PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE 2012-2015
SINTESI NON TECNICA Valutazione Ambientale Strategica
(Art. 24 della L.R. 10/2010)
Autorità Procedente:
Consiglio Provinciale
Proponente:
Servizio Politiche Rurali – U.O. Difesa Fauna Autorità Competente:
Giunta Provinciale
Provincia di Pisa Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2012-2015
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INDICE
1.INTRODUZIONE ... 3
1.1. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO... 3
1.2. SCOPO DEL DOCUMENTO ... 4
2. OBBIETTIVI DEL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE ... 4
3. SINTESI DEL RAPPORTO AMBIENTALE ... 5
3.1. RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI ... 5
3.2. ANALISI DI CONTESTO ... 7
3.3. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DI RIFERIMENTO... 8
3.4. INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE IMPATTI SIGNIFICATIVI... 9
Legenda ...9
3.5. POSSIBILI MISURE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI NEGATIVI ... 16
3.6. LE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE... 17
3.7. INDICAZIONI SU MISURE DI MONITORAGGIO AMBIENTALE... 18
3.8. VALUTAZIONE DI INCIDENZA ... 21
INTRODUZIONE
1.1. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO
Il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è disciplinato con la Legge Regionale 10/2010 che recepisce la normativa contenuta nel D.Lgs. 152/06 e smi. L’attività di valutazione è preordinata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piani o programmi, o loro integrazioni, siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione.
La Regione Toscana con Delibera di Consiglio n. 3 del 24/01/2012 ha approvato il Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) 2012-2015 in attuazione della Legge Regionale 1/2006 “Disciplina degli interventi regionali in materia di agricoltura e di sviluppo rurale”.
Con la Legge Regionale 2/2010 (art. 7 e art.8) è stata modificata la Legge Regionale 3/1994 “Recepimento della legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”.
Le modifiche apportate nel 2010 agli art. 7 e 8 della LR 3/94 indicano una nuova procedura per l’attuazione della pianificazione faunistico venatoria regionale e provinciale. In tali articoli, differentemente al passato, la programmazione faunistica e venatoria viene legata alla programmazione generale agricola e forestale della Regione (PRAF), di cui il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) viene a costituirne parte. Questa nuova impostazione ha comportato un radicale cambiamento nella programmazione provinciale che, in passato, antecedeva quella regionale. In conseguenza delle mutate impostazioni normative, anche la Provincia di Pisa con specifico atto della Giunta n. 176 del 20.10.2010, in attesa del Piano e delle indicazioni regionali, ha dovuto obbligatoriamente prorogare il precedente Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) che altrimenti avrebbe avuto validità sino al 31 dicembre 2010.
Gli elementi essenziali del PFVP sono indicati all'art.6 e 6bis della LR 3/94 come di seguito sinteticamente riportati.
Tutto il territorio agro-silvo-pastorale regionale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria.
La pianificazione faunistico venatoria è finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore, alla conservazione delle loro effettive capacità produttive e al contenimento naturale di altre specie. Per quanto riguarda le altre specie, la pianificazione faunistico-venatoria è finalizzata al conseguimento della densità ottimale, alla loro conservazione e a garantirne la coesistenza con le altre specie e con le attività antropiche presenti sul territorio mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio.
Le province, nel rispetto della normativa regionale, realizzano la pianificazione faunistico venatoria mediante la destinazione differenziata del territorio.
Ai fini della pianificazione faunistico-venatoria le province articolano il proprio territorio per comprensori omogenei al cui interno individuano gli istituti e le strutture faunistico venatorie previsti dalla LR necessari alla massima valorizzazione del territorio.
Una quota non inferiore al 20% e non superiore al 30% del territorio agro-silvo-pastorale provinciale deve essere destinata alla protezione della fauna selvatica. Sono compresi in tale quota i territori ove, anche per effetto di altre norme, sia vietata l’attività venatoria nonché gli istituti faunistici previsti dalla LR 3/94 a divieto di caccia, i fondi chiusi e le aree sottratte alla caccia programmata di cui all’art. 25 della LR.
La superficie complessiva degli istituti privati non può superare il 15 per cento del territorio agro-silvo- pastorale provinciale.
In ogni comprensorio, la parte di territorio agro-silvo-pastorale che residua dalla presenza sullo stesso degli istituti e strutture a divieto di caccia e quelli a carattere privato, e non soggetta ad altra destinazione, è destinata alla caccia programmata ed è gestita dagli ambiti territoriali di caccia (ATC).
La Giunta Provinciale con Delibera n.83 del 17/04/2012 ha avviato la formazione del nuovo PFVP 2012-2015 individuando gli obbiettivi da raggiungere e gli indirizzi tecnico/gestionali da seguire e incaricando il Servizio Politiche Rurali UO Difesa Fauna, quale soggetto Proponente, di avviare contemporaneamente, così come previsto all’art. 7 della LR 10/10, il procedimento di VAS che dovrà concludersi anteriormente alla approvazione dello stesso PFVP 2012-2015.
Il PFVP si configura come Piano di settore sottoposto obbligatoriamente alla procedura di VAS ai sensi dell'art.
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5 comma 2 lettera b) della LR 10/2010.
1.2. SCOPO DEL DOCUMENTO
Il presente documento costituisce la Sintesi non tecnica del Rapporto ambientale del PFVP secondo i contenuti previsti dall’art. 24 della L.R. 10/2010.
La Sintesi non tecnica è parte integrante del Piano e illustra con linguaggio non specialistico i contenuti del Piano Faunistico Provinciale 2012-2015 e del Rapporto Ambientale della VAS.
La procedura di VAS ha lo scopo di evidenziare la congruità delle scelte di pianificazione rispetto agli obiettivi di sostenibilità definiti a livello internazionale, nazionale e regionale e in particolare rispetto alla strategia e agli obiettivi ambientali definiti dal PRAF 2012-2015 approvato dalla Regione Toscana con Delibera di Consiglio n. 3 del 24/01/2012.
Il processo di valutazione individua le alternative proposte nell’elaborazione del PFVP, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione di cui si dovrà tener conto nelle successive fasi di attuazione del piano.
2. OBBIETTIVI DEL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE
Attraverso il PFVP la Provincia definisce le proprie linee per quanto concerne le finalità e gli obbiettivi di gestione della fauna selvatica omeoterma e la regolamentazione dell'attività venatoria nel medio periodo. Gli obiettivi del PFVP sono molteplici e devono essere in linea con i principi stabiliti all'interno del PRAF con particolare riferimento alla conservazione e al miglioramento del patrimonio faunistico venatorio e al mantenimento dell’equilibrio fra presenza di fauna selvatica e attività agro-silvo-pastorali. Il PFVP deve avere inoltre elementi di integrazione strategica con le altre politiche provinciali riguardante la tutela e la promozione delle aree protette, la protezione e l'aumento della biodiversità, il sostegno ai sistemi produttivi agricoli e forestali.
Il punto di partenza è stato il precedente PFVP 2005-2010 che ha rappresentato una svolta importante nella programmazione provinciale, in quanto caratterizzato da una impostazione tecnica seria e chiara, e soprattutto dalla definizione di alcuni ambiziosi obiettivi nel quadro della gestione conservativa della fauna selvatica e del prelievo sostenibile.
A distanza di 6 anni dall’approvazione di tale documento sono emersi sia gli aspetti positivi e i traguardi felicemente raggiunti, sia la mancata realizzazione di taluni obiettivi. In particolare sono stati considerati come ancora attuali alcune parti di analisi approfondita delle vocazioni faunistiche del territorio provinciale, mentre alcuni argomenti in esso trattati sono stati valutati alla luce delle mutate condizioni sociali, ambientali, faunistiche e venatorie, che sono intercorse nel periodo del PFVP. Tuttavia, è stato reputato che il nuovo PFVP dovesse avere la precipua caratteristica di essere concepito in modo nuovo, con lo scopo di rappresentare uno strumento snello e chiaro soprattutto nella gestione dei temi più importanti che riguardano la gestione faunistica e venatoria provinciale. Particolare attenzione è stata posta, in ogni suo punto, alla redazione di un documento aderente alla rapida evoluzione del quadro ambientale e sociale che coinvolgesse il mondo della caccia e della gestione faunistica.
La programmazione non deve infatti riguardare il solo periodo di validità del prossimo PFVP, ma deve anche porre le basi gestionali per adattarsi al meglio ai profondi cambiamenti che già si annunciano per il periodo successivo. In particolare alcuni elementi (l'evoluzione del mondo venatorio, l'evoluzione ambientale, il quadro socio-economico) sono stati adeguatamente considerati in tutte le fasi di stesura del nuovo PFVP, perché essi condizionano, in parte già nell’attualità, la gestione faunistica e venatoria provinciale, e quindi sono in grado di condizionare la realizzazione di tutti gli obiettivi proposti.
L’impostazione della gestione faunistica scaturisce necessariamente dall'analisi razionale delle situazioni, dall’enunciazione chiara degli obiettivi da raggiungere e dalla formulazione di percorsi gestionali che portino alla loro attuazione. La raccolta ed analisi delle informazioni e la attuazione delle misure gestionali si è basata sulla applicazione delle più adeguate metodologie tecnico-scientifiche.
In questa prospettiva il PVFP si articola secondo tre obbiettivi generali principali.
1) Contribuire al mantenimento di uno stato soddisfacente delle specie tipiche della fauna provinciale in popolazioni vitali e naturalmente strutturate, anche con lo scopo di rendere
massima la biodiversità faunistica. Tutta la gestione faunistico venatoria provinciale è improntata alla conservazione delle specie tipiche della fauna provinciale in popolazioni vitali e naturalmente strutturate con particolare riferimento alle specie in declino e a quelle di elevato valore conservazionistico. Fanno eccezione le specie aliene, quelle immesse accidentalmente non tipiche della fauna provinciale, e le specie problematiche per i danni causati alle coltivazioni, agli habitat naturali ed alle altre specie selvatiche, per le sono state indicate forme di gestione finalizzate al controllo e, nel caso, alla eradicazione completa o locale.
2) Garantire una gestione faunistica venatoria diversificata del territorio e un prelievo commisurato alla risorsa gestita. La gestione faunistica e venatoria deve essere conforme ai dettami previsti dalla normativa nazionale e comunitaria di riferimento. Ciò con particolare attenzione alla gestione sociale della fauna e alla considerazione di essa come risorsa pubblica rinnovabile, di cui sono proprietari i cittadini italiani e per le specie migratrici, i cittadini delle aree interessate agli spostamenti. In tale accezione, la redazione del PFVP considera il livello globale di status delle specie trattate, facendo riferimento alle informazioni conosciute. Per le specie stanziali, il Piano ove possibile prevede la redazione di piani specifici per Aree di programma sub-comprensoriali, in cui i dati raccolti ed i metodi di gestione sono comuni ed omogenei. Risulta fondamentale che il prelievo sia commisurato alla risorsa gestita, anche attraverso la realizzazione di una rete armoniosamente distribuita di istituti pubblici e privati ben gestiti, dove la fauna possa trovare rifugio e nei quali sia garantita la conservazione.
3) Garantire un equilibrio tra la fauna selvatica e la presenza di attività umane. Il PFVP ha l'obbiettivo di ridurre i conflitti con il mondo agricolo e le tensioni sociali che il cinghiale e, in minor misura, localmente gli altri ungulati e specie come piccione domestico e storno, hanno generato in alcune realtà provinciali. Per questo è stato necessario l’adozione di adeguate strategie di gestione che vedano, comunque, il mondo venatorio in grado di comprendere appieno e risolvere i problemi, rispetto alle diverse opzioni richieste dalle altre categorie sociali interessate. A tale proposito sono stati stabiliti, in accordo con ISPRA, alcuni Piani per il controllo delle specie più problematiche. Questi hanno riguardato anche il controllo di quelle specie che possono determinare danni a importanti strutture di sistemazione idraulica (argini di canali, laghi e fiumi) e alle conseguenti possibili esondazioni.
4) Promuovere lo svolgimento dell'attività venatoria nel rispetto delle leggi, degli ambienti, delle specie e in piena sicurezza. L’attività venatoria, ove esercitata nel rispetto delle regole, delle leggi, degli ambienti e delle specie non cacciate/cacciabili e delle altre attività umane, deve essere considerata come una delle forme pratiche di controllo e gestione delle popolazioni. La Provincia, attraverso i propri mezzi, promuove in ogni modo possibile l’accrescimento culturale di tutti i cittadini, inclusi i cacciatori, affinché siano diffuse e applicate le conoscenze tecnico-scientifiche necessarie alla buona gestione. La Provincia promuove, ove non sia in contrasto con i principi generali di gestione, la conservazione e la pratica delle forme di caccia tradizionali del territorio pisano. La gestione sociale della fauna selvatica deve fondarsi sull’impegno e la compartecipazione dei vari momenti gestionali. Il mondo del volontariato venatorio e ambientalista che rappresenta un bacino di utenza specializzata in vari tematismi gestionali, deve essere aiutato e incentivato. La cultura della sicurezza e del rispetto reciproco, deve rappresentare un obiettivo fondamentale nella caccia del futuro.
L’articolazione degli obiettivi generali in obiettivi specifici e di questi nei relativi strumenti di intervento è definita nell’ambito della proposta di Piano, Capitoli 5, 6, 7. Al fine di evitare duplicazione delle informazioni, per una descrizione approfondita, si rimanda alla suddetta documentazione e consultabile sul sito web della Provincia.
3. SINTESI DEL RAPPORTO AMBIENTALE
L’articolazione e i contenuti del Rapporto ambientale del PFVP sono stati definiti conformemente a quanto previsto dall’art.24 della L.R. n.10/2010 e sulla base dei requisiti dell’Allegato 2.
3.1. RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI
La valutazione della relazione con gli altri pertinenti piani e programmi, generalmente denominata analisi di
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coerenza esterna, rappresenta la verifica della compatibilità, integrazione e raccordo degli obiettivi del PFVP rispetto alle linee generali della pianificazione di settore regionale o provinciale.
In particolare è stata verificata la coerenza del PFVP rispetto ai seguenti piani e programmi:
Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) 2012-2015
Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) 2007-2010
V Programma Regionale per le Aree Protette 2009-2011
Piano Regionale e Piano Provinciale di gestione rifiuti
Piano di Tutela delle Acque
Piani di Bacino del fiume Arno, Serchio e Toscana Costa
Piani di Gestione forestale demanio regionale
Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia (PTC)
Piano Ittico Provinciale (PIP)
Piani di Gestione del Parco Migliarino-San Rossore- Massaciuccoli
Piano di Gestione del SIR (SIC-ZPS) Fiume Cecina da Berignone a Ponte Ginori
Piano di Gestione del SIR (SIC) Cerbaie adottato
Si è rilevata, in termini generali, una chiara coerenza tra gli obiettivi del FVP e quelli dei diversi Piani Regionali (PRAF, PRAA, Aree Protette, Gestione Rifiuti, Tutela delle Acque). Gli obiettivi del PFVP infatti, si muovono all’interno sia delle strategie di sviluppo che in sintonia/sinergia con le strategie individuate nei diversi Piani regionali.
Il PRAF individua delle cinque linee di indirizzo che sono tradotte nei PFVP in priorità, strategie e strumenti di intervento.
1) destinazione differenziata del territorio agricolo forestale regionale;
2) conservazione e incremento della fauna selvatica, anche al fine di garantirne la coesistenza con le attività antropiche presenti sul territorio e criteri uniformi per la gestione degli ungulati sul territorio regionale;
3) criteri e modalità per il monitoraggio della fauna;
4) criteri e modalità per la prevenzione e per il risarcimento danni in favore degli imprenditori agricoli per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere approntate sui fondi.
In coerenza con quanto stabilito dal PRAF è stata effettuata una valutazione di incidenza di cui all'art.15 della LR 56/2010 al fine di verificare gli effetti e la compatibilità del PFVP con il sistema Natura 2000
La coerenza del PFVP con il PRAA è garantita dalla individuazione degli obiettivi di protezione ambientale di riferimento per il presente procedimento di VAS. In particolare i quattro obiettivi ambientali del PFVP individuati si collegano al macro obiettivo del PRAA di Aumentare la percentuale delle aree protette, migliorarne la gestione e conservare la biodiversità terrestre e marina. Relativamente all’area Ambiente e salute il PFVP si è posto tre obiettivi specifici legati alle problematiche poste dalla gestione della fauna selvatica e dall’esercizio della caccia, che sono riconducibili ai macrobiettivi del PRAA.
La coerenza del PFVP con il Piano V Programma Regionale per le Aree Protette 2009-2011 è garantita ex-lege per il fatto che nel sistema delle Aree Protette vige il divieto di caccia, ad eccezione delle ANPIL dove può essere prevista nell'atto istitutivo (in questo caso l'area non è pero inclusa nell'elenco nazionale delle aree protette di cui alla L 394/1991.
La coerenza del PFVP con il Piano Regionale di gestione dei rifiuti è garantita dalla individuazione tra gli obiettivi di protezione ambientale di incentivare la raccolta e il recupero dei rifiuti prodotti dall'attività venatoria.
Elementi sinergici del PFVP con il Piano di Bacino riguardano l'obbiettivo di mantenere/ripristinare la presenza di aree allagate e quello di individuare linee guida per la gestione dei chiari da caccia tali da garantire un ciclo naturale della presenza di acqua.
Per quanto riguarda i gli strumenti di pianificazione del Bacino Fiume Arno, Serchio e Toscana Costa il PFVP rappresenta uno strumento la cui attuazione operativa può concorrere in maniera significativa al perseguimento dei loro obiettivi. In particolare, fra le azioni del PFVP sono ricomprese gli interventi di gestione e controllo di specie come la Nutria che possono causare elevato impatto sugli argini. Inoltre è previsto di mantenere/ripristinare di aree allagate e di individuare linee guida per la gestione dei chiari da caccia tali da garantire un ciclo naturale della presenza di acqua anche al fine di ridurre eventuali prelievi di acque superficiali o sotterranee per allegare il chiaro nei periodi di maggiore criticità. I prelievi dovranno comunque avvenire nel rispetto di quanto previsto dai Piani di Bacino Bilancio Idrico.
La coerenza del PFVP con i Piani Forestali Regionali è garantita dalla individuazione tra gli obiettivi di protezione ambientale di riferimento per il presente procedimento di VAS di contribuire a migliorare lo stato di conservazione degli ambienti forestali mediante il controllo degli ungulati e di preservare l’equilibrio fra presenza di fauna selvatica e attività agrosilvopastorali. Per il raggiungimento e/o il mantenimento di densità locali di popolazione compatibili con le attività agro-silvo-pastorali sono stati approvati specifici piani tecnici, con parere dell'ISPRA per la gestione delle popolazioni del cinghiale e sono in corso di approvazione analoghi documenti per cervidi e bovidi. I valori indicativi massimi di densità obiettivo, su cui orientare gli interventi di gestione al fine di stabilire un possibile equilibrio con le attività agro-silvo-pastorali, rispecchiano le indicazioni fornite dal PRAF 2012 – 2015.
Il PTC stabilisce i criteri generali al quale si deve attenere il PFVP per il coordinamento con lo stesso PTC e gli altri piani provinciali e inserisce la destinazione differenziata del territorio agricolo individuata dal PFVP all'interno del suo quadro conoscitivo. Diversi degli obbiettivi individuati nel PTC sono fatti propri dal PFVP e quindi numerosi sono le sinergie che si possono sviluppare tra i due Piani quali la valorizzazione del territorio agricolo e la tutela della biodiversità.
Obiettivo gestionale e di indirizzo del PIP è rappresentato anche dalla conservazione e/o il ripristino delle condizioni di naturalità degli argini compatibilmente alle necessità legate alla sicurezza idraulica. Questo ultimo punto rappresenta un obbiettivo in comune con il PFVP per la presenza di numerose specie di interesse venatorio e conservazionistico legate alla presenza di argini e canali di bonifica in condizioni di naturalità, con particolare riferimento al periodo riproduttivo.
Il Piano di Territoriale del Parco è attuato attraverso Piani di Gestione che riguardano le diverse Tenute che compongo il territorio del Parco. Nel Rapporto Ambientale sono esaminate gli obbiettivi/azioni di conservazioni e gestione della fauna selvatica previste nei diversi piani che riguardano direttamente o indirettamente l'area contigua del Parco e con i quali il PFVP si uniforma trovando inoltre elementi di sinergia.
In modo analogo nel Rapporto Ambientale sono esaminate gli obbiettivi/azioni di conservazioni e gestione della fauna selvatica previste nel piano di gestione dei SIR Fiume Cecina da Berignone a Ponte Ginori e Cerbaie e con i quali il PFVP si uniforma trovando inoltre elementi di sinergia.
3.2. ANALISI DI CONTESTO
In base all’analisi effettuata relativamente alla disponibilità di dati in ambito provinciale e tenendo conto delle dei dati e pubblicazioni a livello regionale, nazionale e internazionale è stata fornita una caratterizzazione di alcune componenti ambientali e socio-economiche e di tutela della salute ritenute maggiormente pertinenti ai fini della valutazione del PFVP. In particolare il quadro conoscitivo è stato elaborato attraverso i seguenti principali elementi:
Il sistema informatizzato provinciale della cartografia degli istituti faunistici, delle aree protette e degli appostamenti fissi di caccia e l'utilizzo dell'uso del suolo.
Lo studio sulla avifauna delle Provincia di Pisa concluso nel 2008 dal Centro Ornitologico Toscano (COT) a seguito di quanto indicato nel precedente PFVP 2005-2010 e richiesto dalle associazioni ambientaliste e consultabile sul sito web della Provincia.
L'aggiornamento delle informazioni per quanto attiene l'avifauna dei formulari standard della Rete Natura 2000 da parte del Centro Ornitologico Toscano “Analisi dei dati avifaunistici presenti nella banca dati del COT relativi a siti SIC-ZPS-SIR della Provincia di Pisa – luglio 2012” (sono esclusi da questo lavoro i SIR ricadenti nel Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli).
Lo svernamento degli uccelli acquatici in Toscana 1984-2006. Arcamone Puglisi Dall'Antonia avoro COT – Regione Toscana
Rete Rurale Nazionale & LIPU (2011) Gli andamenti di popolazione degli uccelli comuni in Italia 2000- 2010 e Rete Rurale Nazionale & LIPU (2012) Farmaland bird index e Woodland bird index 2000-2011.
I censimenti svolti per la valutazione della consistenza delle specie di interesse faunistico all'interno degli istituti faunistici pubblici e privati; la localizzazione e tipologia degli interventi di miglioramento agricolo/ambientale per la fauna selvatica negli istituti faunistici pubblici e privati; La localizzazione e tipologia dei danni causati da fauna selvatica alle produzione agricole e zootecniche.
I dati provenienti dai tesseri venatori (Regione Toscana); dati di presenza venatoria/abbattimenti negli istituiti venatori privati; registri di caccia delle squadre al cinghiale e della caccia di selezione agli ungulati.
Le componenti che sono state analizzate sono invece state le seguenti a loro volta suddivise in capitoli specifici.
Provincia di Pisa Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2012-2015
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Natura e Biodiversità
Specie animali minacciate o bisognose di maggiore conservazione
Relazione tra agricoltura, selvicoltura, zootecnia e biodiversità
Specie aliene
Aspetti socio-economici e territorio
Urbanizzazione
Impatto della fauna su agricoltura e foreste
Ambiente e salute
Impatto delle fauna sulle opere idrauliche
Sicurezza e incidenti stradali causati dalla fauna selvatica
Inquinamento da metalli pesanti
Gestione dei rifiuti
Produzione e smaltimento dei rifiuti
Per meglio illustrare le caratteristiche del territorio sul quale il PFVP andrà ad agire sono state inoltre individuate e caratterizzate le seguenti aree di particolare rilevanza ambientale di riferimento per la VAS.
Aree Protette
Aree Natura 2000;
Aree Ramsar (proposte).
3.3. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DI RIFERIMENTO
L’analisi dei principali documenti di riferimento per le politiche ambientali in ambito provinciale, regionale, nazionale e internazionale consente di definire il quadro di riferimento degli obiettivi generali di protezione ambientale da prendere in considerazione per la VAS del PFVP. Il quadro sintetico di riferimento ambientale strategico per la VAS è riportato di seguito.
Quadro di sintesi degli obietti di protezione ambientale di riferimento per la VAS
Salvaguardia della biodiversità in ambito provinciale Conservazione/ripristino delle piccole zone umide
Migliorare lo stato di conservazione delle specie in declino e di quelle con elevato valore conservazionistico
Salvaguardia della natura e della biodiversità
Contribuire a migliorare lo stato di conservazione degli ambienti forestali
Preservare l’equilibrio fra presenza di fauna selvatica e attività agrosilvopastorali
Uso sostenibile delle risorse naturali
Sviluppare e promuovere pratiche di buona gestione della risorsa faunistica
Promuovere la sicurezza nelle attività di caccia e di circolazione nelle aree naturali
Tutela dell'ambiente e della salute
Riduzione degli inquinanti/rifiuti prodotti dall'attività venatoria
3.4. INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE IMPATTI SIGNIFICATIVI
La valutazione degli effetti ambientali del PFVP rappresenta il passaggio più significativo legato alla stesura del Rapporto Ambientale. L’Allegato 1 della L.R. 10/2010 definisce alcuni criteri di valutazione della significatività degli effetti di piano e sulla base di tali criteri è stata effettuata la valutazione dei possibili effetti significativi sull'ambiente del PFVP attraverso due diversi livelli di analisi:
- per ogni obiettivo generale del PFVP è costruita una specifica matrice, nella quale i singoli interventi previsti sono oggetto di valutazione relativamente ai loro potenziali effetti ambientali, ovvero dell’effetto atteso in riferimento agli obiettivi ambientali presi in considerazione nel Rapporto Ambientale.
- problemi specifici rispetto alle aree di particolare rilevanza ambientale potenzialmente interessate dal PFVP individuando e verificando le eventuali interazioni tra obiettivi operativi del PFVP e le aree di particolare rilevanza ambientale.
La definizione degli effetti ambientali del PFVP è stata espressa da una rappresentazione matriciale e nelle celle della matrice, corrispondenti a ciascuna coppia intervento di piano/obiettivo ambientale oppure area di rilevanza ambientale, la direzione dell’effetto atteso è descritta seguendo i seguenti 4 livelli di valutazione:
effetto atteso con effetti ambientali potenzialmente positivi o comunque compatibili con il contesto ambientale di riferimento;
effetto atteso dall’intervento con effetti ambientali significativi potenzialmente negativi, per cui si rendono necessarie opportune misure di mitigazione; l’intervento può divenire coerente con gli obiettivi strategici di carattere ambientale, grazie all’introduzione di specifici indirizzi di compatibilità o compensazione;
effetto atteso dall’intervento con effetti ambientali incerti; l’intervento può contribuire in modo sinergico al perseguimento degli obiettivi strategici di carattere ambientale grazie all’introduzione di specifici indirizzi ambientali;
non è individuabile un effetto significativo atteso dall’intervento con ripercussioni dirette sull’aspetto ambientale considerata. la valutazione degli effetti ambientali: indicatori, matrici, livello di approfondimento etc.
Legenda
Effetti di direzione incerta ? Nessun effetto 0
Effetti rilevanti o significativi negativi - Effetti rilevanti o significativi positivi +
Il raggiungimento di alcuni obiettivi specifici del PFVP può avere effetti diversi in relazione agli obiettivi ambientali individuati nel Rapporto Ambientale. Nel caso gli effetti del raggiungimento dell'obbiettivo possono risultare diversi a seconda del periodo, del luogo o secondo le modalità con cui è attuato si è preferito inserire un doppio indicatore (+ -, + 0, - 0) piuttosto che l’indicatore di incertezza (?), per indicare la direzione dei diversi impatti possibili. Di seguito sono riportante le matrici relative ai quattro obiettivi generali del PFVP 2012-2015.
Obbiettivo generale / Obbiettivo specifico Salvaguardia della natura e della biodiversità
Uso sostenibile delle risorse naturali
Tutela dell'ambiente e della salute Salvaguardia della biodiversità in ambitoprovinciale Conservazione/ripristino delle piccolezone umide Migliorare lo stato di conservazione delle specie in declino e di quelle con elevatovalore conservazionistico Contribuire a migliorare lo stato di conservazione degli ambienti forestali Preservare l’equilibrio fra presenza di fauna selvatica e attività agro-silvopastorali Sviluppare e promuovere pratiche di buona gestione della risorsa faunistica Promuovere la sicurezza nelle attività di caccia e di circolazione nelle aree naturali Riduzione degli inquinanti/rifiuti prodotti dall'attività venatoria
1. Contribuire al mantenimento di uno stato soddisfacente delle specie tipiche della fauna provinciale in popolazioni vitali e naturalmente strutturate, anche con lo scopo di rendere massima la biodiversità faunistica.
1.1 Promuovere misure di miglioramento ambientale favorevoli al mantenimento di habitat e specie tutelate dalla direttive europee
+ + + + + + 0 0 +
1.2 Contribuire a mitigare il declino di alcune specie (es: allodola, beccaccia, beccaccino, codone, combattente, frullino, marzaiola, quaglia) anche attraverso l’adozione di misure che possano incidere sul prelievo venatorio
+ + + 0 + + 0 0
1.3 Istituzione di zone a divieto di caccia in aree con elevato pregio ambientale + + + 0 + + 0 +
1.4 Individuazione e incentivazione di interventi per una corretta gestione dei chiari da caccia + + + 0 + + 0 +
1.5 Controllo delle specie aliene e incentivare la raccolta di informazioni sulla loro presenza + + + 0 + + 0 0
1.6 Controllo delle specie opportunistiche (corvidi, volpe) o invasive (cinghiale, nutria) + 0 + + + + + 0 0
1.7 Promuovere e salvaguardare gli equilibri naturali preda-predatore + + + + + + 0 0
1.8 Utilizzare i censimenti della fauna cacciabile e non, all'interno degli istituti faunistici venatori quale strumento di valutazione per il raggiungimento degli obbiettivi di gestione
+ + + + + + 0 0 +
Obbiettivo generale / Obbiettivo specifico Salvaguardia della natura e della biodiversità
Uso sostenibile delle risorse naturali
Tutela dell'ambiente e della salute Salvaguardia della biodiversità in ambitoprovinciale Conservazione/ripristino delle piccolezone umide Migliorare lo stato di conservazione delle specie in declino e di quelle con elevatovalore conservazionistico Contribuire a migliorare lo stato di conservazione degli ambienti forestali Preservare l’equilibrio fra presenza di fauna selvatica e attività agro-silvopastorali Sviluppare e promuovere pratiche di buona gestione della risorsa faunistica Promuovere la sicurezza nelle attività di caccia e di circolazione nelle aree naturali Riduzione degli inquinanti/rifiuti prodotti dall'attività venatoria
2. Garantire una gestione faunistica venatoria diversificata del territorio e un prelievo commisurato alla risorsa gestita.
2.1 Destinazione di una quota compresa tra 20 e 30% della SAF ad aree con finalità di protezione e tutela della fauna
+ 0 + 0 - 0 0 +
2.2 Destinazione di una quota non superiore al 5% della SAF ad aree destinate all’allenamento, all’addestramento ed alle gare dei cani
- 0 - 0 + 0 0 0
2.3 Destinazione di una quota non superiore al 15% della SAF ad aree destinate alla gestione privata (Aziende Faunistiche e agrituristico venatorie e centri privati di produzione della fauna)
- 0 - 0 + 0 0 0
2.4 Individuazione delle Zone di ripopolamento e cattura e delle Zone di rispetto venatorio in aree con prevalente vocazione agricola e non vocate alla presenza del cinghiale
+ 0 + 0 + + + 0 0
2.5 Individuazione delle Aziende faunistico venatorie in aree a prevalente vocazione agricola e di elevato pregio
+ 0 + + 0 + + + 0 0
2.6 Individuazione delle Aziende agrituristico venatorie in aree ad agricoltura marginale 0 0 0 0 + 0 0 0
2.8 Contribuire al monitoraggio dell'avifauna migratoria da parte dei titolari degli appostamenti fissi di caccia e nella raccolta dati su specie come beccaccia e beccaccino
+ + + + + + 0 0
Obbiettivo generale / Obbiettivo specifico Salvaguardia della natura e della biodiversità
Uso sostenibile delle risorse naturali
Tutela dell'ambiente e della salute Salvaguardia della biodiversità in ambitoprovinciale Conservazione/ripristino delle piccolezone umide Migliorare lo stato di conservazione delle specie in declino e di quelle con elevatovalore conservazionistico Contribuire a migliorare lo stato di conservazione degli ambienti forestali Preservare l’equilibrio fra presenza di fauna selvatica e attività agro-silvopastorali Sviluppare e promuovere pratiche di buona gestione della risorsa faunistica Promuovere la sicurezza nelle attività di caccia e di circolazione nelle aree naturali Riduzione degli inquinanti/rifiuti prodotti dall'attività venatoria
2.9 Migliorare le operazioni di ripopolamento incentivando l'utilizzo di recinti di ambientamento + 0 + 0 + + 0 0
3. Garantire un equilibrio tra la fauna selvatica e la presenza di attività umane
3.1 Individuare le vocazioni faunistiche del territorio per la fauna stanziale oggetto di caccia, con particolare riguardo per gli ungulati
+ 0 + + + + 0 +
3.2 Tutelare e mantenere le capacità riproduttive delle specie strettamente carnivore, in particolare di quelle di interesse prioritario
+ 0 + + 0 + 0 0
3.3. Stabilire, raggiungere e mantenere, per le specie non carnivore, densità compatibili con attività agricole e forestali, in particolare per le specie ungulate.
+ + + + + + 0 +
3.4 Attivare sistemi provinciali omogenei per la previsione e prevenzione del danno alle coltivazioni, inclusi nuovi criteri per i risarcimenti e per l’attuazione delle opere di prevenzione
0 0 0 + + + 0 0 +
4. Promuovere lo svolgimento dell'attività venatoria nel rispetto delle leggi, degli ambienti, delle specie e in piena sicurezza.
3.1 Promuovere iniziative di sensibilizzazione tra i cacciatori sulla sicurezza durante l'attività venatoria
0 0 0 0 + + + +
3.2 Sensibilizzare il mondo venatorio sui rischi derivanti dalla dispersione/abbandono dei rifiuti + + + + + + + +
Obbiettivo generale / Obbiettivo specifico Salvaguardia della natura e della biodiversità
Uso sostenibile delle risorse naturali
Tutela dell'ambiente e della salute Salvaguardia della biodiversità in ambitoprovinciale Conservazione/ripristino delle piccolezone umide Migliorare lo stato di conservazione delle specie in declino e di quelle con elevatovalore conservazionistico Contribuire a migliorare lo stato di conservazione degli ambienti forestali Preservare l’equilibrio fra presenza di fauna selvatica e attività agro-silvopastorali Sviluppare e promuovere pratiche di buona gestione della risorsa faunistica Promuovere la sicurezza nelle attività di caccia e di circolazione nelle aree naturali Riduzione degli inquinanti/rifiuti prodotti dall'attività venatoria
e favorirne l’eliminazione
3.3 Incentivare il controllo sanitario sulle popolazioni di selvatici attraverso indagini specifiche condotte in collaborazione con le Autorità Sanitarie competenti e le Università
+ 0 + + + + + 0
3.4 Favorire la creazione di filiere di commercializzazione delle carni di ungulati ? 0 ? + + + + +
Provincia di Pisa Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2012-2015
Rapporto Ambientale di VAS Pag. 14 di 21
Obbiettivo generale / Obbiettivo specifico Zone di rilevanza ambientale
Aree Protette (LR 49/95) Rete Natura 2000 Aree Ramsar (proposte) Aree agricoledi pregio(Tav.Q.C.7b del PTC)
1. Contribuire al mantenimento di uno stato soddisfacente delle specie tipiche della fauna provinciale in popolazioni vitali e naturalmente strutturate, anche con lo scopo di rendere massima la biodiversità faunistica.
1.1 Promuovere misure di miglioramento ambientale favorevoli al mantenimento di habitat e specie tutelate dalla direttive europee + + + + 1.2 Contribuire a mitigare il declino di alcune specie (es: allodola, beccaccia, beccaccino, codone, combattente, frullino, marzaiola, quaglia) anche
attraverso l’adozione di misure che possano incidere sul prelievo venatorio
+ + + +
1.3 Istituzione di zone a divieto di caccia in aree con elevato pregio ambientale + + + -
1.4 Individuazione e incentivazione di interventi per una corretta gestione dei chiari da caccia + + + 0
1.5 Controllo delle specie aliene e incentivare la raccolta di informazioni sulla loro presenza + + + +
1.6 Controllo delle specie opportunistiche (corvidi, volpe) o invasive (cinghiale) + + + +
1.7 Promuovere e salvaguardare gli equilibri naturali preda-predatore + + + -
1.8 Utilizzare i censimenti della fauna cacciabile e non all'interno degli istituti faunistici venatori quale strumento di valutazione per il raggiungimento degli obbiettivi di gestione
+ + + +
2. Garantire una gestione faunistica venatoria diversificata del territorio e un prelievo commisurato alla risorsa gestita.
2.1 Destinazione di una quota compresa tra 20 e 30% della SAF ad aree con finalità di protezione e tutela della fauna + + + - 2.2 Destinazione di una quota non superiore al 5% della SAF ad aree destinate all’allenamento,all’addestramento ed alle gare dei cani ? - - ? 2.3 Destinazione di una quota non superiore al 15% della SAF ad aree destinate alla gestione privata (Aziende Faunistiche e agrituristico
venatorie e centri privati di produzione della fauna)
? - - ?
2.4 Individuazione delle Zone di ripopolamento e cattura e delle Zone di rispetto venatorio in aree con prevalente vocazione agricola e non vocate alla presenza del cinghiale
+ + + ?
Obbiettivo generale / Obbiettivo specifico Zone di rilevanza ambientale
Aree Protette (LR 49/95) Rete Natura 2000 Aree Ramsar (proposte) Aree agricoledi pregio(Tav.Q.C.7b del PTC)
2.5 Individuazione delle Aziende faunistico venatorie in aree a prevalente vocazione agricola e di elevato pregio ? - - +
2.6 Individuazione delle Aziende agrituristico venatorie in aree ad agricoltura marginale - - - ?
2.7 Contribuire al monitoraggio dell'avifauna migratoria da parte dei titolari degli appostamenti fissi di caccia e nella raccolta dati su specie come beccaccia e beccaccino
+ + + +
2.8 Migliorare le operazioni di ripopolamento incentivando l'utilizzo di recinti di ambientamento + + + +
3. Garantire un equilibrio tra la fauna selvatica e la presenza di attività umane
3.1 Individuare le vocazioni faunistiche del territorio per la fauna stanziale oggetto di caccia, con particolare riguardo per gli ungulati + + 0 + 3.2 Tutelare e mantenere le capacità riproduttive delle specie strettamente carnivore, in particolare di quelle di interesse prioritario + + + + 3.3. Stabilire, raggiungere e mantenere, per le specie non carnivore, densità compatibili con attività agricole e forestali, in particolare per le specie
ungulate.
+ + + +
3.4 Attivare sistemi provinciali omogenei per la previsione e prevenzione del danno alle coltivazioni, inclusi nuovi criteri per i risarcimenti e per l’attuazione delle opere di prevenzione
+ + + +
4. Promuovere lo svolgimento dell'attività venatoria nel rispetto delle leggi, degli ambienti, delle specie e in piena sicurezza.
3.1 Promuovere iniziative di sensibilizzazione tra i cacciatori sulla sicurezza durante l'attività venatoria + + + +
3.2 Sensibilizzare il mondo venatorio sui rischi derivanti dalla dispersione/abbandono dei rifiuti e favorirne l’eliminazione + + + + 3.3 Incentivare il controllo sanitario sulle popolazioni di ungulati attraverso indagini specifiche condotte in collaborazione con le Autorità
Sanitarie competenti e le Università
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3.4 Favorire la creazione di filiere di commercializzazione delle carni + + + +