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Corso per la Scuola di Dottorato in Ingegneria

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Academic year: 2021

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(1)

Probablità, Statistica e Processi Stocastici

Franco Flandoli, Università di Pisa

Corso per la Scuola di Dottorato in Ingegneria

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(2)

Riassunto

Abbiamo introdotto le equazioni di¤erenziali stocastiche, equazioni del tipo

dX t = b ( t, X t ) dt + σdB t

(o un po’più generali) dove B t è il moto browniano, ovvero dB t /dt è il white noise.

Abbiamo e¤ettuato alcune simulazioni di singole realizzazioni.

Abbiamo sviluppato il calcolo di Itô.

Invece, circa valori medi delle soluzioni, abbiamo visto poco (solo l’esempio delle’energia media).

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Studio della pdf delle soluzioni

Se X t è la soluzione di un’equazione di¤erenziale stocastica, tra le cose che ci interessano maggiormente c’è la densità di probabilità di X t , a t …ssato.

Dal punto di vista teorico, non sempre la densità esiste; ci sono casi singolari in cui X t concentra dalla massa in qualche punto. Si pensi ad esempio al caso

X t 0 = b ( X t ) .

Non occupiamoci però della (non banale) questione dell’esistenza della densità, con…dando che nei nostri esempi essa ci sia. Poniamoci il problema concreto di conoscerla, esattamente o approssimativamente.

Vediamo due metodi: uno simulativo ed uno più analitico.

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(4)

La pdf delle soluzioni tramite Monte Carlo

Il metodo simulativo è semplicissimo: si generano N simulazioni (usando realizzazioni indipendenti del noise) …no ad un dato tempo t e poi, gra…camente, si traccia l’istogramma.

Oltre all’istogramma, possono interessare i valori di certe probabilità e valori medi. Il loro calcolo si basa sulla:

Theorem (Legge dei Grandi Numeri)

Se X 1 , X 2 , ... è una successione di v.a. indipendenti ed identicamente ditribuite, con media …nita µ, allora

lim

N ! ∞

1 N

∑ N i = 1

X i = µ

(limite quasi certo, oppure in probabilità: per ogni e > 0, lim N ! P N 1N i = 1 X i µ > e = 0).

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L’errore di Monte Carlo

Se il momento secondo è …nito, si veri…ca facilmente che

E 2 4 1

N

∑ N i = 1

X i µ

2 3 5 = σ

2

N dove σ 2 è la varianza, comune, delle X i . Quindi, un po’

approssimativamente, 1 N

∑ N i = 1

X i µ σ

p N .

(Esercizio: veri…care nel caso dell’energia media)

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La pdf delle soluzioni tramite Monte Carlo

Quindi, immaginiamo di risolvere un’equazione di¤erenziale stocastica immettendo volta per volta dei moti browniani indipendenti

B t 1 , B t 2 , ...:

dX t i = b t, X t i dt + σdB t i con un dato iniziale …ssato X 0 i = x 0 .

Le soluzioni sono anch’esse indipendenti. E sono identicamente ditribuite (è la stessa equazione).

Fissato t, le v.a. X t 1 , X t 2 , ... sono indipendenti ed identicamente ditribuite. Quindi

1 N

∑ N i = 1

φ X t i ! E [ φ ( X t )] .

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(7)

La pdf delle soluzioni tramite Monte Carlo

Ad esempio, scegliendo diverse φ:

se φ ( x ) = x troviamo la media 1 N

∑ N i = 1

X t i ! E [ X t ] .

se φ ( x ) = H ( x λ ) (vedi esercitazione), cioè φ ( x ) = 1 se x > λ, zero altrimenti, allora

card i = 1, ..., N : X t i > λ

N ! P ( X t > λ ) .

Quest’ultima formula si capisce anche pensando a "frequenza relativa ! probabilità".

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(8)

Esempio lineare

Equazione dX t = X t dt + 0.2 dB t , X 0 = 1

Con N = 10000 (quindi errore 0.01), tempo t = 1

P X 1 > e 1 0.5074

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(9)

Esempio nonlineare

Equazione dX t = X t X t 3 dt + 0.4 dB t

Con N = 1000 (quindi errore 0.03), tempo t = 100

P ( X 100 > 0 ) 0.558.

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(10)

Sulla pdf di una SDE

Abbiamo considerato equazioni di¤erenziali stocastiche della forma dX t = b ( t, X t ) dt + σ ( t, X t ) dB t

Per avere informazioni quantitative sulla densità di probabilità (pdf) di X t si può usare il metodo di Monte Carlo.

Ad esempio

E [ X t ] 1 N

∑ N i = 1

X t i

dove X t i , i = 1, ..., N, sono ottenute da diverse simulazioni indipendenti.

L’istogramma dei valori X t i , i = 1, ..., N, è un’approssimazione della pdf p t ( x ) .

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(11)

L’equazione di Fokker-Planck

Sotto opportune ipotesi vale il seguente risultato:

Theorem

La pdf p t ( x ) di X t soddisfa l’equazione

∂p

∂t = 1 2

∑ d i ,j = 1

i j ( a ij p ) div ( bp ) dove

a ij = ∑

k

σ ik σ jk

i =

∂x i

, div v =

∑ d i = 1

i v i .

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(12)

Casi particolari di equazione di Fokker-Planck

Familiarizziamo coi simboli. Intanto, in dimensione d = 1, a ij = a = σ 2 .

L’equazione è semplicemente

∂p

∂t = 1 2

∂ σ 2 p

∂x 2

( bp )

∂x . Nel caso di noise additivo, σ ( t, x ) = σ costante,

∂p

∂t = σ

2

2

2 p

∂x 2

( bp )

∂x . Anche in più dimensioni, noise additivo, σ ( t, x ) = σI

∂p

∂t = σ

2

2 ∆p div ( bp ) .

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(13)

Condizione iniziale

Come ogni equazione alle derivate parziali con

∂t

, necessita di una condizione iniziale nota, al tempo t = 0:

p 0 ( x ) .

Essa è la densità della v.a. iniziale della SDE, X 0 .

Spesso X 0 è un punto deterministico …ssato, x 0 . In questo caso, non ha una vera densità, nel senso usuale del termine.

Il dato iniziale p 0 ( x ) , in tal caso, è la delta di Dirac in x 0 : p 0 ( x ) = δ ( x x 0 ) .

Sotto ipotesi abbastanza generali, la soluzione p t ( x ) è però una funzione regolare, per t > 0 (fenomeno di regolarizzazione parabolica).

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(14)

Esempio del moto browniano

Vediamo la SDE particolarissima, in dimensione 1, dX t = σdB t , X 0 = 0 L’equazione di Fokker-Planck associata è

∂p

∂t = σ

2

2

2 p

∂x 2 , p 0 ( x ) = δ ( x ) . La funzione

p t ( x ) = p 1

2πσ 2 t exp x 2 2 t è soluzione (veri…ca noiosa ma elementare).

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(15)

Esempio dell’equazione lineare

Esaminiamo

dX t = λX t dt + σdB t , X 0 = x 0 . L’equazione di Fokker-Planck associata è

∂p

∂t = σ

2

2

2 p

∂x 2 + λ ( xp )

∂x , p 0 ( x ) = δ ( x x 0 ) . Infatti, b ( x ) = λx . Si può cercare una soluzione della forma

p t ( x ) = C ( t ) exp 1 2

( x m ( t )) 2 σ ( t ) 2

!

e, con opportuni calcoli, la si trova (una gaussiana con media e varianza variabili nel tempo).

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Simulazioni. Discretizzazione spaziale

Purtroppo non si va molto oltre questi esempi, se si vogliono soluzioni esplicite.

Vediamo invece alcune simulazioni, limitatamente a d = 1.

Usiamo un metodo elementare: discretizziamo lo spazio (che è in…nito) tramite un insieme …nito di valori x i (ad esempio prendiamo un grande intervallo [ L, L ] e lo suddividiamo in parti uguali con N x

punti, detti x i )

discretizziamo la derivata prima

∂f

∂x

con

∂f

∂x ( x i ) f ( x i + 1 ) f ( x i ) h x

dove h x è il passo spaziale di discretizzazione

(per i nostri scopi è indi¤erente prendere altri incrementi)

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(17)

Simulazioni. Discretizzazione spaziale

discretizziamo la derivata seconda

2

f

∂x2

con

2 f

∂x 2 ( x i ) f ( x i + 1 ) 2f ( x i ) + f ( x i 1 ) h 2 x

nota: la formula proviene da:

1 h x

f ( x i + 1 ) f ( x i ) h x

f ( x i ) f ( x i 1 ) h x

in…ne dobbiamo …ssare delle condizioni al bordo; questo al momento non si capisce, ma risulterà chiaro scrivendo il codice. Prenderemo la condizione di ‡usso nullo,

∂f

∂x

= 0, una delle più neutre, ovvero f ( x i + 1 ) = f ( x i ) (tra punti vicini al bordo).

Per i nostri scopi si potrebbe anche prendere f = 0 sul bordo.

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(18)

Simulazioni. Discretizzazione temporale

Il tempo si discretizza analogamente, arrivando, ad es. per l’equazione

∂p

∂t

=

σ

2

2 2

p

∂x2

, allo schema esplicito p t

k+1

( x i ) p t

k

( x i )

h t

= σ

2

2

p t

k

( x i + 1 ) p t

k

( x i ) + p t

k

( x i 1 ) h 2 x

che calcola p t

k+1

( x i ) a partire da p t

k

( x i + 1 ) , p t

k

( x i ) , p t

k

( x i 1 ) (per questo servono delle condizioni al bordo)

Serve la condizione di stabilità σ 2

2 h t h 2 x

1 2 .

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Esempio del MB

Prendiamo il caso

dX t = σdB t , X 0 = 0

∂p

∂t = σ

2

2

2 p

∂x 2 p t

k+1

( x i ) p t

k

( x i )

h t = σ

2

2

p t

k

( x i + 1 ) p t

k

( x i ) + p t

k

( x i 1 ) h 2 x

Approssimiamo il dato iniziale con una funzione molto concentrata di area uno:

p 1

2πe exp x 2 2e .

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