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Teoria della relatività-1

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(1)

Teoria della relatività-1

4 dicembre 2014

Postulati della teoria

Sincronizzazione degli orologi

Relatività della simultaneità (approccio qualitativo)

Trasformazioni di Galileo e di Lorentz, trasformazioni inverse Spazio-tempo, quadri-vettori

(2)

222

Fondamenti

• La teoria della relatività si fonda su due postulati

• Il principio di relatività: le leggi della fisica sono le stesse in tutti i sistemi inerziali

• La costanza della velocità della luce nel vuoto: ha lo stesso valore in tutti i sistemi

inerziali, indipendentemente dalla direzione di

propagazione o dalla velocità della sorgente

(3)

Fondamenti

• Il secondo postulato significa che esiste una velocità limite massima per la trasmissione di segnali

• Esso distingue la fisica classica, in cui non esiste un limite massimo alla velocità, da quella relativistica

• Ha come conseguenza la relatività della

simultaneità per sistemi inerziali in moto

relativo

(4)

444

Sincronizzazione degli orologi

• Per poter eseguire misure di grandezze fisiche in un sistema di riferimento

(inerziale) è indispensabile che gli orologi di osservatori posti in luoghi diversi del sistema siano tra loro

sincronizzati

• Bisogna quindi trovare una procedura di

sincronizzazione adeguata

(5)

555

Sincronizzazione degli orologi

• Consideriamo due punti P1 e P2 del sistema S

• Per sincronizzare gli orologi si può procedere come segue

• Si misura la distanza L tra i due punti

• Si invia un segnale luminoso, ad es. da P1 verso P2 convenendo che al momento dell’invio da P1 il tempo dell’orologio in P1 sia posto uguale a zero e che al momento della ricezione in P2 il tempo dell’orologio in P2 sia posto uguale a



L c

(6)

666

Sincronizzazione degli orologi

• Supponiamo che l’osservatore (cioè lo sperimentatore) si trovi nel punto O di un sistema inerziale S e riceva un

segnale da un punto differente P di S, distante L da O

• Se vuole conoscere quando il segnale è stato spedito deve sottrarre al tempo segnato dal proprio orologio nell’istante della ricezione il tempo di percorrenza

• E quindi a parità di tempo di ricezione, il tempo di invio è tanto più indietro nel passato, quanto più P è lontano O



tinvioP

 t

ricezioneO

L c

(7)

Sincronizzazione degli orologi

• Il ritmo degli orologi è però uguale nei diversi punti del sistema S

• La sincronizzazione è indispensabile per poter definire la simultaneità di due eventi

che avvengono in punti differenti dello spazio



t

P

 t

P(2)

 t

P(1)

 t

O(2)

L c



  

  t

O(1)

L c



  

  t

O

O P

(8)

888

Misure di lunghezza

• La sincronizzazione è necessaria per eseguire misure di lunghezza di oggetti in movimento

• Infatti, affinche’ la misura sia sensata, occorre che la posizione degli estremi sia misurata simultaneamente

• Poiché, come vedremo, la simultaneità dipende dal sistema di riferimento, ne segue che misure di uno stesso oggetto effettuate in sistemi in moto relativo, danno risultati diversi

v

x1 x2 x

(9)

Relatività della simultaneità

• È conseguenza della finitezza della velocità limite

• Supponiamo di avere due sistemi, S e S’, in moto relativo con velocità v

• In ciascun sistema ci sia un regolo, a riposo, e disposto parallelamente al moto

S’ v S

(10)

10 10 10

Relatività della simultaneità descrizione in S

• Supponiamo di essere gli osservatori del sistema S e di trovarci in O

• Supponiamo che un fulmine colpisca il nostro regolo (in S) nel punto A (e il regolo di S’ nel punto A’) e un secondo fulmine colpisca il nostro regolo nel punto B (e l’altro regolo nel punto B’)

• A e B siano equidistanti da O

A’ B’ S’ v

O S

A B

A’ B’

(11)

Relatività della simultaneità descrizione in S

• Poiché siamo equidistanti dai punti A e B, possiamo dire che i due fulmini hanno colpito

simultaneamente se (e solo se) riceviamo la loro luce in O nello stesso istante

• Se questo è il caso, allora possiamo concludere che per l’osservatore O’ in S’, posto a metà tra i punti A’

e B’ i due eventi non sono simultanei

S’

O S

A B

O’

A’ B’

(12)

12 12 12

Relatività della simultaneità descrizione in S

• Questo è dovuto al fatto che mentre la luce si muove da A e B verso O’, con velocità c, O’ si muove a sinistra con velocità v, allontanandosi da A e avvicinandosi a B

S’ v O S

O’

A B

S’ v O’

O S

A B

S’ v O’

O S

A B

t0

t1

t2

(13)

Relatività della simultaneità descrizione in S

• L’osservatore in O’ riceverà quindi prima il segnale da B’ e successivamente quello da A’

• Trovandosi a metà strada dai due punti, ne conclude che l’evento in B’ è antecedente a quello in A’ cioè gli eventi, simultanei in S, non lo sono in S’

• È chiaro che se la luce avesse velocità infinita, essa raggiungerebbe sia O che O’, sia da DX che da SX, in un tempo nullo, e quindi i due eventi sarebbero simultanei sia in S che in S’

S’ v O S

O’

A A’

B B’

(14)

14 14 14

Trasformazione di coordinate

• Per semplicità consideriamo due sistemi inerziali S(x,y,z,t) e S’ (x’,y’,z’,t’) i cui assi siano paralleli e il cui moto relativo con velocità v avvenga lungo la direzione comune dell’asse x, x’

x y

z

x’

y’

z’

v

(15)

Trasformazioni di Galileo

• In fisica classica le

trasformazioni di coordinate tra i due sistemi inerziali sono quelle di Galileo

 

 

t t

z z

y y

vt x

x

' '

' '

• L’ultima eq. stabilisce il fatto che in fisica classica il tempo è assoluto, cioè non dipende dal sistema di riferimento

(16)

16 16 16

Trasformazioni di Lorentz

• In relatività, come in fisica

classica, si postula che il tempo sia omogeneo e lo spazio sia omogeneo e isotropo, il che implica che le equazioni di trasformazione siano lineari

• Inoltre, aggiungendo i due

postulati specifici della teoria della relatività, si deduce l’insieme di trasformazioni di coordinate spazio-temporali di Lorentz

t a z

a y

a x

a t

t a z

a y

a x

a z

t a z

a y

a x

a y

t a z

a y

a x

a x

44 43

42 41

34 33

32 31

24 23

22 21

14 13

12 11

' '

' '

Le aij possono essere, in generale, funzioni della velocità relativa v:

aij(v)

(17)

Determinazione di a

11

, a

14

• Al piano x’=0, in moto con velocita` v rispetto a S lungo l’asse x, corrisponde x=vt per ogni y, z

• viceversa a x’=0, corrisponde x’=-vt’ per ogni

y’, z’

• Quindi dev’essere

• Usando il principio di relativita` si puo`

dimostrare che

 

 

 

' '

' '

vt x

x

vt x

x

 ' 

(18)

Determinazione dei coefficienti

• Con considerazioni relative alla coincidenza degli altri due piani coordinati si puo`

dimostrare che y’ dipende solo da y e z’ solo da z:

• Vediamo ora come usando il principio di

relativita` si possa dimostrare che i coefficienti a

22

, a

33

valgono 1:

18

z z

y y

 '

' y a

y ' 

22

z '  a

33

z

(19)

Determinazione di a

22

• Supponiamo infatti di disporre nel sistema S un regolo di lunghezza unitaria lungo l’asse y:

• In S’ la misura della lunghezza di questo regolo sarà

• Scambiamo i ruoli dei due sistemi, se ora un regolo unitario è posto in S’ lungo l’asse y’:

• in S la misura della lunghezza di questo regolo sarà

22

' a

22

u a y

y

 1 u

y

22

22

' '

' u a

a

y

y

1 '

y

u

Trasformazione diretta

y '  a

22

y

Trasformazione inversa

ya '

22

y '

(20)

Determinazione di a

22

• Siccome la trasformazione inversa si può anche scrivere

• Avremo che

• Confrontiamo ora le misure ottenute nei due sistemi, occorre che sia

• altrimenti i due sistemi non soddisfarrebbero il principio di relatività

• Questo significa che e di conseguenza

20

 

22 1

y a

y y  

 '

 

22 1

22

 a

a

22

 1 a

  a

22 1

y '

y

Trasformazione diretta

y '  a

22

y

Trasformazione inversa

ya '

22

y '

(21)

Determinazione di a

41

, a

44

• Dalle relazioni

• Possiamo ricavare le trasformazioni per il tempo

x vt

x '    x x ' vt '

 

 

 

 

 

 1

2

1

'  

v t x

t 

 

 

 

 

 1

2

' 1

' 

v

t x

t

(22)

Determinazione del coefficiente 

• Usando il postulato della costanza della velocita` della luce possiamo determinare l’ultima incognita 

• Immaginiamo un’onda luminosa sferica che si propaga dall’origine delle coordinate

• Nel sistema S, al tempo t, la superficie sferica avra` raggio

• Similmente nel sistema S’ avremo

22 2

2 2

2

2

y z c t

x   

2 2 2

2

2

' ' '

' y z c t

x   

(23)

Determinazione del coefficiente 

• Sottraendo membro a membro e riordinando, otteniamo

• Sostituendo le espressioni di x’, t’ in funzione di x, t, otteniamo

• Da questa identità, segue che i coefficienti dei termini corrispondenti devono essere uguali

2 2 2

2 2

2

'

' c t x c t

x   

2 2

2 2 2

2 2 2

2 2 2 2

2

2 1

1 1 2

1

1 t c v x c t

v v c

v xt

x c

(24)

Determinazione del coefficiente 

• In particolare il coefficiente del termine misto dev’essere nullo

• Da cui segue

Posto gamma si puo` riscrivere

24

1 0

1 2

2

v

v c

2

1 1



 



c

v



v

c 1 2

1

(25)

Trasformazioni di Lorentz

• Le trasformazioni di Lorentz (TdL) sono dunque

 

 



 

 

  

c x t v

t

z z

y y

vt x

x

'

2

' ' '

(26)

26 26 26

Trasformazioni di Lorentz

• Le trasformazioni inverse per

passare dal sistema S’ al sistema S si possono ottenere invertendo il sistema lineare precedente

• Si possono anche ottenere più

semplicemente usando il principio di relativita` e osservando che S si muove con velocità -v rispetto a S’

 

 



 

 

  

' '

' '

' '

2

x c t v

t

z z

y y

vt x

x

(27)

Trasformazioni di Lorentz

• Queste eqq. diventano più simmetriche se si

introduce la variabile

x0=ct, nel qual caso, dette x1=x, x2=y, x3=z, abbiamo

 

 

 

 

2 2

1 0

1

1 0

0

' ' '

'

x x

x x

x x

x

x x

x



x0' x1' x2' x3'

















  0 0

  0 0

0 0 1 0

0 0 0 1

















x0 x1 x2 x3

















 L x0

x1 x2 x3

















• E in forma matriciale

• Ove L è la matrice associata alla TdL

(28)

28 28 28

Spazio-tempo

• Possiamo introdurre uno spazio astratto a quattro dimensioni (lo spazio-tempo) e considerare la

quaterna (x0, x1, x2, x3) come un vettore in tale spazio, ovvero un quadri-vettore (o 4-vettore)

• Le TdL trasformano le componenti di questo

vettore tra loro, in particolare ‘mescolano’ lo spazio e il tempo

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