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“rilevamento geologico del foglio N.° 447 Napoli” e ha come scopo la redazione della carta geologica e la creazione di un modello geologico 3D dell’area di Bagnoli–Fuorigrotta

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Academic year: 2021

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Introduzione

I Campi Flegrei sono un campo vulcanico attivo appartenente alla Provincia Comagmatica Romana che si colloca al centro della Piana Campana. La morfostruttura caratteristica di quest’area è una caldera complessa (nested) formatasi in seguito a due collassi relativi alle due più grandi eruzioni che hanno caratterizzato la storia eruttiva dell’area: l’Ignimbrite Campana e il Tufo Giallo Napoletano. La piana di Bagnoli- Fuorigrotta è situata nella porzione orientale dei Campi Flegrei, tra la dorsale di Posillipo e il campo policraterico di Agnano, e deve il proprio assetto morfo-strutturale agli eventi vulcanici e vulcano tettonici che si sono susseguiti nell’area flegrea a partire da 15 ka b.p. ovvero dall’eruzione del Tufo Giallo Napoletano con il relativo collasso calderico che ha portato alla formazione della depressione dove ora questa si colloca.

Gli eventi eruttivi del vicino campo di Agnano, l’attività bradisismica e le variazioni eustatiche del livello del mare hanno portato alla formazione di una serie vulcano-sedimentaria che costituisce il riempimento della depressione calderica come è ben testimoniato dai dati di sottosuolo.

Nei primi anni dell’ottocento l’area di Bagnoli-Fuorigrotta viene progressivamente bonificata ed in seguito adibita ad area industriale: sorsero numerosi complessi industriali tra cui l’ILVA che con le sue strutture occupava gran parte della piana. Nel 1985 l’industria siderurgica viene dismessa in seguito a nuove politiche industriali e l’area lasciata al progressivo degrado. Solo in tempi recenti ha avuto inizio il processo di riqualificazione dell’area ad opera della società Bagnolifutura.

Questo lavoro si inserisce nell’ambito del progetto CAR.G. “rilevamento geologico del foglio N.° 447 Napoli” e ha come scopo la redazione della carta geologica e la creazione di un modello geologico 3D dell’area di Bagnoli–Fuorigrotta.

Il rilevamento geologico e lo studio stratigrafico dell’area è stato svolto nel corso di tre campagne in cui ci si è dovuti confrontare con le problematiche relative all’intensa antropizzazione ed urbanizzazione dell’area Napoletano-Flegrea.

Parte del rilevamento è stato condotto all’interno dei cantieri della società Bagnolifutura, ciò ha permesso di sfruttare gli scavi condotti per la riqualificazione dell’area nei quali si rinvengono i prodotti di Senga, Astroni e Solfatara, ovvero parte della serie vulcanica recente che colma la depressione. Inoltre lungo la scarpata della dorsale di Posillipo, sempre all’interno dei cantieri, sono state rinvenute unità

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2 piroclastiche abbastanza spesse legate ad attività eruttiva avvenuta tra 40 e 15 ka b.p., cioè tra l’eruzione dell’Ignimbrite Campana e quella del Tufo Giallo Napoletano.

L’insieme dei dati geologici rilevati in campagna sono stati inseriti in un personal geodatabase ESRI® (CARG_F447) creato al fine di permettere una gestione

rapida ed efficace dei dati geologici di superficie. Inoltre la possibilità di accedere ad un grande quantitativo di dati di pozzi, messi a disposizione dalla Regione Campania, ha permesso di creare un geodatabase specifico per la gestione dei dati geologici di sottosuolo (Pozzi_F447). La realizzazione di questi geodatabase è avvenuta in collaborazione con Francesco Martini, autore del lavoro di tesi parallelo a questo.

L’integrazione tra dati geologici di superficie e dati di sottosuolo, unita all’ausilio dei dati bibliografici, ha portato alla realizzazione della cartografia dettagliata dell’area di Bagnoli–Fuorigrotta.

Il passo successivo è stata la creazione di un modello Geologico 3D tramite l’interpolazione dei dati geologici di superficie e di sottosuolo. La modellazione 3D è avvenuta tramite il software Geomodeller della Intrepid Geophysics. Rispetto alle rappresentazioni bidimensionali il modello geologico 3D ha il vantaggio di permettere una migliore visualizzazione e comprensione della geologia di superficie e di sottosuolo, di evidenziare in modo chiaro ed evidente i rapporti tra le diverse formazioni, contribuendo in modo efficace alla ricostruzione degli eventi geologici che si sono succeduti nell’area. Il software Geomodeller è stato preferito rispetto ad altri poiché particolarmente flessibile nelle mani dell’operatore che può intervenire e guidare in maniera diretta la creazione del modello.

Dal modello geologico 3D ottenuto risultano ben evidenti l’andamento del tetto del Tufo Giallo Napoletano con le relative faglie che ne bordano la caldera lungo la dorsale di Posillipo e la serie sedimentaria che costituisce la testimonianza dell’ingressione marina tra la II e la III epoca del vulcanismo flegreo.

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