• Non ci sono risultati.

Magazine. Associazione di volontariato Insieme Famiglia Maggio - Giugno 2018

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Magazine. Associazione di volontariato Insieme Famiglia Maggio - Giugno 2018"

Copied!
15
0
0

Testo completo

(1)

Insieme Famiglia

Magazine

Associazione di volontariato “Insieme Famiglia” Maggio - Giugno 2018

Eccoci qui dopo due mesi.

La nostra Associazione è in pieno fermento da Aprile poiché siamo impegnati in un progetto scolastico di cui sicuramente vi parleremo nel prossimo bimestre.

E’ un progetto a cui noi teniamo molto e che ci sta dando grande soddisfazione.

Questo mese il nostro

magazine parlerà del Brasile e dei meravigliosi bambini che arrivano da lì con i loro genitori adottivi.

Continuano le nostre rubriche a cui se ne è aggiunta un’altra che speriamo vi faccia sorridere.

Buona lettura e ci rileggiamo al prossimo bimestre.

Associazione “Insieme Famiglia” sede legale a Francavilla Fontana (BR). C.F. 91084350742

https://associazioneinsiemefamigliaweb.wordpress.com email: associazioneinsiemefamiglia@yahoo.com

facebook: Associazione “Insieme Famiglia” - tel.: 392 4410382

(2)

BRASILE

Il Brasile (in portoghese: Brasil), ufficialmente Repubblica Federativa del Brasile (República Federativa do Brasil), è una repubblica federale dell'America meridionale. Con una superficie di oltre 8,5 mi- lioni di km², è il quinto paese del mondo per superficie tota- le (pari al 47,3% del territorio sudamericano). È bagnato dall'oceano Atlantico a est, a nord confina con il dipartimen- to francese d'oltremare della Guyana francese, Suriname, Gu- yana e Venezuela, a nord-ovest con la Colombia, a ovest con il Perù e la Bolivia, a sud-ovest con il Paraguay e l'Argentina, e a sud con l'Uruguay. Confina con tutti i paesi del Sud Ame- rica, eccetto che per Ecuador e Cile.

La maggior parte del paese si trova nella zona tropicale, dove le stagioni non sono particolarmente ostili dal punto di vista climatico. La foresta amazzonica copre 3,6 milioni di km quadrati del suo territorio e, grazie alla sua vegetazione e al clima, è uno dei paesi con il maggior numero di specie di animali nel mondo.

Il Brasile, precedentemente abitato da indigeni, fu scoperto dagli europei nel 1500, da una spedizione portoghese guidata da Pedro Álvares Cabral. Dopo il trattato di Tordesillas, il territorio brasiliano fece parte del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve, da cui ottenne l'indipendenza il 7 settembre 1822. In seguito il paese diven-

(3)

Salvador, che fu sostituita da Rio de Janeiro fino a quando non si fece una nuova capitale, Brasilia. La sua attuale Costituzione, formula- ta nel 1988, definisce il Brasile come una Re- pubblica federale presidenziale. La Federa- zione è formata dall'unione del Distretto Fe- derale e dei 26 Stati federati; in totale il terri- torio brasiliano è ripartito in 5 565 comuni (la più piccola unità politico-amministrativa del Brasile).

Anche se i suoi oltre 200 milioni di abitanti rendono il Brasile il quinto paese più po- poloso del mondo, complessivamente il Paese ha una bassa densità di popolazione: la maggior parte della popolazione è concentrata lungo la costa, mentre nell'entroterra il paese è relativamente poco abitato, soprattutto in virtù della presenza della foresta amazzonica. La lingua ufficiale è il portoghese. La religione più seguita è il cattolice- simo, il che fa del Brasile lo Stato con il maggior numero di cattolici al mondo, segui- ta da una crescita notevole del pentecostalismo. La società brasiliana è considerata una società multietnica, essendo formata dai discendenti di europei, indigeni, africa- ni e asiatici.

L'economia brasiliana è la più grande in America Latina e la settima al mondo sia per dimensioni del Pil nominale sia per potere d'acquisto (PPP). Il Brasile è una delle eco- nomie a più rapida crescita economica e le riforme economiche hanno dato un nuovo riconoscimento a livello internazionale al paese, sia in ambito regionale sia mondiale.

Il Brasile è membro fondatore dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), della Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP), dell'Unione latina,

dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), dell'Organizzazione degli Stati ibero- americani (OEI), del Mercosul e dell'Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR), ed è uno dei paesi del G20 e del BRICS.

(4)

ADOTTARE IN BRASILE

Requisiti previsti dalla normativa locale per gli adottanti

Possono adottare tutte le persone, con o senza figli, maggiori di 21 anni di età che abbiano almeno 16 anni più dell'adottato.

Requisiti relativi all'adottando

I minori possono essere adottati solo se dichiarati in stato di abbandono, o se i loro genitori naturali sono stati destituiti dalla potestà genitoriale, oppure se i genitori naturali o il tutore legale hanno prestato validamente il proprio consenso all’adozione; Se l’adottando ha più di 12 anni deve dare il suo consenso all’adozione.

La procedura

Il Brasile è una Repubblica federativa composta da 27 Stati, ogni Stato ha una propria inter- pretazione dei testi di legge federali e proprie esigenze di gestione dei dossier delle aspiranti coppie all'adozione.

Informazioni precise circa le diverse procedure nei singoli Stati, sono fornite dagli enti auto- rizzati che lavorano nelle varie aree del Paese.

In generale la procedura brasiliana dura circa 2 anni dal momento del ricevimento del dossier della coppia presso il tribunale del luogo di residenza del minore.

I tempi di permanenza sono di circa 2 mesi, la convivenza con il minore inizia con l'arrivo della coppia nel Paese e deve durare per legge almeno 30 giorni.

Forma della decisione: giudiziaria

Effetti della decisione:

interruzione dei legami precedenti l'adozione;

creazione di un legame di filiazione tra il minore e la famiglia adottiva;

irrevocabilità.

La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede i due miracoli più belli che ha fatto:

donare la vita e donare l’amore.

(San Giovanni Paolo II)

(5)

C’ ERAVAMO UNA VOLTA

23 settembre 2015. squilla il telefono durante una riunione di lavoro.Il numero dell’Ente. No, non è stata QUELLA la telefonata che cambia la vita. O forse sì, ma non potevamo saperlo, c’erano ancora troppi se e troppi ma. Comunque stata la prima volta che abbiamo sentito i nomi dei nostri figli. Anche se io, quella sera, mi ripetevo che NO NO NO non ce li dovevano dire quei nomi.

A.9 anni e pochi mesi. P.H, poco più di 3 anni. Due fratelli su 4, da accogliere in ado- zione congiunta, ovvero con l’impegno di mantenere e favorire i rapporti con gli altri due fratelli che sarebbero andati sempre in adozione in Italia.

Eravamo disponibili anche se l’età del maggiore era un poco oltre il nostro limite di età?

si certo, lo eravamo. Lo eravamo tantissimo disponibili. E lo eravamo insieme ad una coppia conosciuta durante il percorso con l’ente, con cui si era nel frattempo instau- rato un bel rapporto.

Bene. Allora pazientate, dicono dall’ente, noi vi candidiamo ma ovviamente sarà il tri- bunale brasiliano a decidere tra voi e le altre coppie proposte da tutti gli altri enti di tutti gli altri paesi....

pazientate sì. Questo le coppie in attesa lo sanno fare bene no?.

E noi pazientiamo perchè altro non puoi fare, mentre assisti all’ennesimo round tra cervello e cuore: il primo che cerca di chiudere quei nomi nel cassettino più remoto, mentre il suo rivale già batte solo per loro.

E’ un tempo che pare infinito ma è in fondo brevissimo. Dopo poco più di un mese, ad un anno dal mandato, a due dall’inizio del percorso adottivo, telefona la cicogna.

“Hanno scelto voi”

E piango ancora a scriverlo, perchè quella si che è stata la telefonata della vita, ho mollato gli ormeggi e ho navigato nell’emozione più grande della vita: diventavo mamma.

Avevamo un mese di tempo per raggiungerli in Brasile prima che con le vacanze di Natale tutti i tribunali andassero a godersi il mare e i nostri bambini passassero le ennesime feste senza di noi.

Sono diventata mamma d’improvviso, li ho amati con le viscere in subbuglio appena quella chiamata mi ha dato il diritto di farlo, prima di vedere le loro foto, prima di sapere le loro storie. Li ho amati così, come solo si ama un figlio. Senza sapere anco- ra che l’amore, quello vero, l’avremmo costruito nel tempo, giorno dopo giorno, tra lacrime e saliva, risate e sfide. Senza sapere che in questa storia niente sarebbe anda- to come potevamo immaginare e che ancora oggi, a distanza di 923 giorni continuia- mo a sorprenderci, a non comprenderci, a mai arrenderci.

Ad esempio non mi sarei mai aspettata che il mio grande mi sarebbe corso incontro in un abbraccio che mai mai mai nella vita. Mi aspettavo il suo rifiuto, la sua diffiden- za, non quella del mio piccolino. Che invece si è innamorato del papà e per cui io ero una specie di fastidiosa nutrice, ingombrante, a tratti divertente ma di cui general- mente diffidare. No, il rifiuto di P., camorrista col ciuccio, gangster in miniatura, quello non era in programma. E ci abbiamo fatto i conti io e il papà, imparando a te- nerci saldi per mano anche quando la fatica e la sofferenza per questa situazione era- no lancinanti. Abbiamo imparato a tenerci saldi tra noi per fronteggiare queste picco- le scimmiette urlatrici avide di tutto e soprattutto di noi.

Non ci aspettavamo, noi sportivi, noi che avevamo scalato vette Himalayane, che il nostro fisico sarebbe stato messo a dura prova da due picciriddi. O meglio, da quel turbine di emozioni e sconvolgimenti che i nostri cuccioli di diavoletti della Tasma- nia traducevano in frenesia, moto perpetuo, caos, urla, pretese deliranti, rifiuti ferrei ma richieste di presenza costante. Le giornate erano scandite dal fare, uscire, andare al mare, in gita di qua, al parco di là.

(6)

A distanza di tempo è chiaro che avevamo tutti troppa paura di questa nuova vita per lasciare spazio vuoto in mezzo a noi, limitandoci a essere, a stare pacificamente maga- ri a casa… le azioni continue riducevano l’ansia, il tempo per pensare…. E nel contem- po creavamo velocemente ricordi insieme, e sembrava già che non ci fosse mai stato un prima di così, prima di noi.

I due mesi in Brasile sono stati BESTIALI, nel vero senso della parola: è stato un tempo speso ad annusarci, mescolare i nostri odori, imparare l’uno il corpo dell’altro, i suoi ritmi,i segnali d’allarme, i gesti distensivi…Che fatica tutto, e che intensità. Che amore guerriero che vivevamo. Quando addormentavo il piccolo la sera non potevo abbrac- ciarlo, cullarlo...ma assolutamente non potevo uscire dalla stanza, nè allontanarmi dal suo piedino, lui DOVEVA potermi toccare. Io non potevo toccare lui. La notte era me che chiamava, ma di giorno doveva sentirsi libero di potermi cacciare via.

Il mio grande, di contro, faceva scorpacciate di quella mamma mai avuta, beandosi del fatto che parlavo la sua lingua, e potevamo scherzare insieme, parlare...poteva dormire abbracciato a me e da me farsi lavare, imboccare, ha voluto il ciuccio persino, ha volu- to fare un salto indietro in quel tempo d’infanzia trascorso lontani, come volesse alme- no poterlo assaggiare, immaginare. “eu estava com saudade de voce” Avevo nostalgia di te.

Ma ero ancora una delle tante figure femminili che avevano transitato per la sua vita.

L’amore, quello vero, non poteva, per loro, essere già. Perchè avrebbero dovuto fidarsi di noi, del resto?

Poi per fortuna c’è il tempo insieme, un tempo fatto di momenti e quotidianità che si ripetono, che creano i mattoncini della nostra vita nuova.

Sono passati quasi due anni e mezzo di noi.

Un tempo infinito e brevissimo, una vita intera e appena l’inizio. Prima che c’era? chi eravamo?

Sono stati anni in salita, per tutti, per i miei figli in primis. Che senza voltarsi indietro si sono affidati a due perfetti sconosciuti.

A costruirci come famiglia ci sono state le sere, una dopo l’altra, a leggere la fiaba del- la buonanotte, con entrambi i miei gangster avvinghiati addosso. Ci sono state le gior- nate speciali ma soprattutto quelle tutte uguali, scandite da una rassicurante ripetitivi- tà.

Ci sono state le sfuriate, la rabbia e le sfide continue di entrambi i picciriddi, alla spa- smodica ricerca della nostra tenuta. E c’è stato il tempo in cui chiarire che le famiglie possono litigare, urlare anche, ma l’amore quello non passa proprio mai.

Sono stati anni di continue coccole e coccole e abbracci, e carezze impreviste, malde- stre a volte, ma piene di dolcezza. Perchè anche dare un bacio è una cosa da imparare.

Anni di due bambini che sono diventati figli insieme, gemelli nonostante il divario d’età. E quindi ferocemente gelosi l’uno dell’altro, perchè “io volevo che te eri solo mia mamma e non di mio fratello”. Ma l’amore tra loro è cosa viva, non sono parole a scal- firlo.

E’ stato un tempo di QUANTITA’. Perchè non ci crediamo più tanto che l’ “importante è la qualità del tempo tra genitori e figli”. No, non nella nostra storia. Per noi sono anche le vuote giornate insieme, il tempo dei compiti, delle biciclettate, dei tiri a pallone in piazza, del non perderci una festa di classe, delle scatole riempite di disegni sempre più colorati. Ricordo bene che all’inizio il mio Grande era capace solo disegni scarni, forme striminzite e anonime in un angolo. Ora i fOgli sono sempre più pieni, le figure grandi, occupano lo spazio, lo riempiono di colore. Ora possono farlo, stanno acqui- sendo la sicurezza di avere un posto tutto loro, occupare uno spazio certo, immenso, nella vita di qualcuno. E allora le nostre pareti di casa sono una galleria d’Arte

d’AMore, in continua evoluzione, per sempre.

(7)

LA LEGGENDA DELLE STELLE

(favola brasiliana)

Un giorno le donne del villaggio erano andate a raccogliere il mais. Ad aiutarle era andato anche un bambino, che trovò molte pannocchie. Il fanciullo rubò un'incredibile quantità di chicchi e li nascose in tubi di bambù, che portò alla nonna, pregandola di fare un dolce di mais per sé e per i suoi compagni. La nonna li accontentò, e i fanciulli mangiarono a sazietà. Per nascondere il loro piccolo furto e temendo la collera dei genitori, i fanciulli fuggirono in cielo arrampicandosi lungo una liana nodosa che l'uccello mosca aveva fissato in alto. Le donne tornarono al villaggio e cercarono i fanciulli. Una di loro vide la liana e la fila dei bimbi intenti ad arrampicarsi. Le madri, sconvolte, li seguirono, ma il ladro, che era l'ultimo della fila, tagliò la liana non appena giunto in cielo. Da allora, per punizione, i bambini sono stati trasformati in stelle, costretti a guardare il dolore delle proprie madri.

FAVOLA

(8)

CHEF IN FAMIGLIA

FEIJOADA: la ricetta brasiliana

La feijoada è uno dei piatti tipici brasiliani e la parola significa letteralmente “fagiolata”. Infatti la feijoada è a base di fagioli neri e diversi tagli di carne di maiale e si cucina facendo bollire dapprima la carne di maiale da sola, poi successivamente con salsiccia e legumi. Solitamente si consuma il sabato e la domenica a causa dei lunghi tempi di cottura.

La feijoada si accompagna al riso bianco bollito o alla farofa, la farina di manioca lavorata con il burro.

INGREDIENTI Fagioli neri 250 gr

Salsiccia di maiale 200 gr

Pancetta di maiale affumicata 100 gr Costine di maiale 200 gr

Pomodoro ciliegino 6 Cipolla 1

Olio extravergine di oliva qb Sale marino qb

La feijoada si prepara già dalla sera prima, mettendo a bagno i fagioli neri per tutta la notte, in una ciotola piena di acqua. Una volta che i fagioli sono pronti per essere utilizzati dovete sciacquarli dalla loro acqua e metterli in una pentola capiente. Ora dovete preparare la carne. (1) Tagliate le fettine di lonza a listarelle.

Tagliate la salsiccia di maiale a pezzetti. Le costine di maiale invece non dovete tagliarle. (2) Ora posiziona- te la carne in una pentola capiente insieme ai fagioli e coprite con abbondante acqua. Aggiustate di sale e accendete il fuoco a fiamma media. A questo punto se la feijoada fa la schiuma in superficie è perché si sta sciogliendo il grasso della carne nell’acqua. (3) Nel frattempo in una padella a parte mettete a soffriggere la cipolla, precedentemente tagliata a fettine, con un filo d’olio e unite la pancetta. Lasciate rosolare per qual- che minuto. 4) Aggiungete i pomodori tagliati a spicchi. Lasciate appassire anche i pomodori e (5) unite tutti gli ingredienti alla feijoada. Assaggiate di nuovo e regolate di sale. Il tempo di cottura della feijoada è di al- meno due ore e mezza circa. Al termine della cottura la feijoada deve essere umida ma non troppo liquida.

(6) Al momento di servire prendete un’arancia e un coltello a lama liscia. Tagliate verticalmente la scorza eliminando la pellicina bianca degli spicchi. Ora seguendo i confini degli spicchi utilizzate il coltello per e- strarre lo spicchio senza che si rompa. Se accompagnate la feijoada con il riso allora lessate 200 grammi di

(9)

RIFLETTIAMO UN PO’

La stanza color cielo (a cura di Daniele e Lucia)

La stanza color cielo in questi giorni di primavera inoltrata è inguardabile e impraticabile, a causa del cambio di stagione.

Ma mentre ripongo i panni di lana e pesanti non posso fare a meno di chiedermi se potranno servire a breve, se è il caso che li conservi bene o li riponga a portata di mano. E sì, la nostra attesa si fa sempre più pres- sante, ora che un’altra estate sta arrivando in questo emisfero ed un in- verno nell’altro, là dove forse qualcuno ci aspetta.

Siamo sempre più inquieti, come un’atleta che sta per scattare nella corsa al segnale di via. Ma al tempo stesso sappiamo di dover avere ancora tanta pazienza, di dover tenere i piedi ben piantati a terra, realisticamente.

E allora ci diamo da fare in tutti i modi per ingannare l’attesa, per renderla proficua.

Frequentiamo il corso di spagnolo, lingua parlata in Cile, perché quando andremo a conoscere nostro/a figlio/a dovremo comprendere noi,prima ancora che impari l’italiano, perché è anche questa accoglienza, accettazione e rispetto per le sue origini e la sua cultura. Sempre che non si debba cambiare paese, non si sa mai...Ci penseremo all’occorrenza.

Ma la cosa che più ci entusiasma e ci coinvolge è il progetto scolastico organizzato dall’ Associazione.

Per noi entrare in una classe elementare e sederci in mezzo ai bambini dopo quaranta anni è stato molto sorprendente ed emozionante.

Ascoltare i loro ricordi, le loro riflessioni e ragionamenti ci aiuta ad avvicinarci alla sfera “bambino” e a iniziare a comprenderne il mondo.

Sono stati straordinari nel mettersi candidamente a nudo, con la schiet- tezza propria dei più piccoli, nel tirare fuori emozioni, dolori e gioie co- me unadulto mai avrebbe fatto con dei perfetti estranei.

Il loro fiume di domande, tenere ed ingenue indiscrezioni, ha fatto sì che comprendessimo quanto fosse grande la loro curiosità per questo scono- sciuto argomento che è l’adozione. Da parte nostra siamo stati orgogliosi di parlare loro di accoglienza, di diversità che è ricchezza, di famiglia che è dove c’è amore, con la speranza di aver trasmesso una dose di sen- sibilità civica. Ci siamo messi in gioco, perché davanti ai bambini tiriamo fuori anche noi autenticamente le nostre paure, emozioni e gioie, senza i filtri delle convenzioni sociali, abbiamo maturato spunti di riflessione e di crescita.

E, infine, sarebbe prodigioso se, come dice la piccola Melissa, adottare un

bambino diventasse per tutti una meravigliosa “tradizione di famiglia”.

(10)

IL DIARIO DI UNA MAMMA (a cura di Tiziana)

Da quando sono mamma la mia vita è cambiata. Per anni ho sognato e immaginato di prendermi cura dei miei bambini e nei miei sogni ero

perfetta. Mai uno sbaglio, mai una sfumatura errata, mai un’imperfezione. La realtà invece è stata ben diversa. Un figlio ti cambia la vita e se ne arrivano due contemporaneamente la vita è stravolta. Mi impegno allora a tenere una sorta di diario virtuale che possa in qualche modo dare voce alle mamme

che come me si sono lasciate travolgere da questi piccoli uragani viventi chiamati FIGLI che io chiamo Orsetto e Topino. Cominciamo….

POMERIGGIO DI SHOPPING La vita

cambia perché cambiano le priorità. Prima mi incantavo a guardare le vetrine dei negozi con borse, scarpe, abiti e accessori da donna. Adesso mi soffermo si a guardare le vetrine, ma non sono più le stesse. Lo shopping “compulsivo”

riguarda adesso loro. Soffici maglioncini da bambino chic, jeans all’ultima moda, cappotto con

collo di pelliccia (perché si sa che i maschietti sanno essere più vanitosi delle femminucce se si

impegnano), sciarpine di tendenza, scarpe degne di un principe. Eh si…sono una mamma

senza speranza.

(11)

Due principini in casa mi hanno travolta. E se fino a qualche mese fa ancora riuscivo a

comprare per loro senza chiedere il loro giudizio, adesso siamo passati allo shopping familiare.

Si esce tutti e quattro e il marito già disperato all’idea che le due piccole pesti dovranno misurare di tutto, tra una corsa e l’altra per i camerini. A questo proposito vi racconto cosa è accaduto in occasione dell’acquisto degli abiti per la Prima Comunione. Bimbi eccitati e desiderosi di scegliere qualcosa di bello. Negozio per bambini e ragazzi in centro città.

Commessa pronta a soddisfare le nostre richieste. Ma non aveva fatto i conti con i due piccoli

“tiranni”. Eccola lì pronta a mostrare tutto ciò che aveva disponibile da far provare e loro lì a bocciare quasi tutto e subito, anche senza provare. La commessa ha iniziato a sudare freddo.

Probabilmente si ripeteva come un mantra: “Ce la posso fare! Ce la posso fare!” E mentre va in magazzino a cercare il pantalone della taglia giusta, Topino decide che il manichino ha proprio il papillon giusto per lui e gli stacca la testa. Io e mio marito cambiamo colore variando dal bianco pallido al rosso fuoco. Rimettiamo a posto tutto prima che la commessa ritorni. Proviamo finalmente il primo completo ma Topino non è soddisfatto; prova allora il secondo e nemmeno questo gli piace. Dopo vari tentativi ecco l’illuminazione: ha scelto! Io riprendo a respirare e mi asciugo il sudore freddo che mi scorre sulla fronte. Uno è sistemato!

Adesso tocca ad Orsetto che già di suo ha una vena polemica. È tutto un “non mi piace!” La commessa mi guarda in cerca di aiuto e mentre io e mio marito urliamo a Topino di stare fermo e di non smontare i manichini, Orsetto prova e riprova camicie , giacche, pantaloni, cravatte e papillon finche anche lui non sceglie esasperato il suo vestito da “uomo d’affari”

dice lui. E mentre il papà paga alla cassa, io guadagno l’uscita con i due che sbuffano che

abbiamo sprecato troppo tempo per comprare i vestiti e che per le scarpe dovrò aspettare che

riprendano le forze! Capite adesso come sia complicata la vita da mamma?

(12)

ENSINAMENTO (ADÉLIA PRADO) Minha mãe achava estudo

a coisa mais fina do mundo.

Não é.

A coisa mais fina do mundo é o sentimento.

Aquele dia de noite, o pai fazendo serão, ela falou comigo:

"Coitado, até essa hora no serviço pesado."

Arrumou pão e café, deixou tacho no fogo com água quente.

Não me falou em amor.

Essa palavra de luxo.

INSEGNAMENTO

Mia madre trovava lo studio la cosa più fine del mondo.

Non lo è.

La cosa più fine del mondo è il sentimento.

Quel giorno di notte, papà che faceva la nottata, lei mi disse:

"Poveraccio, fino a quest'ora al lavoro pesante."

Sistemò pane e caffè, lasciò la pentola sul fuoco con acqua calda.

Non mi parlò d'amore.

Questa parola di lusso.

POETANDO

( poesia di una scrittrice brasiliana)

(13)

LE LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI:

opportunità per una “buona scuola”- parte 7 (a cura di Tiziana)

Alcuni argomenti trattati a scuola devono essere af- frontati con cautela quando in classe c’è un alunno adottato. I temi sensibili sono:

L’approccio alla storia personale: parlare della storia personale rappresenta per il bambino un momento delicato. Non tutti i bambini sono uguali: alcuni non hanno problemi a raccontarsi e a parlare del loro passato, altri invece sono restii e ne soffrono. I libri di testo in questo senso non aiutano poiché le attività proposte sono pensate solo per i bambini cresciuti nella loro famiglia biologica. Prima di affrontare questo argomento, l’insegnante dovrebbe parlare con la famiglia perché ogni bambino porta con sé storie ed

esigenze diverse.

Bisognerebbe adoperare quindi percorsi diversi da

quelli tradizionali per parlare di storia personale ( niente ecografie, foto delle mamme con il pancione o da neonati, ciucci…..) e mai proporre attività diversificate per i bambini adottati perché sarebbe un atteggiamento di esclusione dal gruppo classe.

Le famiglie: l’insegnante ha il compito di tener presente che attualmente il concetto di

famiglia non è più riconducibile al modello tradizionale (padre, madre, figli). Per

questo motivo dovrebbe mostrare (attraverso filmati e testi) ai bambini i vari modelli

di famiglia della società contemporanea in modo che essi li considerino naturali.

(14)

Progetti di intercultura: la promozione delle differenze culturali arricchisce i bambini in generale ma soprat- tutto i bambini adottati. Bisogna però fare in modo che ciò non avvenga con domande dirette sui paesi d’origine ma lasciando a ogni bambino adottato all’estero la possibilità di raccontare del suo paese

quando e se lo vorrà. L’insegnante dovrebbe contattare la famiglia per cercare di capire che rapporto ha il bambino con il paese d’origine e per evitare di enfatizzare aspetti dello stesso.

Libri di testo: sui libri di testo più usati alla primaria e sulle antologie della scuola

secondaria di primo grado, il tema dell’adozione non è

quasi mai trattato. Si parla quasi esclusivamente di

famiglia biologica e, se si parla di bimbi provenienti

dall’estero, se ne parla quasi sempre in termini

folkloristici. La storia personale poi non tiene conto

minimamente che a molte domande i bambini adottati

non possono rispondere. L’insegnante dovrebbe valutare bene quindi il testo da

adottare che tenga conto del gruppo classe e delle sue peculiarità.

(15)

Associazione “Insieme Famiglia” sede legale a Francavilla Fontana (BR). C.F. 91084350742

https://associazioneinsiemefamigliaweb.wordpress.com email: associazioneinsiemefamiglia@yahoo.com

facebook: Associazione “Insieme Famiglia” - tel.: 392 4410382

Riferimenti

Documenti correlati

• per le medesime finalità i Dati di Contatto Professionale, Dati Identificativi, Dati Professionali potranno essere comunicati, in tutto o in parte, a qualsiasi società

Specificatamente si tratta delle capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di saper entrare in contatto con il bambino/ragazzo, comprenderne le

Gli studenti parteciperanno il 21 agosto alla prima giornata della Summer Holiday 2017, la gita estiva gratuita organizzata dalla nostra Associazione, alla quale

La decadenza dalla responsabilità genitoriale non è definitiva, nel senso che i/il genitore può essere reintegrato nella stessa con un provvedimento del giudice quando cessano le

Le Guardie devono essere Soci Sostenitori della “GUARDIA ZOOFILA AMBIENTALE, MEDICINA FORENSE VETERINARIA NORSAA” e garantire, con impegno sottoscritto, la propria

Con riferimento alla specificità della sua missione, l'Associazione rispetta le leggi di questo Paese e si impegna a rispettare i principi etici e i diritti

Detta proposta, formalmente autorizzata dalla Direzione Aziendale, è inviata al Direttore del Servizio Unico Metropolitano Amministrazione del Personale per la

Salvo quanto previsto dall'articolo 337-sexies del codice civile, in caso di morte del proprietario della casa di comune residenza il convivente di fatto superstite ha diritto