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Atrio d'ingresso e cortile.

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Academic year: 2022

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CAPI TOLO III.

Atrio d'ingresso e cortile.

Vestibolo. - Varcato l'ingressodella rocca ci troviamoin un ambientedi modesteproporzioni che serve daatrio o ve- stibolo. La superficie saràdi 25m.q. circa, circoscrilta da un trapezio. Il pavimentoèfatto conmatt oni per coltello a spine di pesce; i costolonidella vòltaa crociera si impostano su mensole angolari a metri2,20dal suolo comeèaccennato sullo scliizzo(fi g. '142), ovesi scorgono duelati delvestibolo.

Nella parete maggioreè da osservarsi una bella porta ar- chiacuta che conduce: al cortile ed un affrescoincorniciato

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daunafascia rossa enera a stellegeometriche, Vi è dipinta una Madonna che allatta Gesù, assisa sopra uno scanno.

Questo affresco fu copiato nel castello della Manta presso

FIG.148.- Porta nelvestib olo (1a 50).

Saluzzo . In cima un sostegnocon piccola puleggiaserveper appendervi la lampada. Rammenliamoche altra immagine sacra trovammogià nella torred'ingresso al villaggio,se- condo ilcultodel medioevo.

Nellatodi controall'entrata si aprono dueferitoie longi- tudinali (dal castello di Verrès),attraverso le quali si può

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vigilare opportunamentela porta d'ingresso, contro la qnale sonoanchepuntate due spingardeconcavalletto situatenel vestib olo, come si vede sulla figura citala.

II quar to lato, tutto chiuso, non offre di notevole che una speciedi largo gradino, per tutta la sua lunghezza, o meglio sedile in muratura, coperto con lastre di pietra sagomate sull'orloesterno.

Potendo il nemico penetrare.nell'atrio, e quindi succe- dervi azzuffamenti, eraconveniente non vi fossero ingombri di sorta: perciò nessunmobile.

La bella porta al cortile è tratta da altra nel castello di Verrès. Merita diesser e illustrata(vedifig. 143)per la spe- cialedecorazionein pietra che, incorniciandouna luce rela- tivamenteangusta, fa risaltare con una certa appariscenza là portastessa.Unastessa sagoma viè ripetuta scalarmente varie voltee forma comeuna strornbatura d'invito. La porta haUII gradino assai sporgente in fuoried una cimasa in ag- gettoripiegata brevemente in senso orizzontale sulla linea di imposta. Nel disegno, che contiene prospetto, pianta e spaccato,si vedeuno dei battenti di legnameche fa chiusura.

Mentre la porta protetta dalla saracinesca nelle sue im- posterettangolari èfoderata ester namente da robustelamiere diviseinselle listeorizzontali,conchiodi di giuntura echio- doni,dalla testa sporgente e sfaccettata, percorazzatura, qui benchègli usci abbiano lo stesso spessore di 10 centimetri, non havvi rivestimento in ferro, ma sono fortificatida chiodi vicinissimi fra loroin modo che nonè agevolepoter aprire brecciecon arnesida taglio. Di tali chiodi se ne contano 38 file, e la lorotesta, foggiata a calotta, ha diametro di 5cen- timetr i : ben intesoessi sono posteriormente ribaditi. Per serramenta vediamoanchequiuna barraorizzontaledilegno scorrevolenelmuro.

Ibattenti sono a doppioordine di tavole. Quellocoi car- dini, rettangolare, haspessore dicm. li e le fibre disposte verticalmente; l'altro, cheripete il tagliò.curvilineodell'a- pertu ra, la grossezza di cm. 4ele fibredisposteorizzontal- mente.

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Questo esempio dichiusura fupre~o dalcastello di Fénis.

Facilecapirela necessitàdi una seconda porta fortificata potend o, per sorp resa, per forzao per tradimento, entra re i nemici nel vestibolo; quindi non soverchia precauzione altro sbarra mento prima di giungereai varii appartamenti della rocca.Gli uominid'arme posti sulla difensivapotevano impedire che gli intrusi penetrasser o piùolt re, od almeno potevano render loro ben difficile la possibilitàdi apr ir si una strada, impresa da pagarsia caro prezzo, chè anchedal- l'allo, per mezzo di caditoie in corrispondenza delle due port e, ilguardia no, dalla sua loggia o camere t ta, più fidoal signore che nonla soldatesca, ove troppo spesso si annida- vano Ilor di bricconi, invigila chiva e chi viene, spia i tra- ditori, tempesta i nemici piombando loroaddosso materie micidiali.

Questi cenni ci sembrano sufficienti a riguardo del vesti- bolo.Aggiungeremo che esso è semplicemente imbiancato.

Le nervature della cr ociera sono tinte in grigio con una specie di dentellatura alternata, ecosi le finte bugne attorno alle feritoi e che corrispondonocollo stanzone dei soldati.

AI cen tro dellavolta, in un medaglione circolare , si trova lo stemma sabaudo scolpito e dipinto. Non essendoci finestre, quando le due porte sono serrate, nell' atrio domina una quasi completa oscur ità.

Le due spingal'despianate controchigiungedal ponte,vi furono collocate come saggio delle prime artiglieriedell'e- poca.Il modello fupresoin Verc elli evenneroeseguit enella R. Fonderia di Torino. Altre armi ed arnesi da guerra ve- dremotra breve nelcameronedella milizi a, tali da offrire largo campo di studio agli specialist i.

*

Cortile. - Questo, come altrove accennammo, è, salvo poche varianti, la riproduzione di quello appartenente al castello di Fénisin Valled'Aosta. La veduta prospeui carapo presentata nella fig. 144, riproduce il Ialo più vario, cioè quello collascala.Inoltre,in minori proporzionile pareti del

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cortile sono rappresentate nelle tresezioni contenute nelle avole III, IVeV.

GiuseppeGiacosa - lino deiCommissari - in un suoar- ticoload IIn giornale di Parigi, cosi descrissel'impressione che produceil cortile or iginale di Fénis :

«Finalmente ecco un portoneasprodichiodi, ed apertolo eccovi in un androne al quale l'oscurità cresce ampiezza, e oltre l'andr one, ecco apparire, incorni ciatoda due archi a sesto acuto, un luogochiusoche ha della stanzae dell'ora- torio, rischiaratoda quella luce verdognola che scende al meriggionell'absidedelle chiese bizantine. Il tutto cosi in- certo, cosi strano, che pare una visione. Entrate: quello è il cortile ;un cor tilett o alqualegiungecosi pocogiorno,che sembra impeditoda vetr iate, tanto che dimorandoviperdete laconoscenzadell'ora, e fin dal mattino e nelle ore meri- diane, sembra imminentela notte,

«È impossibile dire l'effett o immenso e singolare che produce'la vistadi quel cor tile. È intimocome una stanza, come un'alcova, vi siparla sottovocesenza saperneil perchè, siètentati dicamminarvi in punta di piedi, La casa a due piani locinge intorno di ballatoi, iquali mettono alle stanze che sara nno in tutto una diecina. Le balaustratedi legno sono pressochè intatte, ma vi furo no rimesse a nuovo nel secoloXVI. Le muraglie recanoingiro figuredi saviefilo- sofi pitturati conuna cer ta larghezza che non esclude l'in- genuità.UnSan Giorgioa cavallo,bellissimo,occupail basso dellaparetedirimpetto l'entrata, dove la scala,dopo sei o sellegradinia mezzocerchio,si biforcain duebranche.Nella continuapenombracrepuscolare quellefigurehanno movenze vive, sembrano uscire dalmuro, avanzarsi in cerchio finoa

~erra rvi.':oi,l'es t~a n eo ,l'intrusoinquelsepolcro. Loripeto,

e una VISIOn e l). ) ,

Noi abbiamogià fallo ilconfronto tralapianta delnostro castello conquella del castellodi Fénis (figure 11i

e

Il8).

Le dimensionidel' cortile furono conservate; i quattr o lati misurano le seguenti lunghezze: lato maggiorecolla scala

FRI ZZI, Il Castellomedioevale,17.

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Sezione secondo

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Sezione AB vedula ve

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la linea C D

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Sezìone AB ve dul

IL C ASTELLO MEDI

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a ve r-s o l'ingresso

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metri 13,30, lato di fronte m. 8,30, lati iongitudinali ri- spettivamente m. 9,60 e m. (l,3D.

A Fénis, per altro, ove il castello ha altre opere di difesa prima di pervenire all'ingresso, nel lato più breve sono due vaste arcate a sesto acuto, fra le quali campeggia IIn S.Cri- stoforo dipinto; qui dovette chiudersi per non venir meno alle regole militari del tempo e poter formare un atrio chiuso, quale si vide poco fa.Inoltre, l'area libera del nostro cortile è alquanto diminuita, essendosi dovuto praticare due pas- saggi o discese ai sotterranei, cioè alle cantine, scuderie e prigioni, costruendo unarampa verso destra adatta per i ca- valli ed una scala verso sinistra, in una sola branca con di- ciassette gradini. Tali discesesono adiacenti ai lati longitu- dinali; sulla fig. 144 si vede una parte del massiccioparapetto in muratura , che limita la rampa di destra. Altre varianti troviamo nella balaustrata del doppio ordine di loggie in legno, quella attuale di Fénis colle colonnette torni te, es- sendo stata rifalla in tempi più recenti. Però il D'Andrade rinvenne altrove, nello stesso castello, traccie di altro bal- cone antico sufficienti per dare il disegno di quello ora ri- prodotto.

Infine, non tutte le aperture, cioè porte e finestre, hanno la disposizione o forma di quelle di Fénis.Comunque, queste varianti non menomano l'impressione testè riportata, ove se talpoco si sente il poeta, la cui predilezione era allora per le cose del medioevo, è però molto conforme al vero per chi possa con calma e senza premura trattenersi da solo ad esa- minare il sito e tutto quanto l'attornia.

Noi qui, ritornando alla figura'114, additeremo sommaria- mente alla costruzione e decorazione di questo cortile, che non è da considerarsi soltanto come luogo di passaggio, ma di soggiorno di soldati, di servi, falconieri emenestrellij cioè deve riguardarsi come parte della casa.

La vistosa scala di pietra, che ha principio nel mezzo del cortile con una rampa a gradini pressoché sernicircolari, fa .capo ad un ripiano sopraelevato di m. 1,60 dal livello'del lastricato per dividersi in due braccia simmetriche; che me-

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nano al balcone di primopiano. Gli scalini loro, a sbalzo, sonoassai malagevoli, avendo alzatadicm.~O ed eguale pe- dataodi ben poco maggiore. Verso l'estern o, una paretein pietrame, più lar ga superiorme nte che non allabase',come si rilevadallafigura stessa,fa daparapetto con mancorrente scolpito, il quale con lieveaggetto si ripete inferiormente per fiancheggiar e la branca semieircolare. Nel punto ove questi mancorr enti fann o ver tice, sporgono duecolonnette con capitellodi marmoa fogliami goticisormonta tida leone eda grifo ne,cherecano stemmi trale zanne.Questi orna- mentia Fénisnon si trovano, ma vi vediamo tuttora alt r i' stemmie rosoni rozzamentescolpitiallabase di tali colon- nette, nello spessore delparapetto.

L'ossatura dei balconi è tutta in legno. AI primo piano sporgèdalmurotutta una seriedi mensoloni dal profil oIra- stagliato, che ne sorreggonoil palco,da cui sopraeleva nsi speciali montanti, che dividono ognuna delle tre faccie in trecampate,per sostenerealtre ttantiarchitraviove appog- gianoi travicellidel secondobalcone.Questo hail parapetto egualea quellodelprimo, formato da listellini quadrango- lari cogli angoli smussui, ma di pocopiù infuori che non quello sottostante, ossia la larghezza della seconda loggia (m. 1,55) è maggiorediquella della prima.Colonneomon- tanti, intutto egualia quelli dell'ord inesottostante ,sieleo vano persor reggere alla 10 1'volla l'armatura delcoperto a faldàunica,indipendente dal tetto generale dell'e difi zio. Il pavimento delprimo ballatoioè a m.4,,40 ed il secondo a m. 7,20dal pianodelcortile.

I pilastriomontanti non hanno vero e proprio capitello, ma allatestasono scolpiti e dipinticon garbo e sormontat i damensole intagliatea sega.Talicolonne hannopoi speciali solcatur e esmussature,e riteniamo opportunodarneunpar - ticolar e, potendodaesse prendersiideeper decora represt a- mente costruzioni in legno improvvisate o temporanee (fi - gura t45).

Perlo più nelle teste sono incavati stemmi' o cerchi, in cuicampeggia unacroce di varia foggiao la siglaAL in go-

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tico. Il fondo, le croci, i monogrammi sono dipinti e sene accresce l'efletto. La sezione retta di talimontanti èdicirca cm.J4.XU ,ciòche partecipa all'elegante insieme, carattere di legger ezza.

FIG. 145.- Particolari di travatu rein legn o.

Le aper turedelcortile,oltre la descrittaporta diaccesso, sono le seguenti : una porta al camerone) due alla salada pranzo, una alla cucina ed una finestra a crociera, facente riscontroa quest'ul timaporta sul latosinistro dellascala.

Dellafinestra in pietra a crociera si vede ilparticolare nellafigura 146.Essa è proIetta da robustissimainferriata con uno stemma in lamieranella parte centrale, in apposito spaziolasciato dalla barra mediana, la quale, sopraelevan- dosi, è poi girala superiormente a guisa di pastorale col gambo ritorto, Tale inferriata è accennata a Ialo della finestra acrociera, che fu calcataa Verrès.

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AI piano superiore corrispondonosul balconedue accessi allaloggia delguardiano, unoallacamera daletto, due verso, lacappellaela piccola finestra diuncorridoio. Gli usci re-

FIG. 146. - Finestraacrociera(1 a 50),

lativisono in un sol battente,interessanti a vedersio per i pannelliscolpitioper le speciali serramenta in ferro. Belle assai la porta alla carnerae quell e alla cappella, ove nel di- segno ogivale campeggialacroce..Meriterebhero di essereil- lustraletuttepartitamenle: neilavori di intaglioescultura in legno si feceroveri miracoli.

Il secondo loggiato non è accessibile. A mano destra di chi penetranellacortevi fu postounsaggiodi falconeria, a cui tanto siappassionavano i signori d'allora.Benint eso, si tratta soltanto di falchi imbalsamali edi altri ordegni rela- tivi a quellacaccia.

Nel cortile sono posti alcuni sedili, che confe r mano po- lessero farvi stanza le genti delcastello.

Già dal piano terreno si vede al disopra delle gronde il

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maschio, che mostra contemporanea mente due faccie , ma assai meglio poi lo si vede dal balcone del piano primo.

maestoso, colle suepara toie (ventiere omantelli) framerlo emerlo; più in là ecco compari re la parte super iore della torricella, edalla part e oppostascorgiamo la torrerotonda, l'apparato murario che contiene ladoppia caditoia sovra- stante alla porta principale, e subito accanto la tettoia di legno,sottolaqualeè iltornio per la manovradell'approv- vigionamentoincaso d'assedio.Quaelà spunta la merlatur a e sporgono sui tetti i fumaiuoli dei molti camini del ca- stello... Non havvi angolo che resti monco o sprovvisto di particolari, ovefissarelo sguardo.

Fra le duearaldiche figure di animali che fiancheggiano il ripiano della scala, più indietro, sul muro dipintoa 10- sanghe bianche enererisalta assaiuna interessante compo- sizione, compresa in un rettangolo, in cui è rappresentato S. Giorgio che uccide il drago alla presenza di Uadonna Virtù. La figuradel santo cavaliere è quella stessa che fu riprodotta nell'insegnadeli'osteria.

L'affrescohamoltapar te nella decorazione dellepareti e nederiva quell'insieme cosi varioe geniale.

Sui trelati ove gira ilballatoiodel primopiano, vediamo distaccarsi su d'un fondo verde-scuro a fiori neri 25figure a grandezza naturale recanti ciascuna una benda o perga- mena consuscr ittiquattroversiinfranceseantico,che non sempreè facile interpretare. Vuolsi rappresentino filosofi , patriar chi ed eroi.Qui non sono distinti da alcun nome,ma aFénis restano alcunescritte,comeBoetius, Aristotes,Térn is, Perses,Joseph, ecc. Neicostumi a vivacicolori prevalgono lunghetonache; varianoda una all'altra atteggiamentie fat- tezze. Tuttequestefigureappoggianosu terr eno erbosoese- guitocon tanti stampini; al disotto intercede uno spazioa losanghenere e bianche, che fa da zoccolo.

Forse non sarà ovvio riportarequicomecuriositàalcune di quellesentenze, che sono scr itte ingoticoe con libera or- tografi a.Un vecchio in calotta, drappeggiatoin una abbon- dantecappa rossa,cosi si esprime :

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Se uns homs avoit ngoeur ner Le ciel et la terre et la mer Et tous les biens que dieu afait Il aroit rien sii navoit paix, .

Gli fa riscontr o un tipo singolare dalla lunga chioma, i baff cInbarbarossiccia, colcappelloconicoed una piccola scimitarra alla cintura: lasentenzadi questopersonaggio è di carattereascetico:

De tout e science le commencemen t Est dam er dieu omnipotent Et yesucrist qui nousaforrner Lequ el tous yours devons louer,

Infine, una figura da Nazarenocol manto foderato d'er- mellino ci spiega dinnanzi questa specie di proverbio sulle donne:

Feme qui prent elle se vent Feme qui donna elle saban dona Feme qui vout san honour garder Ne doit ne prendre ne donner.

Allostess o piano sono da osservarsi fascieedarchi voltiat- torno alleport e, con finte colonne, fregi,sacresigleefigure di animali, alcune delle quali evident emente rifere niisi n nota favola d'Esopo.

Parimenti verdeè il fondo di tre lati all' ultimo piano,ma di un verdechiar o e lattiginoso, sucui sono ripetute lelet- tereAL in caratt eri gotici rossi eneri, fra loro intrecciate.

Questo monogramma, chegiàtrovammo scolpito neicapitelli delle colonne di legno, si ritrova dipintoal primopiano ili una fasciaorizzontale al di sopra '[Ielle teste dei sullodati santi c sapienti,composta di piccoliriquadri con siemmini e fregigeometricivari. Questafasciaèalta quant oipancon- celli chesorreggo no il tavolatodelbalcone superiore, aventi la testa in fuori sagomara e l'altr a confi tta nelmura, ove vannoman mano interrompendo taledecorazione. La quale trovasi ripetuta all'ultimo pianoalla basedei piccoli puntoni

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dci tettuccio,malassù ècomposta tutta configure georne- triche ed a suavoltainterrottadaspeciali mensoledi pietra perappoggio della travatura.Ad ognuna dellemensolesot- tostalino stemma incolori dipintosulmuro. In nericarato teri l!0ticivistosissimi,con svolazzie iniziali arabescate, a fiancodi una delle ported'angolo dalla parte'dellascala si legge:

La gar de Robe De Latappysserie.

Resta a dire'delledecorazionidellato minore, quellocioè non copiatoa Fénis. Ad esso accenna la sezioneAB con- tenuta nella tavola IV. Fino all'altezza del primo ballatoio corre la stessa tappezzeria, qui ancora a scacchi bianchi eneri,mentre è bianca e rossaper le dueparetilongitudinali.

Alivello delprimopianosi vedeuna specialefinestra qlla- driforaegualea quella chenelcastello di Verrèssi aprenella

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FIG.147. - Finest raquadriforaversoilcort ile (1a 50).

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sala da pranzo verso il cortile. Nello spazio interposto èun vasto rettan golodipinto, contenent elo stemma dei conti di Challant (bianco e rossoattraversato da barra nera), sor- montato da elmo bizzarrocon ornati bianchied azzurri su fondo rosso.Sopra la quadrifora, altro piùvasto riquadro, che va finsotto la gronda, reca lo stemma di Savoiacon alato cimiero e fogliami bianchi erossi su campo verde.In cima vi si leggono le parole [ert (ert con a lato il lacciod'amore.

Altristemmi minori fiancheggianola finestr aricordata. Nella figura 147, che rappresentala pianta ed il prospetto esterno della medesima quadri fora in pietra, veggonsi accennati i due scudi di destra.Quello superiore, biancoed azzurro su fondo color mosto,appartieneai marchesidiSal uzzo; quello sollostantecon seaqllone rosso,compresoin unaformelladi finto marmo,alla famigliadi Saluzzo-Manta.Fanno riscontro le armi dei marchesidi Monferrato e deiconti di S. Martino.

Si ricordaronocosi le principali famiglie piemontesidel me- dioevo, alle quali appartenne la maggior parte del materiale preso per modello dalla Commissione. Tali decorazioni fu- rono copiate nel castello d'Issogne,nel qualeil cortile è cosi ricco di pitture, specialmente di soggetto araldico.

Questi affreschi, maestrevolmenteimitati,che adornano il cortile e che abbiamo fin qui esaminato, sono opera delva- lente pittoreRollini..

A titolo di cronaca ricorderemo che nel1884, all'epocadel- l'EsposizioneNazionale, ebbero Inogo in questo cortile al- cune conferenze di soggetto archeologico.

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C A P I '1'O L O I V.

Camerone dei soldati, cucine, sala da pranzo.

Cameronedeisoldati. - Lo stanzone pellasolrlatesca, al- l'interno ciel quale accenna la figura148, è una corsialarga

FIG.148.- Interno delcameronedei soldati.

m. 5,iO,che occupa tu Ho uno dei maggiori lati del ca- stello(m. 22), e quindivièspazio bastevole per buon nerbo digente. Fucondottosul tipo di localeanalogodel castello diVerrès.

Vi siperviene scendendo tre gradinidalla porta a mano sinistra del cortil e. Trefinestr e aperte a sud,a grande al- tezza da terra, illuminano a sufficienza il camerone, dalla

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vòltaassaisfogata. Il pavimentoèuna mnssicciata come di minuto calcestr uzzo. L' ambiente èsemplice, qualesi addice ad una caserma.Quaurolezeneper part e, sormontate da ca- pitello,scorn par tiscon oilcamerone incinquecampatejquesta divisione si ripetenellavòlta con archi in aggettochesi im- postanosucapitelli a m. 2,60dal pavimento: lamonta è di poco maggioredellasemicorda,'Questesporgenzesono colo- ritein bigio coi giuntisimulati. Dueport e sono attorniate da bugnatosimile, una quella d'arrivo, l'altra che menaalla cucina. Altra portin a, in un angolo, dà accesso alla torre rotonda ove sisvolge una scalacircolare(che non fu ultimata) che permett elacomunicazione coi piani superiori e coll'an- datoiadeimerli ovedebbonostazionar ele sentinelle.

Altreminori aperturesi riferisconoalleferitoie aprentisi nell'atrio e ad un passapiatti con doppiousciolo,in relazione colla cucinadetta deiser vi, per vettovagliare lasoldatesca.

Delle due ferit oie, una è tagliata per ishieco, perchè la mira corrisponda in linearetta colla portad'ingresso al ve- stibolo. Se attraverso queste feritoie,ove è da osservare l'ar- chivolto foggiato agradinata decrescente,o lungo losquarcio dell'accessoalla cucina, misuriamo la grossezza del muro, troviamo chesupera i 1Il.1,50, benchè muro interno.

La lucedellefinestr e èrettangolare (m. 0,55X 1,22). Il davanzale si trovaam. 2,50 da terra, per cui per accedere alle finestre, che hanno doppio sedile nello squarcio, fa d'uopo servirsi di appositi scalei in legno con gradini di circa,iOcentimetri dialzata. L'intelai atura di chiusura è ot- turata da teleanzichèda vetri; gliscuri sono divisiin due parti in senso orizzontalee portano ciascunaun pannellocon pergamenain rilievo.

Addossatein corrispondenzadi ogni lezena, corrispondono dal lato dellefinestre altrettantelettierepei soldati, di forma molto semplicee primitiva, con tavolatisorretti da cavalletti e spondecon assiper coltello. Il primo giaciglio,di faccia alla porta di arrivo, è un ver otavolacciodacorpo di guardia, ri- coperto di paglia. Simili i dueintermedi, ma forniti di co- pert oni di laua. La101'0 larghezzaè di III. 3,50, e quindi li

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èposto per discreto numero di persone. t,'ultimo è un vero lett o, perquantomassiccio e semplice, piùciviledeglialtri;

conpagliericcio e coperta rossa, e serve'per una sola per- sona. Deveintendersi pel letto del Conestabile.

Era questi il capo di quelmanipolo di uomini metà servi, metà soldati, al soldo del signor!', per lo più capaci delle peggioriazioni; nel medioevochiamatiIrriganti.

Maoggi questi giaciglisono vuoti, nè ci spaventa alcun ceffo di scherano . Eccoqua di contro la rastrelliera delle armi, che ci dà un interessante esempio di vita medio- evale; quello che riguarda il modo di combattere, Vi sono corazze, elmi, maglie, cinturoni, balestr e, spadoni a due mani,lucidelamedi coltelliepugnali,alabardedallelunghe aste,i primi schioppi e altrearmi di offesao difesa.Il di- segno dellarastrelliera ela disposizionedellearmi fucopiata daunalTrescodel cortiledelcastellod'Issogne.In molti ca- stelli l'ambizione deisignori destin avaapposita sala ad uso armeria, peresporviinbellamostra armi, armature, e tutto quanto siriferivaallaguerra, alla cavalcatura, ai tornei e allacaccia. Qui,comenei piccoli castelli, il corpo di guardia fungeva ad un tempo per sala d'arm i.

Bellissimi i saggi d'armiche qui si vedono; scrupolosa- mente riprodotti, col consenso delGoverno, nell'Arsenaledi costruzionee nella Fabbrica d'armi di Torino, risultarono perfetti e precisi. I maggiori elogi furono tributati agli operaidi quegli stabilimentied ai loroDirettori. Dellearmi di cui non si avevano modelli,forni i disegniil prof. Gilli, dellaCommissione, al quale si devese la part e del mobilio e dell'arredamento riuscì cosi completa ed ammirevole, senzamai venir meno alla più scrupulosa esattezza storica.

Davantialla rastrellierasta un tavolonelungo pocomeno ditimetri, sostenuto sucavalletti,Nel senso longitudinaleè fiancheggiatodapanchemolto rozze, su cui sedevan oa bere egiuocar e gli uominid'armenelle ore di riposo. Icavalletti mobili delle tavole permettevano facilmentedi traslocarleda unsitoall'altro edi passar le per lestrette aperture di co- mnnicazionefra stanzae stanza.

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Resta a dire dei due camini ai capi del camerone. Fino allacor nice ove si impostano le falde della cappa, sulla quale sono dipinti stemmi, sonodi pietra. Il disegno èdato dalla figura1.1.9;sono eguali. Forni il modello ilcastello di Verrès,

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FIG.1'49. - Camino in pietra (1 a50).

checontiene tantiampicamini degnidi studio. Essi dovevano servire per riscaldarei militi ed i famiglidurante i lunghi in- verni settentrionali, ed all'occorrenza per preparare i bol- lenti liq uidi da precipitarsidalle piombatoie. Ai fianchi si vedono due sporgenzea guisadi mensoleper reggere i lumi.

Di questi troviamo nello stapzone alcuni esemplari. La lan- terna che pende dal palco ha'l' invol ucro fatto con lamine di

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corno,abbastanza trasparente e che difende la fiamma dal vento.Altridue sonolucer ne a manocon lucignoloo sostegni per introdurvi candele di cera. Vi fu chi si occupò anche della storia dellailluminazione e procurò modelli e disegni di candelieri, lanterne, lumiere,:ecc., quali si riferiscono al secoloXV.

Sotto i camini vi sono alari di ferro per sostenere i tronchi d'alberoda ardere. Ne vedremo altri più ricchi ed eleganti.

Gli altri mobili secondari che completano ilcamerone sono vari sgabelli,delle panchevicine al fuoco ed unasemplice cassapanca per uso del Conestabile.

Adesso vi si trova pure raccolto il rozzo telaio che era esposto nellabottega della tessitri ce.

Cucina. - La cucina è divisa

*

in due parti da una ean- celiata. Alla minore siaccede dall'ora descritto localedella soldatesca, all'altra; doppia della prima,si può scenderedi- rettamente dal cor tile.Sulla pianta delcastello (fig.117), si vede com e sono disposte queste contigue cucine, e nello schizzo(fig. 150)se nepresenta una veduta prospettica in- terna, presada uno degli estremi del riparto riservato alla preparazione dei piatt i pei signori.

Siscorgebenissimo la cancellata divisoria in legno colla porta di comunicazione. Questacancellata, che si impostasu massiccio parapettodello spessore di un braccio, èdivisain due campate daun pilastro cubico dagliangoli smussati, che sorregge duearchi prolungatifino ad incontrare il sistema di vòlte a costoloniintrecciantisi, di bizzarroeffe tto, che fa soffitto alledue cucine.

Basta traversare ed osservarequesti ambienti per cono- scerequanta cura ed impegnoposelaCommissione nel loro ordinamento. Infatti la cucinadovendorivelarciuno dei più intimi aspetti della vitadei nostriantenati, era senza dubbio destinata ad attirare l'attenzione dellapiù gran parte dei vi- sitatori.

Prestodescri tta la prima parte, ove la semplicità cor ri-

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sponde a quelladei cihi che vi si dovevano allestire, desti- nata ai famigli.erl agli uomini d'arme. Havvi un camino a fianco dellaportaalcamerone, concappa prolungata fino ad incontrare il muro ester no, in modo che il passapiaui al detto camerone si trova in un vano. Sulla figura 150 è in

FIG. 150.- Internodella cucina.

parte nascostoda un gra n mastello che dovevaservire per fareil bucato. Sotto il camino,in luogodella catena vièuna mensola di legno, alla quale sia appesa una grossa caldaia di rame.Il braccioverticale delsostegnoè imperni ato eper - mette di allontanare dalfuoco il pesant erecipiente. Questo può collocarsipiù allo o più basso, perchèil regolo al quale si appende è scorre volecon diversi fori ove si pone una ca- viglia d'arresto.

Fra il mastello- che nonsi volledimenti catoperdistru g- gere l'err onea credenza che nel medioevonon si pensasse guarialla nettezzadegli abitie della persona - ed una stia

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perpollame,identica a quelle che si costruiscono oggidì, è il vano di unafinestra con duegradini inmattoni ed un la- vandino,il qualea mezzo diun doccione dipietrasporgente alquantoall'est erno, scarica nelfossato le acque sporche. La Inceclelia finestra èassai altada terra, e nonvisi puòaflae- ciaresenon montandosulla pietra dell'acquaio.L'invetriata è in un solo battente con imposta scolpita, divisa in due parti.Èinvecepraticabile econ due sedilila finestradicui giù dicemmo trattando del cor tile (fig. 146), ove schiude i quattro battenticoi vetri a losanghe, contro i quali si adat- tanosei pezzi diimpostacontenentepergamenenei riquadri.

Un sostegno di legno fa ad un tempo da porta-catinoe por ta-salvietta.

Scavata nel muro presso il cancello di comunicazione è unaspecie di armadio o dispensaa due piani di pietra. Non vi sonosportelliper chiusura: attornoalla bocca, di forma mistilinea, gira una fasciadi pietra COli modanature.

Sulle costoledellavolta, le qualiSOilO impostate su men- soleUeornate, stannofissiquattroanelli, ai qualifannocapo aste di ferr o sor reggentiuna speciedi castello agabbia con setteordinidi traverse irte all'esterno ed all'int ernodica- viglieacuminata : in tutto 308 punte.Oggiquestomobilenon si trova più nelle cucine, od almenosoltanto un suo deri- vato, pertener vi capovolte parecchiehottiglie ad un tempo dopola lorolavatura. Nel medioevo questoappiccato ioo ra- strelliera- questo che vediamofucopialo a Fénis- doveva servireper appenderecarnidapreparar e. selvaggina,mezzine di lardo ed altre cibarie.Adessovi stanno appunto appesi grossiuccelli, reti, leprip.simili.

Il pavim ento, comune ad »ntrambele cucine, èuna specie dimassicciatacome quelladelcameroneprecedente.Lacan- cellata di separazionedal lato oppostoa quello dove sta il passaggiofral'unor.l'altr o ripar tocoirelativimezzi dichiu- sura, ha duesimmetricheappendici, girr vo li attorno ad asse verticale, formantiun angolonelmezzo delqualeèla boc~a

delpozzo. Permezzo fii un car r ucolone di ferro edilegno, sormo ntatodallo stemmadi Challant (da modellodi Chieri),

FRIZZI,Il Castellomedioevale,18.

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e di una corda si può dall'una e dall'altra cucina fare prov- vista d'acqua, Si tratta di una vera cisterna, e si può real- mente attingervi acqua per serviziodel castello.

Passiamo nella cucina principale dove imperava il capo cuoco, intento colla maggior serietà a preparare salse ed in- tingoli piccanti, chè il palato dei duchi, marchesi, conti e baroni d'allora non era di così facile contentatura come potrebbe credersi.

Il commissario P. Vayra, nel descrivere partitamente tutti i mobili ed arredi delcastello nell'inventario contenuto nel Catalogo ufficiale,dottissimo scritt ocheoccupaoltre la metà del volume, toglieoccasione per ricordarne mano mano, in altrettante modestenote di minuto carattere, l'uso e presen- larci tanti quadri sulla vita ed abitudini del secolo XV con unaer udizione ed una chiarezza perfetta. Basti questo cenno pei lettori ai quali interessassero ricerche stor iche solto un simile punto di vista.

Uno dei lati minori di questa secondacucina comprende il camino principale, solto il quale potrebbe arrostirsi un intero bue. AI riparo della grande cappa, da una parte si osserva la boccadel forno, dall'altra il passapiatti in corri- spondenzacolla sala da pranzo.

I robusti alari di ferro recano superiormente speciali gra- ticole cilindriche, che servivano da Iornelletti- allora non conosciuti - collocandovi tizzoni accesi.Attorno vi s'appen- devano ferri per attizzare il fuoco, mestole e f.orcheltoni per uso del cuoco; in basso vi sono sostegni per gli spiedie schi- dioni per l'arrosto, girevoli a mano. In questo camino prin- cipalefa meraviglia la'catena in tre branche, appesa ad un braccio fisso nel muro (da altra simile di Issogne), il tutto così robusto da far pensare dovesse servire per dei giganti.

Ciò è da ripetersi al desiderio della lunga durata - al quale gli odierni artisti non pensano- e alla nota caratteristica del medioevo, di attenersi a certa grandiosità e imponenza di forme.

Dinanzi al camino sta una panca a bracciuoli scolpiti, e vi si può sedere guardando il fuoco o volgendogli le spalle.

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Ilsecondo camino è quello che si vede in gran parte sulla figura '150, colla paretedi fondoinclinata,di breve profon- dità ed ifianchi massiccicon grosse sagome escantonatur e.

Èprovvisto di alari terminati con un cerchio sostenuto da gambiricurvi.Questaspecie di cuffia capovoltapuò sorreg- gere gabbie ad usodi fornellooscodelle, come qui si vede.

Sulla cappa vengonoad impostarsi due delle costolesa- lienti dell'ossatura del vòlto; queste costole, che altrove fanno capo su mensoleue con fiori o figura d'uomocolla schiena ricur va, in pianta siverrebbero a proiellarecome le due diagonalidi un rettangolointersecanti un romho,i cui lati sonodue a due parall elialledelle diagonali, le quali nel punto d'inc ontro o centro della vòltnrecanoun rosone for- mato d~1I0 scudo di Challant attor niato da tre figure che ne sporgono ai lati e da frondedi quercia. Le pareti ele volle sonoimbiancate,i pilastri,lemensole, lenervature,gliar- chivoltisonogrigi.

Leluci dellefinestr e sonoallostesso livello dellaprima finestra dianzi osservata, ed hanno lo stessoapparecchio di chiusura. Quella di mezzo ripete il lavandino, nell' altra trovasiun rialzoo sedile,su cui possono collocarsi oggetti.

Visiosserva un mortaio di pietra con scullurediverse, cam- pioneautentico donato dalBaroneBollati di S.Pierre.

Di uncertolussola tavola nel centroconsagome e ornati a sega.Sopra vi stanno in mostra piatti, scodelle e vasi di variefoggie, Quattro tiranti di ferro sostengonoa guisa di baldacchino, disposto orizzontalmente al di sopra della ta- vola, un telaio di legno a graticciodestinato a depositarviil pane. A~l iangoli fannogancioquat tro testediserpein ferro battuto. •

Sullostessostile del tavolo è la madia, aldi sopra della qualevediamodelle tavole sorrette da modiglioncini infissi nel muro perdepositarvi paiuoli, caldaie, pentole,padelle, ecc.

Allra simileè pressoIn porta al cort ile, Ecco dei coltelli , deicesti, brocche, tipi di lumi, di recipienti di vetro, ecc.

Modello bellissimoèilcatino in rame, foggiato come ilco- ronament o di una torre, sostenuto da robusto tripode di

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ferro battut o, sormontato da un recipiente cubico, vero e propr io castello, con tetto e torricelle angolari, finestre e port«nsbalzo.Serve per depositodell'aequo, laquale versa nelbacinodnappositachiavetta rappresentant eunaslatuina equestre.

VII tavolo sempliceconcava lletti, panche comunicd altri sgnbellintre, a quattro gambe fisse opieghevoliad X,com- platanoil mobilio dellacucina.

Questa filtracciata seguendo assai da vicinolacucina del castello d'I ssogne già più volte rammentato. Come si disse, questocastello,peresserdivenutoproprie tàdel pittoreAvondo giàmoltianni primache si pensasseallaEsposizionedel 1884, avevaavutola fortuna dica pitare in mano di un intelligente artista , cultore di ar te antica, che con grande stud io, pazienza, spesaepassioneda collezionista, aveva saputo re- staurarloeridonarlo quasi completamente all'anticosplen- dore;monumentointeressantis simodiepoche or maitrascorse.

Non ci dilungheremoa trattarne, perchè assai conosciuto in Piemonte e visita toannualmen te da studiosi ed artisti.

Èritenuto pelpiù impor tante castello dellaValled'Aosta ; lasua fondazionerisale al USOper volontàdi Giorgio, ricco prelatodellaCasadi Challant, nel luogo ove sorgeva altro ca tello, del quale poco deveessersi conservato , dovendo ser vire pertranquilla dimoradi una vedovae di un fanciullo.

Eccoperch è nullahnvvi di caratterefieroeguer resco; anzi, vedutodall'esterno, pare un conventoodunafattoriaquesto gentile e pacifico maniere. ~la la semplicitàdell'es ter no è largamente compensatarIaI fastoe dalle oper ed'arte checela fralesuemura,cominciandodal magnificocorti le,cosi vario nella ua, un tempo, smagliantissima veste di affreschi ed ornati.

Sedunque a questo cas tellosiattinserocalchi, disegni e parti colari tàper riprodu rre, per la disposizione e appara to esterno, henpocopotevafornire al nostro caste lloforte . io.

confer ma, sioservi infatti loschizzo'151,cherappresentail castelloversol'an golo, oveappu nto, a pianterreno,si trova lacucinn.

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Il castellod'Issognetrovasiampiamentedescriuo nella vo- .lurn inosaGuida del/aValled'Aosta di Ratti e Casanova,nella qualesi contengonocenni storico-descrittivied illustruzioui di.tuu a quella innumerevole serie di castelli grandi e pic- cini, che si incontranoin tuttala vallata.

FIG.151. - Schizzodel castellod'Issogn e.

Intorno poi alla potentefamiglia deiChallant ed alle tante possessionichenelcorso di oltre 6secoli tenneroin'feudo, fu recentement epubhlicato un pregevole studio del signor Vaccarone.

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Salada pranzu. - La salada pranzo èrettangolare con unasuperfi cie di m.,75.Vi si ha comodo accessodalledue porie~ià osservatesul destro lato del cortile, le quali sono internamente provviste di bussolein legnointagliate e scol-

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pite,formantiavancorponell'int ernodellasala. Una diesse si vede sullaflgul'a152,chevuoll'iprodul'relasalada pranzo.

Dall'oppostolato sonopraticate trefinestre congradinie se- dili. nadi queste finestre fu disegnatanellafi~ura 129.

Ila piccola portaincapoallasalaconduce al maschio o torreprinc ipale, ove si svo lgeun~comoda scala; altra aper-

FIG. 152. - Prospettivadella saladapranzo.

turaèquelladel passaviva nde con

stipitiin pietr a sngo rn ati, prolungatifinoin terr a, chiusiconparapettosormontato da robustissimopianodi pietr a.

Su unodeilati minori sporge un vasto camino per riscal- damento della stanza, dall'altro una impalcatura o tribuna persuonatori.

L'aspettodi questasala, che teneva unodei posti d'onore nellerocche feudali, il lusso deimobili e delle suppellett ili intrattengono gradevolmente il visitatore, la cui attenzione

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e meravigliasi seppe accrescere a grado agradocoll' ordine secondo il quale egli deve attraversare i vari membri del castello.

Magnifi coil soffltt o in legno.Riproducequellodelsalone dell'antico castellodiStrambino nel Canavese,oggi proprietà delconteVillanova, che viedificò da presso altro maniero.

L'ossaturaèsimile aquella di altri soffitti congeneri: si veda nella figura153checontiene un trattodi sezionelongi-

FIG. 153. - Particolaridi cost ruzione diUIIsoffitto(1 a 25)."

tudinale ed un trattodi quellatrasversale.Il pregiodi questo soffi ttogli deriva dalle pitture che lo abbelliscono. l grossi travi sonosellej doppio il numerodei lravicelli: abbiamo ouocampale in unsenso, tredicinell'altro, i due travi celli estremi combaciando coi muri longitudinali, Tra l'uno e l'altr otravi cello, all'incontro delle travi maggioristannodelle

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tavolette uttor niate da una speciedi coprigiunto smussato, chefa loro cornice, quasi altrettanti quadretti. Questi qua- dretti sono in totale-t3X 16.cioè208.In ciascunadi queste sedicifìledi riquadri dipinti troviamosempre 6 busti umani, unostemmadei S.~Iartino e la sacra siglacolnomedi Gesù.

Glialtr iscomparticontengono quadrupedi, uccelli, fru llie vegetali, fantastici animali alati, volatili con teste di donna o di bestia,e simili bizzarrie. Ciò che può interessare sono leteste, in tutto 96, divisein par tieguali traeffigi maschili c fcmminili, e tutte dilTcrenti fraloro,perchèciascuna reca una diversafoggiadi acconciatura e di copri-capo.

E

tutta una vera collezionedi costumi medioevali.

Tanto per dare qualcheidea di queste teste, neriprodu- ciamo qualcuna(fil>. 15,t).

FIG.154.- Teste dipinte nelsoffitto dellasala da pranzo.

Alla base delsoffitto, cioè tutto all'ingiro per un'al tezza cor rispondente a quelladei travi principalieloro mensole, corre un fascione dipinto su fondo scurodigrande effetto.

Sembra un nastro ornato,avvolto a spire, dentro le quali saltano, sialTacciano o rincorrono bianchiconigli; assaige- niale motivo di.decorazione. Questa fascia,sullaparete op- postaa quellacolcamino, èinterrottadaun medaglioneche contieneun ritratto colossale di1111 reguer riero, leggendario in tutti icastelli del Canavese, che la tradizione vuolesia re Ardu ino.Ha l'elmo fioritoedèincorniciatodauna ghir- landadifoglieefrutta,quale siosser vainceramiche di quelle epoche. Dalla fascialino al pavimento, fallo ditavole, i muri sono intonacati, cioè bianchi.

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,Come altroparti colaredi costruzione della sala,accenne- remoalgra ndecamino Ili pietra (dal cast ellodi Verr ès) con una aggraziala corniceallabase della cappa(fig. 155). Sulla facciaanteriore della cappaè dipinto un grande stemma di S. Martinocol timbro, cimiero e svol azzi, col motto della famiglia.Èfiancheggialoda duescudi minuri, uno dei quali partito colle impresedi Savoiae di Franciaper riportare la memoria ai tempi del Duca Amedeo IXe della consorte Jolanda.

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FIG,155. - Caminonellasala da pranzo(1a 50).

All'epoca dellacavalleriaci richiama anche il tendone di- pinto, che nasconde la tribuna dei suonatori.Vièraffigu- ratoun torneo, con alcuni combattenti a cavallo edaltr i a' piedi,mentre aldisopra di uno steccato veggousi, fra gli altri, due personaggi coronati che stanno ad osservare . Il drappo su cui si appoggiano, e che scende sullo stecca to, port aripetut ele iniziali R. M.Talecomposizione, iII cuile

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figure si presentanodipinte senza chiaroscuro, fu disegnata dal conte Pastorisedeseguita dal prof. Vacca. Fu tratta da miniature del romanzo medioevale: Roy J1lodus,e la cifra surriferitn richiama appunto a questo l'e.Menestrelli e so- natori prendevano posto sopra questa tribuna in occasione specialmente di grandi banchetti.

Lasala da pranzo èpresentata al completoin tutti isuoi particolari.Tuttoè pronto per potersi assidere alle mense imbandite, colle posate, stoviglie e biancherie dell' epoca.

Dovremmo trauenerci qui lungamente, se tutto si volesse osservare.

Le tavole sonotre, una trasversale pei signori, e perpen- dicolari alla stessadue longitudinali, lunghe(j metri(occor- rendo, scomponibiliciascuna in treparti), fiancheggiateda predella e panche di legno. Presso la tavola d'onore è un seggio'ricchissimoa due posti,conspalliera alta, protesa in avanti per formar baldacchinocon trafori, sculture e pinna- coletti.Èuno dei più bei tipi di mobilio antico per lusso e ricchezza di intaglio e per saggiodello stile d'allora. È opera dello scultore Gasperini. Il disegno è composto con ornati calcatidagli stalli delcorogià esistente nell'abbaziadi S. Maria di Staffarda presso Saluzzo, migliordocumentoin fallo di in- taglio in legno possedutodalPiemonte. Adesso gli avanzi di quegli stalli arricchiscono il Civico Museodi Torino.

Le tavole per la mensa sonosostenute da cavalletti a tre gambe, colle dueanteriori ,più in vista, riunite da superficie piana con trafori e sculture nello stesso stile della sedia o cattedra baronale. Questa è fiancheggiatada sedie pieghe- voli, di varia forma, per ospiti o ministri. La durezza del legnoera mitigata dacuscini mobili,semplici o ricamaticon fregi, stemmi,simboli od altro.

Scolpite sonoeziandio le imposte divise in due pezzi per ogni finestra riparata davetr i a losanghe.

Altri mobili degni d'esamesonotrecredenzeaddossate alle pareti, fine lavoro di G. Bosco di Chieri, tutte con alta spal- liera ed a gradinata per la mostra deivasellami, vetrerie, argenterie, confettiere,acquereccie bacini per l'abluzione

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dellemani, vasierecipienti pci vini, liquori e salse, can- delierietante alt recose spessopiù di lusso che di uso.Queste credenze hanno cassettee spor telli dalle ferr amenta lucide traforate, col fondol'OSS Oche lefarisaltare congar bo.

Da osservarsi i braccialiin ferro battut oinfissi nel muro persostenerecer i ed illuminarelasala.Altr icandelabri mi- nori, con ornati, sono quae là sparsisui mobili.

Nonsi potevamegliopresentare una riproduzione al na- turalediciòche dove vaessere unasala baronale da pranzo nel secolo XV,avutoriguardo ai metodi di apparecchiamento, alle tovaglie, posate, piatterie, ecc. , ecc., compresa la ri- surrezione di arnesiaffattospeciali d'allora edi cui il Vayra cisacosì benerifare lastor ia. Cosiad esempio,lanave,bel lavorodi orefi ceria delBrisighelli, che si vede sulla tavola dei signor i. Erauna speciedi cofanettoper riporvi le posate e cer ti particolari amuleti e coutroveleni, La navicella è tutta adornatadi stemmi smaltati; un verocompendio del blasonedi quelsecolo, relativo a Casa Savoia, al Piemonte ed a famigliedi nazioni alleate.

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CAP I '1'O L O V.

Loggia del guardiano,antisala,sala baronale.

Camerettadelguardiano.- La planimetriadelprimopiano ècontenu ta nella tavolaIII. L'accessopei visitatori è dato dallascala un po'ripida del cortile,epercorso un lato del ballatoio, si entranellapiccoladimora delguardiano.È in- differente tenere il latodestro o quello sinistro, perchèvi sono due passaggi simmetrici.La stanza del guardiano, il qualespia da una piccola feritoia chisale alcastello,attende alla manovra della saracinesca evigila le duecaditoiesopra-

FIG.156. - Stanzadelguardiano.

stantialvestibolo, hal'areae la volta eguali a quelladel- l'atri o stesso. Diamo uno schizzo dell'aspeuo inter no(fi- gUl'a I56). Ivi si scorgono contempora neamente due lati,

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quello verso l'ingresso al castello,con un vanocol tornio a manovelle, le cordeele carrucole per alzare od abbassar e lacaterat ta, e quelloverso il cortil e con la bella qundrifora gi:ì disegnala nella precedent e figura l,ti; questa fineslra non hachiusure. Inquestnsranzeuacorrispondepurela porta dei viveri, di cui si dissealtrove, e cheèposta delpari solto la custodia delguardiano.Infine,una porta cogli stipiti gen- tilmente sagornati immetteall'anti sala.Tale porta(da Verrès) èdisegnatanella figurafIi'i ;l'uscio èin due battenti.

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FIG.157.- PortaaU'antisala (1 a50):

Sul pavimentoveggonsile due botoleche copro no lepiorn - batoie.

Le pareti ed il v6110 sono a fondo bianco,meno i soliti bu- gnati allorno ai vani. Perònon passa inosservata laoriginale decorazione delle pareti. Tra apertura ed apertura si vede dipinta una viminata che fa quasi zoccolo,dietro la quale spunta un terrenoerboso ed alberi di varie speciecoi colori naturali, con o senza frulla. A queste piante sono appesi degli scudi pnre dipinti. Questa decorazione fu copiala nel castellodella Mania prima chevenisse imbiancala. In questa ('clla dI'Icustode nonhnvvi nessun C:lPO di mohilio.

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Mapassiamooltre, alle stanzepiù importanti.

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Antisala.- Ques ta speciedianticamera al salonedigiu- stizia è composta con elementi e decorazioni prese in più luoghi.La portaper Inquale vi sipenetra èmunitaall'int erno dabussoladivisa in pannelli eriquadri sui tre lati con per- gamene, rosoni emeandriogivali :essa forma notevole spor- genza nell'internodellacamera, comeaccenna la figura 158.

FIG.158. - Interno dell'a ntisala .

Una porti cina in unascant onatura dellasalava allascala della torre circolare; nell'angolo opposto è quella di pas- saggioalla sala maggiore.

Le due finestr e contenute nell'a ntisala già illustramm o nellefigure130e133.Leinvetriatene sonocompostearulli.

Nell'occhiodellafinestra verso la piazza èuno stemma pure divetro incolori.

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Le imposte, divisein 4 scuri per ogni finestr a,sonodeco- rate con intaglisul genere di quelledella bussola.

Lastanzaècoperta da un belsoffittoin legno scorn par tito prima in quattro grandicampale da unafascia orizzontale a fondorosso conmeandri gotici intagliati in legno, chegira prima sui margini e compone poiuna croce ad angolol'elio.

Ognuno dei quattro appezzamenti è diviso in tanti piccoli quadrilat eri ocassellonciui da listellinicolor noce sagomati, che si taglianonormalmentefra loro.In ciascuno di questi riquadri viè una stella in rilievo, a sei punte, alternativa- mente dorata o inargentata sopra un fondo verde chiaro.

Sonoincomplesso600 stelle.

Alla basedel soffi tto, provenientedallaValled'Aosta, gira una fascia azzurra, dipinta, ove si svol ge un cordone giallo aggruppalo manmano incomplicati nodi tutto all' ingiro.

Lepareti sono poi ricopert e da simulati teli di stoffaa complicatidisegni, lavoro minutissimo e paziente di pittura dovuto alcav.Vacca. II castello d'Issogne forniil modello:

gli arabeschi cheador nanoqueste liste sono ripetuti,mava- rianoquae làletinte, ene deriva una bizzar ra animazione dellepareti. Sono pure simulati speciali archivolti con go- tichedecorazioniarchitett onichesulleporte.Quella che con- duce alla torreè poi sormontata da un fregio con stemma, Lostemma di CasaChallantcampegg iasulla facciaanteriore del camino in mezzo ad un leone ead ungrifone alato. Sulle faldelaterali sonoduemedaglioniconritratti dell'epoca.

Questo camino,di forma,semplice, con la cappain legno (l'.fig.'159) sostenuta da mensole,ètolto dal castellodi Fénis.

Osservando minutamente nella paretedi fondo, fragli alari lavorati,terminaticondueleoni sedu ti sorr eggentiuno scudo, vediamo la pietra lambita dalle fiamme tutta istoriata a figure, nelle quali ci sembra ravvisarescenedella vita di Gesù.

AI centro del solaio penJe un lampadario a tre fiamme, pregevoleopera di stile medioevale di quel,mastroGuaita che tienebottegadafabbro al principiodel villaggio.

Riccoil mobiliocontenuto nell antisalaacominciare dalle

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panchedi noreaddossatesu Ire pareti, colle spalliere divise in 26 riquadri scolpiti con motivisempre diversi,Vi è tutta una collezioneeli intrecci, rosoni, meandri, gruppi e fra- staglilanrocaratter istici dellostilegotico. Questo nonindif- ferente lavoro esce dallo studio di sripettaiodel signor Bosco di Chier i,che lo esegui ad imitazione di tipi consimili nel castellod'Issogne.

FIG.159. _.Caminoin legn o (1 a 25).

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Davantial camino è lino scanno a cassapanca a doppia fronte, con ornati e nergnmeu-. Abbiamo poi un tavolo, su disegnodelprof.Gilli, acavalletti eleganti, Altro sedile pie- ghevole ci rammenta colla sua forma sgabelli dell'epoca romana.

Alrr] mezzi per riposare, in attesadiessere ammessi alla presenzadel signore, possonoconsiderarsii due comodi grn- dini murar! inciascuno deiprofondivani dellefinestre , asilo prediletto deipaggied ancelle, che godevnnsi la vistae l'aria della cll mpagna. E qui può rlirsiche il villaggio,il fiume, le colline, il parco delValentin o presentano all'intorno delle vedute splendide.

Sono decorate a scomparti a colori gli squarci delle fi- nestre, lequali hanno l'archivolto agradinata. Jlpavimento

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è rivestito di piastrelle quadrate smaltate, bianche, nere e rossiccie,quali trovammonelle sale dell'osteria di S. Giorgio.

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Sala baronale.- Negli antichi castellideitempi di mezzo la grande saladi parament oo di giustizia erasempre la più importante e sontuosaj cor rispondeva li ciò che ora direb- besi sala deltrono. Il signoreviesercitavagli atti principali della sovranità; riceveva ambasciator i, alleati, radunava i suoivassalli, vestivnnsinuovicavalieri,ecc.,con quell' appa- rato di solennità proprio del regime feudale.

FIG.160.- Salabaronale.

Fra i pochiesemplari di queste sale conservatesifino a noi, fu dalla Commissionedecisodi attenersia quella che trovasi nel castello dellaMantapressoSaluzzo,copiandola integral- mente. lviènota col nomedi SaladegliSpaquuoli osala di consiglioj ma questasecondavocenonètroppoesatta, perchè

FRI ZZI, IlCastello medi oevale,19.

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i signoridel medioevoerano autocrati e giudicavano a se- conda dellalorovolontà.

Mettendopiede inquest'a ula baronale, perla prima volta, si provaun vivosenso di meraviglia senon di momentaneo smarr imento, chèsulle par eti è tutt o un seguito di pitture edipersonaggi scintilla nti d'oroed'ar gento alla luce delle finestreapert e amezzodì, nèsisa'dove riposar e gli occhi.

Convienechenoi'ci sofferm iamo ad esaminarecon calma questasala, della quale ci è rivelata la des tinazione dalla formaecollocamento deimobili, e tuttele decorazioni che contiene.

La piantaèun rettan golo; il maggior lato superain lun- ghezza il doppio del minore. Nello schizzo, figura 160, si vedeuna metàdella sala, quella che ha nelmezzoil seggio delbarone.

Convienepremettere che il castello della Manta era pro- prietà dei Saluzzo-Ma nta,aventi per impresala parola leit , la quale troviamo qui ripetutaper ognidove.

Ilsignifica to di questomollo non siconosce.

Nel soffitto a grosse travate trasversali e panconcelli nel sensopiùlungo, sor reggentiil tavolat o che fapalcoa circa m.5dal pavimento- cheè Ili quadrellel ucide, verdi, bianche' e nere - quel mottosileggegià.iOi volte colladisposizione acui accenna lo schizzo161.Questa figura richiama subito alla mente altri soffitti già descritti. Qui il nastro accar- toccialoè.rossocol rovescio bigio, le lettere bianche e le frondeverdi con pallini rossi : il fondobianco. I travicelli sono verd echiaro,coglispigoli arrotondatibianchie rossi e sempliciornatinihianchieneri sullafaccia orizzontale infe- riore. Le travimaestre e loromodiglioni hanno coloriti so- lamente glispigoli,bianchi erossi.Il soffittoèchiaro, vivace, e serve a diffondere lucenell'ambie nte, ciòche nonsi veri- fica inquellodella sala da pranzo,ove tutto ilcielo è cupo pelcolore natu rale del legnoinvecchiato.

Per un' altezza di m.1,25lequattro paretihannounaspecie di basamento o zoccoloa fondorossoconrosonineri alte rnali col molto leit in bianco,comeuna uniformetappezzeria.

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Su tutte le pareti gira'attor no al soffitto, ed èripetuta sullo zoccol o anzidetto, unafasciaornata, ma il fregio non vi è continuoperlasciar posto ad altrettanteiscrizioniin corrispondenza delle sedici figure, ingrandezzanaturale,di re, regine, capitani ed eroicheoccupanodue lati e'mezzo

FIG. 161.- Framment odisoffittodipinto(l a 15).

delsalone.Sullanostra figura se nevedonootto. Nellaloro enumerazione non tutti coloro che ne scrisserosi trova no d'accordo.Ilcatalogo ufficialestesso, sesicomprendequello di Panlasilea, cita diciotto nomi. Comunque,ecco l'elenco delle sedici figure,quali troviamoriprodottein questo sa- Ionee coinomi che ivisi leggono:

A fianco del trono:

1. Alisandre, inabiliregali che sorreggeil mondo, 2. l'osllec,di profilo, appogg ialo ad una picca ; poi seguitandosullaparetelongitudinale:

3. Yulius cesar, dalla fluente barba bianca, col mappa- mondo e laspadainmano,

4. Roydavit, vestito da re, collaspada, un libroela fa- mosa fionda,

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5. Juda« makabeus,con mazza e scimitar ra,

6.llnyartus,quello della'l'avola rotonda,coll'a bitoadorno di corone,

7. Charlemaine, ilvecchio, colmondo ela spada, 8. Godefroyde bouçlon, bizzarramentecoronatodifr ulla

e la veste ricamatadicroci;

quindi vengonole donne con curiosi abbigliamentiche la- sciano quaelàscorgere lacorazza di cuison vestite.Qualche nome èmancante:

9. Derphyle, che tieneun'arma simile adun piccone, 10 royne,coi biondi capelli svolazzanti ed una

lungalancia,

i1. Ypolite, la reginadelleamazzoni che andò sposa a Teseo,

12. (Etiope) de babilayne, che regge duelancie,

13. Semiramis,con un libro, il mondo ela lunga chioma bionda,

14. Tamaris larounedes cites,conl'alabarda.

Infi ne duealtri personaggisonosullaparet edi fondo, fron- teggian tecioèquelladel trono,a cui fa riscont rouncamino dallacappa poco in aggetto e senzacornici, sorretta da sem- plicileieneliscie, Sulla frontevedesiun grande stemma di Saluzzo-Manta, sormontato da aquila e dallasolita impresa di famiglia. Ledue figureai lat i diquestocaminosono:

15. Laroinede panthesilee,colla spadae 16. Ect01'.

Entrambe recanosugliabiti di stoffa fiorita il moltoleit.

Vuolsi che in essiilpittoreabbiavolutoritrar re icastellani, Valerano de'Saluzzie la consorte.

Le figure poggiano su fioritezolle, e sono una dall'a ltra separa teda alberi dal fusto altoe sottilej a ciascun albero è appeso uno scudo ove secondoun'araldicapiù o menofan - tastica, èlo stemmadiciascuna personalità. Davidha l'ar pa, GolTredo lacroce, Carlomagnoi giglidiFrancia c viadiscor- rendo. Questirit ra tt isonodipinti su tela congra nde accu- rat-zza dalcav.Vaccaesisbagliano coglioriginali.Bizzarro risalt odànnole incrostazionid'oro e d'argento:contorte le

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movenza, fantastici gli abiti... Forse sono più interessanti come curiosità per studio di costumi, disegni di stoffe, di armi, ecc., che come saggi d'arte pregevole.

Sullo ciascuno èunosquarcio di poesiafrancese, ritratta in caratterigotici. Sono strofedi un poemascritto da Tom- maso IIImarchese di Saluzzo, padredi Valerano. Il poema, che risaleal 13%, ha per titoloLe cheoaliererrant,

Persaggioriporteremoduedi quelle strofe, fra quelle che menodifficilmente possono comprendersi. Èuna poesia af- fallo primitiva. Qui David ci compendia la sua vita:

ie trovay son de har pa et de sau t erion siai tue golias un grant geant felon eli meìtes batagle s moy tient ò aprodons apres liroy saul tiegne la region et fui vrai prcpheta de lincarn acion

mort fui VIlle ans devàt q. diu devenist homs.

roy dnvit

Quest'altriversisi riferiscono aTamiri, regina degli Sciti, che fra tutte le muliebri figur e qui ritratteè la più gentile e graziosa;ingannatricebellezza della crudele e vendicativa reginachetuffò la testa di Ciroin una pila di sangue, come qui si racconta:

'I'amaris Iaroyn e des cites qui mout sunt fora ges edespites Cirum roy de perse e de mede prist e ocist san s nul remede o de ses gens bien Il mille pris mist lateste en une pill e de sane pleinne edit boy asses du sane dut onq nefu lasses.

E cipareche bastisu questoargomento, chè la nostra at- tenzioneèrichiamata da unavasta composizionecheoccupa tutta la parete dallatodelle finestr e, ec111\ resta alq uanto nella penombra, con una certa opportunità.Infatti il sog- getto può ritenersi un tantino eornpromettente, ma non tale da giustificare che se ne mostrassero assaiscandalizzati lo

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storico Mulelli e più tardiil Ilaruffi, il quale riteneva però chela sala fosse destinata ad usosacro.

Sièquivoluto rappresentare la [ontainede jouoence,cioè' laleggenda dellafontana di gioventù,dicui tutti conoscono i favolosi prodigichenel medioevo levenivano attrihuiti dalla credenza esupers tizionedellegenti.

Non è agevole cosa descri verela grandescenacon tuttigli episodiche vi sisvolgono. È un misto di ser io e grottesco, digoffo edi naturale, d'in genuoe di lubricoad un tempo, chepuò produrre le impressioni piùvarie in chi l'osserva.

Ad ognimodo notedispiccataoriginali tà troviamo in questo complessodipinto, dovuto certo alla sbrigliata fantasia di art istabuontempone,oerista, comeoggisidirebbe,il quale all'occorrenza ricorr e allapoesia perspiegare le intenzioni deisuoiattor i.

Infat ti, ecco a sinis tra un vecchio chesi fa condurr e con una carrettella a mano, il quale non vede l'ora di giungere allamiracolosa fonte chedeveridonarglila forza, gioventù e bellezza, edalza minaccioso una stampella contro il vil- lanzoneche lo conduce, fermatosi a trincare, egligrida :

Si tu ne laiseslabotegla Yetedonray desus loregla.

Piùinallo è un carrett iere che spinge i due cavalliattac- COltiuno ditestaall'alt roadun carro car ico di gente,affac- cialasotto la tendache loricopre. Due viaggiatori colcapo cinto da corona, prega no nel frattem po per labuona riuscita del miracolo.Altri, fra cuiun monaco, vengono a cavallo e giuntipressola mèla ne discendono facendosi aiutare. Poi si tolgono gliabiti,seggono in terra per sfila rsi i calzari ed ec- colisull'orlo dellavasca in CIIi zampilla l'acqua da una pila architettonica elevantesinel centro,sormontata da unaspecie di tempiettogotico. Quasi tuttiquesti vecchi, in camicia o più semplicecostume, nonriescono da solia darn elascalata.

Quelli di dentro tiranosu quelli di fuori ; unabruttiss ima vecchia fa sgabelloal marito, più decrepitodilei, perchèsi tulli.Tre coppie immerse nella vasca, strett amente abbrac-

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ciate, attestano i non dubbi effetti della celebre fonte. Due dei bagnantisono montati nella parte superiore dov'èaltra vascheua piena d'acqua.

AI pittore non si possono fareelogi pel modo con cui ha rappresentato quelle carni e queivolli ringiovaniti. Ma ciò non prova altro che in tutti i tempi l'espressione della bel- lezza fu sempre difficileimpresapeicultori dellearti!

A destra della fontana uomini e donne riprendono i loro abitie si rivestono.Alcuni si aiutano in questa bisogna;

coppieringiovanitestanno in attesa,icavalieri hannoripreso la loro cavalcatura o montano in arcioni. Alcuni hanno in groppa o fra le braccia giovani dame o donzelleche vanno baciando e si addensanoin un gruppo che pare si disponga ad una partita di caccia. Vi sonocani, uccelli e falconi col cappucciotenuti da falconieri. Tra i personaggi da questa parte ci sembra ravvisare in quellocol cavallo di fronte e nella donna che gli sta di fiancoripetuti i volti diEttore e Pantasileapoco facitati,cioè deisignori del castello.

Precedono l'allegrabrigata trombettieri ed altri suonatori a cavallo, internantisiin un bosco. Questi sono dipinti sulla paretedi fondo a sinistra deltrono. In tutto si contano non menodi 58 persone e una ventina di quadrupedi; il fondo è alpestre, conalberi, collinette e terreno erboso che risvolta anche negli squarci delle finestre.

Primadi terminare vogliamo ricordareun episodioche si vede nel più alto angolodelle pareti, versoil terminedella leggenda, riprodottoin disegnosul catalogoufficiale. Unsol- dato cercadi condurre in un boschettouna ragazzatutt'altro che bellàe'le dice tirandola per un braccio:

Danscest boys il vous faut venir Pour notres amours miiis acòplir,

Ma la fanciullasi mostra.riluttanteper timoredi esser ve- duta e l'i ponde:

Sidaucon fusiens troues Nons seriens deshonores.

Nei vetri delle finestre ritroviamo composto a colori lo

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