• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 4

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 4"

Copied!
18
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 4

MATERIALI E METODI

4.1 Premessa

L’indagine svolta per la specie lepre europea (Lepus europaeus), nel contesto delle Riserve Biogenetiche Casentinesi, è finalizzata principalmente alla raccolta di informazioni circa le caratteristiche eco-etologiche dell’animale, così da permetterci di arrivare ad una definizione dei parametri caratterizzanti la popolazione presente.

Tali parametri sono di tipo distributivo, demografico (abbondanze relative, consistenze minime ed eventualmente densità), ecologico (uso degli ambienti vegetazionali presenti e delle diverse fasce altitudinali durante le stagioni e l’anno) e parassitologico (presenza/assenza di parassiti, tipologia parassiti presenti, numero parassiti rinvenuti).

All’interno delle Foreste Demaniali, la lepre rappresenta una specie indicatrice di ambienti, generalmente di limitata estensione ma molto importanti: le aree aperte. In tali contesti insistono aree di pascolo fondamentali non solo per la specie target di questo studio, ma anche per tutti gli altri erbivori presenti. La conoscenza e la raccolta di informazioni sulla popolazione di lepre nelle Riserve, ci consente, quindi, di avere indicazioni sulle dinamiche forestali, segnatamente sul processo di “copertura” da parte del bosco delle aree prative; successione ecologica naturale che andrebbe, in ambienti forestali gestiti per la massimizzazione della biodiversità locale, controllata in modo da preservare le poche zone di pabulum, prevenendo così danni all’evoluzione ed alla rinnovazione del bosco da parte dei grandi erbivori.

I dati riguardanti la dinamica di popolazione assunta dalla specie dovrebbero essere parte dei piani di assestamento forestale, specifici per ogni Riserva, permettendo una gestione del territorio agro-silvo-pastorale da parte delle amministrazioni competenti che sia effettivamente “naturalistica”, o meglio “sistemica”.

Le risultanze dell’indagine possono essere importanti anche a scopo faunistico venatorio, in quanto lo studio della lepre in un ambiente naturale protetto, permette di raccogliere informazioni scevre da una pesante influenza antropica, necessarie sia nella ricostituzione di ambienti idonei alla sopravvivenza ed alla riproduzione di questa specie nelle aree oggetto di caccia, sia nell’orientamento delle tecniche di allevamento, in modo da avere un pool di

(2)

animali destinati ai ripopolamenti, in grado di sopravvivere nell’ambiente, massimizzando i risultati produttivi dell’allevamento stesso.

Il periodo di ricerca e di raccolta dati si è svolto secondo le seguenti tempistiche: • Analisi parassitologiche:

o Sessione autunnale dal 25-10-2010 al 30-10-2010; o Sessione invernale dal 10-01-2011 al 16-11-2011; o Sessione primaverile dal 02-05-2011 al 08-05-2011; o Sessione estiva dal 25-07-2011 al 31-07-2011. • Conteggio con faro:

o Sessione autunnale ottobre 2010; o Sessione primaverile maggio 2011. • Pellet count (pulizia/conteggio)

o Sessione invernale febbraio 2012;

o Sessione primaverile maggio - giugno 2012; o Sessione estiva agosto - settembre 2012; o Sessione autunnale ottobre 2012.

4.2 Raccolta dati

4.2.1 Analisi parassitologiche

La raccolta dei campioni ai fini dell’analisi parassitologica è stata svolta in maniera opportunistica: sono state scelte, cioè, zone ben raggiungibili con più alta probabilità di ritrovamento dei campioni fecali, in modo da minimizzare lo sforzo di campionamento. Le aree di saggio sono state individuate sulla base delle categorie vegetazionali ed altitudinali considerate per lo studio dell’habitat (vedi trattazione successiva): aree aperte (AA), bosco di latifoglie (BL), bosco di conifere (BC) e bosco misto di conifere e latifoglie (BM); 539.93-811.86 m (F1), 539.93-811.86-1083.80 m (F2), 1083.80-1355.73 m (F3), 1355.73-1627.67 m (F4), per un totale di 16 aree campionarie per ogni stagione. La raccolta è stata fatta una volta a stagione(Fig 4.2.1.1).

Il materiale fecale raccolto e destinato all’analisi di laboratorio, è stato inserito in buste di plastica trasparenti singole e mono-utilizzo, sigillate separatamente, con annessa etichetta riportante: data, località, categoria vegetazionale, fascia altitudinale, eventuali note (presenza/assenza di neve, terreno bagnato, campione fresco, ecc…). I campioni sono stati

(3)

dunque chiusi all’interno di un apposito contenitore refrigerato e conservati fino al momento dell’analisi.

Unitamente alla raccolta dei pellet di lepre, sono stati raccolti anche alcuni campioni di gruppi fecali di altre specie, in particolare di cervo e daino, le più abbondanti nell’Area di Studio. Una volta terminata la raccolta, i campioni sono stati analizzati come descritto nel paragrafo successivo.

Fig. 4.2.1.1 Pellet di lepre rinvenuti nel periodo invernale destinati all’analisi

4.2.2 Conteggio notturno con sorgente di luce (Spotlight census)

Come già detto, questo tipo di conteggio è stato utilizzato nel presente studio congiuntamente al pellet count ed ha coinvolto gli operatori nelle prime fasi della ricerca.

Più comunemente noto come “conteggio con il faro”, esso viene eseguito nei periodi di scarsa copertura vegetale (dicembre – marzo), ed ha maggior efficacia nelle aree con molte superfici “aperte” dotate di una buona rete di strade percorribili con mezzi fuoristrada.

Per tali ragioni al momento della scelta dei percorsi si è cercato il miglior compromesso tra le carreggiate disponibili e percorribili all’interno dell’Area di studio (Fig. 4.2.2.1, Tab. 4.2.2.1).

(4)

Non tutte le strade delle Riserve Biogenetiche Casentinesi, infatti, sono facilmente percorribili nel corso dell’anno e, soprattutto, le aree aperte utilizzabili per il conteggio sono molto scarse.

Fig. 4.2.2.1 Percorsi seguiti per lo spotlight census su carta riportante le categorie vegetazionali utilizzate nel presente lavoro (in giallo la categoria “aree aperte”)

L’orario scelto per l’inizio del conteggio è stato quello immediatamente successivo al tramonto: da tale momento in poi gli individui di Lepus europaeus hanno il picco dell’attività alimentare che viene svolta prevalentemente in spazi aperti, cosa che rende gli animali più facilmente contattabili.

I dati raccolti sono stati inseriti in una apposita tabella cartacea compilata in itinere e successivamente archiviata in formato digitale (Allegato I).

N. Località partenza Località arrivo Lunghezza

(km)

1 Prato alla Penna La Scossa 4,133

2 Fonte delle Cavalle Eremo Nuovo 3,322

3 Grigiole Lama 8,822

4 Monte Moricciona Romiceto 5,782

5 Passo della Calla Lastraiolo 3,440

6 Valico dei Tre Faggi Pian del Grado 6,178

7 Ponte alla Sega Pian del Pero 5,220

8 Maestà di Cerreta Eremo di Camaldoli 5,176

TOTALE 42,073

Tab. 4.2.2.1 Percorsi effettuati durante lo spotlight census

1:50.000

(5)

4.2.3 Conteggio dei gruppi fecali (Pellet group count)

Il pellet count è una metodologia di conteggio indiretta che ben si adatta ad un animale difficilmente contattabile come la lepre, consentendo di stimarne la densità sul territorio registrandone unicamente i segni di presenza. Poiché molti studi sottolineano la necessità di affinare e implementare la tecnica, il pellet count è stato utilizzato in questa ricerca anche al fine di verificarne l’efficacia e le opportunità in un ambiente forestale come quello dell’Area di studio.

Come da prassi, è stato stabilito un disegno di campionamento tramite l’individuazione di “punti casuali”, mediante l’utilizzo dei softwares Qgis e ArcGis. Tramite il programma è stata disegnata su tutta l’area considerata una griglia a maglie chilometriche (Fig. 4.2.3.1) entro le quali sono stati collocati i punti, rappresentanti le aree campione, casualmente; successivamente è stato eseguito un lavoro di “correzione” delle posizioni, tramite stratificazione in base alle proporzioni di disponibilità delle categorie vegetazionali e alle fasce altitudinali considerate. Infine i punti sono stati posizionati nella singola cella in modo che sul campo fossero ragionevolmente raggiungibili, così da minimizzare lo sforzo di campionamento secondo un’analisi costi-benefici speditiva.

(6)

Fig. 4.2.3.2 Punti casuali dell’area di studio, posizionati nelle singole celle (primo disegno di campionamento)

Un’area buffer attorno alle riserve di 1,5 km estendeva l’Area di studio ad un totale di 13.500 ha, con 137 aree di saggio collocate casualmente e poi stratificate come descritto (Fig. 4.2.3.2). Lo sforzo operativo non ha consentito la copertura di questo ampio territorio in tempi consoni allo svolgimento del lavoro, quindi il conteggio tramite pellet count e l’analisi sull’uso dell’habitat hanno preso in considerazione le aree campionarie incluse nelle Riserve e quelle più prossime ai loro confini (≈ 500 m di buffer).

Al termine della fase di pianificazione le aree di saggio sono risultate essere in numero di 71 (Allegato III) (Fig. 4.2.3.3 e Fig. 4.2.3.4).

Ad ogni punto è stato fatto corrispondere il centro di un plot circolare di raggio pari a 2 m, diviso in 4 settori, puliti e controllati singolarmente per ogni sessione di conteggio.

(7)

Fig. 4.2.3.3 Aree di saggio scelte all’interno dei confini delle Riserve

Fig. 4.2.3.4 Aree di saggio utilizzate per la presente indagine (disegno di campionamento definitivo) 1:50.000

(8)

Come accennato nell’introduzione al capitolo, questa parte dell’indagine si è svolta in due fasi successive: una preliminare che ha previsto la marcatura dei punti tramite GPS e due di pellet count vero e proprio, con una sessione di “pulizia” e una successiva di conteggio dei gruppi fecali della specie target.

Come accennato in precedenza, alcune aree di saggio sono state leggermente traslate, rispetto alle coordinate previste dal disegno di campionamento, per evitare zone dalla morfologia scoscesa, che difficilmente sarebbe stato possibile raggiungere in tutte le stagioni previste dall’indagine (Fig. 4.2.3.5).

Fig. 4.2.3.5 Esempio di area di saggio traslata per ragioni di morfologia del territorio

Per ogni sessione i dati sono stati registrati su apposite schede cartacee (Allegato II), riportate in seguito in formato digitale.

(9)

4.3 Elaborazione dati

4.3.1 Analisi parassitologica

L’analisi qualitativa in laboratorio dei campioni raccolti è stata svolta secondo i seguenti step (Fig. 4.3.1.1 e Fig. 4.3.1.2).

1) Materiali per analisi qualitativa:

• campioni di feci da analizzare, conservati a temperatura di refrigerazione in appositi sacchetti dotati di etichetta di riconoscimento;

• vaschetta per lo scioglimento delle feci;

• bacchetta di plastica per facilitare la procedura di scioglimento delle feci; • soluzione di Coprosol (NaNO3);

• setaccio a maglie fini;

• tubicino per sospensione e relativo vassoio; • vetrino portaoggetti;

• vetrino copri oggetto; • microscopio ottico.

(10)

2) Procedura per analisi qualitativa:

a. Porre una quantità media di Coprosol all’interno dell’apposita vaschetta per lo scioglimento delle feci;

b. Inserire il setaccio a maglie fini all’interno della vaschetta e depositarvi il campione di feci in esame;

c. Tramite l’uso della bacchetta di plastica aiutare il disfacimento dei pellet in modo che le parti più grossolane rimangano intrappolate nel setaccio a maglie fini e che il materiale fecale si diluisca nella soluzione Coprosol;

d. Estrarre delicatamente il setaccio a maglie, contenente il materiale fecale grossolano, dalla vaschetta e versare la soluzione di Coprosol con le feci disciolte all’interno del tubicino, facendo in modo che il liquido non tracimi ma formi un menisco sul bordo del tubo;

e. Facendo attenzione a non far tracimare il tubicino rompendo la tensione del menisco creato dal liquido, porre il vetrino copri oggetto sul menisco stesso;

f. Attendere 15 minuti in attesa che i parassiti affiorino;

g. Prelevare il vetrino copri oggetto e porlo sul vetrino porta oggetti; h. Osservare al microscopio.

Fig. 4.3.1.2 Laboratorio: particolare della procedura di flottazione

I campioni, sottoposti a flottazione e osservati al microscopio ai fini del conteggio, hanno fornito una serie di dati parassitologici che sono stati inseriti in un database con il seguente formato (Fig. 4.3.1.3).

(11)

Fig. 4.3.1.3 Database per la registrazione dati parassitologici

Tali dati sono stati inseriti in apposita tabella descrittiva, sotto riportata:

Esame Parassitologico qualitativo delle Fatte di Lepre raccolte dal 25-10-2010 al 30-10-2010

Specie Data Coordinate Località Altitudine Zona Descrizione Presenza

di Parassiti

Cervo 27/10/2010 724963-4862343 San Paolo 812-1084 AA + sì

Daino 27/10/2010 724963-4862343 San Paolo 812-1084 AA +++ sì

Lepre 25/10/2010 723756-4853233 Digonzano 540-812 AA ++ sì

Lepre 25/10/2010 724173-4853406 Fonte Strega 540-812 AA ++ sì

Lepre 25/10/2010 726131-4856673 Prato al Soglio 1084-1356 AA +++ sì

Lepre 26/10/2010 719495-4860767 Prati della Burraia 1356-1628 AA +++ sì

Lepre 27/10/2010 724963-4862343 San Paolo 812-1084 AA +++ sì

(12)

Per la voce “descrizione quantitativa” si è utilizzato il simbolo “+” ripetuto una o più volte, facente riferimento ad una descrizione del campione dal punto di vista quantitativo in base a quanto osservato al microscopio dall’operatore. Di seguito lo schema delle definizioni:

0 Campione negativo

+ Campione scarsamente infestato ++ Campione discretamente infestato +++ Campione molto infestato

Tab. 4.3.1.2 Descrizione quali-quantitativa dei campioni analizzati

4.3.2

Parametri demografici della popolazione

4.3.2.1 Conteggio notturno con sorgente di luce su percorsi campione

Vista la scarsa presenza, nell’Area di studio, di aree aperte con superficie adeguata all’ottenimento di un dato di densità della specie, i dati raccolti mediante questo tipo di conteggio sono stati elaborati al fine di ottenere un Indice chilometrico di Abbondanza relativa (IKA; Meriggi, 1990), parametro che ci dà un’indicazione della “contattabilità diretta” della lepre in un ambiente forestato come quello delle Riserve.

I conteggi per “indici” avvengono riferendo le osservazioni (dirette o indirette) della specie target, ad una misura fissa. Essi quindi si possono dividere in:

• Indici chilometrici di Abbondanza (IKA): il n° di osservazioni è riferito al chilometro: n/km. Esempio: 15 lepri osservate in un percorso di 5 km mi danno IKA=3 (lepri/km). • Indici puntiformi di Abbondanza (IPA): il n° di osservazioni è riferito ad un punto-area definita nello spazio (punto di osservazione fisso, maglia di una griglia chilometrica, ecc..).

• Indici temporali di Abbondanza (ITA): il n° di osservazioni è riferito ad un parametro temporale (n/min.; n/h; n/die; ecc..).

Gli Indici di Abbondanza sono quindi una misura “relativa” non fornendo una densità assoluta in capi/superficie (es. capi/km2); essi sono però estremamente utili per misurare speditivamente le variazioni temporali delle abbondanze in una determinata area, riducendo spese economiche e personale al minimo (una rete di percorsi può essere gestita anche da un solo operatore, mentre sappiamo che molti conteggi richiedono un gran numero di mezzi e personale per il loro svolgimento).

(13)

Nel nostro caso le osservazioni effettuate su Lepus europaeus nel periodo di studio, sono state riferite alla rete di percorsi effettuati (42,073 km nell’ottobre 2010 e nel maggio 2011).

4.3.2.2 Pellet group count

Il conteggio della popolazione di Lepus europaeus delle Riserve Biogenetiche casentinesi tramite questa tecnica è stato possibile, nel periodo di indagine, per tre stagioni su quattro (primavera, estate, autunno 2012, come specificato in precedenza) in quanto la stagione invernale 2011-2012, a causa di particolarmente abbondanti precipitazioni nevose (vedi Capitolo 6 “Discussione”), non ha consentito un adeguato svolgimento del campionamento, con una sufficiente raccolta dati.

Premesso ciò nel pellet group count, considerando i parametri “tasso di defecazione giornaliero”, giorni trascorsi tra le due visite (la sessione di “pulizia” delle aree e quella di “conteggio gruppi fecali”), “tasso di decadimento” delle feci, il numero netto di elementi fecali restituisce una stima sulla densità della specie target per il plot circolare-area di saggio, quindi per estrapolazione per tutta la superficie dell’Area di studio o delle categorie ambientali considerate nell’analisi.

Per il calcolo delle densità (n° capi/ha) si è proceduto dunque nel seguente modo: 1. Calcolo delle feci perse per decadimento nel periodo tra le due visite:

Dove: FT = n° feci trovate, TD = tempo di decadimento 2. Calcolo feci totali:

FTot = FT+FD 3. Calcolo del numero di feci giornaliere:

FG = Ftot/T Dove T = tempo tra due visite (15 giorni)

4. Calcolo del numero di feci ad ettaro:

FHa = FG/AP Dove AP = Area Plot espresso in ha

5. Calcolo della densità delle lepri media per ettaro di superficie secondo il singolo plot: LP=FHa/D

Dove D = tasso di defecazione

(14)

Dove P = numero totale dei plot

7. Calcolo della densità media di lepri totale per stagione.

8. Calcolo della consistenza di popolazione riportando la media delle densità, espre n° capi/km2, alla superficie totale delle Rise

Il calcolo della densità è basato quantità di lepri presenti in un’area,

• tasso di defecazione • tasso di decadimento

I parametri calcolati nel corso del presente studio sono i seguenti - densità assoluta e consistenza complessiva di

- densità e consistenze relative alle diverse fasce vegetazionali e altitudinali, complessivamente e per le stagioni considerate.

Le statistiche descrittive il pool • Densità media =

Σ

D

• Deviazione Std. sulla media • Errore Standard sulla media (ES) Densità (e consistenza) media

valori della densità assoluta su tutta la superficie delle Riserve e quelli delle densità relative ricavate per le categorie vegetazionale e le fasce altitudinali.

È stato calcolato anche l’Interv precisione delle stime demografiche

• I.F. media = Media ± (E.S.

4.3.3

Preferenze ambientali

4.3.3.1 Uso delle categorie vegetazionali Per la verifica dell’uso

considerate le categorie precedentemente

BC, boschi di conifere; BM, boschi misti conifere

LP media = ∑LP/P Dove P = numero totale dei plot

Calcolo della densità media di lepri totale eseguendo la media delle densità calcolate

Calcolo della consistenza di popolazione riportando la media delle densità, espre , alla superficie totale delle Riserve Biogenetiche espressa in km

C = LP media Tot*Superficie RR.BB.CC.

Il calcolo della densità è basato fondamentalmente sul rapporto tra il numero di presenti in un’area, tenendo conto di:

tasso di defecazione= 394.9 ± 16.94 pellet/die (Cerri et al., 2015); di decadimento= 0,95 per primavera ed autunno, 1 per l’estate. I parametri calcolati nel corso del presente studio sono i seguenti:

densità assoluta e consistenza complessiva di L. europaeus nelle RR.BB.CC.;

densità e consistenze relative alle diverse fasce vegetazionali e altitudinali, complessivamente e per le stagioni considerate.

pool di risultati ottenuti sono state le seguenti: D relative/n;

. sulla media (

σ

D) =

[Σ (

D relative - D media)

Errore Standard sulla media (ES) =

σ

D

/

n

media di L. europaeus nelle RR.BB.CC. sono

valori della densità assoluta su tutta la superficie delle Riserve e quelli delle densità relative ricavate per le categorie vegetazionale e le fasce altitudinali.

Intervallo di confidenza per le medie, in quanto efficace misura della precisione delle stime demografiche effettuate:

I.F. media = Media ± (E.S. * t α,n-1) (con α=0,1; 0,05 e 0,01)

Preferenze ambientali della popolazione

Uso delle categorie vegetazionali

Per la verifica dell’uso degli ambienti vegetazionali da parte de

categorie precedentemente descritte (AA, aree aperte; BL, boschi di latifoglie; BC, boschi di conifere; BM, boschi misti conifere-latifoglie), ricavate accorpando le unità eseguendo la media delle densità calcolate

Calcolo della consistenza di popolazione riportando la media delle densità, espresse in rve Biogenetiche espressa in km2:

.

sul rapporto tra il numero di pellets e la

., 2015); = 0,95 per primavera ed autunno, 1 per l’estate.

nelle RR.BB.CC.;

densità e consistenze relative alle diverse fasce vegetazionali e altitudinali,

tenuti sono state le seguenti:

media)2

/

n

]

sono state calcolate con i valori della densità assoluta su tutta la superficie delle Riserve e quelli delle densità relative

, in quanto efficace misura della

vegetazionali da parte della lepre, sono state descritte (AA, aree aperte; BL, boschi di latifoglie; ricavate accorpando le unità

(15)

ambientali descritte nella Carta della Vegetazione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, M.te Falterona e Campigna (Fig. 4.3.3.1.1 e Fig. 4.3.3.1.2, Tab. 4.3.3.1.1).

Fig 4.3.3.1.1 Carta della vegetazione del Parco Nazionale FCMFC per l’Area di studio con buffer.

Fig. 4.3.3.1.2 Categorie vegetazionali accorpate nell’Area di studio con buffer

Boschi latifoglie Aree Aperte

Boschi misti Boschi conifere

(16)

Categorie Vegetazionali Fasce Accorpate Superficie

(ha)

Arbusteti

Aree aperte 43,37

Aree a vegetazione rada Prateria Prati arborati Prati arbustati Prati pascoli Roccia nuda Boschi di conifere Boschi di Conifere 972,86 Fustaie di conifere Rimboschimenti - Vivaio

Boschi misti conifere-latifoglie Boschi misti 2528,5

Boscaglia

Boschi di Latifoglie 1877,8

Castagneti abbandonati Castagneti da frutto

TOTALE 5422,49

Tab 4.3.3.1 Categorie vegetazionali con superfici accorpate

4.3.3.2 Uso delle fasce altitudinali

La suddivisione in fasce altitudinali è stata eseguita utilizzando un’estensione di Google Earth (kml2 3.0.6.0), nella quale si indica il numero delle fasce stabilito ed essa, procedendo al calcolo dell’altitudine massima e minima del territorio considerato, ripartisce le fasce automaticamente. Le classi altitudinali che abbiamo stabilito essere sufficienti per la nostra analisi sono 4 e per esse è stata calcolata la superficie (Fig. 4.3.3.2.1-Tab. 4.3.3.2.1).

Cod. Quote Fascia Altitudinale

(m s.l.m.) Superficie (ha) F1 540-812 392,49 F2 812-1084 1888,83 F3 1084-1365 2588,45 F4 1365-1628 552,72 TOTALE 5422,49

(17)

Fig. 4.3.3.2.1 Fasce altitudinali individuate all’interno dell’Area di studio con buffer

4.3.3.3 Elaborazioni statistiche

Per analizzare l’uso differenziato da parte della lepre delle tipologie vegetazionali e altitudinali all’interno dell’Area di studio e, al contempo, verificare l’eventuale selezione, positiva o negativa, operata su di esse, è stato calcolato l’Indice di preferenza di Jacobs (Jacobs, 1974; Meriggi, 1989) essendo il numero di dati insufficiente per l’applicazione del test del Test del χ² (Siegel, 1956; tale test è applicabile su campioni molto grandi, dove le frequenze attese, non siano minori di 5 per più del 20% dei casi):

Dove:

p0=proporzione d’uso osservata per la categoria i-esima (numero delle osservazioni in una

delle categorie nel periodo di riferimento/osservazioni totali nello stesso periodo); P.d.i.=proporzione di disponibilità della categoria i-esima.

1:50.000

812-1084m 540-812m

1084-1356m 1356-1628m

(18)

Tale indice assume valori compresi tra 1 e –1, ed è significativo per valori che non ricadono nell’intervallo –0,2 e 0,2. La selezione è positiva se i valori calcolati sono maggiori di +0,2; negativa se sono inferiori a –0,2.

Riferimenti

Documenti correlati

Dato un qualsiasi grado di libertà di un gas, la distribuzione di probabilità degli stati energetici relativi a quel grado di libertà (cioè la probabilità di trovare i componenti in

Un lingotto di massa 105 g viene immerso nell’acqua contenuta in un cilindro di 4,00 cm di diametro e il livello del liquido si innalza di 8,00 mm.. Un piccolo soprammobile ha

Con l’espressione densità relativa si esprime invece il rapporto tra la massa di un corpo e la massa di uno stesso volume di acqua distillata misurato alla temperatura di 4 °C..

 Colonna 4: contiene il volume finale V 2 dell’acqua nel cilindro graduato, dopo che vi è stato immerso il solido. L’incertezza sulle misure di massa è la sensibilità della

. Lo studio dei bacini d’utenza fa si che essi vengano pensati non solo in termini di distanza ma soprattutto di tempi di percorrenza. Le collocazioni dei centri di consumo

Naturalmente usando un metodo di previsione ed applicando il fit solo ai residui il risultato sarà plausibilmente più preciso, però questa serie è abbastanza erratica, per cui quanto

Per calcolare il volume del parallelepipedo e del cilindro cavo abbiamo utilizzato un metodo geometrico, mentre per il dado e, in un secondo tempo, anche per

© The Author(s). European University Institute. Available Open Access on Cadmus, European University Institute Research Repository... industry, neglect of agriculture,