• Non ci sono risultati.

Diario di un contagio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Diario di un contagio"

Copied!
12
0
0

Testo completo

(1)

Diario di un contagio

(2)

L’opera rientra nella categoria della satira politica e come tale va presa.

Per tanto eventuali diciture o presunte offese sono da intendere come fittizie e non rivolte a nessuna specifica persona o entità giuridica.

(3)

Antonio Causi

DIARIO DI UN CONTAGIO

Satira

(4)
(5)

www.booksprintedizioni.it

(6)
(7)

Copyright © 2020 Antonio Causi Tutti i diritti riservati

(8)
(9)

9

1 19/3/2020

Non ho intenzione di scrivere quant’era bella la libertà li- bera di andare con l’amico mio ar bare a vede’ la partita, ma solo la cruda realtà. Questo è un diario personale sulla situazione in cui versa questo Paese per via di questa pan- demia. Io non sono un medico, quindi non mi metto a dis- sertare se questo o quello ha fatto bene a uscire, tossicolo- so o no, andando per mari e monti e poi s’è rinchiuso a ca- sa. Io sono chiuso a casa. Da tre settimane ormai, sono uscito una volta per andare a lavoro, ma non posso andarci più perché hanno chiuso il museo in cui lavoravo, quindi la mia precaria situazione è difficile. Non posso neanche an- dare a consolarmi al mio clan brasiliano cui orgogliosa- mente appartengo, non posso rivedere le mie cuginette, che sono l’amore della mia vita, niente. Non posso fare un ca- volo di niente e sto qui, inutile, a marcire fra le lenzuola sporche con le mutande di ieri ancora incollate al sedere.

Lo so che è poco carino da dire, ma è la cruda realtà.

(10)

10

Non sono un politico, non dico cose carine, sono uno scrittore, sono quasi costretto dal mio lavoro a fare i conti con la realtà. La situazione è talmente surreale che non posso fare altro che ironizzarci sopra sperando di non of- fendere nessuno. Ormai metto solo un vestito per uscire, più la tuta, che metto a casa. E quando metto la tuta ci sguazzo dentro come un papero nel laghetto.

La mia tuta. La usavo per andare in palestra a farmi i muscoli che non avrò mai perché sono pigro e gualercio e fedo e puzzo e ho la barba, un barbone alla stazione Ter- mini ha un’igiene migliore della mia. Che dire? Ho visto Spiderman in tutte le sue accezioni video, cartoon, ecc. e mi ha fatto arrabbiare non tanto la banalità della trama, quanto la pappetta psicosociale sulla zia povera. Che modo laido di vedere il mondo come un secchione che vuole solo la medaglia presidenziale. Che se la ficchino in quel posto la medaglia. Io voglio sporcare il mondo col mio caos cal- mo gualercio e fedo. Surreale.

Mio padre mi ha invitato a fare una conferenza su inter- net, ma il mio computer è pure scassato, è fedo come me, e non ne vuole sapere. Sono isolato come un eremita ar bare a guardà la partita, dutturi. E Montalbano regna incontra- stato nel mio piccolo mondo di scrittori e giornalisti con l’eskimo, che però io preferisco alla grandezza del potenta- to a 5 stelle e strisce. Ma per favore, andate a farvi uno shampoo pure voi come me. Sì, sono politico, a me me ne frega niente della politica. Loro e il loro amico Topolvini, orrendo dittatore topolinoso della terra fascistoide. Non sono un democratico classico, io vengo dalla sinistra radi-

(11)

11

cale e noi si parlava così, e io continuo a farlo. Se una roba non è zozza, nun me piace.

L’altra sera mia nonna mi ha detto di farmi la barba e io mi sono arrabbiato perché rompe sempre le scatole, allora in tutta risposta mi sono fatto la barba al pene, levando i peli del pube. Geniale, no? Farsi la barba al pene è il mio divertimento numero uno. Quella rompi di mia nonna fa tanto la regina di Inghilterra con le barbe degli altri, così il mio pene si è dato pena di brutto.

Poi sono andato al supermercato e mi sono comprato i muffin. Me li faceva sempre mia madre i muffin. E io sono affogato nel latte e nei muffin come un maiale che si scrofa la scrofa. Oink. Boni. Ma poi ci sono tornato al super e i muffin non c’erano più. Sono smuffinizzato. E io che scro- fo? Forse scrofo una pischella con la mascherina, così poi gliela rubo, che io non ce l’ho. Ah, ah, pischella, t’ho frega- to. Il mio muffin. Sono arrabbiato. Mi sono dovuto accon- tentare dei patetici Plum Cake di mio padre con le gocce di cacca al cioccolato. Io voglio fare la cacca su questa pan- demia. Ih ih, che cacca sarà.

Poi ci sono le sigarette. Me ne fumo una dopo l’altra e tossisco come uno col piede nella fossa, cosa che forse so- no, andrò a ingrossare la lista delle pompe funebri. Tiè, fai le corna, fratello, che io ’inveci me faccio la barba ar frin- guello. Eh, lo so, sono politicamente scurretto, ma mi piac- cio così. Io sono una prostituta di Gambadilegno in libertà vigilata che scrive il suo diario stile scrofa che fa il bagnet- to. Ecco. Se ci sono altri aggiornamenti vi tengo aggiornati.

Ih, tipo il computer.

(12)

12

Riferimenti

Documenti correlati

mantenimento della distanza di sicurezza e dell’utilizzo della mascherina all’interno dei pullman; durante tutto il periodo del Centro Estivo non saranno

Considerando nuovamente la situazione iniziale, e un setto impermeabile, deter- minare il massimo lavoro che è possibile estrarre dal

In particolare, grandi poli di attrattività sono: - la Part-Dieu, in quanto hub di mobilità e centro direzionale, amministrativo e commerciale di alto livello;

30 giugno 1965 n.1124 e successive modifiche, dovendo, quindi, riportare i dati anagrafici completi del lavoratore, del datore di lavoro, la data del contagio, la data di astensione

Di conseguenza, non è possibile stabilire con certezza e in modo assoluto se con 37 di febbre si deve andare al lavoro, ma deve essere il medico a valutare, caso per caso, se

Per molto tempo, inoltre, il suo utilizzo ed il conseguente inquinamento sono stati per gran parte regolati dal senso “etico-sociale” della singola industria, della singola

e, insieme all’allestimento di un “gabinetto micrografico” dove effettuare “osservazioni microscopiche, per l’esame batteriologico delle carni e per la ricerca dei

E basta vedere come vengono trattati i 530 precari dell'Istituto Superiore di Sanità (che aspettano da troppo tempo - fino a 15 anni - di essere regolarmente assunti),