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CORPVS SPECVLORVM ETRVSCORVM ITALIA VOLTERRA - MUSEO GUARNACCI FASCICOLO I GABRIELE CATENI. <<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER CORPVS SPECVLORVM ETRVSCORVM

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CORPVS SPECVLORVM ETRVSCORVM

ITALIA

VOLTERRA - MUSEO GUARNACCI

FASCICOLO I

A CURA DI

GABRIELE CATENI

<<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER

CORPVS SPECVLORVM

ETRVSCORVM

ITALIA 3

VOLTERRA - MUSEO GUARNACCI

FASCICOLO I

A CURA DI

GABRIELE CATENI

« L'ERMA » di BRETSCHNEIDER

(2)

Gabriele Cateni Corpus Speculorum Etruscorum Volterra - Museo Guarnacci, 1

© Copyright 1995 by <<L'BRMA>> di BRETSCHNEIDER Via Cassiodoro, 19 - Roma

Tutti 1 diritti riservati. E vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza ii permesso scritto dell'Editore.

Corpus speculorum etruscorum. - Roma : <<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER, 1981- . - v. ; 33 cm Italia.

3.1: Volterra, Museo Guarnacci / a cura di Gabriele Cateni. - 1995. - 185 p. : ill.

ISBN 88-7062-911-2 CDD 20. 739.512'09375

1. Specchi etruschi - Volterra - Museo Guarnacci I. Cateni, Gabriele Gabriele Cateni

Corpus Speculorum Etruscorum Volterra — Museo Guarnacci, 1

© Copyright 1995 by «L'ERMA» di BRETSCHNEIDER Via Cassiodoro, 19 — Roma

Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso scritto dell'Editore.

Corpus speculorum etruscorum. - Roma : «L'ERMA» di BRETSCHNEIDER, 1981- . - v. ; 33 cm Italia.

3.1: Volterra, Museo Guarnacci / a cura di Gabriele Cateni. - 1995. - 185 p. : ili.

ISBN 88-7062-911-2 CDD 20. 739.512'09375

1. Specchi etruschi - Volterra - Museo Guarnacci 1. Cateni, Gabriele

(3)

INDICE GENERALE

Introduzione...Fag.

7

Abbreviazioni ...>> 9

SPECCHI DEL MUSEO GUARNACCI

(Nn. 1-35) ...>> 11

FIGURE

(Nn. 1-35) ...>>

45 APPENDICE

Esami di laboratorio ...>> 189 Risultati delle analisi chimiche ...>> 190

INDICI

Provenienze ...>> 193 Indice tipologico ...>> 193 Indice cronologico ...>> 193 Concordanze...>> 193 Scene rappresentate ...>> 193 Comparatio numerorum ...>> 194

INDICE GENERALE

Introduzione Pag. 7 Abbreviazioni » 9 Specchi del Museo Guarnacci (Nn. 1-35) » 11 Figure (Nn. 1-35) » 45 Appendice

Esami di laboratorio » 189 Risultati delle analisi chimiche » 190 Indici

Provenienze » 193 Indice tipologico » 193 Indice cronologico » 193 Concordanze » 193 Scene rappresentate » 193 Comparatio numerorum » 194

(4)

INTRODUZIONE

La collezione di specchi del Museo Guarnacci si è costituita in un arco temporale di circa due secoli attraverso donazioni, acquisti e accessioni di materiali di scavo: pertanto la sua storia coincide con quella del Museo, sia per quanto riguarda l'origine, che per i costanti incrementi legati all'opera dei Direttori che, negli anni, si sono succeduti alla gui- da dell'Istituzione.

Le linee di sviluppo storico del Museo sono già State tracciate con competenza da E.

Fiumi (CUE 2, pp. 9-20). I dati contenuti nel presente fascicolo relativi a ciascun esempla- re sono desunti dallo spoglio del manoscritto Registro donativi e acquisti di antiquaria 1731-1889 nel quale 10 stesso Fiumi ha raccolto tutte le acquisizioni documentate dagli In- serti ad annum e dalle deliberazioni della Fondazione Guarnacci. Queste ultime integrano e completano le scrupolose annotazioni del Conservatore-Bibliotecario Annibale Cinci che aggiornà costantemente dal 1857 a! 1870 tale Regisrro, istituito nel 1855 e compilato dal- l'avvocato Carlo Guarnacci e dal canonico Terzo Callai. CiO ha consentito di ricostruire le circostanze dell'acquisizione di gran parte del materiale, talora identificando anche il contesto di rinvenimento.

Anche nei casi in cui cia non è stato possibile, ii Registro offre un decisivo punto di riferimento per confermare che tutti gil specchi attualmente conservati at Museo Guarnac- ci proven gono dalle necropoli di Volterra. Nessuna accessione o acquisto di materiali è infatti stata operata esternamente: i rari casi avvenuti (specie a opera del primo Direttore della Fondazione, Antonio Ormanni, che amplià in particolare la collezione numismatica e glittica) non riguardano mai specchi.

Questo dato è di grande interesse e stimolo per gli approfondimenti scientifici: la colle- zione guarnacciana, sebbene quantitativamente e qualitativamente modesta, ha la peculia- rita di raccogliere esemplari provenienti da un unico centro, elemento che la qualifica e la rende estremamente omogenea.

L'originaria collezione di Mario Guarnacci (Volterra 1701-1785), formatasi a partire dagli anni '30 del XVIII secolo e donata al <<pubblico della città di Volterra>> illS Settem- bre 1761, possedeva quattro specchi, dei quali solo due sono sicuramente identificabili:

il n. inv. MG 4339 (n. 28) con testa di Hermes-Turms e ii n. inv. MG 4327 (n. 16) con

<<Lasa>>, pubblicati da A. F. Gori (Museum Etruscum, III, tavv. XXX, 1; XXXI, 1) che ebbe cura di descriverli anche nel manoscritto conservato nella Biblioteca Guarnacci ii.

12023 (Descrizione delle vane antichità etrusche contenute in due Scarabattoli net Museo de' Nobilissimi Signori Guarnacci fatta e dettata da me Anton Francesco Gori net mese di Ottobre dell'anno 1744).

Dopo la fusione del 1789 con la piccola raccolta pubblica del Comune di Volterra formata dalla donazione dei reperti del canonico Franceschini, avvenuta nel 1731, e la costituzione ufficiale di quello che fu denominato <<Pubblico Museo e Libreria Guarnacci>> la gestione scientifica e amministrativa fu affidata allo studioso che fu anche ii primo Direttore dell'I- stituzione, dal 1789 a! 1817, Antonio Ormanni. Durante ii primo anno del suo mandato fu acquistato un solo specchio (una patera di metailo con genio inciso a sgraffio) non piü identificabile, assieme a urne, ceramiche e reperti metallici di sicura provenienza volterrana.

Bisogna giungere al 1857 per registrare I'acquisizione di uno specchio, rinvenuto negli scavi di Taddei nei terreni di sua proprietà nella necropoli del Portone (loc. Osteriaccia), avvenuti ne! 1855: si tratta de!!'esemplare MG 4322 (n. 11).

INTRODUZIONE

La collezione di specchi del Museo Guarnacci si è costituita in un arco temporale di circa due secoli attraverso donazioni, acquisti e accessioni di materiali di scavo: pertanto la sua storia coincide con quella del Museo, sia per quanto riguarda l'origine, che per i costanti incrementi legati all'opera dei Direttori che, negli anni, si sono succeduti alla gui- da dell'Istituzione.

Le linee di sviluppo storico del Museo sono già state tracciate con competenza da E.

Fiumi {CUE 2, pp. 9-20). I dati contenuti nel presente fascicolo relativi a ciascun esempla- re sono desunti dallo spoglio del manoscritto Registro donativi e acquisti dì antiquaria 1731-1889 nel quale lo stesso Fiumi ha raccolto tutte le acquisizioni documentate dagli In- serti ad annum e dalle deliberazioni della Fondazione Guarnacci. Queste ultime integrano e completano le scrupolose annotazioni del Conservatore-Bibliotecario Annibale Cinci che aggiornò costantemente dal 1857 al 1870 tale Registro, istituito nel 1855 e compilato dal- l'avvocato Carlo Guarnacci e dal canonico Terzo Gallai. Ciò ha consentito di ricostruire le circostanze dell'acquisizione di gran parte del materiale, talora identificando anche il contesto di rinvenimento.

Anche nei casi in cui ciò non è stato possibile, il Registro offre un decisivo punto di riferimento per confermare che tutti gli specchi attualmente conservati al Museo Guarnac- ci provengono dalle necropoli di Volterra. Nessuna accessione o acquisto di materiali è infatti stata operata esternamente: i rari casi avvenuti (specie a opera del primo Direttore della Fondazione, Antonio Ormanni, che ampliò in particolare la collezione numismatica e glittica) non riguardano mai specchi.

Questo dato è di grande interesse e stimolo per gli approfondimenti scientifici: la colle- zione guarnacciana, sebbene quantitativamente e qualitativamente modesta, ha la peculia- rità di raccogliere esemplari provenienti da un unico centro, elemento che la qualifica e la rende estremamente omogenea.

L'originaria collezione di Mario Guarnacci (Volterra 1701-1785), formatasi a partire dagli anni '30 del XVIII secolo e donata al «pubblico della città di Volterra» il 15 Settem- bre 1761, possedeva quattro specchi, dei quali solo due sono sicuramente identificabili:

il n. inv. MG 4339 (n. 28) con testa di Hermes-Turms e il n. inv. MG 4327 (n. 16) con

«Lasa», pubblicati da A. F. Gori (Museum Etruscum, III, taw. XXX, 1; XXXI, 1) che ebbe cura di descriverli anche nel manoscritto conservato nella Biblioteca Guarnacci n.

12023 {Descrizione delle varie antichità etrusche contenute in due Scarabattoli nel Museo de' Nobilissimi Signori Guarnacci fatta e dettata da me Anton Francesco Gori nel mese di Ottobre dell'anno 1744).

Dopo la fusione del 1789 con la piccola raccolta pubblica del Comune di Volterra formata dalla donazione dei reperti del canonico Franceschini, avvenuta nel 1731, e la costituzione ufficiale di quello che fu denominato «Pubblico Museo e Libreria Guarnacci» la gestione scientifica e amministrativa fu affidata allo studioso che fu anche il primo Direttore dell'I- stituzione, dal 1789 al 1817, Antonio Ormanni. Durante il primo anno del suo mandato fu acquistato un solo specchio {una patera di metallo con genio inciso a sgraffio) non più identificabile, assieme a urne, ceramiche e reperti metallici di sicura provenienza volterrana.

Bisogna giungere al 1857 per registrare l'acquisizione di uno specchio, rinvenuto negli scavi di Taddei nei terreni di sua proprietà nella necropoli del Portone (loc. Osteriaccia), avvenuti nel 1855: si tratta dell'esemplare MG 4322 (n. 11).

(5)

INTRODUZIONE

Ne! 1859 Annibale Cinci condusse una campagna di ricerca nei terreni Bardini e Taddei nella necropoli del Portone (loc. Marmini): furono rinvenuti gli specchi MG 4323, MG 4324 e MG 4325 (nn. 12-13-14), pubblicati nel Bullettino di Corrispondenza Archeologica del

1860 (pp. 189-93). Altri due specchi mistici che uno rotto nel manico e l'altrofrantumato neZ disco provenienti dalla stessa campagna di scavi non sono pin identificabili.

Ne! 1873 e 1874 la Regia Deputazione per la conservazione e l'ordinamento del Monu- menti d'Etruria e ii Comune di Volterra promossero ricerche ancora ne!!a necropo!i del Portone, delle quail rimane memoria ne!!e succinte relazioni di A. Cinci e N. Maffei. E merito di E. Fiumi !a ricostruzione dei complessi tombali rinvenuti (StEtr 25, 1957, pp.

367-415) dai quail provengono gil specchi MG 4321 (tomba g, a. 10), MG 4316 (tomba m, a. 5), MG 4317, 4318, 4319, 4320 (tomba k, nn. 6-7-8-9).

Ulteriori acquisizioni di specchi per ii Museo Guarnacci si registrano nell 870 con 1' acqul-

sto di due esemplari (<<uno specchio mistico in ottimo stato di conservazione con un graffi- to di due figure i cui con torni rappresentano un vaso cinerario e uno rotto in due pezzi>>) provenienti dalla necropoli del Portone e nel 1884 quando furono acquistati quattro <<pa- tere sacerdotali o specchi mistici configure a graffito>> dab sig. Angiolo Manetti provenien- ti, con ogni probabilità, dalla necropoli di Badia che non sono piü rintracciabili all'interno della collezione. Stessa sorte per lo specchio acquistato dab sig. Teati Valentini nel 1896.

Da un sicuro e importante contesto di eta ciassica, la tomba III, scavata nel novembre 1898 sul piano della Guerruccia (necropoh di Badia) proviene lo specchio MG 4326 (n. 15).

Bisogna giungere agli anni '60 di questo secolo per registrare nuove acquisizioni, avve- nute per merito di Enrico Fiumi e delle sue ricerche nelie necropoli di Badia, Portone e Ripaie, queste ultime ancora inedite, provenienti dalle quali si presentano in questo fasci- cob - per cortese autorizzazione del Soprintendente Archeologo della Toscana gli esem- plari SAT 97148 (tomba XIII del Portone, ii. 1), SAT 122511 e 122512 (tomba A 1 delle Ripaie, nn. 3-4), attualmente in deposito temporaneo presso ii Museo Guarnacci.

Nel presente volume sono pubbhcati i primi 31 specchi della collezione guarnacciana oltre ai quattro esemplari di proprietà statale sopra rammentati.

I rimanenti 32 specchi saranno presentati nel II volume che completa la collezione volterrana.

Tutti i materiali sono stati sottoposti a pulitura meccanica e, ove necessario, a integra- zioni e consolidamenti presso ii laboratorio di restauro del Museo Guarnacci a cura di Otelbo Pasquinelli e Stefano Sarri. Quest'ultimo è l'autore anche di tutta la documentazione grafica.

Le fotografie sono di Fabio Fiaschi.

La numerazione degli specchi presentati in questo fascicobo corrisponde a quella della recentissima schedatura totale del Museo Guarnacci effettuata, sotto la direzione delbo scri- vente, da parte della Cooperativa Archeobogia di Firenze durante gbi anni 1992-1994. Fra parentesi è indicato il vecchio numero d'inventario della collezione, ii quale era puramente di comodo e non corrispondeva a nessun documento inventaniale.

La sigla MG - corrispondente a Museo Guarnacci - indica che la proprietà dci mate- niali è della Fondazione Guarnacci. La sigla SAT - corrispondente a Soprintendenza Ar- cheobogica della Toscana indica che gli oggetti sono proprietà delbo Stato in deposito presso ii Museo di Volterra.

** Nella descrizione delbo stato di conservazione del reperti si è fatto uso del termine

<<corrosione a collinette>> impiegato nel Centro di Restauro della Soprintendenza Archeo- logica della Toscana per indicare un tipo di corrosione che si presenta esteriormente con un seguito di colline pin o meno accentuate e con superiormente una patina stabile di ma- lachite. Cia deniva da una sovrapposizione di ossido rameoso e malachite che si ripetono numerose volte fino a un fondo di puro cboruro rameoso.

Sono grato a! Soprintendente Archeobogo della Toscana dott. Francesco Nicosia per l'autorizzazione alla pubblicazione degli spechi di proprietà statale conservati al Museo Guarnacci e per aver promosso e costantemente incoraggiato questo lavoro.

Devo al proff. Mauro Cristofani, Adriano Maggiani, Marisa Bonamici preziosi consi- gli e suggerimenti dci quali mi sono ampiamente servito.

Alla dott. Adriana Emiliozzi Morandi un sincero ringraziamento per la competente sob- lecitudine con la quale ha coordinato ii lavoro redazionale.

8 INTRODUZIONE

Nel 1859 Annibale Cinci condusse una campagna di ricerca nei terreni Bardini e Taddei nella necropoli del Portone (loc. Marmini): furono rinvenuti gli specchi MG 4323, MG 4324 e MG 4325 (nn. 12-13-14), pubblicati nel Bullettino di Corrispondenza Archeologica del 1860 {pp. 189-93). Altri due specchi mistici che uno rotto nel manico e l'altro frantumato nel disco provenienti dalla stessa campagna di scavi non sono più identificabili.

Nel 1873 e 1874 la Regia Deputazione per la conservazione e l'ordinamento dei Monu- menti d'Etruria e il Comune di Volterra promossero ricerche ancora nella necropoli del Portone, delle quali rimane memoria nelle succinte relazioni di A. Cinci e N. Maffei. È merito di E. Fiumi la ricostruzione dei complessi tombali rinvenuti {StEtr 25, 1957, pp.

367-415) dai quali provengono gli specchi MG 4321 (tomba g, n. 10), MG 4316 (tomba m, n. 5), MG 4317, 4318, 4319, 4320 (tomba k, nn. 6-7-8-9).

Ulteriori acquisizioni di specchi per il Museo Guarnacci si registrano nel 1870 con l'acqui- sto di due esemplari {«uno specchio mistico in ottimo stato di conservazione con un graffi- to di due figure i cui contorni rappresentano un vaso cinerario e uno rotto in due pezzi») provenienti dalla necropoli del Portone e nel 1884 quando furono acquistati quattro «pa- tere sacerdotali o specchi mistici con figure a graffito» dal sig. Angiolo Manetti provenien- ti, con ogni probabilità, dalla necropoli di Badia che non sono più rintracciabili all'interno della collezione. Stessa sorte per lo specchio acquistato dal sig. Teati Valentini nel 1896.

Da un sicuro e importante contesto di età classica, la tomba III, scavata nel novembre 1898 sul piano della Guerruccia (necropoli di Badia) proviene lo specchio MG 4326 (n. 15).

Bisogna giungere agli anni '60 di questo secolo per registrare nuove acquisizioni, avve- nute per merito di Enrico Fiumi e delle sue ricerche nelle necropoli di Badia, Portone e Ripaie, queste ultime ancora inedite, provenienti dalle quali si presentano in questo fasci- colo — per cortese autorizzazione del Soprintendente Archeologo della Toscana — gli esem- plari SAT 97148 (tomba XIII del Portone, n. 1), SAT 122511 e 122512 (tomba A 1 delle Ripaie, nn. 3-4), attualmente in deposito temporaneo presso il Museo Guarnacci.

Nel presente volume sono pubblicati i primi 31 specchi della collezione guarnacciana oltre ai quattro esemplari di proprietà statale sopra rammentati.

I rimanenti 32 specchi saranno presentati nel II volume che completa la collezione volterrana.

Tutti i materiali sono stati sottoposti a pulitura meccanica e, ove necessario, a integra- zioni e consolidamenti presso il laboratorio di restauro del Museo Guarnacci a cura di Otello Pasquinelli e Stefano Sarri. Quest'ultimo è l'autore anche di tutta la documentazione grafica.

Le fotografie sono di Fabio Fiaschi.

La numerazione degli specchi presentati in questo fascicolo corrisponde a quella della recentissima schedatura totale del Museo Guarnacci effettuata, sotto la direzione dello scri- vente, da parte della Cooperativa Archeologia di Firenze durante gli anni 1992-1994. Fra parentesi è indicato il vecchio numero d'inventario della collezione, il quale era puramente di comodo e non corrispondeva a nessun documento inventariale.

La sigla MG — corrispondente a Museo Guarnacci — indica che la proprietà dei mate- riali è della Fondazione Guarnacci. La sigla SAT — corrispondente a Soprintendenza Ar- cheologica della Toscana — indica che gli oggetti sono proprietà dello Stato in deposito presso il Museo di Volterra.

** Nella descrizione dello stato di conservazione dei reperti si è fatto uso del termine

«corrosione a collinette» impiegato nel Centro di Restauro della Soprintendenza Archeo- logica della Toscana per indicare un tipo di corrosione che si presenta esteriormente con un seguito di colline più o meno accentuate e con superiormente una patina stabile di ma- lachite. Ciò deriva da una sovrapposizione di ossido rameoso e malachite che si ripetono numerose volte fino a un fondo di puro cloruro rameoso.

Sono grato al Soprintendente Archeologo della Toscana dott. Francesco Nicosia per l'autorizzazione alla pubblicazione degli spechi di proprietà statale conservati al Museo Guarnacci e per aver promosso e costantemente incoraggiato questo lavoro.

Devo ai proff. Mauro Cristofani, Adriano Maggiani, Marisa Bonamici preziosi consi- gli e suggerimenti dei quali mi sono ampiamente servito.

Alla dott. Adriana Emiliozzi Morandi un sincero ringraziamento per la competente sol- lecitudine con la quale ha coordinato il lavoro redazionale.

(6)

ABBREYIAZIONI

ActaAntHung Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hun garicae

Arch Class Archeologia Classica

AJA American Journal of Archaeology

AnnFaina Annali delta Fondazione per it Museo

<<C. Faina>>

BA Bollettino d'Arte

Bulllnst Bullettino dell'Instituto di Corrisponden- za Archeologica

CSE Corpus Speculorum Etruscorum

CUE Corpus delle urne etrusche di eta elle- nistica

COMSTOCK-VERMEUILE, M. COMSTOCK, G. VERMEULE, Greek, Boston Bronzes Etruscan and Roman Bronzes in the Mu- seum of Fine Arts, Boston, Greenwich

(Conn), 1971.

DE RIDDER, Bronzes, II A. DE RIDDER, Les Bronzes Antiques du Louvre, II, Les instruments, Paris 1913 FISCHER-GRAF, Vulci U. FISCHER-GRAF, Spiegelwerkstatten in

Vulci, Berlin 1980

GERHARD, ES B. GERHARD, Etruskische Spiegel, I-TV, Berlin 1840-1867

G0RI, A. F. Goru, Museum Etruscum exhibens Museum Etruscum insignia veterum etruscorum monumen- ta aereis tabulis CC nuncprimo edita et illustrata, Florentiae 1737-1743

HARART, Clusium M. HARARI, It <<Gruppo Clusium>> nella ceramografia etrusca, Roma 1980 HOCKMANN, U. HOCKMANN, Die Datierung der Griffspiegel hellenistisch- etruskischen Griffspiegel des 2. Jahrhunderts v. Chr., in JbI 102, 1987, pp. 247-289

INGHIRAMI, MonEtr F. INGHIRAMI, Monumenti etruschi o di etrusco nome, I-VT, Fiesole, 1821-1826.

KLUGMANN-KORTE, ES A. KLUGMANN-G. KORTE, Etruskische Spiegel, V, Berlin, 1897

LAIVIBRECHTS, R. LAMIBRECHTS, Les miroirs ètrusques et Mir. Mus. Royaux prènestins des Musées Royaux d'Art et d'Histoire a Bruxelles, Bruxelles, 1978

LIMC Lexicon Iconographicum Mithologiae

Classicae, Zurich und Milnchen MANGANI, Fabbriche B. MANGANI, Lefabbriche di specchi nel-

l'Etruria settentrionale, in BA 33-34, 1985, pp. 21-40

MANSUELLI, StEtr 1942 G. A. MAN5uELLI, Materiali per Un SUp-

plemento at <<corpus>> degli specchijigura- ti etruschi, in StEtr 16, 1942, pp. 531-551 MANSUBLLI, StEtr 1943 G. A. MANSUIELLI, Materiali per un sup- plemento at <<corpus>> degli specchifigura- ti etruschi, in StEtr 17, 1943, pp. 487-521 MANSTJELLI, G. A. MANSUELLI, Gli specchi figurati StEtr 1946-47 etruschi, in StEtr 19, 1946-47, pp. 9-137 MANSUELLI, G. A. MANSUELLI, Studi sugli specchi StEtr 1948-49 etruschi. IV. La mitologiafigurata negli specchi etruschi, in StEtr 20, 1948-49, pp.

59-98

MAYER-PROKOP, I. MAYER-PROKOP, Die gravierten etru- Gr ffspiegel skischen Griffspiegel archaischen Stils,

Heidelberg 1967

MemAccNapoli Memorie dell'Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli

Mdl Mitteilungen des Deutschen Archaologi-

schen Instituts

MedelhavsMusB Medelhavsmuseet. Bullettin

NSc Notizie degli Scavi di Antichità

OJh Jahreshefte des Osterreichischen archäo- logischen Institutes in Wien

RA Revue Archéologique

RALLO, Lasa A. RALLO, Lasa. Iconografia e esegesi.

Firenze 1974.

REBUFFAT, Miroir D. REBUFFAT EMMANUEL, Le miroir étru- sque d'après la Collection du Cabinet des Médailles, Rome 1973

REBTIFFAT, Typologie D. REBUFFAT EMMANUEL, Typologie gé- nérale du miroir étrusque a manche mas- si

f,

in RA 1984, pp. 195-226

RM Mitteilungen der Deuschen Archaologi-

schen Instituts. Römische Abteilung SALSK0 V-ROBERTS, H. SALSKOV-ROBERTS, Later Etruscan Evidence Mirrors. Evidence for Dating from Re- cent Excavation, in Analecta Romana In- stitutiDanici 12, 1983, pp. 31-54

StEtr Studi Etruschi

THOMSON DE N. THOMSON DE GRUMMOND, A Guide to GRUMMOND, Guide Etruscan Mirrors, Tallahassee, 1982 WIMAN, Maistria I. M. B. WIMAN, Maistria-Malena. Me-

tals and Motifs in Etruscan Mirror Craft, Goteborg, 1990

ABBREVIAZIONI

ActaAntHung ArchClass AJA AnnFaina BA Bulllnst

CSE CUE

COMSTOCK-V ERMEULE, Boston Bronzes

De Ridder, Bronzes, II Fischer-Graf, Vulcì Gerhard, ES Gori,

Museum Etruscum

Harari, Clusium Höckmann, Griffspiegel

Inghirami, MonEtr Klügmann-Körte, ES Lambrechts,

Mir. Mus. Royaux LIMO

Mangani, Fabbriche

Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae

Archeologia Classica

American Journal of Archaeology Annali della Fondazione per il Museo

«C. Faina»

Bollettino d'Arte

Bullettino delì'Instituto di Corrisponden- za Archeologica

Corpus Speculorum Etruscorum Corpus delle urne etrusche di età elle- nistica

M. Comstock, G. Vermeuie, Greek, Etruscan and Roman Bronzes in the Mu- seum of Fine Arts, Boston, Greenwich

(Conn), 1971.

A. De Ridder, Les Bronzes Antiques du Louvre, II, Les instruments, Paris 1913 U. Fischer-Graf, Spiegelwerkstätten in

Vulci, Berlin 1980

E. Gerhard, Etruskische Spiegel, I-IV, Berlin 1840-1867

A. F. Gori, Museum Etruscum exhibens insignia veterum etruscorum monumen- ta aereis tabulis CC nunc primo edita et illustrata, Florentiae 1737-1743 M. Harari, Il «Gruppo Clusium» nella ceramografia etrusco, Roma 1980 U. Höckmann, Die Datierung der hellenistisch- etruskischen Griffspiegel des 2. Jahrhunderts v. Chr., in Jbl 102, 1987, pp. 247-289

F. Inghirami, Monumenti etruschi o di etrusco nome, I-VI, Fiesole, 1821-1826.

A. Klügmann-G. Körte, Etruskische Spiegel, V, Berlin, 1897

R. Lambrechts, Les miroirs étrusques et prènestins des Musées Royaux d'Art et d'Histoire à Bruxelles, Bruxelles, 1978 Lexicon Iconographicum Mithologiae

Classicae, Zürich und München E. Mangani, Le fabbriche di specchi nel- l'Etruria settentrionale, in BA 33-34, 1985, pp. 21-40

Mansuelli, StEtr 1942

Mansuelli, StEtr 1943

Mansuelli, StEtr 1946-47 Mansuelli, StEtr 1948-49

Mayer-Prokop, Griffspiegel MemAccNapoli Mdl

MedelhavsMusB NSc

ÖJh RA

Rallo, Lasa Rebuff at, Miroir

Rebuffat, Typologie

RM

Salskov-Roberts , Evidence

StEtr Thomson de Grummond, Guide Wiman, Malstria

G. A. Mansuelli, Materiali per un sup- plemento al «corpus» degli specchi figura- ti etruschi, in StEtr 16, 1942, pp. 531-551 G. A. Mansuelli, Materiali per un sup- plemento al «corpus» degli specchi figura- ti etruschi, in StEtr 17, 1943, pp. 487-521 G. A. Mansuelli, Gli specchi figurati etruschi, in StEtr 19, 1946-47, pp. 9-137 G. A. Mansuelli, Studi sugli specchi etruschi. IV. La mitologia figurata negli specchi etmschi, in StEtr 10,1948-49, pp.

59-98

1. Mayer-Prokop, Die gravierten etru- skischen Griffspiegel archaischen Stils, Heidelberg 1967

Memorie dell'Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli

Mitteilungen des Deutschen Archäologi- schen Instituts

Medelhavsmuseet. Bullettin Notizie degli Scavi di Antichità Jahreshefte des Österreichischen archäo- logischen Institutes in Wien

Revue Archéologique

A. Rallo, Lasa. Iconografia e esegesi.

Firenze 1974.

D. Rebuffat Emmanuel, Le miroir étru- sque d'après la Collection du Cabinet des Médailles, Rome 1973

D. Rebuffat Emmanuel, Typologie gé- nérale du miroir étrusque a manche mas- sif, in RA 1984, pp. 195-226

Mitteilungen der Deuschen Archäologi- schen Instituts. Römische Abteilung H. Salskov-Roberts, Later Etruscan Mirrors. Evidence for Dating from Re- cent Excavation, in Analecta Romana In- stituti Danici 12, 1983, pp. 31-54 Studi Etruschi

N. Thomson de Grummond, A Guide to Etruscan Mirrors, Tallahassee, 1982 I. M. B. Wiman, Malstria-Malena. Me- tals and Motifs in Etruscan Mirror Craft, Göteborg, 1990

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CAMPO (FIGURATO)

INCAVO CENTRALE

ESERGO SUPERIORE CAMPO (FIGURATO)

INCAVO CENTRALE

LINEA D'ESERGO

CODOLO (INSERITO IN UN MAMCO DI ALTRA MATERIA)

BORDO

CORNICE RILE VATA

1 /

COSTA

SPIGOLO ORLO

Terminologia usata nella descrizione degli specchi.

CAMPO (FIGURATO)

INCAVO CENTRALE

DISCO

TARGHETTA APICE

MANICO FUSO

CORNICE

ESERGO SUPERIORE CAMPO (FIGURATO) INCAVO CENTRALE

LINEA D'ESERGO ESERGO

TARGHETTA APICE

CODOLO (INSERITO IN UN MANICO DI ALTRA MATERIA)

BORDO

COSTA SPIGOLO

ORLO

CORNICE RILEVATA

Terminologia usata nella descrizione degli specchi.

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MUSEO GUARNACCI

(Nn. 1-35)

MUSEO GUARNACCI (Nn. 1-35)

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1. Specchio inciso. Figg. 1 a-d.

Inv. SAT 97148. Rinvenuto nella tomba XIII del Portone sca- vata I'l 1-12 luglio 1970 (cfr. E. Fiumi in CUE 1, p. 66). Pro- prietà dello Stato. In deposito temporaneo presso ii Museo Guarnacci.

Inedito

Bronzo. Sul lato riflettente superficie ruvida verde-chiara con chiazze bruno rossastre, interessata da una diffusa corrosione <<a collinet- te>> che nella parte alta del disco ha prodotto la consunzione totale del metallo provocando un piccolo foro passante. Ii manico e la targhetta hanno la superficie liscia con patina lucida verde-scuro.

Rovescio con superficie generalmente usda di color bruno-lucido, interessata, sul disco, da tre zone di corrosione accentuata che han- no provocato la consunzione superficiale del metallo.

Misure: Diam. cm. 13,6; Alt. 29,7; Alt. targhetta cm. 3; Largh. tar- ghetta agli angoli inferiori cm. 3,3; Alt. manico cm. 12.

Peso gr. 274.

Specchio circolare del tipo a manico fuso assieme al di- sco. Targhetta allungata e stretta a margini concavi e apici laterali piegati in basso. Nel punto di raccordo tra manico e targhetta e su tutta l'estensione di quest'ultima decorazio- ne fitomorfa stilizzata: da due foglie semilunate si diparto- no, verticalmente due coppie di linee oblique parallele, raccordate, alla sommità, da una linea curva da cui Si dipar- te un bocciolo rotondeggiante con lungo filamento. Nel mo- tivo triangolare composto dalle linee oblique, un motivo iscritto a <<Y>> indica le nervature interne. Sul roveScio la tar- ghetta è decorata con un gruppo di foglie e gemma conica (acanto? cfr. WIM&, Maistria, fig. 12.2:41) sotto il motivo floreale la superficie del punto di raccordo tra manico e tar- ghetta è fittamente puntinata.

Manico rotondeggiante desinente a protome di capride.

L'asta dell'impugnatura è appena incurvata all'altezza della protome, con la conveSSità della curva in corrispondenza del lato riflettente. Ii muso dell'animale ha estremità tondeggian- te, fronte triangolare prominente, occhi globosi rilevati sui fianchi dell'asta assieme alle coma, distese all'indietro, ulte- riormente rilevate sulla sommità del cranio mediante due pro- fondi soichi curvilinei campiti internamente a tratteggio. La

rimanente superficie dell'asta è spartita in quattro fasce ret- tangolari, mediante tre costolature semianulari. All'intemno di questi campi incisioni oblique trasversali formano motivi triangolari a vertici contrapposti in una riduzione schemati- ca del motivo a protomi di rapace. Snl roveScio è attraversa- ta da una profonda scanalatura longitudinale con margini ingrossati e ripiegati all'interno; in corrispondenza della pro- tome solcature incise evidenziano la peluria dell'animale.

Disco appena convesso sul lato riflettente con orlo distinto da due leggere solcature incise lungo il bordo della circonfe- renza del disco e della targhetta. Costa liscia obliqua legger- mente aggettante.

Rovescio concavo con cornice interna rilevata, bordo nab- zato a spigolo e incavo centrale.

Nel lato figurato, delimitato da una cornice a doppio ra- mo d'alloro contrapposto, composizione a quattro personaggi.

A s. un giovane stante vestito di corta tunica allacciata in vita e berretto frigio, ê rappresentato leggermente inclina- to all'indietro, con corpo di scorcio e testa di profibo a d.

Insiste sulla gamba d., mentre l'altra è piegata all'interno;

il braccio d. è piegato ad angolo acuto e la mano, distesa e resa di profibo, è poggiata sull'anca; l'altro braccio non è rap- presentato. Alle sue spalle un grande scudo ovale poggiato a terra. Di fronte a questa una figura femminile stante colbo- cata in secondo piano. Veste un lungo chitone senza mani- che allacciato sotto il petto che scende fino a terra coprendo i piedi. La testa, di profilo a s. è coperta da un copnicapo conico (elmo?), il braccio d. è disteso in avanti e parzialmente coperto dalla figura dell'estremità s. Al centro della compo- sizione, in primo piano, una figura femminile nuda, stante, con la testa volta di tre-quarti a d. e il corpo di prospetto.

Ii volto, sproporzionatamente grande nispetto al reSto della corporatura, è incorniciato da una capigliatura a niccioli, me- si con semicerchi concentnici, che copre le orecchie. Nell'u- nica gamba rappresentata, è visibile un'alta caizatura a lacci intrecciati. I dettagli anatomici non sono evidenziati a parte la linea alba e il sesso. Ii braccio d. è piegato al gomito e la mano corrispondente poggia sull'anca, l'altro braccio è di- steso lateralmente e coperto dalla figura collocata all'estre- mità d. del campo figurato. Quest'ultima è rappresentata in modo speculare rispetto a quella dell'estremità opposta, cui 1. Specchio inciso. Figg. 1 a-d.

Inv. SAT 97148. Rinvenuto nella tomba XIII del Portone sca- vata l'I 1-12 luglio 1970 (cfr. E. Fiumi in CUE 1, p. 66). Pro- prietà dello Stato. In deposito temporaneo presso il Museo Guarnacci.

Inedito.

Bronzo. Sul lato riflettente superficie ruvida verde-chiara con chiazze bruno rossastre, interessata da una diffusa corrosione «a collinet- te» che nella parte alta del disco ha prodotto la consunzione totale del metallo provocando un piccolo foro passante. Il manico e la targhetta hanno la superficie liscia con patina lucida verde-scuro.

Rovescio con superficie generalmente liscia di color bruno-lucido, interessata, sul disco, da tre zone di corrosione accentuata che han- no provocato la consunzione superficiale del metallo.

Misure: Diam. cm. 13,6; Alt. 29,7; Alt. targhetta cm. 3; Largh. tar- ghetta agli angoli inferiori cm. 3,3; Alt. manico cm. 12.

Peso gr. 274.

Specchio circolare del tipo a manico fuso assieme al di- sco. Targhetta allungata e stretta a margini concavi e apici laterali piegati in basso. Nel punto di raccordo tra manico e targhetta e su tutta l'estensione di quest'ultima decorazio- ne fitomorfa stilizzata: da due foglie semilunate si diparto- no, verticalmente due coppie di linee oblique parallele, raccordate, alla sommità, da una linea curva da cui si dipar- te un bocciolo rotondeggiante con lungo filamento. Nel mo- tivo triangolare composto dalle linee oblique, un motivo iscritto a «Y» indica le nervature interne. Sul rovescio la tar- ghetta è decorata con un gruppo di foglie e gemma conica (acanto? cfr. Wiman, Malstria, fig. 12.2:41) sotto il motivo floreale la superficie del punto di raccordo tra manico e tar- ghetta è fittamente puntinata.

Manico rotondeggiante desinente a protome di capride.

L'asta dell'impugnatura è appena incurvata all'altezza della protome, con la convessità della curva in corrispondenza del lato riflettente. Il muso dell'animale ha estremità tondeggian- te, fronte triangolare prominente, occhi globosi rilevati sui fianchi dell'asta assieme alle corna, distese all'indietro, ulte- riormente rilevate sulla sommità del cranio mediante due pro- fondi solchi curvilinei campiti internamente a tratteggio. La

rimanente superficie dell'asta è spartita in quattro fasce ret- tangolari, mediante tre costolature semianulari. All'interno di questi campi incisioni oblique trasversali formano motivi triangolari a vertici contrapposti in una riduzione schemati- ca del motivo a protomi di rapace. Sul rovescio è attraversa- ta da una profonda scanalatura longitudinale con margini ingrossati e ripiegati all'interno; in corrispondenza della pro- tome solcature incise evidenziano la peluria dell'animale.

Disco appena convesso sul lato riflettente con orlo distinto da due leggere solcature incise lungo il bordo della circonfe- renza del disco e della targhetta. Costa liscia obliqua legger- mente aggettante.

Rovescio concavo con cornice interna rilevata, bordo rial- zato a spigolo e incavo centrale.

Nel lato figurato, delimitato da una cornice a doppio ra- mo d'alloro contrapposto, composizione a quattro personaggi.

A s. un giovane stante vestito di corta tunica allacciata in vita e berretto frigio, è rappresentato leggermente inclina- to all'indietro, con corpo di scorcio e testa di profilo a d.

Insiste sulla gamba d., mentre l'altra è piegata all'interno;

il braccio d. è piegato ad angolo acuto e la mano, distesa e resa di profilo, è poggiata sull'anca; l'altro braccio non è rap- presentato. Alle sue spalle un grande scudo ovale poggiato a terra. Di fronte a questa una figura femminile stante collo- cata in secondo piano. Veste un lungo chitone senza mani- che allacciato sotto il petto che scende fino a terra coprendo i piedi. La testa, di profilo a s. è coperta da un copricapo conico (elmo?), il braccio d. è disteso in avanti e parzialmente coperto dalla figura dell'estremità s. Al centro della compo- sizione, in primo piano, una figura femminile nuda, stante, con la testa volta di tre-quarti a d. e il corpo di prospetto.

Il volto, sproporzionatamente grande rispetto al resto della corporatura, è incorniciato da una capigliatura a riccioli, re- si con semicerchi concentrici, che copre le orecchie. Nell'u- nica gamba rappresentata, è visibile un'alta calzatura a lacci intrecciati. I dettagli anatomici non sono evidenziati a parte la linea alba e il sesso. Il braccio d. è piegato al gomito e la mano corrispondente poggia sull'anca, l'altro braccio è di- steso lateralmente e coperto dalla figura collocata all'estre- mità d. del campo figurato. Quest'ultima è rappresentata in modo speculare rispetto a quella dell'estremità opposta, cui

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CSE, ITALIA 3, I, 1-2

fa da pendant: è stante, leggermente inclinata all'indietro, con corpo di scorcio e testa di profilo a s. Veste una corta tunica allacciata sotto ii petto, porta un copricapo frigio e alti caizari allacciati alla caviglia. Ii braccio s. è piegato al gomito e la mano corrispondente appoggiata sull'anca. Alle spalle delle due figure laterali una linea ondulata.

Incisione dal tratto rigido e privo di esitazioni. Un ma- cro scopico err ore è evidente ilella mancata realizzazione del- la parte inferiore della gamba d. della figura nuda in primo piano.

Morfologicamente 1' esemplare appartiene alla classe di specchi a manico fuso, rotondeggiante, desinente a protome di capride stilizzata, generalmente con cornice a ramo d'al- loro e lato figurato con composizione stereotipa esibente quat- tro personaggi in conversazione (tipo 3. MR, R, TOS, MI di REBUFFAT, Typologie, p. 215, fig. 5; manico tipo C di

HöCKMANN, Griffspiegel, p. 251, fig. 10).

Sul piano iconografico puô essere inserito nel gruppo

<<Long-Leafed Laurel Garland handle mirrors>> di WimAN

(Maistria, pp. 115-117).

Questo specchio proviene da una tomba scavata da E. Fiu- mi e alcuni volontari nel luglio del 1970 nella necropoli del Portone, della quale sono state rese note solo le urne (in CUE

1, nn. 81-85).

La tomba, rinvenuta intatta, manca purtroppo di un'a- deguata documentazione sia grafica che fotografica per i mo- tivi d'urgenza che dettarono le operazioni di recupero. Da appunti manoscritti compilati durante lo scavo siamo infor- mati che lo specchio era collocato accanto alla seconda urna femminile in tufo MG 692 con cassa parallelepipeda apoda con decorazione sovradipinta (CUE 1, n. 82), collocata nel- la banchina a d. dell'ingresso. L'urna conteneva due orec- chini aurei diversi: uno a capi aperti e estremità a globetti, l'altro conformato a forma di sirena che suona una syrinx e un anello, anch'esso d'oro, a castone ovale privo di pietra.

Assieme ello specchio erano collocate a d. dell'urna trephialai mesomphaloi, una con quadrighe, le altre due con palmette impresse di forma MOREL 2172 a, di fabbrica Malacena e un'olpe baccellata a vernice nera di forma MOREL 5213 f 1, della stessa fabbrica.

Questo contesto consente una collocazione cronologica dello specchio al piü tardi entro i decenni finali del in sec.

a. C. (cfr. anche la datazione di questa tomba da parte di M. Martelli in Caratteri dell'ellenismo nelle urne etrusche, Firenze 1977, p. 89).

2. Specchio inciso. Figg. 2 a-d.

Inv. SAT 167447. Da Volterra. Rinvenuto nella tomba 64/4 della necropoli di Badia, scavata da E. Fiumi nel 1964 (NS 26, 1972 pp. 114-116).

Proprietà dello Stato. In deposito temporaneo presso il Mu- seo Guarnacci.

Inedito.

Bronzo. Pessimo stato di conservazione: ii disco presenta due piccole lacune, attualmente reintegrate, e alcune fenditure. Lato riflettente con superficie rugosa, verdastra con sobbolliture bruno-violacee.

Rovescio uniformemente ricoperto di una diffusa corrosione <<a col- linette>> di tonalità bruno-violacea che impedisce, parzialmente, la lettura dell'incisione.

Diam. cm. 13; Alt. cm. 24,7; Largh. targhetta agli angoli inferiori cm. 2,5; Lungh. manico cm. 9,5; Largh max. manico cm. 0,8.

Peso gr. 122.

Specchio circolare del tipo a manico fuso assieme al di- sco. Targhetta breve e stretta a margini inflessi e apici late- rali espansi. Sul rovescio presenta una decorazione fitomorfa con calice di fior di loto: da due foglie semilunate, con estre- mità divergenti che seguono l'andamento curvilineo del bor- do corrispondente al punto di raccordo tra targhetta e disco, emerge una gemma conica che si estende sulla parte inferio- re del disco.

Manico stretto e rettilineo, di verghetta appiattita, a Se- zione rettangolare, desinente in una protome di capride as- sai schematica, di forma approssimativamente triangolare, priva di dettagli interni. Sull'asta, al di sopra della protome due scanalature orizzontali e parallele delimitano, sul lato ri- flettente, la parte solitamente destinata alle coma e le orec- chie dell'animale, in queSto caso non indicate.

Lato riflettente appena convesSo: l'orlo, non distinto, è decorato con sottili tacche incise allo spigolo di raccordo con la costa, leggermente obliqua. Ii rovescio, concavo, è prov- visto di un bordo rialzato a spigolo.

Ii campo figurato, privo di cornice, è interamente occu- pato da una figura nuda e alata, gradiente a s., che la forte corrosione superficiale impedisce di leggere in tutte le sue par- ti. Ii corpo è di scorcio e il volto di profilo a s.; in testa una cuffia o berretto frigio con un bordo inferiore rigonfio e rial- zato sulla nuca. Del volto è identificabile l'occhio, accurata- mente realizzato di profilo. Ii braccio d. è proteSo in avanti, verso il basso, nella mano corrispondente, realizzata di pro- filo con il pollice discosto dalle altre dita e reso di prospetto, la figura impugna una lunga asticella appuntita (discernicu- lum?). L'altro braccio, leggermente flesso, è disteso in bas- so, discosto dal corpo; nella mano impugna un alabastron ovoide con bocchelbo tondeggiante. Dettagli anatomici non identificabili a parte i seni, ii d. di profilo e il s. di prospetto, e il sesso.

Nella parte inferiore del disco, al di sopra della decora- zione della targhetta, è identificabile la bassa scarpetta cab- zata al piede s., resa quasi di prospetto. A d. di questa tre punte di un motivo a stella.

Nella parte superiore d. del disco tracce del piumaggio di una grande ala che si raccorda alla spalla s. della figura.

14 CSE, ITALIA 3, I, 1-2

fa da pendant: è stante, leggermente inclinata ali'indietro, con corpo di scorcio e testa di profilo a s. Veste una corta tunica allacciata sotto il petto, porta un copricapo frigio e alti calzari allacciati alla caviglia. Il braccio s. è piegato al gomito e la mano corrispondente appoggiata sull'anca. Alle spalle delle due figure laterali una linea ondulata.

Incisione dal tratto rigido e privo di esitazioni. Un ma- croscopico errore è evidente nella mancata realizzazione del- la parte inferiore della gamba d. della figura nuda in primo piano.

Morfologicamente l'esemplare appartiene alla classe di specchi a manico fuso, rotondeggiante, desinente a protome di capride stilizzata, generalmente con cornice a ramo d'al- loro e lato figurato con composizione stereotipa esibente quat- tro personaggi in conversazione (tipo 3. MR, R, TOS, MI di Rebuffat, Typologie, p. 215, fig. 5; manico tipo C di Höckmann, Griffspiegel, p. 251, fig. 10).

Sul piano iconografico può essere inserito nel gruppo

«Long-Leafed Laurel Garland handle mirrors» di Wiman {Malstria, pp. 115-117).

Questo specchio proviene da una tomba scavata da E. Fiu- mi e alcuni volontari nel luglio del 1970 nella necropoli del Portone, della quale sono state rese note solo le urne (in CUE

1, nn. 81-85).

La tomba, rinvenuta intatta, manca purtroppo di un'a- deguata documentazione sia grafica che fotografica per i mo- tivi d'urgenza che dettarono le operazioni di recupero. Da appunti manoscritti compilati durante lo scavo siamo infor- mati che lo specchio era collocato accanto alla seconda urna femminile in tufo MG 692 con cassa parallelepipeda apoda con decorazione sovradipinta {CUE 1, n. 82), collocata nel- la banchina a d. dell'ingresso. L'urna conteneva due orec- chini aurei diversi: uno a capi aperti e estremità a globetti, l'altro conformato a forma di sirena che suona una syrinx e un anello, anch'esso d'oro, a castone ovale privo di pietra.

Assieme elio specchio erano collocate a d. dell'urna tre phialai mesomphaloi, una con quadrighe, le altre due con palmeti e impresse di forma Morel 2172 a, di fabbrica Malacena e un'olpe baccellata a vernice nera di forma Morel 5213 fi, della stessa fabbrica.

Questo contesto consente una collocazione cronologica dello specchio al più tardi entro i decenni finali del m sec.

a. C. (cfr. anche la datazione di questa tomba da parte di M. Martelli in Caratteri dell'ellenismo nelle urne etrusche, Firenze 1977, p. 89).

2. Specchio inciso. Figg. 2 a-d.

Inv. SAT 167447. Da Volterra. Rinvenuto nella tomba 64/4 della necropoli di Badia, scavata da E. Fiumi nel 1964 {NS 26, 1972 pp. 114-116).

Proprietà dello Stato. In deposito temporaneo presso il Mu- seo Guarnacci.

Inedito.

Bronzo. Pessimo stato di conservazione: il disco presenta due piccole lacune, attualmente reintegrate, e alcune fenditure. Lato riflettente con superficie rugosa, verdastra con sobbolliture bruno-violacee.

Rovescio uniformemente ricoperto di una diffusa corrosione «a col- linette» di tonalità bruno-violacea che impedisce, parzialmente, la lettura dell'incisione.

Diam. cm. 13; Alt. cm. 24,7; Largh. targhetta agli angoli inferiori cm. 2,5; Lungh. manico cm. 9,5; Largh max. manico cm. 0,8.

Peso gr. 122.

Specchio circolare del tipo a manico fuso assieme al di- sco. Targhetta breve e stretta a margini inflessi e apici late- rali espansi. Sul rovescio presenta una decorazione fitomorfa con calice di fior di loto: da due foglie serailunate, con estre- mità divergenti che seguono l'andamento curvilineo del bor- do corrispondente al punto di raccordo tra targhetta e disco, emerge una gemma conica che si estende sulla parte inferio- re del disco.

Manico stretto e rettilineo, di verghetta appiattita, a se- zione rettangolare, desinente in una protome di capride as- sai schematica, di forma approssimativamente triangolare, priva di dettagli interni. Sull'asta, al di sopra della protome due scanalature orizzontali e parallele delimitano, sul lato ri- flettente, la parte solitamente destinata alle corna e le orec- chie dell'animale, in questo caso non indicate.

Lato riflettente appena convesso: l'orlo, non distinto, è decorato con sottili tacche incise allo spigolo di raccordo con la costa, leggermente obliqua. Il rovescio, concavo, è prov- visto di un bordo rialzato a spigolo.

Il campo figurato, privo di cornice, è interamente occu- pato da una figura nuda e alata, gradiente a s., che la forte corrosione superficiale impedisce di leggere in tutte le sue par- ti. Il corpo è di scorcio e il volto di profilo a s.; in testa una cuffia o berretto frigio con un bordo inferiore rigonfio e rial- zato sulla nuca. Del volto è identificabile l'occhio, accurata- mente realizzato di profilo. Il braccio d. è proteso in avanti, verso il basso, nella mano corrispondente, realizzata di pro- filo con il pollice discosto dalle altre dita e reso di prospetto, la figura impugna una lunga asticella appuntita {discernicu- lum?). L'altro braccio, leggermente flesso, è disteso in bas- so, discosto dal corpo; nella mano impugna un alabastron ovoide con bocchello tondeggiante. Dettagli anatomici non identificabili a parte i seni, il d. di profilo e il s. di prospetto, e il sesso.

Nella parte inferiore del disco, al di sopra della decora- zione della targhetta, è identificabile la bassa scarpetta cal- zata al piede s., resa quasi di prospetto. A d. di questa tre punte di un motivo a stella.

Nella parte superiore d. del disco tracce del piumaggio di una grande ala che si raccorda alla spalla s. della figura.

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Genio femminile alato (s.v. n. 24)

Nonostante la corrosione superficiale impedisca un'ana- lisi complessiva dell'incisione, questa attesta una mano abile e sicura, ii tratto è sottile e privo di pentimenti, le proporzio- ni anatomiche corrette, i dettagli (la mano, della quale e resa anche l'unghia del dito pollice, l'occhio, la scarpa, ii motivo a stella) realizzati con cura.

Morfologicamente questo specchio appartiene, con la Va- riante della costa obliqua non aggettante, al tipo n. 11 (MP, TOS, MI) di REBUFFAT (Typologie, p. 217, fig. 11). II mani-

Co di tipo A di HOCKMANN (Griffspiegel, pp. 250-256, fig. 11).

Sul piano iconografico l'esemplare puô essere accostato al tipo 13:1 di Wm (Maistria, pp. 163-67).

La tomba 64/4 di Badia, dalla quale proviene questo re- perto, constava di un'unica deposizione entro cinerario fitti- le che conteneva, assieme alle ceneri della cremata un triente (gr. 7,85) di riduzione con al D/ Testa di Minerva galeata a d.; sopra: quattro globetti. R/ prua di nave a d.; sopra:

R0MA; sotto: quattro punti (NS 26, 1972, p. 115).

Incomprensibilmente sfuggito a quanti Si SOflO occupati della tematica cronologica della tarda produzione di specchi (segnatamente SALSKOV ROBERTS, Evidence, pp. 38-49, 52-53;

HOCKMANN, Griffspiegel, pp. 250-56, tabella a p. 274), que- sto contesto costituisce un valido punto di riferimento alme- no per quanto riguarda la cronologia relativa.

Preso atto della giuSta poSizione metodologica di M. Mar- telli (in Caratteri dell'ellenismo nelle urne etrusche, Firenze 1977, p. 90) secondo la quale i reperti numismatici rinvenuti in corredi tombali di Volterra e del suo territorio non posso- no fornire che un terminus post quem, occorre puntualizza- re che ii tema della datazione assoluta delle riduzioni dell'asse (s.v. la documentata rassegna in materia in R. THOMSEN, Ear- ly Roman Coinage, Copenhagen 1974, I, pp. 19-48, 210-248), Specie per quanto concerne le serie anonime, è a tutt'oggi, nonostante apprezzabili sforzi, sostanzialmente irrisolto.

Ne deriva che il triente della tomba 64/4, formalmente della riduzione unciale, di soli gr. 7,85 e quindi pid leggero riSpetto allo standard che prevederebbe un peso per questo nominale di gr. 9,1 (con un asse standard di gr. 27,3) oscilla tra una datazione <<alta>> (ad es. H. A. GRUEBER, Coins of the Roman Republic in the British Museum, London 1910, I, 388) individuata nel 217-197 a. C., e una <<bassa>> (ad es.

E. A. SYDENUAM, The Roman Republican Coinage, London 1952, p. 302) riferita al 155-133 a. C.

Ii Crawford, che non prevede una vera e propria riforma unciale (in aperto contrasto con i dati delle fonti), data dal 211 a. C., in associazione con la monetazione del denario, la stan- dardizzazione sestantale; ii peso basato su un asse di circa 27 grammi è datato dal 169-158 a. C. (M. H. CRAWFORD, Roman Republican Coinage, Cambridge 1974, p. 28 sgg.).

Paradossalmente, l'analisi dci corredi funerari volterra- ni puô contribuire a una determinazione cronologica del da- to numismatico cosI controverso. Capovolgendo quindi l'impostazione di SALSKOV-ROBERTS (Evidence, passim) che applica con eccessivo rigore datazioni estremamente serrate della scuola di Thomsen-Crawford, giungendo alla inaccet- tabile conclusione, ad esempio, che la tomba 60/1) di Badia col suo corredo di urne, ceramiche e soprattutto specchi, ha come terminus post quem il 189-158 a. C., appare del tutto evidente che i corredi volterrani, e specialmente le urne e le ceramiche orientano verso datazioni pin <<alte>>, che altro non sono che la conferma dei dati delle fonti per quel che con- cerne i reperti numismatici.

Un esempio illuminante in tal senso è l'urna MG 653 del- la tomba 60/1) di Badia (NS 1972, p. 64, fig. 19; SAisKOv-

ROBERTS, Evidence, p. 45, fig. 21) il cui coperchio costitui- sce la versione maschile del MG 692 (CUE 1, n. 82) della torn- ba XIII del Portone cui era associato lo specchio n. 1 del presente lavoro, databile nei decenni finali del in sec. a. C.

(s.v. p. 14). L'urna di Badia conteneva un sestante volterra- no della serie del valore e un semisse di riduzione sestanta- na: una tale associazione ha senso solo se collochiamo la riduzione sestantaria negli anni della seconda guerra punica, come indica espressamente Festo (De verborum sign ificatu, 347M), epoca alla quale deve risalire la fase terminale del- l'uso della moneta volterrana (cfr. F. CATALLI in Contributi introduttivi allo studio della monetazione etrusca, Napoli 1977, p. 151, iota 12) e l'introduzione, anche a Volterra, coin- volta nel conflitto, della nuova monetazione ridotta.

Ne consegue che lo specchio con <<Lasa>> della tomba 64/4, con manico di tipo A di HOCKMANN (Griffspiegel, pp. 250-56, fig. 11), associato al cratere acromo con teste di Sileno, che conteneva ii triente bronzeo, a un unguentario a vernice ros- sa di tipo F0RTI II (piuttosto antico: fine w-inizi m sec. a. C., cfr. L. F0RTI in RendAccNapoli 37, 1962, pp. 148 sgg.), a piattelli <<presigillati>> volterrani e a vernice nera, sembra an- cora da collocare nella prima metà del ii sec. a. C.

Questa delimitazione cronologica costituisce, attualmen- te, il termine inferiore di utilizzo, a Volterra, di questa cate- goria di specchi.

Un esemplare dello stesso tipo, sempre con <<Lasa>>, pro- viene dalla tomba 60/D di Badia ed ê stato associato del tut- to arbitrariamente all'urna MG 652 con cassa in tufo e coperchio in alabastro (associazione a dir poco dubbia, non solo per la differenza dci materiali, ma soprattutto per le di- mensioni del coperchio che è molto piü piccolo della cassa) da SALSKOV-ROBERTS (Evidence, p. 45), mentre, con maggior verisimiglianza, e in analogia con la tomba 64/4, sembra da riferire al cratere <<acromo>> (NS 1972, p. 65, fig. 11) dello stesso contesto.

Con queste premesse sembra evidente che gli specchi con manico tondeggiante desinente a protome di ariete (tipo C di HöCKMANN) con <<Lase>> e Dioscuri siano se non coevi,

CSE, ITALIA, 3,1,2 15

Genio femminile alato (s.v. n. 24)

Nonostante la corrosione superficiale impedisca un'ana- lisi complessiva dell'incisione, questa attesta una mano abile e sicura, il tratto è sottile e privo di pentimenti, le proporzio- ni anatomiche corrette, i dettagli (la mano, della quale è resa anche l'unghia del dito pollice, l'occhio, la scarpa, il motivo a stella) realizzati con cura.

Morfologicamente questo specchio appartiene, con la va- riante della costa obliqua non aggettante, al tipo n. 11 (MP, TOS, MI) di Rebuffat {Typologie, p. 217, fig. 11). Il mani- co è di tipo A di Höckmann {Griffspiegel, pp. 250-256, fig. 11).

Sul piano iconografico l'esemplare può essere accostato al tipo B:1 di Wiman {Malstria, pp. 163-67).

La tomba 64/4 di Badia, dalla quale proviene questo re- perto, constava di un'unica deposizione entro cinerario fitti- le che conteneva, assieme alle ceneri della cremata un triente (gr. 7,85) di riduzione con al D/ Testa di Minerva galeata a d.; sopra; quattro globetti. R/ prua di nave a d.; sopra:

roma; sotto: quattro punti {NS 26, 1972, p. 115).

Incomprensibilmente sfuggito a quanti si sono occupati della tematica cronologica della tarda produzione di specchi (segnatamente Salskov Roberts, Evidence, pp. 38-49, 52-53;

Höckmann, Griffspiegel, pp. 250-56, tabella a p. 274), que- sto contesto costituisce un valido punto di riferimento alme- no per quanto riguarda la cronologia relativa.

Preso atto della giusta posizione metodologica di M. Mar- telli (in Caratteri dell'ellenismo nelle urne etrusche, Firenze 1977, p. 90) secondo la quale i reperti numismatici rinvenuti in corredi tombali di Volterra e del suo territorio non posso- no fornire che un terminus post quem, occorre puntualizza- re che il tema della datazione assoluta delle riduzioni dell'asse (s.v. la documentata rassegna in materia in R. Thomsen, Ear- ly Roman Coinage, Copenhagen 1974,1, pp. 19-48,210-248), specie per quanto concerne le serie anonime, è a tutt'oggi, nonostante apprezzabili sforzi, sostanzialmente irrisolto.

Ne deriva che il triente della tomba 64/4, formalmente della riduzione unciale, di soli gr. 7,85 e quindi più leggero rispetto allo standard che prevederebbe un peso per questo nominale di gr. 9,1 (con un asse standard di gr. 27,3) oscilla tra una datazione «alta» (ad es. H. A. Grubber, Coins of the Roman Republic in the British Museum, London 1910, I, 388) individuata nel 217-197 a. C., e una «bassa» (ad es.

E. A. Sydenham, The Roman Republican Coinage, London 1952, p. 302) riferita al 155-133 a. C.

Il Crawford, che non prevede una vera e propria riforma unciale (in aperto contrasto con i dati delle fonti), data dal 211 a. C., in associazione con la monetazione del denario, la stan- dardizzazione sestantale; il peso basato su un asse di circa 27 grammi è datato dal 169-158 a. C. (M. H. Crawford, Roman Republican Coinage, Cambridge 1974, p. 28 sgg.).

Paradossalmente, l'analisi dei corredi funerari volterra- ni può contribuire a una determinazione cronologica del da- to numismatico cosi controverso. Capovolgendo quindi l'impostazione di Salskov-Roberts {Evidence, passim) che applica con eccessivo rigore datazioni estremamente serrate della scuola di Thomsen-Crawford, giungendo alla inaccet- tabile conclusione, ad esempio, che la tomba 60/D di Badia col suo corredo di urne, ceramiche e soprattutto specchi, ha come terminus post quem il 189-158 a. C., appare del tutto evidente che i corredi volterrani, e specialmente le urne e le ceramiche orientano verso datazioni più «alte», che altro non sono che la conferma dei dati delle fonti per quel che con- cerne i reperti numismatici.

Un esempio illuminante in tal senso è l'urna MG 653 del- la tomba 60/D di Badia {NS 1972, p. 64, fig. 19; Saiskov- Roberts, Evidence, p. 45, fig. 21) il cui coperchio costitui- sce la versione maschile del MG 692 {CUE 1, n. 82) della tom- ba XIII del Portone cui era associato lo specchio n. 1 del presente lavoro, databile nei decenni finali del m sec. a. C.

(s.v. p. 14). L'urna di Badia conteneva un sestante volterra- no della serie del valore e un semisse di riduzione sestanta- ria: una tale associazione ha senso solo se collochiamo la riduzione sestantaria negli anni della seconda guerra punica, come indica espressamente Pesto {De verborum significatu, 347M), epoca alla quale deve risalire la fase terminale del- l'uso della moneta volterrana (cfr. F. Catalli in Contributi introduttivi allo studio della monetazione etrusca, Napoli 1977, p. 151, nota 12) e l'introduzione, anche a Volterra, coin- volta nel conflitto, della nuova monetazione ridotta.

Ne consegue che lo specchio con «Lasa» della tomba 64/4, con manico di tipo A di Höckmann {Griffspiegel, pp. 250-56, fig. 11), associato al cratere acromo con teste di Sileno, che conteneva il triente bronzeo, a un unguentario a vernice ros- sa di tipo Forti II (piuttosto antico: fine rv-inizi m sec. a. C., cfr. L. Forti in RendAccNapoli 37, 1962, pp. 148 sgg.), a piattelli «presigillati» volterrani e a vernice nera, sembra an- cora da collocare nella prima metà del n sec. a. C.

Questa delimitazione cronologica costituisce, attualmen- te, il termine inferiore di utilizzo, a Volterra, di questa cate- goria di specchi.

Un esemplare dello stesso tipo, sempre con «Lasa», pro- viene dalla tomba 60/D di Badia ed è stato associato del tut- to arbitrariamente all'urna MG 652 con cassa in tufo e coperchio in alabastro (associazione a dir poco dubbia, non solo per la differenza dei materiali, ma soprattutto per le di- mensioni del coperchio che è molto più piccolo della cassa) da Salskov-Roberts {Evidence, p. 45), mentre, con maggior verisimiglianza, e in analogia con la tomba 64/4, sembra da riferire al cratere «acromo» {NS 1972, p. 65, fig. 11) dello stesso contesto.

Con queste premesse sembra evidente che gli specchi con manico tondeggiante desinente a protome di ariete (tipo C di Höckmann) con «Lase» e Dioscuri siano se non coevi,

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