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LAUDI SACREAD USO DELLE MISSIONI

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(1)

S C E L T A

D I

LAUDI SACRE

AD USO DELLE MISSIONI

E DI ALTRE OPPORTUNITÀ DELLA CHIESA

T e r z a e d i z i o n e

TORINO, 1879.

T I P O G R A F I A E L I B R E R I A S A L E S I A N A SAN PIER D'ARENA | NIZZA MARITTIMA Ospizio di S. Vinc. de’ Paoli | Patronato di S. Pietro

(2)

O nor del sesso d eb ole, D e’ forti sei R egin a , L ’ an giol a Te s 'in c h in a , S 'in c h in a o g n i fe d e l.

p r o p r i e t à d e l le d i t o r e

(3)

AL LETTORE

Il gra n d e P io IX , c u i n u lla sfu ggiva d i q u a n to può torn a re a m a g g ior g lo ria di D io e a d e c o r o d e lla n ostra santa ca ttolica re li­

g io n e , v o len d o o g n o r più prom u overe fra i fed eli cristiani il ca n to d elle L au di Sacre in o n o re di D io, della Beata V e rg in e e dei santi, c o n d ecreto 7 A p rile 1858 con ced ev a i s e ­ g u en ti fa v ori s p iritu a li:

1. In d u lgen za di un a n n o a ch i g ra tu i­

tam ente in seg n erà il ca n to d elle L au di S a­

c r e , p ra tica n d on e in p u b b lic o od in privato alm en q u a lch e volta l ’ esercizio; altra di ce n to g io rn i a chi le ca n te rà in oratorio p u b b lico o p riva to, o g n i q u a lv olta esso avrà lu o g o .

2. In dulgenza plen aria da lu cra rsi a lla ch iusu ra del m ese m arian o da c o lo r o , ch e n el d e c o rso di esso s o n o s i in m od o p a rtico ­ la re o ccu p a ti a can tare laud i sa cre in ch iesa, o s on o in terven u ti a lla d iv ozion e del m ese m arian o.

(4)

3. Indulgenza plenaria una volta al m ese per quelli che in quattro g iorn i festivi a lm e­

n o, od anche feriali prenderan no p a rte a cantare od in segnare laud i sa cre. Q uesta indulgenza si lu crerà in quel g io rn o in cu i si farà la con fession e e la com u n ion e.

4. T a li in d u lgenze si p osson o a p p lica re alle anim e dei fedeli d efu n ti.

Affinché si p ossan o lu cra re le m en tovate indulgenze si rich iede ch e le laudi abbiano l’ approvazione d ell'a u torità eccle s ia s tica .

L 'o rig in a le di questo decreto ovvero r e ­ scritto trovasi n ell'o ra to rio di s. F ra n cesco di Sales.

N oi pertanto nel desid erio di secon d a re i santi voleri del Som m o P on tefice, p u b b li­

ch iam o questa scelta di laudi sacre. Esse fu­

ron o ra ccolte fra le più divulgate e co m u ­ nem ente ca n ta te n egli esercizi s p ir it u a li, nelle m ission i, ed in altre opp ortu n ità della Chiesa nel co rs o d ell'a n n o.

F a ccia D io ch e tutti c o lo r o , i quali ca n ­ tan o queste lod i sopra la terra, possa n o un g io rn o ripeterle in m odo assai più g lorioso con Gesù e M aria nella g loria dei beati in Ci elo .

S ac. G i o v a n n i B o s c o .

(5)

S C E L T A DI L A U D I S A C R E

I l P a t e r n o s t e r .

O padre nostro — che sei ne’ cie li, Sem pre il tuo nome — da noi s ’ onori:

V enga il tuo regno — che ai tuoi f edeli Della tua g loria — stenda l’ im per.

Come nel cielo — si com pia e adori P u r sulla terra — il tuo voler.

Il quotidiano — pane ci dona, E com e i debiti — con buon desio N oi rimettiamo — tu pur perdona, E ci rimetti — i nostri error.

Deh! non c’ indurre — a p rov a , o D io, Ma da ogn i male — ne salva ogn or.

L 'a m a b i l e v o l o n t à d i D i o .

Il tuo g u sto , non il m io Am o solo in te, m io D io, V og lio s olo, o m io S ignore, C iò che vu ol la tua bontà.

Quanto degna sei d’ amore, O divina volontà.

(6)

Nel l 'am or tu sei gelosa, Ma poi sei tutta am orosa, Tutta dolce e tutta ardore Verso il cuor, che a te si dà.

Quanto degna ecc.

Tu dai vita al puro affetto:

R endi tu l ’ am or perfetto.

S ospirando a tutte l’ ore L ’ alma amante a te sen va.

Quanto degna ecc.

Tu le croci cangi in sorte, T u fai dolce ancor la m orte, N on ha cr o ce , nè tim ore Chi ben teco un ir si sa.

Quanto degna ecc.

L'alm e belle e fortunate Solo in ciel tu fa i beate, Senza te farebbe orrore Anche il cielo a chi vi sta.

Quanto degna ecc.

Nell’inferno se i dannati A te stessero lega ti, Le lo r fiamme, il lor dolore D olci lor sarian colà.

Quanto degna ecc.

Oh finisse la mia vita T eco un giorno tutta u n ita ! Chi tal m uore, già non m uore, V iv e e sempre viverà.

Quanto degna ecc.

Dunque a te con sa cro e dono Tutto il cuore e quanto io s on o.

S ospirando a tutte l ’ore, L ’ alma mia a te sen va.

Quanto degna ecc.

V oglio s olo a te piacere Nel patire e nel godere, Quel che piace a t e , m io am ore, A me sempre piacerà.

Quanto deg na ecc.

(7)

T r a d u z i o n e d e l T e D e um.

Lode a D io, che nell’ alto de’ cie li R eg n a eterno, suprem o, potente, Solo a Lui d’ogni età, d’ ogn i gente, A Lui solo il tributo d’ onor.

A T e, P adre, gli angelici cori Incessabile innalzano il ca n to : S anto, S anto, proclam anti S anto, Degli eserciti il forte S ignor.

Di tua g loria risplendono i cieli.

Di tua gloria risplende la terra, Terra e cieli in suo grem bo rinserra La tua g lo r ia , che fine non ha.

Te de' M artiri, Te de’ P rofeti, Degli Apostoli esaltan le sch iere;

Tu sei Padre d’imm enso potere, Tu sei Padre d’im m ensa bontà.

Te la Chiesa tua figlia, tua sposa, Padre, S poso, con fessa ed adora, Ella è sparsa pel m ondo, ma ognora U n sol vin col la strin ge di fè . Ti con fessa, ti onora, ti canta,

Te co ll’ un ico F iglio a d ora to, Col P araclito Spirto increato, Dio verace, Dio solo con Te.

O S ig n or delle glorie celesti, O Gesù, Verbo eterno del Padre, Disdegnata una V ergine Madre T u non hai tra le figlie del duol, E pietoso all’ umana s ciag u ra ,

Rotto il dardo temuto di morte, Ne schiudesti del cielo le porte.

Ne facesti più libero il v o l . Su nel ciel ritornasti beato:

Or del Padre alla destra ti sta i;

Ma di nuovo tremendo verrai Al giu dizio dell'ultim o dì.

(8)

R icon osci, o S ig n o re , i tuoi servi Dal tuo san gue prezioso redenti:

Il sospiro dei servi gementi Quando mai a te invano salì ? Ah ! b en ign o li guarda: la mano P o rg i ad essi tra tanti p e r ig li;

B enedici, difendi i tuoi figli, Li solleva ai beati splendor.

Ed un inno ti sciolg a n o in cielo R ipetuto dai cori superni:

A Te un inno pei secoli eterni Di trip u d io, di gloria , d’ amor.

O ggi e o g n o r dalle colpe, o S ig n ore, Ne allontanino gli A ngeli tu oi!

Deh! ti m uovi a pietade di noi, Di chi tutto in Te spera pietà.

S olo in Te la m ia spem e riposa, Solo in T e questo core confida!

N è colu i, che al S ig n ore si affida, M ai deluso in eterno sarà.

A G e s ù B a m b i n o .

T u scendi dalle stelle, o R e del cielo, E vieni in una grotta al freddo al gelo:

O Bam bino — m io D ivin o, Io ti vedo qui a trem ar:

O D io beato!

Ah quanto ti costò l’ averm i amato!

A te, che sei del mondo il Creatore, Mancano panni e fu o c o , o m io S ignore:

Caro eletto — pargoletto, Quanto questa povertà

P iù m’ innam ora,

G iacché ti fece am or povero ancora.

(9)

T u sol per nostro amor dal regno eterno Venisti fra gli orror del crudo inverno Dolce amore — del mio core.

D ove amor ti trasportò?

O Gesù m io,

P erchè tanto patir? per amor m io!

Ma se fu tuo volere il tuo patire, P erchè vu oi p ia n ger p o i, perchè va g ire?

S poso m io, — amato D io, M io Gesù t ’ intendo s ì!

A h ! m io S ig n ore!

T u pian gi non per duol, ma per amore.

T u pian gi per vederti da me ingrato D opo sì grande amor sì p oco amato.

O diletto — del m io petto, Se g ià un tem po fu così,

Or te sol bram o,

C aro, non p ian ger p iù : chè io t ’ amo e t ’a m o.

T u dorm i, N inno m io, ma intanto il core N on dorm e, n o , ma veglia a tutte l'ore.

Deh! m io bello — e puro A gn ello, A che pensi, dimm i tu ?

O amore im m enso!

Un dì m orir per te, rispon di, io penso.

Dunque a m orir per me tu p en si, o Dio, Ed altr’og g etto amar potrò a n cor io?

O M aria, — speranza m ia, Se io p o c ’amo il tuo Gesù,

Non ti sdegnare :

Am alo tu per m e, s ’ io n o l so amare.

(10)

A l t r a .

D orm i, dorm i bel Bam bin.

R e divin ,

Dorm i, dormi fantolin, Fa la nanna, o caro figlio, R e del Ciel,

Tanto bel, G razioso g ig lio .

Chiudi i lu m i, o m io tesor, D olce amor,

Di quest’ alma almo S ignor.

Fa la nanna, o R e g io Infante, S opra il fien,

Caro b en, Celeste amante.

P erchè p ian gi, o Bam binel, Forse il gel

Ti dà n o ia , o l ' a s in e l?

Fa la n a n n a , o p a ra diso:

Del m io cuor:

R edentor, T i b a cio il v is o . Così presto v u oi provar

A penar,

A ven ir a sospirar?

Dorm i, che verrà poi g iorn o Di patir,

Di m orir

Con tuo gran scorn o.

Or di ra gg i cin g i il crin , Ma nel fin

C ingerallo acuto spin;

F a la nanna, o pargoletto S ì gentil,

Che un fenil Godi per letto.

(11)

Nella più fredda stagion , Gesù buon,

Nasci al mondo qual p rigion Fa la nanna g ià che senti Il penar,

L o stentar Fra li gium enti.

D orm i, dorm i, Bam binel, Con il vel

Io ti cop ro, R e del C iel;

Fa la nanna dolce Sposo, Bel Bam bin,

Cortesin, Tutto am oroso.

E cco v en gon o i P astor Con i cor

R iverenti a te, S ig n or;

Fa la nanna, o m io con forto, Che Israel

Il crudel

T i vu ol per m orto.

S trascinato, mia beltà, Con viltà

Tu sarai, e cru deltà ; Fa la nanna, flagellato Con orror,

M io S ig n or, T i vu ol P ilato.

A nch’ Erode em pio, e crudel Il rubel

T i farà con b ian co vel, R ivestito com e stolto, S verg ogn ar, S putacchiar Il tuo bel v o lto . P orterai con dison or,

E dolor

La gran croce, o Redentor, Fa la nanna, e cru do fiele

(12)

Hai da b er Vole ntier P e r darci il m iele.

La tua morte sentirò, P ia n g e r ò ,

Q uando in croce ti vedrò;

Fa la nanna, che L on g in o F erirà,

T ’ aprirà Quel sen divino.

A llor più non canterò, T a cerò,

T e co in croce m orirò;

Fa la nanna nel P resep e, Bel Bam bin,

T uo padrin E cco Giuseppe.

I o ti p ig lio nel m io sen, Ciel seren,

P e r b aciarti, unico Ben:

Fa la nann a, e dopo morto B acierò,

S trin gerò,

T ue m embra smorte.

Cessi orm ai, dolce F igliu ol Il tuo duol,

N el b aciarti mi con sol;

F a la nann a, che i R e M agi Sen verran,

E saran

T u oi servi e pagi.

S ucch ia il latte del m io sen D 'am or pien ,

A pri l’ occh io tuo seren;

F a la nanna, e mentre io ca n to, D ormi tu,

Buon Gesù, S otto il m io m anto.

(13)

D orm i, dorm i, o S alvator, M io S ign or,

Dorm i, o centro del m io c u o r ; In sì povera ca pa nna , Cortesin ,

Vezz osin Deh! fa la nanna.

A l t r a . Dormi non pian gere,

Gesù diletto:

Dormi non pian gere, Mio R edentor.

Quegli occhi am abili, Bel pargoletto, T ’ affretta a chiudere Nel fosco orror.

Dormi non piangere, Mio Redentor.

S ia perchè pun gono La p a glia, e il fieno?

Ah! perchè veglia n o T ue luci ancor.

T'affretta a chiuderle Chè il son n o almeno Sarà rimedio D ’ ogni dolor.

Dorm i, ecc.

A h ! che non giov a n o Le dolci avene Nè i lieti cantici P er te, S ign or.

È un sonno inutile, Se il sonno viene Le luci dorm ono, Ma veglia il co r .

Dormi ecc.

L ’idea terribile De’ gu ai futuri N on v e n g a a s c u o t e r t i Dal tuo sopor.

Del mal l'im a gin e Ch’ or ti figuri, Del mal medesimo F o rs ’ è m aggior.

D orm i, ecc.

Tu il son n o, o V e rg in e , Chiama col canto, Il sonno a g iu n g e re Tardò fin o r ;

Che l’ a ccom pa gn in o Le avene intanto

Or qui d’un povero V ecchio pastor.

D orm i, ecc.

(14)

A l t r a .

Fra l ’ orrido r ig o r di stagion c ruda N ascesti, m io G esù, nella capanna.

N on fra g en ti, ma fra giu m en ti, È in Betlemme il tuo Natal.

Am abil D io,

E questo fatto l ’hai per am or m io.

Perchè non ti servisti del m io seno, Che riverente ti presenta il cu ore, Con d iletto ti form a il letto P e r qui farti rip o s a r ; D olce m io s poso,

Perchè sopra del fien prendi rip oso?

Se tanto ti gu stò l’ albergo vile

P erch è di questo cu or non ti fa i stanza?

Bramo tanto averti accanto, E con te desìo g io ir ; V erace amante,

E te bram o seg u ir sempre costante.

Se allor ti dilettò la bian ca neve, Or t’ offro il bel candor della mia fede, S ’ eran belle l e pecorelle,

Or anch’ io ti v o g lio dar L ’anima m ia,

Che d’esser teco o g n or tanto desia.

O v o i felici, e fortunati appieno P a stori, che miraste il gran Natale.

E ’ l Bam bino bello e Divino Lieti v oi giste a ved er;

Ed in quel viso

M iraste, o v oi fe li c i ! il Paradiso.

O fortunato o v il, che avesti in sorte Di fargli entro al tuo sen la bella cu n a ! Dalle sfere le alate schiere,

Là ti vennero ad o n ora r;

Onde cangiato

Or sei di rozzo ov il tem pio beato.

(15)

A l S S . N o m e d i G e s ù . Su figli cantate,

B ell’alme innocenti, Con dolci con centi

Evviva Gesù.

E vviva quel Nome, Cui pari splendore In gloria ed onore Niun altro mai fu.

E vviva ridite Il nome g iocon d o, La g ioia del inondo,

Evviva Gesù.

O Nom e D ivino, Che a noi dalle stelle Fra lodi sì belle

Scendesti q u a gg iù : A nome si caro

Già ride e già brilla O g n ’ alma e s fa v illa :

E vviva Gesù.

E mentre il ripete Am ando la n gu isce, Languendo g io is ce ,

Lodando Gesù.

Se spesso l’ in v och i, Qual g ioia , qual festa P iù lieta di q u esta ?

Evviva Gesù.

Qual luce più chiara, Qual di più sereno, O Sol Nazzareno,

Ci porti mai tu?

Si scuote al rim bom bo Di nom e sì santo Il regno del pianto:

E vviva Gesù.

Al nom e divino Il ciel si disserra L ’ inferno si serra,

E vviva Gesù.

La terra festeggia Con dolce concento Del nu ovo contento P rov ato mai p i ù . Nell’ alm a Sionne

R isu on a festoso Il Nome g lorioso,

E vviva Gesù.

Que’ cori beati Con inni di g loria Gli cantin vittoria,

Onore e virtù.

Se sento il bel Nome Del Re Nazareno, Il cu or mi vien m eno,

E vviva Gesù.

Su dunque, miei figli, Cantate, g ioite, E lieti ridite

E vviva Gesù.

R ipieni di g io ia , Con voce g iu liv a , R imbom bin gli evv iva ,

E vv iv a Gesù.

P e r l ' E p i f a n i a . Tre re dell’Oriente, Dagli arabi regni

P e r lungo cam m ino I doni preziosi, Al nato Bam bino Gli arom i odorosi La stella g u idò. Ciascun g li recò.

(16)

Del nato fanciullo La gloria e la lode Il perfido Erode Soffrire non può.

E punto da cura Gelosa di reg n o, L ’ ingiu sto, l’ indegno Editto form ò.

Editto crudele Che barbaramente La turba innocente A morte dannò.

Io già di Betlemme A scolto le strida, Che il ferro om icida I figli svenò.

S o p r a l a p a s s io n e d i G e s ù C r is to.

Desolato m io S ig n or, Sulla croce a gonizzar, Dolente — paziente.... O genti — dolenti, Le colpe pian gete, Da chiodi trafitto, Il sangue spargete, Un Dio confìtto, A h im è! che gran d olor, A h im è! che rim irar!

Desolato m io S ign or. Sulla croce agonizzar.

A ccusato dal liv o r, Sta la v ostra um anità Sentite — soffrite P ia g a ta — straziata Bestemmie: risate, Da colpi ribelli, P ercosse, ceffate. Da orrendi flagelli:

A him è! caro S ig n or, A him è! in che crudeltà A ccusato dal livor. Sta la vostra umanità.

Chi non piange il s u o fal- Quale strana acerb ità ? A m ante, — penante (lir? Di stenti — torm enti,

Languisce il S ig n ore, Al capo ca gion a D’ angoscia si m u ore: La dura coron a , A h im è! che gran m artiri A h im è! qual em pietà!

Chi non pian ge il suo fallir? Quale strana acerbità!

M a il santo Giuseppa F u g gen do in E gitto, Dal barbaro editto Il figlio scam pò;

Che morte più cruda, E pene più fiere, L ’ eterno volere A lui destinò.

D io som m o, infinito, Il grande tuo amore

P e r me peccatore Così t’ a bbassò!

P rostrato a’ tuoi piedi T ’ a d oro, o S ig n ore, E questo m io cu ore In dono ti do.

(17)

Deh mirate un Dio a s p i- Deriso — con qu iso (rar, Sul tristo patibolo!

O crudo spettacolo!

A h im è! mi fa trem ar!

D eh ! mirate un Dio a spirar.

P e cc a trici, p ecca tor, S cuotetevi — doletevi,

Di strani furori D’ a tro ci martori,

P e r voi m orì il S ig n o r, P e cc a trici, p ecca tor.

L ’a m a n t e d e l C r o c i f i s s o .

Da quella cr o ce , o D io, Deh non mi dir ch’ io t ' ami!

Tutto l ’ amor che brami Sveli tacendo, a me;

Sol ch’ io ti m iri ho pieno Di sante fiamme il core;

P e r te viv rò d’ am ore, M orrò d’ amor per te.

F orte, s oa v e, accesa, D’ am or sentii la voce Quando ti vidi in croce, E meditai perchè.

Ahi per l ’errante a g n e lli Il buon pastor si m u ore!

P er te vivrò d’ am ore, M orrò d’ amor per te.

V o ce è d’ am or quel cig lio Che g ià s’ oscura e la n g u e ; V o ce è d’ am or quel san gue Che impetra a noi m ercè.

V oce è d’ am o r la prece Che levi al G en itore:

P e r te viv rò d’ am ore, M orrò d’ am or per te.

Qual sarà mai l’ accento Di tenerezza pieno, Se quell’ aperto seno V o ce d’am or non è ?

(18)

Se am or non è l’ imm enso P eso del tuo d olore?

P e r te viv rò d’ am ore, M orrò d’ am or per te.

Chi a tanto duol non ode D 'am ore ancor la v o c e , N on meditò la croce Al lum e della fè:

O delle belve istesse Ha in seno un cor p e g g io re ; P er te v iv rò d’ am ore, M orrò d’amor per te.

E cco , si scuote il monte, E al tuo dolor si d u ole;

Perfin ne’ cieli il sole La luce sua perde:

Sente il creato intero Pietà del suo fattore.

P e r te viv rò d’ am ore, M orrò d’ amor per te.

Ah! se ad amor piegarsi Non sa l ’ umano org o g lio , P e r tutti amar ti v o g lio , M io ben, m io D io, m io R e :

V og lio che m’ arda il petto Di fiamma ogn or m a g g io re : P e r te v iv rò d’ am ore, M orrò d’ amor per te.

O fo c o , o am or m ’accendi Sì, che d’ amor consum i, E ch iu da, am ando, i lum i Della tua croce al piè.

Beato me, se dirti P otrò nel l'ultim ’ ore:

Vissi per te d’ am ore, M u oio d’ amor per te.

(19)

C o l l o q u i o a G e s ù C r o c i f i s s o . Crocifisso m io S ig n or,

Dolce speme del m io c o r Sia m ercè del tuo patir Il perdon del m io fa llir ;

Ah! Ah! Ah!

Ah! qual provo torm ento e dolor, Al pensar che v ’ offesi, o S ign or.

A sm orzar il vostro sdegno, E cco il pianto d’ un indegn o, D ’ un indegno e traditor, Che ritorna al suo S ign or.

Ah! Ah! ecc.

Finch é l’ alma in seno avrò Mai dal pianto cesserò;

P ia n gerò perchè peccai, P erch è ingrato non v'am ai

Ah! Ah! ecc.

S ì vi offesi e vi oltrag gia i, E pur troppo vi sprezzai, Ma a m orir son pronto or io P ria che offen d erv i, o ben mio

Ah! Ah! ecc.

A l S a n t o S e p o l c r o . Che m iro, oh D io!

La tua bellezza, M ia contentezza, Non vedo più?

Di sangue involte M iro quel volto, Che il cu or rapiva Ahi crudeltà!

A hi! qual dolore Mi passa il core, Così vedendo T e buon Gesù.

Crudi flagelli, Corona atroce, Oh C hiodi, oh Croce, Lancia cru d el!

Com e, o m io Bene, Da te partita V eg g o la vita, E ogn i beltà.

P erchè piagaste, E laceraste Le sacre membra Del R e del C iel?

(20)

Ah! ben com prendo, Che il gran d’ amore Stato è l ’ autore Del suo patir.

Egli è, che in C roce, Ah! troppo atroce L ’ ha conficcato;

Fatto m orir.

O divin Padre E ccovi il F iglio Tutto verm iglio Di sangue a n c o r :

A h ! lui m irato, E perdonate P er l’ innocente Al peccator.

I n v i t o a G e s ù S a c r a m e n t a t o . A lieta mensa e regia

Del sacro A gnello a cco lti:

In pure vesti e candide Dell innocenza avvolti, Inni cantiam di g iu bilo Al Cristo, al vincitor.

A chi già il cieco E gizio P recipitò nell’ onda Guidando il fedel popolo Alla beata sponda In mezzo all’onda instabile Fra g io ia , e fra stupor.

A L u i, che le tartaree Rom pendo ferree porte, Debellator m agnanim o D’ inferno e della m orte.

N oi rese ad aura placida Di vita e libertà.

Che l’ in sidioso ed invido Orribile serpente P recip itò nel baratro Stagn o di zolfo ardente, Ond’ atro fum o elevasi P e r tutta eternità.

Se vede il caro F iglio, Che su d’ un tronco m uore, Cade di mano il fulm ine

(21)

Al som m o G enitore, Che g ià s ’ accende a sperdere Il suddito sleal..

P e r l’ aspro cam m in arduo R isch i sprezzando, e gu erra , Lieta s’ avvia e im pavida A la prom essa terra La plebe Israelitica P a sciu ta dell’A gn el:

N e’ satollati ed ebbri Di tale D ivin san gue, Di carni tai pingu issim e, V alore m ai non la n gu e, D’inferno o g n or trion fa n o, G iun gon sicu ri al Ciel.

F ed e e d A m ore - e r s o Gesù Sacra men tato.

A d ogn i strofa si ripeta:

V i adoro ogn i m om ento,

O viv o P a n del Ciel, gran Sacram en to.

Là sotto quel vel O P a n e del Ciel, Nascosto risiede O v iv o con forto Il gran Re del Ciel: Dell’ alma fedel : Che se nol vedete, Di amore sei s e g n o , Che im porta? credete Di g loria sei p e g n o , L ’ insegna la F è, M istero di fè, Che cosa più certa Che cib o p iù d olce Nel mondo non v ’ è. Nel mondo non v ’ è.

O N ube, perchè O M anna vita l, N ascondi il m io S ole, Che l'alm a n u tris ci, Che vita mi d iè ? La rendi im m ortal ; V ’ intendo, non vale D eh ! vien i nel petto, Mai l’ occhio m ortale D eh ! purga l'affetto Soffrir lo splendor, Da mie va n ità ! Se svela il suo volto Che viv er non v o g lio L ’amato S ig n or. Che all’eternità

(22)

O la ccio di am or, Che stringi co l servo L ’amato S ig n o r ; Di te son, Ben m io, Te solo v o g l’io, Nè d’ altri sarò, P iù presto di vita M orendo u scirò.

O dardo d’ am or, F erisci, trapassa, T rafiggi il m io cu o r;

Che ancor se non amo P iù viv er non bram o, N è viver più so, Se il cu ore di amore Trafitto non ho!

O dolce Gesù, Mia vita, mia g io ia M io cib o sei t u ; Io v iv o , non io , Ma vive in me Dio, Che vita mi dà, E com e il suo F iglio G lorioso mi fa.

O ca ra m ia spè, Che desti in un legn o L a vita per me:

T i dono il m io cu o re , P ietoso S ignore, T u o sem pre sarò:

Te stesso mi hai dato, Me stesso ti do.

Amante S ig n or, D elizia d ell’alm a, M io ricc o tesor, T e solo desiro, T e solo sospiro, D ivina Bontà, Che sola in eterno Contento mi fa.

Gran festa si fa Nel cielo al S ig n ore, Gran g loria si dà:

O A n g ioli S anti, F estosi, brillanti V enite q u a gg iù : V enite a cantare Le lodi a Gesù.

S o p r a i l S S . S a c r a m e n t o .

R allegrisi ogn i alma e g iu b ili, Chiaro con tem plisi da noi Gesù.

Nascondesi sotto quel vel L ’ am abilissim o gran R e del ciel.

V iv issim o Pane santissim o, C ibo dolcissim o S ovran S ignor!

V ’ adorino con v iv a fè, Tutti v ’incu rvino divoto il p i e ' .

(23)

Chi fecevi dal ciel discendere, E in terra piovere manna v i t a l ? F a m elico de’ nostri cuor, Ah vi fé ’ scendere l'E terno A m or!

Feriteci dunque, piagateci, E tra figgeteci, dardo d ’ amor F eriteci deh! sempre più, S poso purissim o, dolce Gesù.

Qual anim a può a n cor resistere, Di voi non ardere, amato S o l!

F reddissim o l’ um ano cor

Convien che stru ggasi a tanto a rd o r.

O p o p o li, tutti inch in atevi, Tutti prostratevi al som m o Re, E ditegli con tutto il cu or:

S ig n or, feriteci del vostro am or Di gloria pegn o ricch issim o, Mistero altissim o, chi d ir potrà Il giu b ilo che in questo dì Il vostro popolo per v oi sentì?

Le grazie a voi si rendano, G loria vi cantino la terra, e il cie l.

Vi lodin o anche di più , V i b enedicano, ca ro Gesù.

V o i, spiriti del ciel santissim i, Ubbidientissim i al gran S ig n o r , V olatene dal ciel q u a g g iù , E corteggiaten e il buon Gesù.

R endetegli per noi le grazie P er l ’ ineffabile sì gran fa v o r : Con cantici in lieto ton

P e r noi offritegli il cu ore in don.

O r apransi dell'alto Em pireo Le porte, chiudansi quelle d’ orror.

A dorisi con v iv a fè

Quel pan dolcissim o, che il ciel c i d ie'.

(24)

P e r l a p r i m a C o m u n i o n e .

Anche a n oi con cesso al fine È degli A n gioli il co n v ito ! Spande grazie l’infinito Sulla nostra gioven tù : È l’ am abil U om o-D io, È Gesù che a noi s ’unisce Che nostr’ anime ingrandisce P e r gu idarle alla virtù.

Oh m ister! ma in tal mistero V ’ è un contento celestiale, V ’ è un più v iv o orror del m ale, V ’è lo S pirto del S ig n o r :' N oi sentiam che siam o nulla, Ma che Iddio venendo in n oi Ci raddoppia i doni su oi, Ci palesa imm enso am or.

N ei dover di questa vita, P iù non temasi alcun duolo, N ostro a p p oggio è Dio s olo, N on v ’ è am ico più fedel:

T ’ offriam , Gesù diletto, N ostre g io ie , nostre pene:

T u ci chiam i al vero bene La tua man ci addita il Ciel.

V anità, follie, m enzogne, A tentarci torneranno;

Ma i tuoi figli a te verranno, L a fortezza lo r sei tu:

È l’ amabil U om o-D io, È Gesù che a noi s ’ unisce Che nostr’ anime ingrandisce P e r gu idarle alla virtù.

(25)

A G e s ù S a c r a m e n t a t o i n o c c a s i o n e d e l l a C o m u n i o n e .

V ieni, Gesù, d eh ! v ie n i, V ien i, m io dolce am ore:

È tuo questo, m io cu ore, E sem pre tuo sarà.

N ell’appressarm i io trem o:

V eg g o splendor d’ un D io Ah degno non sono io Di tanta tua bontà!

V ie n i, Gesù, ecc .

D o p o l a C o m u n i o n e .

N on son io che v iv o , è D io Che respira in questo petto:

L o co n o sco al dolce affetto Che nell’anim a destò.

Lo co n o sco al n ov o fo co Che m’ accende e mi gov ern a : T i trova i, bellezza eterna, N è mai più ti la scierò.

O ve pasca il m io diletto

P iù non chiedo all’ a ure, ai ven ti.

Del m erigg io a’ rai cocen ti P iù di lui non cercherò:

F avellar lo sento al core;

In me v iv e , in me riposa.

T i trova i, mia g io ia a scosa , N è mai più ti la scierò.

Or s’ addensi il nem bo irato, Or si cop ra il sol d’ un velo:

Il sentier che mette al cielo F ra quell'om bre a n co r v ed rò.

(26)

In me chiudo il sol che splende Sulla via che al ciel con du ce:

Ti trova i, mia cara luce, N è mai più ti la scierò.

M ’ offra pur la terra infida Le sue g io ie , i suoi tesori:

Del m io co r gli accesi amori A te sempre volg erò.

Io non ho che un sol desio, Io non ho che un solo affetto.

Ti trova i, Gesù diletto, N è mai più ti lascierò.

C resci, oh cresci il santo foco Che di te mi rese amante!

Mi sorrida il tuo sem biante Q uando mesto il core avrò.

N ell’esilio o v ’ io m’ a gg iro S on frequenti, il sai, le pene T i trovai, mio som m o bene, N è mai più ti lascierò.

A h ! se a gg iu n gi a’ tuoi favori Il fa vor d’ un tuo sorriso, P ria che m’ apri il P aradiso Il tuo regno in me godrò.

B errò un sorso a llor del gaudio Che a’ beati innonda il core, T i trova i, mio dolce am ore, N è mai più ti lascierò Ma se troppo indegno io sono

Che mi levi a tanta altezza, Cela pur la tua bellezza, Ch’ io la fronte inchinerò.

Sospirando il dì che in cielo Canti l’ anima rapita:

T i trova i, mio D io, m ia vita, N è mai più ti la scierò.

(27)

Traduzione del Pange lingua.

A ll’ alto, all’ adorabile Mister sciogliam o il ca n to, Del C orpo preziosissim o, Del Sangue Sacrosanto Onde redense i popoli Il Dio che l ' u om vestì.

E i da un’intatta V ergine Nato, con cesse a n oi, Della parola il m istico Sem e tra i figli suoi L a scia to, in più m irabile Ordin chiudeva il dì.

La notte a lui carissim a Dell'ultim o con v ito, Umil seduto, il pristino S erbando lega i rito,

Alla pia turba attonita Se stesso in cib o diè.

S u on ò un accento, e subito Dell’U om o-D io nel s a n g u e , E nelle ca rni gli azzimi Mutarsi; il senso langue V in to al p rod igio, e ta c e s i;

Ma basta al co r la fè.

Chiniam la fronte su pplici Al Sacram ento A u gu sto, Del nu ovo altare all’Ostia Ceda l’ altar vetusto, R eg g a la tede il langu ido Senso dell’ uom o fral.

A l P adre, all’U nigenito Verbo increato onore, L ode, salute, g iu b ilo, Ed al suprem o Am ore, Spirto d’ en tra m b i, in g lo r ia , Ed in possanza egu al. Così sia .

(28)

O sacrum con viviu m , Convito adorabile, In quo Christus sum itur, C onvito d ’ amor, Qui dove ricevesi L o stesso S ig n or:

Qui dove rammentasi A h ! quanto Egli un dì P e r noi sul ca lva rio P ietoso soffrì.

S ii fonte di grazia A ll’ alma fedel, S ii pegn o im m ancabile Di g loria nel ciel.

O salutaris Hostia,

Quae coeli pandis ostium , B ella premunt h o s tilia : Da robur, fer a u xiliu m .

Uni trinoque Dom ino Sit sempiterna g loria , Qui vitam sine term ino N ob is donet in patria. Amen.

T R A D U Z IO N E .

Ostia santa di pace e salute Che dischiudi del cielo le porte, Se i nem ici ci prem ono a morte, Tu ci aita, tu forza ne dà.

Al S ig n or uno e trino la g loria Al S ig n or che ne doni pietoso Nella patria del vero riposo Quella vita che fine non ha.

Affetti a Gesù.

M ondo più per me non sei, Io p er te non sono p iù ; Tutti g ià gli affetti m iei Gli ho donati al m io Gesù.

R ecolitu r m emoria P a ssion is eius.

Mens im pletur gratia , Et futurae gloria e N obis pignus datur.

(29)

E i m’ha tanto innam orato Dell’ am abil sua bontà Che d’ ogn i altro ben creato.

L ’alma più desio non ha.

M io Gesù, diletto m io, Io non v o g lio altro che te:

Tutto a te mi do, m io Dio.

Fanne pur che vu oi di me.

P iù non p osso, o som m o Bene, V iver privo del tuo am or, Troppo g ià le tue catene M'han legato stretto il cor.

L ’ alma mia da te, m ia vita, P iù fu g gire orm ai non può.

Da che fu da te ferita, Già tua preda ella restò.

Se non son io verme ingrato D egno g ià d’ amarti più, Caro m io d’esser amato T roppo degno ne sei tu.

Dammi dunque, o m io S ignore, Quell’ am or che v u oi da m e : Ch'io per paga del mio amore Solo am or cerco da té.

Ah! m io tutto, o m io buon Dio, I l tuo gusto è il m io p ia c e r:

D’ o g g i innanzi il voler m io Sarà solo il tuo voler.

V ie n i, o D io, vieni a ferire Questo tuo non più m io cor, Fammi tu, famm i m orire Tutto ardendo del tuo amor.

S poso m io, mia vita, io t’ amo E ti v o g lio sempre amar, T ’ am o, t’ am o, e solo bramo P e r tuo amore un dì spirar.

(30)

C o l l o q u i o a G e s ù C r i s t o .

M io dolce S ig n or, Mio padre am oroso, D ivin Redentor;

Di tanti e poi tanti Da me per l’ avanti Commessi peccati Dom ando pietà.

Mi getto a’ tuoi piè A g em er, a pian ger, A pian ger, p e r c h è , Ahi! senza c o n s ig lio , Qual prodigo figlio Mi son, o buon padre, Partito da te.

Ohimè che gran m al!

Che gran cecita d e!

Sventura fatal ! Di servo il tim ore, Di figlio l’amore

P erdei co l fu g g ire , M io bene, da te.

Or torno, o Gesù, D ’ agnello sm arrito

Dolente a n cor più, E tutto del core A te m io P astore, M ia spem e, m ia vita , C onsacro l’ amor

A l C u o r d i G e s ù .

O dolce mia speranza, D eh ! per pietà, m io D io, A m ato m io tesoro, Quest’ anima sanate,

Di cor v ’ amo e v ’ adoro Da colpe sì spietate M io caro e buon G esù. Ferita dentro il cor.

In voi confido e spero, Gol san gu e che spargeste E tutto m’ abbandono P e r me s o pra la croce Chiedendovi il gran dono Ogni ferita atroce Del vostro santo am or. P otete risanar.

V ’ offesi, lo con fesso, Che se mi vien concesso V i fui finor in g ra to; Di fare a voi ritorno, M isero disg ra zia to, Cantare notte e g iorn o Non feci che peccar. Le vostre lodi io v o ’ . Ma v oi ca n g ia r potete Pentito dei miei falli In un momento il core Starovvi sempre a lato, Al più gran p ecca tore N è sarà mai che ingrato Che sulla terra sta. V i torni ad oltrag gia r.

(31)

A l t r a .

V enite, o giovan etti, E col dolor tuo trarre Offrite al divin cu ore Me dal dolor di m orte, II verg inal candore E l'aspre mie ritorte C h'io vi p roteggerò. Col san gue tuo spezzar.

Tal di Gesù la v oce F ig li, che un cu or cercate Che volge a voi suoi figli Che sia in a m a r costante,.

Per torvi dai p erigli, Venite al core amante Guidarvi al buon sentier. Del nostro buon Gesù.

Col cuor di padre amante E cco Gesù vel p o rge, E g li del ciel discese Questo è quel c o r che solo

E d’ uom la spoglia prese Onte, tristezze o duolo E bbro per noi d’ amor. Gode per voi soffrir.

S iu dal prim ier m om en to, O co r e , o a m o r e , o pegn o Che duol sentir potesti, D’ ogn i m io Ben: o n ido, O amato Cor, godesti D ove sicuro e fido P e r am or m io penar. Io posso riposar.

D ’esser tua preda esulto;

Tu d’ aver vinto g o d i;

Ogni alma esulti e lodi Il cu o r del buon Gesù.

L ’a n i m a al S a c r o C u o r e di G e s ù .

V ola, vola , anima mia, Di Gesù nel dolce cuore;

P rig ion iera qui d’ amore Troverai la libertà.

Non t’ avvedi d’ogn i intorno Che inseguita sei m eschina, Va nell’ arca, o colom bina, V a a trovar la sicurtà.

Che più tardi? Il m ondo è tutto, Tutto è frode, amara noia;

Solo in Dio puoi trovar g io ia , S olo in Dio puoi giu bila r.

(32)

Dammi un lo co , o Gesù m io, Nel tuo cu or per m ia m a g ion e:

Qui m’ elegg o star prigion e Qui desio di riposar.

P e r amarti io già ne volo;

P e r piacerti io la scio tutto, D’ ogn i duol soave frutto Qui sarà l’ unirmi a te.

Dacché quivi entrata sono Non mi piace altro che am ore, A ltro ben, m 'è pena al core, Tutto il m ondo mi fa orror.

Se taluno in questo nido Brama farm i com pagnia, D’ ogn i affetto sgom bro sia Che nel cor per Dio non è.

Cuori altieri che del mondo Sono am anti, e di se stessi, L u n g i, lu n g i, che per essi N on v ’ è stanza in questo cor.

Ogni v il terreno attacco Im pedisce all’alma il v olo:

Tutto il cu or lo vu ole ei solo, Tutto vu ol per sè l 'am or.

Sto p rigion e entro quel Core, Che d’ am or è la forn a ce;

Qui solin g a viv o in pace, L ieta sono e g od o ogn or.

Questo core è del divino M io Gesù Verbo incarnato, Che di me g ià innam orato Sem pre ardendo sta per me.

Qual colom ba dentro l’ arca Qui riposto ho il m io con ten to.

De’ nem ici non pavento, Mi difende il m io S ign or.

Che se poi nel tuo bel Core Di m orir mi tocca in sorte, Oh felice, o cara m orte!

Sarà vita allor per me.

(33)

L ' a m a n t e d i M a r i a .

E tu m’ ami, o madre am ata, E da me t u bram i a m ore?

V ien i, oh vieni in questo core.

V ien i sola a trio n fa r!

U na fiamma il c o r m ’ accende Che te sola ogn or desia, V og lio am arti, o madre m ia, O Maria, ti v o g lio amar.

P ria che sorga d’Oriente Sul mattin l’ alba novella, Tu precedi amica stella, E mi vien i a consolar.

Quanto è dolce aprir le lu ci Al sorriso di Maria!

V og lio amarti, o madre, m ia , O Maria, ti v o g lio amar.

Tu nel piànto e negli affanni, Sei dolcezza, sei co n fo rto ; T u sei pace di quel porto In cui bram o riposar.

Quante volte a te pensando Il m io cor le pene o b lia ! V oglio am arti, o madre mia O M aria, ti v o g lio amar.

V oglio amarti e destar v o g lio Fiam m e ardenti in ogn i core:

Un acceso inno d’ amore Sulla terra io v o ’ cantar,

F inch é l’ inno si con fonda Coll’eterna m elodia.

V o g lio amarti o madre m ia, O M aria, ti v og lio amar.

Sì, M aria, te sola io b ra m o, P o n g o in te la m ia speranza, E quel v iv er che m’ avanza A te v o g lio consacrar.

(34)

Nelle tenebre del m ondo T u del ciel mi sii la v ia . V og lio amarti, o madre m ia , O M aria, ti v og lio amar.

D eh ! nell’ ora che l ’ inferno Mi farà l ’ estrema guerra N on lasciarm i, e dalla terra Fam m i presto al ciel v ola r:

Ch’ io dirò d’ amore acceso Fin n e ll’ ultima a g on ia : V og lio am arti, o madre m ia, O M aria, ti v og lio amar.

A l t r a . V ivo amante di quella S ig n o ra ,

Che ha un si dolce e sì tenero cuore Che vedendo chi cerca il suo am ore, Benché indegno sprezzarlo non sa.

Su nel cielo regina Ella siede, Ma dal cielo pietosa rim ira Chi divoto l’ amore sospira Di sua pura e celeste bontà, Questa V ergin si bella e sì pura,

Che dal som m o S ig n or fu eletta P e r sua Madre e sua Sposa diletta, Questa è quella, che il cu or mi ru bò Oh! se un g iorn o veder io potessi

Tutti i cu ori d’ amore languire P e r sì bella R egin a , e sentire Il suo nom e per tutto lod ar!

Sicché in terra per ogni confine R ison a sse con dolce a rm on ia ; V iv a , v iv a per sem pre M a ria ; V iva D io, che tanto l’ a m ò !

T u m ’infiamma in quel fu oco d’ am ore, In cui v iv i tu ardendo per D io ; E fa ch ’ arda felice a n cor io N ell'am or del m io ca ro G esù.

(35)

O del Cielo gran R egin a , T u sei degna d’ogn i am or, La beltade tua divina Chi non ama non ha cu or.

T u sei madre, tu sei S posa T u sei figlia del S ign or, T u sei quella bian ca rosa.

Che innam ora i nostri cu o r.

Madre sei del b ell’am ore, Della spem e e del tim or, T u del cielo sei l ’ onore, Tu del m ondo lo splendor.

Se l’offeso Creatore C am bia l ’ ira in lenità, Tu disarm i il gran furore E c ’ im petri ogn or pietà.

T u del giu sto sei la Madre, Madre sei del peccator, T u ci ottieni dal gran Padre Dei peccati un ver d o lo r .

Quindi ogn i alma più ostinata Che dal cielo si sbandì, Se da te vien rim irata, T orna a Dio da cui partì.

Se la man del divin Padre P io v e grazie nel m io sen, Grazie a T e, mia cara Madre, T esoriera d’ ogn i ben.

Sotto l ’ om bra del tuo velo Sta sicu ra l ’ onestà, E si porta su nel Cielo Il candor di purità.

A M aria dunque venite, Alm e tutte, e i vostri cu or R iverenti a lei offrite Tutti a ccesi del suo am or.

M a r i a M a d r e n o s t r a .

(36)

Sì, M aria è nostra Madre A vvocata in terra, in Ciel, G iacché ella è del Divin Padre F ig lia amata e p iù fedel.

Giovanetti e verginelle, S posa sia del vostro sen, F inch é l’ alme vostre belle Renda e porti al som m o B en.

Fate dono al suo candore Del candor di purità, A lei tutto date il fiore Di fiorita vostra età.

S ì, M aria, ti dono il cu ore, S ii tu madre a questo cu or : Tutto dono a te l’ amore, Che già diedi al m io S ig n or.

A vvocata in quest’e s ig lio , Deh lo sii pu r lassù, Cara Mamma, d’ un tuo figlio P resso il trono di Gesù.

Tu mi colm a il cu or d’affetto, T u mi gu ida alla virtù , Finch é spiri stretto stretto Nelle b ra ccia di Gesù.

R esa l’ alma fortunata, Là a goderti volerò N ella patria beata, D ove o g n o r ti loderò.

M a r i a n o s t r a s p e r a n z a .

O bella m ia speranza, Se mai pensier funesto D olce amor m io, M aria, Viene a turbar la mente, T u sei la vita m ia, Sen fu g g e , allor che sente

L a pace m ia sei tu. Il nom e tuo chiam ar.

Quando ti chiam o o penso In questo m ar del m ondo

A te, M aria, mi sento Tu sei l’ am ica stella , Tal gaudio e tal con ten to, Che puoi la navicella

Che mi rapisce il co r - D ell’ alma m ia salvar.

(37)

Sotto del tuo bel m anto, Stendi le tue catene, Amata mia S ig n ora , E m’ incatena il cu ore, V ivere v o g lio , e ancora Chè p rigion ier d’ amore Spero m orir un dì. Fedele a te sarò.

Che se mi tocca in sorte Dunque il mio c o r , M aria, F in ir la vita mia È tu o, non è più m io, Amando te, M aria, P ren dilo, e dallo a D io, Mi tocca il cielo ancor. Chè io nol v o g lio più.

S S . N o m e d i M a r i a .

Inni cantiam di giu b ilo Al Nome di M aria;

N om e che ogn or desia Il mar, la terra, il ciel.

N om e che in mare torbido A cqueta le procelle, E l e propizie stelle Pron te fa com parir.

N om e che a ll’uman genere Del ciel aprì le porte, Del regn o della morte R im ase vin citor.

N om e che al mortai m isero In questa flebil vita P o rg e sostegn o, aita N ell’ atto di cader.

Nom e che l ’ alto E m pireo Tutto abbellisce a festa, In tutti i cori addesta Un fonte di p iacer.

D eh ! N om e incom parabile Che in vita, e all’ ore estreme Sei nostra vera spem e, C onforta i nostri cu or.

(38)

Fa che agli estrem i a n e liti, Di morte al tetro orrore P ronunzi l’ alma e il cuore M aria.... S peranza.... Araor.

Intanto sciolti in g iu b ilo Cantiam lodi a M aria, N om e che o g n or desia I l m ar, l a terra, il c ie l.

A l t r a .

M aria, che dolce nom e Tu sei per chi t’ intende, Beato chi ti rende A m ore per amor.

Un bel pensier mi dice Che io pur sarò felice Se a vrò M aria sul labbro Se avrò Maria nel cor.

L ’augu sto nom e in Cielo So che sull’ arpe d’ oro D e’ Serafini il coro V a replicando ogn or.

Le d olci note e belle Io non v ’ in v idio, o stelle, Ho anch’ io M aria sul la bb ro Ho anch’ io Maria nel cor.

Con questo scudo allato Dell’ infernal nem ico N on temo l’ odio a n tico, N on temo il suo livor.

N el più crudel cim ento R ip oserò contento Se avrò M aria sul la bb ro, Se avrò Maria nel cor.

(39)

I m m a c o l a t a C o n c e z i o n e .

V ergin del ciel R egin a . Im plora a noi perdono Im m acolata, e b ella , D’ ogn i passato inciam po, Che ti chiam asti ancella, E p org i a nostro scam po

E sei S ign ora , A m ica m ano.

P iù v a g a dell’ aurora, M aligni assalti in v an o E com e il sole eletta, Il serpe rio ti diede, Tu fosti già concetta Quando col forte piede A l prim o istante. Tu ’l calpestasti.

A tue fattezze sante Ma n o i , c h e siam rimasti Non fece oltrag gio, e male Del suo veleno infetti, L a colpa orig in ale P roviam o i tristi effetti A noi sì odiosa. O gnor nell’ alma.

Sei figlia, madre e sposa Sul fier dragon la palma P iù candida d ’ un gig lio ; Ottien chi in te confida;

T i elesse il Padre, il F ig lio Tu gli sei dolce guida E ’ l Santo A m ore. Al gaudio eterno.

Deh! quel tuo grato cuore Sia chiuso a noi l’in fern o, Che trionfava intanto, Ché questo è tuo bel vanto, R iv olgi a Chi t’ ha fatto Salvar sotto il gran manto Un sì gran d on o. I pecca tori.

A l t r a . Im m acolata V ergine,

Gloria tu sei del m on d o:

L ’ im pero tuo g iocon d o A m ano terra e ciel.

Onor del sesso debole, D e’ forti sei R egin a : L ’ angiol a te s ’ inchina, S ’inchina ogni fedel.

Sotto i più dolci titoli T ’ invocan mari e l id i : A gli innocenti a rridi, C onsoli i peccator.

(40)

Stella Tu sei propizia Sei g ig lio intatto e rosa , A ncella e F ig lia e S posa, Sei madre del S ign or.

L a mano tua benefica, Disarm a il fulm inante, E oh quante grazie, oh quante, M aria, tua voce o ttie n i Q uesto drappel di figli

D egno del tuo sorriso, L ’ am or del P aradiso Desta nei nostri sen.

F ra i dover nostri in fo n d ici, Il tuo sublim e ardore, La forza nel dolo re, L ’ eroich e tue V ir t ù ; Ci salva dalle insidie

Che cin g on nostra vita, N ei turbini ci aï ta, Ci gu ida al buon Gesù.

I l SS. Rosario.

O M aria, R osa Divina Sei splen dor del P a ra d iso, O gni cuore a te s ’ inchina, O M aria, R osa divina.

O M aria, col tuo bel F ig lio , Che delizia è del tuo cu ore, Sem bri rosa unita al g ig lio , O M aria, co l tuo bel F ig lio . O M aria, m adre d’am ore,

T u sei R osa fiam m eggiante Di celeste e santo ardore, O M aria, madre d’amore.

(41)

O M aria, R osa adorata, T u col sangue dell'A gnello Fosti tutta im porporata, O M aria, R osa adorata.

O b el fiore, O bella rosa , Il gran spirto del S ignore Sopra te lieto riposa, O bel fiore, o bella rosa.

S ono in te, R osa divina, E le grazie ed i fa v ori, Qual ru giada mattutina S ono in te, R osa divina.

Di tue rose, o gran S ig n ora , N el R osa rio sacrosanto Ogni cu o r v a g o s ’ infiora Di tue rose, o gran S ig n o ra . N e’ m isteri sagrosan ti,

L ieti, mesti e gloriosi, Tutto il c ie l ti lodi e ca n ti, N e’ misteri sagrosanti.

A l sacro Cuore di M a ria . Cor di M aria, che g li A n g ioli

Am m iran com e il core, In cu i, dopo il S ig n ore, Splende m a g gior b o n tà ! Sei cor di Madre tenera

P e r g l’ innocenti, e insiem e P el p ecca tor che gem e, Che spera in tua pietà.

La Terra e il Ciel t ’ onoran o T ’onora il Re tuo F ig lio , T u sei l ’intatto G iglio Che il serpe non gu a stò.

Del san gue tuo v irgin eo F orm ossi il cor sì bello Dell’adorato A gnello Che il m ondo riscattò.

(42)

E vviva dunque l ’ inclito Cor della gran R e g in a , Cui suddito s’inchina E l’ uom o, e il S era fin ! Prendi il m io core, o V e rg in e }

T u trasform ar lo pu oi, D àgli gli affetti tu oi, D àgli il tuo am or divin.

Di Cristo il core g iu b ila S ovra il tuo cu or sì p u r o : Due mai non ne furo P iù sim ili in am or.

C om e possiam noi rendere O m aggi a Te graditi, N oi figli indeboliti Da’ falli e dal tim o r?

A me ven ite, o figli, (Così M aria risponde) Chi tante preci effonde R esp in g er io non so.

In torno a me stringetevi, Siatem i sempre a cca n to, V i co p rirò col m an to, D ifesa a v o i sarò.

A M a r ia C o n s o l a t r ic e .

M ille volte benedetta, O dolcissim a M aria, ben edetto il nom e sia Di tuo figlio Salvator.

O M aria Consolatrice,

N oi ti offriamo il nostro cu o r.

F in d’ allora che di colpa Fu l'u m a n a stirpe infetta D io la Madre ha in te predetta Del futuro R edentor.

(43)

O M aria ecc.

O purissim a M aria, Il tuo piede im m acolato S chiacciò il ca p o avvelenato Del serpente insidiator.

O Maria ecc.

Tutti i secoli son pieni, O M aria, di tue glorie, E di tenere m em orie, Di p rodigi e di fa v or.

O M aria ecc.

Ma T orin o, o cara Madre, Sempre, fu da te protetta, E fra tutte prediletta Da Gesù con solator.

O Maria ecc.

P er te il cie co gli o cch i aperse Di m iracoli presag o, Quando fu della tua im ago F ortunato scopritor.

O M aria ecc.

O del sole assai più bella, Della luna più legg ia dra , P iù terribile che squadra Di accam pati b ella tor.

O M aria ecc.

D eh ! p roteggi, o gran R egin a , Il R e nostro, il tem pio, il tron o, D ’ ogn i grazia il più bel d ono, È la p ace del S ig n or.

O M aria ecc.

O Maria nostra A vv oca ta , L ’universo in te confida, P erch è sei rifu g io e gu ida , A ll'u o m giu sto, e al peccator.

O M aria ecc.

O con forto degli afflitti:

D’og n i grazia dispensiera,

(44)

Di salute m essa ggiera , N ostra spem e, e nostro am or.

O M aria e c c .

D eh! dal ciel, M adre p ie to s a , P ie g a il gu ardo a ’ tuoi d iro ti, E saudisci i n ostri v o t i, O gran Madre del S ig n or,

O M aria e c c .

A lt r a . O M a ria , quando ti miro A b b ra ccia la al tuo diletto, Io mi sento il cu ore in p etto P a lpita r per te d ’a m o r :

Ed esclam o pien di g i o ia : O m aria, q u a n to sei bella ! T u som igli a quella stella , Che risplende in s u ll’ a lbor.

F ortu n ata v ergin ella , Bella sei com e l’ a u rora , Q u an d o ai rai del sol s ’ indora D ’ oriente nei confi n:

T u sei bella com e rosa Che la stilla m attutina.

A bbia in seno, e che s ’ inchina V erso il sole in sul m attin.

Bella sei com e la luna, Q u an do splende in sua pienezza

Su dei cieli nell’ ampiezza S enza nubi e senza vel.

T u ti strin gi al caldo seno Di tuo am ore il ca ro ob bietto, E tel tien i stretto stretto P resso al volto bam binel.

E gli stam pi caldi baci Sulle g u a n ce morbidette,

(45)

P orp orin e, amorosette, M entr’ei ride in b ra ccio a te..

O M aria, qual casta g io ia P rov i mai su quel bel v is o , Che fa bello il P a ra diso Ed irra g g ia la tua fè!

O M aria tu sei p iù bella Quando il bim bo a te sorride, E con teco egli divide Le carezze e i casti am or:

Quando il cu or di N inno a p p r e s i A l tuo cu ore palpitante,

E i si stem pra, e ’l tuo sem biante L a n gu e in forza dell' ardor.

D unque esulta, o b enedetta, T u sei V ergine e sei Madre Di quel F ig lio ch’ha p er padre Quel S ig n or che sempre fu:

Ma tu pensa nel b a cia rlo , O dolcissim a M aria, Che sei pure madre m ia Mentre ’l sei del tuo Gesù.

Dunque di’ , madre pietosa, A l tuo caro bam binello, Ch’ un tuo figlio cattivello B ram a il don di carità.

Ma che prim a il suo perdono P e r tuo mezzo chiede e implora D ’ una vita che finora

Sem pre fu d’ infedeltà.

D igli ancor c h e se finora F ui ribelle al suo invito, O r mi prostro a T e pentito, N ella piena del dolor.

Colla spem e, o mam m a ca ra , Che m ’ a ccolg a sotto il m anto, E m ’ infiammi tanto tanto D el suo dolce e santo am or.

(46)

M a r i a n ostra M adre.

Sei pura, sei pia, Sei bella, o M aria, Ogni alma lo sa, Che madre più dolce Il m ondo non ha.

O madre beata, Dal cielo a noi data, La tua gran pietà Che bella speranza, Che g ioia mi dà!

Sei p ura, sei p ia , ecc.

O madre divina, Del m ondo reg in a , E chi mai sentì, Che alcuno scontento Da te si partì?

Sei p u ra , sei p ia , e c c . O madre potente, San tutti, che niente T i nega G esù:

Fa quanto dim andi, E quanto vu oi tu.

S ei p ura, sei p ia , ecc.

O madre d’ am ore, Tu impetra al m io core Che ingrato p eccò, Am ore al m io D io, Che tanto m ’ am ò.

Sei pura, sei pia, ecc.

A ltra.

A ’ tu oi piè, Maria diletta, V engon tutti i figli tu oi, Cara M adre, il dono accetta D egli amanti nostri cuor.

Se non sono i nostri cu ori Cosi bian chi c o me i g ig li, P u r T i siam o amanti fig li, E c i sei T u Madre ancor.

Gara Madre del S ig n ore, D olce Madre del m io bene, T u ben vedi in quante pena V iv e afflitto questo cor.

(47)

M on do, inferno e carne han teso Mille insidie ai passi m iei;

D eh ! M aria, se T u non sei, Chi mi tog lie il m io tim or?

Stretto, e lùbrico è il sentiero, In eg u a le, ign udo il sa sso, E v a cilla inferm o il pa sso, E s ’ arresta incerto il piè.

Ma pur seguo il m io cam m ino, E speranza il cor m’ affida O celeste amica g u id a , Se riv olg o il guardo a Te.

A tocca r del ciel le s oglie Se mai giu n go dopo m orte, V o g lio scriver sulle porte Il bel nome del mio b en . V og lio scriv er sulle mura

Il tuo nom e, o Madre m ia, V og lio scrivere Maria N el mio cuore e nel m io sen.

Cara Madre, i giorn i v og lio V iver sempre a Te fedel:

Dolce un guardo del tuo sog lio D eh ! riv o lg i al buon G esù ; Ed impetra il caro dono

Del suo am ore, a questo figlio, Che sospira nell’esig lio Alle gioie di lassù.

P o ich é quanto T u , sei bella, Tanto ancor Tu sei p ia, D eh ! grad isci, o Madre m ia, Gli am orosi nostri cuor.

Se non sono i nostri cu ori Così bianchi com e g ig li, P u r ti siam o amanti figli, E ci sei Tu Madre ancor.

(48)

M a ria M adre di m iseric o rd ia .

Siam rei di m ille errori A bbiam o il ciel nem ico, Da’ giusti su oi rigori Chi ci difenderà?

V olgi pietosa a n oi, V olg i gli sguardi tuoi, M aria speranza nostra, A bbi di noi pietà.

T u sei nella procella A lla smarrita prora Quella propizia stella Che calma alfin le dà.

V olg i ecc.

E ra del ciel le porte Ne serra, e tu le schiudi, V incendo colpa e morte Onde ella rei ci fa .

V olgi ecc.

Rendi all’ umane genti Da ria catena o p p re s so , R endi degl’ innocenti L ’ antica libertà.

V olg i ecc.

V ergin de’ bei ca n d ori, T u senza esem pio um ile.

Deh infondi ai nostri cori Dolcezza e purità.

V olg i ecc.

Tra le beate squadre Fa che veniam lodando Del F ig lio , Spirto e Padre

Con Te l’ alta bontà.

V olgi ecc.

A M aria Ausilia trice .

S alve, salve, pietosa M aria, Al tuo trono di g loria celeste U no stuolo di figli v orria Il tuo aiuto potente im plorar.

Siam o figli di misera madre Che ci fa qui la n gu ir nell’esig lio;

Siam o prole d’ un povero P adre Che la scio cc i in reta g g io il penar.

N oi abbiam o un nem ico ga g lia rd o, Che dell’ alme cospira alla preda;

Ha m ortifero il labbro e lo sguardo, Ha di b elva le zanne ed il cuor.

(49)

Quante volte i suoi pravi attentati Diero il guasto alla m istica v ig n a , Quanti, oh quanti fratelli tra v ia ti!

Trascinò nel suo abisso d ’orror.

T u , che un giorno col piè vin citore Gli calcasti la testa superba, Tu disarm ane il crudo livore, Tu di lui trionfanti ci fa.

T u , che già tanto volte fugasti Sol col gu ardo le forze d’ averno, T u , che ogn ora di lui trionfasti, Tu presidio, Tu forza ne dà.

Quando Iddio nel giu sto suo sdegno Fa fischiar sulla terra il flagello, E le colp e d’un popolo indegno Sta col brando tremendo a pu n ir,

Tu gli tendi le braccia am orose Che lo tennero stretto al tuo seno, Gli rammenta le cure pietose, I tuoi lunghi dolori e martir.

Non può un figlio che t’ ama cotanto F la gellar mentre prega M aria;

Sotto l ’om bra dell’am pio tuo manto C astigarci Gesù non potrà.

No non p regalo, o Madre, m a impera S ovra il cu ore d'un figlio che t’ ama:

Di sue grazie ti fe’ dispensiera, Or del dono scordarsi vorrà ?

Deh rim ira da quante procelle È sbattuta la nave di P iero Quale cozzi bufera ribelle Contro l’arca del sommo N o è !

Deh tu , M adre, che puoi e che aneli La tua prole vedere beata,

Tu difendi dai figli infedeli Il gran Papa che affidasi a Te.

Tu con forta quel santo P astore, R icon d u ci all’ovile i traviati,

(50)

Fa che insiem e riuniti al tuo cuora Ardiam tutti d ’ amor per Gesù.

Tu ridona la pace ridente Alla Chiesa che in Te si confida, Fa che sorga più bella e splendente Sulle s pog lie dell'oste che fu.

Fa che stretti al vessillo d’ amore Che santifica, avviva e con forta, M ilitiam o pel som m o S ignore, Pieni tutti di spem e e di zel.

Dal tuo b ra ccio potente protetti N oi vedremo sconfitti i n em ici, Ed andrem o a goder cog li eletti T e co il prem io di gloria nel Ciel.

M a ria R ifu g io d e i P e cca to ri.

P e c c a t o r i, se bramate R itrov a r del ciel la via, V ’ apre il sen, v ’ apre M aria L ’ adorabile suo cu or.

E cco dunque, o p ecca tori, Di salute ecco la v ia ; Siate amanti di M aria, Chè Maria vi salverà.

Il leone a voi d ’ intorno Va ru g g endo in su o fu r o r e : D eh! celatevi in quel cu ore, N ascondetevi in quel sen.

E cco dunque, o peccatori, ecc . A quel dolce sen correte

Ove aperse il R edentore A ll’ afflitto e al peccatore R ic c o fonte di pietà.

E cco dunque, o peccatori, ecc.

(51)

Delle colpe al tristo aspetto Se temete iniqua sorte, Salda torre, scudo forte Il suo cu or per v oi sarà.

E cco dunque, o pecca tori, ecc.

P er quel latte che ne trasse Il divino P argoletto

Un tesor le infuse in petto Di clemenza e di bontà.

E cco dunque, o peccatori, ecc.

Dalla croce dichiarata Con ch irogra fo solenne, Nostra Madre Ella divenne P e r divina volontà.

E cco dunque, o p ecca tori, ecc.

Quindi a noi la man distende Apre il sen, dispiega il m an to:

Del nem ico è il laccio infranto, R itorn iam o in libertà.

E cco dunque, o p ecca tori, ecc.

Il più raro e nobil p reg io, Che alla V ergine è sì caro È de’ m iseri il riparo, Un abisso di pietà.

E cco dunque, o pecca tori, ecc.

D olce Madre del S ig n ore, Nostra speme e Madre nostra, Del tuo cu ore a noi dim ostra La potenza e la pietà.

E cco dunque, o p ecca tori, ecc .

I figli di M aria . N oi siam figli di Maria,

Lo ripetan l’ aure e i ven ti, L o ripetan gli elementi Con piacevole arm onia,

N oi siam figli di Maria.

Se grad isci un sì bel dono

(52)

E ci strin gi al sen m aterno, Contro noi pu r frem a in fern o, S ’ arma invan di rabbia ria.

N oi s ia m ecc.

Il cru del nostro nemico Se ci aspetta al segn o usato, Se ci tende occulto a gg u a to, D iscoperto e vinto sia.

Noi siam ecc.

Ma se figli esser chiam ati, Se a lei cari esser v o g lia m o , D eh! dal cu or presto togliam o Ogni avanzo di follia.

N oi siam ecc.

T roppo a Lei, troppo dispiace N e’ suoi figli un cu o r in d e g n o , R im irarlo senza sdegno M adre tale non potria.

Noi siam ecc.

Dal m io sen dunque partite, Odii antichi, affetti rei, I o con sacro e dono a Lei Il m io cu or la lin gu a m ia .

Noi siam ecc.

Sopra noi volg i pietosa, Cara Madre, i santi ra i, E dall’ alma allor vedrai Ogni m acchia fu g g ir via .

Noi siam ecc.

Senza il tuo potente aiuto N oi m eschini veniam m eno, Siam qual pianta cui il terreno Alim ento più non dia.

N oi siam ecc.

Fa che giunta l’ ora estrema Chiami tutti i figli tuoi A god er de’ Santi suoi La beata co m p a g n ia .

Noi siam fig li di Maria

(53)

U n f i g l i o c h e c h i a m a M a r i a . Chiamando Maria

Mi sento nel petto S vegliarsi la g io ia , Destarsi l’ affetto:

Chiam ando lei sola Il cu or si con sola, D olor più non ha.

Chi ama Maria Contento sarà.

Chiam ando M aria D e’ g ig li il candore, P er troppa dolcezza Vien meno il m io cu ore;

Si sente rapito,

A cceso e ferito P e r tanta b eltà : Chi serve a M aria Contento sarà.

Chiam ando Maria Tal ga u dio io sento, (de Che il cu o r non com pren- P e r troppo contento.

Dicendo Maria Quest’ anima mia S truggendo si va, Chi m uor per M aria Contento sarà.

A f f e t t i a M a r i a . Lodate Maria,

O lingu e fedeli, R isu on i n e’ cieli La vostra arm onia.

Lodate, lodate, Lodate M aria.

M aria sei g ig lio Di puri c a n d o r i, Che il cuore innam ori Del Verbo tuo F ig lio.

Lodate ecc.

Di lu ce divina Sei nobil aurora, Il sole t’ adora, La luna s ’ inchina.

Lodate ecc.

Con piede potente Il ca p o nem ico T u premi all’ antico M aligno serpente.

Lodate ecc

Il puro tuo seno D ie’ cib o , e ricetto

Al gran pargoletto Gesù Nazzareno.

Lodate ecc.

Già regni beata Fra angelici co r i Con canti sonori Da tutti esaltata.

Lodate ecc.

Il cielo ti dona Le grazie più belle, E un g ir o di stelle T i form a corona.

Lodate ecc.

O Madre di Dio, E mistica rosa, S occorri pietosa L o spirito m io.

Lodate ecc.

(54)

T rad u zion e d c ll’Ave M a ria . A ve, pura vergin ella ,

Del S ig n or tuo fida ancella, Fra le donn e, oh benedetta!

Ogni grazia in te s ’ alletta:

Benedetto il frutto santo Che in te prese m ortal m anto.

Santa vergine M aria, A noi v o lg i il guardo pia;

P re g a Dio per n oi, che siam o Della rea stirpe d ’A dam o, E nell’ ora della morte T u del ciel n ’ apri le porte.

P a ra fr a si della Salve R eg in a Salve, o V ergine divina S alve, o fonte di pietà, Tu sei m adre, sei regina Dell’afflitta umanità.

D’ Eva noi dolenti figli Invochiam o il tuo fa vor, N egli affanni e nei perigli Tu consola il nostro cor.

T u ravviva in noi la spem e Che nell'alm a ci parlò, Tu con forta il cor, che gem e, E che solo in te fidò.

Nella piena de’ martìri In v och ia m la tua mercè Dalla valle de' sospiri Noi volgiam lo sguardo a te.

P rotettrice gloriosa Del tuo popolo fedel, U n'occhiata tua pietosa Deh! riv o lg i a noi dal Ciel.

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