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MEMOI\IE 01\IGI NALI

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(1)

ANNO IV, N. 2r. ToRINO, 1° Novembre 1908.

~I\/I~lrl\ & & & & ~ & &

DI INGEGN ER IA 5ANITARJA

È riser~·ata la proprietà letteraria ed artistica degli articoli e di seglo'i pubblicati mila RrnsTA DI hGEG)IERIA SA)IITARIA.

MEMOI\IE 01\IGI NALI

LA CASA "\fODER:\TA.

(Continuazione)

Il 4° tipo di paiazzina che riproduciamo risponde ,-eramente al concetto di costruzione economtca.

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Tipo 4° - Pianta piano terreno.

1 Cucina -· 2 Leno matrimo:Jiale - 3 Bagno 4 Ingresso-5 Soggiorno e. pranzo -6 Veranda

7 Sala - 8 1 err~zzo

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Tipo - Pianta piano prirno

I Stanza letto - 2 Guardaroba - 3 Stanza persona servizio - 4 Di si m pegno

Essa è dm-uta all'architetto Luthy di Aarau ed "

,-eramente pregevole per lo studio dei particolari e

per la buona disposizione planimetrica.

Si compone di due piani sopra suolo e di un pia. no della cantina; qu~st'ultimo è mezzo fuori teca in modo che è ottenuto un ottimo risanamento di quello terreno, nonchè si sono poste in buone con- dizioni le cantine.

Al piano-terra rialzato troviamo un ingresso di- simpegno della villetta dal q.uale si accede: alla stanza di soggiorno eh~ serve anche come camera da pranzo molto ben~ illuminata e provvista di bal- t·one sporgente coperto e veranda;· all'ambiente da ricevere con terrazzo; alla camera da letto matrimo- niale ed alla cucina.

In qu~sto piano sono pure collocati il locale ptl bagno e lavabo ed il cesso.

Anche questi due ultimi ambienti sono bene illu-

Tipo 4° - Veduta fotografica della Villetta.

minati con luce diretta e messi in buone condizioni pel disimp~gno rispetto alle esigenze degli abita-. tori.

:\Te! piano superiore è sempre la gabbia della scala alquanto ampliata che serve tutte le varie stanze; sono poi ricavate in esso grandi camere da

l~tto e locali destinati ai servizi generali della casa. Ogni ambiente è abbondantemente illuminato e l'insieme della distribuzione è raggruppata in mo- do molto razionale e nel contempo con criterio ve- ramente s~·mplice.

Dal lato architettonico predomina 111 questa vil-

(2)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

letta la massima semplicità di sviluppo di partito decoratiYo. Si può dire che il motiYo artificialmen- te disposto sulla facciata è abbandonato, tutto

Tipo - Prospetto geometrico verso giardino.

quanto forma ornamento esterno è razionale e giustificato dai bisogni interni. L'architetto trasse solo p;1rtitc nel suo studio a.rtisticv di una buona movimentazione della linea planimetrica accoppian- do tale risultato con quello ottenuto da ricchezza di ombre rica,·ate a diYersa profondità per m~zzo di

- ·' ' .r

Tipo - Prospetto geometrico verso via.

sporgenze del tetto, che però tutte hanno ragione costruttiva.

Le finestre disposte assimmetricamente e di forma varia completano l'effetto. L'insieme è riescito e ri- sponde molto ben~ al concetto di decorazione per costruzione economica. Se havvi menda in queste studio di decorazione la si deve cercare nella deco- razione della parte in legno, disposta a vista in fac- ciata, eh~ forse è troppo scolastica e perciò in eli-

sarmonia con la linea generale decorativa che in- vece è libera e priva di qualsiasi concetto accademi- co. Riportiamo anche la veduta fotografica di que- sto tipo di casetta perchè i nostri lettori possano

aver~ un criterio più preciso del suo insieme.

La costruzione che complessivamente copre unc1 superficie di mq. 125 costò, ogni finimento internJ

Tipo - Pianta piano terreno

l Stanza pranzo - 2 Stanza soggillrno - 3 Cucina

completato, L. 26.ooo circa, malgrado che tutti i pavimenti siano di legno b~n la\·orato e che il COStJ medio unitario, n10to per p1eno, il Svizzera si ag-

Tipo - Pianta piano primo

1 Stanza letto

giri intorno a L. 27 per mc. di costruzione fuori terra fino al piano della gronda.

Nelle grafiche rappresentanti il 5° tipo di villetta troYiamo in sviluppo di pianta una originalità estre-

Tipo - Sezione wngitudinale della Villetta

ma, originalità che fu imposta all'archit~tto dalle cundizioni tutte speciali dell'area disponibile per la fabbricazione.ll progetto è dovuto a vVagner jun., figlio del noto architetto maestro Otto Wag- ner di Vienna.

RIVISTA DI INGEGNERIA SAì\ITARIA

La pianta del piano terreno, estr~mamente irre- golare nei contorni, è molto semplice come svilup- po: sono ricaYate tre grandi stanze, delle quali la

Tipo - Prospetto geo1n<:tricll ,·erso Gi:~rdino.

maggiore \'iene utilizzata come stanza da pranzo. Il disimpegno dell'insieme è otte- 11uto dalla gabbia della scala che serYe anche di ingresso all'alloggio. La grande dissimme- tria degli ambienti Yiene in parte corretta a mezzo di piccoli stanzini addossati alla scala nei quali tro,·iamo da una parte la latrina con antilatrina, ed un camerino per dispensa, e dall'altra un piccolo ripostiglio.

:\el primo piano gli ambi~nti sono dispo- sti simmetricamente a quello del terr~no. Qui- Yi si troYano tutte le stanze da letto, i came- rini per serYizi generali più un ambiente al- quanto Yasto d~stinato a riceYere il bagno ed

il lavabo.

Crediamo di fare cosa utile nel riportare anche una sezione di questo edifizio, che è costruito a Vie n n a, per mostrare ai nostri let- tori tecnici come è sviluppata la scala che per ragioni di ~conomia e di estetica in un certo punto diminuisce di ampiezza.

Il progetto architettonico è improntato a quella sobria, però ,-era, originalità de !l'archi tetto

\Vagn~r padre.

. \nche da uno sguardo sommario risulta, allo

studioso di architettura, l'impronta del geniale ar- chitetto viennese.

La semplicità delle linee decorative è massima, malgrado che l'insieme d~! motivo sia veramente signorile. Caratteristica spic- cata, di questi prospetti è uno sviluppo grande di concetto decorativo che com- prende tutto l'edificio e che si l~ga in un solo insieme organico e armonico.

Il particolare è poca cosa mentre do- mina subito all'occhio il complesso del- la facciata priva di decorazioni-ricamo, ma di contro unita n~lla massima sem- plicità del partito.

Questo è un esempio veramente ca- ratteristico di quanto si possa ottenere con mezzi relatiYamente piccoli, e di quanto si possa pure fare di buono in architettura e di geniale anche quando

/

/

,_

Tipo 5° Prospetto geometrico ,·erso Via. lo studio del progettista

piccole ed economiche. (Co n ti n1w.) .

Yenga riYolto a co truz:oni l3 .i ni.

(3)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

C:\ LCOLAZIONE DEL VOLUl\JE D' ,\CQì... \ DA ASSEG:\'ARSl AD UI\A RETE

DI FOGI\ATURA lìRB \:\fA.

(Continuazione)

d) 1ìf etodo seguii o nella cal colazione d e i ca n a li. Il calcolo per la determinazione delle sezioni com- petenti ai singoli tronchi di collettore ed ai con- dotti secondari riesce sempre molto laborioso e l ungo; non credesi necessario cl i qui riportar! o, poicbè anche in riassunto richiederebbe pagine di aride cifre e tabelle eli non pratica utilità; poichè da questi calcoli basati sopra elementi prima supposti, i quali soltanto si approssimano a quelli poi adot- tati in progetto non risulterebbe quella corrisporl- denza fra le cifre esposte nella calcolazione e quelle nelle taYole grafiche che solo da un ulteriore cal- colo di approssimazione vennero determinate; mi limiterò inYece ad esporre il modo seguìto nelle ca!-

tipiche corrispondono i seguenti Yolumi d'acqua entra nei canali della rete. (T"edi tabella).

.i numeri delle cinque ultime colonne della pre- cedente tabella rappresenterebbero per ogni singola zona le portate-lirnite del rispettivo collettore corri- spondentemente a ciascuna delle cinque pioggie considerate. dato che le dette pioggie avessero una durata lunghissima; tali numeri si aYvicinerebbero alla reale misura di portata, quando la durata della pioggia superasse per tutte le zone, il tempo occor- rente a che l'acqua, caduta nel punto della zona più lontano dalla foce del suo collettore, arrivi alla foce stessa e quando i canali della zona ed il suo collettore abbiano sezioni com m i su rate alle rispet- tiYe portate, e non eccesso di capacità per imma- gazzinamento durante la pioggia.

Quando le accennate condizioni si Yerificasser'-, allora le cifre finali, somme delle cinque colonne, RETE AFFLUE TE AL COLLETTORE PRINCIPALE INTERNO.

I1 DICAZIONE della zona o su bzona

Zona I n

)) II b

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0,50 o,45 o,-+o 0,)8 0,38 o,r8 0,45 0,30 0,35 0,45 0,40 o,r8 o,r8

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2. l 5 o,66 r.8+

l' 3 5

2,5 5

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Volume totale al I"

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mc.

colazioni della rete eli fognatura, perchè diYerso Ja quello generalmente adottato in simili laYori.

Alla superficie delle singole zone e subzone ri- dotte in base al coefficiente y acl ognuna attribuito quale misura dell'assorbimento ed evaporazione a sistemazione definitiYa e per le singole pioggie

Volume d'acqua in mc. al r" per ogni zona e per le singole pioggie sottoindicate

--

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pioggia

l

3a pioggia 4• pioggia

1 a pioggia 2pioggia ""' o_ o ~ ""' ~

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2,839 2, l 37 l ,5 26 l 1,28o

l

I, I I 8

2,872 2,I 62 l ,6 l 7 1,419

l

I ,222 l, I 07 o,83-+ o, 59 5 0,499 0,4-j.)

l

0.926 o,697 (\498 O,.} 17 l l 0,3 7 2

l 1.)00 1, qo o,So6 o,676 o,6")

i 0,456

l

0,2o6 o, I 8)

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0,)6) j 0,21) O,IlJ6

l

O,I64 , 47

l

I ,o l 2 0,762

l

0,)44 0,4)6 0,407

I ,2,36 0,9 3 I o,66-+

l

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57 0,497

~',2 r 5 o,r62 o, I I 6 l 0,097 o,o87

l

'',343 0,258

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<',l 8 5 l

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O, I 55 o, I 3 8

l ·"97 o,826 0,)89 l o,-+94 0,44I

l

' 0,5 2 l o, )9 l 0.279

l

0,234 o,2o9

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l

O,) 62 <1,40 l

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o,336 0,300

0,3 i 6 0,268 o, I 9 2 o,r6o o,I43 o, l<'9 o,n82

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0,049

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0,044 o, 3 () 5 o,6)<l o, l 6.~ o, I 37 o, l 22

o, 2 2-+ o,1 68 l (),I 2 • > 0,101 0,090

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9,222 , __ l n_7.,o-;-94 _6_5_ 1

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6,096

8

rappresenterebbero il limite a cui tendono le portate del Collettore principa.le della rete, coll'aumentare della durata della pioggia; queste cifre (aumentate del corrispettiYo d'acque ordinarie) non sono rag- giungibili da quelle corrispondenti alle effettive

portate dei collettori.

RIVISTA DI INGEG~ERIA SANITARIA 293

I m porta per l'economia dell'opera determinare quale neuua esser~e la portata necessaria e su fficien- te da assegnarsi al Collettore principale, perchè esso possa bastare alle pioggie considerate; si ca-

pisce che una rete di canali secondari a sezione ec- cedente lo stretto necessario (e spesso ciò avviene per ragioni costruttive o di accessibilità) costituisce una capacità di immagazzinamento, che può per- mettere una portata tanto più piccola del Colletto- re generale, quanto maggiore è il volume d'acqua che da quelli può essere trattenuto.

Se inrlichiamo con

Qf

la portata di un canale eli fognatura quando la linea di piena ha assunto il li- mite che si ritiene tollerabile colle condizioni di li·- Yello stradale e di scarico delle proprietà laterali, potremo ritenere che n,el tempo t decorso dal prin- cipio della pioggia al suo termine, la portata abbia Yariato da zero al valore Q

f

passando per altri va- lori di cui il medio sia

aQf ;

cosicchè.

aQf t

possa

rappresentare la quantità d'acqua uscita dal canale nel eletto tempo. Generalmente i valori intermedi sono minori di

Qf,

ma ciò non è regola se non per un canale a sbocco libero.

In n,uel tempo t la quantità d'acqua entrata nei canal i della rete afflue n te al collettore considerato e nel collettore stesso, sarà data dal prodotto yl A t

111 CUI:

y è il coefficiente d'assorbimento;

l la quantità d'acqua in metri cubi caduta in un minuto secondo sopra la superftcie eli un ettare;

A l'area della superficie scolante; t la durata della pioggia.

Dal quadro precedente con semplice moltiplica- zione dei numeri di quelle colonne per: le durate corrispondenti di pioggia si ricava il prospetto se- guente, in cui appunto sono raccolti i Yalori di

y l r1 t per ogni zona e p<"r le Yarie pioggie.

(Vedi tabella segueute)

Se indichiamo con T' il volume d'acqua imma- gazzinato nella rete all'istante in cui cessa la piog- aia è eYidente che la somma di V col Yolume di

1::- '

acqua uscita dal Collettore nel tempo t, eguaglia il ,·olume d'acqua entrata nella rete durante quel tempo.

(r) rx Ot-+ V==ì' lA t

j '

Per tener conto delle acque ordinarie, alle quali si può senza errore ammettere costanza di misura nel tempo t, l'espressione (I) si modifica così :·

zQt+V== ,lAt +q t

f . o

nella quale q. rappresenta la portata costante di acque cloacali.

Dagli studi recenti dell'illustre ingegnere prof.

Gaudenzio Fantoli di Milano (I) risulta la conve- nienza eli considerare il fenomeno di riempimento della rete diYiso in due fasi:

r .a fase : tempo t. occorrente a colmare il Col- lettore della zona considerata, ~on che generalmen- te esiste ancora nella rete un volume disponibile

per immagazzinare altra acqua.

2.a fase: tempo t, occorrente a portare il col- lettore in canea colla linea piezometrica stabilita

INDICAZIONE d eli a zona

Zona I.

a

J)

II

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J) III

l ~

a

)) IV b c

d

)) v l~

» VI.

n VII.

>> VIII.

>> IX.

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x

( I

2

J 3 4 5

Volume d'acqua entrata nella rete di ogni singola zona durante ognuna

delle cinque pioggie tipiche - -

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76931(Io987 q82.~ I6099 7783 l 16-+2 1)J2) I7597 3002! 4284 5389 64u8

2509 3586 450i'l 5357 4068 )804 7301 868) l2J4 I]6-j. 222) 2635 2743 3840 4925 586I 3 3 5I 4 7 So 6o I 6 7 r 57 583 835 ro48 1253 928 I332 I674 1987 2973 4241 5375 6350 1407 2009 2527 30IO 202) 2887 3 629 4320 964 f3821 1728 2059 295 425 529 6J4 2340 1181 1480 17)7 6os 8641 ro9r I296 I 145 1634, 2052 2-+48 p6 444 572 677 990 qri 177I 2II7 290' 418 529 6I9 5881 )62 702 835

T oTALE per la zona

l (

scolante al Colletto- 1

re principale 30540 4763r166p2 84215 99159

come si disse, dopo di che ogni maggiore riempi- mento della rete si dovrebbe ritenere dannoso.

Se ]!, è il volume della rete occupato allorchè il Collèttore è colmo, e Q. è la sua portata in quel mo-

mento,

Se i'"z è il il voiume che ancora potrà occuparsi

nella r,ete a collettore in carica, e

Q /

la portata fi- nale corrispondente al profilo di piena limite,

(r) Le acque di pietw uella rete delle jog11atw·e di Milano.

Coi tipi di Antonio Vallardi - Milano 1904. - E' un lavoro ma- gistrale, in cui trattasi con metodo nuovo il difficile problema della fognatura cittadina nei riguardi idraulici, lasciando indietro d'assai in questo argomento gli studi dai predecessori italiani e fosestieri. Non credo che chi sia incaricato del progetto di im- pianto o di riforma di una canalizzazione urbana, possa esimersi in coscienza di consultare, o meglio di studiare attentamente, l'opera dell'egregio Ingegnere.

(4)

294 RIVISTA. DI INGEGNERIA SANITARIA

Se a, Q, ed a,

Q

f indicano i valori medi di

ç j

nei te m p i t, e t, si potrà scriYere : (3)

et., Q, t,

+'X,

Qj t2

=

(y l A+ qo) (t,

+

t2) (V,

+

V2)

:\ei casi ordinari in cui

Q f

è sensibilmente mino- re di y l A

+

q o si può a m mettere che la portata media nel tempo t2 sia espressa da

Yz

(Q2

+ Q f ) ,

per cui si potrà anche scrivere: (4)

'X

Q ,

t,

+

I[2 lQ,

+

Qj ) 12

=

(·rJ A+ qo) t - V I Yalori Q I e

Qf

si ricavano colle note formole dell'idraulica in relazione alla forma e misura della

s.~zione del Collettore, alla natura delle sue p-areti, alle pendenze che si ass~gnano al pelo d'acqua al terniine della 1 .a fase ed al termine della 2.". Il Ya- lore di a, -(Yariabile entro i limiti non raggiungibili da 0,50 acl r,oo) venne determinato nello studio

dell'Ingegnere Fantoli in funzione del rapporto , l A+ qo

s

==

Q

e può ricayarsi direttamente o p~r interpolazione del prospetto qui a fianco : (*)

Suppongasi di aver aver trovato che al Collettore di una zona (di - area A) colmo (quindi con penden- za di pelo eguale a quella del fon- do) corrisponda una portata Q,;

si consideri la rete affluente al col- lettore nelle condizioni di riem- pimento nelle quali si troverà a collettore colmo; in Yicinanza allo sbocco nel Collettore i canali secon- dari saranno colmi o scemi a secon- da della loro posizione altimetrica rispetto al Collettore, a seconda delle rispettive loro pendenze, se- zioni e portate; è possibile deter- minare con valutazione sufficiente-

VAI~ORI di

" l Cl.

I,IO 0,827

J,I) 0,757 1,20 0,722

Il

r,25 o,698 1,30 o,68o~ 1,40 o,655 r,5o o,637 1,75 0,61 I

2,- 0·593 2,)0 0,577 3,- lo,56' 4.-

l

0,5)2

IO,- l 0,5 39 2o,- 1 o,5o6 mente esatta quale è il Yolume V, dell'acqua conte- nuta nella rete a quell'istante; allora dall'espres-

SIOne

(~) _) y l A

+

qo) t,

=

Cl.

Q,

t,

+

V, si può ricava re il valore di t,.

A partire da questo tempo il Collettore comincÌ~-i

ad entrare in carica e la sua portata passa da Q, a

Q

J;. quando ha raggiunto la portata

Q J

e quindi nella rete si è raggiunto il limite di riempimento, il volume d'acqua in essa contenuto (che potrà de-

(*) Sulla determinazione dei valori di et. è difficile dare un riassunto del metodo seguito dall'ing. F:1t1toli, e che travasi e- sposto nel libro già citato; nonostante se, col permesso dell':m- tore, ciò mi riescirà possibile, ne farò oggetto di un prossimo articolo.

terminarsi nello stesso modo seguito per la valuta- zione di V,) è indicato in T' ed il tempo t, occor- rente a raggiungere tale riempimento è dato dalla

(1)

(' l A

+

q0) t2

=

rp (Q,

+

Qf ) X t2

+

(V-V, ) La somma t, e t, deve essere minore od al più eguale alla durata t della pioggia di intensità l, al- trimenti la rete trabocca od esce dai limiti di sicu- rezza prestabiliti.

Da un sommario esame delle condizioni altime- triche stabilite per la rete di fognatura di Busto Arsizio si ri]e,·a che la pendenza di fondo dei canali è quasi sempre uguale od anche maggiore della pendenza assegnata al pelo di acqua di piena; per i collettori secondari ciò avviene in causa del rigurgito del Collettore principale, ed in questo a causa delle condizioni del suo sbocco non più libero dopo una certa durata della pioggia. Pertanto, in tali condizioni altimetriche dei profili di piena in generale sarà

Q J

~ Q,, e se per brevità di calcolo si riuniscono in uno solo i periodi di riempimento e di messa in carica del Collettore, si erra con van- taggio d~lla sicurezza dei risultati, inquantochè si ammette che nel tempo t, t, sia uscita una quantità d'acqua minore del reale.

Per tale ragione, e come primo calcolo d'appro- ssimazione, venne applicata la relazione.

(y l A

+

q) t= et. Q t

+

V

m cui

Q

sia il valor finale della portata a pelo di ptena, e V ii volume totale allora occupato nella rete di fognatura.

L'immagazzinamento dell'acqua di pioggia aY- viene non soltanto nei canali di fognatura stradale, ma in tutte le tubazioni che ad essi com·ergono, nei pozzetti di scarico delle strade e in quelle delle cor- ti. Da studi speciali fatti per la fognatura di :\1i- lano si sono determinati i seguenti Yalori che po- terono almeno per analogia, essere odottati anche per Busto Arsizio.

Capacità delle appendici stradali per ognt chilo- metro di strada :

Larghezza della strada 8 Capacid in . mc. 42,50

IO

49

I2 6o

15 68,)0 Capacità dei-lotti fabbricati, Yariabile col grado di densità della fabbricazione e quindi in relazione al coefficiente di assorbimento stabilito per le sin- gole zone:

Valori di 0,30 0,40 o,so o,6o 0,70 Capac. per Ett. in mc. I 5 20 25

Con questi elementi e colla misura diretta della capacità dei canali progettati e dei relatiYi manu-

RIVISTA DI. INGEGNERIA SANITARIA

fatti riempiti fino al liYello delle piene stabilito, si può determinare per ogni zona il volume V utile all'immagazzinamento dell'acqua di pioggia; biso- nella misura in cui, nelle ore di massimo consumo potranno pervenire ai rispettiù collettori e poi al- l'emissario, quando la Città siasi interamente sYi- luppata entro i limiti del piano regolatore.

La ripartizione delle acque ordinarie sulla totale superficie (amm~ssa in Ett. 503,72) Yenne ritenuta proporzionale al grado di fabbricazione e popolazio- ne futura di ogni singola zona e quindi Yenne fatta proporzionalmente al coefficiente y relatiYO.

Il coefficiente medio della parte di Città alla qua- le ora si limita la rete di fognatura Yenne ricono- sciuto in y = 0,401 e quindi l'area ridotta da Etta- ri 256 ad Ettari I02,56. La parte esterna misura e-

videntement~ Ettari 503,72 -- 256= Ettari 217,-72. Ammettere p.~r questa parte perimetrale un coef- ficiente futuro-y = 6,25 equivale ad ammetterù u-

Il

Specchio del qunntitativo d'acque ordinarie attribuito ad ogni zona

Il

Il

Zona \ Valori di

E l

Fat:ore eostanle litri al 1"

Il

I IJ,IO l 2,2) 38,475

)

a. I7.30 [ ll 38,92 5

)) II b. 6.67 l )) I ),008

c . 5,58

l

)) 12,555

Hl

f

a. 9,04

l

)) 20,340

))_

b.

l

2.75 )) 6,r88

~

a. 6,10 )) I),730

IV b. 7.45 i )) I6,763

)) l

l d.

c . 2,07 r ,30

l

l r )) )) 2,4,658 925

!

a . 6,61 l )) q,873

l)

v

b.

3,1) )) 7. 043

)) VI 4,50 )) I0,525

l) VH 2,1) l) 4.838

))

v m

o,6o )) 1,48)

l) IX I Kt- l) 140

l . 1,)5 )) 3,038

2. 2·5 5 )) 5,738

l)

x

3 . 0,7I )) 1,598

4· 2,20 )) 4,950

5 . o,6s )) I,463

J) XI o,87 )) 1,95 8

- - -- - Portata di magra del Collettore -~30,816

======-=~--

no sviluppo di fabbricazione maggiore di quello che ora si constata nella parte interna rimanente, per cui credesi l'ipotesi sicura.

Il coefficiente y medio di tutta la superficie com- presa in piano regolatore sarà determinato nel rap- porto

La quantità d'acqua ordinaria espressa in litri

al secondo spettante acl ogni zona di coefficiente y, d'area A (espressa in Ettari) in relazione al totale d'acqua Yalutato in mc. 0,370 potrà esprimersi colla proporzionale

q= 370

x

y

- -- - - - - X A 503,72 x 0,327 q= litri 2,25 '( A

Conseguentemente e per i valori di y A già 'n precedenza determinati per ogni singola zona e in tempo asciutto e per collettore di zona o subzona si avranno le portate al minuto secondo che sono indicate nello specchietto; n~lla loro somma (che risulta in cifra tonda di litri 230) si anà la portata di magra del Collettore generale della rete proget- tata.

Ing. FELICE PoGGI.

L'IDROPOLITERMO-VITTUNE

Poichè è stato-dimostrato che la maggior parte delle malattie sono prodotte da microorganismi pa- togeni e che l 'alta temperatura è il mezzo più si- curo e nello stesso tempo più semplice per distrug- gerli, ne venne la necessità di usare sistematica-

m~nte del materiale sterilizzato, sia nella cura delle malattie cosidette asettiche, per non inoculare mi- crorgan ism i dove non esistono, sia nelle malattie settiche, per non aggravarle associando alle già esistenti altre specie di microorganismi.

Per ottenere con questo mezzo la sterilizzazione, dapprima si ricorse all'ebollizione, ma poichè fu visto che qualcuno dei microrganismi patogeni, e non dei meno p~ricolosi, resiste anche all'ebolJ:- zione, mentre a temperatura più elevata e, cioè, al- l'ebollizione sotto pressione, vengono tutti distrutti, si costrussero le comuni autoclaYi, di cui_ oggidì ogni ospedale è fornito.

:\Ia al medico pratico, che riceve e cura ammalati al proprio domicilio, cui più di tutto occorre del- l'acqua sterilizzata per le lavature. dell'acqua cor- rente calda per laYarsi le mani prima e dopo OQ"ni medicazione, una esiQ"ua quantità di garza

e

nn.

chi ferri sterilizzati per i piccoli atti operativi, che così ambulator-iamente può compiere, si faceva grandemente sentire il bisogno di avere un piccolo apparecchio che, potendo servire ad un tempo a tutti questi scopi, avesse le prerogative di essere re- lativamente economico ed abbastanza elegante.

Da questo imperioso bisogno appunto ci venne l'idea del nostro ldropolitenno, che oltre tutti que- sti vantaggi costituisce altresì un potente inalatore ed un regolarissimo termostato.

Esso è costituito di una caldaia (K) rivestita

(5)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

est~rnamente di una camtcia (Q) di metallo ni- chellato, munita di ]i,·ello (L), di presa e filtro d'aria (D), di YalYola di sicurezza (E), di termo- m~tro (C), di rubinetto per l'inalatore (L), di un coperchio a chiusura ermetica (.-\.B) e sfi Yari ru- binetti per l'immissione (H, l) e l'emissione (0, P) dell'acqua a yaria temperatura. Nell'interno si può introdurre un cestello m~tallico (T) nella cui parte inferiore si pongono i ferri e nella parte superiore una scatola per il materiale di medicazione; op-

pure nel caso eh~

lo apparecchio debba serYire da termostato, s'in- troduce un soste- gno ( ") portan-·

te i tubi delle culture, le cap- sule d~lla paraf- fina, il termore- golatore a mer- curio.

A

Questo appa-

~~~~~ recchio si può applicare ad un laYabo o fissarlo al muro; l'acqua d'immissione può provenire dalla conduttura dell'acqua .potabile od in mancanza di qu~sta da un serlJatoio son apposto; il riscalda .. mento si può ottenere con una fiamma a gas (V) o ad ;;tlcool indifferentemente.

Ed ecco come funzion<L T ntrodotto il cestello co1 ferri ed il materiale di medicazione e chiuso erme- ticarnBnte il coperchio, si apre il rubinetto (H) di immissione dell'acqua nella caldaia e si lascia de- Auire fino ad aY~rla piena per i

YJ ,

di modo che i

ferri siano completamente immersi nell'acqua e la .garza all'asciutto, sotto l'azione, cioè, del Yapor

d'acqua sotto pressione.

.

'

Accesa la sorgente di calore sottostante tn 12

l'acqua Yiene portata alla t~mperatura di ebolli- zione, indi il termometro continua a salire molto rapidamente fino a 120°, I'30° ed anche più, tanto è resistente la caldaia; la rapidità dell'ascesa della pressione può ess~re regolata mediante la vah·ola di sicurezza.

~Ta intanto che il termometro sale, aprendo il ru- binetto di emissione (P) situato a destra e mano- nando il rubinetto di immissione (l) noi possiamo attingere a piacimento acqua compl~tamente fred- da pro,'eniente da un tubo (~) situato esternamente alla caldaia, acqua bollente proYeniente da un ser- oentirio interno (S) che p~sca nell'acqua "della cal-

daia e ad essa sottrae calore, ed acqua tiepida pro- yeniente dal miscuglio delle precedenti; si può così intanto che si sterilizzano i ferri, compiere la di-

sinfezione delle mani. ;\otisi che i rubinetti di emissone dell'acqua (0, P) hanno il braccio di apertura a leva di modo che si possono chiudere ed apri re col gomito.

Terminata la st~rilizzazione l'acqua e gli oggetti sterilizzati si possono rapidamente raffreddare dan- do esito al yapore e facendo ci reo la re nel s~rpe

tino dell'acqua fredda, dopo di che si può estrar- re il cestello dei ferri e la scatola della garza, nei quali, chiuse le aperture, si può conserYare il con- tenuto indefinitamente sterile; ed aprendo il rubi- netto di emissione eli sinistra (O) si può attingere del\'acqua tiepida sterilizzata.

Quando poi non occorra che dell'acqua tiepida, int~oducendo poca acqua nella vasca ed accenden- do la sorgente di calore (V) dopo 2' si ha tant"ac- qua ti~pida quanta se ne n10le.

Volendosi fare delle culture di microorganismi

0 delle inclusioni di pezzi anatomici si applica aì- l'apparecchio, in sostituzione del coperchio a cliiu- sura ermetica, il sostegno ad hoc (U), portante i tubi d'assaggio contenenti il t~rreno di coltura se- mi nato, le capsule colla paraffina ed i pezzi anafo- mici ed il termoregolatore a mercurio.

L'idropolitermo può servire egregiamente ai far- macisti potendosi con esso sterilizzare, anzi direi ipersterilizzare, qualsiasi sotanza medicam~~<tosa a bagno rna.ria, sia sotto l'azione del Yapor acqueo sotto pressione e potendoYi essi ricavare rapidamen- te l'acqua distillata e steritizsata eh~ oggigiorno, così frequentemente, occorre nella preparazione dei rimedi per iniezioni, raccogliendo e condensando il vapor~ che si sviluppa quando l'apparecchio fun- ziona.

i\1a y'ha di pw: Yoglio ancora accennare alle ap- plicazioni che può aYere in terapia il nostro stru- mento. Anzitutto esso porta nella sua parte antera- superiore un inalatore (L) di una potenza veramen- te ~ccezionale di cui possono gioYarsi gli oculisti ed i laringoiatri proiettando il Yapore che si spri- giona da una piccola quantità di acqua mantenuta in ebolizione, mescolato alla soluzione medicamen- tosa dalla corrente di vapore aspirata da un reci- piente sottostante (R).

In ogni specialità poi si vanno escogitando, nella cura delle malattie, sempre nuove applicazioni idro- terrnoterapiche per ciascuna delle quali Yiene co- strutto un app sito strumento, cito ad esempio, la ,·aporizzazione endout~rina; ebbene l'idropolitemw può serYire in tutte queste applicazioni come sor- gente del calore umido.

Concludendo, per tutti questi suot svariati usi, il

HlVISTA DI INGEG lERIA SANITARIA

nostro apparecchio ai medici arrli ambulatori alle

' 5 '

piccole clinich~ ed ai farmacisti viene ad essere di grande utilità.

L'apparecchio è costrutto in modello perfezionato dalla Ditta Janetti ~ C. di Torino, ed è breYettato in Italia e per l'estero.

QUESTIONI

TECNICO Sf\ NIT/1RIE DEL GIORNO

IRRADIAZIONE E FUì\IO DELL.E INDUSTRIE.

La produzione del fumo industriale ha certa- mente influenza sulla .luminosità dell'orizzonte, e tutti globalmente conoscono che nei paesi con forte sviluppo industriale, appunto a cagion~ dei prodot- ti derivati dalle combustioni industriali, l'orizzonte è sempre meno limpido e terso di quanto non sta negli altri paesi.

Ciò che è nuovo è la determinazione esatta del va- lore della diminuzion~ effetti,·a di luminosità dell'o- rizzonte a cagione dei prodotti sviluppati dai ca- m in i del!' industria.

Il Behre nella Rev·ue Naphologiq·ue indica in quale modo egli ha creduto eli poter arrivare a de-

terminar~ questo valore.

Egli ha adottato una via molto semplice.

Ha misurato durante Yarii anni le ore di insola ..

zione in taluni punti molto prossimi alla metropoli inglese, chè come si sa è il paes~ più fumoso di tutta l'Inghilterra, e uno dei più fumosi del mondo.

Ha fatto queste d~terminazioni nel centro di Lon- dra, a Kew che è uno dei sobborghi, e a Green- Yich : tutti porti sulla stessa direzione sud-ovest- nord-est e distanti tra di loro un piccolo numero d' chilometri.

Ha in tal modo noYerato annualmente per ·1 centro di Londra 1027 ore di diretta illuminazione solare, per Kew 1399 ore, per Greenvich 1227 ore, ossia mentre Kew ha il 31

%

d~lle ore occupate dalla insolazionE', Londra-centro non ha che

:1

23

%

e Gr~envich il 27

%.

In altri teJ;mini ancora il centro di Lond•a utilizza, pur essendo in identica orientazione, 1'8

%

meno di irradiazione solare. E il valor~ in certi periodi deii'anno diminuisce ulte- riormente scendendo anche al IO e all'r r

%

Si noti che il fenomeno si ripetè anche per altri paesi. Ricordo Amburgo che ha fama di essere la più fumosa città dell'Europa continentale. Ambur- go ha annualmente 1236 ore di irradiazione solare diretta (28 % del l~ ore); mentre Berlino ne ha ben

1672 (37

%). -

Tornando al caso di Londra la interpretazione

del diYerso modo di comportarsi dei tre punti indi- cati è stata offerta assai bene dal Behre.

l venti dominanti daii'Ovest toccano prima Kew poi raggiungono il centro di Londra e spingono di qui il fumo verso Greenvich che è più ad est di

Kew e che dovrebbe credersi meglio insolato. Per tal modo Greenvich è danneggiato dal fumo di Londra in modo s~nsibile.

Poche dimostrazioni possono valere più di que- sta a persuadersi d~ll'uttlità di sbarazzar il fumo

dai prodotti incombusti. K.

GLI OSPEDALI E I PADIGLLONI P E R L E :\I A L A T T I E I ;\ F E T T I V E

de·vono essere costrutti presso i grandi centri, o lontani da questi?

I\ el mese di settembre il Consiglio consultlYO d'Igiene pel dipartimento clelia Senna ha dovuto trattare ed esaminare un ricorso presentato da un Comune contro l'apertura di un padiglione ospita- liero, destinato ai tubercolosi.

Il ricorso osservaya che, data la natura dell'in- fezione, si viene in effetto, con un padiglione spe- ciale per tubercolosi, a portare un focolaio molto sospetto presso un aggregato urbano; e notava su- bordinatamente come si costituisca in tal maniera anche un grave danno materiale per il Comune. La questione non è nuova e si ripet~ spesso e si è ripetuta sovratutto pei sanatorii e in minor grado per gli ospedali di isolamento per tutte le forme infettive.

Le autorità sanitarie hanno trovato per risposta una espressione alquanto semplicista, dicendo che un ospedale di isolamento, e del resto anche un sanatorio ben costrutto, non può presentare peri- colo, perchè agisce come centro sottrattivo delle malattie inf~ttiYe e non come centro di diffusione.

:\1a la risposta non è esauriente, perchè nessuno discute sul fatto che in teoria è proprio così.

Ciò che importa, è vedere se nella pratica questo presupposto teorico si verifica.

Nè basta ancora ricordare che qualche grande centro sanatorialè svizzero, come ad es. Leyzin, aYeYa dapprima fatto e solleYato molte difficoltà per lasciar fondare un sanatorio, e poi se ne è tro- Yato cusì bene, che ba promosso con tutte le forze la fondazione di altri sanatori, perchè si compren-

cl~. senza bisogno di grande particolare acume, che l 'interesse materiale che ai piccoli centri deriva da istituti eli eu ra pei ricchi, faccia di me n ti care anchE' il rischio e i pericoli i~ienici.

Ora il problema mi pare debba porsi in altri ter- mini ~ si dehba chiE'dere: nE'Ila pratica gli ospedali

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