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Libro bianco. Rendere leggibili i codici Creare etichette per l'ispezione visiva. Sommario. 1 Introduzione. 2 Breve spiegazione dei codici

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Libro bianco

Rendere leggibili i codici Creare etichette per l'ispezione visiva

Sommario

1 Introduzione

2 Breve spiegazione dei codici 3 Lettura dei codici 1D e 2D

4 Funzionamento della verifica ottica dei caratteri 5 Funzionamento del riconoscimento ottico dei caratteri 6 Elementi di design da considerare

7 Rilevare la stampa a getto d'inchiostro 8 Leggere correttamente i codici è un processo

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Libro bianco

1 Introduzione

Le etichette dei prodotti sono un componente fondamentale delle confezioni, poiché da un lato consentono ai produttori di convincere i consumatori della qualità di un prodotto e, dall'altro, rappresentano l'ultima opportunità per fornire informazioni al consumatore finale, come l'eventuale presenza di allergeni, la data massima di validità del prodotto e le istruzioni per l'uso. Immediatamente meno evidente è invece l'importanza

dell'etichettatura dei prodotti in materia di gestione dell'inventario, elenco degli articoli, tracciabilità e monitoraggio dei prodotti, informazioni indispensabili in caso di richiamo di prodotto.

In particolare, la tracciabilità è divenuta una crescente preoccupazione in diversi settori, al di là dell'ambito strettamente farmaceutico. Il settore alimentare, ad esempio, è un ambito in cui sono già state adottate misure ai fini della tracciabilità: nel 2016, negli Stati Uniti la FDA (Food and Drug Administration – agenzia statunitense per gli alimenti e i medicinali) ha adottato misure che impongono una maggiore tracciabilità degli ingredienti – come la versione 7 dello Standard globale BRC per la sicurezza alimentare – e si prevede che nei prossimi anni compariranno normative analoghe nel settore dei prodotti per l'igiene personale e dei prodotti chimici per uso domestico. I codici a barre, i codici di lotto e le date massime di validità dei prodotti sono elementi obbligatori in quasi tutti i paesi e, laddove queste informazioni non siano obbligatorie, esistono pressioni sufficienti da parte dei consumatori affinché le confezioni dei prodotti rechino comunque tali informazioni.

Tutto ciò avviene in uno scenario in cui le velocità di produzione sono in aumento, causando potenziali errori che, non essendo immediatamente individuati, determinano la fabbricazione di maggiori quantità di prodotti difettosi. Se a tutto ciò si aggiungono anche i costi generalmente elevati associati a un richiamo di prodotto (ora aumentato dalla capacità di Internet di amplificare di un centinaio di volte la pubblicità negativa), il trend verso una maggiore accettazione e un più frequente utilizzo dei sistemi di ispezione automatici di stampe ed etichette in linea rappresenta un'opzione conveniente.

Certamente, esistono diversi motivi che inducono a optare per una soluzione di ispezione automatica per la qualità di stampe ed etichette: ciascun prodotto sulla linea, infatti, viene ispezionato anziché sottoposto a controlli campione, gli errori vengono individuati in anticipo, evitando quindi la creazione di un minor numero di prodotti difettosi sin dall'inizio, vengono ridotti gli sprechi e, infine, l'accuratezza di un sistema di ispezione automatico è superiore a quella di un'ispezione manuale; tuttavia, è un errore considerare l'installazione di un sistema di ispezione visiva automatico come il solo requisito necessario per risolvere i problemi legati alla qualità delle etichette. I sistemi di ispezione sono estremamente accurati, e lo stanno diventando sempre di più; tuttavia, presentano ancora alcune limitazioni che è opportuno considerare durante l'implementazione di un programma di ispezione delle etichette.

Per capire qual è il metodo più efficace in vista della creazione di un programma di ispezione qualità di stampe ed etichette, è importante sapere come funzionano i sistemi di ispezione, cosa sono i codici e quali sono i fattori che possono influire sull'efficacia dell'ispezione. Attraverso la comprensione di questi fattori, e considerandoli durante la creazione di un programma di ispezione, è possibile ridurre in modo significativo il rischio di richiami e migliorare la soddisfazione dei consumatori. In questo libro bianco viene descritta la metodologia per l'ispezione di testo e codici stampati (ad esempio i codici a barre 1D e 2D), tra cui applicazioni difficili come testo stampato variabile a matrice di punti applicato ad alte velocità.

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2 Breve spiegazione dei codici

Esistono tre metodi di base per la presentazione dei codici sulle confezioni dei prodotti:

• Stringhe alfanumeriche

• Codici a barre 1D

• Codici a barre 2D (codici a matrice)

Le stringhe alfanumeriche sono intuitive: si tratta di stringhe di lettere e numeri leggibili a occhio nudo. È la forma di codice più semplice, che non richiede l'utilizzo di strumenti specifici per conoscere il contenuto del codice; tuttavia, si presuppone ovviamente che il lettore conosca il significato del codice. Il vantaggio insito nelle stringhe alfanumeriche è evidente: non è richiesto l'utilizzo di strumenti specifici e sono facili da ispezionare manualmente. Lo svantaggio consiste principalmente nella quantità ridotta di informazioni che è possibile riportare su una confezione specifica senza interferire con il design dell'etichetta. In genere, le stringhe alfanumeriche vengono utilizzate solo per i codici di lotto, i numeri di controllo delle etichette e le date massime di validità dei prodotti riportate sulle etichette; oltretutto, poiché tali stringhe sono spesso stampate direttamente sulla superficie della confezione anziché sull'etichetta, durante l'ispezione è necessario considerare gli stessi fattori come nel caso delle etichette.

Il codice a barre 1D è più comunemente prestampato sull'etichetta di un prodotto, viene utilizzato per l'identificazione del prodotto nel punto vendita, ed è composto da una sequenza di linee parallele affiancate.

Ciascuna linea presenta uno spessore differente e la spaziatura tra le linee varia anch'essa in termini di spessore.

Un lettore, che può essere un semplice scanner ottico o una videocamera, decodifica le linee e gli spazi esistenti tra di esse in una stringa numerica o alfanumerica. Queste informazioni possono essere utilizzate come

riferimento per il nome del prodotto o (più frequentemente) per il prezzo. Ciò consente di inserire un maggior numero di informazioni in uno spazio ridotto, tuttavia il codice risultante non è leggibile a occhio nudo, rendendo quindi impossibile la verifica manuale senza l'utilizzo di uno scanner. Poiché i codici a barre 1D si basano fortemente sulla giustapposizione delle linee stampate e degli spazi tra le linee, qualunque irregolarità nella stampa può alterare il significato del codice (o, più probabilmente, rendere il codice illeggibile). Inoltre, i problemi relativi allo spazio finiscono per diventare nuovamente un fattore limitante: stringhe più lunghe si riferiscono a codici più lunghi e la quantità di spazio risparmiata con l'utilizzo dei codici non è particolarmente significativa.

I codici 2D, noti anche come codici a matrice, costituiscono l'evoluzione naturale del codice a barre 1D.

Anziché utilizzare le linee verticali, un codice a barre 2D utilizza le celle: tali celle sono disposte in un rettangolo più grande e la posizione della cella, le forme create dalle celle e i rimanenti spazi bianchi contribuiscono tutti a rappresentare la quantità di informazioni. Il vantaggio dei codici a barre 2D è la possibilità di codificare un maggior numero di dati in uno spazio più piccolo rispetto ai codici a barre 1D; ciò significa che i codici 2D occupano meno spazio sulla confezione di un prodotto; questo aspetto è particolarmente vantaggioso per le aziende che cercano di inserire una maggiore quantità di informazioni in uno spazio ridotto. Sarebbe facile credere che uno svantaggio di questi codici consista in una maggiore probabilità di marcatura o danno del codice che diventa illeggibile, ma in realtà la maggior parte, se non addirittura tutti i codici 2D presentano ridondanze incorporate, tanto è vero che se anche mancasse circa il 30% del codice, quest'ultimo sarebbe comunque leggibile. Ovviamente, tutto ciò dipende dalla dimensione e dalla forma del codice.

Non sorprende quindi che gli standard dei codici a barre 2D includano un modello di ricerca specifico che consente ai lettori di identificare rapidamente la dimensione del codice. Come nel caso dei codici a barre 1D, anche i codici a barre bidimensionali richiedono uno spazio vuoto o uno spazio bianco intorno al codice per evitare di interrompere il processo di lettura del codice.

Figura 1. Rappresentazione dei diversi tipi di codice.

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Libro bianco

3 Lettura dei codici 1D e 2D

La lettura dei codici a barre avviene utilizzando uno di questi due metodi: lettori di codici a barre specifici o videocamere. Entrambi i metodi si basano sul contrasto tra spazio pieno e spazio vuoto sull'etichetta per ottenere un'immagine del codice.

La differenza risiede nel modo in cui i due metodi rivelano tale contrasto: per determinare la luminosità della luce riflessa, infatti, un lettore di codici a barre utilizzerà una sorgente luminosa (solitamente un laser) e sensori con fotodiodi. Queste informazioni vengono restituite a un processore che assembla il modello e genera la stringa di caratteri rappresentata dal codice, che viene poi controllata a fronte del risultato atteso.

Le videocamere funzionano in modo analogo, tranne per il fatto che per rilevare il contrasto, anziché utilizzare un laser, la videocamera acquisisce un'immagine del codice a barre che viene analizzata e decodificata dal software di elaborazione visiva separato. Questo processo viene completato considerando il contrasto tra le linee o le celle stampate e lo spazio che intercorre fra di loro, molto simile al funzionamento di un lettore con fotodiodi.

La differenza è che è possibile analizzare ulteriormente l'immagine visualizzata, a seconda della facilità di lettura del codice, e assegnare una "classe": perciò, se una stampante sta esaurendo l'inchiostro e inizia a stampare con difficoltà, il sistema è in grado di inviare una notifica all'operatore una volta che il codice scende al di sotto di una determinata classe.

Esistono diversi vantaggi nell'utilizzare videocamere e software anziché un lettore specifico, tra cui il più evidente è che qualunque videocamera può essere convertita in un lettore di codici a barre con l'integrazione di alcuni software. Finché la videocamera è in grado di determinare il tipo di codice a barre che sta ispezionando – dato che esistono svariati formati di codici a barre – la videocamera riesce a mostrare la stringa rappresentata a un utente o a verificarla a fronte di un database per identificare il prodotto. Il vantaggio rispetto a un lettore di codici a barre specifico è la capacità del lettore basato su videocamera di leggere anche le stringhe alfanumeriche, processo noto come riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o verifica ottica dei caratteri (OCV). Inoltre, le videocamere sono generalmente in grado di ricercare i codici in un'area più ampia, con la possibilità di ridurre o persino di eliminare la necessità di regolare la posizione della videocamera durante i cambi di prodotto.

I lettori di codici a barre con videocamere possono utilizzare processi analoghi per identificare le etichette in base a funzionalità grafiche esclusive o persino ai colori; utilizzano spesso la stessa immagine di quella acquisita per la lettura del codice a barre.

Figura 2. Un codice a barre 2D viene letto cercando i quadrati più scuri su uno sfondo più chiaro; i codici a barre 1D vengono letti nello stesso modo.

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4 Funzionamento della verifica ottica dei caratteri

In teoria, una videocamera legge un carattere nello spesso modo in cui legge un codice a barre, ovvero, acquisisce un'immagine del carattere e usa uno strumento software per determinare il tipo di carattere.

Ciò comporta l'evidenziazione dei pixel più scuri di ciascun carattere, nel caso di testo scuro su sfondo chiaro, o dei pixel più chiari nel caso di testo bianco su sfondo scuro, e il raffronto di questi dati con le immagini predefinite dei caratteri per "decodificare" il testo.

In pratica, il processo è davvero più complesso di quello appena descritto, poiché nel testo stampato

esistono maggiori possibilità di variazione rispetto a un codice a barre. Più precisamente, poiché non è sempre certo quale tipo di testo viene ispezionato, determinarne la tipologia può essere un'attività intensiva a carico del processore. Ovviamente, tutto questo non è sempre necessario: per elementi come il codice di un lotto, il produttore conosce già il contenuto del testo da leggere e dove posizionarlo.

Per ispezioni della qualità di stampa delle stringhe di caratteri, il software visivo utilizza uno strumento OCV (verifica ottica dei caratteri). L'OCV viene utilizzato per confrontare un carattere stampato con un carattere di riferimento predefinito. In un certo senso, l'OCV esegue due attività distinte: da un lato conferma la correttezza delle informazioni stampate e, dall'altro, la leggibilità della stampa. Qualunque deviazione dal carattere predefinito riduce il punteggio di stampa. Ciò consente ai produttori di confermare che informazioni importanti come codici del lotto e date massime di validità sono sufficientemente leggibili.

Il processo inizia con l'isolamento dei caratteri nell'immagine. Per la maggior parte delle applicazioni, la posizione del testo è nota, anche su un prodotto non orientato. Intorno al testo viene definita un'area di ricerca e, come nel caso di un codice a barre, per separare i caratteri viene utilizzato il contrasto tra la stampa e la superficie; si tratta essenzialmente di scomporre la stringa di caratteri in caratteri discreti all'interno di un processo noto come segmentazione. Ciascun carattere viene poi confrontato con la rispettiva immagine predefinita, o immagine di apprendimento, e il sistema assegna un punteggio. Tale punteggio si basa sul grado di somiglianza approssimativo dell'immagine acquisita rispetto all'immagine predefinita. Se il carattere non è corretto o è stampato male, il confronto non va a buon fine – anche se, a seconda di dove è impostata la tolleranza di ispezione, una C e una O possono confondere il sistema o (caso ancora peggiore) la lettera O e uno 0 (zero). Lo strumento di verifica ottica dei caratteri (OCV) non è in grado di identificare il carattere errato;

nella migliore delle ipotesi riesce a stabilire che il carattere in questione non è il carattere previsto.

Per i sistemi di ispezione visiva, la verifica ottica dei caratteri (OCV) è un'attività di facile esecuzione. È possibile valutare rapidamente la qualità di stampa poiché il sistema confronta semplicemente un carattere appreso con il carattere acquisito per assegnare una classe. Tuttavia, un'operazione che l'OCV non è in grado di eseguire è la lettura di una stringa di caratteri sconosciuti.

Figura 3. Il software di ispezione va alla ricerca di un'area predefinita ed evidenzia tutto il testo che spicca rispetto allo sfondo.

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Libro bianco

5 Funzionamento del riconoscimento ottico dei caratteri

È possibile che il sistema di ispezione non conosca sempre la disposizione esatta dei caratteri attesi su un'etichetta: ad esempio, se un'etichetta è contrassegnata con la stringa univoca di caratteri come un numero di serie, il sistema di ispezione non conoscerà necessariamente l'aspetto di quel numero prima dell'ispezione.

Per tenere traccia e identificare correttamente il numero, di fatto, il sistema deve essere in grado di leggere i caratteri, anziché confrontarli singolarmente con un'immagine predefinita.

La configurazione del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) prevede l'addestramento del sistema sul tipo di font da utilizzare nella marcatura dell'etichetta o della confezione del prodotto. Dopo aver appreso il carattere, i passaggi iniziali sono identici a quelli della verifica ottica dei caratteri (OCV): il sistema acquisisce un'immagine, ricerca una stringa di caratteri all'interno di un'area, identifica la stringa ed esegue un processo di segmentazione per scomporla in caratteri separati. A questo punto, anziché verificare i singoli caratteri rispetto a un'immagine del carattere predefinita, il sistema confronta invece il carattere acquisito con i singoli caratteri nel font predefinito per trovare quello più simile al carattere acquisito. Questo carattere viene quindi aggiunto ai risultati di tutti gli altri caratteri per generare la stringa di codice completa.

Un inconveniente di questo strumento specifico è l'impossibilità di fornire una classe di qualità della stringa presentata: poiché lo strumento selezionerà sempre un carattere che rappresenta più da vicino l'immagine, verranno assegnati caratteri anche alla stampa non leggibile. Certamente, è assai probabile che la scarsa qualità di stampa non produrrà comunque un esito positivo: nel caso di un'applicazione di verifica della stampa, è possibile che il carattere dall'aspetto più simile non sia il carattere previsto, ma è comunque un problema da considerare. Alcune applicazioni prevedono l'aggiunta di un passaggio supplementare al processo che utilizza l'OCV, estendendo la durata del processo di ispezione.

La maggior parte dei fornitori di sistemi di ispezione visiva utilizza la verifica ottica dei caratteri (OCV) quando possibile, poiché richiede molta meno potenza di elaborazione per completare l'ispezione. A differenza del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR), che richiede il confronto con ciascun carattere in un font, la verifica ottica dei caratteri (OCV) deve eseguire un confronto solo con il carattere previsto e assegnare un punteggio di qualità.

Figura 4. In presenza di un carattere (S, in questo esempio), il software confronta le forme dei caratteri memorizzati con la forma presentata per trovare la corrispondenza più vicina, illustrata in verde.

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6 Elementi di design da considerare

Il metodo attraverso il quale un sistema di ispezione visiva è in grado di riconoscere elementi come caratteri o codici sulla superficie di un'etichetta dipende dal contrasto tra il carattere stampato e lo sfondo su cui è stampato il carattere. Il contrasto è necessario per consentire agli strumenti OCR e OCV di riconoscere i caratteri sullo sfondo in modo da eseguire i confronti.

Come descritto in precedenza, questa è anche la modalità di funzionamento dei lettori di codici a barre dedicati: il contrasto, infatti, è fondamentale per consentire la lettura di qualsiasi tipo di codice o stampa, indipendentemente dal metodo utilizzato. Troppo spesso i design di etichette più ambiziosi possono causare problemi di lettura che finiscono per generare frustrazione nel consumatore, costretto a strisciare ripetutamente con rabbia il prodotto sulle casse di self check-out. Per evitare questo problema, scegliere colori di stampa che spiccano sullo sfondo dell'etichetta e ricordare che il bianco e il nero sono i colori preferiti per i codici a barre; tuttavia, in caso di impossibilità, scegliere colori che presentano un livello di contrasto sufficiente tra loro.

La stessa regola vale anche nel caso di applicazioni alfanumeriche, poiché i sistemi di ispezione visiva (e gli occhi) si affidano al contrasto per riconoscere i singoli caratteri dalla superficie dell'etichetta.

Il contrasto può essere l'elemento principale quando si tratta di design delle etichette, ma è lungi dall'essere l'unico fattore da considerare. Anche il materiale delle etichette, infatti, può essere un fattore da considerare per determinare la semplicità di ispezione: i materiali riflettenti (come la carta stagnola) possono causare problemi e richiedono una soluzione di illuminazione personalizzata per poter eseguire accuratamente l'ispezione.

Questo aspetto è meno problematico nel caso di un sensore di codici a barre, tuttavia l'identificazione dei caratteri o l'ispezione di controllo richiederanno l'utilizzo di una videocamera. I codici alfanumerici devono essere stampati in una dimensione facilmente leggibile dalle videocamere; la larghezza del carattere più piccolo non deve essere inferiore a tre pixel e l'area totale di un carattere specifico deve contenere da 20 a 25 pixel. Anche lo spazio tra i caratteri deve essere sufficiente per consentire al sistema di distinguere i caratteri: è necessario uno spazio di almeno due pixel. Inoltre, si consiglia di utilizzare font in grassetto per aumentare lo spessore di ciascun carattere ed eseguire un confronto ottimale.

In particolare, esistono altri fattori da considerare per la creazione dei codici alfanumerici, che è possibile ignorare nel caso dei codici a barre. Il vantaggio di un codice a barre rispetto ai codici alfanumerici è in parte dovuto all'uniformità dell'aspetto: anche se esistono diverse simbologie di codici, i principi basilari rimangono gli stessi, mentre i font sono molto più vari. Ciò consente ai codici di disporre di classi di qualità standardizzate che semplificano notevolmente la creazione di design efficaci. Queste classi di qualità vengono determinate analizzando la riflettanza del codice a barre, il contrasto del bordo, il contrasto del simbolo, la modulazione, la decifrabilità e i difetti presenti nel codice. Ciascuno di questi elementi viene classificato separatamente su una scala da A ad F, e una media di queste classi determina il punteggio complessivo assegnato al codice. In genere, una classe C o superiore sarà leggibile dalla maggior parte dei lettori di codici a barre anche se, ovviamente, maggiore è la classe, minori sono le probabilità che si verifichino errori di lettura.

Figura 5. I codici stampati in bianco e nero con contrasto elevato sono i migliori in termini di risoluzione.

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Libro bianco

7 Rilevare la stampa a getto d'inchiostro

Da sempre, i sistemi di ispezione visiva hanno riscontrato difficoltà nella lettura di stampe a matrice a punti, problema che ha limitato l'efficacia di strumenti quali l'OCV e l'OCR, soprattutto nel caso della stampa ad alta velocità sulla superficie di una confezione (ad esempio codici di lotto o date massime di validità). Nonostante tali criticità, la stampa a getto d'inchiostro viene ancora utilizzata per trasmettere le informazioni al consumatore finale. Sviluppare metodi di ispezione efficienti per ispezionare le stampe a getto d'inchiostro è fondamentale per garantire la sicurezza dei consumatori.

A seconda della confezione e di quando occorre applicare la stampa all'etichetta o al contenitore, esistono diversi metodi di stampa che è possibile utilizzare. Conoscendo il metodo di stampa in uso, è possibile tenere a mente i potenziali inconvenienti e gli errori di stampa che potrebbero verificarsi ed effettuare le ispezioni nel modo opportuno. Ciò vale soprattutto per quanto riguarda la stampa applicata in ritardo durante il processo produttivo, tra cui: date massime di validità, numeri di serie e codici del lotto. Queste informazioni vengono generalmente applicate mediante l'utilizzo di stampanti a getto d'inchiostro, che spruzzano un getto di punti di inchiostro all'interno delle righe con motivi che, posizionate le une accanto alle altre, formano i caratteri. Purtroppo, poiché la tecnica di stampa dipende da un getto di inchiostro, la presenza di eventuali ostruzioni o detriti sull'ugello può causare problemi (per non citare gli inceppamenti e la possibilità che i caratteri risultino distorti).

I sistemi di ispezione visiva hanno problemi a leggere la stampa a getto d'inchiostro per la presenza di spazi tra i punti. Ciò impedisce al sistema di riconoscere i punti uniti come un carattere definito. Qualsiasi movimento della superficie di stampa può causare sbavature del testo o distorcerlo in modi che rendono ancora più difficile la lettura.

Insieme al problema della distorsione, esiste anche quello causato dall'instabilità della posizione di stampa.

In un processo di stampa ad alta velocità, può verificarsi un cambiamento di posizione che non esiste su un'etichetta prestampata. La stampante deve colpire un bersaglio in movimento, ma le applicazioni OCV e OCR si basano sulla capacità di focalizzarsi su un'area di ispezione ridotta per riconoscere il testo sullo sfondo.

A complicare ulteriormente la situazione, le dimensioni dei puntini nella stampa a matrice di punti possono variare a seconda della stampante utilizzata, rendendo quindi difficile insegnare al sistema un font a "matrice di punti" unificato. Alla fine del 2016, tuttavia, è stata sviluppata una nuova tecnica per la lettura della stampa a matrice di punti, che ha reso di gran lunga più fattibili le ispezioni di stampa a matrice a punti.

Questa nuova tecnologia consente agli utenti di definire un'area di ricerca più ampia senza sacrificare la fedeltà e (più che altro) consente agli utenti di definire la dimensione dei punti utilizzati dalla stampante. Di conseguenza, il sistema è in grado di unire i punti di un carattere, formando i caratteri necessari. Altri processi consentono ai sistemi di correggere la distorsione causata dalla presenza di sbavature o superfici di stampa irregolari, rendendo finalmente possibile l'ispezione della stampa ad aghi. Ciò è particolarmente utile per i settori in cui la stampa in linea viene utilizzata per applicare informazioni variabili come le date massime di validità.

Certamente, è ancora importante considerare il modo in cui un sistema di ispezione visiva esegue il controllo del testo durante la creazione di un'etichetta. Poiché il sistema deve essere in grado di separare i singoli caratteri l'uno dall'altro, occorre evitare l'utilizzo di font con crenatura stretta. Maggiore è lo spazio tra i caratteri del testo, migliore sarà l'accuratezza con cui una routine OCR o OCV eseguirà l'ispezione del testo. Ciò è fondamentale soprattutto nel caso di testo variabile, poiché una routine OCR si focalizza su caratteri simili. Alcuni software sono in grado di indovinare il carattere corretto, tuttavia, quando possibile, è meglio evitare di correre questo rischio.

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La maggior parte delle stampanti per queste applicazioni viene configurata per l'utilizzo di font leggibili da macchine (OCR-A, OCR-B, SEMI) che separano nettamente un carattere da un altro (altri font possono invece confondere un sistema): poiché nella maggior parte dei font, una Q e una O sono pressoché identiche, se la qualità di stampa non è più che perfetta, una routine di riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) può facilmente scambiare un font per l'altro. Al contrario, è meno probabile che una routine di verifica ottica dei caratteri (OCV) commetta questo errore, poiché non deve indovinare quale carattere cercare, ma a seconda di come sono state impostate le tolleranze, il processo di verifica ottica dei caratteri potrebbe non scartare un carattere il cui aspetto è piuttosto simile al carattere atteso (anche in questo caso, la Q e la O). Esistono strumenti che è possibile utilizzare per ridurre la confusione tra i caratteri: la disposizione, ad esempio, consente di comunicare al sistema se è attesa una lettera o un numero, semplificando così il processo di identificazione, mentre la designazione di un carattere come "jolly" consente al sistema di confermare semplicemente la presenza di un carattere senza identificarlo. Anche la dimensione del font è un elemento essenziale per determinare la semplicità o la difficoltà di lettura di un carattere da parte di un sistema di ispezione visiva.

Problematico Soddisfacente

Stampa a getto d'inchiostro con testo sbavato Stampa a getto d'inchiostro con caratteri leggibili

Stampa metallizzata con scarso contrasto Stampa ad alto contrasto

Superficie di stampa irregolare Superficie di stampa regolare

Contrasto poco marcato Contrasto netto

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Libro bianco

8 Leggere correttamente i codici è un processo

È risaputo che le etichette dei prodotti sono importanti come mezzo di comunicazione con i consumatori, nello stesso modo in cui il contenuto di un'etichetta lo è per produttori e rivenditori. I codici prodotto (codici a barre o codici alfanumerici) sono necessari per l'identificazione e la tracciabilità dei prodotti e, come tali, sono indispensabili ai fini di un processo di trasporto e distribuzione agevole, per non parlare del ruolo che svolgono nel semplificare un richiamo di prodotto. Gli eventuali problemi che possono sorgere per via di un codice stampato male mettono il produttore in cattiva luce e, a seconda del settore, determinano implicazioni anche gravi. È fondamentale che i produttori conoscano in anticipo quali sono gli standard del proprio settore e i regolamenti interni. Le aziende farmaceutiche, ad esempio, potrebbero generare solo codici a barre con una classe B o superiore per ridurre il numero di volte in cui può essere necessario eseguire nuovamente la scansione di un codice prima di poterlo leggere correttamente, mentre altre applicazioni (come i codici UPC) possono essere in grado di ottenere una classe C, poiché in un contesto di vendita al dettaglio non è necessariamente problematico eseguire di nuovo la scansione di un codice.

Sono molti gli aspetti che è necessario considerare per garantire la leggibilità dei codici su etichette e confezioni dei prodotti: dal tipo di stampante alla superficie di stampa, fino al modo in cui si sceglie di leggere i codici.

I produttori che decidono di tenere conto di tutti questi fattori vanteranno un prodotto di qualità superiore e un minor numero di reclami.

Collaborate con gli esperti

L'implementazione dei controlli qualità per le etichette e i codici dei prodotti può essere un processo complesso, ma non necessariamente. Vale quindi la pena rivolgersi a un fornitore esperto in sistemi di ispezione visiva per ricevere ulteriori informazioni sulle attività che è possibile intraprendere per migliorare i processi di stampa e ispezione. Per ulteriori informazioni sull'ispezione visiva e sul ruolo che svolge nel garantire la qualità dei codici e delle etichette, contattate METTLER TOLEDO CI-Vision all'indirizzo: info.ci-vision@mt.com.

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Note

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Informazioni sulla divisione Ispezione Prodotti di METTLER TOLEDO:

La Divisione Ispezione Prodotti di METTLER TOLEDO è leader nella tecnologia di ispezione automatica. Le nostre soluzioni aumentano l'efficienza dei processi, supportando al contempo la conformità agli standard e alle normative di settore. I nostri sistemi migliorano inoltre la qualità dei prodotti allo scopo di tutelare la salute dei consumatori e di salvaguardare la reputazione dei produttori.

Esclusione di responsabilità:

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