A T T I D E L C A P I T O L O S U P E R I O R E
Il Rettor Maggiore
Festa del S. Rosario 1960 Confratelli e figliuoli carissimi,
1. — eccom i di ritorno dal quarto viaggio extraeuropeo, grazie a D io e alle vostre preghiere, senza il m inim o incidente, in buona salute, benché sovraccarico di onoranze, di lod i e di feste, dovu te intieram ente a Maria Ausiliatrice, a D o n B osco e al lavoro spesso sovrum ano che si com pie dai Salesiani e dalle ottim e Figlie di Maria Ausiliatrice.
2. — Come sapete, l ’ultim o m om ento del viaggio fu l ’inau
gurazione del nostro n u ovo Istitu to in Brasilia, il 30 agosto.
Com e non rilevare le provvidenziali coincidenze di questa giornata con clu siva 1? A nche se l’avessi v olu to, sarebbe stato ben difficile com binare l’itinerario generale per arrivare giusto a tem po; m a fu certam ente disposto dalla P rovviden za divina che, d op o avere in tre lunghe peregrinazioni percorsa l ’A m erica visitando le nostre 500 Case, e quasi altrettante delle Figlie di Maria Ausiliatrice, im piegandovi oltre 25 mesi dal 1955 al 1960, l’inaugurazione dell’ istitu to di Brasilia m i portasse a concludere i miei viaggi proprio nel giorno anniversario del grande profetico sogno di D o n B osco, del 30 agosto 1883, in cui sorvolò l ’A m erica da Cartagena alla Terra del F u oco e pron osticò la creazione di quella n u ova città che sorge tra il 10° e 15° parallelo.
|Mi pare opportu n o porre innanzi agli occh i di tu tti quel m om ento del sogno che si trov a nel voi. X V I, a pag. 390: « Io
vedeva, nelle viscere delle m ontagne e nelle profon d e latebre delle pianure. A v e v o sottocch io le ricchezze in com parabili di questi paesi, che un giorno verranno scoperte. V ed ev a miniere num erose di m etalli preziosi, cave inesauribili di carbon fo s sile, depositi di petrolio così abbondanti, quali m ai finora si trovaron o in altri luoghi. Ma ciò n on era tu tto. Tra il grado 15 e 20 v i era un seno assai largo e assai lungo che partiva da un punto ove form avasi un lago. A llora una v o c e disse ripetu tam ente: Quando si verranno a scavare le miniere nascoste in m ezzo a questi m onti, apparirà qui la terra prom essa fluente latte e miele. Sarà una ricchezza, in concepibile ».
Com e sapete, questo pu n to del sogno era stato preso com e una conferm a celeste dal capo degli ingegneri che avevano studiato il piano della n u ova città di Brasilia, v olu ta dal P re
sidente della R ep u b b lica sig. Juscelino K ubitsch ek. D op o lunghe discussioni essi avevan o deciso di costruirla in quella località centrale m a deserta; e quando seppero i particolari del sogno p rofetico, lo reputarono una conferm a del Cielo;
vollero farne copia e la inquadrarono solennem ente nel loro refettorio; costruirono subito una cappellina al Santo in p o sizione dom inante, eleggendolo P atron o dei lavori e degli operai; intitolarono a Lui una delle più belle vie del centro e ottenero dal V escov o che, nella futura artistica m odernissim a Cattedrale, uno dei cinque altari venga dedicato a D on B osco.
In questo clim a si svolse quindi la festa della inaugurazione del prim o corpo del nostro Istitu to, con l’intervento dello stesso Presidente, di S.- E. l ’A rciv escov o, di parecchi nostri V escov i e degli Ispettori Salesiani del Brasile. Leggerete sul Bollettino Salesiano i particolari della cronaca; m a a m e prem e farvi conoscere u n ’altra notizia che m i fu com unicata a I n teroy dal venerando D. P aolo Consolini. Egli m ’assicurò di aver udito dalla b o cca del Servo di D io D o n F ilipp o R inaldi che D o n B osco gli aveva assicurato n on sarebbe corso m olto tem po che in Brasile avrem m o avu to oltre duecento case.
Orbene: rilevo dalle recenti statistiche che oggi noi Salesiani contiam o 103 case e le F iglie di Maria A usiliatrice 97: quindi
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sono 200 centri di salesianità che costellano quella im m ensa R epu bb lica dal N ord delle A m azzoni al Sud di R io Grande, dall’O vest di Pari Cachoeira e Corum bà all’Est di R ecife e di R io de Janeiro.
E quante possibilità di lavoro in quelle terre, se noi ci m an
terrem o fedeli al program m a del nostro F on datore, in spirito di umiltà e di sacrificio!
Il m io viaggio, incom in ciato a m età di marzo con l ’augusta benedizione del Som m o Pontefice, mi procu rò com e sempre m olte soddisfazioni e m i fece conoscere anche m olte necessità, a cui urge andare in contro un p o ’ dappertutto, a richiesta dei confratelli, dei Superiori e delle persone che ci am ano, per m eglio conseguire il fine della Congregazione nelle difficoltà dei nostri tem pi.
3. — Le Par r o c c h ie. - L ’articolo 10 delle nostre Costi
tuzioni: « In via ordinaria non si accettino P arrocchie » è ormai un ricordo storico, perchè gradualm ente dalle necessarie P ar
rocch ie nostre nelle terre di M issione, a quelle delle grandi città e poi, in seguito alle richieste au torevoli dei V escovi, nei luoghi ov e scarseggia il clero o accanto ai nostri grandi Istitu ti, siam o arrivati al num ero di 500, con una popolazione da accudire di quasi cinque m ilioni di anime.
In conseguenza di ciò anche il R egolam ento di 10 semplici articoli si rivela insufficiente e si sente dovu n qu e il bisogno di una preparazione seria del personale che dobb iam o im pie
gare in tale im portantissim o ministero.
Spero di potere entro l ’anno prossim o redigere un questio
nario, che sarà inviato agli Ispettori, D irettori e P arroci, per attingere in prim o lu ogo dalle esperienze fa tte e dalle varie località le inform azioni necessarie per dare norm e utili da a p plicare alla v ita delle Case nostre e delle Com unità il D iritto Canonico in prim o lu ogo e le esigenze nostre. D ob b ia m o avere la santa am bizione di amministrare esem plarm ente tutte le P arrocchie a noi affidate, senza che il personale a dd etto si estranei alla v ita di com unità e si senta isolato nell’esercizio
della sua missione. V ogliam o che le nostre P arrocchie siano considerate com e una gloria della Com unità e che il personale addetto sia abbon dan te, ben scelto, aiutato generosam ente nelle ore di m aggior lavoro, in perfetta unione di spirito coi superiori e confratelli.
2) A ltretta n to dobb iam o dire degli Oratori festivi e quo
tidiani. M entre il Clero oggigiorno in tu tte le grandi Parrocchie si adopera per avere la propria « Casa della gioventù », o « Casa della D ottrin a cristiana », la scuola parrocchiale, i cam pi da giu oco, ho p o tu to rilevare che alcuni nostri O ratori v iv on o una v ita stracca, sono affidati a uno o due confratelli, riducono l’ a ttività catechistica e la v ita religiosa, si preoccu pan o del divertim ento quasi com e unico m ezzo d ’ attrattiva, sono in dipendenti dai D irettori o dai Parroci.
Ora nello studio che farem o sulle P arrocchie non dovrà m ancare quello Sull’ Oratorio parrocchiale e Sull’ Oratorio nostro dipendente dai P arroci secolari. V i sono problem i vari e di non facile soluzione; m a l ’am ore alle anim e e la nostra qualità di edu catori salesiani, sull’esem pio di D on B osco, deve farci trovare possibili le intese, anche con sacrifìcio di qualche pri
vilegio prò bono pacis et animarum.
4. — Il terzo problem a attuale e ancor più arduo è quello delle Scuole professionali ed agricole. Siamo quasi l ’unica F a m iglia religiosa che tradizionalm ente si occu pa di esse; ma, se m olto abbiam o fa tto, m olto più resta da fare, specialm ente per il reclutam ento e la form azione dei nostri Coadiutori com e capi di laboratorio e per l’am m odernam ento graduale di tutte le nostre scuole.
È doveroso un esame di coscienza accurato dei Superiori, dei consigli ispettoriali, dei capitoli delle case, per riconoscere dapprim a gli sbagli com m essi finora e le buone occasioni per
dute, per studiare com e in ciascuna N azione si deve organiz
zare la preparazione rem ota di tu tto il personale tecn ico, delle scuole, dei laboratori, dei program m i scolastici, in adesione a quelli statali e per arrivare alle pratiche deliberazioni da
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attuare gradualm ente. L ’avvenire è dappertutto a favore di queste scuole, com e ben appare dal fiorire di Istitu ti profes
sionali ed agricoli per opera di benefattori, E n ti e industrie d ’ ogni specie; com e si vede dall’ afflusso crescente di allievi a queste scuole e dalla richiesta di m anodopera qualificata; com e im pone la giustizia sociale, che eguaglia orm ai i diritti di tutti i cittadini alla istruzione gratuita fino ai 14 anni, e in alcuni luoghi ai 17 anni.
Il Consigliere Scolastico Professionale sta facendo un dili
gente la voro preparatorio che presto p otrà presentare all’e
same di tu tte le Ispettorie. E fin d ’ora in vito tu tti i com pe
tenti a portare la loro collaborazione, affinchè in ogni N azione possiam o collocarci in quel posto di benem erenza che D o n B osco ha sognato e iniziato, per la conquista del ceto operaio e per il prestigio della Chiesa santa di fronte al socialism o e al c o muniSmo ateo.
Questi tre temi: la P arrocchia, l ’O ratorio e le Scuole P r o fessionali ed A gricole dovranno form ar l ’ oggetto principale del Capitolo Generale X I X , che sarà, a D io piacendo, nel 1964.
Speriam o che la luce solare del prossim o Concilio E cum enico possa illum inare e dar n u ovo im pulso anche a queste nostre trattazioni.
5. — L ’ Ud ie n z a d e l Sommo Po n t e f ic e. - N on a vevo pen sato che, al term ine del mio viaggio, avrei p otu to ottenere una udienza pili'ti col are del Santo Padre; m a fu l ’interessa
m ento diretto di benevoli M onsignori che v iv o n o al suo fianco, che mi rese facile per la terza v o lta l ’ am bitissim o colloquio.
La dom enica 11 settem bre, quando il S. Padre si com piacque di celebrare la S. Messa nella chiesa parrocchiale di Castel G andolfo, fui felice di assistere al rito, di ricevere la Sua bene
dizione al term ine della Messa e nuovam ente dopo il discorso con clu sivo; anzi anche sul m ezzogiorno mi unii alla folla as
siepata nel cortile del Palazzo, per recitare con Lui l 'Angelus Domini, godere le sue brevi parole e inginocchiarm i per la terza v o lta al suo saluto benedicente.
M artedì 13 alle ore 12,45 fui am m esso alla venerata Sua presenza e mi accolse con l ’ab b ra ccio confidenziale che toglie ogni soggezione. L ’inform ai del viaggio com piu to, del lavoro salesiano in quelle R epu bb lich e, dei bisogni delle nostre P arrocchie e M issioni, della stima incondizionata che godiam o presso tutte le A utorità, dello sviluppo in questo nostro Cen
tenario; ed Egli, rievocan do dalle sue m em orie lontane, m i confidò che il suo prim o in contro con D o n B osco fu quando vide arrivare in casa il Bollettino Salesiano listato a lu tto, con l ’annuncio della sua m orte nel gennaio del 1888, dato dal Yen. D o n Rua. E gli non aveva ancora 7 anni e p ortò im pressa la scena della lettura com m oven te di quel doloroso annunzio.
P o i era ven u to una v o lta a Torino col suo V escovo, M on signor R adin i Tedeschi, che d ov ev a pronunciare il discorso su D om en ico Savio, quasi apertura della Causa di beatificazione e ne aveva visitato la m odesta casa di M ondonio.
R ichiam ò C ostantinopoli, Parigi e Venezia, sofferm andosi com piacente sui ragazzi dell’istituto Giorgio Cini e sulle loro am abili letterine... sul Conte generoso nostro benefattore e sulla Basilica di S. G iorgio...
E il discorso lo portò alla visita com piu ta il giorno prim a ai luoghi del suo prim o sacerdozio e a considerare le vie m iste
riose del Signore nel corso della sua vita. « Com e il Signore ha v olu to! io non ho mai m osso un dito; ho fa tto sempre la v olon tà dei miei Superiori e di Dio! ». E passò in rassegna le tappe della sua v ita dal Sem inario al corso di T eologia che p otè com piere in R om a per v olon tà del suo V escov o; com e segretario di Mons. R adini Tedeschi e alla sua m orte com e D irettore spirituale del Sem inario di Bergam o; dalla chiam ata a R om a alla Congregazione di P ropaganda alle varie N unzia
ture; egli vedeva un continuo succedersi di avvenim enti, la cui spiegazione trov a va nel program m a di v ita che p r o v v i
denzialm ente gli era brillato alla m ente alla celebrazione di una delle prim e Messe.
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I suoi com pagni di studi aveva n o volu to assistere in gruppo a una delle sue Messe e lo invitarono a dire loro alcune parole.
X e ll’ incertezza di ciò che doveva dire, a v eva chiesto consiglio al suo D irettore spirituale, un Padre Passionista; il quale gli suggerì di attingere l’argom ento dal De Imitatione Ch'isti, aprendo il libro, com e si suole, a caso. E la buona sorte capitò al cap. X X I I I del libro terzo; che S. Santità mi recitò alla lettera, a m emoria:
« De quatuor magnani importantibus pacem.
Fili, nunc docebo te viam pacis et verae libertatis.
1. - Stude, fili, alterius potius facere voluntatem quam tuam.
2. - jElige semper minus quam plus habere.
3. - Quaere semper inferiorem locum et in omnibus subesse.
4. - Opta semper et ora ut voluntas Dei integre in te fiat.
Ecce talis homo ingreditur fines pacis et quietis ».
« I quattro capisaldi della pace. Ora, figliuolo, ti insegno la via della pace e della vera libertà:
1. - P rocura di fare piu ttosto l ’altrui che la tua volontà.
2. - Preferisci sempre di aver m eno che più.
3. - Cerca sempre il posto più basso e di essere in ogni cosa sottom esso.
4. - Desidera sempre e prega che in te si com pia intiera la divina volontà.
E cco com e l ’uom o pu ò entrare nel regno della pace e della tranquillità».
Su questi principi ascetici, che gli parvero la v oce di D io, non solo fece il suo fervorino ai devoti suoi am ici, m a volle uniform are sempre la sua con dotta. E in essi trov ò facile a da t
tare il suo anim o a portare anche la pesante croce «lei P on tifi
cato, quando nell’ottob re del 1958 giunse al Conclave. Ci nar
rava infatti S. E m . il Card. Fossati, A rciv escov o di Torino, p och i giorni dopo l ’elezione, ven u to a T orino per il giorno di tu tti i Santi a far l ’om elia in Cattedrale, che durante il Conclave
egli a v eva avu to la sorte di abitare in una stanza adiacente a quella del P atriarca di Venezia. E che quando il nom e del Card. A ngelo R on calli com inciò a conquistare v o ti di scrutinio in scrutinio, egli aveva assistito all’ angoscia del suo vicin o e più v o lte aveva avu to la sorte di con fortarlo e di unirsi a Lui in preghiera, quasi angelo consolatore del transeat a me calix iste. Ma quando l’ultim o scrutinio rivelò al paziente che era v olon tà di D io la sua elezione al P on tificato, in breve ora trov ò nuovam ente la sua pace e la sua serenità, perchè il p ro posito del suo prim o Sacerdozio aveva una solenne applica
zione in quest’ultim o stadio della sua vita e, con la sicurezza di com piere la divina volon tà, gli fu possibile avere im m edia
tam ente la pace e la tranquillità dell’anim o suo.
Chiesi um ilm ente al Som m o P ontefice il perm esso di dire anche ad altri queste confidenze fattem i con tan ta sem plicità, a edificazione com une; ed E gli sorrise e non me lo negò; per cui m i faccio un dovere di rivelarvi questo spiraglio intim o dell’ anima del nostro am abile V icario di Gesù Cristo, affinchè lo im itiam o tu tti nel com pim ento esatto delle nostre o b b e dienze.
Era trascorsa quasi una m ezz’ora e trillò un cam panello:
S. Santità volle posare due v olte con me e col mio segre
tario, poi benedisse me e tu tte le mie intenzioni m entre gli b a cia vo l ’anello, e m i con gedò con un secondo abbraccio paterno.
Oh com e vorrei che tu tti facessim o norm a di vita le parole del nostro caro Padre D on B osco: « pregare per il Papa, d i
fendere il Papa, vivere per il P apa ».
6. — Pr e p a r a zio n e a l Concilio Ec u m e n ic o. - Special
mente in preparazione del Concilio Ecumenico sia una parola d’ ordine e una comune intenzione: il Papa ha offerto la sua vita per il buon esito del 2° Concilio Vaticano; chi vieta che facciamo altrettanto anche noi? E perchè S. Santità ne parla con tanta frequenza e insiste affinchè si preghi per il felice
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esito del C oncilio? « E gli ha bisogno di sentirsi unito alle m em bra della Chiesa e di celebrare insieme il m istero della vita unitaria dell’intero organism o ecclesiastico ».
Così infatti disse S. Em . il Card. M ontini, A rcivescovo di M ilano, in una sua prolusione sul Concilio E cum enico:
« La con voca zion e annunciata com e prossim a del I I Con
cilio V aticano ha scosso la Chiesa, ha interessato il m ondo.
P och i avvenim enti son preceduti da pari interesse. T utti hanno l’impressione d ’essere alla vigilia d ’un fa tto straordinario, non soltanto per la sua eccezionale scadenza nel tem po, m a per una sua incalcolabile im portanza sul corso della storia. N oi credenti p oi avvertiam o oscuram ente, ma vivam en te che tale avvenim ento ha un rapporto con i misteriosi disegni univer
sali di D io circa le sorti um ane e si pone in relazione p a rtico
lare con le singole nostre coscienze. L ’evoluzione stessa della civiltà, che sotto i nostri occh i precipita i suoi m om enti e pare preludere a qualche m eravigliosa palingenesi, o m inacciare qualche catastrofe apocalittica, sem bra offrire un quadro del m ondo tem porale in attesa d ’ una ignota rivoluzione spirituale.
Il messianismo del nostro tem po, che agita e pulsa sotto le grandi correnti, ottim iste o disperate che siano, entra in al
larme, e quasi in sintonia con l’annuncio inaspettato del pros
sim o Concilio. Qualche cosa di profetico corre nell’atm osfera del nostro tem po; non si spiega altrim enti perchè un tale an
nuncio abbia suscitato una così v iv a attenzione e una simile attesa ». « Per quanto è dato sapere, quest’annuncio, che fa scattare una deliberazione di smisurata im portanza, trae la sua origine dall’unica e personalissima v olon tà del Som m o Pontefice. Senza ricorrere alla supposizione d ’un im pulso carism atico preternaturale, possiam o sicuram ente dire, anche per le confidenze che G iovanni X X I I I non ci ha risparm iato in proposito, che E gli sapeva e sentiva d ’esercitare, con la virtù profetica del Suo ufficio, quella suprem a potestà, a cui fa garanzia l ’assistenza dello Spirito Santo, prom essa da Cristo.
Egli stesso ci avverte d ’aver ob b ed ito ad una “ ispirazione,
della cui spontaneità sentim m o nell’um iltà della nostra anima, com e un to cco , im provviso ed inatteso ” ».
« Q uesto prim o inizio, scoperto nel cenacolo interiore del
l ’anima del Papa, è già di per sè bellissimo e notevolissim o » e ci sprona a pregare m olto per il Som m o P ontefice e per tu tte le sue universali santissime intenzioni.
7. — La p r e g h ie r a pe r il Concilio Ec u m e n ic o. - E giacché la S. Penitenzieria A postolica il 23 settem bre pu bb licò la preghiera per il Concilio E cum enico, la riportiam o a d ocu m ento storico e per raccomandarne la recita ogni giorno nelle nostre comunità o dopo la 8. Messa al mattino o alle preghiere della sera, come si crederà opportuno:
« O divin o Spirito che, in via to dal Padre nel nom e di Gesù, assisti e guidi infallibilm ente la Chiesa, effondi sul Concilio E cu m enico la pienezza dei tu oi doni.
O soave maestro e consolatore, illum ina la m ente dei nostri presuli, che solleciti all’in vito del Som m o P on tefice rom an o si riuniranno a solenne adunanza.
F a ’ che da questo Concilio m aturino frutti abbondanti:
ognor più si diffonda la luce e la forza del V angelo nella um ana società, n u ovo vigore acquisti la R eligione ca ttolica e il suo im pegno m issionario; si giunga a più profon da conoscenza della dottrina della Chiesa, e ad un salutare increm ento del costum e cristiano.
O dolce ospite delle anime, conferm a le nostre m enti nella verità. E disponi all’ obbedienza i nostri cuori, affinchè le deli
berazioni del Concilio trovin o in noi generoso assenso e pronto adem pim ento.
T i preghiam o ancora per le pecorelle che non sono più dell'u n ico ovile di Gesù Cristo, affinchè an ch ’esse, che pur si gloriano nel nom e cristiano, possano finalm ente ritrovare l ’ u n ità sotto un solo Pastore.
R in n ova nella nostra ep oca i prodigi com e di una novella Pentecoste: e con cedi che la Chiesa Santa, riunita in unanime,
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più intensa preghiera attorno a Maria, M adre di Gesù, e guidata da Pietro, diffonda il regno del Salvatore D ivin o, c h ’è regno di verità, di giustizia, di am ore e di pace. Così sia ».
1. Indulgenza di 10 anni ogni volta.
2. Indulgenza plenaria una volta al mese alle consuete condizioni a coloro che la reciteranno tutti i giorni per un mese intero.
(S. Penitenzieria A p ., 23 settembre 1959)
8. — Cr o c i a t a d i p r e g h i e r e p e r l ap a c e n e l m o n d o. - H o ricevu to in data 15 settem bre una lettera d rco la re di S. E. il V escovo di Leiria (P ortogallo) con la quale egli in vita tu tte le Fam iglie religiose ad unirsi nel giorno 13 ottob re alla m ani
festazione di fede e di pietà che chiam erà a F atim a centinaia di migliaia di pellegrini, a supplicare il Cuore Im m a cola to di Maria per la pace nel m ondo.
Possiam o ben supporre che il fam oso m essaggio di Fatim a, di cui tanto s’è parlato, sia l ’in vito a questa crociata di p re
ghiere da parte di tu tto il p o p o lo cristiano; e a noi religiosi giunge lo speciale in vito dal V escov o a collocarci in prim a fila in questa supplica universale. Com e potrem m o sottrarci a tale desiderio della M adonna? U niam oci in ispirito nelle nostre Case e Cappelle; e siccom e questo in vito arriverà a m olti di v oi con ritardo n otevole, v i prego di com piere il desiderio del- l’E cc.m o V escovo nella prossim a festa dell’im m a cola ta , l’8 d i
cem bre, o in data a v o i più conveniente.
9. — A nzi, giacché vediam o che la « guerra fredda » tra le N azioni n on accenna a cessare e che il conseguim ento della pace nel m on do è reso sempre più diffìcile perchè m olti uom ini non sanno e non v oglion o vivere in pace con D io, vi in vito a cogliere questa bellissima occasione per prendere com e Strenna del 1961 il pensiero e il proposito della Pace.
N oi recitiam o tu tti i giorni l ’Ave Maria « per la pace in casa ». Quale argom ento m agnifico per i confratelli e per i g io vani studiare i m ezzi per procurare e conservare la pace con
D io, col prossim o, con le autorità e con i sudditi, in fam iglia e in società.
Pax Domini sit semper nobiscum La pace sia con noi.
Il m iglior m odo per concorrere a m antenere la pace nel m on do e la più efficace preghiera sarà il nostro quotidiano im pegno a praticarla il più perfettam ente possibile ciascuno di noi con l’esercizio della carità fraterna e l ’esatto adem pim ento dei nostri doveri.
1 0 . — Vi s i t a t o r i s t r a o r d i n a r i. - Continueranno anche quest’anno le visite straordinarie di alcuni Superiori C apito
lari alle Ispettorie:
Il sig. D. F edrigotti visiterà l ’ Olanda e le due Ispettorie della Germania.
Il sig. D . Pianazzi l’Inghilterra e gli Stati Uniti.
Il sig. D. B ellido E quatore e Colom bia.
A ccom pagn ateli con m olte preghiere e vogliate pure sempre ricordare il vostro
aff.m o in C. J.
Sac. Pe n a t o Zi g g i o t t i