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Notiziario della SEM - Società Escursionisti Milanesi

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Academic year: 2022

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Il Pian del Tivano offre da sempre molte attrattive agli amanti della natura e agli sportivi: belle camminate o percorsi scialpinistici verso le cime del M. S.Primo o del Palanzone, dure pedalate sui ripidi tornanti che salgono verso la Colma, o, più semplicemente, un picnic all'aria aperta con i bambini o una passeggiata con il cestino da riempire di funghi nei fitti boschi circostanti: il Pian del Tivano sembra essere una zona ben conosciuta, molto bella dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, ma sicuramente assai poco "misteriosa"

...tuttavia… all'improvviso, vicino ad una roccia grigia che affiora in mezzo al prato, o nel più fitto del bosco, si aprono a volte ingressi bui e umidi, "porte" d'accesso ad un mondo sotterraneo che, da più di 20 milioni di anni, l'acqua lentamente, ma inesorabilmente, scava, erode, modella, nel buio e nel silenzio: è il mondo delle grotte, dove pochi, ma appassionati e decisi esploratori da qualche decina di anni lavorano, sconosciuti alla gran parte dei frequentatori del Piano, per svelare i segreti dei suoi complessi percorsi sotterranei.

Alcuni ingressi sono ben conosciuti anche ai non speleologi (l'ampio cavernone del Bus de la Niccolina o i più angusti ingressi delle grotte di Zelbio, per esempio), e ancor più sono conosciuti dai locali, che, in un passato non molto lontano, ma forse già un po' dimenticato, li utilizzavano per tenere al fresco carne e latte. Forse, però, pochi sanno che sotto il Pian del Tivano e lungo la selvaggia valle del Nosê si estende un sistema di grotte, che, lungo, nel suo complesso, poco meno di 30 km, risulta essere uno dei sistemi carsici più importanti della Lombardia e d'Italia. Due grandi grotte si trovano sul M. Palanzone: l'Abisso di Monte Bul, profondo 557 m, e la Grotta Guglielmo, la "Terribile", profonda 394 m, che insieme costituiscono un sistema lungo più di 4 km, ad andamento verticale, con grandi pozzi profondi fino a 80 m. Sotto al Pian del Tivano, si trovano invece grotte più complesse: dopo una parte iniziale fatta di pozzi, gallerie labirintiche e stretti cunicoli fangosi, mostrano lunghe ed ampie gallerie orizzontali, dove le acque sotterranee si raccolgono in torrenti che

corrono veloci verso le sorgenti, ai Falchi delle Rupe, a Nesso. Le principali grotte sono l'Abisso presso la Capanna Stoppani (lunga 7,3 km, profonda 331 m), l'Abisso del M. Cippei (1 km, -276 m), il Bus de la Niccolina (3,9 km, -234 m), il Sistema Grotta Tacchi - Grotta di Zelbio (9,3 km, - 162, + 104 m), la Grotta Calati (672 m, - 165), la Grotta della Betulla (740 m, -398 m) e, recenti scoperte, l'Abisso dei Mondi e Obelix, tuttora in esplorazione.

La conoscenza di questo mondo sotterraneo è soltanto parziale: ogni fine settimana, squadre di speleologi dei principali gruppi lombardi lavorano in queste grotte o all'esterno alla ricerca di nuovi ingressi, scavando nel fango, spostando massi, svuotando sifoni, strisciando in cunicoli stretti e fangosi, bagnati, infreddoliti e coperti di fango, letteralmente, fino alle orecchie (come sa chi ha avuto occasione di imbattersi in uno speleologo in uscita da una "punta"

esplorativa…)… fatiche dure, spesso sfiancanti, seguendo nel buio lievi correnti d'aria che parlano di nuovi abissi dietro ciclopiche frane, fatiche tremende, spesso al limite dell'umana resistenza… cancellate, però, all'istante, dalla gioia che ti travolge quando, finalmente, dopo mesi di duro lavoro, una nuova, inesplorata galleria ti si apre davanti, una bocca nera nel nero, con il torrente spumeggiante che ti invita, cantando, a proseguire, o ti affacci su un nuovo pozzo, insondato, dove solo l'eco del sasso che cade (e tu conti, con il fiato sospeso: 1, 2…5…10 secondi!!!) ti lascia immaginare quanti metri di corda ti occorreranno, e un rapido calcolo ti fa capire che quelle che hai con te non basteranno… La struttura geologica indica che tutte le grotte appartengono ad un unico sistema, di cui le parti conosciute rappresentano soltanto una minima parte:

frane, gallerie riempite da sedimenti e laghi sotterranei impediscono di percorrerlo interamente: il lavoro degli speleologi, che sono sportivi, ma anche un po' "scienziati", è proprio la ricerca dei passaggi che permetteranno, un giorno, di unire le diverse grotte in un unico sistema.

Notiziario della SEM - Società Escursionisti Milanesi

Direttore responsabile: Luca Arzuffi - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 129 del 18/02/2000 - Stampato in proprio

Il riscaldamento globale in atto rappresenta attualmente uno dei fattori responsabili degli straordinari cambiamenti morfologici e strutturali che interessano le aree montane glacializzate. La combinazione di attività a n t ro p i c h e i n q u o t a e l a f u s i o n e d e i ghiacci ha introdotto le più sorprendenti modificazioni dei paesaggi d'alta montagna.

Arretramento delle fronti dei ghiacciai alpini, instabilità delle pareti rocciose e dei pendii ghiacciati sono solamente alcuni degli aspetti associabili all'innalzamento delle temperature medie che difficilmente sfuggono all'occhio attento di chi ha fatto dell'alta montagna il proprio modus vivendi. L'alta Valle Anzasca, con lo spettacolare paesaggio offerto dall'imponente parete Est del Monte Rosa e del Ghiacciaio del Belvedere è ormai da anni interessato da tali processi che hanno portato ad un allargamento delle aree alpine potenzialmente pericolose. Il Ghiacciaio del Belvedere, ubicato sotto la parete Himalayana delle Alpi, è un apparato glaciale temperato fortemente ricoperto di detrito, alimentato da ghiacciai confluenti (Ghiacciaio del Monte Rosa e Ghiacciaio del Signal), valanghe di neve e crolli di ghiaccio. In questo paesaggio alpino tre sono i processi più imponenti immediatamente osservabili in grado di creare non poche preoccupazioni nella comunità di Macugnaga. La manifestazione più spettacolare di questi mutamenti è sicuramente la caduta di detrito, blocchi di notevoli dimensioni che staccandosi dalla parete Est del Rosa percorrono centinaia di metri di caduta prima di frantumarsi fragorosamente sulla superficie del ghiacciaio del Belvedere, sollevando ampie nuvole di polvere. L'imponente copertura detritica dell'apparato glaciale è infatti attribuibile principalmente a questo tipo di attività. Le elevate temperature medie estive degli ultimi decenni hanno infatti determinato la fusione di gran parte del ghiaccio che ricopriva la parete orientale del Monte Rosa.

Viene quindi meno l'azione di "collante"

esercitata dal ghiaccio che, associata alla maggior permeabilità della roccia, determina la riduzione di coesione dei blocchi innescandone i crolli. Altro evento interessante, forse il più affascinante per chi si occupa di ghiacciai, è dato dalla spettacolare

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Paola Tognini - Gruppo Grotte Milano CAI - SEM

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LASEZIONECICLOALPINA

Con l'amico Giorgio Colombo mi trovo al Belvedere dell'Alpe Soler Superiore contemplando il magnifico panorama della catena del Monte Rosa sopra la Val D'Ayas. Scorgiamo due ciclisti che con la mountainbike arrancano sulla strada interpoderale che sale dal Crest verso il Conteneri. Subito i nostri argomenti si spostano dalla montagna al ciclismo a l p i n o e G i o r g i o , c o n v i n t o d i meravigliarmi, mi dice "Sai che attorno al 1950 ho incontrato sul Ghiacciaio del Cevedale due alpinisti in cordata con a fianco la bicicletta?"

La mia risposta lo ha lasciato letteralmente di stucco perché quei cicloalpinisti li conoscevo personalmente. Erano due soci della SEM: Abba e Riccardo Galletto che erano gli ultimi appartenenti alla ex Sezione ciclo alpina della SEM. Partiti da Milano in bicicletta raggiungono Santa Caterina Valfurva, da qui spingendo la bicicletta lungo la mulattiera arrivano alla Capanna Pizzini; il tratto che sale alla Capanna Casati lo devono fare due volte per portare lo zaino e quindi la bicicletta. Il mattino seguente, piccozza da una parte e bicicletta dall'altra attraversano in cordata il Ghiacciaio del Cevedale raggiungendo il Rifugio Nino Corsi in Val Martello, quindi montati in bicicletta raggiungono Merano Balzano Verona Milano.La Sezione ciclo alpina della SEM è sorta nel 1908 seguendo gli umori e gli stimoli del tempo.

Certo che già alla fine dell'800 la popolare bicicletta aveva conquistato parecchi soci che se ne servivano come mezzo economico di avvicinamento alla montagna.

La Sezione ciclo alpina si fece subito L'andamento delle grotte è guidato dalla

struttura geologica, una grande piega sinclinale (una sorta di grande catino), il cui asse, a direzione ESE - WNW, si sviluppa al di sotto del Piano e lungo la valle del Nosê. Ciò costringe le acque sotterranee a scendere lungo i ripidi fianchi della piega, che coincidono, all'incirca, con i pendii del M.

S.Primo e del Palanzone-Lardei, e a raccogliersi nel nucleo della piega, per poi scendere, più dolcemente, verso le sorgenti, i Falchi della Rupe, a Nesso: dalla cima del M. Palanzone al livello del lago, l'acqua percorre un dislivello di 1400 m, tutt'altro che trascurabile, se si considera che le grotte più profonde del mondo superano di poco i 1700 m di profondità. Si capisce, quindi, la portata delle speranze degli speleologi! Le portate delle sorgenti, pur impressionanti durante le piene, sono molto esigue, se confrontate con quelle dei corsi d'acqua sotterranei: le principali sorgenti si trovano, infatti, al di sotto del livello del lago, formatesi quando (poco meno di 4 milioni di anni fa) la valle attualmente occupata dal Lago di Como era un canyon profondo più di mille metri. (La conoscenza dei sistemi carsici spesso è di grande aiuto per ricostruire la storia geologica della regione).

La maggior parte delle grotte conosciute si sviluppa nel fianco meridionale della struttura, al di sotto del Piano: sotto i pendii del M. S.Primo fino a pochi mesi fa si conoscevano solo 4-5 cavità di modesto sviluppo, ma il lavoro degli speleologi si è da qualche tempo concentrato in questa zona, e sta incominciando a dare ora i sui frutti, sotto forma di due nuove importanti cavità, l'Abisso dei Mondi (Speleo Club Erba) e Obelix (Gruppo Grotte Milano). Il nome di quest'ultima (come avrebbe fatto comodo, per aprirne lo strettissimo ingresso, il corpulento celta sempre intento a trasportare menhir!) e l'appellativo di alcuni rami dell'abisso dei Mondi ( il "Mondo Cane", il "Mondo Immondo"…) rendono bene l'idea delle fatiche che richiedono le esplorazioni in queste grotte…perciò, la prossima volta che ci incontrerete all'Osteria del Ministro, il viso chiazzato di fango rappreso, capelli bagnati e malamente "messi in piega" dal casco tenuto in testa, magari per più di 20 ore, il viso segnato dalla stanchezza, non guardateci con sospetto o diffidenza:

chiedeteci delle nostre esplorazioni, e noi saremo felici di raccontarvi del mondo segreto che si snoda al di sotto del Piano…

iniziatrice di gite collettive a base sociale lanciando in seguito delle vere gite di massa in grande stile che denominò

"Marce ciclo alpine popolari" le quali si susseguirono per ben 21 anni senza interruzione. La prima marcia con 120 iscritti ebbe un tal successo che di anno in anno partecipanti aumentarono sempre più sino ad arrivare alla punta massima, del 1925 con 1150 ciclisti.

Tali manifestazioni ponevano grossi problemi organizzativi dalla viabilità all'assistenza medica, certo il tutto veniva affrontato con grosso entusiasmo.

Nonostante l’elevato numero di partecipanti non è mai successo la sostituzipne oppure il furto di una bicicletta, e tutte le manifestazioni hanno visto l’assistenza gratutita della Croce Verde. L'ultima marcia ciclo alpina porta la data del 1928 dopo la passione della bicicletta continuò nei vari gruppetti formati dai singoli soci, al punto che più di un socio partecipava alle gite sociali ormai organizzate col pulman oppure col treno portandosi sul luogo della gita con la sua fedele bicicletta.

Di tutte queste manifestazioni rimane a ricordo una serie di medaglie coniate appositamente.

A c o m p l e t a m e n t o d e l m e d a g l i e re purtroppo mancano le medaglie a ricordo delle annate 1908 - 1909 - 1910 - 1911 - 1913 - 1917 - 1918 sarebbe una gran cosa riuscire completare la serie.

Nel caso fortunato di qualche disponibilità rivolgersi a Gianluigi Cielo tel. 02.878848 oppure a Tormene tel.039.6084459.

Gianluigi Cielo

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@ L’e - mail per essere più vicino ai soci @

P e r o f f r i re a i s o c i u n a t e m p e s t i v a informazione sulle attività ed accadimenti dell’associazione, si sta organizzando un servizio telematico che prevede l’utilizzo della posta elettronica, garantendo la massima riservatezza nel rispetto dell'art. 10 della legge n 675/96. L’iniziativa è già operante presso la segreteria dalla fine di febbraio ed è anche possibile inviare la registrazione dalla pagina del nostro sito internet, digitando l’indirizzo:

www.caisem.org/Sezione/registrazione.htm

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ATTENZIONE!!

In questo momento di ferie, è possibile ripristinare le condizioni sociali interrotte il 31 marzo, solo rinnovando con versamento in c/c postale 460204 indicando le seguenti quote e causale Ordinario E 40,00 - Familiare E 20,00 - Giovane (1985) E 13,00 - Spese recapito E 1,50.

Ai fini della copertura assicurativa varrà la data di versamento, mentre la ricevuta potrà essere temporaneamente sostitutiva del bollino sulla tessera, per le altre agevolazioni.

La sede rimarrà chiusa da venerdì 26 luglio a mercoledì 28 agosto compresi.

La Traccia, interpretando il pensiero dei soci di scambiarsi reciprocamente gli auguri di buone vacanze, augura a tutti di poter soddisfare le proprie aspettative, proponendosi come contenitore virtuale delle loro aspirazioni.

1919 - Ciclo Alpina

al Monte Monarco

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Giovedì 11 aprile 2002 alle ore 21.00 in seconda convocazione si riunisce presso il Salone dell'Istituto Salesiani di via Tonale 19 l'Assemblea Annuale dei Soci SEM con il seguente ordine del giorno:

1. Nomina del Presidente dell'Assemblea, del Segretario e di tre scrutatori.

2 . A p p ro v a z i o n e d e l v e r b a l e d e l l a Assemblea Ordinaria del 2001.

3. Dibattito sulla relazione della gestione 2001 (pubblicata su `La Traccia' allegata alla convocazione).

4. Approvazione del bilancio consuntivo 2001 (a disposizione dei Soci presso la Presidenza).

5. Approvazione del bilancio preventivo 2002 (a disposizione dei Soci presso la Presidenza).

6. Interventi sulle relazioni dei Gruppi Interni sulla attività 2001 (pubblicate s u ` L a T r a c c i a ' a l l e g a t a a l l a convocazione).

7. Elezione dei nuovi consiglieri.

Terminano il mandato Gianfranco Fava, Ugo Gianazza, Massimo Pantani, Piero Risari, Silvana Savoldelli.

8. Elezione dei tre revisori dei conti.

Terminano il mandato Matteo Intra Sidola, Stefano Ronchi, Mario Sacchet.

9. Elezione dei due delegati all'Assemblea del CAI Centrale.

10. Varie ed eventuali.

Sono presenti 50 soci.

Si apre l'Assemblea con il saluto del presidente Tormene e la commemorazione dei soci defunti nell'anno.

Tormene propone quindi Laura Posani come presidente dell'Assemblea stessa.

Questa approva unanime. Posani ringrazia per la fiducia accordatale e propone S.

Franzetti e G. Grassi, M. Curioni, A. Tuveri rispettivamente come segretario e scrutatori.

L'Assemblea concorda unanime. Posani legge i profili dei candidati consiglieri e revisori che si presentano per la prima volta (cfr. Allegato 1) e ricorda il numero massimo di preferenze che si possono esprimere per ciascuna delle tre cariche in votazione (consigliere, revisore, delegato all'Assemblea Generale del CAI).

Si procede dunque alla distribuzione delle schede, ricordando che il ritiro delle stesse avverrà alle 22.30, con successivi spoglio e proclamazione dei risultati.

Il verbale dell'Assemblea Ordinaria del 2001 è stato pubblicato sul numero de `La Traccia' del giugno 2001.

Non sono pervenute osservazioni scritte di alcun tipo alla Presidenza. Posani invita i presenti ad esprimersi.

Non essendoci alcuna osservazione, il presidente pone in votazione il verbale ed esso è approvato all'unanimità.

Posani ricorda che la relazione della gestione 2001 è stata pubblicata su `La Traccia'.

Non sono giunti rilievi scritti ed invita, dunque, i presenti ad esprimersi.

Non essendoci commenti, Posani pone in votazione la relazione.

L'Assemblea approva unanime.

Posani dà la parola al consigliere Mattarelli, che procede all'esposizione del bilancio consuntivo 2001 e preventivo 2002.

Mattarelli ricorda le vicissitudini economiche della Sezione ed osserva come l'iniziativa delle quote anticipate abbia permesso alla SEM di avere ora dei conti più rasserenanti, anche perché la disponibilità finanziaria così ottenuta ha evitato di far ricorso a fidi bancari, con il conseguente risparmio dei relativi interessi.

A fronte del grosso passivo dello scorso anno (2000), le entrate del 2001 sono state invece superiori alle uscite, come è ben evidente anche dallo stato patrimoniale.

La `Questione Omio' si può dunque ritenere sostanzialmente chiusa. Restano, perciò, la gestione ordinaria della sezione e dei suoi rifugi. C'è anche da rilevare una leggera contrazione delle quote sociali, perché, sia pur di poco, sono diminuiti i soci.

Ovviamente è pendente il problema della sede, che è una incognita da tutti i punti di vista, non solo quello economico. Per il 2002 si prevede comunque un bilancio sostanzialmente in pareggio.

Venendo al dettaglio delle entrate, si può osservare che sono state ritoccate al rialzo le quote d'affitto per i vari rifugi; i contributi dai vari enti sono già stati tutti ricevuti, salvo un piccolo importo per la Omio che dovrebbe arrivare nel 2002; il Comune di Milano ha già reso gli interessi sulla cauzione d'affitto della sede.

Passando alle uscite, va osservata la grossa riduzione delle spese di spedizione de `La Traccia', conseguenza della nuova modalità adottata.

Per quanto riguarda i rifugi, Mattarelli ricorda che il SEM Cavalletti è in comodato, quindi non figura né fra i ricavi, né fra le spese. Interviene Fava per far osservare che allo Zamboni Zappa i lavori fatti sono stati pagati dalla gestrice Flora Ranzoni con il canone d'affitto che la stessa ha anticipato per tre anni.

Purtroppo, per motivi personali, la gestrice ha poi dovuto lasciare la gestione del rifugio. Per questo la SEM ha dovuto cercare un nuovo gestore a cui ha potuto ritoccare l'affitto rispetto a quanto precedentemente concordato con Flora Ranzoni.

Concomitantemente, come è ovvio, la SEM deve rimborsare il `vecchio' gestore per le cifre anticipate. L'accordo che si propone è di chiudere il rimborso entro il luglio 2004.

Mattarelli riprende la parola ed illustra brevemente i costi della Omio, in gran parte legati all'ordinaria amministrazione e ad alcune esigenze catastali.

Confrontando entrate ed uscite, sia nel 2001, sia nel 2002 si prevede un piccolo saldo attivo, dovuto soprattutto ai rifugi.

Questo è certamente positivo, ma occorre tener conto che i rifugi sono una

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pressoché continua fonte di spese.

Uno dei soci interviene chiedendo il costo complessivo della Omio. Fava ricorda il risparmio che è scaturito dall'accordo con l'impresa F.lli Marchetti, che ha ridotto il costo precedente del 2,5%.

Mattarelli fa presente anche la notevole mole di contributi ricevuti da Regione e Comunità Montana. Posani ringrazia Mattarelli per l'esauriente esposizione.

Poichè da parte dell'Assemblea non ci sono interventi, si procede dunque all'approvazione del bilancio consuntivo 2001: l'Assemblea approva all'unanimità.

Si passa, dunque, all'approvazione del bilancio preventivo 2002: è approvato a maggioranza con l'astensione di Ronchi.

Benché non previsto dall'ordine del giorno, Posani invita Risari a leggere per completezza di informazione nei confronti dell'Assemblea, la breve relazione che lo stesso ha preparato in merito al suo lavoro come delegato della SEM (insieme al presidente Tormene) all'Assemblea Generale del CAI.

Risari ringrazia per l'occasione e si scusa per non aver provveduto alla pubblicazione su `La Traccia': peraltro osserva che l'ultima assemblea del Convegno Lombardo ha avuto luogo proprio nelle scorse settimane, successivamente all'uscita del nostro foglio. Risari passa quindi ad esporre la sua relazione (cfr. Allegato 2).

Al termine, interviene il socio G. Degrada, che plaude all'operato del Consiglio tutto ed in particolar modo del Presidente Tormene e del Past - President Fava, per l'impegno profuso nel risanamento economico della Sezione. L'Assemblea si associa unanime con un caloroso applauso.

Degrada suggerisce quindi di organizzare in un prossimo futuro gite sociali che abbiano come meta i rifugi sezionali, perché tutto il sodalizio li possa conoscere ed apprezzare.

Per illustrare con maggiori dettagli quanto già pubblicato su `La Traccia' in merito all'attività dei Gruppi Interni, si procede ad una breve proiezione, illustrate dai vari responsabili, di diapositive relative alle uscite dei corsi di cascate, di alpinismo, di roccia, di scialpinismo, di alpinismo avanzato, di ghiaccio, nonché all'attività del Gruppo Grotte, alle gite sociali organizzate e alla Festa dei bambini al SEM Cavalletti.

Benché non previsto dall'ordine del giorno, Posani invita Manzotti ad aggiornare l'Assemblea di quanto sta maturando a livello regionale in merito ai contributi per i rifugi.

Manzotti ringrazia per l'opportunità offerta.

Quest'anno i rifugi si sono mantenuti, soprattutto grazie ai contributi ricevuti.

Quando questi mancheranno, non è ovvio che riusciranno ancora a reggersi.

Finora, grazie alle leggi 44/84 e soprattutto... segue a pag. 4

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36 il discorso era molto positivo per quanto riguarda il sovvenzionamento ai rifugi e alle opere alpine in genere.

Ogni anno la SEM ha avuto contributi che hanno alleviato i costi. Per tutti i rifugi del CAI, le nuove normative hanno obbligato a fare diversi lavori completamente nuovi, oppure previsti sì, ma in un arco di tempo più esteso.

Questo ha spesso comportato una situazione economica complessa.

L'ondata di nuovi provvedimenti sembra ora finita, per cui si può dire che nei prossimi anni per i rifugi ci sarà un assestamento, senza grosse uscite, salvo aggiustamenti.

Sembrerebbe, dunque, che si prepari un futuro tranquillo, se non fosse che la Lombardia sta approntando una nuova legge che dovrebbe assorbire tutte le precedenti in materia di montagna, ed in particolare proprio la 44 e la 36.

Il testo che è stato proposto, almeno nella sua versione finora nota, penalizzerebbre il CAI.

Il Convegno Lombardo vuole insistere presso la Regione per introdurre delle modifiche.

In particolare il testo attuale garantisce soprattutto le attività sciistiche, lasciando i rifugi a margine.

Anche l'associazione dei rifugisti si sta muovendo al riguardo della ventilata nuova legge, ma in un'ottica privatistica, che ancora guarda al CAI solo marginalmente.

Nel comitato di coordinamento è stata formata una commissione che sta cercando di aprire nuove strade per avere finanziamenti regolari e non episodici.

Occorre inoltre tenere conto che gli enti pubblici e privati danno contributi che coprono al più il 40 - 50% delle spese previste. Si tratta, dunque, da un lato di conservare i `vecchi' contributi e dall'altro di trovarne di nuovi per coprire quello che manca.

D'altro canto i rifugi da soli non si mantengono, salvo quelli nuovi.

E' sperabile che l'aumento degli affitti ci permetta di costituire una riserva a cui attingere per quelle situazioni di emergenza che capitano, come nel caso della Omio.

I rifugi, insieme alle scuole, sono un capitale delle sezioni del CAI che va a vantaggio di tutti i fruitori della montagna e che va conservato. Interviene Tormene che si associa alla proposta di Degrada in merito alle gite sociali.

Informa che in settembre si farà una gita alla Omio con gli amici della ULE di Genova.

Recentemente è stata fatta con la stessa ULE una gita ai laghi del Gorzente con accoglienza superba.

Per settembre, l'idea è di salire tutti insieme sabato al rifugio, mentre domenica ci saranno diversi gruppi, che si dedicheranno chi all'arrampicata su roccia, chi all'escursionismo lungo il

21/22 - Monte Pez - Sciliar Un vecchio sentiero abbandonato ma ancora rintracciabile e percorribile attraverso la suggestiva e dimenticata Val della Fontana ci porterà sull'altipiano dello Sciliar, uno dei più famosi belvederi dell'Alto Adige. Il secondo giorno possibilità di percorrere la panoramica ferrata Maximilian sulla cresta dei Denti di Terrarossa. Pernottamento: Rifugio Bolzano al Monte Pez (m 2457), tel. 0471/612024.

Primo giorno: partendo dai Bagni di Lavina Bianca (m 1160) in Val di Tires si risale la Val Ciamin fino al primo spiazzo erboso con fienile (m 1468; ore 0.30 ca.). Si abbandona il sentiero segnalato e si entra nella stretta e suggestiva Val della Fontana che si risale fino alla sua biforcazione (in due punti il sentiero è franato e occorre arrampicare per pochi metri sulle rocce alla sua sinistra); si prosegue poi aggirando le pendici del Belcolle fino all'orlo dell'altipiano dello Sciliar (ore 2.30).

Con un'ulteriore ora di marcia su sentiero segnalato si raggiunge a m 2457 il Rifugio Bolzano al Monte Pez (ore 4 in tutto).

Possibilità di compiere vari giri panoramici, facili, partendo dal rifugio (Monte Pez, m 2564, raggiungibile in 20 minuti, Monte Castello, m 2510, in 40 minuti, Monte Gavel, m 2437, in 45 minuti, Piccolo Sciliar, m 2264, in 1 ora; vasto panorama da ciascuna di queste sommità).

Secondo giorno: dal Rifugio Bolzano al Rifugio Alpe di Tires (m 2438)per il sentiero normale (ore 1.30) oppure per il panoramico

"Maximilianweg", sentiero attrezzato che percorre la cresta dei Denti di Terrarossa (esposto!; ore 2.30); discesa per il Bärenloch (punti rocciosi attrezzati con corde fisse; non è necessaria alcuna particolare attrezzatura) verso la testata della Val Ciamin, che va poi percorsa tutta in discesa fino ai Bagni di Lavina Bianca (ore 2.30). Dislivelli: Bagni di Lavina Bianca - Rifugio Bolzano m 1300 circa: Rifugio Bolzano - Rifugio Alpe di Tires m 200 circa; Rifugio Alpe di Tires - Bagni di Lavina Bianca m 1280 circa.

Quota massima: sommità del Monte Pez m 2564. Tempi di marcia: primo giorno ore 4;

secondo giorno ore 4 (ore 5 se si percorre la via ferrata).

Difficoltà: EE+ / EEA per chi percorrerà la ferrata. Equipaggiamento: normale da montagna (scarponi!); per chi percorrerà la ferrata necessario il SET da ferrata collegato all'imbrago e il casco (disponibili al corso di Escursionismo). Viaggio: auto proprie Punto di partenza: Bagni di Lavina Bianca in Val di Tires (BZ) (autostrada del Brennero - uscita Bolzano Nord - seguire la Statale in direzione del Brennero - giunti a Prato all'Isarco alla biforcazione sotto la galleria svoltare a sinistra in direzione Fiè - Altipiano dello Sciliar - dopo 2 km circa proseguire a destra in direzione Tires - giunti al paese (12 km) oltrepassarlo e proseguire per il Passo Nigra - giunti alla chiesetta di San Cipriano svoltare a sinistra in direzione Bagni di Lavina Bianca, dove c'è un ampio parcheggio al termine della strada).

Direttore: Mauro Longari.

sentiero Risari, chi ad una camminata fino al Passo dell'Oro, in modo da dare a tutti la possibilità di godere del posto in maniera ottimale.

Conclude il suo intervento appellandosi a tutti per una larga partecipazione.

Completato lo scrutinio, il presidente procede alla proclamazione dei risultati.

Per la carica di consigliere hanno ricevuto voti: Buzio (29), Fava (40), Gianazza (32), Feliciati (24), Risari (21), Sacchet (26), Savoldelli (41). Risultano pertanto eletti Buzio, Fava, Gianazza, Sacchet, Savoldelli.

Per la carica di revisore hanno ottenuto voti: Baroni (37), Longari (38), Ronchi (38). Sono pertanto eletti Baroni, Longari, Ronchi.

Per la carica di delegato all'Assemblea del CAI Centrale hanno ricevuto voti: Risari (33), Ronchi (27), Sacchet (29).

Risultano pertanto eletti Risari e Sacchet.

L'Assemblea applaude i nuovi eletti.

Uno dei soci chiede se ci sono novità in merito alla sede.

Tormene aggiorna brevemente degli ultimi sviluppi ed informa che si sta predisponendo una lettera per indurre un intervento politico che sblocchi la situazione in merito ai locali di Porta Vigentina. Se si riescono a sottolineare tutti i vantaggi legati alla concessione di tali locali alla SEM (fra il resto, la pronta disponibilità della sede attualmente occupata dalla SEM in Galleria e l'occupazione dei locali di Porta Vigentina, che altrimenti rischiano forse di restare a lungo vuoti), potremmo spostarci in fretta.

Riuscendo, inoltre, a disporre di tutto lo spazio (oltre 400 mq), potremmo ospitare anche altri, tra cui il coro ASPIS, già dichiaratosi interessato ed il Comitato Glaciologico.

I locali di Porta Vigentina sono molto interessanti e non si prevede un grosso aumento di spesa per il canone d'affitto:

infatti la superficie è maggiore, ma l'ubicazione diversa ed i due fattori si dovrebbero grosso modo compensare.

Non ci sono altre varie.

Avendo esaurito la discussione dei punti all'Ordine del Giorno, il presidente ringrazia i soci intervenuti e chiude l'Assemblea alle ore 23.10.

(N.B. L’allegato n.1 non viene pubblicato perché ritenuto irrilevante per il contesto post assembleare, mentre la relazione di cui all’ellegato 2 è già stata pubblicata sul n. 15 di questo notiziario).

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Puoi inviare il tuo materiale da pubblicare su La Traccia, all’indirizzo

e-mail: latraccia2000@tiscalinet.it al fax n. 178 228 7510 0401 oppure lo puoi consegnare in segreteria.

Ti ricordiamo che il termine ultimo per il prossimo numero è il

05 settembre 2002

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Nonostante la pioggia e la nebbia, il nostro simpaticissimo Giuseppe De Grada di anni 75 ha conquistato lo “Scarponcino d’Oro”. Come spesso purtroppo accade, anche in questa edizione del tradizionale "Collaudo" Giove Pluvio ha voluto metterci lo zampino. Come sempre però questo non ha minimamente scoraggiato i nostri partecipanti che, ricchi della loro lunga esperienza di navigati montanari, hanno affrontato la salita da Barni verso il San Primo con tranquilla determinazione. La salita, resa scivolosa dal fango, non si è rivelata un grande ostacolo, visto che la comitiva, caratteristica per gli ombrelli e le mantelline multicolori è arrivata al posto di controllo nei tempi previsti ipotizzando condizioni meteo normali. Purtroppo di panorami non se ne sono proprio visti: il grigiore delle nubi avvolgeva tutto e gli accaldati protagonisti hanno dovuto subito ripiegare verso la Colma del Piano, punto conclusivo dell'escursione, prima di raffreddarsi eccessivamente. Il percorso dall'Alpe Spessola al rifugio della Colma era stato preventivamente evidenziato con numerosi nostri segnavia, ciò nonostante qualcuno, forse non ancora pago del percorso già alle prprie spalle, ha preso un altro sentiero e si è ritrovato in valle. Anche a questo piccolo imprevisto si è comunque presto ovviato grazie ai potenti mezzi della moderna tecnologia (leggi telefoni). Una volta di nuovo tutti riuniti e rifocillati ecco il momento dei riconoscimenti. Il presidente Enrico Tormene prende la parola e, dopo alcune formule più o meno di rito, soprattutto per sottolineare la palese soddisfazione manifestata da tutti i presenti per il successo della manifestazione nonostante l'inclemenza del tempo, passa alle premiazioni. Quest'anno lo "Scarponcino d'oro"

è andato a Giuseppe De Grada che, malgrado i numerosi impegni di lavoro che non gli consentono di mantenersi in costante allenamento, con grande grinta ed entusiasmo ha ancora una volta concluso l'intero percorso.

Del nostro simpatico premiato vale la pena di ricordare che, allievo nel 1989 del "Corso di introduzione all'alpinismo" ha poi effettuato molte belle escursioni di tutto rispetto quali il Monte Bianco (2 volte), il Gran Paradiso, il Cevedale, il Monte Rosa, il Castore ed altre cime oltre a belle traversate come quella del sentiero Roma e simili.Lo "Scarponcino d'argento" è stato consegnato a Gianni Colla. La "medaglia Vermeille" è stata assegnata ad Aristide Franchino, al quale quest'anno, per la partecipazione a ben 11 "Collaudi", è stato attribuito anche il "Premio fedeltà Luigi Grassi"

dono dell'ing. Ruggero Grassi nipote dell'indimenticabile socio in memoria del quale questo premio è stato istituto. Per concludere una medaglia di incoraggiamento è stata assegnata anche al socio più giovane presente:

Jonathan Bolzoni di anni 3 e mezzo. Prima del commiato è stato particolarmente bello sentire alcuni positivi commenti di vari soci, soprattutto quello di un socio non certo anziano (anagraficamente) che ha detto testualmente:

"È la prima volta che partecipo a questa manifestazione; non immaginavo che potesse essere tanto gradevole…"

Etta Ferluga

6 luglio: le condizioni meteorologiche sfavorevoli non hanno impedito lo svolgimento ufficiale della manifestazione inaugurale del rinnovamento del Rifugio avvenuta come da programma. E’ stata una cerimonia semplice ma molto intima e coinvolgente, essendosi annullato l’aspetto dell’ufficialità per l’assenza totale delle autorità altrimenti impegnate.

Ciò non ha però diminuito la soddisfazione dei convenuti, che hanno molto gradito il calore e l’atmosfera avvolgente venutasi a creare nell’accogliente e raccolta sala da pranzo del rifugio, dove il Parroco di Valmasino Don Diego ha celebrato la Funzione Religiosa con dovizia di riferimenti ai valori che accomunano gli appassionati della montagna. Durante la cerimonia sono stati ricordati i “Caduti della Ràsica” ed una

menzione particolare è stata rivolta alle signore: Gilda Bellini Risari, Vera Cenini Lusardi, Bianca Omio Carenzi, Anna Redaelli Fiocchi, per il ruolo rilevante che hanno avuto nella storia del rifugio ed il loro legame affettivo ancora oggi tanto sentito; sono stati

nominati anche i past - president Bruno Romano e Nino Acquistapace.

Tutti personaggi che desideravano ed avrebbero voluto partecipare alla manifestazione, ma purtroppo la loro condizione non lo ha consentito sentendosi comunque, e sono stati sentiti, idealmente presenti. La rappresentanza della SEM presente nella quasi sua totalità e la Gestione del Rifugio, hanno molto apprezzato e ringraziano della presenza per delega delle Presidenze del CAI Sezione di Milano, della Commissione Regionale Rifugi Lombardia e del Convegno delle Sezioni Lombarde. Sinceri ringraziamenti sono altresì rivolti agli “Amici della Omio”

coniugi Van Velzen che sono sempre attenti e disponibili per le necessità del rifugio. Si ringrazia anche la stampa locale che ha dato doveroso rilievo all’evento.

Unico e sentito rammarico è stata l’assenza forzata di Virgilio Fiorelli figlio del gestore Dino, per conseguenza dell’incidente occorsogli durante il particolare riordino

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ETTEMBRE p r e p a r a t o r i o d e l r i f u g i o a l l a manifestazione, al quale si augura il completo ristabilimento nel più breve tempo. Ai convenuti è stato consegnato una monografia, edita come edizione speciale de “La Traccia”, interamente dedicata alla storia de “I 65 anni del rifugio A. Omio” e pubblicata anche sul sito WEB della SEM all’indirizzo:

www.caisem.org/Sezione/latracciaes.pdf.

Detta monografia è anche disponibile in segreteria faccendone esplicita richiesta.

Jeff 14 / 15 settembre: gita in Val Masino, insieme agli amici della U.L.E. in concomitanza anche con i festeggiamenti, questa volta per tutti, per la struttura ampliata ed adeguata alle nuove normative del nostro rifugio Antonio Omio. L'occasione è propizia per ricordare anche che ricorre il 65° anno da che questo nostro rifugio esiste ed è parso bello che tutto questo si potesse sottolineare proprio nel corso dell'Anno internazionale delle Montagne.

Il programma di massima sarà il seguente:

sabato 14 salita al rifugio, festeggiamenti, cena e pernottamento. Il mattino seguente, condizioni meteorologiche permettendo, si è pensato alle tre seguenti possibilità alternative:

1. Per gli escursionisti più tranquilli, che non intendono cimentarsi neppure con tratti di sentiero attrezzato. Salita fino al Passo dell'Oro 2526 m. (ore 1,20').

Discesa per la via di salita fino al rifugio e quindi fino ai Bagni di Masino per lo stesso sentiero del giorno precedente.

2. Per gli escursionisti che non disdegnano un breve tratto di sentiero attrezzato.

Traversata al Rif. Luigi Gianetti per il Sentiero Ambrogio Risari (ore 3).

Da questo si scende poi ai Bagni di Masino (ore 2 - 2,30’)

3. Per chi desidera arrampicare.

Non c'è che l'imbarazzo della scelta.

La base sarà il Rifugio Omio dal quale si effettuerà poi il ritorno ai Bagni di Masino.

Si rammenta a tutti i soci che il 14-15 settembre si verificherà un evento del tutto particolare che merita speciale attenzione ed impegno da parte di ciascuno.

In particolare si raccomanda a quelli che vorranno partecipare, per motivi organizzativi e auspicando siano molti, di segnalare per tempo le proprie intenzioni così da consentire di delineare in anticipo, per quanto possibile, la composizione e la distribuzione dei vari gruppi in base agli obiettivi prescelti dalle varie comitive, tenendo conto che verrà ospitata anche quella della ULE.

Enrico Tormene

Il premiato “Scarponcino d’Oro” con il Presidente (Archivio Etta Ferluga)

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I NOSTRI RIFUGI

A.OMIO- 2.100 mAlpe dell’ OroValmasino - SOtel.: 0342.64.00.20

SEMCAVALLETTI- 1.354 mPian dei ResinelliBallabio - LCtel. e fax: 0341.59.01.30

ZAMBONI - ZAPPA- 2.070 mAlpe PedriolaMacugnaga - VBtel.: 0324.46.53.13

L a Tr a c c i a - A n n o I I I - n ° 1 6 - l u g l i o 2 0 0 2 6

Sezione del Club Alpino Italiano

via Ugo foscolo, 3 - 20121 Milano - tel. 02.86.46.30.70 - fax 17822875100401http://www.caisem.orgapertura sede: giovedì dalle 21.00 alle 23.00 orario di segreteria e biblioteca: giovedì dalle 21.00 alle 22.30 Spedizionein A.P.- Art.2comma 20/Clegge 662/96Milano

improvvisa avanzata delle fronti del Ghiacciaio del Belvedere, fenomeno quest'ultimo noto con il termine inglese di surge. Per surging glaciers si intendono alcuni ghiacciai che in tempo limitato avanzano verso valle anche per alcuni chilometri, dando luogo a vere e proprie piene glaciali. Il ruolo dell'acqua in pressione presente alla base del ghiacciaio è una delle cause determinanti del fenomeno anche se molti restano ancora i punti da chiarire. Questo genere di manifestazioni è abbastanza insolito e si verifica in numerose catene montuose in Alaska, Pamir, Karakorum, Tien Shan, Isole Svalbard. Sulle Alpi i surge sono molto rari. L'unico ghiacciaio del quale si hanno testimonianze è quello del Vernagtferner, nell'Ötztal, che scese verso valle quattro volte dal 1484 e il 1599. Tuttavia, molti sono i segnali che fanno pensare che ciò che si sta verificando in questi ultimi due anni sul Ghiacciaio del Belvedere sia proprio un fenomeno di surging. L'aumento di velocità di flusso del ghiacciaio, l'innalzamento di pinnacoli e vele di ghiaccio scoperte dal detrito, e la evidente avanzata dei due lobi frontali dell'apparato indicano un attività sul modello del surge. Questo tipo di fenomeno, oltre ad aver completamente alterato la sentieristica di accesso al Rifugio Zamboni Zappa e alla Capanna Marinelli attraverso il ghiacciaio, ha imposto la chiusura di alcuni tratti di sentiero soggetti alla caduta di blocchi di ghiaccio e detriti.

Complessivamente sette sono le fuoriuscite d'acqua dal ghiacciaio (note con il termine Jökulhlaup) documentate sino ai giorni nostri, l'ultima delle quali avvenuta nel 1979 quando l'improvviso cedimento dello sbarramento morenico del Lago delle Locce causò la rapida fuoriuscita di gran parte dell'acqua del bacino che danneggiò seriamente la seggiovia del Belvedere. Per evitare spiacevoli sorprese, le autorità locali, protezione civile e esercito si sono mobilitate subito al primo segnale di crescita anomala del livello del laghetto effimero. Chiusura di sentieri, Rifugi, Bar e Alberghetti in prossimità del ghiacciaio su ordinanza del Sindaco di Macugnaga sono stati i primi provvedimenti che hanno turbato la normalità di una tranquilla località turistica.

In collaborazione con l'Università di Zurigo sono iniziate le operazioni di svuotamento controllato dell'invaso epiglaciale. L'utilizzo di idrovore infatti permetterà il deflusso controllato dell'acqua fino a far rientrare l'emergenza. Quanto sin qui descritto non vuole dissuadere dal recarsi al Ghiacciaio del Belvedere e ai suoi rifugi, tutt'altro.

Sicuramente questo ghiacciaio merita una visita, sia per l'unicità di questo fenomeno (ordinanze dei sindaci e divieti permettendo), ma anche per assaporare un po' di quelle sensazioni che dovettero provare le popolazioni di montagna che tra il 1550 e il 1850 videro i loro pascoli, i loro boschi e le loro baite minacciate dall'avanzata dei ghiacciai durante la Piccola Età Glaciale.

Marco Belò

Notiziario della SEMvia U. Foscolo, 3 MilanoDirettore responsabile: Luca ArzuffiAutorizzazione del Tribunale di Milano n. 129del 18/02/2000 - Stampato in proprio

Anno III - n°16 - luglio 2002

Lo spessore del ghiacciaio è aumentato in misura tale da raggiungere (e in alcuni casi superare) i limiti della morena della Piccola Età Glaciale (1550- 1850), scaricando materiale al di là della stessa. E' curioso osservare omini e segnaletica dei sentieri in procinto di essere sommersi dal ghiacciaio in avanzata. Infine il laghetto effimero; così le autorità locali hanno battezzato il lago epiglaciale che si è ritagliato ampi spazi sui giornali e telegiornali in questi ultimi giorni. Le elevate temperature medie di fine giugno hanno infatti favorito l'ablazione (fusione del ghiaccio) e le acque di fusione, non trovando spaccature nel ghiaccio attraverso le quali fluire, si sono raccolte in un bacino sulla superficie del ghiacciaio alla base del canalone Marinelli, tra le preoccupazioni delle autorità di Macugnaga e dei proprietari e gestori delle strutture ricettive dell'alta Valle Anzasca. Preoccupazioni più che giustificate se si pensa che già in passato, proprio dal Ghiacciaio del Belvedere, la fuoriuscita improvvisa di grandi quantità d'acqua creò non pochi problemi agli abitanti di Macugnaga. Stoppani (1871), Somigliana (1917), Monterin (1926), fecero la cronaca di tre cedimenti della morena laterale destra del ghiacciaio del Belvedere, causati dall'improvvisa fuoriuscita d'acqua stipata all'interno dell'apparato glaciale. L'ultimo di questi eventi distrusse parzialmente (per una lunghezza di 100 m) il muro costruito a difesa di Macugnaga e i blocchi di ghiaccio vennero trasportati dall'acqua per una distanza di circa 6 km (fino all'abitato di Borca).

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