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Domanda e offerta aggregata

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Academic year: 2022

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Domanda e offerta aggregata

Breve e lungo periodo

• L’andamento del Pil nel lungo periodo dipende dai fattori che spiegano la crescita: la forza lavoro, la disponibilità di capitale fisico e umano, le risorse naturali e le innovazioni tecnologiche.

• La crescita “media” delle economie tuttavia non

permette di evidenziare il fenomeno delle fluttuazioni di breve periodo →

– la maggior parte delle variabili macroeconomiche non cresce in maniera costante ed in alcuni anni la crescita è inferiore a quella media.

• Quando la crescita è bassa (o addirittura negativa) la disoccupazione aumenta.

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• L’analisi macroeconomica di breve periodo si occupa di analizzare i fenomeni delle fluttuazioni del PIL ed i loro effetti reali.

• In particolare studia il fenomeno delle recessioni e si chiede se e come per un governo sia opportuno contrastare i cicli dell’economia.

• Lo strumento utilizzato dagli economisti per spiegare ed analizzare questi fenomeni è quello della domanda aggregata.

Le fluttuazioni economiche

• Le fluttuazioni economiche, ovvero l’andamento di breve periodo del Pil e del livello dei prezzi, sono molto difficili da prevedere.

• Per monitorare l’andamento del ciclo economico si possono misurare il Pil, e/o le sue componenti (investimenti, consumi, profitti, etc.)

• Tutte queste variabili hanno una dinamica sincronica.

• Tuttavia, anche se il segno delle variazioni è simile, la dimensione delle fluttuazioni tra le componenti del Pil può essere molto differente.

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• Tra le variabili macroeconomiche la disoccupazione mostra invece un andamento opposto alle altre → in recessione il Pil scende e la disoccupazione sale; nelle fasi espansive il Pil sale e la disoccupazione scende.

• In sintesi:

– Le fluttuazioni economiche sono irregolari e imprevedibili – La maggior parte delle variabili economiche fluttua in

sincronia

– Se la produzione diminuisce la disoccupazione aumenta

Dati Italia

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Dati Italia

Dati Italia

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Un modello per spiegare le fluttuazioni economiche di breve periodo

• La teoria delle fluttuazioni economiche è controversa.

• Se nel lungo periodo le regole della neutralità della moneta e della separazione tra variabili reali e variabili monetarie appaiono realistiche e quindi …

• … variazioni nelle variabili nominali NON hanno effetto su quelle reali nel lungo periodo,

• … questo non è più vero se passiamo ad analizzare periodi di tempo più brevi.

• In questo caso variazioni nel livello dei prezzi hanno effetti reali sulla produzione (Pil reale).

• Il nostro modello dell’economia ora è composto da:

1. Una curva di domanda aggregata, che descrive la quantità di beni e servizi che famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche sono disposte ad acquistare per ogni livello dei prezzi.

2. Una curva di offerta aggregata, che mostra la quantità di beni e servizi che le imprese producono per ogni possibile livello dei prezzi.

• Nota: non stiamo riproponendo il modello domanda e offerta di un singolo mercato.

• Nel modello domanda e offerta aggregata, variazioni nei prezzi NON sono cambiamenti nei prezzi relativi, ma nel livello generale dei prezzi.

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Le curve di domanda e offerta aggregate

• La curva di domanda aggregata individua una relazione negativa tra livello dei prezzi e quantità di beni e servizi domandati.

• Questa relazione è spiegata a partire dall’osservazione che il Pil è composto da consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni nette.

Y = C + I + G + NX

• Tre fenomeni spiegano l’inclinazione negativa della curva:

1. Effetto ricchezza: agisce sui consumi;

La curva di domanda aggregata

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Effetto ricchezza

• Se il livello medio dei prezzi diminuisce il valore reale dei saldi a disposizione delle famiglie aumenta.

• Questa variazione fa aumentare il reddito reale delle famiglie che conseguentemente accresce la domanda di consumi (C).

• L’aumento della domanda di consumi equivale ad un aumento della domanda aggregata.

• Effetti di segno opposto si verificano se il livello dei prezzi aumenta.

• In entrambi i casi si può individuare una relazione negativa tra variazioni nei prezzi e variazioni nelle quantità domandate.

Effetto tasso di interesse

• Una riduzione nel livello dei prezzi riduce la domanda di moneta (se i prezzi scendono occorre meno moneta per motivi transattivi, ovvero per acquistare beni e servizi).

• La moneta in eccesso nel mercato può essere

convertita in obbligazioni e/o depositata in banca →

• … il tasso di interesse diminuisce e questo stimola la domanda di beni di investimento da parte delle imprese.

• Effetti di segno opposto si hanno quando il livello dei prezzi aumenta.

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Effetto tasso di cambio

• Un livello più basso dei prezzi induce un abbassamento del tasso di interesse.

• Questo rende meno convenienti gli investimenti finanziari nazionali rispetto a quelli esteri …

• … e provoca un deflusso di capitali verso l’estero e un deprezzamento del tasso di cambio, che rende più convenienti le esportazioni.

• Effetti di segno opposto si hanno quando i prezzi aumentano.

• I tre effetti descritti sopra hanno conseguenze su differenti componenti della domanda aggregata (consumi, investimenti ed esportazioni).

• Tutti determinano una relazione inversa, a livello aggregato, tra livello dei prezzi e livello della domanda complessiva di beni e servizi.

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La pendenza negativa della curva di domanda aggregata

• In analogia con le curve di domanda di mercato anche la curva di domanda aggregata definisce una relazione tra quantità è prezzi, dati gli altri fattori che

influenzano la domanda.

• Se questi ultimi si modificano la curva di domanda si sposta (e non cambia pendenza).

• Tra questi fattori i più importanti sono:

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1. Spostamenti causati da modifiche nella propensione delle famiglie a consumare:

• ad esempio

– un aumento (diminuzione) della propensione delle famiglie al risparmio sposta la curva di domanda aggregata a sinistra (destra): se aumenta

(diminuisce) il risparmio si riduce (aumenta) il consumo;

– una crescita (riduzione) nei valori azionari sposta la curva a destra: le famiglie, proprietarie di azioni, si sentono più ricche (povere) e domandano più (meno) beni di consumo.

2. Spostamenti causati dalla propensione delle imprese ad investire.

• Ad esempio:

– un’innovazione negli investimenti sposta la curva di domanda aggregata verso destra;

– un’ondata di pessimismo (ottimismo) da parte degli imprenditori sposta la curva verso sinistra (destra) – tutte le politiche che modificano il tasso di

interesse e per questa via gli investimenti, spostano la curva di domanda aggregata

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3. Spostamenti causati da variazioni nel livello della spesa pubblica:

– se questa aumenta (diminuisce) la curva di

domanda aggregata si sposta verso destra (sinistra).

4. Spostamenti causati da variazioni nelle esportazioni nette

:

– ad esempio una recessione all’estero riduce la domanda di esportazioni nette, la curva di domanda aggregata si sposta a sinistra.

5. Variazioni dell’offerta di moneta da parte della BC:

• Queste operazioni, se in aumento, liberano liquidità nell’economia e stimolano famiglie ed imprese ad aumentare la domanda di beni di consumo e investimento.

• Effetti di segno opposto si hanno quando la BC riduce l’offerta di moneta e quindi la liquidità del sistema economico.

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• Nel caso della curva di offerta aggregata distinguiamo due situazioni:

• Nel lungo periodo → la curva di offerta aggregata è verticale: variazioni nel livello dei prezzi non hanno effetti sul prodotto.

• Nel breve periodo → la curva di offerta aggregata ha inclinazione positiva: variazioni nel livello dei prezzi hanno effetti reali sulla produzione.

La curva di offerta aggregata

La curva di offerta aggregata nel lungo periodo

• Sulla base dell’ipotesi di neutralità della moneta la curva di offerta di lungo periodo è verticale.

• Il livello dei prezzi non influenza quello della

produzione nel lungo periodo, durante il quale hanno effetti reali solo variazioni nella quantità di fattori di produzione e della tecnologia.

• Questa ipotesi è compatibile con la presenza di curve di offerta settoriali con inclinazione positiva: effetto

prezzo relativo.

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La curva di offerta aggregata di lungo periodo

• Il livello della produzione descritto dalla curva di offerta aggregata verticale è detto prodotto potenziale e/o prodotto di pieno impiego.

• Spostamenti nella curva di offerta aggregata nel lungo periodo perciò sono possibili solo se si modificano i fattori che spiegano la crescita economica.

1. Spostamenti causati dal lavoro: incrementi

nell’occupazione e/o riduzioni nel tasso naturale di disoccupazione spostano verso destra la curva di offerta aggregata.

2. Spostamenti causati dallo stock di capitale (fisico e/o umano): un aumento dello stock di capitale fa

aumentare la produttività e quindi sposta a destra la

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3. Spostamenti causati da miglioramenti nelle tecnologie di produzione: sono la causa principale dei

miglioramenti quantitativi nella produzione aggregata delle economie sviluppate negli ultimi decenni ( es introduzione della tecnologia informatica).

L’equilibrio dell’economia nel lungo periodo

• Due fattori principalmente spiegano spostamenti delle curve di domanda e offerta aggregata nel lungo periodo.

• Offerta aggregata: progresso tecnologico che sposta a destra la curva

• Domanda aggregata: aumenti nell’offerta di moneta, che sposta a destra la curva.

• I due spostamenti contribuiscono a spiegare il

contemporaneo aumento nel livello del Pil ed in quello dei prezzi, che si può verificare empiricamente.

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Inflazione e crescita nel lungo periodo: offerta di moneta e innovazioni tecnologiche

La curva di offerta aggregata nel breve periodo

• Nel breve periodo (uno o due anni) un aumento nel livello generale dei prezzi tende a far aumentare la quantità di beni e servizi offerta nell’economia →

• … la curva di offerta di breve periodo ha pendenza positiva.

• Tre teorie spiegano la relazione positiva tra prezzi e Pil reale nel breve periodo.

• In tutte risulta decisiva la presenza di imperfezioni nel meccanismo di formazione delle aspettative sul livello dei prezzi da parte degli agenti economici.

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Nel breve periodo la produzione (Q) si allontana dal suo livello “naturale” o di lungo periodo (Q*) quando il livello dei prezzi (P) si discosta da quello atteso (PE.)

Q = Q*+ α (P – PE)

• Nel passaggio dal breve al lungo periodo le aspettative si aggiustano → PE= P e il livello della produzione ritorna quello “naturale” → Q = Q* :

Infatti se P – PE nell’equazione sopra possiamo verificare che Q = Q*.

• Le tre teorie che spiegano la pendenza positiva della curva di offerta aggregata nel breve periodo sono:

1. Teoria dei salari vischiosi 2. Teoria dei prezzi vischiosi

3. Teoria dell’imperfezione dell’informazione

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La teoria dei salari vischiosi

• L’idea centrale della teoria è che i salari non si adeguano immediatamente a variazioni nel livello dei prezzi degli altri beni e servizi.

• La lentezza nell’aggiustamento è dovuta alla presenza di un sistema di contrattazione tra lavoratori e imprese che normalmente ha durata pluriennale.

• Sindacati e imprese contrattano un livello reale dei salari definito da W/PE (W salario nominale e PE livello medio dei prezzi atteso al momento del contratto).

• Se durante il periodo successivo alla fissazione del salario i prezzi crescono meno di quanto atteso (P<PE) per le imprese questo significa un aumento non

preventivato del costo reale del fattore lavoro (W/PE>W/P).

• Poiché il costo del lavoro è la componente più importante nella struttura dei costi di produzione, questo determina una reazione da parte delle imprese, che riducono la produzione e l’occupazione.

• Il contrario si verifica se i prezzi crescono più di quanto atteso al momento della fissazione del salario.

• In entrambe i casi la variazione nella quantità offerta deriva dal fatto che i salari non si aggiustano

istantaneamente al livello dei prezzi.

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La teoria dei prezzi vischiosi

• Questa seconda teoria pone l’accento sulla lentezza di aggiustamento dei prezzi dei beni e servizi rispetto all’andamento congiunturale dell’economia.

• Ogni impresa determina in anticipo il prezzo dei propri beni e servizi.

• Se si verificano cambiamenti nel livello di lungo periodo dei prezzi (ad esempio causati da modifiche nell’offerta moneta) non tutte le imprese reagiscono subito (menù costs).

• Se ad esempio i pz di lungo periodo scendono e quelli delle imprese non si modificano immediatamente è come se queste avessero prezzi troppo alti per il mercato.

• Conseguenza: riduzione nella quantità offerta.

La teoria dell’errore di percezione

• I produttori possono avere una percezione errata sull’andamento dei prezzi.

• Le imprese percepiscono più direttamente quello che succede al prezzo del bene che vendono rispetto a quanto accade al livello generale dei prezzi.

• Esempio: il livello generale dei prezzi sta scendendo a causa della politica monetaria, ma le imprese

percepiscono questa come una diminuzione del prezzo del bene che producono.

• L’impresa scambia un effetto generale con un effetto relativo e pensa che il suo bene ora viene venduto ad un

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In sintesi

• Le tre teorie presentate hanno un aspetto comune.

• La produzione (Q) devia dal suo livello naturale di lungo periodo (Q*) quando il livello dei prezzi (P) si discosta da quello atteso (PE).

Q = Q* + α (P – PE)

• α è una misura della reattività delle imprese allo scostamento tra prezzi effettivi e prezzi attesi.

• In tutte le tre teorie si tratta di deviazioni temporanee.

• Quando gli agenti rivedono le loro aspettative i prezzi e i salari nominali vengono adeguati e nel lungo periodo la curva di offerta torna ad essere verticale.

La curva di offerta aggregata di breve periodo

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Spostamenti della curva di offerta di breve periodo

• Nel breve periodo la curva di offerta si sposta se si modificano i fattori che spostano la curva di offerta di lungo periodo, capitale, lavoro e tecnologia,…

• … ma anche se si modifica il livello atteso dei prezzi.

• Un livello atteso dei prezzi più elevato fa diminuire la quantità complessivamente offerta, per ogni dato livello dei prezzi effettivo.

• Ad esempio nel caso della vischiosità dei salari,

aspettative di aumento dei prezzi determinano salari più elevati, maggiori costi e quindi spostamento a sinistra – a parità di prezzo – della curva di offerta di breve periodo.

• La medesima logica si applica alle altre due teorie: un livello atteso dei prezzi più elevato fa diminuire la quantità di beni e servizi complessivamente offerti e sposta verso sinistra la curva di offerta aggregata.

• Il contrario succede in presenza di aspettative di

riduzione dei prezzi. In questi casi la curva di offerta si sposta verso destra.

• Nel lungo periodo le aspettative si aggiustano e la curva di offerta di breve si sposta (ritorna indietro) fino al punto in cui quella di lungo periodo incrocia la curva di

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• Lo spostamento della curva di offerta aggregata di breve periodo è spiegato formalmente dalla relazione

Q = Q* + α (P – PE)

• una volta che questa viene risolta per P. Abbiamo infatti:

P = 1/α (Q - Q*) + PE

• da cui notiamo che riduzioni nel livello atteso dei prezzi sono equivalenti ad uno spostamento verso il basso (e a detra) della curva di offerta aggregata (la cui funzione è descritta proprio dall’equazione).

P

Nel breve periodo la curva di offerta aggregata si sposta:

1. Per cause strutturali

2. A seguito di cambiamenti nella formazione delle aspettative sui prezzi

OBP (PE= P)

O’BP(PE < P)

P

OLP

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Fluttuazioni economiche: cosa causa una recessione?

• Nel lungo periodo l’economia è sempre in equilibrio.

• Produzione e prezzi di equilibrio sono determinati dall’intersezione tra le curve di domanda e offerta aggregata di lungo periodo.

• In questo punto (A) la produzione è al suo livello naturale e le aspettative sono coerenti con il livello dei prezzi.

• Per questa ragione anche la curva di offerta di breve periodo passa per il punto (A).

Equilibrio macroeconomico di lungo periodo

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• Tuttavia spostamenti nelle curve di domanda e offerta aggregata possono allontanare l’economia

dall’equilibrio di lungo periodo.

• Quando l’economia devia dal suo equilibrio di lungo periodo, in particolare quando entra in recessione, occorre capire:

1. Se esistono meccanismi automatici che la riportano in equilibrio di lungo periodo, dove il prodotto e

l’occupazione sono al loro livello naturale;

2. Se sono opportuni interventi di politica economica (fiscale e/o monetaria) per correggere gli scostamenti dall’equilibrio.

Fluttuazioni economiche: spostamenti della domanda aggregata

• Supponiamo che un evento esogeno (guerra, caduta del mercato azionario) provochi un’ondata di pessimismo sul futuro …

• … e determini uno spostamento verso sx della curva di domanda aggregata (causata da una riduzione dei

consumi e degli investimenti).

• Per ogni livello dei prezzi ora la domanda è più bassa.

La curva di domanda aggregata si sposta da D1a D2.

• Nel breve periodo, l’economia si muove lungo la curva OA1spostandosi dal punto A al punto B, dove

produzione e prezzi sono più bassi.

• L’economia è entrata in recessione.

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• In recessione si registrano una riduzione nei prezzi, nella produzione e nel livello di occupazione.

• Il pessimismo iniziale trova dunque conferma nella realtà (aspettative che si autorealizzano).

• La riduzione dei prezzi spinge le imprese (a causa della vischiosità dell’aggiustamento e/o dell’errore di

percezione) a ridurre la produzione e l’occupazione).

• In questo caso è opportuno che il governo reagisca, ad esempio con una politica espansiva sulla domanda (maggiore spesa pubblica)?

• Il modello dice che, anche in assenza di interventi esterni, l’economia trova il modo di tornare

all’equilibrio di lungo periodo.

• La strada è nell’aggiustamento delle aspettative che si realizza nel tempo. Le imprese cioè rivedono le loro aspettative sui prezzi.

• Il più basso livello atteso dei prezzi determina uno spostamento verso dx della curva di offerta aggregata di breve periodo, che da OA1si sposta a OA2.

• Nel lungo periodo il livello della produzione ritorna al suo livello naturale ed i prezzi sono più bassi in modo

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• L’effetto di lungo periodo di uno spostamento della domanda aggregata è un cambiamento nominale (prezzi più bassi) e non un cambiamento reale (la produzione rimane invariata).

• In sintesi:

1. Nel breve periodo spostamenti della curva di domanda aggregata provocano effetti reali sulla quantità prodotta;

2. Nel lungo periodo spostamenti della curva di

domanda aggregata provocano variazioni nel livello generale dei prezzi, ma non hanno effetti reali sulla produzione.

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Fluttuazioni economiche: spostamenti della curva di offerta aggregata

• Supponiamo che i costi di produzione per le imprese aumentino in maniera inattesa (carestia, guerra, etc.).

• Le imprese reagiscono a questo evento spostando verso sx la curva di offerta aggregata di breve periodo da OA1 ad OA2.

• Il sistema economico si muove lungo la curva di domanda aggregata dal punto A al punto B: si ha una riduzione della quantità scambiata ed un aumento nel livello dei prezzi.

• Questo fenomeno è chiamato stagflazione:

contemporanea presenza di inflazione e disoccupazione.

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• Cosa può fare un governo in questo caso? Scelte molto difficili.

• Se non ci sono interventi esterni l’aggiustamento avviene nel mercato del lavoro: la disoccupazione provoca una riduzione nel livello dei salari nominali.

• Per un più basso livello dei salari nominali le imprese riprendono la produzione precedente lo shock e spostano la curva di offerta aggregata al livello iniziale (da B ad A).

• Con il passare del tempo infatti la revisione nelle aspettative induce le imprese ad aumentare l’occupazione.

• In alternativa il governo può agire sulla domanda aggregata con la spesa pubblica e/o con la politica monetaria.

• Queste politiche spostano verso destra la curva di domanda aggregata, da DA1a DA2e riportano la produzione al livello iniziale.

• Se le politiche economiche sono effettuate

tempestivamente l’economia si sposta dal punto A al punto C.

• In questo caso la produzione resta al suo livello naturale, ma i prezzi aumentano: l’effetto iniziale sui costi di produzione è stato trasferito in modo

permanente sul livello dei prezzi.

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• In sintesi uno spostamento dell’offerta aggregata verso sinistra:

1. Provoca stagflazione nel breve periodo. Aumentano sia i prezzi che la disoccupazione.

2. Il governo può reagire modificando la curva di

domanda aggregata, ma può compensare solo uno dei due effetti negativi (inflazione e disoccupazione).

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