• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 3 -Il progetto -

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 3 -Il progetto -"

Copied!
87
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 3

-Il progetto -

3.1 Cenni storici sui centri polifunzionali

L’opportunità di progettare, realizzare e disegnare i centri monofunzionali ha offerto la prima opportunità di sperimentare nuovamente l’attività progettuale in un’epoca in cui si sospettava che la progettazione fosse un tipo d’attività sovversiva e che vedeva la salvezza nella crescita non pianificata ed illimitata, considerata come espressione di libera iniziativa.

Senza le esperienze che si sono compiute nei centri monofunzionali, non potremmo entrare nel campo più complesso della progettazione dei centri polifunzionali e nell’integrazione di quest’ultimi in un sistema urbano generale.

Il centro polifunzionale rappresenta un nuovo tipo di costruzione che ha raggiunto una diffusione a livello mondiale perfino in grado maggiore dei centri commerciali.

Allo stesso modo in cui la concezione del centro commerciale è stata realizzata in base alle esperienze dei suoi predecessori (il bazar orientale o la galleria del XIX secolo), il concetto di polifunzionalità non esce dal nulla: rappresenta lo schema di organizzazione naturale ed organica che è esistito fin dai primi insediamenti umani e si è espresso ovunque quando il cacciatore nomade si dedicò alla cura dell’agricoltura, alle attività manuali e del commercio.

(2)

In ogni espressione di vita dobbiamo riconoscere la verità del vecchio detto che “niente è veramente nuovo a questo mondo”.

Dopo aver riconosciuto questo fatto innegabile, non dovremmo esitare circa lo studio e l’apprendimento dall’esperienza di organizzazione urbana acquisita nel passato.

Per ragioni di cambiamento nelle condizioni sociologiche ed a causa dell’impatto delle invenzioni scientifiche e tecnologiche, molti dei centri vecchi ed organicamente cresciuti hanno assunto il ruolo di attrazioni turistiche, poiché soddisfano il forte desiderio umano recondito di “certi vecchi modi di vivere”. In altri casi la loro stessa esistenza è minacciata poiché non rispondono a certi veri – e ad alcuni immaginari – bisogni dell’uomo del ventesimo secolo.

Nonostante queste difficoltà, la polifunzionalità è presente nelle aree centrali di molti insediamenti: nelle piazze di villaggi e paesi, nelle zone centrali di città grandi e piccole.

Nel formulare i concetti di base dei centri polifunzionali dobbiamo cercare di trarre profitto non solo dagli aspetti positivi della polifunzionalità (che è possibile riconoscere studiando la storia dell’urbanistica) ma dobbiamo anche riconoscere i pericoli che minacciano l’esistenza continua del modello storico.

A causa del diverso sviluppo storico di molti nuclei cittadini non è possibile definire tali centri polifunzionali, sarebbe più giusto dire “onnifunzionali”: questo perché entro i confini delle vecchie città era necessario sviluppare tutte le esigenze urbane.

Per ognuno di tali centri è necessario stabilire certi standard di selettività. Certe funzioni specialmente quelle sostitutive della natura si dimostrano poco adatte all’integrazione in qualsiasi struttura di centro urbano. Questa

(3)

qualità di “non conformità” può essere verificata per quanto riguarda aeroporti, corrieri merci, magazzini, installazioni militari, grandi impianti industriali, fabbriche elettriche.

La selezione costituisce un processo difficile e complesso ma non si può sfuggire a quest’obbligo se vogliamo ristabilire una forte differenziazione fra aree urbane da un lato e paesaggio e campagna dall’altro.

Per quanto concerne i grandi centri individuali polifunzionali bisogna applicare il criterio di selettività secondo i ruoli specifici all’interno dell’intero organismo urbano: bisogna fissare dei livelli di scelta relativi al ruolo del centro quale nucleo di vicinato, di paese, di quartiere, di città o di un’intera area metropolitana.

Pertanto il centro polifunzionale non può essere sviluppato con lo scopo di creare dei centri onnifunzionali; piuttosto il vantaggio dovrebbe essere quello di concentrare il maggior numero possibile di funzioni urbane che siano “conformi al centro” senza sprecare territorio, controbilanciando le tendenze alla frammentarietà, alla sterilità, allo spreco di tempo e d’energia.

Ci sono varie ragioni alla base delle difficoltà di cui sono circondate la progettazione e l’esecuzione di questi complessi edilizi. Questi sfidano apertamente la legislazione urbanistica e la sua burocratica amministrazione.

Entrambe sono influenzate dai principi urbanistici stabiliti dal CIAM nella Carta d’Atene, proclamata per la prima volta nel 1933. Questo documento profondo e, per quel tempo, rivoluzionario che riconosceva certe debolezze della città organicamente cresciuta, prescriveva la separazione delle funzioni come uno dei mezzi per creare ordine ed un più elevato grado di giustizia sociale.

(4)

Tuttavia fu concepito – sotto la guida di Le Corbusier – quasi settant’anni fa, in un periodo in cui si sperava che tutti gli sviluppi della tecnologia avrebbero dimostrato alla fine di essere benefici per l’umanità.

Uno dei compiti che comportano la creazione e la formazione del centro polifunzionale è quello di usare gli strumenti che la scienza e la tecnologia ci hanno dato al massimo grado, ma con discrezione, impiegandoli per eliminare i conflitti fra uomo e macchina, riconoscendo il fatto che tali strumenti devono agire come servitori e non come tiranni dell’umanità.

Sulla base di questi processi generali emerge una varietà di direttive pratiche per la progettazione dei centri polifunzionali: dobbiamo “inventare” dei metodi che ci permettano di localizzare la maggior quantità di spazio chiuso al servizio delle attività umane in un minimo territorio. Raggiungendo questo scopo, abbrevieremo le distanze fra le varie funzioni a tal punto che ridurremo al minimo lo spreco creato dalla mobilità forzata.

Toglieremo quegli ostacoli che esistono in un agglomerato sparso e che scoraggiano chiunque dal prendere vantaggio dall’esistenza della molteplicità di scelta.

Per l’imprenditore come pure per il progettista e per il gruppo di lavoro il compito di creare un centro polifunzionale è un compito infinitamente più difficile e complesso rispetto a quello di crearne uno monofunzionale: la differenza nel grado di difficoltà non è maggiore di quella che fu superata quando, circa 50 anni fa, fu fatto il primo passo dalla suddivisione abituale del territorio in zone per negozi verso la creazione di un complesso d’imprese commerciali già progettato nella sua interezza.

(5)

La linea divisoria fra il centro monofunzionale e quello polifunzionale non può essere tracciata nettamente. Alcuni centri contengono attività accessorie che non sono direttamente connesse con l’acquisto e la vendita della merce. Nella maggior parte di essi troviamo luoghi per pranzare, in alcuni attività di intrattenimento o perfino culturali, certi servizi pubblici (anche uffici postali e, in rari casi, uffici ed altre funzioni).

Perfino in un centro direzionale monofunzionale ci sono dei servizi per soddisfare necessità immediate d’acquisto personali.

Sembra che la linea divisoria debba essere tracciata considerando se il centro, per quel che concerne il suo spazio produttivo, è dedicato al massimo grado solo ad una funzione specifica o se le varie funzioni sono combinate in modo tale che ognuna sia rappresentata fortemente.

La polifunzionalità è già presente quando sono intrinseche due diverse funzioni urbane; il suo significato cresce quando si riesce a combinarne in numero maggiore all’interno della stessa struttura fisica.

Questo termine non comprende solo l’idea della composizione funzionale: se un centro – sebbene composto da più di una funzione – è progettato e localizzato in modo tale da servire esclusivamente uno specifico gruppo sociale, economico od etnico, promuoverà la compartimentalizzazione e la segregazione: dal punto di vista sociale dovrà essere considerato come un centro monofunzionale [Gruem V., 1973].

Alcuni grandi centri polifunzionali si sono serviti, dal XIX e XX secolo, della collaborazione di architetti, designer, artisti grafici e persino di pittori e scultori: esempi sono quelli del Carson Pirie Scott Store di Sullivan a Chicago e del V.C. Morris Store progettato da Frank Lloyd Wright a San Francisco.

(6)

Per apprezzarne pienamente il contributo è utile rivedere la storia di ciò che li ha preceduti.

Alcune concentrazioni suburbane di negozi erano state costruite negli Stati Uniti negli anni fra il 1930 ed il 1940 (prima dello scoppio della seconda guerra mondiale): si tratta del Country Club Plaza a Kansas City, Missouri, del Westwood Village a Los Angeles e di altri simili.

In un certo qual modo sono questi i precursori dei centri polifunzionali e commerciali, pianificati e costruiti nell’ambito di progetti integrati per nuove comunità e funzionarono come nuclei per lo sviluppo dei nuovi quartieri. Presentavano anche una multifunzionalità di grado più elevato di quella dei “centri commerciali regionali” e comprendevano luoghi di divertimento d uffici.

Il North Gate Center, vicino Seattle (architetti Graham and Associates), con la sistemazione nel New West degli Stati Uniti, si rifaceva allo schema della tradizionale strada principale del centro città, creando un lungo complesso di attività commerciali su entrambi i lati di una via, dalla quale le automobili erano escluse. Lo Shopper’s World vicino a Framingham nell’area di Boston (architetti Ketchum, Gina e Sharp) adottò quale punto di partenza i “commons” del New England.

Il Northland Center a Detroit ed il Southdale Center vicino a Minneapolis (architetti Victor Gruen Associates) erano nel loro approccio progettuale chiaramente influenzati dall’eredità europea.

Tutti e quattro questi edifici, che possono essere considerati come i predecessori della nuova tipologia edilizia, fornirono molte idee innovative e concetti di base fondamentali.

In questi prototipi si manifestarono le nuove occasioni ed i nuovi problemi che rivelò il centro polifunzionale quale tipo di costruzione caratteristico

(7)

della seconda metà del XX secolo. Questo tipo di costruzione ha un significato storico perché la sua progettazione e la sua esecuzione offrì molte opportunità e sollevò molti problemi che non si erano mai presentati precedentemente in progetti privati.

Il compito di creare non un singolo edificio per un unico commerciante ma un edificio che ne radunasse armonicamente un numero maggiore era un progetto unico. Era ulteriormente complicato dal compito di comprendere in tale complesso attività non commerciali, dalle necessità di raggruppare tutte le funzioni attorno a spazi pubblici che di per sé fossero di interesse ambientale, dallo scopo di ottenere una separazione felice delle “funzioni umane” dalle funzioni del traffico e dalle zone di parcheggio, dalla necessità di combinare tutti gli elementi che erano spesso di notevoli dimensioni, stimando la forza economica di tale grande struttura composita in anticipo e di prevederne le necessità di trasporto in dettaglio.

Coloro che parteciparono al lavoro di progettazione e di strutturazione operativa dei primi di questi grandi centri dovettero dissodare il terreno sia che fossero o no consci di essere gli scopritori di un nuovo tipo di costruzione.

Nessuno di questi partecipanti era del tutto preparato per questo compito. Gli architetti erano stati allenati per lungo tempo a progettare solamente strutture individuali.

Le opportunità di progettare raggruppamenti di strutture intorno a spazi aperti predisposti anticipatamente erano state poche.

I commercianti avevano grandi esperienze nella sistemazione di singoli negozi, nel metodo di separare le merci piano per piano, ma non erano pronti per il ruolo che il centro polifunzionale/commerciale aveva preparato

(8)

per loro: vale a dire quello che scaturiva da metodi di lavoro per lo sviluppo urbano, dalla pratica del lavoro di gruppo, da nuove abitudini e regole.

Si dovettero sviluppare nuovi atteggiamenti come la protezione degli acquirenti dalla pioggia e dal sole, come fu pure sviluppata una nuova visione della sistemazione del paesaggio, dell’arredamento stradale, della scelta di opere d’arte, del controllo generale del progetto, della preoccupazione per negozi singoli più piccoli, dell’andamento delle consegne e, più importante di tutto, della creazione di uno scenario ambientale gradevole e di un’integrazione armoniosa con le aree residenziali circostanti.

La progettazione di questi grandi centri, negli ultimi 50 anni, ha subito una crescita quantitativa dinamica, non solo nel suo luogo di nascita, negli Stati Uniti, ma su tutti i continenti, in tutte le Nazioni industrializzate ed in via di sviluppo, in modo completamente indipendente dai diversi sistemi politici ed economici.

La progettazione e la costruzione dei centri polifunzionali si è rapidamente sviluppata in Europa (specialmente: Germania, Francia, Italia, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio) ed inoltre (almeno sottoforma di progetto) in Cecoslovacchia, Ungheria, Russia e Romania; in Sudafrica, Giappone, Canada; in America centrale e Meridionale; in Australia, nelle Filippine ed in altre parti del mondo.

Perfino entro un tale breve periodo di tempo è possibile discernere determinati periodi storici.

Il periodo del cosiddetto “centro aperto” è stato sostituito dal periodo del “centro chiuso climatizzato”.

(9)

Mentre nel 1956 il primo di tali “centri chiusi” – Southdale vicino a Minneapolis – fu costruito solo per il coraggio e la larghezza di vedute dei clienti, recentemente è stato pubblicamente notato che circa il 90% di tutti i centri commerciali negli Stati Uniti viene costruito secondo una tipologia chiusa.

Un effetto secondario del passaggio dal tipo aperto a quello chiuso è costituito dal cambiamento di schema: si è passati dall’utilizzazione di un solo piano alla costruzione di due e perfino tre piani fuori terra per le attività commerciali.

Un centro polifunzionale rappresenta ciò che nel mondo della progettazione e dell’architettura viene a volte definito una “megastruttura”: ciò implica che, per quanto sia grande un complesso, deve essere considerato come una struttura nella quale tutti gli usi, le funzioni ed i servizi sono interdipendenti ed hanno bisogno di una stretta integrazione.

Esiste la tendenza ad integrare nell’ambiente d’acquisto e vendita di altri servizi. Questa tendenza è esemplificata dall’inclusione di alcuni edifici per uffici, alcuni cinematografi, perfino piccoli teatri, altri locali per divertimenti e palestre coperte.

Una così complessa progettazione può essere compiuta con successo solo se i progettisti usano nuove tecniche [Maffei P.L., 1989].

Per riassumere ciò che è stato fino ad ora indicato è bene elencare brevemente le occasioni che possono venir create da un centro polifunzionale integrato:

1. un rapporto stretto ed immediato fra una gran varietà di diverse funzioni, rendendo possibile l’abbreviamento delle distanze;

2. una rottura delle barriere che oggi separano la gente di diversi gruppi economici, razziali e sociali;

(10)

3. una fruizione delle aree verdi con facile accesso, per fornire alle persone inurbate aria pulita e ricca di ossigeno e per stabilire la possibilità di un intimo contatto con le espressioni della natura;

4. un forte senso di identificazione con gli elementi della struttura; 5. una possibilità di unire centri significativi dell’ambiente urbano l’uno con l’altro per mezzo di sistemi di trasporto pubblico e, in tal modo dare, un contributo significativo alla soluzione della crisi del traffico con i relativi fenomeni di pericolo per la vita, per la salute e per la sicurezza.

(11)

3.2 Caratteri generali

Il lavoro proposto, nell’ambito di un più vasto progetto a carattere urbanistico con il quale si è inteso intervenire nell’abitato di Bocca di Magra, consiste nella definizione dei caratteri architettonici di un complesso edilizio che possa ospitare svariate attività commerciali dalla ristorazione alla vendita al dettaglio, ed inoltre alla configurazione dell’area circostante in funzione di detto complesso.

L’area che ospiterà l’intervento è una porzione di territorio pianeggiante alle spalle dell’abitato, un lembo di terra attualmente incolto che rappresenta un “vuoto” nel variegato susseguirsi delle abitazioni che compongono il tessuto urbano del piccolo centro di Bocca di Magra. Il carattere frammentario di questi insediamenti che si affacciano sulla foce del fiume Magra seguendo la linea di costa e che solo nella parte terminale dell’estuario si configurano proprio come un piccolo borgo marinaro con case alte e viuzze strette che corrono perpendicolarmente al fiume, non è sicuramente un aspetto qualificante del paesaggio. Le potenzialità inespresse di questo luogo, che conserva anche vestigia antichissime (Villa Romana), sono invece rilevanti proprio per la singolare posizione tra il mare, il fiume ed una collina ricoperta da una folta e lussureggiante “coperta boschiva” che va dal pino marittimo alla quercia.

(12)

Figura 58 Scorcio del centro abitato dalla zona di intervento

(13)

La scelta di inserire in questo territorio una “tipologia edilizia” del tutto estranea alle caratteristiche del luogo si giustifica col fatto che Bocca di Magra ha, a mio avviso, la necessità di dotarsi di una sorta di centro, di polo catalizzatore nel quale vi si possa riconoscere. Un organismo edilizio che catturi l’attenzione e sia di supporto, con le attività che ospiterà, a tutti quei turisti che, nell’intento di raggiungere le spiagge più belle della costa via mare, vengono agli approdi sul Magra. Per miglior chiarezza intendo dire che si debba pensare ad un intervento che induca il visitatore non solo a servirsi di Bocca di Magra come porto di passaggio, ma vi si possa anche fermare e godere delle bellezze del luogo in un contesto attrezzato ed accogliente.

Nell’intento di dare risalto a queste caratteristiche e nel contempo rispettare la natura del costruito circostante, si è deciso di posizionare il corpo dell’edificio (pensato suddiviso in tre corpi di fabbrica) come la fila di abitazioni prospicienti,cioè parallelamente alla linea di costa, ad una certa distanza da queste ultime. Tale disposizione consentirà che il suo lato Sud possa godere della vista della collina e il lato Nord si affacci in uno spazio lasciato come “intercapedine”; quest’ultimo sarà occupato da un parcheggio in integrazione a quello già esistente nelle vicinanze, e da un’area a verde pubblico attrezzata, i cui assi direzionali convergano verso la via che porta alle rive del fiume.

La scelta di favorire la vista della collina deriva dal fatto di non poter godere di quella del fiume e del mare in quanto compromesse dalla disposizione e dall’altezza degli edifici esistenti, ma anche dalla scelta di non eccedere nello sviluppo in elevazione per non costituire un elemento di contrasto; edifici elevati infatti, non sono caratteri peculiari del paesaggio

(14)

circostante, dove, anche secondo il P.R.G. vigente, non si superano gli 11,2 m. o i tre piani di sviluppo verticale.

Il lato meridionale dell’edificio sarà, come detto, beneficiato dalla vista della collina, sarà anche il fronte più “movimentato”, il suo andamento frammentato, che seguirà idealmente una linea arcuata, costituirà la quinta di un vasto spazio aperto fino alla strada carrabile che limita la parte inferiore dell’area in esame.

Tale spazio, conformato come una sorta di grande piazza sarà funzionale ad iniziative pubbliche, eventi all’aperto e varie attività che, soprattutto nei mesi estivi di maggior afflusso turistico, costituiscono l’attrattiva principale della maggior parte delle località di mare. Si è pensato di inserire anche una sorta di gradinata conformata ad “L” ed una fontana.

Altro aspetto da sottolineare è la presenza di più percorsi pedonali che solcano l’intera area, i quali permettono di fruire degli spazi a disposizione senza soluzione di continuità. Anche il passaggio tra la parte nord e la parte sud dell’area verrà enfatizzato proprio per la caratteristica scelta di scomporre il complesso costruito in tre corpi di fabbrica distinti, per non tagliare letteralmente in due l’area.

(15)

A A B B C C 40 60 0 Scala 1:1000 20 N D D

(16)

3.3 Il progetto

Normativa e dimensionamento

L’area di intervento ha una superficie territoriale St di 15030 mq. della quale l’edificio occuperà circa 1800 mq. considerando una superficie fondiaria Sf di 5260 mq. ed una volumetria complessiva di 8000 mc.

Per la precisione riassumo i parametri principali relativi alle N.T.A. del P.R.G. del Comune di Ameglia:

-zona F1 –insediamenti direzionali e commerciali) -It (Indice territoriale)= 2

-H max (altezza massima)= 11,2 m. -numero piani: 3

-distanza minima dai Confini: 5 m.

-distanza minima degli edifici: ½ della somma delle altezze dei fabbricati, in ogni caso non inferiore ai 10 m.

- spazi destinati a parcheggi 40/100 mq./mq. Sl (superficie lorda) - spazi destinati a verde pubblico 40/100 mq/mq Sl.

Nel rispetto di questi valori, l’area a parcheggio prevista è di oltre 1600 mq., mentre al verde pubblico e agli spazi attrezzati è stato attribuito tutto il resto della superficie disponibile andando quindi ben oltre i limiti inferiori di legge.

(17)

Descrizione generale

Come si è accennato in precedenza, i corpi di fabbrica previsti sono tre, disposti parallelamente alla linea di sponda del fiume, in direzione nord-ovest, sud-est.

Il principale dei tre, per funzioni e dimensioni, è il corpo centrale il quale ospiterà un ristorante, un Pub e sei locali da destinarsi a negozio, per comodità lo chiamerò edificio A.

Questo edificio centrale, può pensarsi costituito da due parti, una di forma irregolare a soli due piani che ospita il ristorante al piano inferiore e la sala del del pub al piano superiore sfruttando, a questo livello parte della superficie per adibirla a terrazza all’aperto funzionale alla sala; il corpo principale di questo edificio è invece costituito da un elemento di forma più regolare sviluppato su tre piani che ospiterà il pub a piano terra e i sei negozi in numero di due per ogni piano.

L’accesso ai livelli superiori è consentito da una scala esterna e da un ascensore il cui vano è ricavato all’interno dello sviluppo della scala stessa, i quali, posti in facciata, costituiscono un ulteriore motivo di “movimento” oltre all’irregolarità delle superfici verticali dovute al disegno di pianta.

Al lato sinistro del blocco principale è posizionato un edificio minore ad un solo piano e di forma quadrilatera irregolare che ospiterà il bar, che chiamerò edificio B, dal lato opposto un altro edificio ad un solo piano per altri due locali da adibirsi a negozio, l’edificio C. Quest’ultimo a sua volta di forma irregolare è composto da due corpi contrapposti ed è unito tramite una sorta di pensilina vetrata, al corpo centrale, a formare uno spazio coperto ed attraversabile che unisce la piazza a sud con l’area verde a nord dell’intero complesso.

(18)

Il sistema costruttivo prescelto sarà quello della struttura a scheletro indipendente in cemento armato la quale sembra la più idonea data la complessità del disegno di pianta.

(19)
(20)
(21)

Edificio A Il ristorante

La parte destra del piano terreno dell’edificio è occupata da un ristorante di buone dimensioni la cui sala principale si affaccia sulla piazza prospiciente a sud; essa è stata dimensionata per contenere circa 100 commensali e rappresenta con i suoi 245 mq circa la metà dell’intera superficie destinata al ristorante. A fronte di un tale numero di ospiti è stato necessario prevedere un’adeguata cucina in grado di soddisfare la richiesta di pasti necessaria. Generalmente si usa la regola di dimensionare la cucina in misura di 0,5 mq per ospite, questa infatti ha un’area di circa 50 mq ed è ubicata nella parte posteriore dell’edificio.

Al ristorante si accede attraverso l’ingresso principale ubicato anteriormente e che da accesso immediato alla sala da pranzo. Un secondo ingresso di servizio è ubicato posteriormente, tramite di esso si accede alla cucina ma anche agli spogliatoi per il personale, al magazzino e all’ufficio della direzione, che insieme ai bagni costituiscono l’intera superficie del ristorante.

In modo più schematico possiamo definire gli aspetti principali come segue:

Dispensa (deposito materie prime) - Superficie: 15 mq.

- Pareti lavabili fino a mt. 2 da terra con tinteggiatura a smalto.

- Pavimento in materiale impermeabile, facilmente lavabile e disinfettabile.

(22)

- Dispositivi idonei ad evitare la presenza di roditori ed altri animali od insetti.

Attrezzature:

- Scaffali, armadi, ecc. con pareti lisce in materiale lavabile.

- Frigoriferi di adeguata potenza, divisi in scomparti, con termometro; cella frigorifera specifica per le carni che andrà autorizzata dal competente Servizio Veterinario ai sensi dell’art. 33 del R.D. 3298/1928; in linea generale, si può indicare come capacità frigorifera, utile a conservare correttamente le materie prime, gli intermedi e i prodotti finiti, 4000 litri a fronte di più di cento pasti preparati.

- Congelatori solo per la conservazione di alimenti surgelati alla temperatura di almeno - 18° C, muniti di termometro.

Cucina (laboratorio per gli alimenti)

- Forma della cucina pressoché quadrata, sono evitate le installazioni in senso longitudinale che obbligano il personale a spostamenti faticosi e difficili.

- Altezza del locale:mt. 3,2.

L’altezza minima della cucina di mt. 3 è in riferimento all’art. 6 del D.P.R. 303/56 applicabile alle cucine della ristorazione collettiva ad eccezione dei casi in cui il personale sia familiare convivente del titolare. Pertanto l’altezza minima di mt. 3 della cucina (e non della sala di ristorazione) è prescrivibile sempre con possibilità di deroga, nei limiti del D.M. 57/75 e dei R.C.I., ai

(23)

sensi del citato art. 6 a seconda delle tecnologie di miglioramento delle condizioni climatiche adottate.

- Aerazione naturale a mezzo di superficie finestrata integrata da impianto di ventilazione.

- Illuminazione naturale e artificiale con particolare attenzione ai piani di lavoro.

- Pavimento con inclinazione verso un tombino sifonato dotato di griglia a maglie fini, in materiale liscio, lavabile e impermeabile (piastrellato con giunto di interconnessione anch’esso in materiale facilmente lavabile e di larghezza tale da consentire una facile pulizia).

- Pareti lisce in materiale facilmente lavabile e disinfettabile, piastrellate fino ad almeno mt. 2 da terra in colore chiaro, con angoli e spigoli arrotondati; verniciatura con smalti a base di resine epossidiche.

- Dispositivi idonei ad evitare la presenza di roditori, altri animali od insetti.

Attrezzature:

- 2 Piani cottura molto ampi.

- Cappe di aspirazione dei fumi e dei vapori prodotti durante la cottura con immissione in e di un sistema aspirante con ricircolo, previa depurazione con filtri a carboni attivi, soggetto a verifica ed autorizzazione da parte del S.I.A.N.

- Piani di lavoro in acciaio inox (non in legno) e comunque in materiale facilmente lavabile e disinfettabile, liscio, impermeabile e di colore chiaro.

- 2 Lavelli in acciaio inox o ceramica, dotato di acqua potabile corrente calda e fredda, erogata mediante rubinetteria a comando non

(24)

manuale e con scarico sifonato in fognatura o in idoneo sistema di smaltimento delle acque reflue.

- Sistemi per il raffreddamento rapido dei cibi caldi da conservare o da consumare a freddo (abbattitore).

- Utensili e stoviglie in materiale idoneo (acciaio inox, vetro, ceramica, teflon, plastica per alimenti P.P., P.E., P.E.T., P.V.C., alluminio).

- Lampade moschicide, se presenti, ubicate razionalmente con vassoio di raccolta sufficientemente ampio; da evitare gli spruzzatori di sostanze insetticide.

- Bidone dei rifiuti in materiale lavabile, di idonee dimensioni con coperchio fisso ad apertura tramite pedale e con sacco di raccolta non riciclabile.

Sala ristorazione Requisiti strutturali

- Altezza: 3,2 m., la sala ristorazione non è da considerarsi luogo di lavoro continuativo, pertanto sono applicabili il D.M. 57/75 e i R.C.I.

- Aerazione: vedi cucina.

- Pavimento in materiale liscio impermeabile e lavabile. - Pareti in tinte lavabili e chiare e rivestimenti lavabili. Attrezzature:

-Vetrinette espositive coperte, refrigerate per gli alimenti deperibili, termostatate per gli alimenti da consumarsi caldi, non esposte comunque

(25)

direttamente alla luce solare e posizionate lontane da fonti di calore (termosifoni, caloriferi, caminetti ecc.)

Servizi igienici Per il personale:

-Superficie totale: 30 mq. -Altezza: m. 3,2 m.

-Aerazione naturale (vedi cucina) oppure artificiale a mezzo di elettroventola in grado di assicurare almeno 5 ricambi/ora.

-Non comunicanti direttamente con cucina e sala ristorante.

- Pavimento con inclinazione verso un tombino sifonato dotato di griglia a maglie fini, in materiale liscio, lavabile e impermeabile (piastrellato con giunto di interconnessione anch’esso in materiale facilmente lavabile e di larghezza tale da consentire una facile pulizia).

- Pareti lisce in materiale facilmente lavabile e disinfettabile, piastrellate fino ad almeno mt. 2 da terra in colore chiaro, con angoli e spigoli arrotondati; verniciatura con smalti a base di resine epossidiche.

-Possibilità di accedervi direttamente dal laboratorio, per evitare uscite all’esterno con abiti e scarpe da lavoro.

Per il pubblico

-Idem come al paragrafo precedente -Spogliatoi

(26)

Sono due e sufficientemente ampi da poter contenere gli armadietti a doppio scomparto, con pareti e pavimenti facilmente lavabili e dotati ognuno di bagno .

(27)

Figura 64 Edificio A Piano Terra F F F 150 150 Edificio A Piano Terra

(28)

Figura 65 Edificio A Piano Terra -funzioni- Cucina Resina Epossidica A: 46,82 m2 H: 320 cm Disimpegni Resina Epossidica A: 13,94 m2 H: 320 cm Bar-Controllo Resina Epossidica A: 16,68 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 10,94 m2 H: 320 cm Spogliatoi-Servizi Personale Ceramica A: 24,53 m2 H: 320 cm Banco Pub Resina Epossidica A: 28,89 m2 H: 320 cm Cucina-Magazzino Pub Resina Epossidica A: 29,11 m2 H: 320 cm

Servizi Personale Pub

Ceramica A: 3,40 m2 H: 320 cm Terrazza Negozi Gres A: 69,27 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 23,56 m2 H: 320 cm

Area Espositiva Negozio 1

Resina Epossidica

A: 40,25 m2

H: 320 cm

Area Espositiva Negozio 2

Resina Epossidica A: 69,15 m2 H: 320 cm Servizi Pubblici Ceramica A: 28,46 m2 H: 320 cm Sala Pranzo Granito A: 269,82 m2 H: 320 cm Sala Pub Parquet A: 119,48 m2 H: 320 cm Locali Tecnici Resina Epossidica A: 17,87 m2 H : 320 cm

(29)

Il pub

La parte centrale del piano terreno dell’ edificio è occupata dal pub, il quale si sviluppa con una sala annessa anche al piano superiore, raggiungibile tramite una scala e un ascensore posti nei pressi dell’ingresso.

L’ingresso è ubicato accanto a quello del ristorante nella facciata sud dell’edificio; tramite questo si accede direttamente alla sala principale del locale il quale ospita il bancone di servizio e l’arredamento più tipico dei locali di questo tipo. Al piano terreno nella facciata nord, come nel caso del ristorante, è ubicato l’ingresso di servizio tramite il quale si accede ai locali accessori quali una piccola cucina la dispensa ed i servizi per il personale.

Al piano superiore in una posizione soprastante la attigua sala del ristorante è invece ubicato un altro vano di ampie dimensioni, da adibirsi anche a sala da ballo che, nel periodo estivo può integrarsi con lo spazio aggiuntivo della terrazza esterna che si affaccia sul fianco destro dell’edificio. Sempre al piano superiore sono stati ricavati i servizi pubblici e un vano in comunicazione con la cucina tramite il quale, con l’istallazione di un montacarichi, far arrivare al piano superiore cibi e bevande.

Come nel caso precedente si possono schematizzare le caratteristiche come segue:

Dispensa (deposito materie prime) Requisiti strutturali

- Superficie: 8 mq

- Pareti lavabili fino a mt. 2 da terra con tinteggiatura a smalto

(30)

- Dispositivi idonei ad evitare la presenza di roditori ed altri animali od insetti.

Attrezzature

- Scaffali, armadi, ecc. con pareti lisce in materiale lavabile

- Frigoriferi di adeguata potenza, divisi in scomparti, con termometro; in linea generale, si può indicare come capacità frigorifera, utile a conservare correttamente le materie prime, gli intermedi e i prodotti finiti, 2000 litri.

- Congelatore solo per la conservazione di alimenti surgelati alla temperatura di almeno - 18° C, muniti di termometro.

Cucina (laboratorio per gli alimenti) - Superficie: 8 mq.

- Forma della cucina pressoché quadrata, sono evitate le installazioni in senso longitudinale che obbligano il personale a spostamenti faticosi e difficili.

- Altezza del locale: mt. 3,2

L’altezza minima della cucina di mt. 3 è in riferimento all’art. 6 del D.P.R. 303/56 applicabile alle cucine della ristorazione collettiva ad eccezione dei casi in cui il personale sia familiare convivente del titolare. Pertanto l’altezza minima di mt. 3 della cucina (e non della sala di ristorazione) è prescrivibile sempre con possibilità di deroga, nei limiti del D.M. 57/75 e dei R.C.I., ai

(31)

sensi del citato art. 6 a seconda delle tecnologie di miglioramento delle condizioni climatiche adottate.

- Aerazione naturale a mezzo di impianto di ventilazione.

- Illuminazione artificiale con particolare attenzione ai piani di lavoro.

- Pavimento con inclinazione verso un tombino sifonato dotato di griglia a maglie fini, in materiale liscio, lavabile e impermeabile (piastrellato con giunto di interconnessione anch’esso in materiale facilmente lavabile e di larghezza tale da consentire una facile pulizia).

- Pareti lisce in materiale facilmente lavabile e disinfettabile, piastrellate fino ad almeno mt. 2 da terra con giunto di interconnessione con le stesse caratteristiche di cui al punto 4), in colore chiaro, con angoli e spigoli arrotondati; verniciatura con smalti a base di resine epossidiche.

- Dispositivi idonei ad evitare la presenza di roditori, altri animali od insetti. Attrezzature

- Piani cottura.

- Cappe di aspirazione dei fumi e dei vapori prodotti durante la cottura con immissione in e di un sistema aspirante con ricircolo, previa depurazione con filtri a carboni attivi, soggetto a verifica ed autorizzazione da parte del S.I.A.N.

- Piano di lavoro in acciaio inox facilmente lavabile e disinfettabile, liscio, impermeabile e di colore chiaro.

- 1 Lavelli in acciaio inox o ceramica, dotato di acqua potabile corrente calda e fredda, erogata mediante rubinetteria a comando non manuale e con scarico sifonato in fognatura o in idoneo sistema di smaltimento delle acque reflue.

(32)

- Utensili e stoviglie in materiale idoneo (acciaio inox, vetro, ceramica, teflon, plastica per alimenti P.P., P.E., P.E.T., P.V.C., alluminio).

- Lampade moschicide, ubicate razionalmente con vassoio di raccolta sufficientemente ampio; da evitare gli spruzzatori di sostanze insetticide.

- Bidone dei rifiuti in materiale lavabile, di idonee dimensioni con coperchio fisso ad apertura tramite pedale e con sacco di raccolta non riciclabile.

Sala piano terreno - Superficie: 152 mq.

- Altezza: 3,2 m., la sala non è da considerarsi luogo di lavoro continuativo, pertanto sono applicabili il D.M. 57/75 e i R.C.I.

- Aerazione: vedi cucina.

- Pavimento in materiale liscio impermeabile e lavabile. - Pareti in tinte lavabili e chiare e rivestimenti lavabili. Attrezzature

- Bancone bar a sviluppo lineare, attrezzato. - Tavolini in legno, sedie, divani, sgabelli. Sala piano superiore

- Superficie: 195 mq

- Altezza: 3,2 m., la sala non è da considerarsi luogo di lavoro continuativo, pertanto sono applicabili il D.M. 57/75 e i R.C.I.

- Aerazione: vedi cucina.

(33)

- Pareti in tinte lavabili e chiare e rivestimenti lavabili. Attrezzature

- Tavolini in legno, sedie, divani.

- Consolle attrezzata per la riproduzione di musica. Servizi igienici

Per il personale - Superficie: 3,5 mq. - Altezza 3,2 m

- Aerazione naturale integrata a mezzo di elettroventola in grado di assicurare almeno 5 ricambi/ora.

- Non comunicante direttamente con cucina sala principale. - Pareti piastrellate in materiale fino ad mt. 2 da terra. - Pavimento: vedi cucina.

- Lavello e rubinetteria. Per il pubblico

- Superficie: 22,12 mq totali.

- Aerazione naturale integrata a mezzo di elettroventola in grado di assicurare almeno 5 ricambi/ora

- Non comunicanti direttamente con la sala Pareti piastrellate in materiale fino ad mt. 2 da terra.

(34)

Figura 66 Edificio A Piano Primo

150 150

(35)

Figura 67 Edificio A Piano Primo -funzioni-

Area Espositiva Negozio 4

Resina Epossidica A: 81,09 m2 H: 320 cm Magazzino Resina Epossidica A: 10,49 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 31,44 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 28,12 m2 H: 320 cm Terrazza Pub Gres A: 225,08 m2 H: 320 cm Servizi Pubblici Ceramica A: 23,87 m2 H: 320 cm Terrazze Negozi Gres A: 161,98 m2 H: 320 cm

Area Espositiva Negozio 3

Resina Epossidica A: 91,84 m2 H: 320 cm Sala Pub 2 Resina epossidica A: 190,74 m2 H: 320 cm

(36)

I negozi

Sul lato destro del piano terreno e sui due livelli successivi, sono ubicati i locali adibiti a negozio i quali presentano la caratteristica, particolarmente ai piani superiori, di avere un’ampia superficie vetrata nel versante meridionale ed ai lati dove possibile; questo per favorire l’istallazione di vetrine in una superficie più ampia possibile.

L’impostazione generale prevede che un intero lato, quello arretrato sia occupato da un magazzino e dai servizi, mentre la parte frontale in diretta comunicazione, come ovvio, l’ingresso sia adibita ad area espositiva.

Nello specifico: Negozio 1:

- Ubicazione: piano terreno, fronte meridionale. - Superficie area espositiva: 42 mq.

- Superficie magazzino e servizi: 16 mq. - Altezza: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale.

- Attrezzature: scaffalature e superfici a vetrina.

Negozio 2:

- Ubicazione: piano terreno, fronte settentrionale. - Superficie area espositiva: 68 mq.

(37)

- Altezza: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale.

- Attrezzature: scaffalature e superfici a vetrina Negozio 3:

- Ubicazione: piano primo, fronte meridionale, lato sinistro. - Superficie area espositiva: 94 mq.

- Superficie magazzino e servizi: 32 mq. - Altezza: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale - Attrezzature: scaffalature e superfici a vetrina. Negozio 4:

- Ubicazione: piano primo, fronte meridionale, lato destro. - Superficie area espositiva: 42 mq.

- Superficie magazzino e servizi: 28 mq. - Altezza: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale - Attrezzature: scaffalature e superfici a vetrina. Negozio 5:

- Ubicazione: piano secondo, fronte meridionale, lato sinistro. - Superficie area espositiva: 42 mq.

- Superficie magazzino e servizi: 16 mq. - Altezza: 3,2 m.

(38)

- Illuminazione naturale ed artificiale.

- Attrezzature: scaffalature e superfici a vetrina. Negozio 6:

- Ubicazione: piano secondo, fronte meridionale, lato destro. - Superficie area espositiva: 42 mq.

- Superficie magazzino e servizi: 28 mq. - Altezza: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale

(39)

Figura 68 Edificio A Piano Secondo B B A A C

(40)

Figura 69 Edificio A Piano Secondo -funzioni-

Area Espositiva Negozio 4

Resina Epossidica A: 81,09 m2 H: 320 cm Magazzino Resina Epossidica A: 10,49 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 31,44 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 28,12 m2 H: 320 cm Terrazza Pub Gres A: 225,08 m2 H: 320 cm Servizi Pubblici Ceramica A: 23,87 m2 H: 320 cm Terrazze Negozi Gres A: 161,98 m2 H: 320 cm

Area Espositiva Negozio 3

Resina Epossidica A: 91,84 m2 H: 320 cm Sala Pub 2 Resina epossidica A: 190,74 m2 H: 320 cm

(41)

Il Bar

A sinistra dell’ edificio centrale è ubicato uno dei due corpi di fabbrica minori; di forma irregolare, su un solo piano, esso ospita un bar.

L’ingresso principale è rivolto verso sud est, prospiciente la piazza e costituisce un accesso diretto alla prima sala del locale, quella che ospita il bancone principale. Sul lato opposto è invece posizionato l’accesso per il personale, esso comunica direttamente con gli ambienti di servizio quali: un piccolo magazzino, un locale adibito a cucina e il servizio igienico per il personale. Da questi ambienti si passa direttamente alla sala d’ingresso con un accesso posto dietro al “bancone” del bar.

Il locale attiguo, dal quale si accede da un’ampia apertura ad arco nella sala d’ingresso, ospita una sala da tè della quale due lati sono completamente vetrati e consentono un’immediata comunicazione con l’esterno particolarmente utile nel periodo estivo quando la sala potrà essere usata come una sorta di “veranda”. Da questo locale è inoltre possibile accedere ai servizi igienici per il pubblico nella parte posteriore della stessa.

In merito ai requisiti principali: Zona servizi:

- Superficie totale: 23 mq. - Altezza media: 3,2 m.

(42)

- Illuminazione naturale ed artificiale con particolare attenzione ai piani di lavoro

- Pavimento con inclinazione verso un tombino sifonato dotato di griglia a maglie fini, in materiale liscio, lavabile e impermeabile (piastrellato con giunto di interconnessione anch’esso in materiale facilmente lavabile e di larghezza tale da consentire una facile pulizia).

- Pareti lisce in materiale facilmente lavabile e disinfettabile, piastrellate fino ad almeno mt. 2 da terra, in colore chiaro, con angoli e spigoli arrotondati; verniciatura con smalti a base di resine epossidiche.

- Dispositivi idonei ad evitare la presenza di roditori, altri animali od insetti. Attrezzature:

- Piano cottura.

- Cappa di aspirazione dei fumi e dei vapori prodotti durante la cottura con immissione in e di un sistema aspirante con ricircolo, previa depurazione con filtri a carboni attivi.

- Piano di lavoro in acciaio inox facilmente lavabile e disinfettabile, liscio, impermeabile e di colore chiaro.

- Un Lavello in acciaio inox o ceramica, dotato di acqua potabile corrente calda e fredda, erogata mediante rubinetteria a comando non manuale e con scarico sifonato in fognatura o in idoneo sistema di smaltimento delle acque reflue.

- Utensili e stoviglie in materiale idoneo (acciaio inox, vetro, ceramica, teflon, plastica per alimenti P.P., P.E., P.E.T., P.V.C., alluminio).

- Lampade moschicide, ubicate razionalmente con vassoio di raccolta sufficientemente ampio.

(43)

- Bidone dei rifiuti in materiale lavabile, di idonee dimensioni con coperchio fisso ad apertura tramite pedale e con sacco di raccolta non riciclabile

- Scaffali, armadi, ecc. con pareti lisce in materiale lavabile

- Frigorifero di adeguata potenza, divisi in scomparti, con termometro; in linea generale, si può indicare come capacità frigorifera, utile a conservare correttamente le materie prime, gli intermedi e i prodotti finiti, 1000 litri.

Sala d’ingresso - Superficie: 67 mq. - Altezza media: 3,2 m.

- Aerazione naturale integrata a mezzo di impianto di ventilazione. - Illuminazione naturale ed artificiale.

- Pavimento in materiale liscio impermeabile e lavabile. - Pareti in tinte lavabili e chiare e rivestimenti lavabili. Attrezzature

- Bancone bar a sviluppo lineare, attrezzato. - Tavolini in legno, sedie, sgabelli.

- Tavolini in legno, sedie, sgabelli. Sala da tè

- Superficie: 64 mq. - Altezza media: 3,2 m.

- Aerazione naturale integrata a mezzo di impianto di ventilazione. - Illuminazione naturale ed artificiale.

(44)

- Pavimento in materiale liscio impermeabile e lavabile. - Pareti in tinte lavabili e chiare e rivestimenti lavabili. Attrezzature

- Tavolini in legno, sedie, divanetti. - Vetrinette espositive coperte, scaffali. Servizi igienici per il pubblico

- Superficie: 30 mq. - altezza: 3,2 m.

- Pavimento con inclinazione verso un tombino sifonato dotato di griglia a maglie fini, in materiale liscio, lavabile e impermeabile (piastrellato con giunto di interconnessione anch’esso in materiale facilmente lavabile e di larghezza tale da consentire una facile pulizia)

- Pareti lisce in materiale facilmente lavabile e disinfettabile, piastrellate fino ad almeno mt. 2 da terra in colore chiaro, con angoli e spigoli arrotondati; verniciatura con smalti a base di resine epossidiche.

(45)
(46)

Sala Accesso Bar Marmo

A: 67,18 m2 H: 320 cm Sala Principale Bar

Marmo A: 62,43 m2 H: 320 cm

Cucina e Servizi Bar Resina Epossidica A: 22,95 m2 H: 320 cm Bagni Ceramiche A: 13,04 m2 H: 320 cm

(47)

Edificio C Negozi

L’estremità sud-est del complesso edilizio è occupata dall’altra costruzione minore, anch’essa a sviluppo verticale limitato ad un solo piano che ospiterà tre negozi.

La forma assolutamente irregolare della costruzione obbliga ad un utilizzo degli spazi del tutto singolare, come singolare è la possibilità di attraversare l’edificio nella sua parte centrale attraverso una sorta di corridoio coperto (la chiusura superiore è costituita da un lucernaio prismatico che raccorda i due compluvi della copertura) che avrà la funzione di piccola galleria espositiva, in quanto su di esso si affacciano oltre agli ingressi dei negozi, anche parte delle vetrine.

Ciascun negozio è, come per quelli presenti nell’edificio centrale, dotato di un piccolo magazzino e servizi igienici per il personale.

Elenco di seguito i caratteri principali: Negozio 1:

- Ubicazione: lato sinistro, fronte meridionale. - Superficie area espositiva: 100 mq.

- Superficie magazzino e servizi: 30 mq. - Altezza media: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale.

(48)

Negozio 2:

- Ubicazione: lato sinistro, fronte settentrionale. - Superficie area espositiva: 105 mq.

- Superficie magazzino e servizi: 30 mq. - Altezza media: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale.

- Attrezzature: scaffalature e superfici a vetrina Negozio 3:

- Ubicazione: lato destro.

- Superficie area espositiva: 135 mq. - Superficie magazzino e servizi: 37 mq. - Altezza media: 3,2 m.

- Illuminazione naturale ed artificiale

(49)

F

F G

G

(50)

Area Espositiva Negozio 7 Resina Epossidica A: 100,70 m2 H: 320 cm

Area Espositiva Negozio 9 Resina Epossidica A: 136,24 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 27,06 m2 H: 320 cm Magazzino e Servizi Resina Epossidica A: 27,21 m2 H: 320 cm

Area Espositiva Negozio 8 Resina Epossidica A: 108,95 m2 H: 320 cm Magzzino e Servizi Resina Epossidica A: 37,84 m2 H: 320 cm

(51)

3.4 Materiali

Le coperture

La copertura ha lo scopo di proteggere l’interno dell’edificio dalle precipitazioni atmosferiche e dall’irraggiamento solare, nonché limitare la trasmissione del calore.

Le coperture possono essere costituite da un’ampia gamma di di materiali diversi. Dal punto di vista della configurazione geometrica, possono essere divise in due categorie: coperture inclinate e coperture piane . La diversa geometria ha importanti implicazioni: sulle coperture inclinate il deflusso delle acque meteoriche è molto rapido e si riducono le possbilità di infiltrazione. Di conseguenza tali coperture possono essere rivestite con elementi di piccole dimensioni (scandole in legno, lastre di ardesia o di materiali artificiali, tegole in laterizio o in calcestruzzo, perfino canne, foglie o paglia) i quali offrono numerosi vantaggi: dall’economicità alla facilità e rapidità della posa in opera; dalla manutenibilità alla capacità di adattarsi ai movimenti reciproci e quindi anche agli effetti delle dilatazioni termiche e dei movimenti della struttura portante. I giunti tra gli elementi di copertura permettono inoltre il passaggio del vapore acqueo dall’interno all’esterno dell’edificio.

Le coperture piane non presentano nessuna delle caratteristiche sopra elencate. Su di esse il deflusso delle acque meteoriche è notevolmente più lento e il più piccolo errore nella fase di progetto o di esecuzione può causare la formazione di depressioni e la conseguente stagnazione delle acque. Movimenti anche piccoli della struttura possono facilmente lesionare

(52)

e a fessurarsi a causa della pressione del vapore che migra dall’interno all’esterno dell’edificio. Anche le coperture piane, tuttavia, presentano alcuni vantaggi. Con ese si possono coprire edifici molto estesi ed articolati, per i quali eventuali coperture inclinate si svilupperebbero ad altezze eccessive, risultando poco convenienti dal punto di vista economico. Inoltre con gli opportuni accorgimenti progettuali , le coperture piane consentono la creazione di tetti accessibili a pedoni e a veicoli nonché di terrazze giardino.

Scelte progettuali

Nel caso in esame la sono presenti entrambe le soluzioni di copertura appena descritte, in quanto si ha la necessità di utilizzare coperture inclinate ma anche piane, in ragione del fatto che esistono spazi terrazzati e calpestabili sia al primo che al secondo piano dell’edificio centrale; i due edifici minori presentano invece coperture a falde.

Per la realizzazione dei solai di copertura, si è pensato comunque di utilizzare in entrambi i casi orditure a travetti in latero-cemento opportunamente alleggeriti.

Nelle porzioni di copertura piana non calpestabile (al secondo piano dell’edificio principale) e in quelle inclinate di tutti i corpi di fabbrica, si è pensato di usare una copertura in lamiera (rame).

Per le superfici terrazzate realizzata, sulla superficie portante, la posa della membrana di tenuta e dell’isolante al di sopra di essa (copertura rovescia) è prevista la posa di un adeguata piastrellatura.

Dati tecnici

Per la realizzazione delle coperture inclinate si è scelto l’utilizzo di una copertura in rame, questa verrà effettuata con un sistema costituito da lastre

(53)

nervate con giunti drenanti, con fissaggio senza foratura delle lastre, a lunghezza di falda:

Caratteristiche geometriche: - altezza nervatura : mm 46 - larghezza lastra : mm 550

- lunghezza lastra: lunghezza della falda da coprire la produzione delle lastre avviene in cantiere

-Pedonabilità con interasse appoggi m 1.2

Prestazioni:

- lastre in unico elemento (lunghezza pari a quella della falda) senza giunzioni trasversali;

- ancoraggio della copertura senza alcun foro degli elementi;

- la copertura viene installata senza l'uso di particolari attrezzature, grazie alla accoppiabilità delle nervature delle lastre, ed alla complementarità della geometria delle staffe in poliammide nei confronti delle stesse nervature;

- tenuta all’acqua con ogni condizione atmosferica e di completa allagabilità del tetto (neve fondente, grandine mista ad acqua, venti contrari ecc.) senza utilizzo di guarnizioni (rapidamente deteriorabili);

- libero movimento delle lastre per effetto delle dilatazioni termiche, mediante le apposite staffe di fissaggio antifrizione in poliammide;

- modesto sovraccarico della copertura

(54)

- massima sicurezza e resistenza alla depressione del vento;

- resistenza assoluta ai raggi U. V.; modificazione chimico-fisica nel tempo praticamente nulla;

Le lastre vengono fissate a mezzo appositi gruppi di fissaggio sui sottostanti arcarecci metallici o in legno posti ad interasse m 1,20 ca. Gli arcarecci a loro volta dovranno essere ancorati con idonei fissaggi alla struttura portante (solaio prefabbricato in, latero-cemnto). La sezione degli arcarecci, i fissaggi, lo spessore della lastra di copertura dovranno essere dimensionati in base ai carichi positivi e negativi di progetto. All'intradosso della copertura verrà installato l'isolamento termico e l'eventuali barriera al vapore. Dovranno essere previsti tutti gli accessori, le chiusure perimetrali con pezzi speciali, le gronde, le lattonerie, i raccordi con i corpi emergenti dalla copertura (lucernari, camini).

Sistemi di facciata

Cenni sui sistemi di facciata

Per facciata si intendono le chiusure verticali esterne degli edifici. Funzione principale della facciata è quella di creare una separazione tra l’interno e l’esterno dell’edificio. Nell’assolvere a tale ruolo la facciata deve garantire che all’interno vengano sempre mantenute le condizioni ambientali idonee alla destinazione d’ uso prevista per l’edificio. Perché ciò avvenga, la facciata deve presentare una serie di requisiti funzionali.

(55)

- Tenuta all’acqua: le facciate devono impedire le infiltrazioni di acqua piovana, di neve e di ghiaccio all’interno dell’edificio. Il problema delle infiltrazioni viene complicato dal fatto che le acque meteoriche sono spesso accompagnate da forte vento, che le spinge sulla facciata a grande velocità e in tutte le direzioni, anche verso l’alto. Per gli edifici alti i rischi di infiltrazione aumentano, vista la maggiore ampiezza della superficie esposta al vento e la maggiore velocità di quest’ultimo quanto più ci si allontana dal suolo. La quantità di acqua che deve essere evacuata dalla facciata di un edificio esposto alla pioggia battente è notevole. In tali condizioni l’acqua tende ad accumularsi negli interstizi e lungo gli elementi sporgenti della facciata e il rischio che penetri in eventuali fori e fessurazioni anche molto piccoli è elevato.

- Controllo della trasmissione luminosa: le facciate devono regolare la trasmissione luminosa specie in relazione alla luce solare. Quest’ultima è da considerare sotto tre aspetti. Il primo riguarda l’apporto di calore, che può essere gradito o indesiderato; il secondo riguarda l’illuminazione, che può diventare fastidiosa quando la luce del sole è abbagliante; il terzo aspetto riguarda la trasmissione dell’ultravioletto, dannoso per la pelle dell’uomo e per alcuni materiali, sui quali causa fenomeni di scolorimento e di deterioramento.

- Controllo della temperatura radiante: oltre a controllare la trasmissione termica per irraggiamento solare, le facciate dovrebbero anche evitare di presentare superfici interne che con la loro temperatura siano di pregiudizio al comfort degli utenti. Quando la temperatura di tali superfici è bassa, le persone vicine provano una sensazione di freddo, anche quando l’aria

(56)

all’interno dell’edificio sia sufficientemente calda. Nella stagione estiva vale l’ opposto: una superficie interna eccessivamente calda è fonte di fastidio anche laddove l’aria sia sufficientemente fresca.

- Controllo della resistenza termica: le facciate devono resistere al passaggio di calore per conduzione dall’interno all’esterno e viceversa. A tale scopo esse non dovranno solamente presentare un grado determinato di resistenza alla conduzione su tutta la loro superficie, ma dovranno anche evitare i ponti termici determinati da componenti caratterizzati da elevata conduttività termica (ad esempio profilati metallici), i quali possono provocare fenomeni localizzati di condensazione sulla superficie interna della chiusura.

- Tenuta al vapore: devono impedire il passaggi di vapore. In inverno il vapore che passa attraverso una parete viene spesso portato a condensarsi all’interno di quest’ultima, provocando problemi di deterioramento delle finiture, perdita delle proprietà isolanti, corrosione e degrado. Le facciate devono essere realizzate in maniera da impedire, per quanto possibile, i fenomeni di condensazione.

- Isolamento acustico: l’isolamento acustico viene favorito dall’impiego di pareti a tenuta d’aria, monolitiche resilienti.

I sistemi di facciata sono divisi in due categorie principali:

- Pareti perimetrali portanti: esse hanno funzione di sostenere i carichi dei solai e della copertura, oltre quella di separare l’interno dall’esterno.

(57)

- Pareti perimetrali portate: sono chiusure verticali sostenute ad ogni piano dal telaio strutturale.

Scelte progettuali

Nell’ambito delle pareti perimetrali portate, soluzione adottata in questo progetto, si è scelto di realizzare i tamponamenti in blocchi di laterizio alleggeriti ed eseguire un rivestimento esterno di tipo ventilato con lastre in cotto.

Tale scelta viene giustificata dai molteplici vantaggi delle cosiddette pareti ventilate: in termini termoenergetici esse possono ridurre nella stagione calda il carico di calore a carico dell'edificio, grazie alla parziale riflessione della radiazione solare da parte del rivestimento, alla ventilazione dell'intercapedine e all'applicazione dell'isolante, ottenendo così una considerevole riduzione dei costi di condizionamento.

Viceversa, nella stagione invernale, le facciate ventilate trattengono il calore favorendo un notevole risparmio in termini di riscaldamento.

L' "effetto camino" attiva un'efficace ventilazione naturale, da cui nasce il termine facciata ventilata, assicurando notevoli benefici nella rimozione del calore e dell'umidità e garantendo un elevato comfort abitativo.

Inoltre, le pareti ventilate tendono a favorire la riflessione dei rumori esterni grazie alla loro composizione fatta di strati di paramento, intercapedini ed isolanti che ne determinano l'assorbimento acustico.

Le pareti ventilate sono soluzioni costruttive multistrato che consentono l'installazione a "secco" degli elementi di rivestimento.

Dal punto di vista strutturale esse sono un vero e proprio sistema "a sbalzo" rispetto alle facciate tradizionali; infatti, la struttura metallica portante

(58)

è fissata al muro dell'edificio mediante staffe ed ancoraggi che consentono l'assemblaggio di strati "indipendenti" come un parametro esterno e un materassino coibente, al fine di creare un'intercapedine d'aria.

Dati tecnici

I muri di tamponamento saranno realizzati con mattoni in laterizio alleggerito 12x24x10 disposti in modo da costituire una parete di 24 cm di larghezza.

A questa superficie, che termina a filo del bordo delle travi perimetrali, verrà applicato il sistema di rivestimento: esso si compone di uno strato isolante a contatto col muro, un sistema di traverse e montanti in alluminio al quale verranno appese (montatura a secco) le lastre di cotto di rivestimento. L’intercapedine creata fra lastre di rivestimento ed isolante, a mezzo della struttura in alluminio non dovrà essere inferiore ai 2 cm di spessore.

In via indicativa possono essere utilizzate lastre in cotto con le seguenti caratteristiche:

(59)

E guide in alluminio:

Dimensioni

(HxLxS mm)

Peso

(Kg)

Interasse di posa

(mm)

65x3000x400

4,7

410

Superfici vetrate Cenni sul vetro

Il vetro come materiale per la costruzione di finestre viene usato sin dall’epoca romana, esso veniva conformato in lastre attraverso vari procedimenti i quali si sono affinati nei secoli fino alla attuale vastissima produzione di tipologie differenti.

La componente principale del vetro è, come noto la sabbia silicea, che viene mescolata con soda, calcare e piccole quantità di allumina, ossido di potassio e di eventuali sostanze coloranti, ottenendo una miscela da riscaldare e portare a fusione. Il materiale che se ne ricava dopo il raffreddamento è una sostanza solida, un fluido “congelato” dotato di microstruttura amorfa, non cristallina. Le imperfezioni della microstruttura ne riducono la resistenza in maniera considerevole, soprattutto a trazione.

Dimensioni

(HxLxS mm)

Peso

(Kg)

Interasse di posa

(mm)

400x605x70

14,8

410x610

(60)

Il processo produttivo odierno permette, come accennato, di poter usufruire di una gamma di prodotti diversificati a seconda delle specifiche funzioni richieste dal materiale. Brevemente possiamo individuare le principali tipologie di vetro usate in edilizia:

-Vetri temprati: sono vetri il cui processo produttivo porta ad avere lastre in cui viene indotto uno stato tensionale di compressione sui bordi e sulle facce, mentre la massa interna è compressa; l’effetto è di avere una resistenza a flessione, alle sollecitazioni termiche e agli urti molto maggiore del normale.

Queste doti lo rendono adatto per finestre esposte a forte vento, o a temperature molto alte o molto basse.

-Vetri induriti: molto simili a quelli temprati ma con caratteristiche di resistenza inferiori.

- Vetri stratificati: sono quei vetri costituiti da lastre tra le quali viene interposto uno strato di materiale plastico trasparente. Tale accorgimento ha come risultato il fatto che in caso di rottura i frantumi rimangono aderenti alla pellicola. E’ un vetro indicato per i lucernai e le superfici in posizioni analoghe. Esso ha buone caratteristiche di isolamento termico ed acustico.

- Vetri opachi, colorati e vetri riflettenti: sono vetri innovativi che consentono elevate percentuali di trasmissione del visibile riducendo nel contempo in misura consistente la tramissione energetica. Essi sono quindi da utilizzare negli ambienti con grandi vetrature esterne, in cui il confort degli utenti può essere influenzato negativamente, soprattutto nei mesi estivi, dall’accumulo di energia solare.

(61)

-Vetri isolanti: questa tipologia di vetro è molto importanti per il loro ottimo comportamento termico. Le proprietà isolanti sono ottenute accoppiando le lastre e sigillandone, fondendone insieme i bordi del perimetro per ottenere una camera d’aria interna, spesso riempita con gas a bassa conduttività. Tale accorgimento consente anche un’ottima capacità fonoassorbente.

Le applicazioni in campo edilizio sono molteplici, proprio per queste sue proprietà che lo rendono adatto nei climi molto freddi come nelle zone molto rumorose delle città.

I sistemi di vetrazione prevedono l’uso di telai in legno o prefabbricati in vari materiali (metallici o plastici). Se le lastre sono di piccole dimensioni il montaggio è molto semplice, esse vengono fissate generalmente con mastici speciali.

Diverse invece sono le pose in opera, se le lastre sono di grande dimensione infatti, in questi casi, i carchi del vento su ogni singola lastra sono maggiori, come maggiore è la distanza tra i bordi di supporto.

L’architettura moderna, nella ricerca di inedite soluzioni, ha ideato sistemi di vetrazione innovativi che contribuiscono a dare alle costruzioni un’immagine di essenzialità e leggerezza. Le vetrate a giunzioni di testa, ad esempio, sono vetrate di facciata nelle quali i montanti verticali cingono eliminati e le lastre giuntate verticalmente mediante materiale sigillante; altrimenti i montanti verticali vengono spostati all’interno ed anche in questo caso i giunti tra le lastre, non interrotte dai montanti, vengono eseguiti mediante sigillante strutturale. L’effetto è quello di una notevole continuità.

(62)

Scelte progettuali

Nella scelta degli infissi e del tipo di vetri da utilizzare hanno influito le soluzioni di facciata e la destinazione d’uso dei vari locali componenti il complesso edilizio.

La scelta, per quanto riguarda i negozi, il ristorante il pub e il bar è ricaduta su infissi in lega metallica (alluminio), in quanto facilmente accoppiabili con le soluzioni di facciata di tipo ventilato, con vetri isolanti per un miglior confort possibile.

Con particolare riferimento alle zone finestrate in corrispondenza della sala da pranzo del ristorante e della sala superiore del pub, gli infissi dovranno essere facilmente apribili, con sistemi a scorrimento, per favorire, durante la stagione estiva, l’utilizzo degli spazi all’aperto antistanti.

Le finestre collocate sul retro dell’edificio centrale ed in ogni caso tutte le finestre dei locali di servizio, dei magazzini e dei servizi igienici saranno dotate di vetri opachi o riflettenti, in modo da impedire la vista dall’esterno.

In relazione alle superfici vetrate della struttura contenente il vano ascensore, esse saranno conformate a giunti di testa su struttura metallica autoportante arretrata; i vetri saranno di tipo opaco, in modo da schermare in maniera più efficace i carichi termici eccessivi della bella stagione.

Analoghe soluzioni dovrebbero essere pensate per la pensilina di raccordo tra l’edificio centrale e quello alla sua destra, mentre il lucernaio dell’edificio di destra, con struttura in alluminio sarà dotato di vetri stratificati, visto il loro comportamento in caso di rottura.

(63)

Chiusure orizzontali Cenni generali

Il solaio è un elemento strutturale fondamentale la cui principale funzione è quella di trasferire i carichi e i sovraccarichi verticali alla struttura portante. In zona sismica il solaio può assumere anche la funzione aggiuntiva di trasferire le forze inerziali di piano alla struttura principale, sotto l’ipotesi che esso sia sufficientemente rigido nel proprio piano.

Secondo le regole di buona progettazione, insite in genere nelle indicazioni normative, un solaio deve essere realizzato in maniera da possedere i seguenti requisiti:

•Resistenza meccanica necessaria per i carichi cui è sottoposto; •Sufficiente resistenza al fuoco;

•Limitata deformabilità; •Facilità di posa in opera;

•Possibilità di collegamento monolitico con la restante struttura; •Buone caratteristiche di isolamento termico;

•Buone caratteristiche di isolamento acustico;

I materiali utili alla realizzazione di un solaio sono molteplici e molteplici sono le soluzioni costruttive possibili:

a) Solai in legno

b) Solai di profilati in acciaio c) Solai di calcestruzzo armato

(64)

d) Solai di lamiera grecata.

Ma di questi il cemento armato dà la possibilità di realizzare solai in grado di rispettare le principali esigenze richieste a questo tipo di struttura. Si tratt di studiare la soluzione tecnologica più adatta alle esigenze.

La normativa attuale e più precisamente il Decreto Ministeriale 09 Gennaio 1996 ha dedicato l’intero paragrafo 7 ai solai cemento armato. Le tipologie previste sono sostanzialmente tre:

•Solai in getto pieno

•Solai misti in c.a. e c.a.p. con elementi di alleggerimento •Solai con elementi prefabbricati in c.a. e c.a.p.

Alla prima categoria appartengono le solette piene solette nervate. Mentre le prime, attualmente, vengono impiegate per realizzare piccole porzioni di solaio quali balconcini pianerottoli ecc…, il ricorso alle seconde può essere giustificato in genere, solo da particolari esigenze architettoniche.

•Solai latero-cementizi gettai in opera

I solai latero-cementizi gettati in opera hanno rappresentato, in passato, l’unico tipo di solaio misto in laterizio e cemento armato, mentre, attualmente, data l’onerosità della loro messa in opera, vengono utilizzati solo quando la pianta del fabbricato presenta irregolarità tali da impedire l’impiego di elementi prefabbricati.

Il solaio misto presenta il vantaggio di essere composto da elementi di alleggerimento che hanno anche la funzione di isolatori acustici, di cassaforme per il getto di completamento e di uniformare tutta la superficie d’intradosso con una notevole riduzione dei tempi di realizzazione e la necessità di mano d’opera non specializzata.

Figura

Figura 57 Centro commerciale al Kuala Lumpur
Figura 58 Scorcio del centro abitato dalla zona di intervento
Figura 60 Planimetria generale scala 1:1000
Figura 61 Vista assonometrica degli edifici
+7

Riferimenti

Documenti correlati

sviluppo di un metodo di conferma quantitativo per l'identificazione di cilindrospermop- sine e microcistine mediante spettrometri di massa ibridi in campioni di acqua e prodot-

Technological projects that for now sound like science fiction are quite feasible, such as the terraforming of other worlds, and the creation of new life forms

[r]

INSALATA GRIKA...€ 9.00 insalata verde, pomodori, peperoni, cacioricotta, olive leccine, cetriolo carosello e cipolle rosse iceberg, tomatoes, peppers, cacioricotta cheese,

Ultima modifica scheda - data: 2020/01/22 Ultima modifica scheda - ora: 01.56 PUBBLICAZIONE SCHEDA Pubblicazione scheda - stato: 1.. Pubblicazione scheda - data ultima

Infissi con all'esterno alluminio prevernciato a fuoco, di colore della gamma RAL di base, secondo le prescrizioni UNI 3952-66, completi di accessori come: n°3 squadrette di

Strada di recente costruzione, rispondente quindi alle prescrizioni normative, che viene inserita per un breve tratto (circa 1 km) nel Percorso 1 e conduce direttamente all'

Per l’attribuzione meccanicistica dei frammenti al Maestro, invece, sulla base della forma verbale ‘respondit’, conte- nuta in alcune testimonianze di Alfeno, laddove manca