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Swara Yoga e Pranayama - respiro, equilibrio e dualità nello yoga

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Academic year: 2021

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Il respiro fluisce prevalentemente attraverso una narice per un periodo che può variare da 30 minuti a qualche ora, poi la narice attiva si congestiona ed entra in attività la narice opposta. Durante la transizione da una narice all’altra vi è un breve periodo di pochi minuti in cui il respiro fluisce attraverso entrambe le narici contemporaneamente. Tale alternanza è determinata dal rigonfiamento e restringimento dei turbinati, formazioni ossee rivestite da mucosa presenti in entrambe le cavità nasali, che svolgono funzioni di riscaldamento, depurazione, umidificazione e regolazione del flusso di aria inspirata.

Swara Yoga e Pranayama - respiro, equilibrio e dualità nello yoga

Esiste un rapporto diretto tra l’attività degli emisferi cerebrali ed il ritmo ultradiano del ciclo nasale. All’aumento di attivazione cerebrale in un emisfero è associata la dominanza della narice controlaterale. Il ciclo ultradiano di dominanza emisferica gioca un ruolo fondamentale nelle prestazioni cognitive, nei processi di memoria, nella percezione visiva, nell’umore e nel comportamento individuale e sociale. In realtà, non è un caso che lo swara scorre a volte attraverso la narice destra e in altri momenti attraverso la sinistra.

Nel corpo umano i tre swara corrispondono a tre modalità di funzionamento della totalità dell’essere – intesa come unità di forza vitale, mente e spirito.

Mente, forza vitale e spirito combinati costituiscono l’essere umano. In Swara yoga, la mente è conosciuta come chitta, la forza vitale come prana e lo spirito come atma. Chitta controlla i nervi sensoriali: gli occhi, il naso, la lingua, le orecchie e la pelle. Prana controlla i cinque organi di azione: organi della fonazione, mani, piedi, organi riproduttivi e organi escretori. Atma è il testimone interno.

Quando la narice sinistra scorre, l’energia mentale, chitta, è predominante.

Quando la narice destra scorre, la forza vitale, prana, è predominante.

Quando entrambe le narici sono attive, l’energia spirituale, atma, è in azione.

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Secondo la fisiologia indiana, il prana (energia vitale) scorre attraverso una rete fittissima di canali, detti nadi, che partono e/o si incrociano in punti che diventano dei veri e propri ‘vertici energetici’, chiamati chakra. Il livello di azione delle nadi e, conseguentemente dei chakra, non è quello fisico, anche se ci sono evidenti sovrapposizioni nella collocazione con il sistema nervoso e ghiandolare, come pure è dato che le azioni energetiche sul piano di nadi e chakra operano anche sul piano fisico.

Gli organi fisici sono quindi da intendere come interfacce tra le attività fisiologiche e le attività energetiche, peraltro generalmente latenti o espresse in minima possibilità.

Questo modello generale ha diverse descrizioni che si differenziano soprattutto per la complessità ed il conseguente numero di nadi e chakra: le nadi sono state quantificate in diverse decine di migliaia (72.000 o addirittura 350.000 secondo la Shiva Samhita), anche se il modello più utilizzato verte sulle tre principali. Anche i chakras variano da sistemi di 25 centri ad altri di 4, il modello più utilizzato è quello a 7 (o 6+1).

Le tre nadi principali sono Ida, che parte dalla narice sinistra, ed è quindi collegata all’emisfero cerebrale destro, Pingala che parte della narice destra, ed è quindi collegata all’emisfero sinistro e Sushumna, il canale centrale.

E’ da notare che le tre nadi principali, e di conseguenza anche i chakra, si collocano idealmente nella colonna vertebrale.

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Ha-tha: Ida e Pingala, sole e luna

Se il dualismo Prana-Apana rappresenta la contrapposizione fra alto e basso, cielo e terra, Ida e Pingala rappresentano il dualismo a tutti i livelli presente nel nostro corpo fisico, psicologico e mentale.

Ida è il polo ‘negativo’, regolato dalla respirazione della narice sinistra.

È correlata all’attività mentale, emotiva e ricettiva, orientando l’attenzione verso l’interno. Corrisponde al sistema nervoso parasimpatico e all’attività dell’emisfero destro dell’encefalo, che controlla il lato sinistro del corpo.

Pingala è il polo ‘positivo’, regolato dalla respirazione nella narice destra. È correlata all’energia vitale fisica e al pensiero lineare, orientando l’attenzione verso il mondo esterno. Corrisponde al sistema nervoso simpatico e all’attività dell’emisfero sinistro del cervello, che controlla il lato destro del corpo.

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Questi concetti sono già presenti nella nostra cultura e ci circondano quotidianamente, ma non hanno un sistema di sviluppo e sperimentazione pratico.

Le tecniche dello yoga hanno quindi come obiettivo l’armonizzazione prima e la fusione poi di questi principi apparentemente opposti: Prana e Apana, Ida e Pingala. Nelle pratiche fisiche degli asana si pone attenzione sulle diverse lateralità del corpo ed all’equilibrio delle stesse, mentre in modo più sofisticato le tecniche di respirazione (pranayama) sono rivolte a ripulire ed equilibrare Ida e Pingala.

Questa operazione attiva il terzo canale, Sushumna, che è neuro a livello polare e che viene appunto attivato quando attraverso le due nadi laterali scorre costantemente prana in modo uguale, ovvero quando entrambi gli emisferi si attivano contemporaneamente.

Filosoficamente l’energia vitale e quella mentale si bilanciano e si fondono, come si ri-unisce ogni nostra polarità, compresa quella sessuale, liberando così l’energia cosmica primordiale rappresentata come un serpente arrotolato alla base della nostra colonna vertebrale e chiamato kundalini. La risalita di Kundalini (dal sanscrito l’arrotolata) perfora ogni chakra liberandone ogni potenzialità. Ida e Pingala sono il Sole e la Luna, ovvero sono i fattori del tempo, la risalita di kundalini in Sushumna divora il tempo, ovvero brucia le impressioni, liberando dal karma, riunendo la coppia mitica Siva e Sakti.

Anche senza tali obiettivi finali la pratica dello yoga presenta un’opportunita per la sperimentazione pratica del controllo del corpo e della mente attraverso l’utilizzo degli strumenti diretti e pratici che abbiamo (corpo, respiro, pensiero) sfuggendo al rischio sia dell’intellettualizzazione sia della riduzione a puro esercizio fisico.

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