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COMUNICAZIONE GRUPPO ANZIANI/E 2/10/2021

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Academic year: 2022

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COMUNICAZIONE GRUPPO ANZIANI/E 2/10/2021

Annamaria Lona Premessa

In linea a quanto proposto e accettato dal Coordinamento politico ho proposto una riflessione sul tema delle persone anziane a partire dai contenuti del PNRR.

Il tema è più vasto ma si tratta di un utile punto di partenza; utile poiché permette di entrare nel merito dell’utilizzo della consistente risorsa economica messa a disposizione che, se correttamente impiegata, può incidere in modo significativo sul futuro delle persone anziane nel nostro paese e al contempo indicare nuove linee di intervento.

Questo documento è composto dalla versione pdf del ppt preparato per una eventuale presentazione per cui alcuni elementi di commento non risultano scritti per esteso anche se sono facilmente deducibili, in particolare dalle prime 4 slide e dalla slide numero 12. Le ultime tre slide si riferiscono ai campi di intervento, oggi, dell’amministrazione comunale di Verona e ad una recente delibera regionale per l’istituzione dello “sportello assistenti famigliari”.

Non risultano scritte due considerazioni importanti che rinviano alla necessità di un’azione politica per modificare o colmare in altro modo due aspetti:

• le risorse esclusivamente destinate alle prestazioni sanitarie e l’assenza di risorse per le prestazioni a carattere sociale,

• la scarsa considerazione dei bisogni delle persone anziane sole

Le mie considerazioni sono con carattere normale, in corsivo parti del testo del PNRR o di commenti tratti da varie fonti. In particolare: https://welforum.it/, http://www.sossanita.org/, https://www.luoghicura.it/network-non-autosufficienza/.

Le persone presenti nel gruppo hanno condiviso la lettura e la necessità di approfondire le possibili proposte che l’amministrazione comunale può negoziare con la Regione che è l’ente deputato a concordare con lo Stato e quindi gestire l’attuazione dei vari punti.

Sono disponibile per qualsiasi richiesta di chiarimento o approfondimento.

1 ANZIANI/E OGGI

• Abbiamo raggiuto i limiti con una concezione dei servizi come specifiche soluzioni individuali per specifici problemi individuali.

• Se l’essere anziani viene considerato solo un insieme di problemi da risolvere e malattie da curare, l’aumento della domanda di servizi diventa tale che non ci può essere alcun sistema sociosanitario, così come finora inteso, in grado di farvi fronte

2 IL SISTEMA DEI SERVIZI OGGI

• Grande asimmetria tra chi eroga e chi riceve il servizio con quest’ultimo posto nel ruolo di

CLIENTE – INESPERTO - PASSIVO Servizi standardizzati e concentrati in grandi centri

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3 UN NUOVO SISTEMA DI CURA

• Occorre ridisegnare i sistemi di cura in modo da avere un presidio sociale, cioè capillare e inclusivo sul territorio.

• Immaginare un welfare collaborativo e di prossimità …

• I servizi sul territorio sono collaborativi e in grado di stimolare e abilitare tutte le risorse sociali a partire da quelle dei diretti interessati

4 NASCE DA UNA NUOVA IDEA DI SERVIZI

• Raramente i problemi sono individuali e si risolvono collaborando con altri

• Ogni persona ha delle capacità e i servizi hanno il compito di aiutarla a metterle in atto (Amartya Sen e Martha Nussbaum)

ESEMPI tratti dal libro di Manzini: Circle in Gran Bretagna dove l’attivazione parte dalla mobilitazione delle persone e Barcellona dove l’input viene dato dalla

territorializzazione dei servizi.

5 PNRR – RETI DI PROSSIMITÀ

• La missione Salute del PNRR si articola in due componenti:

• Riforma 1: Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale: (…) rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.

• Riforma 2: Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.

• La Riforma 1 prevede due attività principali:

• La definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e l’identificazione delle strutture a essa deputate

• La definizione (…) di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con l’approccio One- Health

6 PNRR CASE DELLA COMUNITÀ

• La Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici:

• sarà presente il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie

• sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali. La presenza degli assistenti sociali rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.

• Il presente investimento agisce in maniera sinergica con gli investimenti 1.1

…. prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti L’investimento prevede l’attivazione di 1.288 Case della Comunità entro la metà del 2026, che potranno utilizzare sia strutture già esistenti sia nuove. Il costo complessivo dell’investimento è stimato in 2,00 miliardi di euro.

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7 CASA COME PRIMO LUOGO DI CURA E TELEMEDICINA

• L’investimento mira ad aumentare il volume delle prestazioni rese in

assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 per cento della popolazione di età superiore ai 65 anni. L’intervento si rivolge in particolare ai pazienti di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti.

L’investimento mira a:

• Identificare un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (come la telemedicina, la domotica, la digitalizzazione)

• Realizzare presso ogni Azienda Sanitaria Locale (ASL) un sistema informativo in grado di rilevare dati clinici in tempo reale

• Attivare 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza- urgenza

• Utilizzare la telemedicina per supportare al meglio i pazienti con malattie croniche

Il fabbisogno di risorse per la realizzazione di questo investimento è stimato in 4,00 miliardi di euro, di cui 2,72 miliardi connessi ai costi derivanti dal servire un numero crescente di pazienti, 0,28 miliardi per l’istituzione delle COT e 1 miliardo per la telemedicina. Per la realizzazione di tali interventi si utilizzeranno gli strumenti della programmazione negoziata, necessari per garantire il coordinamento dei livelli istituzionali e degli enti coinvolti. /…../

Infatti, solo attraverso l’integrazione dell’assistenza sanitaria domiciliare con interventi di tipo sociale si potrà realmente raggiungere la piena autonomia e indipendenza della persona anziana/disabile presso la propria abitazione, riducendo il rischio di ricoveri inappropriati. Ciò sarà possibile anche grazie all’introduzione di strumenti di domotica, telemedicina e tele monitoraggio.

8 OSPEDALI DI COMUNITÀ

L’investimento mira al potenziamento dell’offerta dell’assistenza intermedia al livello territoriale attraverso l’attivazione dell’Ospedale di Comunità, ovvero una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata.

• Tale struttura è di norma dotata di 20 posti letto (fino ad un massimo di 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica, L’Ospedale di Comunità potrà anche facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio, consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più adatto alle esigenze di cura dei pazienti.

• L’investimento si concretizzerà nella realizzazione di 381 Ospedali di

Comunità. Anche in questo caso l’implementazione dell’intervento beneficerà di strumenti di coordinamento tra i livelli istituzionali coinvolti. Il costo complessivo stimato dell’investimento è di 1,00 miliardo, e l’orizzonte per il completamento della sua realizzazione è la metà del 2026. La relativa operatività in termini di risorse umane sarà garantita nell’ambito delle risorse vigenti per le quali è stato previsto un incremento strutturale delle dotazioni di personale.

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9 LA NON AUTOSUFFICIENZA NEL PNRR

• Il Piano nazionale di ripresa e resilienza annuncia una “riforma volta alla non autosufficienza […] [che] affronti in maniera coordinata i diversi bisogni che scaturiscono dalle conseguenze dell’invecchiamento, ai fini di un approccio finalizzato ad offrire le migliori condizioni per mantenere o riguadagnare la massima autonomia possibile in un contesto il più possibile de-

istituzionalizzato” (p. 45).

10 RSA

• Oltre 300 milioni sono finalizzati a finanziare la riconversione delle RSA e delle case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi.

• L’idea di smobilitare (“de-istituzionalizzare”) un settore che è già ridotto all’osso appare pericolosa. In struttura si entra a età avanzata, con

ridottissima autonomia, spesso in presenza di demenza e dopo lunghi periodi di cure al domicilio. Il mancato investimento nelle residenze e l’idea di

“riconvertire” le residenze sanitarie assistenziali (Rsa) in alloggi protetti condannerà gli anziani più fragili a ricevere servizi inadeguati, come la pandemia ha purtroppo evidenziato.

• Il Pnrr è un’occasione mancata di trasformarle in strutture più umane, gestite con più professionalità e risorse tecnologiche avanzate. Strutture più piccole e a ridotta intensità assistenziale sono le benvenute, ma non sono equivalenti funzionali delle Rsa.

11 RSA ITALIA/EUROPA

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12 ASSISTENZA DOMICILIARE

• Il Pnrr prevede un aumento dei servizi di assistenza domiciliare, destinandovi 4 miliardi

• Le risorse vengono interamente destinate allo sviluppo dell’Adi

(assistenza domiciliare integrata): un servizio gestito dalle unità sanitarie locali, specializzato in cure infermieristiche e riabilitative per periodi limitati, che non risponde alle necessità di una cura quotidiana e continuativa.

• L’assistenza domiciliare fornita dai comuni – che offre cura della persona, aiuto domestico, sostegno alla mobilità, pasti caldi, e via dicendo – non è neanche menzionata.

• Brillano per la loro assenza anche le badanti, che costituiscono il reale servizio di “assistenza domiciliare” utilizzato dalle famiglie italiane. Più di una famiglia ogni tre con un anziano non autosufficiente impiega una

badante. Ma solo il 40 per cento di loro ha un contratto regolare. È urgente far emergere dal nero queste lavoratrici, così come sviluppare azioni per la loro qualificazione.

• Oggi prevale in Italia una cura informale-di mercato, lasciata al fai da te delle famiglie, a cui si affiancano, in modo marginale, servizi professionali. La riforma dovrebbe avere alla base un’idea coerente e sostenibile di “cura”, in equilibrio tra informale e professionale, tra prestazioni sociali e sanitarie.

13 ASSITENZA DOMICILIARE EUROPA

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14 ANZIANI/E A VERONA

15 CLASSI DI ETÀ VENETO/VERONA

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16 ATTIVITÀ DEL COMUNE

• ALCUNI SPORTELLI INFORMATIVI

• BONUS E AGEVOLAZIONI

• INVECCHIAMENTO ATTIVO (ANZIANI PROT. QUART.)

• DOMICILIARITÀ (+AIUTI ECONOMICI E -SAD Servizi Domiciliari Assistenziali)

• PASTI

• TELECONTROLLO

• PROGETTI

17 COOPERATIVE E RETE DEL VOLONTARIATO

• COOPERATIVE PER SAD E PROGETTI

• VOLONTARIATO AUSER – STACCO FEVOSS

…..

18 SPORTELLO ASSISTENTI FAMIGLIARI

• DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 910 del 28 giugno 2019

• Approvazione progetto sperimentale "Rilevazione e sostegno della fase di avvio degli Sportelli per l'assistenza familiare e del Registro regionale degli assistenti familiari" - Articoli 7 e 8 della LR 17/10/2017, n. 38.

• [Servizi sociali]

• L’Ulss 9 Scaligera, il Comune di San Bonifacio come capofila e la

Cooperativa sociale Energie sociali Onlus, in collaborazione con le assistenti sociali dei Comuni del Distretto 2, avviano un servizio gratuito che mette in collegamento le famiglie che cercano l’aiuto di una badante con gli assistenti familiari disponibili ad assumersi l’impegno

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