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S L’Adi e la sperimentazione lombarda del telemonitoraggio

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e s p e r i e n z e

12 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXII numero 2 - Marzo 2015

S

i è tenuto di recente a Milano il primo workshop di respiro tecnologico sulla telemedici- na: “Telemedicina, salute in rete o buoni propositi”. L’incontro con i maggiori rappresentanti della sanità italiana e lombarda è stato un mo- mento di confronto per delineare progetti e prospettive attorno alla grande opportunità rappresentata dalla telemedicina. Durante il simpo- sio sono state tratteggiate le innova- zioni messe in campo per far fronte alla cronicità tra cui il telemonitorag- gio a domicilio. Curare i pazienti a casa loro, far viaggiare le informazioni e non le persone e dare concretezza alla medicina di prossimità sono i principali vantaggi che la telemedici- na, in generale, e il telemonitoraggio a domicilio, in particolare, possono portare nella cura del paziente croni- co. Ne è convinto Fiorenzo Corti, Responsabile comunicazione nazio- nale Fimmg, che all’assise meneghi- na è stato il portavoce dell’esperienza lombarda di telemonitoraggio domici- liare inserita nel progetto CReG di gestione dei malati cronici.

“In Lombardia abbiamo concluso un’esperienza nel 2013 nel contesto della sperimentazione CReG (Chro- nic Related Group) - ha sottolineato Corti - che ha coinvolto un numero consistente di medici e pazienti. Il

nostro obiettivo era chiaro: monitora- re pazienti anziani a domicilio con strumenti innovativi”. Peso del pa- ziente, pressione parziale dell’ossige- no, elettrocardiogramma: tutte infor- mazioni rilevate grazie a tecnologie bluetooth e trasmesse, per mezzo di una scheda GSM, al Servizio Clienti del gestore della sperimentazione, sempre connesso ai medici di fami- glia. “È stata un’esperienza pionieri- stica che aprirà la strada a step suc- cessivi di monitoraggio - ha eviden- ziato Corti -. Quest’anno, solo in Re- gione Lombardia, saranno coinvolte 10 Asl e non più 5, ci aspettiamo che anche il numero di medici e pazienti coinvolti raddoppieranno”.

La necessità di sperimentare

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I dati di Regione Lombardia parlano chiaro: i malati cronici sono in co- stante aumento: circa 3.2 milioni in Lombardia nel 2013, pari al 31.8%

della popolazione assistita, e rappre- sentano ben il 79.6% della spesa sanitaria per attività di ricovero e cura, specialistica ambulatoriale e consumo di farmaci. All’interno di questo gruppo di pazienti sta sem- pre più aumentando anche il nume- ro di persone in condizione di croni- cità socio-sanitaria (in particolare anziani non autosufficienti, persone

con disabilità e persone affette da dipendenze da sostanze), stimabili in circa 600.000.

In considerazione di questi numeri, e per quanto riguarda la rete territo- riale, il nuovo paradigma del pren- dersi cura è stato oggetto di speri- mentazione in Regione Lombardia attraverso il modello CReG, una mo- dalità di presa in carico delle perso- ne affette da malattie croniche fina- lizzata ad assicurare la continuità del percorso assistenziale.

“Il Direttore generale della sanità lombarda - ha sottolineato Corti - ha notificato una riduzione di ricoveri ospedalieri grazie alla sperimentazio- ne CReG. Il paziente continua a mantenere il rapporto di fiducia con il suo Mmg e il monitoraggio, gestito tramite un Centro Servizi, attiva il medico di famiglia qualora ci sia l’emergenza. Abbiamo anche svilup- pato un sistema di customer sati- sfaction, dal quale risulta che sia i pazienti che i medici sono contenti e soddisfatti di queste innovazioni”.

Nella sperimentazione dei CReG, avviata nel 2013, è stata inserita la possibilità di gestire i pazienti anziani in condizione di cronicità socio-sanitaria con il telemonitoraggio domiciliare.

I risultati sono stati soddisfacenti e da quest’anno le Asl lombarde coinvolte saranno 10, il doppio rispetto a quelle che hanno preso parte al progetto iniziale

L’Adi e la sperimentazione lombarda del telemonitoraggio

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Fiorenzo Corti

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