unisce cioè due qualità inconciliabili secondo la logica umana). Essa è inoltre figlia del suo figlio in quanto, contemporaneamente, creatura di Dio e madre di Cristo (che è Dio). L’innografia mariana in latino, conosciuta da Dante, presenta spesso simili accostamenti di epiteti paradossali, come anche gli aggettivi umile e nobile . Anche l’immagine del fiore, collegata agli attributi materni della Vergine, è attestata nella tradizione mistica.

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(6)

SCRIVI LA PARAFRASI dei seguenti versi dell'INFERNO: per aiutarti il lavoro è realizzato in parte .

CARONTE

82 Ed ecco verso noi venir per nave Ed ecco avanzare verso di noi su una …...

83 un vecchio, bianco per antico pelo, un vecchio con …... per l'età,

84 gridando: «Guai a voi, anime prave gridando: «Guai a voi, anime malvagie!

85 Non isperate mai veder lo cielo: Non sperare di vedere mai più …...

86 i' vegno per menarvi a l'altra riva …...

87 ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. nel buio eterno, al caldo e al gelo.

88 E tu che se' costì, anima viva, E tu che sei là, anima viva,

89 pàrtiti da cotesti che son morti». …... che sono morti».

90 Ma poi che vide ch'io non mi partiva, …...

91 disse: «Per altra via, per altri porti disse:« Per un' altra strada, attraverso altri porti

92 verrai a piaggia, non qui, per passare: giungerai alla riva, …...

93 più lieve legno convien che ti porti». dovrà portarti una barca più leggera».

94 E 'l duca lui: «Caròn, non ti crucciare: E la mia guida a lui: «Caronte, …...

95 vuolsi così colà dove si puote si vuole così là dove si può ottenere

96 ciò che si vuole, e più non dimandare». …...

NOTAZIONI LINGUISTICHE

v. 85: Isperate: …...

v. 86: I':…...

Vegno: …...

v. 87: Tenebre etterne: …...

v. 88: Anima viva: PAROLA POLISEMICA Dante è vivo, oltreché nel corpo, anche nello spirito, perché si può salvare, a differenza delle anime dannate destinate all’Inferno.

v. 92: Piaggia: …...

v. 93: Lieve legno: l’aggettivo lieve fa riferimento non solo al materiale dell’imbarcazione, ma anche alle colpe di Dante, non gravi come quelle dei dannati dell’Inferno. PAROLA POLISEMICA v. 95: Vuolsi: …...

Puote:…...

v. 94: Duca: dal verbo latino ducere, guidare, condurre.

v. 96: Dimandare: …...

FIGURE RETORICHE

v. 93: Lieve legno: metonimia: indica la nave (il materiale per l’oggetto).

(7)

SCRIVI LA PARAFRASI dei seguenti versi dell'INFERNO: per aiutarti il lavoro è realizzato in parte . Si tratta del seguito del brano precedente, il cui protagonista è Caronte.

97 Quinci fuor quete le lanose gote Allora si acquietarono le guance ricoperte di barba

98 al nocchier de la livida palude, del traghettatore della scura palude,

99 che ‘ntorno a li occhi avea di fiamme rote. che attorno agli occhi aveva cerchi di fiamme.

100 Ma quell’anime, ch’eran lasse e nude, Ma quelle anime …...

101 cangiar colore e dibattero i denti, …...

102 ratto che ‘nteser le parole crude. Appena sentirono...

103 Bestemmiavano Dio e lor parenti, …...

104 l’umana spezie e ‘l loco e ‘l tempo e ‘l seme …...

105 di lor semenza e di lor nascimenti. …...

106 Poi si ritrasser tutte quante insieme, Poi si radunarono tutte insieme,

107 forte piangendo, a la riva malvagia …...

108 ch’attende ciascun uom che Dio non teme. …...

109 Caron demonio, con occhi di bragia Il demonio Caronte, con gli occhi fiammeggianti

110 loro accennando, tutte le raccoglie; facendo loro dei cenni …...

111 batte col remo qualunque s’adagia. …...

112 Come d’autunno si levan le foglie …...

113 l’una appresso de l’altra, fin che ‘l ramo una dietro l’altra, finché il ramo

114 vede a la terra tutte le sue spoglie, …...

115 similmente il mal seme d’Adamo allo stesso modo le anime dei peccatori

116 gittansi di quel lito ad una ad una, si gettano da quella riva ad una ad una,

117 per cenni come augel per suo richiamo. seguendo i cenni …...

118 Così sen vanno su per l’onda bruna, …...

119 e avanti che sien di là discese, e prima che siano scese di là,

120 anche di qua nuova schiera s’auna. una nuova schiera si raduna di qua.

NOTAZIONI LINGUISTICHE v. 97: Quinci: dal quel momento.

Fuor: …...

Quete: quiete, tranquille.

Lanose gote: …...

v. 99: 'ntorno: …...

Rote: Ruote.

(8)

v. 100: Lasse: dal latino lassus, stanco. PAROLA POLISEMICA: le anime sono stanche, ma oltre a ciò anche infelici.

Nude: PAROLA POLISEMICA: le anime sono prive degli abiti, del corpo e della grazia di Dio.

v. 101: Cangiar: cambiare. Viene dal francese.

Dibattero: …...

v. 102: Ratto: sùbito.

v. 102 parole crude: …...

v. 103: parenti: dal latino parentes, genitori.

v. 107 riva malvagia: …...

v. 108 ciascun uom che Dio non teme: …...

v. 109: Bragia: brace

v. 115: Similemente: …...

v. 116: Gittansi: si gettano.

lito: lido.

v. 117: Augel: uccello. Viene dal francese.

v. 119: Sien: …...

v. 120: S’auna: si raduna.

FIGURE RETORICHE

v. 115: Mal seme: metafora, indica la discendenza, quindi gli uomini in generale.

vv. 112-117: Come…richiamo: similitudine; Dante paragona le anime, che si affollano sulla riva dell’Acheronte per entrare ad una ad una nella barca di Caronte, alle foglie che d’autunno si staccano dal ramo fino a cadere tutte per terra.

RAGIONAMENTO - Cosa significa, secondo te, la frase “Bestemmiavano Dio e lor parenti, l’umana spezie e ‘l loco e ‘l tempo e ‘l seme di lor semenza e di lor nascimenti” ? Perchè Dante afferma ciò ?

…...

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SOLUZIONI

PRIMO TESTO - CARONTE

82 Ed ecco verso noi venir per nave Ed ecco avanzare verso di noi su una BARCA

83 un vecchio, bianco per antico pelo, un vecchio con LA BARBA BIANCA per l'età,

84 gridando: «Guai a voi, anime prave gridando: «Guai a voi, anime malvagie!

85 Non isperate mai veder lo cielo: Non sperare di vedere mai più DI VEDERE IL CIELO

86 i' vegno per menarvi a l'altra riva IO VENGO PER PORTARVI ALL'ALTRA RIVA

87 ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. nel buio eterno, al caldo e al gelo.

88 E tu che se' costì, anima viva, E tu che sei là, anima viva,

89 pàrtiti da cotesti che son morti». ALLONTANATI DA COSTORO che sono morti».

90 Ma poi che vide ch'io non mi partiva, MA, POICHE' VIDE CHE NON MI MUOVEVO,

91 disse: «Per altra via, per altri porti disse:« Per un' altra strada, attraverso altri porti

92 verrai a piaggia, non qui, per passare: giungerai alla riva, PER ANDARE DALL'ALTRA PARTE , MA NON QUI

93 più lieve legno convien che ti porti». dovrà portarti una barca più leggera».

94 E 'l duca lui: «Caròn, non ti crucciare: E la mia guida a lui: «Caronte, NON TI PREOCCUPARE

95 vuolsi così colà dove si puote si vuole così là dove si può ottenere

96 ciò che si vuole, e più non dimandare». OGNI COSA CHE SI VUOLE E NON CHIEDERE DI PIU'

NOTAZIONI LINGUISTICHE v. 85: Isperate: SPERATE v. 86: I' : IO

Vegno: VENGO

v. 87: Tenebre etterne: LUOGO DI TENEBRE PERENNI

v. 88: Anima viva: PAROLA POLISEMICA Dante è vivo, oltreché nel corpo, anche nello spirito, perché si può salvare, a differenza delle anime dannate destinate all’Inferno.

v. 92: Piaggia: SPIAGGIA

v. 93: Lieve legno: l’aggettivo lieve fa riferimento non solo al materiale dell’imbarcazione, ma anche alle colpe di Dante, non gravi come quelle dei dannati dell’Inferno. PAROLA POLISEMICA v. 95: Vuolsi: SI VUOLE

Puote: PUO'

v. 94: Duca: dal verbo latino ducere, guidare, condurre.

v. 96: Dimandare: CHIEDERE FIGURE RETORICHE

v. 93: Lieve legno: metonimia: indica la nave (il materiale per l’oggetto).

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SECONDO TESTO - CARONTE

97 Quinci fuor quete le lanose gote Allora si acquietarono le guance ricoperte di barba

98 al nocchier de la livida palude, del traghettatore della scura palude,

99 che ‘ntorno a li occhi avea di fiamme rote. che attorno agli occhi aveva cerchi di fiamme.

100 Ma quell’anime, ch’eran lasse e nude, Ma quelle anime CHE ERANO STANCHE E NUDE

101 cangiar colore e dibattero i denti, IMPALLIDIRONO E BATTERONO I DENTI

102 ratto che ‘nteser le parole crude. Appena sentirono QUELLE PAROLE CRUDELI

103 Bestemmiavano Dio e lor parenti, BESTEMMIAVANO CONTRO DIO E

CONTRO I LORO STESSI GENITORI

104 l’umana spezie e ‘l loco e ‘l tempo e ‘l seme IL GENERE UMANO E IL LUOGO E IL TEMPO E IL SEME

105 di lor semenza e di lor nascimenti. DELLA LORO STIRPE E DEI LORO FIGLI

106 Poi si ritrasser tutte quante insieme, Poi si radunarono tutte insieme,

107 forte piangendo, a la riva malvagia PIANGENDO MOLTO, SULLA RIVA DEI MALVAGI

108 ch’attende ciascun uom che Dio non teme. CHE ASPETTA OGNI UOMO CHE NON ABBIA TIMORE DI DIO

109 Caron demonio, con occhi di bragia Il demonio Caronte, con gli occhi fiammeggianti

110 loro accennando, tutte le raccoglie; facendo loro dei cenni LE RADUNA TUTTE

111 batte col remo qualunque s’adagia. PICCHIA COL REMO CHI S'ATTARDA

112 Come d’autunno si levan le foglie COME D'AUTUNNO CADONO LE FOGLIE

113 l’una appresso de l’altra, fin che ‘l ramo una dietro l’altra, finché il ramo

114 vede a la terra tutte le sue spoglie, VEDE A TERRA TUTTE LE SUE FOGLIE CADUTE

115 similmente il mal seme d’Adamo allo stesso modo le anime dei peccatori

116 gittansi di quel lito ad una ad una, si gettano da quella riva ad una ad una,

117 per cenni come augel per suo richiamo. seguendo i cenni COME L'UCCELLO SEGUE IL RICHIAMO

118 Così sen vanno su per l’onda bruna, COSI' VANNO NELLA SCURA CORRENTE

119 e avanti che sien di là discese, e prima che siano scese di là,

120 anche di qua nuova schiera s’auna. una nuova schiera si raduna di qua.

(11)

NOTAZIONI LINGUISTICHE v. 97: Quinci: dal quel momento.

Fuor: FURONO

Quete: quiete, tranquille.

Lanose gote: VISO BARBUTO v. 99: 'ntorno: INTORNO

Rote: Ruote.

v. 101: Cangiar: cambiare. Viene dal francese.

Dibattero: BATTERONO v. 102: Ratto: sùbito.

v. 102 parole crude: PAROLE CRUDELI v. 103: parenti: dal latino parentes, genitori.

v. 107 riva malvagia: LA RIVA DOVE STANNO I PECCATORI IN ATTESA DI TRAGHETTARE v. 108 ciascun uom che Dio non teme: I PECCATORI, CIOE' COLORO CHE NON HANNO TIMORE DI DIO v. 109: Bragia: brace

v. 115: Similemente: IN MODO SIMILE v. 116: Gittansi: si gettano.

lito: lido.

v. 117: Augel: uccello. Viene dal francese.

v. 119: Sien: SIANO v. 120: S’auna: si raduna.

SITOGRAFIA E DOCUMENTI CONSULTATI www.parafrasando.it

wikipedia - https://it.wikipedia.org

ESEMPI DANTESCHI PER LA SCUOLA MEDIA A cura di Silvia Cogoni http://web.tiscali.it/laprincipessassis/lett_silviac.doc

https://it.wikipedia.org/wiki/Dante_Alighieri http://www.pubblicascuola.it

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