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INDICE. 1. Domanda, offerta e spesa del pubblico Lo spettacolo dal vivo: andamenti » Attività concertistica » 10

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INDICE

1. Domanda, offerta e spesa del pubblico

1.1. Lo spettacolo dal vivo: andamenti 2006-2010

» 3 1.1.1. Attività concertistica

» 10 1.1.2. Lirica

» 18 1.1.3. Prosa

» 26 1.1.4. Balletto

» 34 1.1.5. Lo spettacolo dal vivo: dati provinciali 2008-2010

» 42 1.2. Il cinema: andamenti 2006-2010

» 48

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1. Domanda, offerta e spesa del pubblico

1.1. Lo spettacolo dal vivo: andamenti 2006-2010

I dati contenuti in questo rapporto espongono i risultati dell’attività di spettacolo svolta in Emilia-Romagna nel 2010 e censita dagli uffici territoriali della SIAE. Due i macroaggregati considerati: spettacolo dal vivo e spettacolo cinematografico, cui sono state riservate apposite sezioni. A sua volta lo spettacolo dal vivo comprende quattro settori: teatro, musica, danza e lirica disaggregati a loro volta nelle categorie che li compongono.

Sono considerati generi teatrali il teatro di prosa, il teatro dialettale, il recital letterario, i burattini e marionette, la rivista e commedia musicale, e gli spettacoli di arte varia, che comprendono tutte quelle espressioni artistiche difficilmente riconducibili ad un unico genere; sono considerati generi musicali la musica classica, che include anche i concerti bandistici e corali anche se il repertorio eseguito potrebbe non essere propriamente classico, la musica leggera e la musica jazz; sono considerate attività di danza il balletto (classico e moderno) e i concerti di danza; nella categoria musica lirica infine rientrano il teatro lirico e l’operetta.

Gli indicatori utilizzati per sintetizzare l’attività di spettacolo, coerentemente con quanto fatto per gli anni passati, sono: il numero di spettacoli (rappresentazioni), gli ingressi (spettatori), e la spesa al botteghino.

La prima grandezza, il numero di spettacoli, riepiloga gli eventi censiti nel periodo; la sua importanza deriva dal fatto che l’evento di spettacolo definisce l’unità minima di rilevazione alla quale sono ricondotte tutte le informazioni acquisite per ciascuna manifestazione: il genere (cinema, teatro, danza, ecc.) il luogo dell’evento, il numero di titoli d’accesso rilasciati, la spesa del pubblico. Gli ingressi totalizzano il numero di biglietti rilasciati e gli ingressi in abbonamento. Questo indicatore esprime il numero complessivo dei partecipanti alle manifestazioni per le quali è previsto il rilascio di un titolo d’accesso. La spesa al botteghino infine esprime le somme che gli spettatori corrispondono per poter accedere al luogo di spettacolo (spesa per l’acquisto di biglietti ed abbonamenti).

Un ulteriore dato che si è ritenuto utile fornire riguarda il tasso di occupazione delle sale regionali di spettacolo. Si tratta di un coefficiente numerico che combinando la capienza delle sale, il numero di rappresentazioni che vi hanno avuto luogo e il numero di spettatori che vi hanno preso parte esprime la capacità di ottimizzare il rapporto tra costi e servizio offerto attraverso la capacità di sfruttamento dello spazio.

I dati generali sullo spettacolo dal vivo contenuti nella tabella che segue, che espone l’effettiva consistenza di offerta, domanda e spesa del pubblico in regione e la sua incidenza sul totale nazionale, indicano un sostanziale equilibrio della condizione regionale rispetto a quella nazionale espresso da percentuali di incidenza del tutto in linea con quelle degli anni precedenti. Si deve però rilevare che, rispetto al 2009, alcune grandezze manifestano tendenze diametralmente opposte tanto a livello regionale che nazionale. Si registra ad esempio un calo piuttosto pronunciato del numero di rappresentazioni soprattutto in Emilia-Romagna, tale da ridurre l’incidenza della regione sul totale nazionale dal 10,3 al 9,9%. Per converso la partecipazione del pubblico, che risulta cresciuta in regione nonostante il calo registrato nel resto del paese, passa dal 9,2% del 2009 al 9,4%

del 2010 trascinando nella tendenza positiva anche la spesa del pubblico al botteghino, significativamente cresciuta in un anno dal 7,7% al 8,2%. E’ da rilevare, e le tabelle che

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negativo che positivo, sono manifestamente più rilevanti che a livello nazionale, espressione di tante realtà locali caratterizzate da andamenti differenti che si compongono, spesso annullandosi, nel quadro totale.

Tav.1 - Spettacolo dal vivo: offerta, domanda e spesa del pubblico, anno 2010

Fonte: ns.elaborazione su dati SIAE 2010

Se si considerano i dati che seguono, che mostrano le dinamiche delle diverse grandezze considerate negli ultimi cinque anni in Emilia-Romagna e in Italia si avrà una percezione ancora più chiara di quanto appena sostenuto. Mentre infatti l’evoluzione storica di domanda e offerta registra risultati simmetrici tra i due ambiti territoriali, nell’ultimo anno gli esiti della rilevazione censuaria indicano come a livello regionale sussistano dinamiche evolutive nettamente più marcate di quelle attive a livello nazionale.

Mentre infatti il numero di spettacoli in Emilia-Romagna è diminuito in un anno in misura pari a -5,1%, in Italia si è ridotto dell’1,3%. In realtà il dato saliente è che in entrambi gli ambiti territoriali si è giunti al livello più basso del periodo considerato. In Emilia-Romagna tra il 2006 e il 2010 sono stati rappresentati circa 1000 spettacoli in meno (-5,9%); nel resto del paese si arriva quasi a 20.000 (-10,8%). Da rilevare inoltre che, mentre l’offerta in regione presenta un andamento caratterizzato da continue oscillazioni, tanto verso l’alto che verso il basso, nel resto del paese la tendenza (a parte l’eccezione del 2007) è unicamente al ribasso. Si può ipotizzare, sia pure con tutte le cautele del caso, che un’influenza rilevante nella riduzione dell’offerta sia stata esercitata negli ultimi anni dai tagli progressivi subiti dal Fondo Unico dello Spettacolo, che riducono significativamente i margini operativi delle imprese di spettacolo. Va altresì rilevata la pressoché completa assenza di programmazione relativamente alle altre voci di finanziamento statale dello spettacolo dal vivo: sia i fondi provenienti dal lotto infrasettimanale, sia quelli derivanti dagli accantonamenti dell’Arcus sono distribuiti senza alcun criterio sistematico, ma in base a emergenze contingenti, e quindi senza alcuna capacità di incidenza da parte dell’amministrazione culturale dello Stato.

Decisamente più confortanti i valori relativi agli indicatori di domanda che sembrano non risentire, almeno a livello regionale, delle minori opportunità di fruizione culturale disponibili sul territorio. Importante infatti la crescita complessiva del pubblico dello spettacolo dal vivo non solo negli ultimi cinque anni (circa 230.000 spettatori in più), ma anche nell’ultimo anno (oltre 50.000 presenze in più) soprattutto perché nel resto del paese gli spettatori sono diminuiti (-0,5%). Si deve quindi registrare, che il sistema dello spettacolo dal vivo in Emilia-Romagna si mostra comunque solido e reattivo, sopratutto se consideriamo gli effetti congiunti di una raggiunta maturità (che comporta certamente assestamenti e dinamiche più contenute) e dei tagli finanziari con il loro duplice carico di riduzione delle risorse attuali e di incertezza rispetto alla programmazione futura.

Una solidità che viene ribadita anche dal dato relativo alla spesa sostenuta dal pubblico della regione per accedere agli spettacoli (+8% nell’ultimo anno). Non bisogna dimenticare

Emilia-Romagna Italia incidenza % sul

totale

Rappresentazioni 16.084 162.096 9,9

Spettatori 3.109.348 32.971.840 9,4

Spesa al botteghino 51.845.440 630.134.043 8,2

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infatti che la disponibilità a sostenere una spesa per assistere ad uno spettacolo deriva, oltre che da fattori eminentemente “performativi”, quali ad esempio interpreti, registi/coreografi/direttori d’orchestra ecc. anche dalla fiducia che lo spettatore ripone nell’impresa culturale. E ciò è tanto più vero in una fase altamente recessiva, quale quella che stiamo vivendo, in cui sarebbe lecito attendersi che la spesa familiare per lo spettacolo dal vivo fosse tra le prime a venire ridimensionata. Lo sforzo economico sostenuto dal pubblico regionale viceversa conferma una convinta adesione alla proposta culturale presente nei cartelloni dell’Emilia-Romagna.

Tav. 2 - Spettacolo dal vivo: rappresentazioni effettuate in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2006-2010

Fonte: ns.elaborazione su dati SIAE 2010

Tav. 3 - Spettacolo dal vivo: spettatori in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2006-2010

Fonte: ns.elaborazione su dati SIAE 2010

Tav. 4 - Spettacolo dal vivo: spesa del pubblico in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2006-2010

Fonte: ns.elaborazione su dati SIAE 2010

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 17.090 18.374 16.712 16.945 16.084 -5,9 -5,1

Italia 181.622 186.619 174.455 164.227 162.096 -10,8 -1,3

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 2.877.787 3.089.860 3.172.974 3.055.454 3.109.348 8,0 1,8

Italia 30.988.563 34.834.849 33.089.677 33.121.169 32.971.840 6,4 -0,5

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 41.704.832 45.426.056 52.991.345 47.985.537 51.845.440 24,3 8,0

Italia 514.696.592 607.257.273 592.260.621 626.910.436 630.134.043 22,4 0,5

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Domanda, offerta e spesa del pubblico: andamenti 2006-2010

Emilia-Romagna Italia

80 90 100 110 120 130

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

80 90 100 110 120 130

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

Fonte: ns.elaborazione su dati SIAE 2010

La rappresentazione grafica dei fenomeni sopra descritti rende ancor più manifesto l’andamento delle grandezze nel periodo di tempo oggetto della rilevazione, non solo rispetto ai due ambiti territoriali considerati (regione Emilia-Romagna e Italia), ma anche tra esse stesse. Si ha modo di constatare che dopo il 2007, anno in cui tutte e tre le dimensioni sono cresciute tanto a livello locale che nazionale, i rispettivi andamenti divergono sensibilmente; più armoniche, per effetto di scostamenti più contenuti, le linee di tendenza di domanda e offerta in Italia, più scomposte quelle dell’Emilia-Romagna, maggiormente soggette a brusche

e decise inversioni di tendenza.

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Tav.5 - Spettacolo dal vivo: rappresentazioni nelle regioni italiane: valori assoluti e per 10.000 abitanti, anni 2008-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2008 – 2010; ISTAT – Bilancio demografico nazionale e popolazione residente al 31 dicembre 2010

La tabella precedente, che informa sul numero di rappresentazioni effettuate nelle regioni italiane nell’ultimo triennio, consente di effettuare comparazioni tra le diverse realtà territoriali italiane. Bisogna sottolineare che tale comparazione non è evidentemente effettuata allo scopo di istituire arbitrarie graduatorie di merito fra territori strutturalmente disomogenei, ma per individuare degli ordini di grandezza all’interno dei quali collocare i diversi contesti locali quali risultano dall’attività censuaria.

L’esposizione dei dati su un triennio inoltre consente di inferire considerazioni su un periodo temporale più lungo. In questo modo risulta ancora più evidente la flessione dell’offerta avvenuta nei tre anni, che ammonta oltre 12.000 spettacoli e che ha riguardato, in maniera più o evidente, la maggior parte delle regioni italiane. Particolarmente elevata la contrazione registrata in Sardegna, dove sono stati rappresentati meno della metà degli spettacoli del 2008, ma è da evidenziare anche la flessione del Piemonte (-18%), che in due anni ha ospitato circa 2000 spettacoli in meno.

In generale però bisogna rimarcare che più colpita è l’Italia insulare (Sicilia e Sardegna), seguita dal Nord (-6,0), mentre al contrario tre regioni del Meridione continentale (Puglia, Basilicata e Calabria) registrano saldi positivi. In questo contesto negativo il dato relativo all’Emilia-Romagna (-3,8%) risulta tra i meno peggiori, tanto è vero che la regione conserva uno dei coefficienti più elevati per rappresentazioni effettuate ogni 10.000 abitanti (38).

Variaz. % 2010-2008

Piemonte 15.040 13.885 12.338 -18 31

Valle D'Aosta 334 332 374 12 26

Lombardia 27.131 26.600 27.224 0,3 27

Trentino Alto Adige 4.554 4.610 4.749 4,3 44

Veneto 17.897 18.225 16.660 -6,9 37

Friuli Venezia Giulia 6.432 5.642 5.467 -15 46

Liguria 3.925 3.741 3.605 -8,2 23

Emilia Romagna 16.712 16.945 16.084 -3,8 38

Nord 92.025 89.980 86.501 -6 32

Toscana 12.114 11.893 12.376 2,2 32

Umbria 2.698 2.931 3.173 17,6 32

Marche 4.863 4.709 4.844 -0,4 30

Lazio 26.051 24.447 23.966 -8 43

Centro 45.726 43.980 44.359 -3 37

Abruzzo 2.350 2.186 2.351 0 16

Molise 221 171 182 -17,6 5

Campania 9.340 9.018 8.658 -7,3 15

Puglia 5.366 5.290 5.636 5 13

Basilicata 593 683 654 10,3 12

Calabria 1.583 1.639 1.701 7,5 8

Sicilia 10.230 7.859 8.658 -15,4 16

Sardegna 7.021 3.421 3.396 -51,6 20

Sud 36.704 30.267 31.236 -14,9 15

Italia 174.455 164.227 165.196 -5,3 27

2008 2009 2010 per 10.000 ab.

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Tav. 6 - Spettacolo dal vivo. Spettatori nelle regioni italiane: valori assoluti e per 100 abitanti, anni 2008-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2008 – 2010; ISTAT – Bilancio demografico nazionale e popolazione residente al 31 dicembre 2010

I dati positivi sulla partecipazione del pubblico, in controtendenza in molte regioni rispetto a quelli negativi sull’offerta, confermano come tra le due grandezze si fatichi a ravvisare un effetto di causalità diretta, per cui l’andamento di una determina meccanicamente quello dell’altra, ma come nella scelta del consumatore di cultura intervengano una congerie di fattori che vanno oltre la semplice possibilità di fruizione.

Non si spiega altrimenti come in alcune regioni, come la Sardegna, la Sicilia e il Piemonte, in cui l’offerta, come abbiamo appena visto, si è ridotta drasticamente, registrano un numero di presenze maggiori, mentre in altre, come ad esempio l’Umbria che registra la variazione positiva più elevata per quanto riguarda l’offerta (+17,6%), registri una flessione di pubblico (-3,4%), o come la già citata Calabria dove le maggiori occasioni di fruizione (+7,5%) non si sono tradotte in speculari incrementi di pubblico (-1,9%).

A livello di macroaree bisogna poi sottolineare come la crescita di molte regioni meridionale abbia trascinato l’intera area verso un saldo positivo (+2,3%) particolarmente significativo se comparato con le altre macroaree: del Centro che presenta una decisa flessione (-3,7%); del Nord che mostra un quadro di sostanziale stagnazione (+0,3%). In questo contesto il dato negativo dell’Emilia-Romagna (-2%) risulta attenuato dal parziale recupero di pubblico avvenuto nel 2010 rispetto al 2009, che consente alla regione di mantenere la quarta posizione (dopo Friuli Venezia-Giulia, Lazio e Trentino Alto Adige) in termini di spettatori ogni 100 abitanti (69).

Variaz. % 2010-2008

Piemonte 2.314.437 2.337.995 2.331.085 0,7 52

Valle D'Aosta 54.470 64.460 58.685 7,7 50

Lombardia 6.538.321 6.512.941 6.645.322 1,6 66

Trentino Alto Adige 682.486 764.097 761.210 11,5 74

Veneto 3.086.798 3.141.999 3.112.423 0,8 64

Friuli Venezia Giulia 1.062.349 1.114.776 953.069 -10,3 90

Liguria 917.900 924.635 910.765 -0,8 57

Emilia Romagna 3.172.974 3.055.454 3.109.348 -2 69

Nord 17.829.735 17.916.357 17.881.907 0,3 65

Toscana 2.331.338 2.379.602 2.287.367 -1,9 63

Umbria 474.093 456.471 458.044 -3,4 50

Marche 978.021 905.371 804.674 -17,7 58

Lazio 4.922.314 4.828.156 4.833.055 -1,8 84

Centro 8.705.766 8.569.600 8.383.140 -3,7 72

Abruzzo 452.491 389.408 414.952 -8,3 29

Molise 35.090 30.938 35.142 0,1 10

Campania 1.910.727 2.002.360 1.843.682 -3,5 34

Puglia 1.158.476 1.188.447 1.315.501 13,6 29

Basilicata 99.444 108.915 103.701 4,3 19

Calabria 361.335 347.044 354.366 -1,9 17

Sicilia 1.901.059 1.900.912 1.955.484 2,9 38

Sardegna 635.554 667.188 683.965 7,6 40

Sud 6.554.176 6.635.212 6.706.793 2,3 32

Italia 33.089.677 33.121.169 32.971.840 -0,4 54

per 100 ab.

2008 2009 2010

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Tav.7 - Spettacolo dal vivo. Spesa del pubblico nelle regioni italiane: valori assoluti e pro-capite, anni 2008-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2008 – 2010; ISTAT – Bilancio demografico nazionale e popolazione residente al 31 dicembre 2010

Di segno decisamente positivo l’andamento della spesa al botteghino, che conferma la crescita già rilevata l’anno precedente e che ha riguardato un maniera pressoché uniforme tutte e tre le macroaree oggetto della rilevazione. Praticamente speculare l’incremento fatto registrare al Nord e al Sud (pari a 7%), mentre al Centro si è attestato intorno 4,5%. A livello nazionale la differenza tra 2008 e il 2010 ammonta a circa 28 milioni di euro in più di spesa per acquistare biglietti ed abbonamenti. La maggior parte delle regioni italiane risulta perfettamente in linea con questa tendenza positiva, soprattutto le regioni settentrionali e meridionali, mentre al Centro le regioni con saldo positivo e quelle con saldo negativo si distribuiscono in modo uniforme.

Anche in questo caso, coerentemente con quanto visto a proposito degli spettatori, il dato negativo dell’Emilia-Romagna (-2,2%) risulta meno preoccupante se si considera il riassestamento del 2010 sui livelli del 2008, dopo la brusca flessione del 2009. Va comunque evidenziato che la spesa pro-capite in regione (11 euro), anche se si mantiene su livelli elevati rispetto al resto del paese, è però inferiore tanto alla media del Nord che del Centro Italia (13 euro pro-capite).

Variaz. % Spesa

2010-2008 pro-capite

Piemonte 39.456.596 39.704.024 46.172.009 17 9

Valle D'Aosta 588.677 807.196 727.132 23,5 6

Lombardia 135.460.657 153.341.391 149.847.899 10,6 15

Trentino Alto Adige 8.592.001 9.759.708 10.776.694 25,4 9

Veneto 76.063.952 75.413.480 75.189.515 -1,1 15

Friuli Venezia Giulia 14.657.816 20.929.104 16.938.598 15,6 17

Liguria 15.017.706 14.619.766 15.611.438 4 9

Emilia Romagna 52.991.345 47.985.537 51.845.439 -2,2 11

Nord 342.828.751 362.560.206 367.108.724 7,1 13

Toscana 41.728.259 43.402.517 42.840.842 2,7 12

Umbria 7.244.860 6.517.428 6.356.509 -12,3 7

Marche 15.621.238 16.382.733 13.561.053 -13,2 10

Lazio 90.852.360 92.635.342 99.662.881 9,7 16

Centro 155.446.718 158.938.020 162.421.285 4,5 13

Abruzzo 6.436.146 5.184.820 5.179.078 -19,5 4

Molise 384.089 416.340 394.598 2,7 1

Campania 33.924.300 36.849.771 34.315.870 1,2 6

Puglia 14.275.054 16.231.291 17.934.176 25,6 4

Basilicata 1.114.564 1.153.342 1.193.020 7 2

Calabria 4.384.573 4.539.803 4.197.315 -4,3 2

Sicilia 26.940.605 32.713.346 28.075.929 4,2 6

Sardegna 6.525.822 8.323.497 9.314.048 42,7 5

Sud 93.985.152 105.412.210 100.604.034 7 5

Italia 592.260.621 626.910.436 630.134.043 6,4 10

2008 2009 2010

(10)

1.1.1.Attività concertistica1

Domanda, offerta e spesa del pubblico: andamenti 2006-2010

Emilia-Romagna Italia

90 105 120 135 150 165

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

90 105 120 135 150 165

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

1 Il settore analizzato comprende: concerti classici, concerti di musica leggera, concerti jazz

(11)

L’attività concertistica risulta, fra quelle oggetto della rilevazione, l’unica che presenta un saldo positivo, nel raffronto tra 2009 e 2010, per tutti e tre gli indicatori considerati. E se è vero che pubblico e spesa sono cresciuti anche nel settore teatrale, la musica è l’unica che ha visto crescere, seppur in misura lievissima (0,2%), anche il numero degli spettacoli offerti.

Nella tabella che espone i dati disaggregati per sottogeneri, così da precisarne l’effettivo peso specifico, è assai evidente che la tenuta del settore si deve quasi interamente alla crescita cospicua dei concerti di musica classica (12,8%), che, dopo un anno di flessione piuttosto pronunciata, sono tornati ai livelli consueti. Sostanzialmente equilibrata (almeno negli ultimi tre anni) l’offerta di musica leggera (+1,1% nell’ultimo anno), mentre piuttosto critica risulta la proposta di musica jazz in regione (-20,3%). La presentazione dei dati disaggregati documenta inoltre la pozione assolutamente dominante dei concerti di musica leggera, che costituiscono circa i due terzi dell’intero comparto musicale.

Tav.1 – Attività concertistica: rappresentazioni effettuate in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

Tav.2 - Attività concertistica: rappresentazioni effettuate in Emilia-Romagna per sottogenere, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2006 2007 2008 2009 2010

% sul tot.

Italia nel 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 3.974 4.761 4.239 4.085 4.092 10,7 3,0 0,2

Italia 34.634 38.175 36.383 36.235 38.251 100,0 10,4 5,6

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Concerti classici 1.052 1.075 988 875 987 -6,2 12,8

Concerti di musica leggera 2.235 2.834 2.542 2.561 2.588 15,8 1,1

Concerti jazz 687 852 709 649 517 -24,7 -20,3

Totale musica 3.974 4.761 4.239 4.085 4.092 3,0 0,2

(12)

Fig.1 - Attività concertistica: rappresentazioni effettuate nelle regioni italiane, anno 2010

Piemo nte

Valle D'Aosta Lom

bardia

Trenti no Al

to Adig e Vene

to

Friuli Venezia Giulia Ligu

ria

Emilia-RomagnaToscana Umbria

Marche Lazio Abruzzo

Molise Campan

ia Pugli

a Basilicata

Cala briaSicilia

Sarde gna 0

1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

(13)

L’influenza della musica leggera è ben visibile nella tabella relativa agli ingressi del pubblico. La crescita complessiva del settore (3,5%) infatti è quasi interamente imputabile a questo genere di spettacolo che, essendo molto sensibile agli appuntamenti proposti dagli artisti di successo, sposta masse considerevoli di pubblico.

Tav.3 - Attività concertistica: spettatori in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

Tav.4 - Attività concertistica: spettatori in Emilia-Romagna per sottogenere, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2006 2007 2008 2009 2010

% sul tot.

Italia nel 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

827.788 886.638 1.051.301 944.057 976.658 8,7 18,0 3,5

9.942.735 11.668.740 11.748.274 11.623.236 11.219.876 100,0 12,8 -3,5

Italia

Emilia-Romagna

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Concerti classici 223.586 240.327 246.205 245.285 249.533 11,6 1,7

Concerti di musica leggera 560.742 597.789 766.892 659.964 691.445 23,3 4,8

Concerti jazz 43.460 48.522 38.204 38.808 35.680 -17,9 -8,1

Totale musica 827.788 886.638 1.051.301 944.057 976.658 18,0 3,5

(14)

Fig.2 - Attività concertistica: spettatori nelle regioni italiane, anno 2010

Piemont e

Valle D'Aosta Lomb

ardia

Trentino Alto Adige Vene

to

Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia-RomagnaToscana

Umbria MarcheLazio

Abruzzo Molise

Camp ania

Pugl ia Basilicata

Calabria Sicilia

Sardegna 0

500.000 1.000.000 1.500.000 2.000.000 2.500.000

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

(15)

Del tutto positivi infine gli andamenti dei tre sottogeneri per quanto riguarda la spesa del pubblico. Particolarmente significativa la crescita della spesa per i concerti classici (35,6%), più che raddoppiata rispetto al 2006 e al livello più alto del periodo oggetto della rilevazione.

Tav. 5 - Attività concertistica: spesa del pubblico in Emilia-Romagna e in Italia negli anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

Tav. 6 - Attività concertistica: spesa del pubblico in Emilia-Romagna per sottogenere, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2006 2007 2008 2009 2010

% sul tot.

Italia nel 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 15.435.579 15.467.130 22.529.396 19.334.114 23.166.718 9,3 50,1 19,8

Italia 177.395.681 218.841.790 235.908.386 257.693.356 248.424.754 100,0 40,0 -3,6

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Concerti classici 3.563.588 3.211.709 3.502.551 4.279.281 5.801.368 62,8 35,6

Concerti di musica leggera 11.349.217 11.589.842 18.463.443 14.573.046 16.792.730 48,0 15,2

Concerti jazz 522.774 665.579 563.402 481.788 572.621 9,5 18,9

Totale musica 15.435.579 15.467.130 22.529.396 19.334.115 23.166.719 50,1 19,8

(16)

Fig. 3 - Attività concertistica: spesa del pubblico nelle regioni italiane, anno 2010

Piemo nte

Valle D 'Aosta

Lom bardia

Trentino Al to Adige

Ven eto

Friul i Venezia G

iulia Liguria Emil

ia-Romag na

Toscana UmbriaMarche

Lazio Abruzzo

Moli se Campania

Puglia Basilicata

Calabr ia

Sicilia Sardegna 0

10.000.000 20.000.000 30.000.000 40.000.000 50.000.000 60.000.000

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

(17)

Tav. 7 - Attività concertistica: tasso di occupazione delle sale dell'Emilia Romagna per sottogenere di attività e per provincia - anno 2010

Provincia Concerti classici Concerti di Musica

Leggera Concerti Jazz Concerto di musica corale Bologna 63,7 71,2 48,0 -

Ferrara 60,0 70,2 15,8 - Forlì-Cesena 44,0 46,4 47,9 - Modena 67,7 56,1 32,5 - Parma 41,8 51,7 52,8 -

Piacenza 42,0 33,0 34,5 37,6 Ravenna 51,7 44,1 71,3 -

Reggio Emilia 57,0 49,4 50,9 20,4 Rimini 18,1 44,3 42,2 13,7 Media 49,5 51,8 44,0 23,9 Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

Un elemento decisivo per stimare il grado di efficienza rispetto alla capacità di sfruttamento dello spazio e, di conseguenza la capacità di ottimizzare il rapporto tra costi e servizio offerto, consiste nel rilevare la percentuale di riempimento della sala. Si tratta di un indicatore che, esprimendo il rapporto percentuale tra la capienza delle sale e la media di spettatori per rappresentazione, misura il grado di affezione del pubblico alla sala teatrale o comunque la sua capacità di attrazione. E’ evidente che, trattandosi di un coefficiente numerico che risulta dalla composizione di più fattori (il numero medio di biglietti venduti per rappresentazione nella stessa sala, il numero di rappresentazioni e la capienza della stessa) deve essere interpretato al di là della semplice espressione numerica. Intervengono infatti talmente tanti fattori (uno su tutti il numero di repliche di una spettacolo che, soprattutto nel cinema e nella prosa, non godendo dell’effetto novità registrano numeri progressivamente inferiori di presenze), che assumere questi valori come indicatori di successo, e di qualità della programmazione, potrebbe essere quantomeno insidioso.

In ogni caso, alla luce di queste considerazioni, si può osservare, analogamente a quanto già visto a proposito della partecipazione del pubblico, che la musica leggera è il genere, almeno fra quelli musicali, che garantisce maggior successo in termini di riempimento degli spazi (51,8%). Leggermente inferiore (49,5%) il valore attribuito alla musica classica, mentre decisamente più basso quello della musica jazz (44%). Dal confronto tra le province emerge una buona risposta del pubblico agli spettacoli di musica leggera programmati a Bologna e provincia (71,2%) seguita da Ferrara (70,2%); il valore più basso si registra a Rimini nel comparto dei concerti di musica corale (13,7).

(18)

1.1.2. Lirica2

Domanda, offerta e spesa del pubblico: andamenti 2006-2010

Emilia-Romagna Italia

90 100 110 120 130 140 150

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

95 100 105 110 115 120

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2 Il settore analizzato comprende teatro lirico e operetta

(19)

L’attività lirica in Emilia-Romagna va interpretata alla luce di un più ampio processo di consolidamento e assestamento che ha registrato, dopo un periodo costante di crescita culminato nel 2008, una generale flessione tanto sul versante dell’offerta quanto su quello della domanda. Flessione che si è verificata in tutta Italia, ma che in Emilia-Romagna si è mostrata sensibilmente più incisiva.

Ciò può ascriversi alle condizioni di più forte maturità del sistema dello spettacolo in Emilia-Romagna, che ha anticipato spesso le tendenze nazionali e che, in questo senso, rivela un momento di delicato passaggio tra un meccanismo produttivo e di consumo del tutto assodato e le modalità appena emergenti di un rinnovamento che tocca per prima la lirica, in quanto forma espressiva più tipicamente ottocentesca e pertanto più incisivamente passibile di altre di una domanda di adeguamento sia nei profili organizzativi e produttivi sia nell’attivazione di canali distributivi più ampi nei confronti del pubblico potenziale.

Si consideri, inoltre, che negli anni più recenti il Fondo Unico dello Spettacolo, fonte non trascurabile di finanziamento dei teatri del settore, ha subito tagli massicci e senza precedenti, costringendo in diversa misura tutti gli operatori del comparto dello spettacolo dal vivo a robuste contrazioni dell’offerta, o comunque a rimodulazioni della programmazione.

Le tabelle relative ai sottogeneri mostrano come la flessione del settore lirico del 2010 sia (soprattutto dal lato dell’offerta) quasi completamente riconducibile al genere operetta (- 25,8%), mentre il calo consistente del teatro lirico si è registrato nel 2009 rispetto al 2008.

Tav.1 – Lirica: rappresentazioni effettuate in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

Tav.2 - Lirica: rappresentazioni effettuate in Emilia-Romagna per sottogenere, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2006 2007 2008 2009 2010

% sul tot.

Italia nel 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 333 349 444 384 367 11,8 10,2 -4,4

Italia 2.748 3.036 3.122 3.086 3.102 100 12,9 0,5

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Teatro lirico 264 286 379 322 321 21,6 -0,3

Operetta 69 63 65 62 46 -33,3 -25,8

Totale Lirica 333 349 444 384 367 10,2 -4,4

(20)

Fig.1 - Lirica: rappresentazioni effettuate nelle regioni italiane, anno 2010

Piemo nte

Valle D'Aosta Lom

bardia

Trentino Al to A

dige Veneto

Friuli Venezi a Giulia

Ligur ia

Emilia-Romagn a Toscana

Umbria MarcheLazio

Abruzzo Molise

Campania Puglia

Basilicata Calabria

Sicilia Sardegna 0

100 200 300 400 500 600

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

(21)

L’andamento della domanda è in buona parte sovrapponibile a quello dell’offerta, soprattutto per quanto riguarda il comportamento del pubblico dei due sottogeneri che compongono il settore: più consistente il calo degli ingressi dell’operetta rispetto a quelli del teatro lirico nell’ultimo anno, decisamente più marcata la flessione di questi ultimi nel 2009 rispetto al 2008.

Tav.3 - Lirica: spettatori in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

Tav.4 - Lirica: spettatori in Emilia-Romagna per sottogenere, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2006 2007 2008 2009 2010

% sul tot.

Italia nel 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 179.248 175.216 219.097 181.913 169.845 8,2 -5,2 -6,6

Italia 2.102.070 2.192.308 2.305.356 2.166.307 2.063.736 100 -1,8 -4,7

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Teatro lirico 151.627 149.541 192.690 155.635 151.260 -0,2 -2,8

Operetta 27.621 25.675 26.407 26.278 18.585 -32,7 -29,3

Totale Lirica 179.248 175.216 219.097 181.913 169.845 -5,2 -6,6

(22)

Fig.2 - Lirica: spettatori nelle regioni italiane, anno 2010

Piemonte Valle D

'Aosta Lom

bardi a

Trentin o Alto Adige

Veneto

Friuli Venezi a Giul

ia Ligur

ia

Emil ia-Rom

agna

ToscanaUmbria Marche

Lazio Abruzzo

Molise Camp

ania Pugl

ia Basilicata

Calabr ia

Sicilia Sardegna 0

100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

(23)

2006 2007 2008 2009 2010

% sul tot.

Italia nel 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 2.716.220 5.937.110 5.903.623 4.778.506 4.446.155 4,7 63,7 -7,0

Italia 87.176.433 95.976.550 88.833.029 95.086.857 94.233.431 100,0 8,1 -0,9

Nella dinamica negativa della spesa, che contraddistingue gli ultimi quattro anni del teatro lirico, non si può trascurare che la determinante prezzo dello spettacolo, particolarmente elevato in questo specifico settore, può giocare un ruolo rilevante nella scelta del consumatore in un momento, quale quello attuale, di reale riduzione della sua disponibilità economica.

Tav.5 - Lirica: spesa del pubblico in Emilia-Romagna e in Italia negli anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

Tav. 6 - Lirica: spesa del pubblico in Emilia-Romagna per sottogenere, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Teatro lirico 2.416.865 5.405.588 5.350.936 4.466.858 4.164.394 72,3 -6,8

Operetta 299.356 531.522 552.686 311.648 281.761 -5,9 -9,6

Totale Lirica 2.716.221 5.937.110 5.903.622 4.778.506 4.446.155 63,7 -7,0

(24)

Fig.3 - Lirica: spesa del pubblico nelle regioni italiane, anno 2010

Piemo nte Valle D'Aosta

Lomb ardia

Trentino Alto Adige

Venet o

Friuli Venez ia G

iulia Liguria Emil

ia-Romag na Toscana

Umbria Marche

Lazio Abruzz

o Molise

Campania Puglia

Basilicata Calabr

ia Sicilia

Sardegna 0

3.000.000 6.000.000 9.000.000 12.000.000 15.000.000 18.000.000 21.000.000 24.000.000 27.000.000 30.000.000

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

(25)

Tav. 7 - Lirica: tasso di occupazione delle sale dell'Emilia Romagna per sottogenere di attività e per provincia - anno 2010

Provincia Teatro Lirico Operetta

Bologna 90,3 65,9 Ferrara 50,1 67,3 Forlì-Cesena 41,2 53,3 Modena 59,0 58,4 Parma 47,7 37,0 Piacenza 41,6 64,6 Ravenna 61,5 47,7 Reggio Emilia 56,3 68,2 Rimini 17,0 89,5 Media 51,6 61,3 Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

La percentuale media di riempimento delle sale della regione che hanno programmato musica lirica nel 2010 (51,6%) risulta fortemente condizionata dal dato di Bologna (90,3%), decisamente superiore alle altre province. E’ assai probabile che una percentuale così elevata (che equivale a dire che ogni sera si registra quasi il tutto esaurito), possa dipendere da una quota molto elevata di abbonati (prerogativa del pubblico della lirica) alla più importante istituzione culturale regionale (il Teatro Comunale di Bologna), oltre che da un effettivo apprezzamento per i titoli del grande repertorio lirico italiano.

Molto più omogeneo il dato dell’operetta che, tra tutti i generi di spettacolo, è anche quello che mostra la media regionale più elevata (61,3%). Un’occhiata ai dati provinciali permette di osservare come la maggior parte delle province si collochi su valori che vanno ben oltre il 50% con il valore massimo riportato da Rimini (89,5).

(26)

1.1.3. Prosa3

Domanda, offerta e spesa del pubblico: andamenti 2006-2010

Emilia-Romagna Italia

70 80 90 100 110 120 130 140

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

70 80 90 100 110 120 130 140

2006 2007 2008 2009 2010

Rappresentazioni Spettatori Spesa

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

3 Il settore analizzato comprende: teatro di prosa, teatro di prosa dialettale, teatro di prosa repertorio napoletano, recital letterario, burattini e marionette, rivista e commedia musicale, arte varia.

(27)

Tra i settori dello spettacolo dal vivo il teatro è quello che presenta la contrazione più vistosa (-7,2%) relativamente al numero di spettacoli rappresentati in Emilia-Romagna. Lo scarto rispetto all’anno precedente (pari a 851 recite) risulta ancor più evidente in quanto succede durante un’annata (il 2009) che aveva segnato una decisa ripresa del volume complessivo dell’offerta. Bisogna poi evidenziare che l’influenza del comparto teatrale sull’intero settore dello spettacolo dal vivo è talmente elevata (rappresentandone oltre la metà tanto in termini di offerta che di domanda) da determinarne le sorti generali; è facilmente riscontrabile come la flessione complessiva dell’offerta di spettacolo dal vivo che abbiamo visto nella parte generale, sia pressoché interamente riconducibile al settore teatrale.

Bisogna invero precisare che il macroaggregato teatrale comprende un universo talmente composito di categorie, che spaziano dal teatro di prosa al teatro dialettale, dal recital letterario ai burattini e marionette, dalla rivista e commedia musicale agli spettacoli di arte varia (a loro volta categoria assai “spuria”), che se non esauriscono lo spettro dei generi di spettacolo ne costituiscono la parte di gran lunga più rilevante.

Nella tabella relativa si vede distintamente che quattro generi su sei (teatro di prosa e dialettale, Burattini e arte varia) presentano dati negativi nel confronto tra 2010 e 2009 (ma anche in quello tra 2010 e 2006), mentre gli unici generi in crescita sono il recital letterario (ma solo nell’ultimo anno) e soprattutto la commedia musicale (+63,8% nell’ultimo anno e addirittura +156,6 negli ultimi cinque).

Ad onor del vero bisogna aggiungere che quest’ultimo è un genere molto sensibile ai titoli in cartellone che negli ultimi anni ha fatto registrare, almeno a livello di pubblico, andamenti altalenanti dovuti, principalmente alla capacità di attrazione dei musical di maggiore richiamo. Tuttavia la crescita dell’offerta regionale di questo tipo di spettacoli non sembra conoscere soste, soprattutto se posta in relazione alla simmetrica flessione di tutti gli altri generi.

Tav.1 – Prosa: rappresentazioni effettuate in Emilia-Romagna e in Italia negli anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

Tav.2 - Prosa: rappresentazioni effettuate in Emilia-Romagna per sottogenere, anni 2006-2010

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2006-2010

2006 2007 2008 2009 2010

% sul tot.

Italia nel 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Emilia-Romagna 12.190 12.518 11.362 11.825 10.974 9,6 -10,0 -7,2

Italia 137.875 138.506 128.360 118.299 113.975 100,0 -17,3 -3,7

2006 2007 2008 2009 2010

Variaz. % 2010-2006

Variaz. % 2010-2009

Teatro di prosa 7.270 7.589 6.994 7.229 6.988 -3,9 -3,3

Teatro di prosa dialettale 890 925 739 742 701 -21,2 -5,5

Teatro di prosa repertorio napoletano 2 - - - - - -

Recital letterario 183 136 82 91 110 -39,9 20,9

Rivista e commedia musicale 113 119 148 177 290 156,6 63,8

Burattini e marionette 252 265 202 232 191 -24,2 -17,7

Varietà ed arte varia 3.480 3.484 3.197 3.354 2.694 -22,6 -19,7

Totale teatro 12.190 12.518 11.362 11.825 10.974 -10,0 -7,2

(28)

Fig.1 - Prosa: rappresentazioni effettuate nelle regioni italiane, anno 2010

Piemonte Valle D'Aosta

Lomb ardia

Trentino Alto Adige Veneto

Friuli Venez ia Giulia

Ligur ia

Emil ia-Romagna

Toscana Umbria

Marche Lazio

Abruzzo Molise

Campania Pugl

ia Basilicata

Calabria Sicilia

Sardegna 0

2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000 20.000

Fonte: ns. elaborazione su dati SIAE 2010

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