“Faremo gli occhiali cos`ı!”
— F. De Andr´e
Dedicato alla nonna Anna.
1
Indice
Introduzione iii
Capitolo 1. Ricoprimenti minimali 1
1. Concetti-base 1
2. G-gruppi e corone 4
3. Struttura dei gruppi σ-elementari 8
4. Sui gruppi σ-elementari risolubili 13
5. Stime 14
6. Il rapporto coi monolitici associati 15
Capitolo 2. Gruppi di σ “piccola” 17
1. Alcuni gruppi di somma nota 17
2. Gruppi di somma 19 18
3. Gruppi n-primitivi per n ≤ 8 27
4. Gruppi di somma ≤ 25 28
Capitolo 3. Alt(7) e Alt(5) o C2 39
1. σ(Alt(7)) = 31 39
2. 26 ≤ σ(Alt(5) o C2) ≤ 57 43
Appendice A. Tabelle 47
Appendice B. Alcuni risultati di base 51
1. Sottogruppi normali minimali e Frattini 51
2. Gruppi irriducibili 52
Bibliografia 53
i
Introduzione
E un facile esercizio mostrare che nessun gruppo si pu`` o scrivere come unione insiemistica di due suoi sottogruppi propri. Meno facile `e dimostrare il risul- tato noto come teorema di Scorza (da un articolo del 1926: [17]): un gruppo
`
e unione di tre sottogruppi propri se e solo se ammette C2× C2 come im- magine omomorfa. Queste considerazioni portarono Cohn nel 1994 (cf. [3]) ad introdurre la nozione di “somma” di un gruppo G, indicata con σ(G), il numero minimo di sottogruppi propri di G che occorrono per ricoprire G.
Un ricoprimento di G che ha esattamente σ(G) sottogruppi si dice ricopri- mento minimale. Per esempio un gruppo ciclico non ammette ricoprimenti fatti di sottogruppi propri, perch´e dato un ricoprimento, un sottogruppo che contiene un generatore non `e proprio. I gruppi ciclici avranno conven- zionalmente σ = ∞, con la convenzione che n < ∞ per ogni intero n. Come σ(C2× C2) = 3, non `e difficile dimostrare che σ(Cp× Cp) = p + 1 per ogni primo p.
Nell’ambito dei gruppi risolubili, possiamo osservare che per esempio vale σ(Fqo Fq∗) = q + 1 quando q `e una potenza di un primo. In realt`a questo
`
e un caso particolare di un risultato di Tomkinson (cf. [6]) secondo cui ogni gruppo risolubile non ciclico ha somma q + 1 dove q `e una potenza di un primo. Per questo Tomkinson si chiese se dato un intero n non della forma q + 1 con q potenza di primo, esistessero gruppi G con σ(G) = n. Cominci`o questo studio esaminando il primo intero utile non della forma q + 1, cio`e 7, e dimostr`o che nessun gruppo ha somma 7. Si domand`o cosa accadesse ai successivi interi di questa forma, 11, 13 e 15. In seguito R.A. Bryce, V.
Fedri e L. Serena trovarono la somma dei gruppi della forma P SL(2, q) e P GL(2, q) (cf. [7]), Maroti studi`o la somma dei gruppi alterni Alt(n) e dei gruppi simmetrici Sym(n) (cf. [4]), e A. Abdollahi, F. Ashraf e S. M. Shaker dimostrarono che σ(Sym(6)) = 13 (cf. [12]). Questi studi fecero emergere il fatto che esistono gruppi di somma 13 (Sym(6)) e di somma 15 (SL(3, 2)). Il numero 11 venne risolto da Lucchini e Detomi nel 2008 (in [1]): utilizzando tecniche pi`u generali dimostrarono che nessun gruppo ha somma 11. Nella tesi ho utilizzato queste tecniche per indagare tutti i numeri tra 3 e 25, ed ho in particolare dedotto il seguente:
Teorema 1. Nessun gruppo ha somma 19, 21, 22 o 25.
Nell’affrontare lo studio della somma dei gruppi Cohn osserv`o che se G `e un gruppo e N `e un suo sottogruppo normale allora σ(G) ≤ σ(G/N ), dato che
iii
l’anti-immagine di un ricoprimento di G/N tramite la proiezione G → G/N
`
e un ricoprimento di G. Per questo si interess`o ai gruppi che non ammettono quozienti con la stessa somma. Noi chiameremo σ-elementari tali gruppi:
Definizione 1 (Gruppi σ-elementari). Un gruppo G si dice σ-elementare se ogni volta che N E G e σ(G) = σ(G/N ) si ha N = 1, ovvero ogni volta che 1 6= N E G si ha σ(G) < σ(G/N ).
Nel suo articolo Cohn osserv`o che ogni gruppo G σ-elementare abeliano non ciclico `e isomorfo a Cp× Cpper qualche primo p, e dimostr`o che ogni gruppo σ-elementare non abeliano ha centro identico.
Con questo nuovo linguaggio il teorema di Scorza assume questa forma: “il solo gruppo 3-elementare `e C2 × C2”. Un esempio di gruppo σ-elementare non abeliano `e Sym(3), di somma 4, ogni cui quoziente proprio `e ciclico. E naturalmente ogni gruppo semplice non abeliano `e σ-elementare.
Nella tesi abbiamo trovato tutti i gruppi σ-elementari di somma ≤ 25:
Teorema 2. I gruppi σ-elementari di somma ≤ 25 sono tutti e soli quelli che compaiono nella seguente tabella.
σ gruppi
3 C2× C2
4 C3× C3, Sym(3)
5 Alt(4)
6 C5× C5, D10, AGL(1, 5)
7 ∅
8 C7× C7, D14, 7 : 3, AGL(1, 7)
9 AGL(1, 8)
10 32: 4, AGL(1, 9), Alt(5)
11 ∅
12 C11× C11, 11 : 5, D22, AGL(1, 11)
13 Sym(6)
14 C13× C13, D26, 13 : 3, 13 : 4, 13 : 6, AGL(1, 13)
15 SL(3, 2)
16 Sym(5), Alt(6)
17 24 : 5, AGL(1, 16)
18 C17× C17, D34, 17 : 4, 17 : 8, AGL(1, 17)
19 ∅
20 C19× C19, AGL(1, 19), D38, 19 : 3, 19 : 6, 19 : 9
21 ∅
22 ∅
23 M11
24 C23× C23, D46, 23 : 11, AGL(1, 23)
25 ∅
In particolare se ne deduce che:
INTRODUZIONE v
Corollario 1. Un gruppo σ-elementare non abeliano di somma ≤ 25
`
e di tipo affine oppure `e almost simple con quoziente sullo zoccolo di ordine primo.
Per inciso, dato un gruppo primitivo G di zoccolo N ∼= Sr con S semplice non abeliano, si ha la stima σ(G) ≥ 5r+ 1, e questo dice che i gruppi σ- elementari che siano primitivi di zoccolo non abeliano e non semplice hanno somma almeno 26. Questo `e il caso per esempio di Alt(5) o C2.
Per studiare i gruppi σ-elementari abbiamo utilizzato un teorema di strut- tura (il teorema 7) che utilizza:
• la teoria delle corone, introdotta negli anni 50 da Gasch¨utz per i gruppi risolubili e recentemente generalizzata a gruppi finiti arbi- trari;
• la teoria della G-equivalenza tra G-gruppi.
Questo teorema dice in particolare che ogni gruppo G σ-elementare `e un prodotto sottodiretto di gruppi monolitici i cui zoccoli sono G-isomorfi ai sottogruppi normali minimali di G, e che tali zoccoli sono a due a due non G-equivalenti.
Durante il nostro studio abbiamo avuto occasione di trovare la somma di alcuni gruppi che ancora non era nota:
Teorema 3. σ(Alt(7)) = 31.
Teorema 4. σ(P ΓL(2, 8)) = 29.
Abbiamo inoltre studiato la somma dei gruppi del tipo S o C2 con S gruppo semplice non abeliano, con l’azione di scambio delle coordinate. In merito a questo, abbiamo trovato il seguente:
Teorema 5. Se S `e un gruppo semplice non abeliano e finito allora 26 ≤ σ(S o C2) ≤ 1 +
t
X
i=1
[S : Mi],
dove {M1, ..., Mt} `e un ricoprimento di S fatto di sottogruppi massimali.
In particolare siccome Alt(5) ammette un ricoprimento formato da sei sot- togruppi massimali di indice 6 e quattro sottogruppi massimali di indice 5, si ha
26 ≤ σ(Alt(5) o C2) ≤ 57.
0.1. Struttura della tesi. Nel capitolo 1 introdurremo definizioni e primi risultati per poi occuparci di tutta la teoria di cui avremo bisogno nello studio dei ricoprimenti minimali: teoria delle corone e teoria della G- equivalenza, teorema di struttura per i gruppi σ-elementari, ed alcuni lemmi utili basati sul confronto tra un gruppo σ-elementare e i gruppi primitivi monolitici associati ai suoi sottogruppi normali minimali.
Nel capitolo 2 cercheremo tutti i gruppi σ-elementari di somma ≤ 25 utiliz- zando le tecniche introdotte nell capitolo 1. Cominceremo con lo studio dei
gruppi di somma 19 e poi lo utilizzeremo per trattare tutti gli altri casi.
Nel capitolo 3 dimostreremo che σ(Alt(7)) = 31 e che 26 ≤ σ(S o C2) ≤ 1 +Pt
i=1[S : Mi], dove S `e un gruppo semplice non abeliano e {M1, ..., Mt}
`
e un ricoprimento di S fatto di sottogruppi massimali.
CAPITOLO 1
Ricoprimenti minimali
1. Concetti-base
In quanto segue i gruppi di cui si parla sono supposti finiti.
In questa prima parte introduttiva seguiremo l’articolo di Cohn [3].
Diciamo che un gruppo G ha somma n se si pu`o scrivere come unione insiemistica (somma) di n sottogruppi propri e non meno di n. Un tale n `e ben determinato, lo chiameremo “somma di G” e lo indicheremo con σ(G).
Poich´e un gruppo ciclico non ha somma (se l’avesse, qualche sottogruppo di un ricoprimento dovrebbe contenere un generatore e quindi non sarebbe proprio), se G `e ciclico poniamo σ(G) = ∞, con la convenzione che n < ∞ per ogni intero n.
Supponiamo che σ(G) = n, e scriviamo G = Pn
j=1Hj, con Hj ≤ G e ij := [G : Hj] sequenza crescente in senso lato con j. Possiamo certamente supporre gli Hj massimali (se un Hj non `e massimale lo rimpiazziamo con un massimale che lo contiene).
Osserviamo che vale il seguente:
Lemma 1. Sia G un gruppo di somma n, e scriviamo G = Pn j=1Hj
con gli indici ij in ordine crescente in senso lato. Allora |G| ≤Pn
j=2|Hj| e i2≤ n − 1.
Dimostrazione. Dato r ∈ {2, ..., n}, si ha |H1||Hr| = |H1Hr||H1∩ Hr|, infatti un dato elemento xy di H1Hr con x ∈ H1 e y ∈ Hr ha |H1 ∩ Hr| scritture di questo tipo, tutte della forma xλ−1· λy con λ ∈ H1∩ Hr. Si ha allora
|Hr− H1| = |Hr| − |H1∩ Hr| = |Hr|(1 − |H1|/|H1Hr|) ≤ |Hr|(1 − |H1|/|G|).
Ne segue che
|G| = |H1∪
n
[
r=2
(Hr− H1)| ≤ |H1| + (1 − |H1|/|G|)
n
X
r=2
|Hr| =
= |H1| +|G| − |H1|
|G|
n
X
r=2
|Hr|, da cui |G| − |H1| ≤ |G|−|H|G| 1|Pn
r=2|Hr|, ovvero (moltiplicando per |G|−|H|G|
1|)
|G| ≤Pn
r=2|Hr|.
1
Scrivendo |Hj| = |G|/ij tale disuguaglianza assume questa forma:
1 i2 + 1
i3 + ... + 1 in ≥ 1.
Se per assurdo i2 ≥ n allora ij ≥ n per ogni j ≥ 2, quindi 1/ij ≤ 1/n per ogni j = 2, ..., n. Ma allora
1 ≤
n
X
j=2
1 ij
≤ (n − 1) · 1 n < 1,
assurdo.
Richiamiamo questo facile risultato:
Lemma 2. Dato un gruppo G, i sottogruppi massimali e normali di G sono quelli normali di indice primo. Se H, K sono due sottogruppi massimali normali di indice primo p allora H ∩ K `e normale e G/H ∩ K ∼= Cp× Cp. I sottogruppi massimali non normali di G hanno tanti coniugati quant’`e il loro indice in G.
E facile vedere che se N E G allora σ(G) ≤ σ(G/N ), in effetti se G/N =` P
jHj/N allora G = P
jHj. Ne segue (vedi lemma 2) che se G ammette due sottogruppi normali di indice primo p allora σ(G) ≤ σ(Cp× Cp) = p + 1, in virt`u del seguente lemma.
Lemma 3. Se p `e un numero primo allora σ(Cp× Cp) = p + 1. Se G `e un p-gruppo non ciclico allora σ(G) = p + 1.
Dimostrazione. Detti (a, 1), (1, b) ∈ Cp× Cp con a, b di ordine p, Cp× Cp `e la somma di h(1, b)i coi sottogruppi generati da (a, 1)(1, bk) con k = 0, ..., p − 1. D’altra parte i sottogruppi propri non banali di Cp× Cp hanno indice p, e quindi dal lemma 1 si ha p ≤ σ(Cp× Cp) − 1, da cui σ(Cp× Cp) ≥ p + 1. Segue allora che σ(Cp× Cp) = p + 1.
Se G `e un p-gruppo non ciclico allora σ(G) ≥ p + 1 perch´e ogni sottogruppo proprio ha indice ≥ p. Resta da mostrare che σ(G) ≤ p + 1. Se G `e abeliano allora ammette un quoziente isomorfo a Cp × Cp e quindi σ(G) ≤ p + 1.
Procediamo per induzione su |G| = pk. Se k = 2 allora G `e abeliano e sappiamo che il risultato vale; se k ≥ 3 allora G/Z(G) `e non ciclico (perch´e se G `e un p-gruppo e G/Z(G) `e ciclico allora G `e abeliano) ed `e un p-gruppo di ordine inferiore a |G|, quindi per ipotesi induttiva σ(G) ≤ σ(G/Z(G)) =
p + 1.
Introduciamo ora una nozione che minimalizzi la somma rispetto al passag- gio al quoziente.
Definizione 2. Un gruppo si dice “σ-elementare (di somma n)” o “n- elementare” se ha somma n e non esistono quozienti propri di G di somma n. Ovvero ogniqualvolta N E G e N 6= 1 si ha σ(G) < σ(G/N ).
1. CONCETTI-BASE 3
Per esempio se p `e un primo Cp× Cp`e (p + 1)-elementare perch´e i quozienti propri di Cp × Cp sono ciclici (e quindi hanno somma infinita). `E facile dedurre (usando il lemma 3) che Cp× Cp `e il solo p-gruppo σ-elementare.
Dimostriamo ora una semplice ma molto importante proposizione che user- emo spesso (anche senza citarla).
Proposizione 1. Siano G un gruppo, H un suo sottogruppo massimale.
Se σ(G) < σ(H) allora H compare in ogni ricoprimento minimale di G. In particolare vi compaiono tutti i coniugati di H, quindi se H non `e normale in G si ha σ(G) ≥ [G : H]. In particolare se N `e un sottogruppo normale di G e σ(G/N ) > σ(G) allora detto c il numero di complementi di N in G che sono sottogruppi massimali di G si ha c + 1 ≤ σ(G).
Dimostrazione. Sia σ la somma di G, e sia {H1, ..., Hσ} un ricopri- mento minimale di G. Allora naturalmente H = (H ∩ H1) ∪ ... ∪ (H ∩ Hσ), e questo `e un ricoprimento di H, quindi siccome σ(H) > σ(G) deve esistere i ∈ {1, ..., σ} tale che H ∩ Hi = H, ovvero H ⊆ Hi. Ma allora H = Hi
essendo H massimale. I coniugati di H sono sottogruppi massimali di G isomorfi ad H, quindi per essi vale lo stesso discorso. Si `e visto nel lemma 2 che se H non `e normale allora ha esattamente [G : H] coniugati.
L’ultima asserzione `e immediata da quanto sinora detto, ricordando che i complementi di N sono isomorfi a G/N ed hanno intersezione banale con
N , quindi non bastano per ricoprire G.
Lemma 4. Se H, K sono gruppi finiti tali che (|H|, |K|) = 1 allora σ(H × K) = min{σ(H), σ(K)}.
Dimostrazione. Sia G := H × K. Se G `e ciclico l’enunciato `e ovvio.
Supponiamo quindi G non ciclico.Poich´e (|H|, |K|) = 1, i sottogruppi di G sono del tipo X × Y con X ≤ H, Y ≤ K. Quelli massimali sono del tipo X × K, H × Y con X massimale in H e Y massimale in K. Scriviamo
G =
p
X
r=1
H × Yr+
q
X
s=1
Xs× K = G1+ G2,
dove p, q ≥ 0 e p + q = n. Sia q 6= 0. Vogliamo mostrare che p = 0.
Supponiamo che p 6= 0 (il che significa G1 6= ∅) per assurdo. Siccome q 6= 0, G1 6= G, quindi esiste (h1, k1) 6∈ G1, da cui (h, k1) 6∈ G1 per ogni h ∈ H (essendo (h, 1) ∈ G1 per ogni h ∈ H, essendo G1 6= ∅). Allora (h, k1) ∈ G2
e quindi (h, k) ∈ G2 per ogni k ∈ K. Quindi G = G2, ovvero p = 0. Corollario 2. Se G `e nilpotente non ciclico allora σ(G) = p + 1 dove p `e il pi`u piccolo primo per cui esistono p-Sylow non ciclici. Ogni gruppo finito nilpotente non ciclico σ-elementare `e del tipo Cp× Cp con p primo.
Dimostrazione. Basta applicare i lemmi 4 e 3, ricordando che un grup- po finito nilpotente `e il prodotto diretto dei suoi sottogruppi di Sylow.
Andiamo ora a dimostrare un risultato confortante, ovvero che un gruppo σ-elementare non abeliano non ha centro.
Prima un lemma:
Lemma 5. Se G `e un gruppo di somma n e G = Pn
r=1Hr e L ≤ G `e tale che L ≤ Hr per ogni r 6= k allora L ≤ Hk.
Dimostrazione. Sia a ∈ Hk tale che a 6∈ Hr per ogni r 6= k (esiste per minimalit`a di σ(G)). Allora aL ∩ Hr= ∅ per ogni r 6= k e quindi aL ⊆ Hk,
da cui L ⊆ Hk.
Teorema 6. Se G `e un gruppo σ-elementare non isomorfo a Cp× Cp per nessun primo p allora Z(G) = 1.
Dimostrazione. Se G `e abeliano `e nilpotente, quindi `e isomorfo a Cp× Cp per qualche primo p essendo σ-elementare (corollario 2). Supponiamo quindi G non abeliano e per assurdo Z(G) 6= 1. Siano p un fattore primo di
|Z(G)|, u ∈ Z(G) di ordine p e U := hui E G. Siccome n = σ(G) 6= σ(G/U), se G = Pn
r=1Hr con ogni Hr massimale allora U non `e contenuto in ogni Hr, quindi per il lemma 5 devono esistere r 6= s con U 6⊆ Hr e U 6⊆ Hs. Definiamo H := Hr, K := Hs. Essendo H massimale non contenente U , ed essendo U normale, si ha HU = G e siccome U ⊆ Z(G), ne segue che H EG;
inoltre [G : H] = p. Essendo H un supplemento di U in G, ed essendo U un sottogruppo normale minimale abeliano di G (in quanto normale di ordine primo) si ha che H `e un complemento di U in G. Analogamente, anche K E G `e un complemento di U e [G : K] = p. Ne segue che H e K sono due sottogruppi massimali normali di indice p, quindi detto N := H ∩ K si ha (lemma 2) G/N ∼= Cp × Cp. G/N ha esattamente p + 1 sottogruppi di indice p, che corrispondono quindi a p + 1 sottogruppi di G di indice p contenenti N . Di essi al pi`u uno contiene U , infatti l’intersezione di due sottogruppi propri di Cp × Cp `e 1, quindi se due sottogruppi contenenti N contenessero U allora anche N - la loro intersezione - conterrebbe U . Abbiamo quindi trovato p sottogruppi di indice p (quindi massimali) non contenenti U , che `e un sottogruppo normale minimale abeliano di G, quindi questi p sottogruppi sono p complementi di U in G. Essi devono quindi comparire in ogni ricoprimento minimale di G, dato che per la σ-elementarit`a si ha σ(G) < σ(G/U ) (proposizione 1), e d’altra parte non bastano perch´e non coprono U . Ne segue che σ(G) ≥ p + 1, da cui σ(G) = p + 1 = σ(G/N ), cio`e N = 1 (per la σ-elementarit`a di G). Ma in questo caso G = G/N ∼=
Cp× Cp, assurdo.
2. G-gruppi e corone
Sia G un gruppo. Un G-gruppo `e un gruppo A dotato di un omomorfismo θ : G //Aut(A) .
2. G-GRUPPI E CORONE 5
Denotiamo con CG(A) il nucleo di tale omomorfismo. Spesso se dal contesto
`
e chiaro ometteremo di parlare di θ ed indicheremo θ(g)(a) con ag. Due G- gruppi A e B si dicono G-isomorfi se esiste un G-isomorfismo ϕ : A //B , ovvero un isomorfismo tale che agϕ= aϕg per ogni a ∈ A, g ∈ G, e in questo caso scriviamo A ∼=GB. Dato un G-gruppo A possiamo costruire il prodotto semidiretto esterno GA = G nA, cio`e l’insieme G×A dotato dell’operazione seguente:
(g1, a1) ∗ (g2, a2) := (g1g2, ag12a2).
In questo modo le due inclusioni naturali G //GA , A //GA e la proiezione πG : GA //G sono degli omomorfismi di gruppo, e la sequenza
1 //A //GA //G //1
`
e esatta. Due G-gruppi A, B si dicono G-equivalenti se esistono isomorfismi ϕ : A //B , Φ : GA //GB
tali che il diagramma seguente commuti:
1 //A //
ϕ
GA //
Φ
G //1
1 //B //GB //G //1
In altre parole la prima componente di Φ(g, a) dev’essere g, e Φ(1, a) = (1, aϕ). Se A e B sono G-equivalenti scriviamo A ∼G B. Se A e B sono G-isomorfi tramite ϕ : A //B allora sono anche G-equivalenti con Φ(g, a) := (g, aϕ).
Dato un G-gruppo A, un 1-cociclo relativo ad A e G `e una funzione d : G //A
tale che d(xy) = d(x)yd(y) per ogni x, y ∈ G. L’insieme degli 1-cocicli G //A si indica con Z1(G, A). Un G-gruppo A ammette per ogni β ∈ Z1(G, A) una struttura di G-gruppo data da η : G //Aut(A) , aη(g) :=
aggβ per ogni a ∈ A, g ∈ G, dove bx = x−1bx se b, x ∈ A. Tale G-gruppo viene indicato con Aβ.
Proposizione 2. Due G-gruppi A, B sono G-equivalenti se e solo se esiste β ∈ Z1(G, B) tale che A ∼=G Bβ.
Dimostrazione. A e B siano G-equivalenti con ϕ : A //B , Φ : GA //GB .
β sia determinato dalla relazione Φ(g, 1) = (g, β(g)). Il fatto che β sia un 1-cociclo segue dalla seguente catena di uguaglianze:
(g1g2, β(g1g2)) = Φ(g1g2, 1) = Φ((g1, 1) ∗ (g2, 1)) = Φ(g1, 1) ∗ Φ(g2, 1) =
= (g1, β(g1)) ∗ (g2, β(g2)) = (g1g2, β(g1)g2β(g2)).
Mostriamo che ϕ : A //B definito da ϕ(a) := πB(Φ(1, a)) determina un isomorfismo di A con Bβ, ovvero agϕ = aϕggβ per a ∈ A, g ∈ G. Calcoliamo:
aϕggβ = β(g)−1πB(Φ(1, a))gβ(g) = πB(1, β(g)−1πB(Φ(1, a))gβ(g)) =
= πB((1, β(g)−1) ∗ (1, πB(Φ(1, a))g) ∗ (1, β(g))) =
= πB((1, β(g)−1) ∗ (g−1, 1) ∗ (1, πB(Φ(1, a))) ∗ (g, 1) ∗ (1, β(g))) =
= πB((1, β(g))−1∗ (g, 1)−1∗ (1, πB(Φ(1, a))) ∗ (g, 1) ∗ (1, β(g))) =
= πB(((g, 1) ∗ (1, β(g)))−1∗ (1, πB(Φ(1, a))) ∗ (g, 1) ∗ (1, β(g))) =
= πB((g, β(g))−1∗ (1, πB(Φ(1, a))) ∗ (g, β(g))) =
= πB(Φ(g, 1)−1∗ Φ(1, a) ∗ Φ(g, 1)) =
= πB(Φ(g−1, 1) ∗ Φ(1, a) ∗ Φ(g, 1)) =
= πB(Φ(g−1, a) ∗ Φ(g, 1)) = πB(Φ(1, ag)) = agϕ.
Viceversa se esiste β ∈ Z1(G, B) tale che A ∼=G Bβ tramite ϕ allora defini-
amo Φ : GA //GB , (g, a) 7→ (g, aϕ).
Dalla precedente proposizione segue che se A ∼G B sono abeliani allo- ra A ∼=G B, perch´e il coniugio `e l’identit`a. Inoltre detto IG(A) := {g ∈ G | θ(g) = γx∃x ∈ A} per un G-gruppo A (qui γx indica il coniugio tramite x), se A ∼G B allora IG(A) = IG(B).
Un fattore principale H/K di G si dice di Frattini (o Frattini) se H/K ≤ Φ(G/K). Osserviamo che un fattore principale abeliano di G `e complemen- tato se e solo se `e non-Frattini, e i fattori principali non abeliani sono sempre non-Frattini.
Ricordiamo in quanto segue alcune definizioni ed alcuni risultati a noi utili.
Proposizione 3. Sia G un gruppo primitivo sull’insieme X. Allora G ammette al pi`u due sottogruppi normali minimali. Se ne ammette due, essi sono non-abeliani.
Dimostrazione. Sia N un sottogruppo normale minimale di G. Se N
`
e abeliano allora CG(N ) `e regolare (cio`e transitivo e semiregolare): `e tran- sitivo perch´e contiene N (che `e transitivo, in quanto sottogruppo normale non banale di un gruppo primitivo) ed `e semiregolare (cio`e i suoi stabilizza- tori sono banali) perch´e StabCG(N )(x) = {g ∈ CG(N ) | xg = x}, quindi se g ∈ StabCG(N )(x) allora xng = xgn = xn; ora essendo N transitivo otteni- amo che g `e nel nucleo dell’azione, quindi g = 1 per la fedelt`a.
Se x ∈ X allora StabG(x) ∩ N ⊆ StabCG(N )(x) = 1, e quindi StabG(x) `e un sottogruppo massimale che ha solo 1 in comune con N , da cui StabG(x) complementa N . Quindi CG(N ) = CStabG(x)(N )N . Ora CStabG(x)(N ) = 1 essendo N transitivo, da cui CG(N ) = N . Quindi se N `e un altro sot- togruppo normale minimale di G allora essendo [N, N ] ⊆ N ∩ N = 1 (per minimalit`a) si ha che N centralizza N , ovvero N ⊆ CG(N ) = N . Quindi
2. G-GRUPPI E CORONE 7
N = N per minimalit`a, assurdo. Ci`o dimostra che se N `e abeliano allora esso `e il solo sottogruppo normale minimale.
Supponiamo ora N non abeliano. Ricordiamo che N `e transitivo su X. Abbi- amo gi`a osservato che se N `e un altro normale minimale allora N ⊆ CG(N ).
Ora essendo CG(N ) regolare, anche N `e regolare. Quindi se c’`e pi`u di un sottogruppo normale minimale allora sono tutti regolari, in particolare
|X| = |N1| = |N2| = ... = |Nt|, dove N1, ..., Nt sono i sottogruppi normali minimali di G. Lo zoccolo di G, cio`e il sottogruppo generato da N1, ..., Nt,
`
e il prodotto diretto interno di N1, ..., Nt ([8], pagina 82 e seguenti). Per un fissato i ∈ {1, ..., t} consideriamo il prodotto diretto N1× ... × ˆNi× ... × Nt (che ha ordine |X|t−1). Esso centralizza Ni, quindi `e regolare, quindi ha cardinalit`a |X|. Essa deve coincidere con |X|t−1, quindi t = 2. Deduciamo che se G `e un gruppo primitivo allora lo zoccolo soc(G) `e di uno dei tipi seguenti:
• (I) un sottogruppo normale minimale abeliano;
• (II) un sottogruppo normale minimale non abeliano;
• (III) il prodotto di due sottogruppi normali minimali non abeliani.
Osserviamo che i fattori principali di G sono G-gruppi con l’azione per coni- ugio. Due fattori principali di G sono detti G-relazionati se sono G-isomorfi tra loro oppure se sono G-isomorfi ai due sottogruppi normali minimali di un quoziente di G primitivo di tipo (III).
Indicheremo con CF (G) l’insieme dei fattori principali (“chief factors”) di G.
Proposizione 4. Siano F1, F2 ∈ CF (G). Le seguenti asserzioni sono equivalenti:
(1) F1 ∼G F2;
(2) F1, F2 sono G-relazionati;
(3) F1 ∼=G F2oppure esistono E1, E2 ∈ CF (G) tali che F1 ∼=GE1,F2 ∼=G
E2 e E1, E2 hanno un comune complemento in G che `e un sot- togruppo massimale di G.
(4) F1 ∼=G F2oppure esistono E1, E2 ∈ CF (G) tali che F1 ∼=GE1,F2 ∼=G
E2 e E1, E2 hanno un comune complemento in G.
Dimostrazione. Si trova in [11] (prop 1.4). Sia A un G-gruppo irriducibile (per esempio, un sottogruppo normale mini- male di G col coniugio). Chiamiamo IG(A) il sottogruppo di G che consiste degli elementi che inducono su A automorfismi interni. Chiamiamo inoltre RG(A) l’intersezione dei sottogruppi normali R di G contenuti in IG(A) tali che IG(A)/R `e non-Frattini e G-equivalente ad A, e se non esistono R siffatti definiamo RG(A) := IG(A). Il quoziente IG(A)/RG(A) `e detto l’A-corona di G.
Rimarco: due G-gruppi G-equivalenti definiscono la stessa corona perch´e
IG e RGsono gli stessi. Abbiamo infatti gi`a osservato che se A ∼G B allora IG(A) = IG(B); per concludere che RG(A) = RG(B) basta osservare che un R E G contenuto in IG(A) `e G-equivalente ad A se e solo se `e G-equivalente a B (proprio perch´e A e B sono G-equivalenti).
Rimarco: se X/Y ∈ CF (G) allora IG(X/Y ) = XCG(X/Y ) e quindi IG(X/Y ) = CG(X/Y ) se X/Y `e abeliano (infatti in tal caso
X ⊆ CG(X/Y ) = ker( G //Aut(X/Y ) )).
Proposizione 5. Siano A un G-gruppo irriducibile, I/R la sua corona.
(1) Se R 6= I allora I/R = soc(G/R) ed `e un prodotto diretto di δG(A) sottogruppi normali minimali G-equivalenti ad A. Se R = I poniamo δG(A) = 0.
(2) Ogni serie principale di G contiene esattamente δG(A) fattori prin- cipali di G non-Frattini e G-equivalenti ad A.
(3) Se A `e abeliano allora I/R ha un complemento in G/R.
(4) Se A `e un fattore principale di G e δG(A) ≥ 2 allora ogni due sot- togruppi normali minimali distinti di I/R hanno un complemento comune, che `e un sottogruppo massimale.
(5) Un fattore principale H/K di G `e non-Frattini e G-equivalente ad A se e solo se RH/RK 6= 1 e RH ≤ I.
Dimostrazione. Si veda la proposizione 7 in [2]. Dai primi due punti segue che se una serie principale di G passa da RG(A) e IG(A) allora i suoi soli fattori non-Frattini G-equivalenti ad A sono quelli che stanno tra RG(A) e IG(A). Quindi un fattore principale non-Frattini H/K di G `e G-equivalente ad A se e solo se KRG(A) < HRG(A) ≤ IG(A).
E questo prova il punto 5.
Enunciamo un altro risultato utile.
Lemma 6. Sia A un fattore principale di G e sia X un prodotto diret- to di sottogruppi normali minimali di G G-equivalenti ad A. Se H `e un sottogruppo di G tale che HX = HRG(A) = G allora H = G.
Dimostrazione. Si veda la proposizione 11 in [2]. Definizione 3 (Gruppo primitivo monolitico associato). Sia A un G- gruppo irriducibile, e supponiamo che δG(A) = 1. Allora il gruppo G/RG(A)
`
e primitivo monolitico di zoccolo G-isomorfo ad A, e viene chiamato il gruppo primitivo monolitico associato ad A.
Quanto asserito nella precedente definizione segue dalla proposizione 5.
3. Struttura dei gruppi σ-elementari
Proposizione 6. Sia N un sottogruppo normale minimale non abeliano di un gruppo G. Allora δG(N ) > 1 se e solo se esiste M ≤ G massimale
3. STRUTTURA DEI GRUPPI σ-ELEMENTARI 9
tale che M/MG complementi N MG/MG in G/MG, con G/MG primitivo di tipo III con zoccolo H/MG× N MG/MG:
G
H {=={
{{ {{ {{
M
OO
N MG ccHHHH
HHHHH
MG aaBBBB
BBBB OO wwwwwwww;;w
Si osservi che in questo caso M complementa N in G.
Dimostrazione. Sappiamo dalla sezione 2 che se δG(N ) > 1 allora es- iste un quoziente G/K di G primitivo di tipo III di zoccolo E1/K × E2/K con E1/K ∼=GN e M/MG `e un complemento comune di E1/MG e E2/MG. Siccome G/K `e primitivo ammette un sottogruppo massimale con cuore nor- male identico, ovvero esiste K ≤ M ≤ G massimale in G tale che MG≤ K;
ma dato che K `e normale si deve avere MG = K. Ora N MG/MG non
`
e il gruppo identico, infatti se per assurdo N ≤ MG allora N centraliz- za E1/MG ∼=G N , quindi centralizza se stesso: assurdo perch´e N non `e abeliano. `E ora immediato che N MG/MG `e un sottogruppo normale mini- male di G/MG. Ne segue che E1/MG = N MG/MG.
Per la legge modulare di Dedekind, MG= N MG∩M = MG(M ∩N ). Quindi M ∩ N `e contenuto in MG∩ N , che `e un sottogruppo normale di G con- tenuto in N . Ora N non `e contenuto in MG altrimenti M = M N MG6= G, e quindi MG ∩ N = 1 per minimalit`a di N , da cui M ∩ N = 1. Inoltre M N = M MGN = M N MG= G, quindi M complementa N in G. Il seguente lemma ci servir`a nel prossimo corollario.
Lemma 7. Sia G un gruppo, e sia N un sottogruppo normale di G e non risolubile. Allora σ(G) ≤ |N | − 1.
Dimostrazione. Consideriamo l’unione S
16=n∈N CG(n). Basta natu- ralmente mostrare che tale unione coincide con G. Se esiste g ∈ G che non sta nell’unione scritta allora hgi agisce su N senza punti fissi, e dalla classi- ficazione dei gruppi semplici finiti (cf. [13]) deduciamo che N `e risolubile,
contraddizione.
Corollario 3. Sia N un sottogruppo normale minimale di un gruppo G, con δG(N ) > 1 e N non abeliano. Allora σ(G) = σ(G/N ).
Dimostrazione. Supponiamo per assurdo che σ(G) < σ(G/N ). Sic- come δG(N ) > 1, per la proposizione 6 esiste M sottogruppo massimale di G tale che si abbia il diagramma di inclusioni dell’enunciato della proposizione.
M `e quindi un complemento massimale e non normale di N (non normale altrimenti MG = M , contro la proposizione). Ne segue che M = NG(M ) e quindi M ha tanti coniugati quant’`e il suo indice, che vale |N |. Essi sono in
particolare complementi di N . In particolare M ∼= G/N `e un sottogruppo massimale di G di somma maggiore di quella di G, quindi (proposizione 1) tutti i suoi |N | coniugati devono comparire in un ricoprimento minimale di G. Allora si ha |N | + 1 ≤ σ(G), dato che i coniugati di M complemen- tano N e quindi hanno con esso intersezione banale. Il lemma 7 implica che σ(G) ≤ |N | − 1 (infatti N non `e risolubile essendo un prodotto diretto di gruppi semplici non abeliani). Allora |N | + 1 ≤ σ(G) ≤ |N | − 1, assurdo. La proposizione seguente `e molto importante perch´e ci aiuter`a molto nella trattazione dei gruppi affini.
Proposizione 7. Sia V un sottogruppo normale di G complementato e abeliano tale che V ∩ Z(G) = 1. Allora σ(G) < 2|V |. In particolare se V
`
e normale minimale allora σ(G) ≤ 1 + q + ... + qn dove q = | EndG(V )| e
|V | = qn.
Dimostrazione. Sia H un complemento di V in G. Sia A := {Hv | v ∈ V } ∪ {CH(v)V | 1 6= v ∈ V }.
Allora |A| < 2|V |. Per la prima parte basta allora mostrare che A ricopre G.
Se g = hw ∈ G con h ∈ H e w ∈ V e h 6∈ CH(v) per ogni 1 6= v ∈ V , allora CV(h) = 1 e |{hv | v ∈ V }| = [V : CV(h)] = |V |. Ora siccome V `e normale si ha hv ∈ hV . Ma allora da |hV | = |V | segue che hV = {hv | v ∈ V } e quindi hw = g appartiene a qualche Hv per v ∈ V .
V `e un G-gruppo e un H-gruppo, e EndG(V ) = EndH(V ). Se V `e normale minimale in G allora `e G-irriducibile e H-irriducibile, quindi EndG(V ) `e un anello con divisione finito, quindi `e un campo, chiamiamolo F , e sia q il suo ordine. Allora l’azione naturale fa di V un F -spazio vettoriale, quindi
|V | = qn per n = dimF(V ). Possiamo in quanto segue pensare ad H come contenuto in GL(V ) = GL(n, q). Allora G `e ricoperto da
{Hv | v ∈ V } ∪ {CH(W )V | W ≤ V, dimF(W ) = 1}, quindi
σ(G) ≤ qn+qn− 1 q − 1 =
n
X
i=0
qi.
Ne deduciamo in particolare un esempio di gruppo σ-elementare che am- mette quozienti non ciclici:
Proposizione 8. Sia p > 23 un primo abbastanza grande e non della forma qq−1k−1 dove q `e una potenza di un primo e k `e un intero. Detto V :=
{x ∈ C2p | P
ixi = 0} ≤ C2p, si ha allora che G := V o Alt(p) `e σ- elementare e σ(G) < σ(Alt(p)) = σ(G/I).
Dimostrazione. Siccome V ha dimensione p − 1 su F2, si ha che |V | = 2p−1, e quindi per la proposizione 7 si ha σ(G) < 2|V | = 2p. D’altra parte
3. STRUTTURA DEI GRUPPI σ-ELEMENTARI 11
per il teorema 4.4 in [4] si ha σ(Alt(p)) ≥ (p − 2)!, e (p − 2)! > 2p per p
abbastanza grande.
Ricordiamo che dato un gruppo H, un H-modulo `e un gruppo abeliano V dotato di un omomorfismo G //Aut(V ) che definisce un’azione di G su V . In questo modo possiamo costruire il prodotto semidiretto G :=
V oH, e considerare i gruppi di coomologia Hi(H, V ). In particolare l’ordine del primo gruppo di coomologia H1(H, V ) coincide col numero di classi di coniugio di complementi di V in V o H.
Corollario 4. Siano H un gruppo, V un H-modulo, G := V o H, e supponiamo che CV(H) = 0. Allora:
(1) se H1(H, V ) 6= 0 allora σ(G) = σ(H);
(2) se σ(H) ≥ 2|V | allora H1(H, V ) = 0.
Dimostrazione. Supponiamo che σ(G) < σ(H) = σ(G/V ). Sia c il numero di complementi di V in G. Per la proposizione 1 si ha c + 1 ≤ σ(G).
Osserviamo che da CV(H) = 0 segue subito che V ∩ Z(G) = 1, quindi si pu`o applicare la proposizione 7, ottenendo che σ(G) < 2|V |. Ora siccome CV(H) = 0, le classi di coniugio di complementi hanno cardinalit`a |V |, quindi se il primo gruppo di coomologia non si annullasse si avrebbe c ≥ 2|V |, e questo contraddice c + 1 ≤ σ(G) < 2|V |. Il primo punto `e provato.
Per il secondo basta osservare che se σ(H) ≥ 2|V | e H1(H, V ) 6= 0 allora dal primo punto si ha
2|V | > σ(G) = σ(H) ≥ 2|V |,
assurdo.
Corollario 5. Siano V, W due sottogruppi normali minimali di G, non Frattini, non centrali e abeliani.
(1) Se δG(V ) > 1 allora σ(G) = σ(G/V ).
(2) σ(G) = min{σ(G/V ), σ(G/W )}.
Dimostrazione. Osserviamo che in quanto non-Frattini ed abeliani, V e W sono complementati.
Sia c il numero di complementi di V in G. Allora
c = | Der(G/V, V )| = | EndG/V(V )|δG(V )−1| Der(G/CG(V ), V )| ≥ 2|V | essendo δG(V ) > 1. Se σ(G) < σ(G/V ) allora 2|V | < c + 1 ≤ σ(G) < 2|V | (abbiamo applicato le proposizioni 1 e 7), assurdo. Il primo punto `e provato.
Se V ∼G W allora δG(V ), δG(W ) > 1 perch´e V, W ammettono un fattore principale a s´e equivalente, quindi dal primo punto si deduce che σ(G/V ) = σ(G) = σ(G/W ). Supponiamo ora che V e W non siano G-equivalenti.
Per assurdo sia σ(G) < σ(G/V ), σ(G/W ). Siccome V `e abeliano, un com- plemento di V in G `e massimale (lemma 19), quindi ha tanti coniugati quant’`e il suo indice, cio`e |V |. Ne segue che V ha almeno |V | coniugati, ed analogamente W ha almeno |W | coniugati. Siccome V, W non sono G- equivalenti, V e W non possono avere complementi in comune, e per la
proposizione 1 i complementi di V e di W devono comparire in un rico- primento minimale. Ne segue che σ(G) ≥ |V | + |W | ≥ min{2|V |, 2|W |}, e questo contraddice la proposizione 7 perch´e V e W sono non-centrali (e quindi V ∩ Z(G) = 1 = W ∩ Z(G) per minimalit`a di V, W ). Il prossimo teorema chiarisce un po’ la struttura dei gruppi σ-elementari.
Teorema 7. Sia G un gruppo finito, non abeliano e σ-elementare.
(1) G non ha centro: Z(G) = 1.
(2) G non ha Frattini: Φ(G) = 1.
(3) Se N `e un sottogruppo normale minimale allora δG(N ) = 1.
(4) G ammette al pi`u un sottogruppo normale minimale abeliano.
(5) Lo zoccolo soc(G) `e un prodotto diretto di sottogruppi normali min- imali non G-equivalenti e al pi`u uno di essi `e abeliano.
(6) Detto soc(G) = G1 × ... × Gn come al punto precedente, G `e un prodotto sottodiretto dei gruppi monolitici primitivi Xi= G/RG(Gi) associati ai Gi.
Dimostrazione.
(1) `E il teorema 6.
(2) Siccome G `e σ-elementare, basta mostrare che σ(G) = σ(G/Φ(G)).
Ma questo `e ovvio perch´e esistono ricoprimenti minimali formati da sottogruppi massimali, ed ogni sottogruppo massimale contiene il Frattini.
(3) Se N `e abeliano, segue dal corollario 5, altrimenti dal corollario 3.
(4) Se ci fossero due sottogruppi normali minimali e abeliani V, W allora essendo Z(G) = Φ(G) = 1, dal corollario 5 seguirebbe che
σ(G) = min{σ(G/V ), σ(G/W )}, contro la σ-elementarit`a di G.
(5) Segue dai due punti precedenti (la non-G-equivalenza segue dal punto 3).
(6) Una volta considerato il morfismo canonico G //G/RG(G1) × ... × G/RG(Gn) ,
basta mostrare che `e iniettivo, cio`e che R := RG(G1) ∩ ... ∩ RG(Gn)
`
e ridotto a 1. Ora se R 6= 1 allora essendo un sottogruppo normale di G, esso contiene un sottogruppo normale minimale di G, ovvero esiste i ∈ {1, ..., n} tale che Gi ≤ R. In particolare Gi ≤ RG(Gi), cio`e RG(Gi)Gi = RG(Gi), e questo contraddice il punto 5 della proposizione 5.
4. Sui gruppi σ-elementari risolubili
Abbiamo gi`a visto che un gruppo abeliano e σ-elementare `e isomorfo a Cp× Cp per qualche primo p. Ora possiamo “risolvere” i gruppi risolubili non
4. SUI GRUPPI σ-ELEMENTARI RISOLUBILI 13
abeliani. Cominciamo enunciando il seguente risultato di Gasch¨utz (per la dimostrazione si veda [10]).
Teorema 8 (Gasch¨utz). Sia S un gruppo risolubile che agisce fedel- mente e irriducibilmente su un gruppo abeliano elementare V . Allora ogni fattore principale K/L di S soddisfa |K/L| < |V |.
Osserviamo che un gruppo G risolubile e σ-elementare ha al pi`u un sot- togruppo normale minimale abeliano (per il teorema 7), e siccome tutti i sottogruppi normali minimali di G sono abeliani (essendo G risolubile), `e immediato che G `e monolitico e quindi primitivo (non avendo Frattini).
Proseguiamo con un lemma.
Lemma 8. Sia G risolubile non abeliano e σ-elementare. Se G/ soc(G)
`
e ciclico allora σ(G) = | soc(G)| + 1.
Dimostrazione. Basta mostrare che σ(G) ≤ | soc(G)| + 1, dato che l’altra disuguaglianza viene dal fatto che i complementi di soc(G) sono mas- simali e devono comparire in un ricoprimento minimale di G. Ora siccome i complementi di soc(G) sono massimali e ciclici (perch´e isomorfi a G/ soc(G)), si intersecano a due a due nell’identit`a (infatti se Mi e Mj sono due com- plementi allora Mi∩ Mj E hMi, Mji = G e Mi, Mj hanno cuore normale identico) e quindi detti M1, ..., Mt i primi t = | soc(G)| complementi si ha
|M1∪ ... ∪ Mt| = | soc(G)|(|G/ soc(G)| − 1) + 1 = |G| − (| soc(G)| − 1) Questo mostra che G dev’essere uguale all’unione di soc(G) pi`u | soc(G)| dei
suoi complementi.
Teorema 9. Un gruppo non abeliano G che `e σ-elementare e risolubile `e primitivo monolitico, il quoziente G/ soc(G) `e ciclico e σ(G) = | soc(G)| + 1.
Dimostrazione. Dovendo essere G primitivo monolitico, per il lemma 8 basta mostrare che G/ soc(G) `e ciclico.
Se per assurdo G/ soc(G) non `e ciclico allora prendiamo un quoziente G/Y che sia non ciclico ed a fattori propri ciclici. Un tale quoziente deve esistere per la finitezza di G. Allora G/Y `e ovviamente σ-elementare (i suoi quozienti propri hanno somma infinita), ed `e risolubile con (G/Y )/ soc(G/Y ) ciclico.
Per il teorema 8 i fattori principali di G/ soc(G) (che sono i fattori principali di G) hanno ordine < | soc(G)|, infatti detto V := soc(G), l’azione di G/V su V `e fedele essendo CG(V ) = V . Per dimostrarlo prendiamo un complemento H di V in G (che esiste perch´e Frat(G) = 1), e consideriamo CH(V ): essendo un sottogruppo normale di G non contenente V (il solo normale minimale), dev’essere identico. Segue che CG(V ) = V CH(V ) = V .
Ma allora | soc(G)| + 1 ≤ σ(G) ≤ σ(G/Y ) < | soc(G)| + 1, assurdo. Ricaviamo in particolare il seguente corollario:
Corollario 6. Sia G un gruppo risolubile non abeliano. Allora G `e σ-elementare se e solo se G `e monolitico e G/ soc(G) `e ciclico. In tal caso tutti i quozienti propri di G sono ciclici.
Dimostrazione. La necessit`a segue dal teorema 9. Se 1 6= K EG allora soc(G) ⊆ K e quindi G/K `e un’immagine omomorfa di G/ soc(G). Segue che se G/ soc(G) `e ciclico allora ogni quoziente proprio di G `e ciclico e quindi G `e σ-elementare (i suoi quozienti propri hanno somma infinita).
5. Stime
Definizione 4. Sia X un gruppo primitivo monolitico, e sia N il suo zoccolo. Per ogni unione non vuota Ω = S
iωiN di laterali di N in X tale che hΩi = X, sia σΩ(X) il minimo numero di supplementi di N in X necessari a ricoprire Ω. Definiamo
σ∗(X) := min{σΩ(X) | Ω =[
i
ωiN, hΩi = X}.
Proposizione 9. Sia G un gruppo non abeliano e σ-elementare. Siano G1, ..., Gn i suoi sottogruppi normali minimali, e siano X1, ..., Xn i gruppi primitivi monolitici associati rispettivamente a G1, ..., Gn. Allora σ(G) ≥ Pn
i=1σ∗(Xi).
Dimostrazione. Sia M un insieme di σ = σ(G) sottogruppi massimali che ricoprono G. Definiamo
M6Gi := {M ∈ M | Gi 6≤ M }.
Allora si hanno i seguenti fatti:
• M6Gi 6= ∅ per ogni i = 1, ..., n altrimenti ogni M ∈ M conterrebbe un fissato Gi e quindi {M/Gi | M ∈ M} coprirebbe G/Gi, contro la σ-elementarit`a di G.
• M6Gi ∩ M6Gj = ∅ se i 6= j: se infatti tale intersezione contenesse un M allora GiMG/MG e GjMG/MG sarebbero due sottogruppi normali minimali di G/MG che `e primitivo, quindi Gi ∼G Gj e δG(Gi) ≥ 2 (Gi e Gj sarebbero due fattori principali G-equivalenti di G) contro il teorema 7.
Allora la famiglia degli M6Gi costituisce una partizione di M. Quindi `e sufficiente mostrare che |M6Gi| ≥ σ∗(Xi) per ogni i.
Fissiamo i, e definiamo X := Xi. Sia π : G //X la proiezione canonica.
Sia N := soc(X) ∼= Gi, e sia Mi := {M ∈ M | M ≥ Gi} = M − M6Gi. Definiamo allora
Ω := {π(g) | g ∈ G − [
M ∈Mi
M }.
Per minimalit`a di M si ha Ω 6= ∅ (infatti G 6= S
M ∈MiM essendo Mi
contenuto strettamente in M). Osserviamo che Gi ≤ M ∈ Mi e π(Gi) = soc(X) = N , quindi se x ∈ Ω allora x = π(g), xN = π(gGi) e gGi `e disgiunto daS
M ∈MiM , da cui xN ⊆ Ω. Quindi Ω `e un’unione di laterali di N . Se hΩi = H 6= X allora G `e coperto da Mi∪ {π−1(H)} e quest’unione
`
e minimale, essendo |Mi| + 1 ≤ σ. Ma π−1(H) ≥ Gi perch´e H ⊇ N (infatti se x ∈ Ω allora xN ⊆ Ω e quindi N = x−1(xN ) ⊆ hΩi), quindi
6. IL RAPPORTO COI MONOLITICI ASSOCIATI 15
σ(G/Gi) ≤ |Mi| + 1 = σ(G), assurdo. Quindi hΩi = X.
Proviamo ora che |M6Gi| ≥ σΩ(X) ≥ σ∗(X). R := RG(Gi) = ker(πi) `e tale che (lemma 6) se H `e un sottogruppo proprio di G e HGi = G allora HR 6= G, quindi ogni M ∈ Mi contiene R (dovendo essere M R 6= G, essendo M Gi = G). Quindi M = π−1(π(M )) e π(M ) supplementa N in X ed `e massimale in X. L’unione degli elementi di M6Gi copre G −S
M ∈MiM , quindi le immagini tramite π degli elementi di M6Gi coprono Ω. Allora
|{π(M ) | M ∈ M6Gi}| = |M6Gi| ≥ σΩ(X) ≥ σ∗(X). Nel seguito, dato un gruppo primitivo monolitico X di zoccolo N , indichiamo con lX(N ) il minimo indice di un sottogruppo proprio di X che supplementa N in X.
Corollario 7. Sia X un gruppo primitivo monolitico di zoccolo N . Allora σ∗(X) ≥ lX(N ). In particolare nelle ipotesi della proposizione 9 si ha σ(G) ≥Pn
i=1lXi(Ni).
Dimostrazione. Se un supplemento M di N in X ha intersezione non vuota con un laterale gN allora gN = mN con m ∈ M e quindi N ∩ M e gN ∩ M sono equipotenti (tramite la funzione che manda x in mx) e
|G|/|N | = |G/N | = |M N/N | = |M/M ∩N | = |M |/|M ∩N | = |M |/|M ∩gN |.
Quindi
[G : M ] = |N |/|M ∩ gN |, |gN ∩ M | = |gN |/[G : M ].
Siccome lX(N ) ≤ [G : M ], questo implica che ci vogliono almeno lX(N ) supplementi di N per coprire gN . Quindi σ∗(X) ≥ lX(N ).
6. Il rapporto coi monolitici associati
Lemma 9. Siano X un gruppo e N un suo sottogruppo normale. Se dei sottogruppi di X coprono un laterale yN di N allora coprono anche yαN se (α, |y|) = 1.
Dimostrazione. Sia s un intero tale che sα ≡ 1 mod |y|. Siccome (s, |y|) = 1 per il famoso teorema di Dirichlet esistono infiniti primi nella progressione aritmetica {s + |y|n | n ∈ N}. Scegliamo un primo p > |X| in tale progressione. Siccome (p, |X|) = 1, esiste un intero r tale che pr ≡ 1 mod |X|. Se yN ⊆S
i∈IMi, per ogni g ∈ yαN abbiamo che gp ∈ (yα)pN = (yα)sN = yN ⊆ S
i∈IMi, e quindi anche g = (gp)r appartiene a S
i∈IMi.
Proposizione 10. Siano G un gruppo σ-elementare non abeliano, N un suo sottogruppo normale minimale, X il gruppo primitivo monolitico associato. Allora:
• se X = N allora G = N ;
• se |X/N | `e primo allora G = X.
Dimostrazione. Se X = N allora c’`e un solo laterale di N in X, quindi Ω = N e σ∗(N ) = σN(N ) = σ(N ). Per la proposizione 9 si ha allora che σ(G) ≥ σ∗(N ) = σ(N ) e quindi σ(G) = σ(N ) essendo N un’immagine omomorfa di G (essendolo X, ed essendo X = N ). Quindi G = N per la σ-elementarit`a di G.
Supponiamo ora che |X/N | sia primo. Sia Ω un’unione non vuota di laterali di N tale che hΩi = X. Allora Ω contiene un yN che genera X/N . Dal lemma 9 segue che se un’unione S
iMi copre Ω allora S
iMi copre ogni laterale di N salvo al pi`u N . Quindi σ(X) ≤ σΩ(X) + 1, quindi σ∗(X) ≥ σ(X) − 1. Dalla proposizione 9 si ottiene che σ(G) ≥ Pn
i=1σ∗(Xi) e dal corollario 7 segue σ∗(Xi) ≥ 2 per ogni i. Quindi σ(G) ≥ 2n e σ(G) ≥ Pn
i=1σ(Xi) − n. Inoltre σ(G) ≤ σ(Xi) per ogni i. Allora si ha:
n · σ(G) ≤
n
X
i=1
σ(Xi) ≤ σ(G) + n, da cui n(σ(G) − 1) ≤ σ(G), ovvero
n ≤ σ(G) σ(G) − 1 ≤ 2,
e l’ultima disuguaglianza `e stretta dovendo essere σ(G) > 2. Quindi n = 1.
Questo significa che N `e l’unico sottogruppo normale minimale di G, quindi
G = X.
Corollario 8. Se n 6= 1, 2, 3, 4, 6 e N ∼= Alt(n) `e un sottogruppo normale di un gruppo σ-elementare G allora G ∼= Sym(n) oppure G ∼= Alt(n).
Dimostrazione. Ricordiamo che nelle ipotesi dette si ha Aut(Alt(n)) = Sym(n). Osserviamo che N essendo semplice `e un sottogruppo normale minimale di G. Ora il coniugio definisce un omomorfismo
X //Aut(Alt(n)) = Sym(n)
che `e iniettivo perch´e Alt(n) non `e abeliano, ed `e il solo sottogruppo normale minimale di X (quindi se il nucleo non `e 1 contiene Alt(n), assurdo). Siccome X contiene Alt(n) si ottiene allora che X ∼= Sym(n) oppure X ∼= Alt(n).
Concludiamo applicando la proposizione 10.
CAPITOLO 2
Gruppi di σ “piccola”
Nel leggere questo capitolo `e utile fare riferimento alle tabelle in appendice.
1. Alcuni gruppi di somma nota
Riassumiamo nel seguente teorema ci`o che si dimostra nel lavoro di Bryce, Fedri e Serena ([7]) riguardo i gruppi di matrici 2 × 2:
Teorema 10. Sia q una potenza di un primo, q ≥ 4. Sia G ∈ {GL(2, q), P GL(2, q), SL(2, q), P SL(2, q)}, con q 6= 5, 7, 9 se G ∈ {SL(2, q), P SL(2, q)}. Allora:
σ(G) = 1
2q(q + 1) se q pari;
σ(G) = 1
2q(q + 1) + 1 se q dispari.
Inoltre σ(GL(2, 2)) = σ(P GL(2, 2)) = σ(SL(2, 2)) = σ(P SL(2, 2)) = 4 (i quattro gruppi sono isomorfi a Sym(3)), e:
σ(GL(2, 3)) = σ(P GL(2, 3)) = 4, σ(SL(2, 3)) = σ(P SL(2, 3)) = 5, σ(SL(2, 5)) = σ(P SL(2, 5)) = 10, σ(SL(2, 7)) = σ(P SL(2, 7)) = 15,
σ(SL(2, 9)) = σ(P SL(2, 9)) = 16.
Riassumiamo nel seguente teorema ci`o che si dimostra nel lavoro di Maroti ([4]) e in quello di Britnell, Evseev, Guralnick, Holmes e Maroti ([5]) riguar- do i gruppi alterni e simmetrici, a noi utile:
Teorema 11. Sia n > 3. Allora:
• σ(Sym(n)) = 2n−1 se n `e dispari e n 6= 9.
• σ(Sym(n)) ≤ 2n−2 se n `e pari.
• σ(Alt(n)) = 2n−2 se n `e pari ma non divisibile per 4.
• σ(Alt(n)) > 2n−2 se n 6= 7, 9.
• 172 ≤ σ(Sym(9)) ≤ 256, σ(Sym(12)) ≤ 761, σ(Alt(7)) ≤ 31, σ(Alt(9)) ≥ 80.
• Se n ≥ 14 allora σ(Sym(n)) > 12 n/2n .
Ricordiamo inoltre che σ(Sym(5)) = 16 (cf. [3]), σ(Sym(6)) = 13 (cf. [12]).
17
2. Gruppi di somma 19 Enunciamo il seguente:
Lemma 10. Sia L un gruppo primitivo monolitico con zoccolo non abeliano N = S1× ... × Sr, con S1 ∼= ... ∼= Sr∼= S semplice non abeliano. Se U `e un sottogruppo proprio di L che supplementa N e tale che πi(U ∩ N ) = Si per almeno una proiezione πi: N //Si allora N ∩U proietta suriettivamente su ogni proiezione e N ∩ U ∼= Su con u ≤ r/2.
Dimostrazione. Si veda [14].
Ne deduciamo:
Lemma 11. Sia N lo zoccolo non abeliano di un gruppo primitivo G tale che σ(G) < σ(G/N ), N ∼= Sr con S semplice non abeliano. Allora detto lG(N ) il minimo indice di un sottogruppo proprio di G che supplementa N si ha lG(N ) ≥ 5r. In particolare σ(G) ≥ 5r+ 1.
Dimostrazione. Un sottogruppo proprio di G che supplementa N e di indice minimale con questa propriet`a `e massimale perch´e se non lo fosse i massimali che lo contengono supplementerebbero N ed avrebbero indice inferiore. In base al lemma 3.2 in [6] sappiamo che un ricoprimento minimale M di G contiene almeno lG(N ) sottogruppi che supplementano N , quindi
|M| ≥ lG(N ) + 1 a meno che tutti gli elementi di M supplementino N . Ma in tal caso si ha lG(N ) ≤ σ(G) − 1 (lemma 1) e quindi in ogni caso σ(G) ≥ lG(N ) + 1.
Se M supplementa N allora dal lemma precedente deduciamo che se M ∩ N proietta suriettivamente su ogni Si allora M ∩ N ∼= Su con u ≤ r/2, quindi [G : M ] = [N : M ∩ N ] = |S||S|ru = |S|r−u ≥ |S|r−r/2= |S|r/2 ≥ 60r/2≥ 7r ≥ 5r. In caso contrario le proiezioni di M ∩ N sugli Si sono tutti sottogruppi propri, quindi l’indice di M in G risulta uguale a [N : M ∩ N ] ≥ l(S)r, dove l(S) `e il minimo indice di un sottogruppo proprio di S. l(S) vale almeno 5 perch´e se S, semplice non abeliano, ammettesse un sottogruppo di indice 2, 3 o 4 allora agirebbe fedelmente su 2, 3 o 4 oggetti e quindi sarebbe isomorfo ad un sottogruppo di Sym(2), Sym(3) o Sym(4), assurdo perch´e il minimo ordine di un gruppo semplice non abeliano `e 60. In particolare se G `e σ-elementare di somma ≤ 25 e primitivo monolitico allora r = 1, quindi lo zoccolo di G `e semplice.
Indaghiamo ora l’esistenza di gruppi σ-elementari di somma 19. Cominciamo con un corollario dei teoremi 10 e 11.
Corollario 9. Nessun gruppo del tipo GL(2, q), P GL(2, q), SL(2, q), P SL(2, q) (dove q `e una potenza di un primo) ha somma 19. Nessun gruppo alterno o simmetrico ha somma 19.
2. GRUPPI DI SOMMA 19 19
Dimostrazione. La prima parte segue dal teorema 10. Gli unici gruppi alterni o simmetrici che il teorema 11 non esclude dall’avere somma 19 sono i seguenti:
Alt(7), Sym(8), Sym(10), Sym(12).
Ora:
• Alt(7) ha:
– 1 elemento di ordine 1 (l’identit`a);
– 12 72 · 52 = 105 elementi di ordine 2 (i prodotti di cicli disgiunti del tipo 2 − 2);
– 73·2+(73)·2·(43)·2
2 = 350 elementi di ordine 3 (i 3-cicli e i prodotti di cicli disgiunti del tipo 3 − 3);
– 74 · 3! · 32
= 630 elementi di ordine 4 (i prodotti di cicli disgiunti del tipo 2 − 4);
– 75 · 4! = 504 elementi di ordine 5 (i 5-cicli);
– 12 72 · 52 · 2 = 210 elementi di ordine 6 (i prodotti di cicli disgiunti del tipo 2 − 2 − 3);
– 6! = 720 elementi di ordine 7 (i 7-cicli).
Inoltre i suoi sottogruppi massimali sono:
– Sym(5) (21 occorrenze);
– Alt(6) (7 occorrenze);
– SL(3, 2) (30 occorrenze);
– (C3× Alt(4)) : C2 (35 occorrenze).
Gli unici massimali che contengano 7-cicli sono i SL(3, 2) (gli unici il cui ordine sia multiplo di 7). Ora SL(3, 2) contiene 48 elemen- ti di ordine 7 (cio`e 7-cicli), quindi ci vogliono almeno 486! = 15 occorrenze di SL(3, 2) in una somma minimale di Alt(7). I soli massimali che contengono elementi di ordine 6 (che sono 210) sono Sym(5) (che sono 21 e ne contengono 20) e (C3 × Alt(4)) : C2 (che sono 35 e ne contengono 6), quindi ci vogliono almeno 11 sottogruppi per coprire gli elementi di ordine 6; questo dice (ricor- dando che devono comunque comparire 15 occorrenze di SL(3, 2)) che σ(Alt(7)) ≥ 15 + 11 = 26.
Se σ(Alt(7)) = 26 allora in un ricoprimento minimale si hanno 15 occorrenze di SL(3, 2) e 11 occorrenze di Sym(5). Ma siccome i SL(3, 2) non contengono elementi di ordine 5 e i Sym(5) ne con- tengono 24, in questo modo non vengono coperti tutti gli elementi di ordine 5, perch´e essi sono 504 e 11 · 24 = 264 < 504.
Se σ(Alt(7)) = 27 allora non ci possono essere 12 occorrenze di Sym(5) (oltre alle note 15 occorrenze di SL(3, 2)) dato che non verrebbero coperti gli elementi di ordine 5 (24 · 12 < 504); se ce ne fossero 11 allora avanzerebbero 264 elementi di ordine 5 che non possono essere coperti con un solo sottogruppo (il massimale che ne contiene di pi`u `e Alt(6), che ne contiene 144); se ce ne fossero