RASSEGNA STAMPA 29-08-2017
1. REPUBBLICA.IT L'overdose delle vitamine B6 e B12 aumenta il rischio di cancro polmonare
2. REPUBBLICA Uova e talco nel crepuscolo della probabilità 3. SOLE 24 ORE Valida la vendita della casa con l’amianto
4. SOLE24ORE.COM Tumore alla gola, le regole della prevenzione 5. MESSAGGERO New York, le sigarette costeranno 13 dollari 6. REPUBBLICA Quanto principio attivo c'è dentro una pillola 7. REPUBBLICA Salviamo il servizio sanitario rendendolo efficiente 8. REPUBBLICA Solo un malato su tre riesce ad avere le pillole giuste
9. TEMPO Boom di infezioni nell'ultimo anno In calo gli italiani «coperti»» dal virus
10. REPUBBLICA Le Asl: "Anche medici e infermieri devono vaccinarsi"
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13. GIORNO - CARLINO - NAZIONE Ostetrica con il morbillo in ospedale «Non era stata immunizzata»
14. CORRIERE DELLA SERA Vaccini, che cosa serve per iscrivere i figli a scuola?
15. AVVENIRE Vaccinazione «bene comune»
16. GIORNALE Nate gemelli siamesi: un caso ogni 200mila parti
28-08-2017
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L'overdose delle vitamine B6 e B12
aumenta il rischio di cancro polmonare
Una ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Oncology mostra i risultati relativi agli effetti negativi indotti dall'assunzione vitaminica in surpuls. Ecco le dosi consigliate
di SARA PERO
'DI PIÙ' non sempre è sinonimo di 'migliore' e alcuni studi ce lo rivelano. Sembrerebbe che un'overdose di vitamina B6 e B12 sia una delle cause che concorrono nel cancro al polmone. È questo il risultato emerso da uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Oncology: l'assunzione in dosi elevate di questi due integratori vitaminici sembrerebbe addirittura triplicare il rischio del tumore. Specialmente vendute come pillole, le vitamine B e in particolare quella B12, sono ormai presenti nelle case del 50% degli americani, assunte come supplemento dietetico di facile reperibilità: si possono acquistare senza prescrizione del medico, in negozio o direttamente sul web. Il National Institutes of Health sottolinea peraltro che se non si hanno deficit nutrizionali della vitamina B12, la relativa integrazione non comporta risultati soddisfacenti sulle prestazioni sportive - motivo principale della sua assunzione, soprattutto negli uomini. Il fatto che un prodotto sia venduto senza prescrizione medica non significa che sia inoffensivo:
ogni sostanza bioattiva ingerita, infatti, modifica il nostro organismo, comportando rischi e benefici.
Il caso norvegese. L'associazione tra il consumo eccessivo di queste vitamine e il rischio di sviluppare il cancro era stato ipotizzato da anni. Lo studio norvegese, ad esempio, partì nel 1998 e venne condotto su 6837 persone con malattie cardiache sulle quali erano stati analizzati gli effetti del surplus vitaminico:
i ricercatori, in un'indagine durata diversi anni, avevano osservato un maggior rischio di mortalità o di sviluppo di malattie – in particolare il cancro al polmone - tra le persone che avevano assunto un supplemento di vitamine B (in particolare B12 e B9) rispetto a chi era stato trattato con il placebo e i risultati sono stati pubblicati nel 2009 sul Journal of the American Medical Association. In Norvegia – fa notare la rivista statunitense the Atlantic – queste ipotesi erano state messe a tacere in un processo conclusosi dieci anni fa, probabilmente perché il numero di casi di cancro polmonare era relativamente piccolo.
L'eco in Usa. Ma i risultati dello studio norvegese avevano catturato l'attenzione di due ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, supportati dal National Cancer Registry. Lo studio, in questo caso, è stato svolto in grande (su una coorte di 77118 persone, dai 50 ai 76 anni di età) e ha monitorato l'assunzione degli integratori alimentari per 10 anni al fine di comprovare quanto già
osservato in Norvegia: e in effetti i risultati sono ancora più significativi. Il consumo quotidiano di 20 milligrammi di vitamina B6 a lungo termine duplicherebbe il rischio di sviluppare il tumore ai polmoni tra gli uomini. E se associato al fumo, il rischio triplicherebbe addirittura – a causa del probabile effetto sinergico dei due fattori. Per la vitamina B12, l'effetto sinergico sembrerebbe peggiore (il rischio aumenta da tre a quattro volte) mentre nelle donne, sembrerebbe assente.
L'associazione con il cancro. Le vitamine B intervengono al livello cellulare nel metabolismo
energetico, contribuendo al normale funzionamento dell'organismo. Probabilmente – fa notare Theodore Brasky, ricercatore del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle – uno squilibrio quantitativo di queste vitamine può avere ripercussioni negative sul funzionamento dei geni, sia riguardo alla loro espressione, sia per la loro composizione - in termini di basi nucleotidiche - che di rotture nei filamenti di Dna.
Dose consigliata. L'indennità dietetica raccomandata negli Stati Uniti per la vitamina B6 è di 1,7 milligrammi al giorno, per la vitamina B12 è 2,4 microgrammi. Il gruppo ad alto rischio nello studio statunitense ha assunto una dose vitaminica circa 20 volte maggiore,
una realtà di integrazione alimentare enorme ma che potenzialmente può riguardare chiunque, data la ridotta regolamentazione per questa tipologia di prodotti -contrariamente alla vendita di quelli
farmaceutici, la cui reperibilità è invece maggiormente controllata.
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Tumore alla gola, le regole della prevenzione
Il tumore alla gola è uno dei tumori del distretto testa-collo, un insieme di neoplasie che possono interessare diversi tessuti come la lingua, quelli della bocca e la faringe. Quello alla gola, invece, riguarda le strutture che si trovano nel tubo muscolare che dal naso arriva fino al collo. Pertanto può colpire, ad esempio, la faringe, l'epiglottide, le tonsille, le corde vocali.
L'insieme dei tumori di testa-collo rappresenta circa il 4% di tutte le diagnosi tumorali negli uomini e l'1% tra le donne. Più colpite sono le fasce d'età fino ai 69 anni; dai 50 ai 69 anni sono il quinto tumore più diagnosticato negli uomini. La sopravvivenza a 5 anni nei tumori testa-collo in Italia è di poco superiore al 44%, più della media europea e di poco inferiore a quella dei Paesi nordeuropei.
Individui a rischio
Oltre ai fattori di rischio non modificabili (età e sesso) esistono altri fattori associati allo stile di vita sui quali si può agire per contenere le probabilità di insorgenza dei tumori di testa-collo e quindi del tumore alla gola.
Il primo fattore di rischio da evitare è sicuramente il fumo di sigaretta. Oltre a questo lo è anche il consumo eccessivo di alcolici. Come ricorda l'Aiom, l'Associazione italiana di Oncologia medica, almeno il 75% di tutti i tumori del distretto testa-collo sono causati dal tabacco e dall'alcol. A maggior rischio è dunque chi è dipendente dal fumo di sigaretta e al contempo utilizza grandi quantità di alcol.
Anche l'esposizione professionale alle polveri del legno è stata riconosciuta come fattore di rischio per il tumore rinofaringeale.
Il Papilloma virus umano
L'infezione causata dal Papilloma virus umano, l'HPV, è un ulteriore fattore di rischio di tumore alla gola, in
particolare dei tumori a carico dell'orofaringe, ovvero tonsille e base della lingua. Tra i ceppi virali dell'HPV associati a questo rischio in particolare l'HPV-16 è quello più pericoloso.
Come fare prevenzione
Non iniziare a fumare o smettere è una delle grandi azioni di prevenzione per il tumore della gola, e non solo.
Anche moderare il consumo di bevande alcoliche è altrettanto importante, all'interno di un'alimentazione varia ed equilibrata, una regola di prevenzione generale con diverse ricadute sulla salute.
Per proteggersi dall'HPV è invece importante avere rapporti sessuali protetti e soprattutto vaccinarsi. Il
vaccino anti-Papilloma virus è fondamentale per la prevenzione e non solo del tumore dell'orofaringe. Con questo presidio ci si protegge anche dal rischio di tumore alla cervice uterina, alla vulva e alla vagina, all'ano, al pene. La somministrazione di questo vaccino è dunque utile in entrambi i sessi, anzi lo è forse più per gli uomini che per le donne. I maschi corrono infatti un rischio di infettarsi con il Papilloma virus cinque volte tanto quello delle femmine e non possono nemmeno beneficiare di programmi di screening nazionali come quello per il tumore della cervice uterina.
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