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EUROCARNE PRESENTA MEAT EXPERIENCE, ANALISI SENSORIALE DELLA CARNE

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Academic year: 2022

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EUROCARNE PRESENTA MEAT EXPERIENCE, ANALISI SENSORIALE DELLA CARNE

La 26ª edizione di Eurocarne, rassegna internazionale dedicata alla carne, in programma a Verona dal 10 al 13 maggio 2015, ha presentato ai produttori e distributori di carne bovina (sia italiana che estera) l’iniziativa “Meat Experience”, il primo banco di assaggio della carne con degustazioni comparate, dove, per la prima volta, la carne bovina potrà essere sottoposta al giudizio dei buyers di carne secondo parametri oggettivi.

Meat Experience permette di conoscere e confrontare la qualità percepita delle carni e si rivolge alle oltre 35mila macellerie presenti in Italia, ma anche alla ristorazione, alle gastronomie, all’hotellerie e alla gdo.

Eurocarne si avvale della collaborazione dell’Istituto Italiano Assaggiatori Carne – De Gustibus Carnis, presieduto da Luigi Sartori, e del Centro Studi Assaggiatori – Italian Tasters, fra i più qualificati operatori nell’attività di analisi sensoriale dei prodotti agroalimentari.

L’iniziativa rappresenta l’occasione ideale per cogliere consigli e informazioni utili a supporto della presentazione, commercializzazione e/o vendita di carne da strutturare in relazione alle abitudini dei consumatori e secondo il vissuto percepito da ciascuno in fase di scelta e/o acquisto.

Le carni a disposizione per l’analisi sensoriale verranno preparate dagli specialisti dell’Istituto Italiano Assaggiatori Carni e verranno valutate secondo il metodo dello Stratus Tasting® che ne farà emergere, per ciascuna tipologia, il livello di preferenza.

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Dal risultato del test si potrà evincere la segmentazione per target di consumatore, sia da un punto di vista socio- demografico che in termini di abitudini di consumo.

Elementi che sono in grado di indirizzare gli sforzi della filiera verso una risposta più efficace alle esigenze dei consumatori, alla luce di un mutato scenario economico, in conseguenza del quale i consumi di carne bovina sono scesi al di sotto dei 20 chilogrammi pro-capite/anno, con una contrazione del 19 per cento del consumo pro-capite apparente fra il 1999-2000 e il 2012-2013 (fonte: Ismea).

I risultati delle analisi, che si svolgeranno nella «Meat Experience Area» situata nel padiglione 11, saranno poi messi a disposizione delle aziende che forniranno le carni per un ciclo di degustazioni in calendario tutti i giorni, più volte al giorno, come efficace strumento di marketing.

Ogni partecipante all’analisi sensoriale riceverà tutte le informazioni circa le caratteristiche di ciascuna tipologia di carne in degustazione al banco assaggio e i riferimenti dei singoli produttori – che avrà poi la possibilità di incontrare direttamente presso gli stand espositivi adiacenti all’area evento – dopo aver completato la valutazione.

Gli specialisti di De Gustibus Carnis saranno sempre presenti durante l’evento al fine di soddisfare richieste, domande e/o curiosità, ma anche per offrire informazioni e consigli utili ai partecipanti.

L’obiettivo di Eurocarne è migliorare sul medio-lungo termine gli strumenti per la produzione di carne, in linea con le richieste dei consumatori, e incrementare un consumo consapevole. All’evento di maggio sono stati invitati i principali produttori e fornitori di carne italiani e del mondo.

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NUOVA ONDATA LIQUIDITÀ DA BCE, CONFAI MANTOVA AVVERTE I SOCI. SUL FRONTE ASSICURATIVO ESTESA CONVENZIONE CON GENERALI-TORO

“Gli uffici di Confai Mantova sono a disposizione dei propri associati per una consulenza mirata al prestito bancario, perché la nuova ondata di liquidità immessa sul mercato dalla Bce agli istituti di credito è un’occasione ghiotta per quelle imprese che hanno una valutazione del merito bancario buona”.

È il presidente di Confai Mantova, Marco Speziali, da sempre molto attento al mondo dell’economia, del credito e della finanza, a dare l’annuncio alle imprese agromeccaniche e agricole del territorio.

“Recentemente la Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi ha concesso alle banche con i rating migliori di acquistare il denaro con un tasso dello 0,20% – spiega Speziali – e a loro volta le banche stanno conferendo prestiti alle imprese con uno spread dell’1,80%, che significa un incasso a 1,90%, tenuto conto che l’euribor oggi è 0,10 per cento”.

Per il presidente di Confai “si tratta di percentuali particolarmente vantaggiose, se pensiamo che solo 3-4 mesi fa il costo del denaro per le aziende si aggirava intorno al 4-4,5 per cento”.

Per avere accesso ai fondi, però, “le aziende sane che possono

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sfruttare l’opportunità di una liquidità a tassi convenienti devono rivolgersi alle banche in tempi rapidi, perché i plafond sono tutto sommato limitati. Come Confai non vorremmo che passasse il treno dei finanziamenti e l’agricoltura mantovana perdesse l’occasione di investire nell’innovazione e per migliorare la patrimonializzazione. Per questo i nostri uffici sono disponibili”.

ASSICURAZIONI AGEVOLATE

Sul versante assicurativo, invece, Confai ha stretto un accordo nei giorni scorsi con Generali-Toro Assicurazioni (sede operativa Mantova Centro, via Chiassi 54), a vantaggio di tutti gli iscritti al sindacato.

Più precisamente, spiega Sandro Cappellini, direttore di Confai Mantova, “i premi assicurativi per le macchine agricole prevedono un aumento dei massimali delle garanzie di copertura sia in fase di circolazione che per i rischi di lavoro, con una diminuzione dei premi rispetto al 2014”.

Inoltre, Confai ha concordato una riduzione del 15% sui premi assicurativi pagati nel 2014 sulle polizze inerenti agli altri mezzi e immobili già assicurati con la convenzione in essere presso l’associazione. “L’offerta – specifica Confai – vale anche per tutti coloro che intendessero aderire ex novo”.

EUROCARNE, LE FILIERE

VERTICALI DI TUTTE LE

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TIPOLOGIE, UN MERCATO DA 30 MILIARDI

La 26ª edizione di Eurocarne, in programma dal 10 al 13 maggio a Verona, rappresenta l’appuntamento business per tutti coloro che operano, a vario titolo, nel settore carneo, dal comparto allevatoriale e la macellazione, passando per la lavorazione, la conservazione e il confezionamento delle carni fino ai produttori (italiani ed esteri).

Un comparto che genera complessivamente un valore economico dell’ordine di 30 miliardi di euro e occupa un numero di addetti elevato: 80mila per le carni bovine, 44mila per quelle suine, 55mila nel segmento dell’avicoltura.

Una ricerca sul consumatore

Eurocarne mette al centro non soltanto le singole filiere produttive, ma anche il consumatore e le dinamiche del trade.

Nel corso della manifestazione internazionale sarà infatti presentata un’analisi multi-prospettica sul mercato delle carni, articolata per categoria merceologica e mirata a individuare i trend in atto sul territorio nazionale, partendo da una panoramica relativa ai dati di scenario.

Partner di Eurocarne sarà SG Marketing, che ha già svolto una prima fase di indagine qualitativa sulle abitudini di acquisto e consumo degli shopper nazionali. Sulla base delle risultanze emerse, nei prossimi mesi, verrà implementata un’analisi quantitativa su un campione rappresentativo della popolazione italiana e di oltre 1.000 responsabili acquisti, volta ad esplorare i comportamenti d’acquisto, i principali driver a supporto del consumo e gli eventuali freni all’acquisto per ciascuna tipologia di carne.

Il progetto di ricerca sarà corredato da un approfondimento trade: verranno intervistati alcuni dei principali operatori

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della grande distribuzione organizzata italiana e contestualmente si procederà al monitoraggio di alcuni punti vendita in Italia, nel Regno Unito, Olanda e Belgio (mercati che di fatto anticipano le tendenze retail rispetto all’Italia).

Attenzione alla produzione sostenibile e alle filiere

«La nuova formula di Eurocarne – dichiara il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – dedica un’attenzione più forte alle filiere delle carni nel loro complesso, con l’obiettivo di incrementare una produzione di carne sostenibile e un consumo razionale ed equilibrato, in grado di rispondere alle esigenze del consumatore».

Inoltre, aggiunge Mantovani, «una ricerca su abitudini e percepito dei consumatori in fase di acquisto manca dal 2012, cioè dall’ultima edizione di Eurocarne».

MERCOLEDÌ EUROCARNE ACCENDE I

RIFLETTORI SUI MERCATI

INTERNAZIONALI DELLE CARNI

FOCUS SU FEDERAZIONE RUSSA,

MEDIO – ORIENTE, PAESI DEL

MAGHREB, AREA BALCANICA

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M e r c o l e d ì 1 9 n o v e m b r e alle 10 a Veronafiere (Centro Congressi Palaexpo, Sala Respighi, 1° piano), i mercati e le filiere delle carni all’estero sotto la lente degli esperti. L’obiettivo è quello di fornire elementi utili all’internazionalizzazione delle aziende del comparto carneo (dalla produzione alla vendita, passando per le macchine e le t ecnologie per la lavorazione), in vista della 2 6ª edizione di Eurocarne, rassegna internazionale dedicata alla carne, in programma a Verona dal 10 al 13 maggio 2015 ( www.eurocarne.it ) . Organizzatore d e l l ’ i n c o n t r o , e s t r e m a m e n t e i m p o r t a n t e a l l a l u c e dell’evoluzione dei mercati a livello globale, è lo staff di Eurocarne. « Siamo convinti – dichiara il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – che una manifestazione internaziona le con una lunga storia alle spalle come Eurocarne debba affiancare i propri espositori e le aziende del settore non soltanto durante la manifestazione, ma anche nelle fasi di avvicinamento, in modo da poter fornire tutti gli strumenti utili al business ne l momento topico della

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rassegna ». Il programma (clicca qui per consultarlo online) si sofferma in particolare su alcune aree di particolare interesse per l’export: Russia, Medio – Oriente, Maghreb, Area Balcanica. Questi gli interventi e i relatori: ore 10. 30, «Il mercato della filiera della carne nella Federazione Russa », di Leonora Barbiani, s egretario g enerale della Camera di Commercio Italo – Russa ; ore 11, «L a filiera della carne in Egitto e negli Emirati Arabi: dalla macellazione al consumatore finale », di Paolo Beltrami, Onemedit Srl ; ore 11. 30 , « Marocco, un paese in movimento. Opportunità di business per la filiera della carne », di Luca Pez zani, s egretario g ene rale della Camera di Commercio i taliana in Marocco ; ore 12, «La parola alle a ziende: domande e approfondimenti ». Dopo il light lunch, alle 14 si riprende con la relazione di Angelo Pavone di AeP Consultants sul tema

«Algeria: una porta d’ accesso per la filiera della carne in Africa »; alle 14. 30 «L a filiera di trasformazione della carne nei Paesi dell’area Alpe – Adria (Balcani): il tradizionale legame con i produttori dei macchinari Italiani come fonte di opportunità », di Matjaž Žigon, MŽ Consulting &

Fairs . Alle 15. 30 «La parola alle a ziende: domande e approfondimenti »

PIU’ INVESTIMENTI IN CULTURA

DEL CIBO E MAGGIORI STRUMENTI

ALLE AZIENDE PER ANDARE

INCONTRO ALLE ESIGENZE DEI

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CONSUMATORI

“Dobbiamo investire di più in cultura, sfruttare l’aspetto emozionale, fornire alle imprese gli strumenti culturali per conquistare nuovi mercati. La Dieta Mediterranea è infatti ben percepita dal consumatore e questo per le aziende può diventare un valore, così come per le strutture pubbliche e private: ci sarà infatti sempre più richiesta di educare all’alimentazione i bambini, come di strutturare la cultura”.

Con queste parole Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e di Re.C.O.Med, ha aperto ieri mattina l’ultima sessione della quarta edizione del Forum Dieta Mediterranea organizzato da Camera di Commercio di Imperia e Azienda Speciale PromImperia.

C o n l a c o n c l u s i o n e d e l s i m p o s i o , è d u n q u e p a r t i t o ufficialmente dall’Auditorium della CCIAA di Imperia il count down verso Expo 2015: una sfida, che il Forum Dieta Mediterranea vivrà da protagonista. Non solo perché l’esposizione universale di Milano sarà teatro della quinta edizione del Forum nel mese di settembre 2015 nel Padiglione Italia, ma soprattutto perché è proprio da questo importante appuntamento che si potrà cogliere l’opportunità di avviare una diffusione dei princìpi della Dieta Mediterranea anche al di fuori dei suoi confini tradizionali e creare – oltre che nelle nuove generazioni – anche in paesi esterni all’area mediterranea una cultura del cibo basata su una alimentazione sana ed equilibrata quale la Dieta Mediterranea stessa si propone di essere.

“La riflessione interdisciplinare sul valore del cibo dal punto di vista culturale, percettivo e persino di costruzione di uno stile di vita individualizzato – ha spiegato il Prof.

Mario Morcellini del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale all’Università La Sapienza di Roma – consente di intravvedere in esso una dimensione tutt’altro che banalmente materialistica: il Made in Italy cessa di essere un puro

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esercizio di marketing e diventa bandiera identitaria e di condivisione di una comunità di destino. Possiamo essere largamente ottimisti sul futuro della Dieta Mediterranea, la previsione è positiva e le parole chiave da tenere presente perché ciò avvenga sono: rapporto tra cultura e lavoro delle imprese, competitività, sostenibilità”

Sulla componente identitaria del cibo, ha dissertato approfonditamente anche Gabriele di Francesco, docente di Sociologia Generale all’Università G. D’Annunzio di Chieti- Pescara, il quale ha aggiunto che “Il cibo riesce in sostanza a connotare un territorio costruendo anche specifici, condivisi e ben individuabili “giacimenti enogastronomici” che vedono la presenza e l’intimo legame di varie componenti: il vino, i prodotti tipici, la storia, le tradizioni, la cultura popolare e, non ultima, la creatività accorta degli operatori”.

Tra gli altri interventi della sessione – moderata dalla giornalista de Il Secolo XIX Milena Arnaldi – spunti interessanti sono pervenuti dal confronto tra cultura del cibo e cibo come cultura e dal ruolo della Dieta Mediterranea nella Piramide Alimentare curato da Valeria Del Balzo, docente della Scuola Superiore in Scienze dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza di Roma, che ha esposto come tra i termini alimentazione e nutrizione ci sia una sostanziale differenza:

“alimentarsi significa scegliere ciò che si mangia, nutrirsi è la conseguenza fisiologica dell’atto di mangiare. La Dieta Mediterranea é un complesso di tradizioni alimentari, conoscenze e tecniche artigianali, rappresentazioni e paesaggi, che i popoli del Mediterraneo riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale. Tra i popoli diversi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, scopriamo infatti alimenti e diete rappresentativi di una radice comune. Tanto è vero che la nuova piramide della Dieta Mediterranea Italiana moderna, è stata costruita sui principi comuni a tutti i paesi del Mediterraneo ma allo stesso tempo fa riferimento agli

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alimenti tipici della tradizione del paese, tiene conto della situazione geografica e socio-culturale e delle variazioni dei consumi alimentari, con uno scopo: promuovere una maggiore aderenza al modello alimentare mediterraneo, da sempre considerato sano ed equilibrato. Partendo dal rispetto della cultura mediterranea, sono stati inseriti alcuni concetti caratterizzanti quali “tradizioni, convivialità, frugalità, sostenibilità, stagionalità e territorialità”.

Si è parlato dunque approfonditamente di cultura, ma anche di comunicazione e marketing del cibo, con il giornalista enogastronomico Marco Lombardi: “chi fa giornalismo enogastronomico ha grandi responsabilità perché a seconda di come viene data una informazione si può favorire un prodotto piuttosto che un altro. Bisogna fare molta attenzione comunicando essenzialmente la qualità del prodotto e trasmettere informazioni con la massima sincerità – ha aggiunto – perché anche in Italia, dove il livello culturale dei consumatori è medio elevato, comunicare in un certo modo può avere un potere enorme e una influenza molto grande sull’opinione pubblica. Lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme noi comunicatori del cibo è di essere il più equilibrati possibile e dare un quadro generale dei fatti evitando sensazionalismi: la notizia che arriva al consumatore può infatti subire distorsioni e rivelare una verità solo parziale dei fatti”.

Tra gli altri interventi, quello dello scrittore giornalista Tom Mueller e quello di Margherita Bovicelli, Console onorario italiano in Grecia e rappresentante Fondazione culturale “The Routes of the Olive Tree” che ha portato il proprio contributo sul tema “Mediterranean Diet and Gastronomic Civilization of Greece

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PIU’ INVESTIMENTI IN CULTURA DEL CIBO E MAGGIORI STRUMENTI ALLE AZIENDE PER ANDARE INCONTRO ALLE ESIGENZE DEI CONSUMATORI

“Dobbiamo investire di più in cultura, sfruttare l’aspetto emozionale, fornire alle imprese gli strumenti culturali per conquistare nuovi mercati. La Dieta Mediterranea è infatti ben percepita dal consumatore e questo per le aziende può diventare un valore, così come per le strutture pubbliche e private: ci sarà infatti sempre più richiesta di educare all’alimentazione i bambini, come di strutturare la cultura”.

Con queste parole Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e di Re.C.O.Med, ha aperto ieri mattina l’ultima sessione della quarta edizione del Forum Dieta Mediterranea organizzato da Camera di Commercio di Imperia e Azienda Speciale PromImperia.

C o n l a c o n c l u s i o n e d e l s i m p o s i o , è d u n q u e p a r t i t o ufficialmente dall’Auditorium della CCIAA di Imperia il count down verso Expo 2015: una sfida, che il Forum Dieta Mediterranea vivrà da protagonista. Non solo perché l’esposizione universale di Milano sarà teatro della quinta edizione del Forum nel mese di settembre 2015 nel Padiglione Italia, ma soprattutto perché è proprio da questo importante appuntamento che si potrà cogliere l’opportunità di avviare una diffusione dei princìpi della Dieta Mediterranea anche al di fuori dei suoi confini tradizionali e creare – oltre che nelle nuove generazioni – anche in paesi esterni all’area mediterranea una cultura del cibo basata su una alimentazione sana ed equilibrata quale la Dieta Mediterranea stessa si propone di essere.

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“La riflessione interdisciplinare sul valore del cibo dal punto di vista culturale, percettivo e persino di costruzione di uno stile di vita individualizzato – ha spiegato il Prof.

Mario Morcellini del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale all’Università La Sapienza di Roma – consente di intravvedere in esso una dimensione tutt’altro che banalmente materialistica: il Made in Italy cessa di essere un puro esercizio di marketing e diventa bandiera identitaria e di condivisione di una comunità di destino. Possiamo essere largamente ottimisti sul futuro della Dieta Mediterranea, la previsione è positiva e le parole chiave da tenere presente perché ciò avvenga sono: rapporto tra cultura e lavoro delle imprese, competitività, sostenibilità”

Sulla componente identitaria del cibo, ha dissertato approfonditamente anche Gabriele di Francesco, docente di Sociologia Generale all’Università G. D’Annunzio di Chieti- Pescara, il quale ha aggiunto che “Il cibo riesce in sostanza a connotare un territorio costruendo anche specifici, condivisi e ben individuabili “giacimenti enogastronomici” che vedono la presenza e l’intimo legame di varie componenti: il vino, i prodotti tipici, la storia, le tradizioni, la cultura popolare e, non ultima, la creatività accorta degli operatori”.

Tra gli altri interventi della sessione – moderata dalla giornalista de Il Secolo XIX Milena Arnaldi – spunti interessanti sono pervenuti dal confronto tra cultura del cibo e cibo come cultura e dal ruolo della Dieta Mediterranea nella Piramide Alimentare curato da Valeria Del Balzo, docente della Scuola Superiore in Scienze dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza di Roma, che ha esposto come tra i termini alimentazione e nutrizione ci sia una sostanziale differenza:

“alimentarsi significa scegliere ciò che si mangia, nutrirsi è la conseguenza fisiologica dell’atto di mangiare. La Dieta Mediterranea é un complesso di tradizioni alimentari, conoscenze e tecniche artigianali, rappresentazioni e

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paesaggi, che i popoli del Mediterraneo riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale. Tra i popoli diversi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, scopriamo infatti alimenti e diete rappresentativi di una radice comune. Tanto è vero che la nuova piramide della Dieta Mediterranea Italiana moderna, è stata costruita sui principi comuni a tutti i paesi del Mediterraneo ma allo stesso tempo fa riferimento agli alimenti tipici della tradizione del paese, tiene conto della situazione geografica e socio-culturale e delle variazioni dei consumi alimentari, con uno scopo: promuovere una maggiore aderenza al modello alimentare mediterraneo, da sempre considerato sano ed equilibrato. Partendo dal rispetto della cultura mediterranea, sono stati inseriti alcuni concetti caratterizzanti quali “tradizioni, convivialità, frugalità, sostenibilità, stagionalità e territorialità”.

Si è parlato dunque approfonditamente di cultura, ma anche di comunicazione e marketing del cibo, con il giornalista enogastronomico Marco Lombardi: “chi fa giornalismo enogastronomico ha grandi responsabilità perché a seconda di come viene data una informazione si può favorire un prodotto piuttosto che un altro. Bisogna fare molta attenzione comunicando essenzialmente la qualità del prodotto e trasmettere informazioni con la massima sincerità – ha aggiunto – perché anche in Italia, dove il livello culturale dei consumatori è medio elevato, comunicare in un certo modo può avere un potere enorme e una influenza molto grande sull’opinione pubblica. Lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme noi comunicatori del cibo è di essere il più equilibrati possibile e dare un quadro generale dei fatti evitando sensazionalismi: la notizia che arriva al consumatore può infatti subire distorsioni e rivelare una verità solo parziale dei fatti”.

Tra gli altri interventi, quello dello scrittore giornalista Tom Mueller e quello di Margherita Bovicelli, Console onorario italiano in Grecia e rappresentante Fondazione culturale “The

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Routes of the Olive Tree” che ha portato il proprio contributo sul tema “Mediterranean Diet and Gastronomic Civilization of Greece

CUN CONIGLI VIVI, MERCATO STABILE

La Borsa Merci Telematica Italiana S.c.p.a. rende noto che la Commissione Unica Nazionale dei Conigli vivi da carne da allevamento nazionale ha formulato i prezzi per la settimana dal 17/11/2014 al 21/11/2014:

conigli leggeri fino a 2,5 Kg: minimo € 1,72 (0,00) – massimo

€ 1,78 (0,00);

conigli pesanti oltre 2,5 Kg: minimo € 1,78 (0,00) – massimo € 1,84 (0,00).

L’istituzione delle Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nasce dall’esigenza di monitorare, tutelare e rendere trasparente i mercati. Le Commissioni Uniche Nazionali si riuniscono settimanalmente a Verona e hanno il compito di definire anticipatamente una tendenza di mercato e il prezzo medio all’ingrosso relativo alla settimana successiva per ogni singolo prodotto.

Su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le Segreterie delle CUN sono gestite dalla Borsa Merci Telematica Italiana S.c.p.A., in quanto società che possiede l’unico database nazionale in cui confluiscono le rilevazioni dei prezzi all’ingrosso delle Camere di Commercio e le quotazioni derivanti dai contratti telematici.

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Leggi il comunicato e altre notizie sulla nostra pagina f a c e b o o k

https://www.facebook.com/pages/Borsa-Merci-Telematica-Italiana /537101186376213

ISTAT, IN AUMENTO SIA IMPORT CHE EXPORT

Rispetto al mese precedente, a settembre 2014 si rileva un aumento sia delle esportazioni (+1,5%) sia delle importazioni (+1,6%).

L’aumento congiunturale dell’export è sostenuto dalle vendite verso i mercati extra Ue (+4,1%), mentre l’export verso l’area Ue è in flessione (-0,7%). La crescita delle vendite all’estero risulta più ampia al netto dei prodotti energetici (+1,9%) ed è trainata dai beni strumentali (+5,6%).

L’incremento congiunturale delle importazioni è principalmente determinato dalla crescita degli acquisti dall’area extra Ue (+3,3%). In forte aumento l’import di prodotti energetici (+7,9%) e beni strumentali (+2,8%).

Nel terzo trimestre 2014, rispetto al trimestre precedente, risultano in lieve diminuzione sia l’export sia l’import (-0,2% per entrambi i flussi).

A settembre 2014, l’ampio incremento tendenziale registrato per le esportazioni (+7,4%) è condizionato dalla differenza nei giorni lavorativi (22 nel 2014 e 21 nel 2013). Al netto di questo effetto, l’export registra un incremento tendenziale del 2,1%.

Nello stesso mese, l’aumento tendenziale delle importazioni (+3,3%) è dovuto alla forte crescita degli acquisti dall’area Ue (+6,2%).

A settembre 2014 l’avanzo commerciale è di 2,0 miliardi (+0,7

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miliardi a settembre 2013). Al netto dell’energia, la bilancia risulta in attivo per 5,6 miliardi.

Nei primi nove mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge 28,2 miliardi (era 19,0 miliardi nello stesso periodo dell’anno precedente) e, al netto dei prodotti energetici, 61,7 miliardi.

Nello stesso periodo si registra una crescita tendenziale dell’export dell’1,4% in valore e dello 0,3% in volume. La flessione registrata per l’import (-1,9%) riflette la contrazione dei valori medi unitari (-2,6%) mentre i volumi sono in crescita (+0,8%).

A settembre la crescita tendenziale dell’export è sostenuta per Belgio (+29,9%), paesi OPEC (+20,6%) e Stati Uniti (+13,3%). In forte crescita i mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli) (+27,7%) e di articoli farmaceutici, chimico- medicinali e botanici (+16,5%).

Gli acquisti da India (+20,3%) e Spagna (+20,0%) sono in marcata crescita. L’import di mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli) (+29,6%) e di articoli in pelle, escluso abbigliamento (+16,7%) è in forte espansione.

I prodotti

A settembre 2014, l’aumento congiunturale dell’export (+1,5%) è determinato principalmente dalla crescita delle vendite di beni strumentali (+5,6%). I prodotti intermedi e i beni di consumo non durevoli (+0,7% entrambi) contribuiscono alla crescita dell’export in misura più contenuta. L’aumento dell’import (+1,6%) riflette la crescita degli acquisti di prodotti energetici (+7,9%), beni strumentali (+2,8%) e prodotti intermedi (+1,1%).

L’incremento tendenziale delle esportazioni (+7,4%) è principalmente determinato dai beni strumentali (+11,6%) e dai beni di consumo non durevoli (+9,4%). Le vendite di prodotti energetici (-11,9%) risultano invece in rilevante diminuzione.

La crescita tendenziale delle importazioni (+3,3%) è determinata dai beni di consumo durevoli (+12,7%) e dai beni strumentali (+11,4%).

A settembre 2014 il saldo commerciale è positivo (+2,0

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miliardi), in aumento rispetto a settembre 2013 (+0,7 miliardi). La bilancia commerciale, al netto dei prodotti energetici, è attiva per 5,6 miliardi.

Nel mese di settembre 2014 l’aumento tendenziale delle esportazioni ha riguardato, in modo particolare, le vendite di mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli) (+27,7%), di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+16,5%) e di articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili (+9,8%). In forte calo le vendite di prodotti petroliferi raffinati (-13,9%).

Dal lato delle importazioni, gli acquisti di mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli) (+29,6%), di articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili (+16,7%) e di autoveicoli (+14,1%) registrano l’incremento più ampio. Gli acquisti di gas naturale (-31,0%) e petrolio greggio (-10,6%) sono in forte diminuzione.

Nel mese di settembre 2014 i saldi positivi più ampi (Figura 3) si rilevano per macchinari e apparecchi n.c.a., mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli) e articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili. I saldi negativi più consistenti riguardano i minerali energetici (petrolio greggio e gas naturale) e i computer, apparecchi elettronici e ottici.

I paesi

Nel mese di settembre 2014 l’aumento delle esportazioni in termini congiunturali (+1,5%) è determinato dalle vendite verso i paesi dell’area extra Ue (+4,1%), mentre quelle dell’area Ue (-0,7%) registrano una flessione. Per le importazioni, l’incremento congiunturale (+1,6%) è da attribuire principalmente a un aumento degli acquisti dall’area extra Ue (+3,3%), seguito dall’area Ue in lieve espansione (+0,4%). Nel corso del trimestre luglio-settembre 2014 si registra una diminuzione congiunturale delle esportazioni (-0,2%) che riflette il calo delle vendite verso i paesi Ue (-0,9%). L’export verso l’area extra Ue è in aumento (+0,7%). Nello stesso periodo, le importazioni registrano un’analoga diminuzione (-0,2%) da attribuire esclusivamente all’area extra Ue (-2,7%).

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A settembre 2014 la bilancia commerciale è attiva nei confronti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Svizzera e paesi EDA (Figura 6). I principali saldi negativi riguardano Cina, Paesi Bassi, Germania, Russia e Belgio.

Analisi congiunta per prodotto e paese

La crescita tendenziale dell’export è spiegata per oltre un quarto dall’aumento delle vendite di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) verso i paesi OPEC e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso il Belgio.

La diminuzione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati verso Turchia e Francia e di articoli farmaceutici, chimico- medicinali e botanici verso il Giappone rallenta la crescita delle esportazioni per quasi un punto percentuale .

L’aumento degli acquisti di petrolio greggio dalla Russia, di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dal Belgio e di autoveicoli dalla Germania contribuiscono per oltre un terzo all’incremento delle importazioni. La diminuzione degli acquisti di petrolio greggio dai paesi OPEC, di gas naturale dalla Russia e di sostanze e prodotti chimici dal Belgio contrasta l’aumento tendenziale delle importazioni nazionali per tre punti percentuali.

L’aumento dei valori medi unitari all’export è determinato dall’incremento registrato sia per i paesi dell’area extra Ue (+3,9%), sia per quelli dell’area Ue (+1,2%), mentre la diminuzione dei valori medi unitari all’import è determinata principalmente dalla riduzione per i paesi dell’area extra Ue (-5,5%). L’incremento dei volumi esportati e importati interessa tutti i principali raggruppamenti di prodotti, a eccezione dei prodotti energetici (-14,0% all’export e -0,1%

all’import). L’aumento rilevato per le esportazioni in volume interessa principalmente i beni di consumo non durevoli (+6,8%) e i beni strumentali (+6,5%).

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AGRIETOUR: LA TREDICESIMA EDIZIONE E’ UN SUCCESSO SU TUTTI I FRONTI

D u e l e g g i p r e s e n t a t e , p r e s e n z a

istituzionale s u g g e l l a t a d a l l a

partecipazione d e l

V i c e m i n i s t r o alle Politiche a g r i c o l e , Andrea Olivero

e d a l

Direttore Generale del Mipaaf, Giuseppe Cacopardi. 15mila visitatori, +20% rispetto al 2013, quasi 100 buyer stranieri a conoscere l’offerta agrituristica italiana, oltre settanta tra convegni, cooking show, incontri, tra i quali spiccano le presentazioni delle due normative di settore (classificazione unificata e agricoltura sociale) e gli Stati generali delle fattorie didattiche. Sono solo alcuni dei numeri che hanno caratterizzato l’edizione numero 13 di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale che si è chiuso oggi ad Arezzo Fiere e Congressi. «Il successo di questa fiera non va misurato solo nei numeri, comunque in crescita, dei visitatori – dice Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere – ma anche e soprattutto con la qualità dei contenuti offerti in tre giorni agli espositori, agli operatori e agli addetti di un settore che continua a crescere, per questo siamo convinti che Arezzo sia sempre più punto di riferimento per l’agriturismo».

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Il viceministro Andrea Olivero per presentare la legge sull’agricoltura sociale. A sottolineare l’importanza per il settore dell’agriturismo che la manifestazione si è conquistata in questi anni, è stata la presenza del viceministro Olivero arrivato ad Arezzo per presentare la nuova legge sull’agricoltura sociale. «L’agricoltura che vogliamo – ha detto Andrea Olivero – punta alla qualità, alla sostenibilità ambientale e alla promozione e custodia del territorio, con la sua storia, i suoi paesaggi ma soprattutto le sue comunità coese e solidali. L’agricoltura sociale non è una nicchia, ma l’avamposto della nuova agricoltura responsabile che l’Italia vuole proporre al mondo ad Expo2015».

Dopo trent’anni arriva la classificazione unitaria degli agriturismi. E sempre a conferma del ruolo di primo piano che Arezzo ha nel settore, ad AgriteTour è stata presentata la nuova legge di classificazione unitaria degli agriturismi.

Saranno i “soli” che richiamano nell’Italia nell’immaginario collettivo e la associano a relax, campagna, buon vivere, a dare la valutazione delle strutture, uno strumento utile soprattutto per gli stranieri.

Cucina tipica per la riscoperta delle origini. Il legame tra cultura, territorio e agricoltura si vive in un agriturismo attraverso la cucina. Con il Campionato di Cucina Contadina, AgrieTour vuole celebrare ogni anno le tradizioni che hanno reso celebre il made in Italy gastronomico. Questo il campionato è stato vinto da Rosa Lella della Masseria Ferri di Ostuni (Br) con le “Orecchiette alle Cime di Rapa”.

AgrieTour, una manifestazione pensata anche per la domanda straniera e per la formazione. La domanda che arriva dall’estero è importante il mercato del turismo all’aria aperta. E’ per questo che AgrieTour è anche il momento di incontro tra domanda e offerta con il workshop internazionale che si è svolto nei primi due giorni di fiera. Una selezionata presenza di buyer specializzati, oltre 80, provenienti da

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tutto il mondo e interessati a scoprire le novità dell’offerta nazionale del settore. Tra i mercati rappresentati per questa edizione, oltre a quelli storici come la Germania, Olanda, Giappone, Russia, Usa, Argentina e Brasile, anche realtà emergenti, tra le quali la Cina, l’India e altri paesi orientali. Successo anche per i master «I contenuti che questa fiera offre sono sempre più apprezzati – spiega Carlo Hausmann, responsabile tecnico di AgrieTour – tanto che i master sull’agriturismo quest’anno hanno registrato il tutto esaurito ben prima di cominciare e la presenza forte del Mipaaf e delle istituzioni locali dà ancora più valore a questa manifestazione che negli anni ha contribuito alla crescita e alla diversificazione di questo comparto».

Cresce il settore, +2,1%. Il salone aretino è stato anche l’arena nella quale è stato presentata anche quest’anno l’indagine Istat. Ed è emerso che nonostante crisi e recessione, l’agriturismo Italia continua a crescere. Nel 2013 il numero delle aziende ha raggiunto quota 20.897, 423 in più rispetto al 2012, aumentate soprattutto al Nord, +6,1% e meno al Centro, +1,1% mentre sono in calo al Sud, -2,1%. Le donne guidano 7.436 strutture, +2,4% rispetto al 2012. Negli ultimi dieci anni il comparto è cresciuto del 60,5%, da 13.019 a 20.897, crescono i posti letto, +94mila, quelli a sedere, +158mila, e crescono anche quelle che fanno altre attività, dalla degustazione alla fattoria didattica allo sport.

L’Italia raccontata attraverso gli agriturismi di AgrieTour.

Ad Arezzo per tre giorni è stato possibile percorrere il giro della penisola attraverso la cultura gastronomica. Così si scoprono i susamelli romani proposti dall’agriturismo l’Ulivarella di Velletri (Roma), dolci con la buccia di mandarino, miele non trattato secondO la classica ricetta del Frusinate. Ma dal Lazio arriva anche il sapone al maiale. I saponi oggi si fanno tutti con gli oli di scarto, invece l’Uliverella utilizza lo strutto proprio perché del maiale non si butta via niente. L’azienda agricola delle Murge territorio

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di Bari ha riscoperto la Ricotta Forte, una ricotta spalmabile che si ricava dalla ricotta fatta acidificare. Dal Gal “I sentieri del Buon Vivere” di Salerno hanno portato il

“Coniglio Imbuttunato”, un piatto di filiera, fatto con le tipicità locali delle quattro zone diverse dei quattro agriturismi che lo hanno ideato ovvero, Laviano, San Gregorio Magno, Ricigliano e Contursi, in provincia di Salerno.

Edilizia biosostenibile per chiudere la filiera Agritour e Stes un binomio vincente per sviluppare il recupero edilizio e la vivibilità delle nostre campagne ed anche delle nostre vite. Anche questo salone ha registrato un grande successo di presenze a dimostrare che il connubio può funzionare.

UN QUINTO DEI BAMBINI IN ETA’

SCOLARE E’ IN SOVRAPPESO. DAL FORUM DI IMPERIA, FOCUS SULLA NECESSITA’ DI PORTARE IN CLASSE L’EDUCAZIONE ALIMENTARE

Più del 20% dei bambini che frequentano la scuola primaria è già in sovrappeso, più del 10% è addirittura obeso: un dato a l l a r m a n t e , c h e i n v i t a a r i f l e t t e r e s u l l a q u a l i t à dell’alimentazione delle nuove generazioni. Di questo e dell’importanza di intraprendere direttamente in classe dei percorsi sul corretto stile di vita si è parlato ampiamente ieri pomeriggio a Imperia durante il Forum Dieta Mediterranea, organizzato da Camera di Commercio di Imperia e Azienda

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Speciale Promimperia.

La sessione pomeridiana di sabato 15 novembre, dedicata proprio a “Educazione alimentare e Dieta Mediterranea, basi formative per Expo 2015”, è stata coordinata dal Capo Progetto Comitato di candidatura EXPO Milano e Presidente del Comitato Educazione Alimentare del MIUR Riccardo Garosci il quale ha sottolineato come “l’Expo non sia una fiera commerciale quanto un’esposizione universale di elevato valore culturale in cui il Forum, per le tematiche che tratta e per i valori culturali che esprime, trova il giusto collocamento. In particolare, da sempre il Forum ha avuto un occhio attento verso l’educazione alimentare nei ragazzi in età scolare, proponendo e portando avanti percorsi condivisi con il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. Le statistiche che ci evidenziano quanto sia incidente sulla qualità della vita della popolazione una cattiva abitudine alimentare, ci spronano a continuare a investire tempo e risorse in questo genere di attività. Per il loro valore educativo, queste iniziative rappresentano uno degli argomenti più validi per l’Expo a Milano, in cui il tema sarà proprio dedicato a come nutrire il pianeta, non solo oggi ma anche nel futuro”.

“Non sono soltanto i bambini a manifestare tali problematiche alimentari – ha spiegato Alexis Malavazos, medico e fondatore del progetto E.A.T. Educazione Alimentare Teenagers – i dati che ci fornisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, parlano di una percentuale di adulti in sovrappeso a un passo dal 35% e di poco meno del 10% della popolazione italiana che risulta addirittura obeso, a fronte di un 3,4% sottopeso. Gli interventi di educazione alimentare che hanno avuto finora maggior successo sono quelli che hanno visto il coinvolgimento delle famiglie, scuole, operatori della salute e comunità, che promuovono una sana alimentazione ma anche l’attività fisica, la diminuzione di sedentarietà, la formazione dei genitori e l’educazione nutrizionale, ma soprattutto che questi interventi siano continui nel tempo e non sporadici. I fattori

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che contribuiscono maggiormente all’aumento dell’obesità giovanile sono infatti lo stile di vita sedentario, la diffusione di comportamenti alimentari rivolti al consumo di alimenti ad alto contenuto calorico ed elevato indice glicemico e l’ambiente circostante obesogeno, in cui tali cibi risultano facilmente reperibili attraverso distributori automatici localizzati in ambienti pubblici con cui ci troviamo a interagire”.

E’ a questo punto che assume una primaria rilevanza la valorizzazione delle materie prime alimentari. “Ad oggi, oltre tre milioni di persone, soprattutto giovani, soffrono di disturbi alimentari – ha precisato Giorgio Donegani Presidente della FEI Fondazione Italiana Educazione Alimentare – e ad influenzare il loro comportamento sono una serie di fattori fisiologici, psicologici, economici, etici, religiosi, storici, sociali e geografici. Mentre nel mondo animale nutrirsi è un semplice atto fisiologico – ha aggiunto – per l’uomo mangiare rappresenta una espressione culturale, carica di valori e significati che siano, per il suo modo di pensare, totalmente accettabili anche se spesso accade che tra alimento e consumatore si manifesti una distanza dovuta alla non consapevolezza del significato simbolico di ciò di cui ci si nutre. Come si può superare ciò? Trasformando un pensiero acritico in atteggiamento consapevole, assaggiando, cucinando, osservando, parlando e confrontando oltre naturalmente ad evolvere il nostro modo di pensare da semplice consumatore a cittadino. Ma soprattutto con progetti di educazione alimentare che nascano dalla sinergia di istituzioni responsabili per più aree di intervento – come la scuola, la salute, l’ambiente e le politiche alimentari – e del territorio di riferimento, con interventi sulla produzione, s u l l a d i s t r i b u z i o n e , s u l l a r i s t o r a z i o n e e s u l l a comunicazione”.

Tra gli interventi, anche quello del Direttore di INRAT – Istituto Nazionale della Ricerca Agronomica della Tunisia Ben

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Hammouda, che si è soffermato su quelli che sono gli aspetti sociali del cibo.

CONFAGRICOLTURA BASILICATA:

DECISIONE ASSURDA NOMINARE COMPONENTE GIUNTA UNIONCAMERE

UN RAPPRESENTANTE

CONFINDUSTRIA

In una lettera aperta il presidente di Confagricoltura Basilicata scrive:

La decisione assunta dai membri della Giunta della Camera di commercio di Matera di nominare quale componente della Giunta dell’Unioncamere di Basilicata il rappresentante di Confindustria, fa sì che la Giunta dell’Unioncamere di Basilicata veda i suoi quattro componenti statutari rappresentanti da due delegati del settore dell’Industria uno del settore del Commercio ed uno del settore dell’Artigianato escludendo la rappresentanza del settore agricolo ; ciò è da ritenersi una palese provocazione nei confronti del mondo agricolo, sia in termini di rappresentanza democratica sia in considerazione di quanto precedentemente assunto relativamente alla equa composizione della Giunta e unanimemente sottoscritto da tutti i componenti della compagine materana facenti parte del Consiglio regionale di Unioncamere di Basilicata e che in allegato riportiamo.

Vogliamo ritenere che l’ indicazione fatta dalla Giunta della Camera di commercio di Matera sia solo frutto di una

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affrettata deliberazione e pertanto chiediamo che venga sollecitamente corretta. Una diversa, quanto inopportuna, decisione, che veda la doppia presenza della componente industriale in seno alla giunta di Unioncamere, non può che essere letta che come una grave ed inaccettabile scelta operata da chi dovrebbe essere garante degli impegni assunti.

È bene ricordare che la compagine agricola in provincia di Matera prima e regionale poi, continua a rappresentare la maggioranza relativa fra tutti i comparti rappresentati e iscritti alla Camera di commercio.

Per quanto su premesso, chiediamo al Presidente pro-tempore d e l l a c a m e r a d i c o m m e r c i o d i M a t e r a , n e l r i s p e t t o imprescindibile del suo ruolo di garante di scelte e decisioni unitarie, di riconsiderare insieme ai componenti della Giunta della camera di commercio di Matera quanto deciso nella seduta Giunta. nel doveroso rispetto di quanto da loro sottoscritto sia per non pregiudicare la credibilità ed attendibilità delle singole persone sia dell’organo e dei ruoli ricoperti che superano le personali prerogative.

In mancanza di una irrinunciabile azione di ripristino di quanto concordato, il mondo agricolo non può non prendere atto dei comportamenti e della credibilità politica delle persone, consegnando alla valutazione dei propri rappresentati ed iscritti alla Camera di commercio di Matera e a tutti i soggetti che hanno promosso e condiviso le citate intese, l’imprescindibilità della rappresentanza del settore agricolo nella Giunta dell’Unioncamere Regionale.

Invitiamo tutti i firmatari dell’allegato documento ad esprimere con fermezza ed evidenza il loro disappunto per quanto accaduto, ciò al fine di non dare adito ad alcun dubbio circa la indispensabilità della presenza del comparto agricolo nella Giunta dell’Unioncamere di Basilicata in quanto settore

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economico di rilevante connotazione sociale della nostra Regione e della provincia di Matera in particolare, operando per la consequenziale decisione relativa agli impegni assunti e alle enunciazioni precedentemente espresse e sottoscritte.

Il Presidente

Dr. Beniamino Spada

AGRIETOUR: CON AGRISOCIAL SI APRE ALL’AGRICOLTURA SOCIALE

L’agricoltura è in grado di abbattere le barriere, quelle sociali. Di come l’agricoltura sia in grado di coniugare un simile aspetto se ne è parlato oggi ad Arezzo, ad AgrieTour durante un seminario organizzato in collaborazione con il MIPAAF e al quale ha preso parte il viceministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero. «Il convegno di oggi è stata un’importante occasione per ribadire il ruolo

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dell’agricoltura sociale nella costruzione dei sistemi di welfare nelle aree rurali, le testimonianze presentate e il dibattito che ne è seguito hanno rafforzato la mia convinzione a proseguire nell’azione di indirizzo legislativo, finalizzato a dare un primo quadro regolativo di supporto». E come ha sottolineato il viceministro, «Le innovazioni che verranno introdotte con pratiche di agricoltura sociale avranno senza dubbio effetti di rilievo soprattutto per le future generazioni e, attraverso azioni mirate, contribuiranno ad esprimere il valore intrinseco di quella sostenibilità che intendo portare avanti con il mio mandato».

Agricoltura declinata al sociale. A spiegare come meglio possa declinarsi l’agricoltura negli aspetti legati al sociale, è stato Francesco Di Iacovo del Comitato Consultivo Mipaaf agricoltura sociale. «È indubbiamente una frontiera dell’innovazione in agricoltura. Le pratiche operano a cavallo di settori, competenze, rifondando valori e modalità di contribuire alla creazione di valore economico e sociale in tempi difficili. Ma proprio la rottura delle barriere e la r i a r t i c o l a z i o n e d e i s a p e r i è e l e m e n t o c e n t r a l e dell’innovazione in agricoltura sociale».

Le soluzioni sono contenute nella legge sull’agricoltura sociale approvata dalla Camera dei Deputati. Le Regioni definiscono linee guida, ma in mancanza degli interventi regionali è lo Stato a intervenire. Veneto e Liguria hanno già definito le linee guida, aspetto cruciale per il modo in cui le pratiche di agricoltura sociale possono prendere forma attraverso l’interazione di Comuni e Asl. Il primo territorio che in Italia ha formalizzato procedure di riconoscimento delle pratiche di agricoltura sociale è stata la Società della Salute della Valdera (www.sdsvaldera.it), in Toscana.

Come ha raccontato all’incontro ad Arezzo, il percorso vede discussioni al quale partecipano pubblico e privato. È nata una carta di principi, una modalità per riconoscere e registrare i portatori di progetto di agricoltura sociale, che

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ha codificato dieci tipologie di servizio di agricoltura sociale per le diverse tipologie di utenza, ha attuato processi di valorizzazione dei prodotti di agricoltura sociale.

Il sociale dà Buoni Frutti. Tra i progetti presentati I Buoni Frutti, un marchio e un sistema di franchising per il sociale che caratterizza chi produce e lo rende riconoscibile a chi a c q u i s t a . I B u o n i F r u t t i è u n p r o g e t t o d i A i C A R E (www.aicare.it) e del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa. L’obiettivo è quello di valorizzare i prodotti realizzati all’interno di percorsi di agricoltura sociale e promuovere buoni progetti di agricoltura sociale mediante la diffusione di modelli di lavoro testati. E’ un modello originale di franchising sociale nel campo dell’agricoltura e del welfare, fondato su un marchio e su un’idea di agricoltura sociale innovativa come esperienza di incontro fra persone e comunità. I Buoni Frutti è un sistema di rete che consente alle persone di lavorare insieme e condividere valori ed obiettivi sociali e lega i diversi soggetti coinvolti: ricerca e sistema delle competenze tecniche responsabili e gestori del marchio, imprenditori sociali, servizi sociali, consumatori, territori e soggetti di diversa natura a livello locale. Il marchio I Buoni Frutti fornisce alle imprese e ai territori un forte elemento identitario, in quanto rappresenta l’aspetto tangibile di appartenenza al network (franchisees e franchisor) dell’agricoltura sociale in Italia che condivide le finalità e i v a l o r i e s p r e s s i n e l M a n i f e s t o I B u o n i F r u t t i (www.ibuonifrutti.eu).

Pratiche sociali con il volontariato. Proprio con lo scopo di favorire la conoscenza dell’agricoltura sociale, il Cesvot, Centro Servizi Volontariato Toscana, ha illustrato sempre a AgrieTour il proprio percorso, realizzato insieme al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa nel 2012: “Agricoltura sociale e volontariato in Toscana”. Il

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lavoro elabora due diversi livelli di lettura. Un primo livello di conoscenza generale che si rivolge a ciascuna tipologia di associazione, indipendentemente dal tipo di sentiero che intende intraprendere e un livello di approfondimento per il quale ciascuna associazione può approfondire la parte specifica collegata al suo percorso di sviluppo. Il lavoro è scaricabile dal sito del Cesvot.

Pratiche innovative della cooperazione sociale agricola e delle imprese agricole. L’agricoltura sociale apre possibilità per generare sistemi ibridi di impresa collaborativi come dimostra l’esempio di Cavoli Nostri. Nata sui terreni del Cottolengo nella cinta periurbana torinese, Cavoli Nostri è una cooperativa sociale agricola capace di creare valore economico e sociale mediante una intelligente ed appassionata attività che lega professionalità agricola, coinvolgimento di persone autistiche della comunità del Cottolengo di Feletto e una rete di produttori agricoli responsabili che partecipano ad una rete di agricoltura sociale avviata da Coldiretti Torino. L’esperienza di collaborazione assicura oggi lavoro inclusivo e nuove posizioni di lavoro sostenute dai soli processi produttivi agricoli avviati anche grazie alla capacità imprenditoriale degli agricoltori della rete. Esempio replicabile dove la collaborazione viene posta al centro del processo di innovazione sociale.

MARTINA, NOI RIFORMISTI PD VOGLIAMO CAMBIARE IL PAESE

“Noi di Area riformista nel Pd non siamo ne’ signor no, ne’

yes man. Con le nostre idee lavoriamo per cambiare il Paese, rafforzare il Pd e vincere la sfida di Governo”. Lo ha detto

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il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, nel corso del suo intervento a Milano all’incontro ‘La sinistra di Governo’ di Area riformista.

PREZZO LATTE, CONVOCAZIONE TAVOLO AL FIANCO DELLE REGIONI IL 25 NOVEMBRE

“ L a d e c i s i o n e d e l m i n i s t r o d e l l e Politiche agricole, Maurizio Martina, di aver accolto la richiesta di Regione Lombardia di convocare un Tavolo interprofessionale del latte il prossimo 25 novembre a Roma merita un plauso”.

Così dichiara l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, il quale aveva accolto le richieste delle

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organizzazioni sindacali agricole di intervenire a livello istituzionale nella trattativa del prezzo del latte, saltata per il mancato incontro di produttori e industria di trasformazione.

“La presenza del ministro Martina al fianco delle Regioni in questo momento è un dato positivo nei confronti dei produttori che soffrono l’attuale crisi del prezzo del latte alla stalla”, prosegue Fava.

Nel giro di 12 mesi la quotazione del latte spot (in cisterna) ha perso il 28,43%, tenuto conto che l’ultimo rilevamento sulla piazza di Lodi è stato di 36,50 centesimi al chilogrammo.

MALTEMPO IN LIGURIA, CIA:

SITUAZIONE DRAMMATICA DA ALBERGA A GENOVA. AGRICOLTURA IN GINOCCHIO

Da grave a drammatica la situazione in Liguria, dove le precipitazioni abnormi di questa notte hanno colpito durissimamente un territorio già sofferente per gli eventi dei giorni scorsi.

L’areale fra Albenga e Genova, ivi compreso l’entroterra, è flagellato fa precipitazioni intense che i hanno determinato l’esondazione di fossi e torrenti, frane e smottamenti che stanno mettendo a rischio, l’incolumità delle persone e le attività economiche a partire naturalmente dall’agricoltura.

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Particolarmente grave la situazione nell’Albenganese, dove le aree già colpite qualche giorno fa sono state nuovamente oggetto di allagamenti diffusi e gravosi ed il fenomeno è risultato ancor più violento ampliando la zona colpita.

Spazzate via le coltivazioni di una parte vastissima della Piana Albenganese, milioni di vasi trascinati via dalla furia delle acque, coltivazioni di aromatiche, piante fiorire sommerse serre e magazzini invasi dall’acqua e dal fango. E’

quanto afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Un terreno zuppo -spiega la Cia- ormai impossibilitato a drenare le precipitazioni, è sempre più frequentemente oggetto di frane , anche di dimensioni enormi, che interessano decine di aziende agricole.

Una condizione che non può essere affrontata con le forze ordinarie, neppure con gli inevitabili sacrifici cui siamo abituati in casi come questi -afferma Aldo Alberto Presidente Regionale di Cia- abbiamo necessità assoluta di un intervento straordinario proporzionato alla gravità ed alla eccezionalità di questo evento.

Abbiamo di fronte due necessità: la prima –non appena il tempo ci darà tregua – di ripristinare e recuperare quanto possibile delle nostre produzioni, e per questo abbiamo intenzione di lanciare un appello a cittadini ai giovani, per un atto di solidarietà venendo ad aiutarci nelle nostre imprese a ripristinare il possibile.

La seconda che le Istituzioni e la politica le forze sociali si facciano immediatamente promotori di un iniziativa finalizzata a metter in campo, per la nostra Regione, una Legge Straordinaria di intervento che metta a sistema tutte le risorse attivabili.

Ci attendiamo nelle prossime ore la convocazione di un tavolo verde straordinario – qlla presenza del Presidente della Regione- che oltre al censimento del danno contribuisca a

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consentire e favorire la ripresa dell’attività.

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