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3. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

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Academic year: 2022

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presidente

PROVINCIA

DI CARBONIA - IGLESIAS

ia n o U rb a n is ti c o P ro v in c ia le ia n o T e rr it o ri a le d i C o o rd in a m e n to

Assessorato Pianificazione Territoriale

Pianificazione Settoriale e Servizi di Pubblica utilità

Salvatore Cherchi assessore Guido Vacca

dirigente Palmiro Putzulu

Ufficio del Piano

3. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

3 . 1 . R a p p o r t o A m b i e n t a l e

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Coordinamento generale e tecnico-scientifico Paolo Falqui architetto

Margherita Monni ingegnere Andrea Soriga geografo fisico Coordinamento operativo VAS Elisa Fenude ingegnere

Esperti e specialisti di settore Qualità dell’aria

Elisa Fenude ingegnere

Approvvigionamento e depurazione acque Patrizia Carla Sechi biologo

Gestione integrata dei rifiuti Gianfilippo Serra ingegnere Aspetti abiotici

Silvia Pisu geologo Marcella Sodde ingegnere Aspetti biotici

Patrizia Carla Sechi biologo Valentina Lecis naturalista Tamara Mura naturalista Aspetti agricoli e forestali Gianluca Serra forestale Maria Grazia Marras agronomo

Paesaggio ed Assetto storico culturale Laura Zanini architetto

Componente insediativa e demografica Federica Isola ingegnere

Gianfilippo Serra ingegnere Sistema economico produttivo Alessandro Meloni economista Daniela Tedde ingegnere Mobilità e Trasporti Mauro Erriu architetto Rumore ed Energia Elisa Fenude ingegnere

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

INDICE

1 PREMESSA ... 3

2 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ... 4

2.1 Quadro Normativo in materia di VAS ... 4

2.2 Funzioni e contenuti della VAS ... 5

2.3 Fasi e processo di VAS ... 7

2.4 Aspetti metodologici ... 9

2.5 Il percorso della VAS del PUP di Carbonia – Iglesias ...14

2.5.1 Individuazione dell’ambito di influenza del Piano ...14

2.5.2 Scoping ...14

2.5.3 Analisi ambientale e stesura del Rapporto ambientale ...15

2.5.4 Valutazione di Incidenza ambientale ...16

2.5.5 Sintesi Non Tecnica ...17

2.5.6 Consultazione e partecipazione ...17

3 IL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE/PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (PUP/PTC) ...19

3.1 Il PUP/PTC di Carbonia Iglesias ...21

3.1.1 Struttura e contenuti del PUP/PTC ...25

3.1.2 Ambiti di competenza del PUP/PTC ...21

3.1.3 Obiettivi del PUP/PTC ...24

4 ANALISI DI COERENZA ESTERNA DEL PUP DI CARBONIA IGLESIAS ...32

4.1 Piani e Programmi di riferimento per il Piano Urbanistico Provinciale ...32

4.2 Valutazione di coerenza esterna ...35

4.2.1 Piano Paesaggistico Regionale ...36

4.2.2 Piano di Assetto idrogeologico ...42

4.2.3 Piano Forestale Ambientale Regionale ...46

4.2.4 Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Sardegna ...50

4.2.5 Piano di Bonifica delle aree minerarie dismesse del Sulcis Iglesiente Guspinese 53 4.2.6 Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio del Sulcis-Iglesiente .55 4.2.7 Piano di Tutela delle Acque ...58

4.2.8 Piano Regolatore Generale degli acquedotti ...61

4.2.9 Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Regione Sardegna ...65

4.2.10 Piano di prevenzione, conservazione e risanamento della qualità dell’aria ambiente in Sardegna ...68

4.2.11 Piano Energetico Ambientale Regionale ...70

4.2.12 Piano Regionale Antincendi ...72

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

4.2.13 Programma Operativo Regionale Sardegna “Competitività Regionale e

Occupazione” Fondo Sociale Europeo 2007-2013 ...75

4.2.14 Programma di Sviluppo Rurale per la Sardegna ...79

4.2.15 Piano Regionale dei Trasporti ...83

4.2.16 Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile ...89

4.2.17 Piani di Gestione delle aree SIC e ZPS ...91

4.2.18 Piano Strategico Intercomunale del Sulcis ...96

4.2.19 Piano Strategico del Comune di Iglesias ... 100

4.2.20 Piano Regionale di Sviluppo 2009-2013 ... 104

4.2.21 DUP Documento Unitario di Programmazione 2007/2013 ... 112

4.2.22 Considerazioni conclusive ... 118

5 ANALISI DI CONTESTO ... 120

5.1 Componenti ambientali di interesse per il territorio provinciale ... 120

5.2 Analisi SWOT ... 217

6 ANALISI DI COERENZA DEL PUP CON I CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE .... 234

6.1 Criteri di sostenibilità ambientale e obiettivi di sviluppo sostenibile ... 234

6.2 Obiettivi di sviluppo sostenibile ... 235

6.3 Valutazione di coerenza tra obiettivi specifici del PUP di Carbonia Iglesias e obiettivi di sviluppo sostenibile ... 238

7 VERIFICA E RAPPRESENTAZIONE DI COERENZA INTERNA ... 244

8 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI DELLE SCELTE DI PIANO ... 253

8.1 Premessa ... 253

8.2 La metodologia di valutazione ... 253

8.3 Quadro Valutativo Sinottico ... 255

8.4 Quadro Valutativo analitico ... 261

8.5 Quadro Valutativo comparativo ... 267

9 PROGRAMMA DI MONITORAGGIO ... 276

9.1 Scopo dell’attività di monitoraggio ... 276

9.2 Il Programma di Monitoraggio ... 276

9.2.1 Selezione degli indicatori ... 277

9.2.2 Linee guida ... 285

9.2.3 I rapporti di Monitoraggio ... 285

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

1 PREMESSA

La presente relazione costituisce il Rapporto Ambientale relativo alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbanistico Provinciale/Piano Territoriale di Coordinamento - PUP/PTC della Provincia di Carbonia Iglesias.

Il Rapporto Ambientale rappresenta l’elemento centrale della VAS del PUP/PTC, in quanto contiene le informazioni necessarie a valutare lo stato dell’ambiente nel territorio considerato evidenziando le situazioni di particolare sensibilità o criticità, i possibili effetti ambientali dell’attuazione del Piano ed il grado di raggiungimento degli obiettivi proposti nell’ottica dello sviluppo sostenibile del territorio oggetto della pianificazione.

Tale documento permette quindi di rendere trasparente e ripercorribile il processo decisionale del Piano, esplicitando le modalità di integrazione dei principi e degli obiettivi di sostenibilità nelle scelte pianificatorie, e costituisce inoltre il documento di base per la consultazione dei Soggetti con Competenze Ambientali, del pubblico e del pubblico interessato ai fini dell’approvazione del Piano (art. 6 della Direttiva VAS).

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

2 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

2.1 Quadro Normativo in materia di VAS

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali di proposte di pianificazione, finalizzato ad assicurare che queste vengano considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici e sociali, all’interno dei modelli di sviluppo sostenibile, a partire dalle prime fasi del processo decisionale.

A livello comunitario, a partire dagli anni ’70, si configura la possibilità di emanare una Direttiva specifica concernente la valutazione di piani, politiche e programmi. Già nel 1973, infatti, con il Primo Programma di Azione Ambientale si evidenzia la necessità di ricorrere ad una valutazione ambientale estesa ai piani così da prevenire i danni ambientali, non con la valutazione d’impatto delle opere, ma già a monte nel processo di pianificazione. Ma è solo con il Quarto Programma di Azione Ambientale (1987) che si formalizza l’impegno ad estendere la procedura di valutazione di impatto ambientale anche alle politiche e ai piani.

Con la “Direttiva Habitat” del 1992 (Direttiva 92/43/CE concernente la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatica) è stata inoltre prevista in maniera esplicita la valutazione ambientale di piani e progetti che presentino significativi impatti, anche indiretti e cumulativi, sugli habitat tutelati.

Vista la rilevanza delle decisioni prese a livello superiore rispetto a quello progettuale, la Commissione Europea formula nel 1993 un rapporto riguardante la possibile efficacia di una specifica Direttiva VAS. Due anni dopo inizia la stesura della Direttiva la cui proposta viene adottata dalla Commissione Europea il 4 dicembre 1996. Cinque anni dopo viene emanata l’attesa Direttiva 2001/42/CE, al fine di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione delle considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi, e di promuovere lo sviluppo sostenibile”. La Direttiva introduce formalmente a livello europeo la VAS quale strumento di valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, completando così il quadro degli strumenti di valutazione delle azioni antropiche afferenti il territorio e l’ambiente.

In Italia l’attenzione attribuita alla VAS ha cominciato ad affermarsi solo negli ultimi anni, con orientamenti spesso diversificati. La necessità/opportunità di procedere all’integrazione della valutazione ambientale nei procedimenti di pianificazione è ribadita dal cosiddetto “Testo unico in materia ambientale”, approvato con D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006, che tratta le procedure per la VAS dei piani e programmi di intervento sul territorio nella parte seconda, entrata in vigore il 31 luglio 2007. Recentemente, con il D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008, entrato in vigore il 13 febbraio 2008, è stata attuata una profonda modifica dei contenuti di tutte le parti del suddetto “Testo unico ambientale”, con particolare riguardo alla parte seconda, riguardante le procedure per la Valutazione Ambientale Strategica e per la Valutazione di Impatto Ambientale.

In particolare l’art. 6 prevede che debbano essere sottoposti a VAS, in generale, tutti i piani e i programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente e, in particolare, quelli che appartengono a specifici settori, tra i quali è incluso quello della pianificazione territoriale. I Piani Urbanistici Provinciali (PUP) pertanto, in quanto strumenti di pianificazione del territorio provinciale, rientrano nel campo di applicazione della Direttiva e, conseguentemente, per la loro approvazione, è necessario che sia condotta la procedura di VAS.

La Regione Sardegna non si è ancora dotata di uno strumento normativo di coordinamento delle indicazioni di livello nazionale con le norme regionali in materia di VAS; é infatti ancora in corso di predisposizione da parte dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

Regione Sardegna un Disegno di Legge che regolamenti in maniera organica le procedure in materia di VAS, ai sensi della Direttiva 42/2001/CE.

Con Legge Regionale n. 9 del 12 giugno 2006 sono comunque state attribuite alla Regione le funzioni amministrative non ritenute di livello nazionale relative alla valutazione di piani e programmi di livello regionale o i cui effetti ambientali interessino i territori di due o più province (art. 48), e alle Province quelle relative alla valutazione di piani e programmi di livello comunale, sub-provinciale e provinciale (art. 49, così come modificato dal comma 19 dell’art. 5 della L.R. n. 3/2008).

L’entrata in vigore del PPR ha previsto che le Province provvedano ad adeguare i loro strumenti urbanistici provinciali alle disposizioni del PPR coerentemente con i principi che stanno alla base del PPR stesso. I nuovi PUP che saranno elaborati in conformità alle disposizioni del PPR e/o quelli che per adeguarsi a tali disposizioni dovranno essere revisionati, pertanto, dovranno essere sottoposti a VAS.

Poiché il recente D.d.L. relativo a “Istituzione del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani e di riordino in materia ambientale”, approvato con la D.G.R. n. 11/27 del 19.2.2008, prevede all’art. 4 una norma transitoria in materia di valutazione ambientale strategica, valutazione di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale ai fini dell’immediato recepimento dei contenuti del D. Lgs. n. 4/2008, si è reso necessario procedere alla sostituzione della Deliberazione n. 5/11 del 15 febbraio 2005, che prevede le direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale, al fine di renderle conformi ai dettati della parte II del D. Lgs. n. 152/2006, così come modificato dal recente D. Lgs.

sopra richiamato. Gli allegati A e B della Deliberazione 5/11 del 15 febbraio 2005 sono stati pertanto sostituiti con gli allegati A e B della Deliberazione n. 24/23 del 23 aprile 2008, che ha inoltre introdotto, nell’allegato C, precise disposizioni per l’attivazione delle procedure di VAS di competenza regionale, mentre devono essere ancora predisposte le linee guida per le valutazioni strategiche di competenza provinciale.

2.2 Funzioni e contenuti della VAS

La Valutazione Ambientale Strategica è definita nel Manuale UE come un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte - politiche, piani o iniziative nell'ambito di programmi nazionali, regionali e locali – ai fini di garantire che queste siano incluse e affrontate, alla pari delle considerazioni di ordine economico e sociale e in modo adeguato, fin dalle prime fasi del processo decisionale. Essa nasce quindi dall’esigenza, sempre più radicata sia a livello comunitario sia nei singoli Stati membri, che nella promozione di politiche, piani e programmi, destinati a fornire il quadro di riferimento di attività di progettazione, insieme agli aspetti sociali ed economici, vengano considerati anche gli impatti ambientali. La tematica ambientale assume così un valore primario e un carattere di assoluta trasversalità nei diversi settori oggetto dei piani, con il preciso intento di definire strategie settoriali e territoriali capaci di promuovere uno sviluppo realmente sostenibile. Si è infatti compreso che l’analisi delle ripercussioni ambientali applicata al singolo progetto (propria della Valutazione d’Impatto Ambientale) e non, a monte, all’intero programma, non permette di tenere conto preventivamente di tutte le alternative possibili. La VAS si inserisce così all'interno del sistema dinamico di programmazione-valutazione degli interventi, con la finalità di verificarne la rispondenza con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, tenendo conto dei vincoli ambientali esistenti e della diretta incidenza degli stessi interventi sulla qualità dell'ambiente.

La funzione principale della VAS è pertanto quella di valutare anticipatamente le conseguenze ambientali delle decisioni di tipo strategico. Più che politiche, piani e programmi in se stessi, essa riguarda quindi i loro processi di formazione, differendo in maniera sostanziale dalla VIA. La VAS, più che un processo decisionale in se stesso, si può

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

pertanto considerare come uno strumento di aiuto alla decisione, che, integrando in modo sistematico le considerazioni ambientali in fase di elaborazione dei piani, sia in grado di rafforzare le istituzioni e indirizzarle verso una politica di sviluppo sostenibile.

L’elaborazione della VAS rappresenta, sia per il proponente che per il decisore, uno strumento di supporto per la formazione degli indirizzi e delle scelte di pianificazione, fornendo, mediante la determinazione dei possibili impatti delle azioni prospettate, opzioni alternative rispetto al raggiungimento di un obiettivo. In sostanza la VAS diventa per il piano/programma, elemento:

- costruttivo;

- valutativo;

- gestionale;

- di monitoraggio.

Quest’ultima funzione di monitoraggio rappresenta uno degli aspetti innovativi introdotti dalla Direttiva 2001/42/CE, finalizzato a controllare e contrastare gli effetti negativi imprevisti derivanti dall’attuazione di un piano o programma e adottare misure correttive al processo in atto. Un’altra importante novità è rappresentata dal criterio ampio di partecipazione, tutela degli interessi legittimi e trasparenza nel processo di valutazione delle autorità che, per le loro specifiche competenze ambientali, possano essere interessate agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione di piani e programmi, e del pubblico che in qualche modo risulta interessato all’iter decisionale. La valutazione a livello strategico, riguardando più i concetti e le idee che le attività e i manufatti, è infatti fortemente interconnessa con le tradizioni ed i meccanismi locali che caratterizzano il processo di decisione.

La VAS si caratterizza come un processo iterativo finalizzato a conseguire una migliore qualità ambientale delle decisioni e delle soluzioni attraverso la valutazione comparata delle compatibilità ambientali delle diverse opzioni d’intervento, oltre a consentire un miglioramento della definizione dei problemi strategici in condizioni di elevata incertezza. In questo modo essa risponde all’impossibilità di esaurire a scala progettuale l’insieme delle valutazioni sui criteri localizzativi e dimensionali dei singoli progetti e delle comparazioni tra alternative. L’estensione della valutazione ambientale alle scelte strategiche, che si trovano a monte della fase progettuale, aiuta inoltre a rende più snella e veloce la valutazione ambientale dei progetti stessi.

Riguardo ai contenuti, la valutazione ambientale prevede l'elaborazione di un Rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del Rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni e la messa a disposizione, del pubblico e delle autorità interessate, delle informazioni sulle decisioni prese. Secondo l'art. 5 della Direttiva 2001/42/CE, il Rapporto ambientale deve contenere l'individuazione, la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del piano e del programma potrebbe avere sull'ambiente, così come le ragionevoli alternative.

Deve essere garantita, al pubblico e alle autorità interessate, la possibilità di esprimere il proprio parere prima dell'adozione del piano/programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa. Dell'avvenuta adozione è necessario informare le autorità, il pubblico e gli Stati membri consultati. Deve essere inoltre garantito un sistema di monitoraggio degli effetti ambientali significativi, anche al fine di individuare e rimuovere tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti.

Oggetto della VAS sono tutti i piani e i programmi, preparati e/o adottati da un’autorità competente, che possono avere effetti significativi sull'ambiente. Essi sono definiti dall’art. 2 lettera a) della Direttiva VAS come “i piani e i programmi, compresi quelli cofinanziati dalla Comunità europea, nonché le loro modifiche che sono elaborati e/o adottati da un'autorità a

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

livello nazionale, regionale o locale oppure predisposti da un'autorità per essere approvati, mediante una procedura legislativa, dal parlamento o dal governo e che sono previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative”.

2.3 Fasi e processo di VAS

Il seguente prospetto illustra le diverse fasi in cui si articola il processo di VAS di un Piano Urbanistico Provinciale/ Piano Territoriale di Coordinamento. Per ognuna delle fasi sono evidenziate le azioni da compiere ai fini della valutazione ambientale del Piano.

FASE MODALITÀ OPERATIVE

Preparazione

Comunicazione formale indirizzata all’autorità competente (Assessorato Provinciale competente) con cui si informa dell’avvio della procedura per la redazione del PUP.

Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale da coinvolgere.

Comunicazione formale indirizzata ai soggetti competenti in materia ambientale con cui li si informa dell’avvio della procedura di VAS e della possibilità di partecipare al processo di elaborazione del PUP e di valutazione ambientale.

Individuazione del pubblico interessato.

Pubblicazione di apposito avviso, sull’Albo provinciale e sul sito internet, contenente la prima definizione degli obiettivi di piano.

Orientamento (Scoping)

Definizione dell’ambito di influenza del PUP, della portata e del livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto ambientale.

Identificazione dei dati e delle informazioni disponibili sul territorio.

Redazione del Documento di scoping.

Presentazione, in occasione dell’incontro di scoping, degli obiettivi generali del PUP e del Documento di scoping e discussione con i soggetti con competenza ambientale.

Elaborazione e redazione (Rapporto ambientale)

Redazione del Rapporto Ambientale, della Sintesi non Tecnica e dello Studio di incidenza delle scelte del piano sui siti di Rete Natura 2000.

Adozione

Adozione: il Consiglio Provinciale adotta la proposta di Piano Urbanistico Provinciale, il Rapporto Ambientale (compresa la Sintesi Non Tecnica) e la Valutazione di Incidenza Ambientale del Piano.

Informazione

Deposito della proposta di Piano, del Rapporto ambientale e della Sintesi non tecnica presso gli uffici della Provincia di Carbonia Iglesias;

Diffusione della notizia dell’avvenuto deposito del PUP, del Rapporto ambientale e della Sintesi non tecnica, attraverso:

- pubblicazione presso l’Albo dei comuni e degli enti locali interessati;

- pubblicazione sul BURAS (0°-15° giorno dall’adozione) - pubblicazione sul sito internet della provincia;

- pubblicazione su 2 quotidiani a diffusione regionale;

- affissione di manifesti (facoltativa).

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

FASE MODALITÀ OPERATIVE

Consultazione

La proposta di Piano e il Rapporto Ambientale, unitamente ad una sintesi non tecnica dello stesso, e allo studio realizzato ai fini della valutazione di incidenza ambientale sono messi a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico che hanno tempo 60 giorni dalla pubblicazione sul BURAS per presentare proprie osservazioni.

Svolgimento di uno o più incontri con i soggetti competenti in materia ambientale ed il pubblico interessato.

Raccolta e catalogazione delle osservazioni espresse dal pubblico.

Formulazione Parere Ambientale

Formulazione di un parere ambientale articolato e motivato da parte dell’Autorità competente, sulla base delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati da parte dei soggetti competenti in materia

ambientale e del pubblico (il parere deve essere formulato entro novanta giorni dalla pubblicazione delle osservazioni)

Approvazione

Esame osservazioni e approvazione: il Consiglio Provinciale, accolte o respinte le osservazioni, con motivato parere, delibera l’approvazione del Piano.

Verifica di coerenza: La deliberazione di approvazione è sottoposta a verifica di coerenza da parte della Regione.

Vigenza: Il Piano Urbanistico Provinciale entra in vigore il giorno della pubblicazione della delibera di approvazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna.

Informazione sulla decisione

Pubblicazione sul BURAS degli esiti della valutazione ambientale del PUP con indicazione delle sedi ove è possibile prendere visione del Piano approvato e di tutta la documentazione oggetto dell’istruttoria.

Messa a disposizione, anche attraverso la pubblicazione sul sito internet della Provincia, del parere motivato espresso dall’autorità competente, della dichiarazione di sintesi e delle misure adottate in merito al monitoraggio.

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

2.4 Aspetti metodologici

La procedura di VAS ha accompagnato il processo di elaborazione del Piano Urbanistico Provinciale in tutte le sue fasi, costituendo uno strumento indispensabile per orientare le strategie di sviluppo territoriale della Provincia di Carbonia Iglesias verso i principi della sostenibilità ambientale.

Le informazioni necessarie alla descrizione del contesto territoriale sviluppano le elaborazioni grafiche e testuali prodotte durante la fase di riordino della conoscenza del processo di Piano, che hanno esaminato i diversi elementi ambientali, insediativi, sociali, economici, storico-identitari-culturali al fine di descrivere il territorio e la sua evoluzione.

La procedura adottata per gli aspetti valutativi si basa sull’adozione di due concetti portanti che influiscono sulla definizione di un modello valutativo basato su alternative:

- il primo riguarda un modello di piano incrementale: il Piano parte da un’ipotesi iniziale che, durante l’intero iter di elaborazione, verifica ed approvazione (anche e soprattutto attraverso la procedura VAS) si definisce sempre più nitidamente, selezionando passo per passo soluzioni e strategie più efficaci;

- il secondo riguarda il ruolo e la scala di operatività del PUP che, essendo uno strumento di carattere generale, ha specifici compiti ed obiettivi.

Nel primo caso si fa riferimento ad un approccio che concepisce la costruzione di piano come percorso di progressiva definizione di un‘ipotesi iniziale di “progetto di organizzazione territoriale”. Il piano, come dispositivo di coordinamento, nasce riconoscendo alcune esigenze iniziali, dettate sia dalla necessità di rispondere alla normativa sia da quella di soddisfare alcuni bisogni territoriali, soprattutto di coordinamento di processi che, alla scala locale, non trovano soluzione.

L’ipotesi iniziale viene dunque abbozzata in base a un set di condizioni e requisiti di partenza (norme, quadro programmatico, strategie) che definiscono le premesse non rinunciabili. Di seguito, a partire dallo schema iniziale, si valutano in modo incrementale possibili scenari ed ipotesi di soluzione, anche e soprattutto in relazione all’apporto del processo partecipativo, normativo e pianificatorio esistente; il processo partecipativo (sia di carattere tecnico che politico) suggerisce, volta per volta, integrazioni, approfondimenti, temi prioritari, idee progettuali che arricchiscono e completano il quadro di piano inizialmente prefigurato, richiedendo continue revisioni ed integrazioni alla ipotesi di partenza.

Si conforma progressivamente un modello di piano che, avendo già considerato i numerosi fattori di condizionamento sociale, economico ed ambientale, prefigura uno scenario di precompatibilità; infatti l’apporto dei soggetti che, attraverso la procedura VAS, intervengono nel processo decisionale e valutativo di piano stabilisce ed indirizza la stesura del piano verso un orizzonte di coerenze preliminari, poi verificate dai soggetti competenti, a conclusione del processo di elaborazione.

In questo contesto di operatività il concetto di alternativa non risulta come una soluzione

“statica” , predefinita, in partenza, dal piano, come tradizionalmente viene intesa nell’ambito degli studi di Valutazione di Impatto Ambientale. Essendo la VAS una procedura che accompagna il percorso di elaborazione di piano, le alternative emergono come sistematici e progressivi apporti allo schema iniziale di piano, aprendo campi di approfondimento su temi strategici, segnalando criticità, evidenziando prospettive di azione sul territorio. In questa fase il piano illustra rappresentazioni del territorio e dispositivi di coordinamento che, nella fase attuativa, saranno sottoposti ad un vaglio più fitto e di dettaglio da parte dei soggetti coinvolti.

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

Sarà la fase attuaiva del Piano, organizzata secondo la Procedura di cooperazione, che esplorerà effettivamente i diversi scenari di attuazione, scegliendo attraverso processi di co- pianificazione quelli più coerenti con le esigenze ambientali, socioeconomiche e programmatiche, maggiormente rispondenti alla domanda locale. Il PUP/PTC, evidentemente, rappresentando uno strumento di pianificazione generale, si porta su un livello di pianificazione non ancora attuativo, che non definisce soluzioni chiuse e immediatamente operanti sul territorio, ma indica quali sono gli ambiti che richiedono strategie coordinate e fornisce le procedure e le conoscenze necessarie per attivarle.

Il secondo concetto riguarda la scala di operatività del piano, che influisce anch’essa sulla definizione di una ipotetica situazione alternativa: il Piano di Coordinamento Territoriale/Piano Urbanistico Provinciale, infatti, agisce sulla scala del coordinamento sovralocale dei processi territoriali: il PUP/PTC si concentra su temi e contesti che corrispondono ad effettive competenze della Provincia o a quelli che sono considerati elementi strategici per l’ente stesso.

Inoltre, il Piano è allestito come un insieme di strumenti che rappresentano quadri di riferimento e procedure di supporto alla definizione di Accordi su problemi riconosciuti strategici e prioritari per il territorio. La fase delle scelte definitive è affidata alla formulazione di precise procedure che definiranno nel dettaglio i contenuti territoriali. Le alternative effettive saranno dunque valutate dai soggetti coinvolti nella definizione di scelte che convergeranno negli Accordi Territoriali: in questa fase, si vaglieranno e definiranno in modo compiuto le soluzioni condivise d’uso, gestione e valorizzazione del territorio.

Lo schema riportato illustra come è stata allestita la metodologia di valutazione all’interno della procedura VAS del PUP/PTC di Carbonia Iglesias.

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

Obiet t ivi di sost enibilit à ambient ale

conoscenza di sfondo swot

analysis analisi di

coerenza est erna

Misure di compensazione

Indicatori di monitoraggio

Confronto fra le alt ernat ive rispet t o ai requisit i di sost enibilità, efficienza ed operat ivit à del PUP alla scala t erritoriale di piano

Opzione zero Op zion e d i p ia n o PUP/ PTC

Quadro

valutativo delle alternative Indicatori di monitoraggio dell’efficienza e sostenibilità delle azioni di piano (PUP/PTC) processo decisionale t ecnico-polit ico-partecipat ivo

D e f in izion e / Se le zion e d e g li ob ie t t iv i

Ob ie t t ivi sp e cif ici d i p ia n o

Azioni di piano

organizzate per

Ambiti di competenza e Prodotti (Campi, sistemi, accordi)

comp 1 comp 2 comp 3

1

comp 4

2

Cost r u zion e d i a zion i d i Pia n o sost e n ib ili e m on it or a b ili

3

V a lu t a zion e d e lle

p r osp e t t iv e /e sit i d e l PUP/PTC

METODO DI VALUTAZIONE ADOTTATO PER L

APPLICAZIONE DELLA PROCEDURA

V A S

AL

P U P /P T C

comp 1

Ob ie t t ivi sp e cifici d i p ia n o

comp 2 comp 3 comp 4 comp 5 comp.. comp.. comp.. operatività

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PIANO URBANISTICO PROVINCIALE / PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

2.4.1 Elaborazione del Piano e percorso valutativo

Il metodo adottato si basa su tre principali fasi valutative che si fondano su un un principio di

“progressiva contestualizzazione ed armonizzazione” degli obiettivi di pianificazione (e delle relative azioni) rispetto sia al contesto ambientale, socio-economico, politico-tecnico, istituzionale: infatti l’insieme dei passaggi illustrati comprende un susseguirsi di verifiche operate sul quadro programmatico/pianificatorio (Analisi di coerenza esterna), conoscitivo- territoriale (swot analysis, schede componenti ambientali), partecipativo (istituzionale, politico, tecnico). In particolare, relativamente agli aspetti partecipativi, l’insieme delle attività è stato incanalato nell’alveo di un articolato programma di incontri fra tecnici, amministratori provinciali e comunali, istituzioni e pubblico.

Definizione e selezione degli obiettivi di Piano

La prima parte del percorso si basa sulla costruzione di obiettivi di piano che discendono da un’esplorazione congiunta delle risultanze derivanti dal quadro della pianificazione, delle condizioni territoriali, degli input provenienti dal processo decisionale e partecipativo.

In questa fase l’aspetto valutativo risiede nella costruzione di obiettivi attraverso un processo di cernita e di selezione fra diverse possibilità alternative: la selezione è costituita da una preliminare azione di filtraggio operata fra i diversi processi territoriali, in modo da proporre e strutturare per il contesto partecipativo temi e contesti di operatività del piano provinciale.

Il primo livello corrisponde ad una azione valutativa operata ad uno stadio preliminare del processo, quando gli amministratori (anche in relazione al loro ruolo ed alla loro azione politica sul territorio) sono chiamati a selezionare temi e contesti di azione del piano, in quanto ritenuti significativi o prioritari per il territorio; i tecnici, invece, sono invitati a suggerire i requisiti di coerenza rispetto al quadro normativo ed istituzionale, al quale l’impianto ed i contenuti di piano dovranno riferirsi.

In questo livello la componente partecipativa si configura come di carattere più ristretto, limitata a coloro che, per mandato, rappresentano una volontà collettiva.

Le alternative, in questa fase del processo valutativo, corrispondono alla selezione di priorità di intervento a cui il piano deve dare risposta.

Costruzione delle azioni di Piano

La seconda parte del percorso procede alla costruzione di azioni di piano, allestite sulla base di obiettivi di piano sostenibili: in questa fase gli obiettivi specifici del piano vengono vagliati sulla base di un confronto con gli obiettivi della sostenibilità. Da questo confronto si imposta una griglia di obiettivi di piano che rispondano effettivamente ai requisiti della sostenibilità. Il metodo di valutazione, in seno alla procedura VAS, è finalizzato ad assicurare che l’impostazione del piano sia incanalata entro un cammino virtuoso, che garantisca un corretto evolversi delle componenti ambientali; per questo le azioni di piano con potenziali effetti sulle componenti ambientali, devono essere impostate rispetto ad obiettivi incardinati sugli obiettivi/requisiti di sostenibilità.

La parte del percorso valutativo dedicata alla costruzione delle azioni di piano sostenibili e monitorabili è sicuramente cruciale perché impone un approccio valutativo orientato a strutturare un quadro di azioni rispondenti ad obiettivi di sostenibilità, ma corredate anche di un adeguato bagaglio di indicatori che, in fase di attuazione del piano, possano verificare la reale efficacia, rispetto agli effetti misurati sulle componenti ambientali.

In questa fase il piano non costruisce scenari alternativi, ma fornisce strumenti per gestire i processi di trasformazione ed organizzazione territoriale attivati dal piano stesso in modo coerente al contesto programmatico ed ambientale; il piano opera attraverso i suoi contenuti, le sue procedure ed il processo partecipativo ad esso connaturato.

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Le alternative si profileranno quando, nella fase attuativa, gli strumenti proposti dal piano (Campi, Sistemi, Accordi) inizieranno ad arricchirsi di contenuti e scelte territoriali, ad opera dei soggetti pubblici e privati che vi parteciperanno.

Lo scopo di questa fase del processo valutativo è finalizzata ad assicurare che le azioni di piano (ed i relativi strumenti costruiti) discendano da criteri di sostenibilità e siano effettivamente monitorabili, in modo che, nella fase attuativa del piano, se ne possano misurare gli esiti (con diversi gradi di dettaglio) sulle componenti ambientali di cui si prefigura un potenziale coinvolgimento.

Confronto fra le alternative alla scala di piano

La terza fase del percorso si pone come confronto fra due Opzioni considerate come alternative (Opzione Zero e Opzione di Piano). La prima rappresenta la situazione esistente in assenza di un dispositivo di coordinamento territoriale alla scala provinciale, la seconda rappresenta, attraverso l’opzione di piano, come, attraverso il piano stesso, vengano proposti strumenti e procedure di indirizzo e coordinamento dei processi, anche in relazione alle specifiche componenti.

Il confronto fra le alternative è effettuato in base a criteri che evidenziano come le opzioni confrontate posseggano i requisiti per un governo del territorio basato sui principi della sostenibilità, nell’ambito della effettiva azione di coordinamento e di conoscenza del territorio delegata al piano provinciale. I criteri sondano l’effettiva sussistenza di tali requisiti nelle Opzioni assunte come possibili alternative. I criteri assunti come elementi di comparazione sono finalizzati a verficare che nel confronto fra le due opzioni, il dispositivo di piano risponda effettivamente ad esigenze di coordinamento di processi su una scala provinciale (in particolare quelli relativi a contesti/temi ambientali sensibili), ad un ampliamento delle conoscenze territoriali, specialmente attraverso un processo partecipativo, al riconoscimento di temi e processi di valorizzazione/riqualificazione ambientale o paesaggistica.

La rispondenza a questi criteri contribuisce a delineare l’effettiva operatività del piano ed i campi di intervento, delegando al successivo monitoraggio la misura degli effetti.

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2.5 Il percorso della VAS del PUP di Carbonia – Iglesias

2.5.1 Individuazione dell’ambito di influenza del Piano

In questa fase è stato definito l’ambito di operatività del PUP, specificando gli interventi riconducibili direttamente allo strumento di Piano e quelli di competenza di piani attuativi o di settore, nonché i riferimenti temporali delle previsioni di Piano. La definizione dell’ambito di competenza del PUP ha esplicitato, oltre i tematismi che sono stati poi affrontati nel Piano, le differenti scale di riferimento del PUP. L’individuazione dell’ambito di influenza del Piano ha inoltre permesso di effettuare una valutazione preliminare dei possibili effetti ambientali del Piano, nonché di individuare gli ambiti territoriali e le componenti ambientali potenzialmente interessati da tali effetti.

2.5.2 Scoping

La fase di scoping consiste nella individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale potenzialmente interessati dall’attuazione del PUP, da concordare con l’Autorità Competente, nella redazione del documento di scoping e nella sua presentazione e discussione con gli stessi soggetti al fine di condividerne i contenuti e quindi il livello di dettaglio e la portata delle informazioni da produrre e da elaborare nelle successive fasi della valutazione, nonché le metodologie per la conduzione dell’analisi ambientale.

Individuazione dei soggetti da coinvolgere nel processo di VAS. Il processo di VAS richiama la necessità di un coinvolgimento strutturato di soggetti diversi dall'Amministrazione competente per la elaborazione del PUP. Tali soggetti comprendono Enti Pubblici locali e sovralocali e il pubblico nelle sue diverse articolazioni. Ciascun soggetto può apportare al processo complessivo un contributo di conoscenza e di identificazione dei problemi e delle potenzialità del territorio in esame. Il riconoscimento dei soggetti da coinvolgere è finalizzato:

all’individuazione dei Soggetti competenti per le tematiche ambientali e di altri soggetti, quali pubblico o rappresentanti della collettività, che possono contribuire alla conoscenza delle questioni ambientali; alla definizione delle eventuali procedure di informazione e partecipazione; al confronto con le Amministrazioni Locali e Sovralocali per l’individuazione delle specifiche competenze per il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale definite dal processo di VAS; al confronto con le Amministrazioni Comunali appartenenti all’ambito territoriale di riferimento per il PUP, al fine di individuare ambiti comuni di operatività per progetti di valenza intercomunale. L’elenco dei Soggetti competenti in materia ambientale individuati per la VAS del PUP di Carbonia Iglesias è riportato nell’Allegato I.

Redazione del documento di scoping. Nel documento di scoping, redatto sulla base delle valutazioni preliminari effettuate per l’individuazione dell’ambito di influenza del PUP, sono stati esplicitati:

- gli obiettivi generali che l’amministrazione provinciale intende perseguire con il PUP;

- la metodologia scelta per la conduzione dell’analisi ambientale del Piano, con particolare riferimento agli aspetti da approfondire, quali le componenti ambientali da analizzare, i possibili fattori che influiscono sull’evoluzione dello stato dell’ambiente, alcuni degli indicatori da utilizzare, etc.;

- l’elenco dei Piani e Programmi con i quali il PUP si relaziona e rispetto ai quali valutare la coerenza del PUP;

- l’elenco dei criteri generali di sostenibilità ambientale rispetto ai quali valutare la coerenza delle strategie del PUP;

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- un primo indice ragionato del Rapporto Ambientale, al fine di evidenziare le informazioni che si è scelto di inserire all’interno del Rapporto stesso;

- le modalità con cui si è scelto di condurre i processi di partecipazione e consultazione con particolare riferimento all’individuazione dei portatori di interesse che si intende coinvolgere nel processo di partecipazione (pubblico interessato) e ai momenti del processo di VAS in cui sono previste le attività di partecipazione;

- l’elenco delle Autorità e degli Enti individuati quali soggetti con competenze in materia ambientale.

Incontro di scoping. L’incontro di scoping del 24 novembre 2009, indetto dalla Amministrazione Provinciale di Carbonia Igleisas quale Autorità competente per la VAS, ha visto coinvolti i Soggetti con competenze in materia ambientale riportati in Allegato I.

2.5.3 Analisi ambientale e stesura del Rapporto ambientale

L’analisi ambientale, che ha portato alla stesura del Rapporto Ambientale, è il frutto di quattro momenti di valutazione distinti: la valutazione di coerenza esterna rispetto ai piani e programmi con i quali il PUP si relaziona; l’analisi ambientale di contesto; la valutazione degli effetti del Piano sull’ambiente, comprendente anche la valutazione di coerenza del Piano rispetto ai criteri generali di sostenibilità ambientale e la valutazione d’incidenza del Piano;

l’analisi di coerenza interna.

Analisi di coerenza rispetto ai Piani e Programmi sovralocali e di pari livello. Il quadro di riferimento pianificatorio e programmatico con il quale il Piano considerato è stato confrontato è costituito dai Piani e Programmi che definiscono indirizzi, vincoli o regole per l’ambito provinciale di Carbonia-Iglesias o per i settori di competenza del PUP. In particolare l’analisi dei Piani e Programmi sovralocali e di pari livello, rivolta ad esplicitare obiettivi e indirizzi che potrebbero avere relazioni dirette con il PUP, è stata finalizzata a:

- costruire un quadro d'insieme strutturato contenente gli obiettivi ambientali fissati dalle politiche e dagli altri Piani e Programmi territoriali o settoriali;

- evidenziare le questioni, già valutate in Piani e Programmi di diverso ordine, che nel processo di VAS del PUP potessero essere utili alla definizione di azioni progettuali o indirizzi per la pianificazione attuativa, coerentemente con quanto previsto alla scala intercomunale, provinciale e regionale.

Sulla base dei risultati di tale analisi è stato possibile rimodulare gli obiettivi generali del PUP, orientare la scelta degli obiettivi specifici del PUP e raccogliere indicazioni che, pur non avendo diretta attinenza con le competenze dello strumento urbanistico, costituiscono comunque un riferimento per la eventuale redazione di piani e programmi di settore.

Analisi ambientale di contesto. L’analisi ambientale è finalizzata a costruire un quadro di sintesi delle specificità territoriali, ambientali e socio-economiche in termini di sensibilità, criticità e opportunità, tramite il quale calibrare gli obiettivi specifici e le azioni del PUP. Sulla base di quanto indicato dalle linee guida regionali, l’analisi ambientale è stata strutturata intorno alla costruzione di quadri conoscitivi settoriali con riferimento alle seguenti componenti ambientali: aria, acqua, rifiuti, suolo, flora, fauna e biodiversità, paesaggio e assetto storico culturale, assetto insediativo e demografico, sistema economico produttivo, mobilità e trasporti, rumore, energia. Sulla base dei risultati derivanti dalle analisi territoriali condotte per la redazione del Piano Urbanistico Provinciale, con particolare riferimento alla fase del riordino delle conoscenze relativo agli assetti ambientale, insediativo, storico- culturale e socio-economico, a studi specifici e di settore, nonché tramite la raccolta delle osservazioni che sono pervenute dai Soggetti competenti in materia ambientale, è stato possibile costruire un quadro di sintesi tramite lo strumento dell’analisi SWOT. I risultati

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dell’analisi SWOT hanno portato alla successiva contestualizzazione dei criteri generali di sostenibilità ambientale, in relazione alle specificità ambientali emerse per il contesto territoriale della provincia di Carbonia Iglesias e alla revisione degli obiettivi specifici del PUP in grado di orientare le scelte di piano verso la sostenibilità ambientale e definire azioni progettuali coerenti con il contesto territoriale di riferimento. Il quadro della SWOT è stato adottato come strumento valutativo preliminare, essendo stata compilata in base ad un raffronto fra le condizioni iniziali di assetto territoriale come derivanti dal quadro attuale (di piano e realtà territoriale) e quelle proposte dal nuovo PUP. Da tale comparazione emergono nelle colonne delle opportunità/rischi alcune sensibilità territoriali ed opportunità di approfondimento nelle fasi attuative del piano.

Definizione degli obiettivi specifici del PUP e l’individuazione delle azioni progettuali.

Sulla base di quanto emerso nei punti precedenti sono stati definiti gli obiettivi specifici sostenibili del PUP e le azioni di Piano, successivamente sottoposte al passaggio valutativo della verifica di coerenza interna e alla successiva fase valutativa rispetto agli effetti sulle componenti ambientali.

Valutazione di coerenza interna. La procedura di valutazione prevede un’analisi di coerenza interna finalizzata a verificare l'esistenza di contraddizioni all'interno del Piano, soprattutto in merito alla coerenza fra obiettivi di piano ed obiettivi di sostenibilità ambientale.

In particolare, la valutazione è orientata a individuare, per esempio, obiettivi non dichiarati, non perseguiti, oppure ancora obiettivi e indicatori conflittuali. Tale analisi è finalizzata ad evidenziare problematiche non emerse esplicitamente nelle altre fasi della elaborazione del Rapporto Ambientale, oltre che a verificare la coerenza tra gli obiettivi rimodulati dello strumento di Piano e i criteri di sostenibilità ambientale contestualizzati per il territorio provinciale. Nel presente Rapporto questo passaggio è stato denominato Verifica di Coerenza, in quanto il processo d elaborazione del piano urbanistico è stato condotto parallelamente al percorso di VAS: questo aspetto ha garantito la contestuale costruzione di obiettivi/azioni di piano già calibrati sulle esigenze e prospettive di coerenza ambientale e di sostenibilità.

Valutazione degli effetti del Piano sull’ambiente. Dalle fasi precedenti, nel documento definitivo, sarà possibile individuare le azioni che possono essere rimandate a piani attuativi o di settore e quelle che invece sono direttamente riconducibili allo strumento urbanistico.

Per le prime la valutazione avrà come esito un set di requisiti progettuali che dovranno essere presi in esame nella redazione degli strumenti di piano attuativi o di settore e nelle Valutazioni di Impatto Ambientale, se richieste dal quadro normativo di riferimento.

La valutazione degli effetti delle azioni di Piano sull’ambiente privilegerà l’individuazione di alternative e requisiti progettuali attraverso un approccio valutativo di tipo qualitativo.

Valutatazione degli scenari alternativi. La procedura di VAS prevede che sia effettuato un confronto fra proposte alternative in merito ai possibili esiti e prospettive delineate dal piano o programma oggetto della valutazione. Il concetto di alternativa nella presente Valutazione è stato concepito come la distinzione fra uno scenario territoriale in assenza di piano (Opzione zero), in cui sono considerati i dispositivi di indirizzo e coordinamento territoriale già esistenti e operativi alla scala provinciale, e uno scenario di piano (Opzione di Piano), che propone indirizzi e dispositivi per il coordinamento e il governo dei processi di organizzazione del territorio che hanno un’implicazione diretta o indiretta sulle componenti ambientali.

2.5.4 Valutazione di Incidenza ambientale

Fra i documenti del Rapporto Ambientale è compresa la Valutazione di Incidenza elaborata ai sensi del DPR 8 Settembre 1997 n. 357 che attua la Direttiva 92/43/CEE relativa alla

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conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche modificato ed integrato dal DPR 12 Marzo 2003 n. 120.

L’art. 6 del D.P.R. n. 120 stabilisce che nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico - ambientale delle aree ricadenti nella Rete Natura 2000 e, nello specifico il territorio provinciale è interessato dalla presenza di aree delle Rete Natura 2000.

La valutazione di incidenza consiste in uno specifico studio dedicato alle aree del territorio interessate dalla presenza di specie oggetto di tutela. I contenuti dello studio sono finalizzati a descrivere il sistema delle specificità presenti nel territorio, recepire le indicazioni del Piano di Gestione relativo ai territori in esame, evidenziare criticità o opportunità derivanti dalla realizzazione delle azioni progettuali o di piano, prevedere misure di compensazione o di mitigazione per limitare eventuali effetti negativi.

2.5.5 Sintesi Non Tecnica

La Sintesi non tecnica rappresenta un documento finalizzato a favorire la lettura e la comprensione dei contenuti del Rapporto Ambientale anche a un pubblico che non possiede competenze specialistiche, al fine di favorirne la partecipare al processo di VAS del Piano, dando il proprio contributo di conoscenze e valutazioni.

2.5.6 Consultazione e partecipazione

Le attività di consultazione dei soggetti con competenze in materia ambientale e di partecipazione ed informazione del pubblico sono elementi fondamentali del processo integrato di pianificazione e valutazione e ne garantiscono l’efficacia e la validità. Una delle principali innovazioni introdotte dalla Direttiva VAS, infatti, riguarda l’obbligo di prevedere specifici momenti di consultazione ed informazione ai fini della partecipazione dei soggetti interessati e del pubblico ai procedimenti di verifica e di valutazione ambientale di piani e programmi. In particolare, in merito alla consultazione, le disposizioni della Direttiva obbligano gli Stati membri a concedere a determinate autorità e al pubblico l’opportunità di esprimere la loro opinione sul Rapporto Ambientale e sulla proposta di Piano/Programma.

Una delle finalità della consultazione è quella di contribuire all’integrazione delle informazioni a disposizione dei responsabili delle decisioni in relazione al redigendo Piano/Programma.

La consultazione, infatti, potrebbe mettere in risalto nuovi elementi capaci di indurre modifiche sostanziali al Piano con conseguenti eventuali ripercussioni significative sull’ambiente. I pareri espressi attraverso la consultazione e le osservazioni pervenute devono quindi essere prese in considerazione nella fase finale di elaborazione del Piano, così da consolidare la proposta di Piano prima della sua approvazione. La procedura di consultazione e partecipazione all’interno del processo di VAS fa si che esso non si riduca ad una semplice tecnica di valutazione ma, al contrario, diventi un’opportunità per considerare la varietà delle opinioni e dei punti di vista e un momento di interazione tra i soggetti interessati attraverso la partecipazione, l’ascolto e la concertazione.

I soggetti, individuati sulla base della definizione data dalle Linee Guida Regionali per la VAS dei Piani Urbanistici Comunali sono:

Soggetti competenti in materia ambientale: Enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione di piani o programmi (vedi. Allegato I).

Pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi, della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone.

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Pubblico interessato: pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure (le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa vigente, sono considerate come aventi interesse).

Con riferimento al Piano Urbanistico Provinciale di Carbonia - Iglesias, ai sensi dell’art. 49 della L.R. 9/2006, l’Autorità Competente in materia di VAS è rappresentata dalla Provincia di Cagrbonia Iglesias che risulta essere anche direttamente coinvolta nel procedimento come soggetto competente in materia ambientale.

Nel caso specifico della VAS del PUP/PTC di Carbonia Iglesias, è stato organizzato un incontro di prea-adozione, tenutisi il 25 novembre 2010, cui hanno partecipato i Soggetti Competenti in materia ambientale.

In seguito all’adozione del PUP/PTC e del Rapporto Ambientale (unitamente all’insieme di documenti allegati), saranno organizzati incontri con i Soggetti competenti in materia ambientale, pubblico interessato e pubblico, nei periodi previsti dalle Linee Guida Regionali, prima della definitiva approvazione del Piano. Insieme con l’Amministrazione Comunale (in qualità di soggetto Proponente) e l’Amministrazione Provinciale (in qualità di soggetto Competente), entro il periodo stabilito, si concorderanno gli elenchi dei soggetti coinvolti in modo diretto, assicurando, inoltre, la partecipazione diffusa attraverso apposite comunicazioni. Agli incontri pubblici sarà data adeguata pubblicità sul sito internet della Provincia.

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3 IL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE/PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (PUP/PTC)

Il Piano Urbanistico Provinciale o Piano Territoriale di Coordinamento (PUP/PTC) costituisce il principale strumento di pianificazione territoriale di competenza provinciale. Il PUP/PTC è lo strumento che definisce gli obiettivi di assetto generale e tutela del territorio ed ha il compito di raccordare le politiche settoriali di competenza provinciale ed ha inoltre funzioni di indirizzo e coordinamento della pianificazione urbanistica comunale in riferimento ad ambiti territoriali omogenei e specifici campi problematici.

Il PUP/PTC può avere inoltre funzioni di guida per l’attivazione di progetti per il territorio.

3.1 Riferimenti normativi e programmatici del PUP/PTC

Il quadro di riferimento normativo in materia di pianificazione provinciale è costituito principalmente dalla Legge Regionale 22 dicembre 1989, n. 45 Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale e dal Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.

Il quadro delle competenze provinciali risulta integrato dalla Legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 recante il Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali nonché dai principali provvedimenti di pianificazione di competenza regionale: il Piano Paesaggistico Regionale e il Piano di Assetto Idrogeologico.

La Legge Regionale 22 dicembre 1989, n. 45 Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale, che all’art. 4 lett. b) prevede che la Provincia, con il Piano Urbanistico Provinciale esteso all'intero territorio o diviso in più ambiti, assicuri la coerenza degli interventi alle direttive e vincoli regionali e ai piani territoriali paesistici.

L’art. 16 precisa che la Provincia, con “il Piano Urbanistico Provinciale, redatto anche per settori di intervento e nel rispetto della pianificazione regionale, individui specifiche normative di coordinamento con riferimento ad ambiti territoriali omogenei:

- per l’uso del territorio agricolo e costiero;

- per la salvaguardia attiva dei beni ambientali e culturali;

- per l’individuazione e la regolamentazione dell’uso delle zone destinate ad attività produttive industriali, artigianali e commerciali di interesse sovracomunale;

- per le attività ed i servizi che per norma regionale necessitano di coordinamento sovracomunale;

- per la viabilità di interesse provinciale;

- per le procedure relative alla determinazione della compatibilità ambientale dei progetti che prevedono trasformazioni del territorio”.

Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali prevede che “La provincia (…) predispone ed adotta il Piano Territoriale di Coordinamento che determina gli indirizzi generali di assetto del territorio e (…) indica:

- le diverse destinazioni del territorio in relazione alla prevalente vocazione delle sue parti;

- la localizzazione di massima delle maggiori infrastrutture e delle principali linee di comunicazione;

- le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica ed idraulico forestale ed in genere per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque;

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- le aree nelle quali sia opportuno istituire parchi o riserve naturali.

Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR), approvato con Delibera n. 36/7 del 5 settembre 2006, è entrato in vigore con la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Sardegna avvenuta l’8 settembre 2006. Il PPR rappresenta il quadro di riferimento e di coordinamento per gli atti di programmazione e di pianificazione regionale, provinciale e locale e per lo sviluppo sostenibile del territorio. Il PPR integra e precisa gli ambiti di competenza e intervento del PUP/PTC: le indicazioni dell’art. 106 delle Norme di Attuazione del PPR riportano una serie di adempimenti che il processo di redazione del PUP, in adeguamento Piano Paesaggistico Regionale, deve recepire.

I contenuti specifici introdotti dall’art. 106 della normativa paesaggistica riguardano:

1. acquisire (...) i dati e le informazioni necessarie alla costituzione del quadro conoscitivo territoriale provinciale (…);

2. recepire i siti interessati da habitat naturali e da specie floristiche e faunistiche di interesse comunitario e le relative tutele;

3. definire gli interventi di prevenzione dei rischi secondo gli indirizzi stabiliti da piani e programmi regionali adottando discipline finalizzate (…):

- alla difesa del suolo e alla sicurezza degli insediamenti, determinando, con particolare riferimento al rischio geologico, idraulico e idrogeologico e alla salvaguardia delle risorse del territorio, le condizioni di fragilità ambientale;

- alla prevenzione e difesa dall'inquinamento atmosferico, acustico e di corpi idrici, prescrivendo gli usi espressamente vietati in quanto incompatibili con le esigenze di tutela;

- alla prevenzione degli incendi, con particolare riferimento alle aree boschive urbane e periurbane;

- alla perimetrazione delle aree a rischio di incidente rilevante di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334;

4. indicare gli obiettivi generali, la strategia di tutela e di valorizzazione del patrimonio agro- forestale e dell’agricoltura specializzata (…);

5. riportare sulla cartografia i vincoli territoriali previsti da disposizioni di legge;

6. individuare e precisare gli ambiti di tutela per la formazione di parchi e riserve naturali di competenza provinciale (…), da destinare a particolare disciplina (…);

7. individuare e disciplinare i corridoi ecologici al fine di costruire una rete di connessione tra le aree protette, i biotopi e le aree naturali, i fiumi e le risorgive;

8. collaborare con i Comuni alla perimetrazione dei centri storici e degli immobili di notevole interesse pubblico di valenza sovracomunale, alla individuazione di ville, complessi ed edifici di pregio architettonico con le relative pertinenze e i contesti figurativi;

9. coordinare le iniziative comunali finalizzate alla localizzazione dei distretti produttivi;

10. individuare gli ambiti per la pianificazione dei nuovi insediamenti industriali, artigianali, turistico-ricettivi e delle grandi strutture di vendita;

11. precisare gli ambiti paesaggistici di rilievo sovracomunale e promuovere la riqualificazione e la valorizzazione dei paesaggi;

12. individuare gli eventuali ambiti per la pianificazione coordinata tra più Comuni;

13. armonizzare i criteri di utilizzo e destinazione d’uso dei territori limitrofi di Comuni confinanti.

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