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E’ noto a tutti che ormai l’acqua sta diventando un bene sempre più scarso e quindi sempre più prezioso.

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Academic year: 2021

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Introduzione

E’ noto a tutti che ormai l’acqua sta diventando un bene sempre più scarso e quindi sempre più prezioso.

L’approvvigionamento d’acqua come risorsa idrica, sia per usi agricolo- industriali che per usi civili, è un problema divenuto di grandissima attualità.

L’acqua è una risorsa sempre più vulnerabile e sfruttata; infatti, ogni giorno è indispensabile per le aziende e per i singoli individui che la usano per svariati scopi. Per molto tempo, inoltre, il suo utilizzo ed il conseguente inquinamento sono stati per gran parte regolati dal senso “etico-sociale” della singola industria, della singola comunità o del singolo cittadino, a volte stimolato da diverse situazioni in cui la natura ha imposto un uso attento delle risorse idriche ed ha portato allo sviluppo di progetti innovativi per riciclare o riutilizzare acque in processi industriali od in agricoltura.

La vulnerabilità della risorsa, è data dal fatto che il dilavamento dell’atmosfera e della terra comporta una contaminazione dovuta agli agenti chimici e organici che la inquinano. Attraverso il ciclo dell’acqua, dopo evaporazione e ricaduta, si ha il ritorno in falda d’acqua carica di sostanze che ha trovato nel suo percorso.

E’ possibile così capire come le sostanze prodotte dall’uomo, rilasciate nell’atmosfera, se da un lato portano vantaggi nella vita di tutti i giorni, dall’altro possono creare seri problemi di contaminazione.

Creandosi una certa situazione d’inquinamento nella falda, se i valori superano determinati limiti imposti dalla legge, l’acqua non è più utilizzabile a causa dei rischi riguardanti la salute.

Alcuni tipi d’inquinanti possono essere dannosi per il nostro organismo, ma se abbastanza diluiti non creano problemi, poiché in queste condizioni se ne assume una piccola quantità.

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Per questo motivo, spesso non è solamente l’apporto d’inquinanti a creare danni alla falda, ma l’eccessivo sfruttamento può concentrare le sostanze che divengono tossiche.

Per anni l’acqua è sempre stata considerata come un bene non esauribile e quindi usata senza riserve. Sia in ambito civile che industriale, nessuno si era mai posto il problema di un utilizzo più coscienzioso e della possibilità di averne a disposizione sempre di meno con qualità più scadenti. Con il passare del tempo questo problema è divenuto sempre più reale; sono iniziate così opere di sensibilizzazione verso le popolazioni ed anche verso le aziende agricole, spingendole ad utilizzare fonti d’irrigazione capillari e quindi meno dispersive, e verso le grandi aziende.

In questo panorama appena descritto diventano sempre più interessanti i processi di riciclo e riutilizzo delle acque in campo industriale ed il reimpiego delle acque reflue depurate in agricoltura in particolare nelle aree dei paesi mediterranei caratterizzate da carenze idriche.

Negli ultimi venti anni, infatti, la provincia di Livorno ed in particolar modo la Val di Cecina sono state soggette ad un aumento continuo del deficit idrico dovuto alla concomitanza di cambiamenti climatici (che hanno portato all’alternarsi di precipitazioni ridotte e piogge torrenziali) e di un aumento dell’intensità dei prelievi (dovuto alla crescita del turismo, alle attività agricole ed industriali). Il territorio dei due comuni conta 48 pozzi utilizzati per l’acquedotto pubblico, 23 ad uso industriale, 483 ad uso agricolo e 1851 per uso domestico.

Questo continuo prelievo dalla falda ha provocato un abbassamento della stessa sotto il livello del mare con l’intrusione del cuneo salino, che ha portato ad un peggioramento della qualità dell’acqua di falda.

Per migliorare la situazione di sfruttamento idrico l’ASA di Livorno, in collaborazione con la Società Solvay e la Termomeccanica, hanno creato il progetto ARETUSA.

Con l’impianto di “Aretusa” l’utilizzo dell’acqua di falda da parte dello

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stabilimento di Solvay di Rosignano passerà da 5.400.000 m

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a 2.000.000 di m

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l’anno con una riduzione superiore al 70% rispetto al consumo attuale. Mentre l’utilizzo dell’acqua di scarico dei depuratori, oggi pari a 700.000 m

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l’anno (e limitato all’impianto di Rosignano) salirà (a pieno regime) a 4.000.000 di m

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. Questo volume d’acque deriverà dai depuratori di Cecina e Rosignano.

I reflui, dopo il loro normale trattamento, saranno convogliati all’interno di un nuovo impianto collocato a Rosignano Solvay, che tratterà nuovamente le acque per raggiungere i valori richiesti dalla Società.

Si tratta di un progetto unico in Italia per quantità e qualità d’acque prodotte.

Inoltre è molto ambizioso sotto il profilo ambientale, in quanto rientra in un ottica di sviluppo sostenibile, molto importante per il prosieguo dello sviluppo nel pieno rispetto dell’ambiente.

Infine si spera che questo progetto possa servire come esempio per le comunità che si trovano in situazioni simili; infatti, oltre che come riutilizzo per l’industria, un acqua di questo genere può servire anche per usi agricoli o civili.

Diminuendo lo scarico nei corsi d’acqua, nei mari o nei laghi e insieme praticando un minor sfruttamento delle risorse idriche, tutto ciò significa proseguire nello sviluppo produttivo con un attenzione maggiore verso l’ambiente.

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