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ProSa on-line: P0264 VALUTAZIONE PROGETTO: 20/22 FINANZIAMENTO CONCESSO:

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Academic year: 2022

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PROGRAMMA DI AZIONE REGIONALE PROMOZIONE DELLA SALUTE 2004-2005 (DD 466 - 29.11.04)

BANDO REGIONALE 2004-2005 PROGETTI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE (DD 500 - 20.12.04–BURP 51–23.12.04)

INTERVENTI DI INFORMAZIONE/FORMAZIONE PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMESSE E HIV IN

ADOLESCENZA.

Modelli di lavoro in rete:

co-progettare e agire in modo condiviso in sanità pubblica

Filone tematico Sessualità, malattie sessualmente trasmesse

Tema Trasmissione di strumenti conoscitivi essenziali per strutturare un intervento sistematico sulla prevenzione delle Malattie Sessualmente Trasmesse, centrato sulle tecniche della Peer-education

Destinatari Ragazzi tra i 12 e i 18 anni

Setting Luoghi di aggregazione giovanile e scuole del territorio dell'ASL 3 di Torino

Responsabile del progetto Guala Giovanna

ASL 3 Torino - Ospedale Maria Vittoria - Dipartimento Materno Infantile Corso Tassoni 46, 10144 Torino

Tel. 011-4393474 Fax 011-4393381 [email protected]

ProSa on-line: P0264 VALUTAZIONE PROGETTO: 20/22 FINANZIAMENTO CONCESSO: 5000.00 €

Abstract

La promozione della salute tra gli adolescenti, intesa come un vero e proprio processo di “empowerment”delle persone e delle comunità, rappresenta una priorità assoluta in sanità pubblica. Gli studi epidemiologici consentono di affermare con certezza che un numero molto elevato dei casi conclamati di Aids (probabilmente i due terzi) abbia contratto l'infezione tra i 15 e i 20 anni di età. Nella Regione Piemonte nel solo 2003 sono stati 3 gli adolescenti con riscontro di nuova diagnosi di HIV in età compresa tra 13 e 18 anni, e ben 23 in età tra 19 e 24 : in totale i casi tra 13 e 24 anni corrispondono all’8% delle nuove diagnosi. Un adolescente su dieci ha una malattia a trasmissione sessuale (uomini e donne di età inferiore a 25 anni rappresentano due terzi di tutti i casi di infezione da Chlamydia e gonorrea). In particolare, l’adolescente non conosce i rischi connessi con i rapporti non protetti. Si registra da parte degli adolescenti la difficoltà di acquisire le capacità critiche di valutazione delle proprie scelte di vita ed, in particolare, di sviluppare una consapevolezza rispetto ai cosiddetti comportamenti a rischio. L'intervento nelle scuole medie superiori e nei luoghi di aggregazione giovanile (già coinvolti nel progetto TRAENTI) si rileva essenziale poiché consente di raggiungere una grossa fetta del mondo giovanile proponendo un percorso formativo che possa stimolare il loro coinvolgimento diretto.

L’utilizzo della Peer-education nasce dall’esigenza di superare i limiti degli interventi tradizionali di educazione sessuale in cui il cosiddetto esperto tiene lezioni sui temi in questione.

Gli svantaggi del modello tradizionale consistono nel riduzionismo scientifico e nella distanza del linguaggio medico dai vissuti dei ragazzi; inoltre i costi dei modelli tradizionali, a parità di utenza raggiunta, sembrano essere superiori ai costi degli interventi di peer-education. Il tema delle malattie sessualmente trasmesse, nell’ambito della salute riproduttiva, è particolarmente impegnativo per la stigmatizzazione che vi è tradizionalmente associata e per il frequente ricorso a un approccio settoriale, spesso improprio, frammentato e terroristico nel trattarlo. I consultori familiari hanno accumulato una notevole esperienza sia nella realizzazione dei corsi nelle scuole, sia nell’attivazione di spazi giovani, anche se con modalità molto differenziate e con rari momenti di verifica della qualità dell’attività svolta, oltre il pure importante apprezzamento del gradimento.

Uno degli obiettivi del progetto è il rafforzamento della rete sanitaria già esistente tra il Dipartimento Materno Infantile, la Neuropsichiatria Infantile, i Consultori Familiari, l’Ambulatorio per le Malattie Sessualmente Trasmesse, i Centri di ascolto per adolescenti e per le famiglie dell’ASL 3, le agenzie sociali e le scuole Medie Inferiori e Superiori collocate sul territorio. I consultori familiari, opportunamente potenziati, come raccomandato a livello nazionale, rappresentano i servizi più appropriati per svolgere tale attività nella prospettiva dell’empowerment”.

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2° REPORT STATO DI AVANZAMENTO

1. ATTIVITÀ E RISULTATI NELLA PROSECUZIONE DEL PROGETTO 1.1. Andamento del gruppo di progetto

Il Dipartimento Materno Infantile, nella persona della Dr.ssa Guala, ha rinforzato il gruppo di progetto, favorendo il coordinamento con la Dr.ssa M.S. Grosso, Repes Aziendale, il Dr. Dal Conte, Referente dell’Ambulatorio delle Infezioni Sessualmente Trasmesse e la ginecologa del territorio.

La Dr.ssa Baiona, Responsabile dell’U.O.a di N.P.I. ha promosso il confronto con la Referente Aziendale dell’Adolescenza (Psicologa dell’U.O.a di N.P.I.) al fine di riflettere insieme sulle difficoltà emerse nel prosieguo del progetto, inserito in una realtà sociale piuttosto complessa. Ci si è confrontati in particolare sulla difficoltà a mantenere vivo l’interesse dei ragazzi e degli insegnanti che si occupano del loro percorso educativo.

I professionisti coinvolti nella parte operativa del progetto hanno continuato a confrontarsi sull’andamento del progetto; terminato l’intervento dei vari operatori coinvolti nella formazione degli insegnanti e degli studenti, la psicologa si è impegnata a diffondere tra gli altri operatori i risultati raggiunti.

1.2. Alleanze tra gli attori interessati al progetto

Il percorso di formazione dei peer-educator e degli insegnanti è avvenuto con una partecipazione inizialmente molto attiva degli attori coinvolti: sia gli insegnanti che i ragazzi si sono mostrati molto interessati ad apprendere e a confrontarsi sulle modalità di interazione con i ragazzi, a cui poi avrebbero dovuto proporre il loro intervento. Le difficoltà e le perplessità espresse non riguardavano solo la parte legata all’apprendimento e all’esposizione delle malattie e dei contraccettivi, quanto la modalità di esposizione per stimolare la partecipazione e il coinvolgimento dei ragazzi nelle classi.E’ parso molto difficile per gli operatori coinvolti nella formazione mantenere attiva nel tempo l’attenzione dei peer per due ore consecutive, si è quindi deciso con la psicologa di strutturare gli interventi come di seguito esposto: 6 ore di percorso totale, suddivisi in tre incontri. Ogni incontro prevedeva l’intervento teorico da parte dei peer nella prima ora, per permettere una parte più esperienziale (role- play e focus group) nella seconda ora.

Nel passaggio dalla programmazione teorica dell’intervento all’attuazione concreta, le insegnanti e i peer hanno valutato che i ragazzi si sentissero più liberi di intervenire senza la presenza delle insegnanti e hanno quindi scelto di strutturare l’intervento solo con la presenza dei peer. Le insegnanti si sono dichiarate disponiblili ad intervenire su richiesta dei peer.

Nel confronto con le referenti alla salute della scuola, è emersa la difficoltà delle insegnanti formate ad attuare un intervento sulle malattie sessualmente trasmesse con i loro studenti. Il percorso di formazione è servito loro per conoscere nuove modalità di intervento sulle dinamiche del gruppo classe, ma è risultato difficile nel momento dell’attuazione dell’intervento affrontare argomenti così intimi, al di fuori dei loro programmi scolastici (le insegnanti coinvolte erano professoresse di lettere).

L’alleanza con le insegnanti coinvolte è quindi venuta meno; dopo un confronto della psicologa con i peer, in seguito alle valutazioni e alle osservazioni da loro elaborate, si è riprogettato il percorso in questo nuovo anno scolastico solo con i peer.

La collaborazione del D.M.I. con l’Istituto “P. Borselli” è sempre avvenuta nel corso degli anni con le referenti alla salute della scuola; alla ripresa di questo anno scolastico le referenti alla salute hanno deciso di lasciare questo incarico. E’ quindi stato necessario ritessere la rete interistituzionale tra ASL e scuola, ricominciando a creare un nuovo riferimento nodale all’interno dell’Istituto, ripresentando il progetto e ricostruendo alleanze tanto faticosamente create negli anni.

Queste criticità hanno portato ad una dilatazione dei tempi programmati nel progetto iniziale.

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1.3. Diagnosi educativa

L’obiettivo di lavorare sui fattori abilitanti (insegnanti e scuola) per creare una rete tra le appartenenze socio-affettive più importanti per i ragazzi è stato piuttosto complesso, venendo meno la collaborazione con le insegnanti formate. E’ stata comunque sempre molto attivo il confronto con le referenti alla salute fino alle loro dimissioni. Queste figure hanno rappresentato e rappresentano tuttora per i ragazzi dei riferimenti importanti; questi ultimi hanno ricevuto da loro dei rinforzi e dei riconoscimenti importanti sull’impegno dedicato a questo progetto.

Alla fine dello scorso anno scolastico le referenti hanno organizzato una mattinata di convegno sui progetti di prevenzione (alcool, fumo e malattie sessualmente trasmesse) con la partecipazione attiva della psicologa del progetto; il convegno era rivolto agli studenti, alle insegnanti e ai genitori dei ragazzi per consentire di diffondere e rinforzare la rete già esistente tra istituzioni (ASL 3 e scuola) e famiglie.

I peer hanno preparato il loro intervento al convegno con la psicologa; si sono impegnati molto a sottolineare il loro vissuto rispetto al progetto a cui hanno partecipato, sentendosi non solo attori, ma registi responsabili nei confronti dei ragazzi più giovani. Sono riusciti, con interventi semplici, ma carichi emotivamente, a descrivere in poche parole ciò che per loro ha rappresentato la formazione tra pari;

hanno tradotto in un linguaggio più accessibile, e con loro successive elaborazioni, quelli che sono gli obiettivi complessi elencati nel progetto.

Quest’ultimo passaggio e il riconoscere quanto siano importanti i pari alla loro età ha rinforzato la fiducia nel progetto nel gruppo dei peer: gli argomenti trattati non sono stati soltanto imparati, ma ricondotti al proprio vissuto, introiettati e “diffusi” (fattore rinforzante).

Dal questionario del post-intervento emergono piccoli cambiamenti nei ragazzi delle classi in cui è stato fatto l’intervento: i risultati indicano un leggero miglioramento (tra il 10% e il 20%) rispetto alle conoscenze di base e anche un maggior passaggio dalla consapevolezza all’introiezione (sono aumentati i rapporti sessuali, ma anche l’uso dei contraccettivi; nella quasi totalità dei casi si ricorre al preservativo).

I risultati del post-questionario dei peer sono invece in netto miglioramento: gli apprendimenti sono corretti e si ricorre sempre all’uso dei contraccettivi (pillola o preservativo), a seconda della fiducia che si ha nel proprio compagno.

1.4. Diffusione del progetto

Ciascun operatore coinvolto ha aggiornato la propria equipe di appartenenza sull’andamento del progetto.

E’ stato organizzato un incontro con l’equipe di progetto del Dipartimento di Salute Mentale (Dr. Gasseau) per confrontarsi sui risultati ottenuti.

2. GERARCHIA OBIETTIVI E PROGRAMMA ATTIVITÀ

- Dicembre 2005: Conclusione degli interventi di formazione dei peer e degli insegnanti: 16 ore;

- Gennaio 2006: i peer devono iniziare il loro intervento e chiedono, attraverso le referenti alla salute, ancora un incontro con Psicologa e Ginecologa: 3 ore;

- Febbraio 2006: incontro con la Responsabile del Progetto, Direttore del Dipartimento Materno Infantile (Dr.ssa G. Guala), la Responsabile U.O.a di N.P.I. (Dr.ssa M. Baiona) e la psicologa del Progetto per verifica andamento progetto:2 ore;

- Marzo 2006: incontro con le referenti alla salute della scuola per verifica andamento progetto: 2 ore;

- Aprile 2006: incontro di verifica degli interventi in classe con i peer educator e analisi delle criticità;

- Aprile 2006: incontro con i peer educator per organizzazione dell’intervento al convegno di maggio: 4 ore;

- Maggio 2006: partecipazione e intervento al convegno sui progetti di prevenzione organizzato dall’Istituto “P. Boselli”: 4 ore;

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- Giugno 2006: somministrazione questionario post-intervento a cura della psicologa del progetto: 2 ore;

- Luglio 2006: valutazione e analisi dei questionari a cura della psicologa del progetto:

20 ore;

- Luglio 2006: valutazione e verifica risultati progetto con gruppo operativo progetto:

1 ora;

- Settembre 2006: incontro con gruppo di progetto del Dipartimento di Salute Mentale (Dr.Gasseau).

- Settembre 2006: verifica risultati progetto con la Responsabile del Progetto, la Responsabile U.O.a di N.P.I., la Referente Aziendale dell’Adolescenza e la psicologa del progetto: 1 ora;

- Settembre 2006: ripresa del progetto con la scuola. Ripresentazione del progetto alla nuova referentedel progetto all’interno della scuola: 2 ore;

- Ottobre 2006: stesura lettere di inizio progetto alla scuola e ai genitori: Dr.ssa Guala e Dr.ssa Baiona: 1 ora;

- Novembre 2006: somministrazione dei questionari da parte della Dr.ssa Boglione con piccola presentazione del progetto in ciascuna classe: 2 ore;

- Novembre 2006: incontro con i peer per riprogrammare il nuovo intervento nelle classi: 2 ore.

Come già sottolineato precedentemente le difficoltà incontrate nel progetto si sono verificate in relazione all’intervento che gli insegnanti formati avrebbero dovuto fare all’interno delle classi. Nella successiva discussione avvenuta con i peer, questi ultimi hanno sostenuto che risultava troppo difficile poter parlare di argomenti così intimi di fronte ad insegnanti che appartengono al tuo corpo docente, “che ti giudicano con dei voti”.

Questa decisione ha portato i ragazzi ad affrontare difficoltà inaspettate: della parte più esperienziale avrebbero dovuto occuparsi maggiormente le insegnanti. I peer si erano molto ben preparati sulla parte relativa agli aprrendimenti, quindi è stato molto difficile per loro riuscire a coinvolgere attivamente i compagni più piccoli.

Un’altra difficoltà portata dai peer è stata l’età dei ragazzi che sono andati a formare: i compagni delle classi terze sono risultati troppo grandi per una formazione di questo tipo. Sono ragazzi che hanno già avuto nella maggior parte dei casi rapporti sessuali, pensano già di sapere tutto sulla sessualità, è risultato quindi estremamente difficile coinvolgerli. I peer hanno richiesto alla psicologa apprendimenti più specifici sulla parte più esperienziale dell’intervento e hanno proposto di ripresentare il progetto nelle classi inferiori: le seconde.

La psicologa ha accettato le richieste dei ragazzi, perché supportate da analisi e elaborazioni personali, che necessitavano di un rinforzo e un riconoscimento da parte del mondo adulto, quindi l’intervento di quest’anno è stato ripensato insieme ai peer e riprogrammato sulle seconde.

Come già sottolineato queste difficoltà incontrate hanno portato ad uno slittamento dei tempi e all’impossibilità di portare a termine alcuni obiettivi prefissati.

La pagina web non potrà essere realizzata, perché le ore da dedicare a questa parte sono state dedicate a risolvere le difficoltà sopradescritte. I peer hanno comunque pensato di inserire questo loro progetto e il materiale da loro elaborato per gli interventi, all’interno del sito del loro istituto, in modo che possa essere consultato dai ragazzi della scuola.

3. VALUTAZIONE DI PROCESSO E DI RISULTATO

VALUTAZIONE DI PROCESSO

attivita’ p.to critico-indicatori risultati

Incontri periodici tra gruppo

operativo di progetto - possibilità di confronto tra diverse appartenenze professionali, nuovi spunti di riflessione e di

- Prosecuzione e

mantenimento attivo del progetto nei due anni nonostante le difficoltà

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intervento con i ragazzi - contemporaneamente, in

alcune situazioni appartenere a equipe separate ha reso difficile l’incontro nei tempi e nei modi

incontrate

- Rinforzo della rete già esistente tra equipe di lavoro diverse e suggerimenti per possibili progettazioni future

Indagini periodiche - invio agli operatori

coinvolti nel progetto dei risultati dei questionari da parte della psicologa

del progetto:

condivisione dei risultati - difficoltà a mantenere il

confronto dopo la fase di formazione dei peer e degli insegnanti, perché sono diminuite le possibilità materiali di incontro e di coinvolgimento diretto di tutti gli operatori coinvolti nel progetto

Mantenimento della storia e dell’evoluzione del progetto, fruibile da tutti gli operatori coinvolti come materiale di consultazione per possibili futuri progetti

Perfezionamento degli interventi

in corso - aggiustamenti continui

nei tempi e nei modi di realizzazione del progetto in base alle esigenze interistuzionali e alla realtà psico-sociale in cui è inserito il progetto

- Realizzazione e

duplicazione del progetto con i soli peer

- Riedizione del progetto nelle classi seconde e non più nelle terze

- Slittamento dei tempi Indagini epidemiologiche dell’IST Non ancora disponibili

VALUTAZIONE DI RISULTATO

obiettivi p.to critico-indicatori risultati

- Nuovi apprendimenti sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse

- Passaggio dalla

conoscenza/consapevolez za all’introiezione

- Questionari pre e post intervento

- Momenti di incontro con i peer dopo l’intervento - Convegno

- Aumento nelle

percentuali degli aprrendimenti

- Aumento della

percentuale di uso di contraccettivi

- Buoni risultati nei questionari pre e post formazione dei peer - Possibilità di apportare

cambiamenti al progetto con parte attiva dei peer - Diffusione del progetto e

spunto per progetti futuri Gli obiettivi prefissati sono stati sufficientemente raggiunti: i ragazzi sono partiti da una discreta base di conoscenza delle malattie e dei contraccettivi e le hanno migliorate nel percorso di formazione offerto loro dai peer.

Dal questionario emerge anche un passo in avanti nel passaggio dal semplice apprendimento all’introiezione degli argomenti trattati: il 92% dei ragazzi riferisce di usare contraccettivi durante il rapporto sessuale.

La criticità maggiore è rappresentata dall’aver perso la collaborazione con le insegnanti: come sostenuto dal progetto insegnanti e genitori rappresentano i riferimenti socio-eduactivi più importanti per i ragazzi. Aver perso la loro

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collaborazione significa aver perso una parte importante per i ragazzi, quindi questo rappresenta un nodo molto critico del progetto.

Questa grossa criticità è stata trasformata in un punto a favore per i peer, che sentendosi soli nella gestione di questi incontri si sono molto impegnati come gruppo nella programmazione e strutturazione dei loro interventi futuri, perché hanno colto la grossa possibilità che la peer education può rappresentare per i ragazzi più piccoli, essendo i primi loro a confermare anche nei questionari il ruolo centrale che i pari (60% per i peer e 55% per gli altri ragazzi) rivestono in questa fase della vita. In questa fase sono stati sostenuti dalla psicologa del progetto.

Il gruppo di lavoro multi-professionale che ha partecipato al progetto ha avuto la possibilità di confrontarsi su un terreno di base comune, attingendo ognuno dalle proprie appartenenze professionali e condividendole con gli altri. Questo ha permesso un grosso arricchimento professionale, il rinforzo della rete già presente tra servizi e la possibilità di future collaborazioni.

4. STRUMENTI E DOCUMENTI PRODOTTI

E’ stato somministrato il post-test e si riportano in modo dettagliato i risultati in allegato 1.

5. VARIAZIONI AL PROGETTO INIZIALE

Le variazioni al progetto iniziale sono già state descritte nei punti precedenti.

6. PROSEGUIMENTO DEL PROGETTO

- Gennaio 2007: analisi e valutazione del pre-questionario;

- Febbraio 2007: valutazione con i peer del loro intervento;

- Somministrazione post-questionario;

- Conclusione e valutazione del progetto con il gruppo progetto.

7. RENDICONTAZIONE ECONOMICA

(nota: riportare i costi preventivi ed indicare le spese sostenute al 15 dicembre 2006 relative alle voci analitiche finanziate)

Tipologia di spesa Voci analitiche di spesa previste

Modifiche voci di spesa*

Finanziamento richiesto

Spese sostenute (al 15.12.06)

Personale 5000,00 euro 5000,00 euro 5000,00 euro

Attrezzature Sussidi

Spese di gestione e funzionamento Spese di coordinamento

Altro

TOTALE 5000,00 euro

• specificare, con dichiarazione del Responsabile di progetto, la motivazione della modifica riferita al potenziamento della qualità del progetto e congruente con gli obiettivi originari del medesimo.

Torino, 13/12/06

Responsabile del progetto Dott.ssaGiovanna Guala

Repes Aziendale ASL 3 Dr.ssa Mariasusetta Grosso

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