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Infortuni, l’Italia in linea con i Paesi dell’Unione Europa di Luigi Matarese*

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(1)

ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

Rapporto Annuale

Campania

Regionale 2007

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Rapporto Regionale 2007

Direttore Regionale: Luigi Matarese

Comitato di redazione:

Michele Campo Donatella Apicella Vincenza Meccariello Daniela Mingione Marcello Santopietro

Per le monografie

- Esposizione professionale a glutaraldeide ed acido peracetico in ambito ospedaliero

Autori: 1R. d’Angelo, 1E. Russo, 2L. Attaianese, 3F.Niutta

1Contarp – INAIL- Direzione Regionale per la Campania

2 Indesit Company S.p.A.

3 Regione Campania

- Valutazione del rischio di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nell’industria metalmeccanica complessa: il caso Indesit e lo sviluppo del software Ergonomic Risk Assessment

Autori: 1R. d’Angelo, 2E. Attaianese, 3L. Attaianese, 2G. Duca, 1E. Russo

1Contarp – INAIL- Direzione Regionale per la Campania

2LEAS Università Federico II

3ex HSE Indesit Company

Stampato dalla Tipografia INAIL - Milano

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Premessa del Direttore Regionale Campania I.N.A.I.L. 7

Sezione 1 – Il contesto socio-economico

1.1 2007 – Geo-economia 11

1.1.1 Crisi convergenti e paesi emergenti 11

1.2 La situazione italiana e campana 14

1.2.1 Popolazione ed occupazione 14

1.2.2 Prodotto interno lordo - P.I.L. 18

1.2.3 Le imprese registrate ed attive 20

Sezione 2 – Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

2.1 Il fenomeno infortunistico e tecnopatico 27

2.1.1 Andamento infortuni sul lavoro 28

2.1.2 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati 29 all' INAIL per provincia, regione e anno - TUTTE LE GESTIONI

2.1.3 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati 31 all' INAIL per provincia, regione, gestione e anno

2.1.4 Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2007 e denunciati all'INAIL 32 per provincia, regione e settore tariffario - INDUSTRIA E SERVIZI

2.1.5 Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati all'INAIL per 33 gestione, settore di attività economica e territorio

2.1.6 APPRENDISTI - Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2007 e 34 denunciati all'INAIL per provincia, regione e settore tariffario –

INDUSTRIA E SERVIZI

2.1.7 STRANIERI - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 – 2007 35 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno

2.1.8 PARASUBORDINATI e INTERINALI - Infortuni sul lavoro avvenuti 36 nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione

e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

2.2 European Statistics on Accidents at Work (ESAW) 37

2.2.1 CAMPANIA - CONTATTO/AGENTE MATERIALE 37

(Variabile ESAW/3) - Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per contatto/agente materiale – AGRICOLTURA

2.2.2 CAMPANIA - CONTATTO/AGENTE MATERIALE (Variabile ESAW/3) 38 - Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il

30.04.2008 per contatto/agente materiale – INDUSTRUA E SERVIZI

2.2.3 CAMPANIA - SEDE DELLA LESIONE - Infortuni sul lavoro avvenuti 39 nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per sede della

lesione, tipo di conseguenza

2.2.4 CAMPANIA - NATURA DELLA LESIONE - Infortuni sul lavoro 41 avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per natura della lesione, tipo di conseguenza

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2.3 Eventi mortali 43 2.3.1 Casi mortali avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all' INAIL 44

per provincia, regione e anno - TUTTE LE GESTIONI

2.3.2 INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e 46 denunciati all'INAIL per provincia, regione, gestione e anno

2.3.3 INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nell'anno 2007 e denunciati 47 all'INAIL per provincia, regione e settore tariffario - INDUSTRIA

E SERVIZI

2.3.4 INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nel 2007 e denunciati 48 all'INAIL per gestione, settore di attività economica e territorio

2.3.5 STRANIERI – INFORTUNI MORTALI avvenuti nel periodo 49 2005- 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno –

AGRICOLTURA/INDUSTRIA E SERVIZI

2.3.6 PARASUBORDINATI e INTERINALI - INFORTUNI MORTALI 50 avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL per

provincia, regione e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

2.4 Infortuni per incidenti stradali e in itinere 51

2.4.1 INFORTUNI STRADALI avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e 52 denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno

2.4.2 INFORTUNI IN ITINERE avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e 54 denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno

2.4.3 INFORTUNI MORTALI STRADALI avvenuti nel periodo 57 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno –

AGRICOLTURA – INDUSTRIA E SERVIZI

2.4.4 INFORTUNI MORTALI IN ITINERE avvenuti nel periodo 58 2005- 2007e denunciati all'INAIL per provincia, regione e

anno – AGRICOLTURA – INDUSTRIA E SERVIZI

2.5 FOCUS su alcuni settori a rischio 60

2.5.1 Industria e Servizi - FREQUENZA infortunistica per regione 60 2.5.2 Frequenza infortunistica per regione e tipo di conseguenza – 61 INDUSTRIA E SERVIZI

2.5.3 2007 - SETTORI MAGGIORMENTE A RISCHIO 63

2.6 Le malattie professionali 65

2.6.1 ITALIA - MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo 65 2003 - 2007 e denunciate all'INAIL per gestione

2.6.2 CAMPANIA - MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel 2007 65 e denunciate all'INAIL per gestione e provincia

2.6.3 CAMPANIA - Malattie professionali denunciate nel periodo 66 2003 – 2007 e maggiormente manifestatesi – AGRICOLTURA –

INDUSTRIA E SERVIZI - DIPENDENTI CONTO DELLO STATO

2.6.4 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo 2003-2007 67 e indennizzate per tipo di conseguenza

2.6.5 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo 68 2003 - 2007, riconosciute e indennizzate a tutto il 30.04.2008

per provincia, anno.

2.6.6 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo 68 2003 - 2007 e denunciate all'INAIL per provincia, regione e anno

– AGRICOLTURA e INDUSTRIA E SERVIZI

(5)

2.6.7 MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel 2007 e denunciate 70 all'INAIL per tipo di malattia e territorio - AGRICOLTURA e

INDUSTRIA E SERVIZI

2.7 Andamento infortuni sul lavoro al FEMMINILE 71 2.7.1 ITALIA - Infortuni sul lavoro e casi mortali avvenuti nel periodo 74

2005 – 2007 e denunciati all’I.N.A.I.L. in complesso

2.7.2 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005-2007 e denunciati 74 all'INAIL per classe di età, gestione, anno

2.7.3 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati 74 all'INAIL per anno, settore tariffario - INDUSTRIA E SERVIZI

2.7.4 CAMPANIA - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2004 – 2007 74 e denunciati all’I.N.A.I.L. in complesso

2.7.5 ITALIA - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005-2007 e 75 denunciati all'INAIL per settore di attività economica e anno –

INDUSTRIA E SERVIZI

2.8 La prevenzione 76

2.8.1 PREVENZIONE: iniziative Inail Campania per l’ anno 2007 77 Sezione 3 – Le monografie

3.1 Esposizione professionale a glutaraldeide ed acido peracetico in 81 ambito ospedaliero

3.2 Valutazione del rischio di sovraccarico biomeccanico degli arti 86 superiori nell’industria metalmeccanica complessa:

il caso Indesit e lo sviluppo del software Ergonomic Risk Assessment

(6)

Igiene e sicurezza sul lavoro Non c’è prevenzione senza l’informazione

Non c’è protezione senza la formazione

Gestire e vivere la sicurezza è un dovere di TUTTI

INAIL: Non soltanto assicurazione ma un sistema integrato di tutela del lavoratore e per la competitività delle imprese

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Infortuni, l’Italia in linea con i Paesi dell’Unione Europa di Luigi Matarese*

Il problema delle morti bianche è un problema di lunga data nel nostro Paese, non un’emergenza degli ultimi giorni.

Da anni si dice che l’Italia presenta il più alto numero di incidenti mortali sul lavoro.

I dati disponibili (fonte Eurostat ed ILO) rilevano che nel nostro Paese si registrano, ogni anno, sei incidenti mortali ogni 100 lavoratori, sei volte l’incidenza di tali infortuni nel Regno Unito, quattro volte in Svezia, due in Germania. Ma così non è.

Le suddette statistiche non sono strettamente comparabili tra loro in quanto risentono di difformità legate ai diversi criteri di rilevazione adottati. In Europa, ad esempio, sono considerati infortuni sul lavoro solo quelli che provocano “assenze dal lavoro di almeno 4 giorni”, mentre vengono esclusi dal computo gli infortuni in itinere ovvero quelli che avvengono nel tragitto casa-lavoro o nel tragitto luogo di lavoro-luogo di consumazione abituale del pasto, laddove non esiste una mensa aziendale. Inoltre, molti Paesi membri, non disponendo di un sistema assicurativo specifico, forniscono dati, pressocchè, parziali e, sovente, gli infortuni stradali occorsi in occasione di lavoro vengono associati alla tutela dei rischi da circolazione stradale.

Se il raffronto avvenisse sulla base dei tassi di incidenza standardizzati, che tengono conto del “peso” delle singole variabili utilizzate, allora si scoprirebbe che l’Italia non è il Paese dove si muore di più sul lavoro. Anzi.

Se prendiamo ad esempio le Costruzioni, uno dei settori di attività più a rischio, scopriamo che siamo assolutamente in media con il resto dell’Unione Europea.

I dati INAIL 2007 registrano in Italia un calo percentuale di infortuni dell’1,7%

rispetto al 2006 (circa 15.000 casi in meno), confermando il trend discendente degli ultimi 5 anni. Le morti bianche denunciate sono state 1.170, in diminuzione del 12,8% rispetto al 2006 (1341 casi).

Una riflessione si impone: dei 1.170 casi suddetti poco meno della metà sono ascrivibili ad incidenti avvenuti all’interno di cantieri od opifici e dunque occorsi nell’esercizio di una attività lavorativa. Infatti il 52% (597 casi mortali) sono frutto di incidenti stradali e di infortuni in itinere (D.Lgs 38/2000).

In Campania nel 2007 sono stati rilevati 70 infortuni mortali in gran parte concentrati nelle tre province occupazionalmente più consistenti: Napoli, Salerno e Caserta. Il 50% dei suddetti casi mortali sono da ricondurre ad incidenti stradali occorsi in occasione di lavoro (23 casi) e ad infortuni in itinere (12 casi).

Sebbene, rispetto al biennio precedente, si sia accentuata la tendenza alla flessione, il numero di vite umane sacrificate è ancora troppo elevato per rimanere impassibili.

Le regole in materia di sicurezza ci sono ma è necessario che esse siano applicate correttamente. La tutela della salute e della sicurezza nell’ambiente di lavoro, la prevenzione e la gestione dei rischi sono tutti elementi che devono essere condivisi dalle imprese e dai lavoratori mediante una solida campagna di prevenzione e di alfabetizzazione culturale, che va al di là della cristallizzazione in legge e dell’inasprimento delle sanzioni.

Dal 15 Maggio scorso sono operanti le disposizioni di cui al Decreto Legislativo 81/2008 che uniforma, rimodula, ed in alcuni casi riscrive, la disciplina per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il decreto in esame rappresenta una svolta di grande importanza per l’INAIL, in quanto l’Istituto, unitamente ad INPS ed IPSEMA, viene riconosciuto quale Ente Pubblico Nazionale con competenza in materia di sicurezza sul

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lavoro. L’obiettivo è far sì che la prevenzione della salute e della sicurezza divenga effettiva in ogni contesto lavorativo predisponendo non solo un sistema di regole, ma soprattutto integrando il sistema normativo tradizionale con strumenti quali la formazione, le “buone prassi”, gli accordi collettivi e la Responsabilità Sociale delle Imprese.

I decreti attuativi del Testo Unico, che nei prossimi mesi saranno resi pienamente operativi, rappresentano un fondamentale passo in questa direzione. L’INAIL, in ossequio al dettato normativo, ha il compito di favorire la circolazione delle informazioni utili alla promozione della tutela della salute e sicurezza sul lavoro ed incrementare, in sinergia con le altre Istituzioni competenti per territorio, l’azione di contrasto al lavoro nero ed irregolare. Inoltre, forte delle sue conoscenze specifiche, continuerà ad erogare, con rinnovato vigore, formazione, consulenza tecnica, sostegno progettuale ed attuativo, incentivazione economica proprio nelle aree produttive dove il fenomeno infortunistico si presenta più frequentemente o con risvolti estremamente gravi. Tra le azioni formative ed informative quelle rivolte al settore Scuola/Università rappresentano un ulteriore obiettivo che il nostro Istituto persegue con sempre maggiore impegno nella convinzione che la diffusione della cultura della Prevenzione deve essere strutturata come un vero e proprio investimento sociale e, pertanto, deve partire proprio dalla scuola.

Siamo certi che questa è l’unica strada da percorrere per evitare in futuro drammi come quelli verificatisi a Torino, Molfetta e Mineo.

* Direttore Regionale Inail per la Campania

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Sezione 1

Il contesto socio-economico

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1.1 2007 – Geo-economia

1.1.1 Crisi convergenti e paesi emergenti

Sono tre le crisi che, praticamente, toccano la quasi totalità dei paesi del pianeta:

1. Crisi finanziaria - ipotecaria;

E’ incominciata a svilupparsi nella seconda metà del 2007, originando danni finanziari a diversi Istituti di Credito (banche di investimento ed investitori privati e pubblici).

Una recente nota del Fondo Monetario Internazionale FMI, con dati di JP Morgan Chase, ha stimato che la “ crisi finanziaria “ ha raggiunto la quantità di perdite potenziali pari a 945 miliardi di dollari, 720 derivano dalle obbligazioni e 225 dai prestiti (subprime, prodotti derivati dal mercato immobiliare e prestiti al consumo).

Ancora non si parla chiaramente di " recessione " negli Stati Uniti, dal punto di vista puramente tecnico (c'è recessione quando per due trimestri consecutivi la crescita di un paese è negativa); viene suggerito un fondo di compensazione per calmare la situazione, non facile da regolarizzare quando lo stesso fondo al mattino è attivo e di sera è completamente differente.

Tra l’altro in una recente riunione della Banca Mondiale (BM) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI), a Washington , si è parlato di una " congiuntura critica " per la stabilità finanziaria mondiale e gli effetti dell'attuale crisi sono di " tipo nuovo ", che spingerà ad adottare misure di controllo dosate ma più effettive, senza perdere, nel contempo, di considerare le altre due crisi in atto.

2. Crisi alimentare - scarsità di alimenti basilari

The Economist paragona “ La Crisi Alimentare ” che si è venuta a creare lentamente ad

" The Silent Tsunami ".

Una crisi da proporzioni tanto grandi da essere presa in seria considerazione dalla BM (Banca Mondiale) ed dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) e nel contempo eterogenea in quanto non ha colpito tutti i paesi del mondo, ma per quelli coinvolti ha comportato aumenti tra il 40-70 % dei prezzi di prodotti necessari per la vita giornaliera (riso, mais, grano, ecc.); tra quest’ultimi basti pensare alle nazioni povere cioè quei paesi con entrate pro-capite giornaliere tra uno o due dollari o meno (l'ONU - Organizzazione delle Nazioni Unite - annovera il Bangladesh e vari paesi dell'Africa e dell'Asia).

Le cause di detta situazione avversa, secondo alcuni esperti in materia, vengono attribuite a vari fattori:

• ai cambiamenti climatici in varie località del mondo;

• alla siccità avutasi in Australia;

• ai ridotti raccolti europei nell'anno 2005;

• a un maggiore consumo dovuto alla crescita della popolazione di classe media in Asia; infatti confrontando alcuni dati si rileva che nel 1990 in India ed in Cina, la

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stessa cresceva rispettivamente del 9,7% e del 8,6% raggiungendo nel 2008 il 30 e 70%.

I predetti paesi sono diventati i “ maggiori consumatori ” di graniglia a livello mondiale. Tale aumento ha portato un cambiamento sia nello stile di vita che nelle abitudini di alimentazione, più specificamente a una domanda maggiore di varietà negli alimenti;

• all’elevato prezzo del petrolio che ha comportato un incremento dell'uso di mais per produrre biocombustibile, particolare che ha ridotto gli alimenti disponibili, soprattutto nei paesi sottosviluppati: il pieno di un'auto di media cilindrata con biocombustibile richiede una quantità di mais pari a quella che consuma un africano in un anno intero.

In virtù della predetta crisi la BM ha parlato della necessità di un “nuovo patto alimentare", mentre il FMI teme per lo sviluppo e la stabilità di molti paesi.

Si stima che la crisi alimentare continuerà con la stessa intensità per un lungo periodo obbligando tutti ad una revisione del proprio regime alimentare ed a rigide regole di vita giornaliera.

3. Crisi energetica - elevati prezzi del petrolio

L’"oro nero", in pochi mesi non ha mai raggiunto prezzi cosi elevati, ha sfiorato i 137 dollari (9 giugno 2008) per barile in WTI (West Texas Intermediate) il più caro, e prezzi minori per gli altri tipi mettendo in ginocchio il mondo industrializzato; la domanda è superiore all'offerta né ci sono possibilità per aumentare l’estrazione.

La stessa OPEC (Organisation of Pétroleum Exporting Countries), in una delle sue riunione, ha informato che è sua intenzione aumentare l’estrazione, comunque, necessita pensare che il petrolio è un bene non rinnovabile e, se non si troveranno nuovi grandi giacimenti, l'offerta andrà diminuendo con le sue gravi conseguenze.

L'aumento nel prezzo del petrolio si ripercuote su ogni tipo di prodotto dell'industria;

aumento che ricadrà, in gran parte del mondo, sul consumatore che non sarà sempre in grado di coprirlo col proprio reddito.

Queste tre crisi che decisamente convergono in una sola, danno origine a danni incalcolabili all’economia della popolazione a livello mondiale, alla salute delle attuali e future generazioni e tanta insicurezza; situazione congiunturale che non si era mai presentata, contemporaneamente, almeno negli ultimi ottant’anni.

Gli stati emergenti - Sono quattro gli stati che hanno un solo obiettivo: occupare posti di primo livello nell'attuale economia mondiale.

“ Brasile, Russia, India e Cina”, conosciuti con la sigla “BRIC” ubicati in Sud-America, Europa ed Asia, occupano una superficie di 38.5 milioni di chilometri quadrati (28.14 del totale del pianeta) e contano una popolazione di 2 mila 665 milioni di persone (41% del totale mondiale).

Infatti, riferito agli ultimi cinque anni “ 2003-2008” sulla scorta di dati statistici di varie fonti tra le quali quelle del “The Economist” si rileva che il PIL totale è aumentato del 32% e quello pro-capite : Brasile (127%); Russia (266%), India (123%); Cina (177%); situazioni che aiutano non solo lo sviluppo di questi paesi, bensì ad aumentare lo standard di vita dei suoi abitanti.

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L'inflazione è stata e continua ad essere (nonostante in leggera riduzione) superiore al 3%

rispetto altri paesi industrializzati; le riserve internazionali sono aumentate enormemente raggiungendo i 2 mila 250 miliardi di dollari dei quali la Cina detiene il 67%.

Gli Stati Uniti, nonostante la crisi che attraversa, con la presenza di circa 600 macroeconomie, 16% più dell'Unione Europea, 30% della macroeconomia mondiale, ha realizzato notevole utilità come rileva l'ampio studio Forbes.

(*) La classifica dei grandi gruppi:

Per la terza volta consecutiva, occupa il primo posto nelle vendite, la

Wal-Mart Stores (Stati Uniti)

Nel settore petrolifero

1 - Exxon Mobil (Stati Uniti);

2 - Royal Dutch Shell (Olanda);

3 - British Petroleum BP (GB);

4 - Chevron (Stati Uniti).

Nel settore assicurativo : 1 – ING - Olanda;

2 – AXA - Francia;

3 – Allianz - Germania;

4 – AIG - Stati Uniti;

5 - Gruppo Generali - Italia.

Nelle telecomunicazioni:

1 – ATT – Stati Uniti;

2 - Verizon - Stati Uniti;

3 - Nippon Telegraph - Giappone;

4 - Telefónica – Spagna;

5 - Telecom France - Francia.

(*)I criteri utilizzati: vendita-utilità; attivo e valore di mercato

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1.2 La situazione italiana e campana

1.2.1 Popolazione ed occupazione

Secondo i dati ISTAT, in Italia la popolazione media complessiva al 31.12.2007 è risultata pari a 58.880.000 unità, mentre alla stessa data del 2006 ammontava a 58.435.000.

Nel 2007, l’offerta di lavoro ha registrato un aumento dello 0,3%, pari a 66.000 unità in più rispetto al 2006.

Il numero medio degli occupati registrato dalla rilevazione sulle forze lavoro è aumentato di 235.000 unità, pari ad 1,01%, il tasso di occupazione pari al 58,7%

A livello regionale, Emilia-Romagna, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige presentano i tassi di occupazione più alti (rispettivamente 70,3%, 68,1% e 68,0%), mentre Campania, Sicilia e Calabria quelli più bassi (43,7%, 44,6% e 44,9%).

Nella media del 2007 sono leggermente aumentati gli occupati dell’industria in senso stretto (+0,4, pari a 22.000 unità), a sintesi di un modesto calo delle regioni settentrionali e di un incremento delle regioni centrali e soprattutto meridionali (rispettivamente +1,4 e +2,4%).

Il settore delle costruzioni ha segnato una dinamica positiva (+2,9%, pari a 55.000 unità).

fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro. I valori sono espressi in migliaia, eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

Popolazione per sesso e classe di età - Media 2007

SESSO < 15 15-24 25-54 55 e oltre Totale ITALIA

Maschi 4.279 3.089 12.935 8.327 28.629

Femmine 4.048 2.961 12.878 10.364 30.251

Totale 8.327 6.050 25.813 18.691 58.880

CAMPANIA

Maschi 510 392 1.232 676 2.810

Femmine 487 379 1.272 835 2.972

Totale 996 772 2.504 1.510 5.782

Popolazione di 15 anni e oltre per condizione e provincia

Maschi e Femmine Media 2007

(in migliaia) Occupati Persone in

cerca

Non forze di

lavoro Totale

Avellino 148 15 209 372

Benevento 92 10 144 246

Caserta 255 24 453 733

Napoli 867 123 1.523 2.513

Salerno 357 46 519 922

Campania 1.719 217 2.849 4.786

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Nel 2007 il contenuto incremento ha riguardato sia la componente maschile (+0,3%, pari a 39.000 unità) sia quella femminile (+0,3%, pari a 27.000 unità).

La crescita dell’occupazione straniera è risultata pari a 154.000 unità (+87.000 uomini e +67.000 donne).

Per quanto riguarda, invece, il tasso di disoccupazione nella media del 2007 scende, a livello nazionale, al 6,1%, sette decimi di punto in meno in confronto al 2006.

Il tasso di inattività delle persone tra i 15 e i 64 anni - ossia il rapporto tra le non forze di lavoro di quella fascia di età e la corrispondente popolazione - si è attestato al 37,5%, due decimi di punto in più rispetto al 2006.

Forze di lavoro - Media 2007

In cerca di occupazione SESSO Occupati Con precedenti

esperienze lavorative

Senza precedenti esperienze lavorative

Totale Totale

ITALIA

Maschi 14.057 519 204 722 14.779 Femmine 9.165 516 267 784 9.949 Totale 23.222 1.035 471 1.506 24.728

CAMPANIA

Maschi 1.167 84 39 123 1.290

Femmine 552 50 44 95 646

Totale 1.719 135 83 217 1.937

Non forze di lavoro - Media 2007

SESSO

Cercano lavoro non attivamente

Non cercano

ma disponibili

a lavorare

Non disponibili a

lavorare

Non forze di lavoro <

15 anni

Non forze di lavoro >64

anni

Totale

ITALIA

Maschi 475 403 4.105 4.279 4.587 13.850

Femmine 738 945 7.929 4.048 6.642 20.303

Totale 1.213 1.349 12.034 8.327 11.229 34.152

CAMPANIA

Maschi 124 98 427 510 361 1.520

Femmine 146 215 963 487 515 2.326

Totale 270 313 1.391 996 875 3.846

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Principali indicatori del mercato del lavoro - Media 2007 (valori percentuali)

SESSO Tassi di attività Tassi di

occupazione Tassi di disoccupazione ITALIA

Maschi 74,4 70,7 4,9 Femmine 50,7 46,7 7,9 Totale 62,5 58,7 6,1

CAMPANIA

Maschi 66,3 59,9 9,6

Femmine 32,7 27,9 14,6

Totale 49,3 43,7 11,2

In Campania – La popolazione media complessiva al 31.12.2007 è risultata 5.782.000 unità, mentre alla stessa data del 2006 ammontava a 5.775.000.

Il numero medio degli occupati registrato dalla rilevazione sulle forze lavoro è stato di 1.719.000 pari al 43,7%; rispetto al 2006 sono stati persi 12.000 posti di lavoro, distribuiti equamente tra agricoltura e terziario.

Mediamente gli occupati nelle province sono: Napoli 867.000; Salerno 357.000; Caserta 255.000; Avellino 148.000; Benevento 100.000.

Tasso di occupazione per classe di età, Maschi e Femmine

Media 2007 (valori percentuali)

15 - 24 anni

25 - 34 anni

35 - 44 anni

45 - 54 anni

55 anni e oltre

totale

15-64 anni Totale

Avellino 21,2 59,0 67,7 64,7 14,4 51,2 39,8

Benevento 15,4 50,9 66,4 64,5 14,9 48,6 37,3

Caserta 13,8 48,6 55,9 54,9 14,8 42,0 34,8

Napoli 14,9 44,6 54,0 54,8 15,7 41,1 34,5

Salerno 17,3 56,3 60,3 63,8 16,5 48,4 38,7

Campania 15,7 48,7 57,1 57,8 15,6 43,7 35,9

Tasso di disoccupazione per sesso, classe di età e provincia

Maschi e Femmine Media 2007

(valori percentuali) 15-24 anni 25 anni e oltre Totale

Avellino 22,9 7,9 9,3

Benevento 28,0 8,0 9,6

Caserta 28,9 6,7 8,6

Napoli 35,4 10,0 12,4

Salerno 32,2 9,3 11,3

Campania 32,5 9,1 11,2

Il settore dei servizi assorbe il 70% degli occupati, stabile l’occupazione nel settore industriale intorno al 25%, nell’agricoltura con oltre il 4%.

(17)

17

Le imprese edili raccolgono il 40% degli impiegati nell’industria, il trend occupazionale è in aumento e gli investimenti nel settore delle costruzione rappresentano il 9% del Pil regionale.

Il tasso di disoccupazione è 11,2% il doppio rispetto alla media italiana del 6,1%, sono inattive quasi cinque persone in età lavorativa su dieci.

Non forze di lavoro per sesso, classe di età e provincia

Maschi e Femmine Media 2007

(in migliaia) Fino a 14 anni 15-64 anni 65 anni e oltre Totale

Avellino 64 125 84 273

Benevento 42 86 59 187

Caserta 158 326 127 611

Napoli 562 1.107 416 2.085

Salerno 170 330 189 690

Campania 996 1.974 875 3.846

Occupati per settore di attività e sesso - Media 2007

Sesso Totale SETTORI

DI ATTIVITA' ECONOMICA Maschi Femmine Numero %

% femmine su Totale ITALIA

Agricoltura 643 281 924 4,0 30,4 Industria 5.493 1.510 7.003 30,2 21,6

di cui costruzioni 1.852 103 1.955 8,4 5,3

Servizi 7.921 7.374 15.295 65,9 48,2 di cui commercio 2.087 1.454 3.541 15,2 41,1 Totale 14.057 9.165 23.222 100,0 39,5

CAMPANIA

Agricoltura 44 29 72 4,2 39,8 Industria 383 51 433 25,2 11,7 di cui costruzioni 166 5 171 10,0 3,2 Servizi 741 473 1.214 70,6 38,9 di cui commercio 193 88 280 16,3 31,3 Totale 1.167 552 1.719 100,0 32,1

Occupati per settore di attività economica, posizione nella professione Media 2007

(in migliaia) Agricoltura Industria di cui

costruzioni Servizi Totale

Avellino 8 46 13 95 148

Benevento 10 21 9 61 92

Caserta 14 68 28 173 255

Napoli 21 207 85 638 867

Salerno 19 91 37 247 357

Campania 72 433 171 1.214 1.719

(18)

18

1.2.2 Il Prodotto interno lordo - P.I.L.

Il PIL nel 2007 è cresciuto dell'1,5% (ma si riduce all'1,4% se corretto per i tre giorni lavorativi in più rispetto al 2006), mostrando un contenuto rallentamento rispetto all'1,8%

messo a segno nel 2006.

Il differenziale negativo di crescita dell’Italia rispetto alla media Uem è rimasto nell’ordine di un punto percentuale.

L'aumento del Pil è stato sostenuto dalle componenti interne della domanda, che hanno interessato soprattutto i consumi delle famiglie, favoriti dalle politiche di incentivazione della spesa in beni durevoli, pur in un contesto di diffuso ristagno del reddito disponibile.

E' risultato, invece, pressoché trascurabile il contributo della domanda estera, che ha risentito dell'apprezzamento dell'euro e della progressiva frenata nei principali mercati di sbocco.

Nel periodo 2001-2007 il Pil è aumentato, in particolare, dell'1,1% annuo, mostrando un'ulteriore significativa decelerazione rispetto al modesto 1,6% del decennio 1991-2000.

Nel corso del 2007 l'attività economica si è gradualmente indebolita, fino a registrare una completa stagnazione nell'ultimo trimestre - 0,4% in termini congiunturali seguita da un recupero di analoga ampiezza nel primo trimestre del 2008.

Sul fronte delle esportazioni il quadro è confortante se si osservano le tendenze successive al 2005 e tuttora in corso, con particolare riferimento ai mercati extra- comunitari.

L’Italia continua a registrare un’erosione della propria quota del commercio mondiale, ma solo in virtù del peso crescente delle economie emergenti, e in particolare della Cina.

In termini di quote le economie avanzate hanno tutte perso terreno.

In questo contesto, l’arretramento fatto registrare dall’Italia (0,9 punti percentuali in meno tra il 1997 e il 2006) è inferiore a quello sperimentato da Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone.

Nonostante il differenziale negativo di produttività, la capacità di penetrazione degli esportatori italiani è dunque stabile o in crescita, soprattutto verso i mercati più dinamici e ricettivi (ad esempio la Russia).

Crescita dell’economia italiana e quella dell’Europa

Punti percentuali 2007 Media 2001-07

ITALIA 1.5 1.1

Area Euro (Eu-13) 2.3 1.8

Eu-G4 (media) 2.7 2.2

- Germania 2.5 1.2

- Francia 1.9 1.7

- Regno Unito 2.9 2.6

- Spagna 3.5 3.4

Differenza - tra Italia e EU-G4 - 1.2 - 1.1

Fonte: ISTAT del 29.02.2008

(19)

19

Nel Mezzogiorno scende dall’1,1% allo 0,7%. Le regioni del Sud rimangono, in cinque casi su otto,con tassi di crescita inferiori al valore medio nazionale (1,5%); solo tre regioni meridionali raggiungono tassi di crescita tra l’1,5% e il 2%, valore massimo segnato dalla Puglia. La Calabria è l’unica regione del Paese che registra una riduzione del tasso di crescita del PIL (-1%). La Sicilia sembra essere approdata ad una fase di stagnazione,essendo il tasso di crescita del 2007 pari a 0,1%, dopo lo 0,2% nell’anno precedente.

Anche la Campania non ha espanso in modo significativo il prodotto, crescendo nell’ultimo biennio al di sotto dell’1%, con un valore dello 0,5% nel 2007 (0,3% nel 2006).

Nella media del periodo 2001-2007, le variazioni positive sono state molto modeste in tutte le regioni del Mezzogiorno, con l’eccezione, da un lato, della Sardegna che realizza il risultato migliore dell’area, con un tasso medio annuo dell’1,5%, anche superiore al dato nazionale; e, dall’altro, dell’Abruzzo, la cui crescita risulta – unico caso a scala nazionale – per il complesso del periodo nulla.

Tutte le regioni del Mezzogiorno hanno continuato a mostrare negli anni dal 2000 al 2007 un livello di prodotto pro capite nettamente inferiore a quello medio italiano, mentre nel Centro-Nord questo avviene solo per l’Umbria.

In particolare, anche la Puglia, che nel 2007 ha registrato la maggiore performance produttiva, ha un reddito pro capite pari solo al 67,1% di quello medio del Paese; la regione con le performances peggiori, ovvero la Calabria, è pari al 64,3%; un livello prossimo a quello delle due più grandi regioni meridionali, la Campania (63,9%) e la Sicilia (64,9%) – Fonte: SVIMEZ.

Prodotto interno lordo pro capite nelle regioni italiane Indici: Italia = 100

(calcolati su valori a prezzi correnti

Regioni 2007

(euro)

2004 2005 2006 2007

Abruzzo 21.195,5 80,7 82,3 82,2 81,9

Molise 19.603,5 72,3 74,2 74,8 75,7

Campania 16.547,9 65,0 64,8 64,3 63,9

Puglia 17.355,8 65,6 65,7 66,3 67,1

Basilicata 18.654,1 69,7 70,1 71,1 72,1

Calabria 16.652,1 64,7 64,7 65,8 64,3

Sicilia 16.789,3 64,6 65,9 65,5 64,9

Sardegna 20.391,0 77,7 78,2 78,8 78,8

Centro Nord 30.380,0 118,0 117,6 117,4 117,4

- Nord-Ovest 31.187,3 121,5 120,4 120,6 120,5

- Nord-Est 30.861,5 119,0 119,1 119,0 119,2

- Centro 28.822,7 112,1 112,2 111,4 111,4

Mezzogiorno 17.482,8 67,2 67,7 67,8 67,5

ITALIA 25.882,1 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazione SVIMEZ su dati ISTAT e SVIMEZ

(20)

20

1.2.3 Le imprese registrate ed attive

Il tasso di crescita delle imprese italiane nel 2007 è di + 0,75% e segna un calo di oltre un terzo rispetto al 2006.

Nel 2007 si è registrato il record assoluto di iscrizioni alle Camere di Commercio, un dato, però, compensato dall’altro record: quello delle cessazioni.

Nelle circoscrizioni Nord-Est e Mezzogiorno le cessazioni si sono notevolmente avvicinate alle nuove iscrizioni e, come conseguenza, è risultato minore sia il contributo al saldo complessivo, sia il tasso di crescita delle imprese delle due aree.

In particolare, il Sud e le Isole hanno determinato solo un quinto (20,4%) del saldo complessivo, mentre il Nord-Est solo un ventesimo (il 5,3%).

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 01.02.2008

NATI-MORTALITA DELLE IMPRESE PER CIRCOSCRIZIONI TERRITORIALI Aree geografiche Iscrizioni Cessazioni Saldi Stock

31.12.2007

Tasso di crescita 2007

Tasso di crescita 2006

NORD-OVEST 120.736 104.675 16.061 1.610.710 0,99 1,26

NORD-EST 84.690 82.249 2.441 1.217.255 0,20 0,78

CENTRO 95.715 77.754 17.961 1.267.975 1,43 1,67

SUD E ISOLE 134.884 125.531 9.353 2.027.332 0,46 1,14

TOTALE ITALIA 436.025 390.209 45.816 6.123.272 0,75 1,21

Il bilancio demografico dell’azienda Italia lo scorso anno ha chiuso in attivo per 45.816 unità, Lombardia (27%) e Lazio (27%) rappresentano il 54% del saldo complessivo, per la Campania si rileva una crescita di 0,64% al disotto della media nazionale, pari all’8% dello stesso saldo.

2007 – CAMPANIA: nati-mortalità delle imprese per salso in valore assoluto

Regione Iscrizioni Cessazioni Saldi Stock 31.12.2007

ATTIVE 31.12.2007

Tasso di crescita 2007

AVELLINO 2.754 2.606 148 45.262 39.035 0,33

BENEVENTO 1.989 2.184 - 195 36.054 31.670 - 0,54

CASERTA 7.043 6.523 520 86.263 71.753 0,61

NAPOLI 19.535 17.203 2.152 261.767 219.504 0,82

SALERNO 8.106 7.206 900 116.945 98.283 0,78

CAMPANIA 39.247 35.722 3.525 546.291 460.245 0,64

2007 - Il bilancio demografico dell’azienda Italia

Regioni Saldo Percentuale

Lombardia 12.472 27

Lazio 12.433 27

Totale 24.905 54

Campania 3.525 8

Resto-Italia 17.386 38

ITALIA 45.816 100

(21)

21 Campania

Codice

Ateco Descrizione Registrate Attive

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 77.719 76.702 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 379 333 C Estrazione di minerali 355 247 D Attivita' manifatturiere 57.191 46.727 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 358 296 F Costruzioni 65.929 54.991 G Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa 191.289 168.366 H Alberghi e ristoranti 25.516 23.118 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 17.774 15.460 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 9.149 8.294 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 35.490 30.936 M Istruzione 2.610 2.367 N Sanita' e altri servizi sociali 3.880 3.385 NC Imprese non classificate 36.912 8.791 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 21.740 20.232 P Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 TOTALE 546.291 460.245

Avellino

Codice

Ateco Descrizione Registrate Attive

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 12.947 12.896 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 3 3 C Estrazione di minerali 40 31 D Attivita' manifatturiere 4.998 4.357 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 48 46 F Costruzioni 5.049 4.410 G Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa 10.858 10.089 H Alberghi e ristoranti 1.674 1.583 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 963 897 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 664 622 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 2.228 2.026 M Istruzione 121 114 N Sanita' e altri servizi sociali 227 213 NC Imprese non classificate 3.896 244 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 1.546 1.504 P Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0

TOT TOTALE 45.262 39.035

(22)

22 Benevento

Codice

Ateco Descrizione Registrate Attive

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 14.511 14.468 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 5 5 C Estrazione di minerali 34 22 D Attivita' manifatturiere 2.873 2.532 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 12 12 F Costruzioni 3.320 2.947 G Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa 7.082 6.553 H Alberghi e ristoranti 1.233 1.171 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 675 625 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 448 415 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 1.404 1.315 M Istruzione 99 97 N Sanita' e altri servizi sociali 178 159 NC Imprese non classificate 2.994 192 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 1.186 1.157 P Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0

TOT TOTALE 36.054 31.670

Caserta

Codice

Ateco Descrizione Registrate Attive

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 15.381 15.256 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 13 10 C Estrazione di minerali 101 75 D Attivita' manifatturiere 7.153 6.149 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 24 19 F Costruzioni 12.815 11.319 G Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa 26.853 24.985 H Alberghi e ristoranti 3.193 3.018 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 1.945 1.775 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 1.089 1.044 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 3.735 3.391 M Istruzione 471 445 N Sanita' e altri servizi sociali 497 456 NC Imprese non classificate 10.174 1.093 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 2.819 2.718 P Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0

TOT TOTALE 86.263 71.753

(23)

23 Napoli

Codice

Ateco Descrizione Registrate Attive

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 13.288 13.014 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 248 224 C Estrazione di minerali 102 72 D Attivita' manifatturiere 29.775 23.320 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 214 174 F Costruzioni 31.524 25.121 G Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa 109.714 93.673 H Alberghi e ristoranti 13.341 11.949 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 10.183 8.765 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 5.016 4.470 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 21.236 18.247 M Istruzione 1.439 1.280 N Sanita' e altri servizi sociali 2.244 1.967 NC Imprese non classificate 12.116 6.878 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 11.327 10.350 P Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 TOT TOTALE 261.767 219.504

Salerno

Codice

Ateco Descrizione Registrate Attive

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 21.592 21.068 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 110 91 C Estrazione di minerali 78 47 D Attivita' manifatturiere 12.392 10.369 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 60 45 F Costruzioni 13.221 11.194 G Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa 36.782 33.066 H Alberghi e ristoranti 6.075 5.397 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 4.008 3.398 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 1.932 1.743 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 6.887 5.957 M Istruzione 480 431 N Sanita' e altri servizi sociali 734 590 NC Imprese non classificate 7.732 384 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 4.862 4.503 P Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 TOT TOTALE 116.945 98.283

(24)

24

LE IMPRESE FEMMINILI - Alla fine del 2007 attive erano 1.243.192, pari al 24,02 % di tutto il sistema d’impresa.

Centro e Mezzogiorno restano le aree a maggior diffusione delle imprese “rosa”.

A livello nazionale nel quinquennio 2003-2007 si registra un incremento del 5,84 %, la Campania supera la media con il 7,66% .

Le province che crescono di più in valori assoluti sono Roma (8.270), Milano – Monza (6.319), Napoli (5.215), Torino (2.904), Salerno (1.781), Brescia (1.744), Caserta (1.665).

2007 – Campania: imprese attive n. 460.245

Maschi;

328.787 Femmine;

131.458

2007 – Campania: imprese femminili n. 131.458 divise per province

AV; 13.786; 10%

BN; 10.654; 8%

CE; 21.262; 16%

NA; 59.725; 46%

SA; 26.031; 20%

(25)

Sezione 2

Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

(26)
(27)

27

2.1 Il fenomeno infortunistico e tecnopatico

ITALIA: andamento infortuni periodo 2002 - 2007

992.655

977.194

966.729

940.021

928.158

912.615

860.000 880.000 900.000 920.000 940.000 960.000 980.000 1.000.000

2.002 2003 3004 2005 2006 2007

(28)

28

2.1.1 Andamento infortuni sul lavoro

Al 30 aprile 2008 (data di rilevazione ufficiale) per il 2007 risultano denunciati all'INAIL 912.615 incidenti sul lavoro, circa 15.500 casi in meno rispetto al 2006, con una flessione dell'1,7% (superiore, dunque, al -1,3% che si era registrato nell'anno precedente).

Il calo risulta più significativo alla luce del fatto che nel 2007 il numero degli occupati (fonte ISTAT) è cresciuto dell'1%; in termini relativi, il miglioramento reale è, dunque, del 2,7%.

In particolare, gli incidenti sono stati 57.115 nell'agricoltura, 826.312 nell'industria e nei servizi e 29.148 tra i dipendenti in conto Stato.

La flessione rispetto al 2006 si dovrebbe attestare intorno all’1,7%, con un calo molto consistente in Agricoltura (-9,6%), più contenuto nell’Industria e Servizi (-1,2%) e un lieve incremento per i Dipendenti statali (0,8%).

L’elaborazione dati per l’anno 2007, conferma una debole tendenza al ribasso.

E’ un risultato che non soddisfa

Occorre un abbattimento più concreto e incisivo del fenomeno, anche alla luce della Direttiva Comunitaria n. 62 del 21 febbraio 2007, che prevede per i Paesi U.E. una riduzione del 25% nel periodo 2007-2012.

Le morti bianche denunciate sono state 1.170, in meno di 171 rispetto ai 1.341 dell'anno precedente, la diminuzione è pari al -12,8% (il dato è, però, ancora provvisorio)

Sulla base delle stime previsionali effettuate e dell'andamento delle denunce pervenute negli ultimi mesi, infatti, il numero definitivo degli infortuni mortali dovrebbe attestarsi intorno ai 1.210 casi.

Sulla strada – gestioni: Agricoltura – Industria e Servizi - sono avvenute 597 casi, il 52,1%

delle morti bianche: tra queste c'è da distinguere quelle occorse nell'esercizio di un'attività lavorativa e quelle "in itinere", cioè nel tragitto casa-lavoro che sono 287.

In complesso sulla strada – gestioni: Agricoltura – Industria e Servizi - (in occasione di lavoro o nel percorso casa-lavoro e viceversa) sono avvenuti 884 casi pari al 76%.

Per ripartizione geografica il Sud si distingue con un calo del 3,3%, seguito dal Nord-Est (-2,2%) e dal Nord Ovest (-1,6%). Più contenuto il calo al Centro (-1,1%), mentre in controtendenza l'andamento delle Isole (+2,4%), derivante esclusivamente dal sostenuto incremento della Sicilia.

In Campania viene registrato un calo del -5,9%, superiore alla media nazionale, rispettivamente del – 14,5% Agricoltura, del -5,3% Industria e Servizi, del -2,6%

Dipendenti c/Stato.

Calo non del tutto incoraggiante se si considera la minor occupazione avutasi e l’alto tasso di lavoratori in nero (quasi 380.000 unità impiegate irregolarmente pari al 21,5%, +0,5%

rispetto al 2006), i cui infortuni non vengono denunciati o gestiti per malattia.

Gli eventi mortali denunciati sono stati 70, in meno di 6 rispetto ai 76 dell’anno 2006, il 50% sono avvenuti per incidenti stradali e in itinere(tragitto casa-lavoro e viceversa).

Per ulteriori approfondimenti consultare la “banca dati” della pagina Web – www.inail.it -.

(29)

29

2.1.2 Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all' INAIL per provincia, regione e anno - TUTTE LE GESTIONI

TOTALE INFORTUNI PROVINCE E REGIONI

2005 2006 2007

PIEMONTE 75.660 74.042 73.108 VALLE D'AOSTA 2.665 2.591 2.387 LOMBARDIA 158.994 157.998 155.450 LIGURIA 30.303 29.990 29.560

NORD-OVEST 267.622 264.621 260.505

TRENTINO A. A. 30.209 30.246 29.971

VENETO 113.909 113.438 109.915

FRIULI V. G. 28.094 28.212 28.055 EMILIA ROMAGNA 135.504 133.250 130.626

NORD-EST 307.716 305.146 298.567

TOSCANA 73.185 72.456 72.224 UMBRIA 19.532 18.836 18.222 MARCHE 34.532 33.590 32.157 LAZIO 57.945 57.843 58.140

CENTRO 185.194 182.725 180.743

ABRUZZO 24.195 23.962 22.737 MOLISE 4.366 4.131 3.804

CAMPANIA 33.241 32.076 30.109

AVELLINO 3.173 3.077 2.899 BENEVENTO 2.344 2.226 1.958 CASERTA 5.042 4.816 4.564 NAPOLI 14.439 14.161 13.469 SALERNO 8.243 7.796 7.219 PUGLIA 43.252 41.642 41.331 BASILICATA 6.881 6.833 6.497 CALABRIA 14.801 14.408 14.470

SUD 126.736 123.052 118.948

SICILIA 33.832 34.092 35.490 SARDEGNA 18.921 18.522 18.362

ISOLE 52.753 52.614 53.852

ITALIA 940.021 928.158 912.615

(30)

30

CAMPANIA: andamento infortuni periodo 2002 - 2007

34.438

34.801

34.523

33.241

32.076

30.109

27.000 28.000 29.000 30.000 31.000 32.000 33.000 34.000 35.000 36.000

2.002 2003 3004 2005 2006 2007

Campania – infortuni sul lavoro denunciati all' INAIL nel 2007 divisi per provincia e percentuale

AV; 2.899;

10%

BN; 1.958; 7%

CE; 4.564;

15%

NA; 13.469;

44%

SA; 7.219;

24%

Riferimenti

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