Domanda e offerta aggregata
Breve e lungo periodo
• L’andamento del Pil nel lungo periodo dipende dai fattori che spiegano la crescita: la forza lavoro, la disponibilità di capitale fisico e umano, le risorse naturali e le innovazioni tecnologiche.
• La crescita “media” delle economie tuttavia non
permette di evidenziare il fenomeno delle fluttuazioni di breve periodo →
– la maggior parte delle variabili macroeconomiche non cresce in maniera costante ed in alcuni anni la crescita è inferiore a quella media.
• Quando la crescita è bassa (o addirittura negativa) la disoccupazione aumenta.
• L’analisi macroeconomica di breve periodo si occupa di analizzare i fenomeni delle fluttuazioni del PIL ed i loro effetti reali.
• In particolare studia il fenomeno delle recessioni e si chiede se e come per un governo sia opportuno contrastare i cicli dell’economia.
• Lo strumento utilizzato dagli economisti per spiegare ed analizzare questi fenomeni è quello della domanda aggregata.
Le fluttuazioni economiche
• Le fluttuazioni economiche, ovvero l’andamento di breve periodo del Pil e del livello dei prezzi, sono molto difficili da prevedere.
• Per monitorare l’andamento del ciclo economico si possono misurare il Pil, e/o le sue componenti (investimenti, consumi, profitti, etc.)
• Tutte queste variabili hanno una dinamica sincronica.
• Tuttavia, anche se il segno delle variazioni è simile, la dimensione delle fluttuazioni tra le componenti del Pil può essere molto differente.
• Tra le variabili macroeconomiche la disoccupazione mostra invece un andamento opposto alle altre → in recessione il Pil scende e la disoccupazione sale; nelle fasi espansive il Pil sale e la disoccupazione scende.
• In sintesi:
– Le fluttuazioni economiche sono irregolari e imprevedibili – La maggior parte delle variabili economiche fluttua in
sincronia
– Se la produzione diminuisce la disoccupazione aumenta
Dati Italia
Dati Italia
Dati Italia
Un modello per spiegare le fluttuazioni economiche di breve periodo
• La teoria delle fluttuazioni economiche è controversa.
• Se nel lungo periodo le regole della neutralità della moneta e della separazione tra variabili reali e variabili monetarie appaiono realistiche e quindi …
• … variazioni nelle variabili nominali NON hanno effetto su quelle reali nel lungo periodo,
• … questo non è più vero se passiamo ad analizzare periodi di tempo più brevi.
• In questo caso variazioni nel livello dei prezzi hanno effetti reali sulla produzione (Pil reale).
• Il nostro modello dell’economia ora è composto da:
1. Una curva di domanda aggregata, che descrive la quantità di beni e servizi che famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche sono disposte ad acquistare per ogni livello dei prezzi.
2. Una curva di offerta aggregata, che mostra la quantità di beni e servizi che le imprese producono per ogni possibile livello dei prezzi.
• Nota: non stiamo riproponendo il modello domanda e offerta di un singolo mercato.
• Nel modello domanda e offerta aggregata, variazioni nei prezzi NON sono cambiamenti nei prezzi relativi, ma nel livello generale dei prezzi.
Le curve di domanda e offerta aggregate
• La curva di domanda aggregata individua una relazione negativa tra livello dei prezzi e quantità di beni e servizi domandati.
• Questa relazione è spiegata a partire dall’osservazione che il Pil è composto da consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni nette.
Y = C + I + G + NX
• Tre fenomeni spiegano l’inclinazione negativa della curva:
1. Effetto ricchezza: agisce sui consumi;
La curva di domanda aggregata
Effetto ricchezza
• Se il livello medio dei prezzi diminuisce il valore reale dei saldi a disposizione delle famiglie aumenta.
• Questa variazione fa aumentare il reddito reale delle famiglie che conseguentemente accresce la domanda di consumi (C).
• L’aumento della domanda di consumi equivale ad un aumento della domanda aggregata.
• Effetti di segno opposto si verificano se il livello dei prezzi aumenta.
• In entrambi i casi si può individuare una relazione negativa tra variazioni nei prezzi e variazioni nelle quantità domandate.
Effetto tasso di interesse
• Una riduzione nel livello dei prezzi riduce la domanda di moneta (se i prezzi scendono occorre meno moneta per motivi transattivi, ovvero per acquistare beni e servizi).
• La moneta in eccesso nel mercato può essere
convertita in obbligazioni e/o depositata in banca →
• … il tasso di interesse diminuisce e questo stimola la domanda di beni di investimento da parte delle imprese.
• Effetti di segno opposto si hanno quando il livello dei prezzi aumenta.
Effetto tasso di cambio
• Un livello più basso dei prezzi induce un abbassamento del tasso di interesse.
• Questo rende meno convenienti gli investimenti finanziari nazionali rispetto a quelli esteri …
• … e provoca un deflusso di capitali verso l’estero e un deprezzamento del tasso di cambio, che rende più convenienti le esportazioni.
• Effetti di segno opposto si hanno quando i prezzi aumentano.
• I tre effetti descritti sopra hanno conseguenze su differenti componenti della domanda aggregata (consumi, investimenti ed esportazioni).
• Tutti determinano una relazione inversa, a livello aggregato, tra livello dei prezzi e livello della domanda complessiva di beni e servizi.
La pendenza negativa della curva di domanda aggregata
• In analogia con le curve di domanda di mercato anche la curva di domanda aggregata definisce una relazione tra quantità è prezzi, dati gli altri fattori che
influenzano la domanda.
• Se questi ultimi si modificano la curva di domanda si sposta (e non cambia pendenza).
• Tra questi fattori i più importanti sono:
1. Spostamenti causati da modifiche nella propensione delle famiglie a consumare:
• ad esempio
– un aumento (diminuzione) della propensione delle famiglie al risparmio sposta la curva di domanda aggregata a sinistra (destra): se aumenta
(diminuisce) il risparmio si riduce (aumenta) il consumo;
– una crescita (riduzione) nei valori azionari sposta la curva a destra: le famiglie, proprietarie di azioni, si sentono più ricche (povere) e domandano più (meno) beni di consumo.
2. Spostamenti causati dalla propensione delle imprese ad investire.
• Ad esempio:
– un’innovazione negli investimenti sposta la curva di domanda aggregata verso destra;
– un’ondata di pessimismo (ottimismo) da parte degli imprenditori sposta la curva verso sinistra (destra) – tutte le politiche che modificano il tasso di
interesse e per questa via gli investimenti, spostano la curva di domanda aggregata
3. Spostamenti causati da variazioni nel livello della spesa pubblica:
– se questa aumenta (diminuisce) la curva di
domanda aggregata si sposta verso destra (sinistra).
4. Spostamenti causati da variazioni nelle esportazioni nette
:
– ad esempio una recessione all’estero riduce la domanda di esportazioni nette, la curva di domanda aggregata si sposta a sinistra.
5. Variazioni dell’offerta di moneta da parte della BC:
• Queste operazioni, se in aumento, liberano liquidità nell’economia e stimolano famiglie ed imprese ad aumentare la domanda di beni di consumo e investimento.
• Effetti di segno opposto si hanno quando la BC riduce l’offerta di moneta e quindi la liquidità del sistema economico.
• Nel caso della curva di offerta aggregata distinguiamo due situazioni:
• Nel lungo periodo → la curva di offerta aggregata è verticale: variazioni nel livello dei prezzi non hanno effetti sul prodotto.
• Nel breve periodo → la curva di offerta aggregata ha inclinazione positiva: variazioni nel livello dei prezzi hanno effetti reali sulla produzione.
La curva di offerta aggregata
La curva di offerta aggregata nel lungo periodo
• Sulla base dell’ipotesi di neutralità della moneta la curva di offerta di lungo periodo è verticale.
• Il livello dei prezzi non influenza quello della
produzione nel lungo periodo, durante il quale hanno effetti reali solo variazioni nella quantità di fattori di produzione e della tecnologia.
• Questa ipotesi è compatibile con la presenza di curve di offerta settoriali con inclinazione positiva: effetto
prezzo relativo.
La curva di offerta aggregata di lungo periodo
• Il livello della produzione descritto dalla curva di offerta aggregata verticale è detto prodotto potenziale e/o prodotto di pieno impiego.
• Spostamenti nella curva di offerta aggregata nel lungo periodo perciò sono possibili solo se si modificano i fattori che spiegano la crescita economica.
1. Spostamenti causati dal lavoro: incrementi
nell’occupazione e/o riduzioni nel tasso naturale di disoccupazione spostano verso destra la curva di offerta aggregata.
2. Spostamenti causati dallo stock di capitale (fisico e/o umano): un aumento dello stock di capitale fa
aumentare la produttività e quindi sposta a destra la
3. Spostamenti causati da miglioramenti nelle tecnologie di produzione: sono la causa principale dei
miglioramenti quantitativi nella produzione aggregata delle economie sviluppate negli ultimi decenni ( es introduzione della tecnologia informatica).
L’equilibrio dell’economia nel lungo periodo
• Due fattori principalmente spiegano spostamenti delle curve di domanda e offerta aggregata nel lungo periodo.
• Offerta aggregata: progresso tecnologico che sposta a destra la curva
• Domanda aggregata: aumenti nell’offerta di moneta, che sposta a destra la curva.
• I due spostamenti contribuiscono a spiegare il
contemporaneo aumento nel livello del Pil ed in quello dei prezzi, che si può verificare empiricamente.
Inflazione e crescita nel lungo periodo: offerta di moneta e innovazioni tecnologiche
La curva di offerta aggregata nel breve periodo
• Nel breve periodo (uno o due anni) un aumento nel livello generale dei prezzi tende a far aumentare la quantità di beni e servizi offerta nell’economia →
• … la curva di offerta di breve periodo ha pendenza positiva.
• Tre teorie spiegano la relazione positiva tra prezzi e Pil reale nel breve periodo.
• In tutte risulta decisiva la presenza di imperfezioni nel meccanismo di formazione delle aspettative sul livello dei prezzi da parte degli agenti economici.
• Nel breve periodo la produzione (Q) si allontana dal suo livello “naturale” o di lungo periodo (Q*) quando il livello dei prezzi (P) si discosta da quello atteso (PE.)
Q = Q*+ α (P – PE)
• Nel passaggio dal breve al lungo periodo le aspettative si aggiustano → PE= P e il livello della produzione ritorna quello “naturale” → Q = Q* :
– Infatti se P – PE nell’equazione sopra possiamo verificare che Q = Q*.
• Le tre teorie che spiegano la pendenza positiva della curva di offerta aggregata nel breve periodo sono:
1. Teoria dei salari vischiosi 2. Teoria dei prezzi vischiosi
3. Teoria dell’imperfezione dell’informazione
La teoria dei salari vischiosi
• L’idea centrale della teoria è che i salari non si adeguano immediatamente a variazioni nel livello dei prezzi degli altri beni e servizi.
• La lentezza nell’aggiustamento è dovuta alla presenza di un sistema di contrattazione tra lavoratori e imprese che normalmente ha durata pluriennale.
• Sindacati e imprese contrattano un livello reale dei salari definito da W/PE (W salario nominale e PE livello medio dei prezzi atteso al momento del contratto).
• Se durante il periodo successivo alla fissazione del salario i prezzi crescono meno di quanto atteso (P<PE) per le imprese questo significa un aumento non
preventivato del costo reale del fattore lavoro (W/PE>W/P).
• Poiché il costo del lavoro è la componente più importante nella struttura dei costi di produzione, questo determina una reazione da parte delle imprese, che riducono la produzione e l’occupazione.
• Il contrario si verifica se i prezzi crescono più di quanto atteso al momento della fissazione del salario.
• In entrambe i casi la variazione nella quantità offerta deriva dal fatto che i salari non si aggiustano
istantaneamente al livello dei prezzi.
La teoria dei prezzi vischiosi
• Questa seconda teoria pone l’accento sulla lentezza di aggiustamento dei prezzi dei beni e servizi rispetto all’andamento congiunturale dell’economia.
• Ogni impresa determina in anticipo il prezzo dei propri beni e servizi.
• Se si verificano cambiamenti nel livello di lungo periodo dei prezzi (ad esempio causati da modifiche nell’offerta moneta) non tutte le imprese reagiscono subito (menù costs).
• Se ad esempio i pz di lungo periodo scendono e quelli delle imprese non si modificano immediatamente è come se queste avessero prezzi troppo alti per il mercato.
• Conseguenza: riduzione nella quantità offerta.
La teoria dell’errore di percezione
• I produttori possono avere una percezione errata sull’andamento dei prezzi.
• Le imprese percepiscono più direttamente quello che succede al prezzo del bene che vendono rispetto a quanto accade al livello generale dei prezzi.
• Esempio: il livello generale dei prezzi sta scendendo a causa della politica monetaria, ma le imprese
percepiscono questa come una diminuzione del prezzo del bene che producono.
• L’impresa scambia un effetto generale con un effetto relativo e pensa che il suo bene ora viene venduto ad un
In sintesi
• Le tre teorie presentate hanno un aspetto comune.
• La produzione (Q) devia dal suo livello naturale di lungo periodo (Q*) quando il livello dei prezzi (P) si discosta da quello atteso (PE).
Q = Q* + α (P – PE)
• α è una misura della reattività delle imprese allo scostamento tra prezzi effettivi e prezzi attesi.
• In tutte le tre teorie si tratta di deviazioni temporanee.
• Quando gli agenti rivedono le loro aspettative i prezzi e i salari nominali vengono adeguati e nel lungo periodo la curva di offerta torna ad essere verticale.
La curva di offerta aggregata di breve periodo
Spostamenti della curva di offerta di breve periodo
• Nel breve periodo la curva di offerta si sposta se si modificano i fattori che spostano la curva di offerta di lungo periodo, capitale, lavoro e tecnologia,…
• … ma anche se si modifica il livello atteso dei prezzi.
• Un livello atteso dei prezzi più elevato fa diminuire la quantità complessivamente offerta, per ogni dato livello dei prezzi effettivo.
• Ad esempio nel caso della vischiosità dei salari,
aspettative di aumento dei prezzi determinano salari più elevati, maggiori costi e quindi spostamento a sinistra – a parità di prezzo – della curva di offerta di breve periodo.
• La medesima logica si applica alle altre due teorie: un livello atteso dei prezzi più elevato fa diminuire la quantità di beni e servizi complessivamente offerti e sposta verso sinistra la curva di offerta aggregata.
• Il contrario succede in presenza di aspettative di
riduzione dei prezzi. In questi casi la curva di offerta si sposta verso destra.
• Nel lungo periodo le aspettative si aggiustano e la curva di offerta di breve si sposta (ritorna indietro) fino al punto in cui quella di lungo periodo incrocia la curva di
• Lo spostamento della curva di offerta aggregata di breve periodo è spiegato formalmente dalla relazione
Q = Q* + α (P – PE)
• una volta che questa viene risolta per P. Abbiamo infatti:
P = 1/α (Q - Q*) + PE
• da cui notiamo che riduzioni nel livello atteso dei prezzi sono equivalenti ad uno spostamento verso il basso (e a detra) della curva di offerta aggregata (la cui funzione è descritta proprio dall’equazione).
P
Nel breve periodo la curva di offerta aggregata si sposta:
1. Per cause strutturali
2. A seguito di cambiamenti nella formazione delle aspettative sui prezzi
OBP (PE= P)
O’BP(PE < P)
P
OLP
Fluttuazioni economiche: cosa causa una recessione?
• Nel lungo periodo l’economia è sempre in equilibrio.
• Produzione e prezzi di equilibrio sono determinati dall’intersezione tra le curve di domanda e offerta aggregata di lungo periodo.
• In questo punto (A) la produzione è al suo livello naturale e le aspettative sono coerenti con il livello dei prezzi.
• Per questa ragione anche la curva di offerta di breve periodo passa per il punto (A).
Equilibrio macroeconomico di lungo periodo
• Tuttavia spostamenti nelle curve di domanda e offerta aggregata possono allontanare l’economia
dall’equilibrio di lungo periodo.
• Quando l’economia devia dal suo equilibrio di lungo periodo, in particolare quando entra in recessione, occorre capire:
1. Se esistono meccanismi automatici che la riportano in equilibrio di lungo periodo, dove il prodotto e
l’occupazione sono al loro livello naturale;
2. Se sono opportuni interventi di politica economica (fiscale e/o monetaria) per correggere gli scostamenti dall’equilibrio.
Fluttuazioni economiche: spostamenti della domanda aggregata
• Supponiamo che un evento esogeno (guerra, caduta del mercato azionario) provochi un’ondata di pessimismo sul futuro …
• … e determini uno spostamento verso sx della curva di domanda aggregata (causata da una riduzione dei
consumi e degli investimenti).
• Per ogni livello dei prezzi ora la domanda è più bassa.
La curva di domanda aggregata si sposta da D1a D2.
• Nel breve periodo, l’economia si muove lungo la curva OA1spostandosi dal punto A al punto B, dove
produzione e prezzi sono più bassi.
• L’economia è entrata in recessione.
• In recessione si registrano una riduzione nei prezzi, nella produzione e nel livello di occupazione.
• Il pessimismo iniziale trova dunque conferma nella realtà (aspettative che si autorealizzano).
• La riduzione dei prezzi spinge le imprese (a causa della vischiosità dell’aggiustamento e/o dell’errore di
percezione) a ridurre la produzione e l’occupazione).
• In questo caso è opportuno che il governo reagisca, ad esempio con una politica espansiva sulla domanda (maggiore spesa pubblica)?
• Il modello dice che, anche in assenza di interventi esterni, l’economia trova il modo di tornare
all’equilibrio di lungo periodo.
• La strada è nell’aggiustamento delle aspettative che si realizza nel tempo. Le imprese cioè rivedono le loro aspettative sui prezzi.
• Il più basso livello atteso dei prezzi determina uno spostamento verso dx della curva di offerta aggregata di breve periodo, che da OA1si sposta a OA2.
• Nel lungo periodo il livello della produzione ritorna al suo livello naturale ed i prezzi sono più bassi in modo
• L’effetto di lungo periodo di uno spostamento della domanda aggregata è un cambiamento nominale (prezzi più bassi) e non un cambiamento reale (la produzione rimane invariata).
• In sintesi:
1. Nel breve periodo spostamenti della curva di domanda aggregata provocano effetti reali sulla quantità prodotta;
2. Nel lungo periodo spostamenti della curva di
domanda aggregata provocano variazioni nel livello generale dei prezzi, ma non hanno effetti reali sulla produzione.
Fluttuazioni economiche: spostamenti della curva di offerta aggregata
• Supponiamo che i costi di produzione per le imprese aumentino in maniera inattesa (carestia, guerra, etc.).
• Le imprese reagiscono a questo evento spostando verso sx la curva di offerta aggregata di breve periodo da OA1 ad OA2.
• Il sistema economico si muove lungo la curva di domanda aggregata dal punto A al punto B: si ha una riduzione della quantità scambiata ed un aumento nel livello dei prezzi.
• Questo fenomeno è chiamato stagflazione:
contemporanea presenza di inflazione e disoccupazione.
• Cosa può fare un governo in questo caso? Scelte molto difficili.
• Se non ci sono interventi esterni l’aggiustamento avviene nel mercato del lavoro: la disoccupazione provoca una riduzione nel livello dei salari nominali.
• Per un più basso livello dei salari nominali le imprese riprendono la produzione precedente lo shock e spostano la curva di offerta aggregata al livello iniziale (da B ad A).
• Con il passare del tempo infatti la revisione nelle aspettative induce le imprese ad aumentare l’occupazione.
• In alternativa il governo può agire sulla domanda aggregata con la spesa pubblica e/o con la politica monetaria.
• Queste politiche spostano verso destra la curva di domanda aggregata, da DA1a DA2e riportano la produzione al livello iniziale.
• Se le politiche economiche sono effettuate
tempestivamente l’economia si sposta dal punto A al punto C.
• In questo caso la produzione resta al suo livello naturale, ma i prezzi aumentano: l’effetto iniziale sui costi di produzione è stato trasferito in modo
permanente sul livello dei prezzi.
• In sintesi uno spostamento dell’offerta aggregata verso sinistra:
1. Provoca stagflazione nel breve periodo. Aumentano sia i prezzi che la disoccupazione.
2. Il governo può reagire modificando la curva di
domanda aggregata, ma può compensare solo uno dei due effetti negativi (inflazione e disoccupazione).