Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza
La struttura nucleare dell’atomo
Lezione 1
Prequel: la struttura atomica della materia
• Alla fine dell’800 è ormai completamente assodata la struttura atomica della materia:
– su di essa si basa tutta la chimica
– elementi chimici classificati nella tavola periodica – identificati dal numero atomico Z
Z
Numero atomico
Peso
atomico
Peso atomico:
massa [in g] di una mole NA = 6.022×1023
di atomi dell’elemento
L’esperimento di Rutherford
(Das-Ferbel, cap. 1)• J.J. Thomsons aveva estratto dall’atomo particelle cariche negativamente.
• Essendo neutro, l’atomo doveva contenere delle cariche positive.
• Si pone il problema di come queste siano distribuite.
• L’esperimento di Rutherford e collaboratori del 1910 dimostrò che la carica positiva è concentrata in un nucleo
– puntiforme entro la risoluzione dell’esperimento – inizio della fisica “nucleare”
• Introdurremo due concetti fondamentali per il corso:
– il processo di scattering
– e la definizione di sezione d’urto
• con le definizioni collegate di coefficiente di assorbimento e cammino libero medio o lunghezza di interazione
• Vedremo:
– la cinematica dell’urto non relativistico
– come calcolare la sezione d’urto per scattering coulombiano
→ scoperta dell’elettrone
L’esperimento di Rutherford
Prima di realizzare l’esperimento per cui è universalmente ricordato
L’esperimento di Rutherford
• Nel 1910 due assistenti di Rutherford, H. Geiger e E. Marsden,
iniziarono sotto la direzione di Rutherford, una serie di esperimenti a Manchester.
• Con questi esperimenti fu misurata la sezione d’urto di diffusione delle particelle α da parte degli atomi del bersaglio.
• L’osservazione che destò
l’interesse di Rutherford fu la relativa abbondanza di
particelle α diffuse a grande angolo.
L’esperimento di Rutherford
• L’esperimento consiste nella misura del numero di particelle α deviate in funzione dell’angolo di deflessione:
• È necessario determinare quantitativamente:
– la probabilità che una particelle α venga deflessa in un certo angolo solido
– il tasso di eventi effettivamente atteso – concetto di sezione d’urto
dΩ
Interludio: angolo solido
• L’angolo solido in steradianti (sr) è l’area sottesa sulla superficie sferica di raggio unitario.
– In analogia all’angolo in radianti (rad) che è l’arco sotteso sulla circonferenza di raggio unitario.
• Il differenziale dΩ è dato da:
– a volte si sottintende l’integrazione su φ:
• Come ci si aspetta:
θ θ
=sinθdφdθ dΩ = sinθdϕdθ
= dϕ d cosθ
= 2sin
(
θ 2)
cos θ 2( )
dϕ dθdΩ = 2π sinθdθ
∫
dΩ =∫
02π dϕ∫
0π dθ sinθ = 2π∫
0πdθ sinθ= 2π dcosθ
−1
∫
1 = 4πUn rivelatore di area A, ad una distanza r
sottende un angolo solido ΔΩ=A/r2
Sezione d’urto
• In fisica nucleare e subnucleare siamo interessati a interazioni che avvengono in regioni di dimensioni inferiori a quelle di un atomo:
– dimensioni minori del più piccolo strumento che possiamo costruire;
– la stessa preparazione dello stato iniziale ha incertezze maggiori della regione in cui avvengono i fenomeni.
• In esperimenti di scattering studiamo stati asintotici:
– parametri (intensità, quantità di moto...) del fascio incidente
– parametri (angolo di deflessione, quantità di moto...) delle particelle diffuse
– entrambi misurati a “grandi” distanze dalla regione di interazione.
– Si può misurare il tasso con cui si ottiene un certo risultato finale a partire dal sistema inizialmente preparato.
• La sezione d’urto è una quantità collegata alla probabilità che si verifichi un certo evento:
– Quantità osservabile
– Interpretabile sia in meccanica classica che in meccanica quantistica
Sezione d’urto
• Consideriamo un esperimento ideale:
– un fascio di proiettili
– incidente su una lamina di materiale
– andiamo a misurare quante vengono deflesse verso un rivelatore
• Il numero di interazioni al secondo dn/dt è proporzionale a:
– l’intesità del fascio (numero di particelle incidenti al secondo) I0 – la densità di bersagli (numero di bersagli per unità di volume) nT – lo spessore del bersaglio dz
– l’angolo solido sotteso dal rivelatore ΔΩ
• La costante di proporzionalità ha le dimensioni di una superficie ed è detta sezione d’urto differenziale dσ/dΩ
o dz
I dn θ
( )
dt ∝ nT
dn θ
( )
dt = I0nTdzdσ dΩΔΩ I0
nT dz ΔΩ
ΔΩ
Misura della sezione d’urto
• Supponiamo di potere considerare il bersaglio sottile (condizione che si verifica molto frequentemente)
– ciò è equivalente alla condizione
• in queste condizioni per una ben definita condizione sperimentale
– ad es. una fissata energia del fascio, una fissata accettanza angolare ΔΩ – il numero N0 di particelle del fascio è misurato con un rivelatore monitor – il numero di interazioni n è misurato con il rivelatore
• inoltre sono ovviamente conosciuti
– lo spessore del bersaglio dz
– la densita nT di atomi/nuclei bersaglio (target)
• ρ è la densità, A peso atomico e NA il numero di Avogadro
• La sezione d'urto allora è
• se gli errori su tutte le grandezze sono trascurabili escluso l'errore statistico su n, l'errore statistico sulla sezione d'urto è
nTdzσ ≪ 1
nT = ρ ANA
dσ
dΩ = 1 ΔΩ
1 nTdz
n N0
Δσ σ =
Δn
n = n
n = 1 n
monitor
θ
rivelatore
E
N.B.:
ΔΩ = area rivelatore/distanza2
Assorbimento e lunghezza di interazione
• La sezione d’urto totale σ si ottiene integrando la sezione d’urto differenziale su tutto l’angolo solido:
• Il tasso totale di particelle diffuse si traduce in una diminuzione dell’intensità I del fascio:
• Se la diminuzione del numero di particelle nel fascio non è trascurabile, l’intensità varia con la profondità secondo la legge:
• dove µ=nTσ prende il nome di coefficiente di assorbimento.
• Analogamente si può introdurre la lunghezza d’interazione λ (detta anche libero cammino medio)
⇒ dI
I z( ) = −nTσdz
I z( ) = I0e−nTσz = I0e−µz
λ = 1 µ =
1 nTσ
I z( ) = I0e−
z λ
dn
dt = −dI = InTdzσ
0 dz L
fascio
z
σ = dϕ sinθ dθ dσ dΩ
0
∫
π 02π
∫
Assorbimento e lunghezza di interazione
• Se lo spessore z è piccolo (z≪λ):
– il fascio uscente è ridotto in intensità di un fattore 1-z/λ – la probabilità di scattering di un particella del fascio è
– prodotto della densità superficiale nTz per la sezione d’urto σ
• La densità di centri di scattering dipende dalla densità del materiale:
– spesso si esprime λ normalizzata per la densità:
• dipende dal materiale, ma non dallo stato dello stesso
• ha le dimensioni di una densità superficiale.
z λ = nTzσ
nT = ρ A NA
λ = 1
nTσ = A
ρNAσ (λρ) = A
NAσ
Urto non relativistico tra due particelle
– Conservazione del momento
– Conservazione dell’energia cinetica
v!o
v!α v!t mα!
vo = mα!
vα + mt! vt v!o = !
vα + mt mα
v!t vo2 = vα2 + mt2
mα2 vt2 + 2 mt mα
v!t ⋅ ! vα
1
2mαvo2 = 1
2mαvα2 + 1
2mtvt2
2 2 t 2
o m t
v v v
a m
a
= + 2 mt t2
v v
a m
a
+ = vt2 = mt
mα vt2 + 2! vt ⋅ !
vα
vt2 1 − mt mα
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ = 2! vt ⋅ !
vα vα2 + mt2
mα2 vt2 + 2 mt mα
v!t ⋅ ! vα
Urto non relativistico tra due particelle
• In base alla relazione
• Se m
t<m
α• le due particelle escono nella stessa direzione
• Se m
t>m
α• le due particelle tendono a uscire in direzioni opposte
vt2 1 − mt mα
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟ = 2! vt ⋅ !
vα
1 mt 0 ma
- > v!t ⋅ !
vα > 0
1 mt 0 ma
- < v!t ⋅v!α < 0
L’esperimento di Rutherford
• Nel modello di Thomson dell’atomo
• Sappiamo che l’elettrone è molto leggero (misura e/m)
• Se l’urto fosse con l’elettrone
• La particelle α non sarebbe apprezzabilmente deviata dall’elettrone
– Si può verificare che neppure la carica positiva uniformemente distribuita sulle dimensioni dell’atomo deflette apprezzabilmente la particella α
+
-
mt
mα ∼ 10−4 !
vo = !
vα + mt mα
v!t
≈ !
v
αL’esperimento di Rutherford
• Supponiamo che l’atomo abbia un nucleo molto piccolo ma molto pesante
– ad esempio se consideriamo l’oro (A=197, mt ~ 2×105 MeV)
– Inoltre
– Pertanto il momento del nucleo dopo l’urto è
• Significa che la particella α può addirittura rinculare indietro
vt2 1 − mt mα
"
#$ %
&
' = 2! vt ⋅ !
vα vt2 1 − mt mα
"
#$ %
&
' = 2vt ⋅ vα cosθ ≤ 2vt ⋅ vα
vt2 ≤ 2mα
mt vt ⋅ vα vt ≤ 2mα mt vα
vo2 = vα2 + mt mα vt2
mt
mα ∼ 50
≤ vα2 + mt
mα 2mα mt
"
#$ %
&
'
2
vα2 = vα2 + 4mα
mt vα2 ∼ vα2 vo ∼ vα
vt ≤ 2mα
mt vα mtvt ≤ 2mαvα mtvt ≤ 2mαvo mα!
vo mtvt ∼ 2mαvo mαvo
1 − mt
mα ≈ −mt mα
Scattering coulombiano
• Fino a questo punto abbiamo fatto dei ragionamenti qualitativi
• Si può fare un calcolo quantitativo con interazione fra la particella α e il nucleo di tipo Coulombiano
• La traiettoria è un ramo di un’iperbole
• Ci sono due costanti del moto
– L’energia totale:il campo è conservativo
– Il momento angolare: la forza è diretta lungo e ha momento nullo
V r( ) = 41 πεo
ZZαe2 r
z θ
χο b
b = parametro d’impatto
θ = angolo di scattering
mαv!o
E ≡ 1
2mαvo2 = 1
2mαv2 + U r( )
L =! !
r × m! v
r χ
!r
ro
!r × ! F = 0
Utilizziamo le coordinate polari r e χ
Le coordinate del punto di massimo avvicinamento sono ro e χo
vogliamo trovare la relazione fra b e θ
DIM
Scattering Coulombiano
• Passiamo in coordinate polari r e χ:
– Se scomponiamo la velocità nelle componenti radiale e trasversale:
– Equazione della traiettoria:
– Angolo al punto di massimo avvicinamento:
• dove r0 è soluzione di
• Un calcolo lungo ma non difficile permette di ottenere z θ
χο b
mα! vo
r χ
b = 1 4πεo
ZZαe2
2E cotθ 2 E = 1
2mαvo2
DIM
L = mαvob = 2mαE b
dχ dt = L
mr2 vT = L
mr vT = rdχ
dt vr = dr vr = v2 − vT2 = m2 Ekin − L dt
2
m2r2 = 2
m E − V (r) − L2 2mr2
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥ dr
dt = 2
m E − V (r) − L2 2mr2
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥ d χ
dr = L mr2
2
m E − V (r) − L2 2mr2
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
−1/2
θ = π-2χ0
χ0 = dr L mr2
2
m E − V (r) − L2 2mr2
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
−1/2
r0 +∞
∫
E − V (r) − L2 2mr2 = 0
Sezione d’urto di Rutherford
• Dalla relazione tra parametro di impatto e angolo di deflessione:
• ricaviamo la relazione differenziale:
• Le particelle α che vengono diffuse tra un angolo θ e θ+dθ sono quelle che passano in un’area:
b = 1 4πεo
ZZαe2
2E cotθ 2
db = 1 4πεo
ZZαe2
2E −1 2
1 sin2θ 2
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟dθ
dσ = 2π bdb
= 2π 1 4πεo
ZZαe2 2E
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
2 1
2
cosθ 2 sin3θ 2
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟dθ
DIM
Sezione d’urto di Rutherford
• Possiamo quindi costruire una relazione tra l’angolo solido in cui le particelle α vengono diffuse e l’area in cui sono passate:
b = 1 4πεo
ZZαe2
2E cotθ
2 db = 1
4πεo
ZZαe2 2E −1
2
1 sin2θ 2
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟dθ
dσ 1
2
cosθ 2
sin3θ 2dϕdθ
bdϕdb = 1 4πεo
ZZαe2 2E
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
2 1
2
cosθ 2 sin3θ 2
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟dϕdθ
= 1 4
2 cosθ 2sinθ 2
sin4θ 2 dϕdθ
= 1 4
sinθ
sin4θ 2dϕdθ
= 1 4
1
sin4θ 2dΩ
DIM
Sezione d’urto di Rutherford
• Otteniamo quindi l’espressione:
• Supponiamo di avere un fascio di n0 particelle per unità di area incidenti su un atomo:
– Il numero di particelle diffuse in un angolo solido dΩ sono quelle che entrano nell’area corrispondente:
• Se il fascio incide su NT atomi:
• In un caso realistico un fascio di N0 particelle di sezione S incide su un bersaglio di spessore dz con nT atomi per unità di volume:
• Il numero totale di particelle deflesse nell’angolo solido dΩ sarà:
dσ
dΩ = 1 4πεo
ZZαe2 4E
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
2 1
sin4θ 2
dn( )θ = No
S nTdzS dσ dΩdΩ
dn( )θ = n0dσ = n0 dσ dΩdΩ dn( )θ = n0NT dσ
dΩdΩ
n0 = N0 S NT = nTdzS
= NonTdz dσ dΩdΩ
Sezione d’urto differenziale per scattering coulombiano
Sezione d’urto di Rutherford
• La sezione d’urto totale si può ricavare da quella differenziale per integrazione:
• Nel caso dello scattering Coulombiano è facile rendersi conto che l’integrale non è convergente per piccoli angoli:
– Effetto del grande range delle forze elettromagnetiche: per quanto grande sia b, c’è sempre almeno una piccola deviazione.
– In realtà per b maggiore della dimensione atomica, gli elettroni schermano completamente la carica nucleare.
• La formula per la sezione d’urto totale escludendo un piccolo angolo:
σ = dϕ sinθ dθ dσ dΩ
0
∫
π 02π
∫
σ = 2π ZZα 4
!c E α
!
"
# $
%&
2 sinθ dθ sin4θ 2
0
∫
πσ θ( >θ1) = 4π 1
4πεo
ZZαe2 2E
⎛
⎝⎜ ⎞
⎠⎟
2 1
sin2θ1 2 − 1
⎡
⎣⎢ ⎤
⎦⎥
= 8π ZZα 4
!c E α
!
"
# $
%&
2 d sin( θ 2)
sin3θ 2
0
∫
1ESERCIZI
Esercizio 1 (vedi es. 1.11 del Das-Ferbel)
• Considerare una sorgente collimata di particelle α di 8
MeV di energia, che fornisce 10
4α/s su un foglio d’oro
di 0.1 mm. Che tasso di conteggio ci si aspetta in un
rivelatore che sottende un anello conico di Δθ=0.05
rad ad un angolo di scattering di 90°? Lo si confronti
con il tasso a 5°. Il risultato pone dei problemi?
Esercizio 2
• Calcolare la sezione d’urto differenziale e totale per l’urto di una particella puntiforme di massa
trascurabile su una sfera rigida di raggio R
Esercizio 3
(vedi sezione 1.5 del Das-Ferbel)• La derivazione della sezione d’urto per scattering
coulombiano, è stata eseguita assumendo un centro di forze fisso.
• Sapendo che, per una forza centrale, si può scomporre il problema a due corpi in un moto relativo con una massa pari alla massa ridotta dei due corpi e nel moto del centro di massa:
– dimostrare che il dΩ nel sistema del centro di massa è uguale al dΩ del moto relativo
– determinare la relazione tra la sezione d’urto nel sistema del centro di massa e quella nel sistema del laboratorio:
dσ
dΩlab. = dσ dΩc.m.
dΩc.m.
dΩlab.
Esercizio 4
• Il neutrone venne osservato come una radiazione neutra in grado di trasferire un’energia significativa ai nuclei.
– dimostrare che la massima energia trasferita da un proiettile di massa ed energia m1 ed E1 ad un bersaglio di massa m2 è:
– Chadwick misurò (con errori relativa- mente grandi) una radiazione neutra che produceva un’energia massima di rinculo di 5 MeV su nuclei di idrogeno e di 1 MeV su nuclei di azoto. Che e- nergia e massa ha questa radiazione?
(usare i pesi atomici per determinare le masse dei nuclei)
Emax = E1 4ζ
(1 +ζ)2, ζ = m1 m2