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La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento) e considerazioni su altre malacofaune del V millennio a. C. dell Italia settentrionale

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1. Riva del GaRda, via BRione

l’area è stato oggetto di indagine archeologica da parte della Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento (scavi 2007-2009, direzio- ne scientifica E. Mottes). Essa si trova nel Comune di Riva a ca. 74 m s.l.m., ubicata all’intersezione tra la principale via Brione e via Colombera, nella zona centrale dell’antica piana alluvionale del Sarca a contatto con le pendici occi- dentali del Monte Brione. La stratigrafia, procedendo dalla superficie verso il basso, è così strutturata: strato di ripor- to moderno; suolo attuale costituito da matrice sabbiosa a frazione argillosa che si sviluppa su colluvi di versante di colore bruno-rossastro contenenti frammenti di laterizi e rari reperti ceramici databili genericamente all’età romana (fase 4); paleosuolo a matrice sabbioso-limosa, di colore grigio scuro, scandito in sezione da lineazioni di clasti e ciottoli che si configurano chiaramente come un portato antropico (fase 3); substrato con depositi alluvionali sabbiosi e da clasti di arenaria locale. il paleosuolo, interpretato come crescita an- tropica di abitato, contiene abbondanti resti ceramici, stru- menti litici, resti faunistici, frustoli di carbone ed elementi di ornamento (fase 2) (Fig. 1) (Degasperi 2009).

la frequentazione umana si sviluppa su un suolo pre- esistente (fase 1, entisuolo). La ceramica è attribuibile alla fase culturale del vBQ del neolitico medio.

le USS contenenti malacofauna sono state riunite in quattro fasi in base al matrix di scavo (Tab. 1).

lo scavo ha consentito il recupero di una abbondante malacofauna, grazie alle accurate tecniche di raccolta e al trattamento a umido del terreno adottate dalla CORA Ri- cerche archeologiche snc di Trento. la vagliatura è avvenu- ta con maglia a 2 e 0,5 mm. la sorprendente eccezionalità numerica dei 38200 individui riguarda tanto la malacofauna terrestre con 22 specie, quanto quella d’acqua dolce con 11 specie. il 54% di individui sono terrestri, il 46% sono dulci- coli. Tutti sono stati esaminati e conteggiati singolarmente, avendo così la possibilità di verificare lo stato di conserva- zione delle conchiglie, in genere buona, nonché gli eventuali segni di cedimento e corrosione.

2. MODiFiChE DEi LivELLi LACusTRi E DELLA piAnA DEL sARCA

Per meglio capire i cambiamenti ambientali che

La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento) e considerazioni su altre malacofaune del V millennio a. C. dell’Italia settentrionale

alberto GiRod

via Ponte Tresa 7/a, 6924 Sorengo, Svizzera

E-mail dell’Autore per la corrispondenza: fraberto.girod@gmail.com

RiaSSUnTo - La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento) e considerazioni su altre malacofaune del V millennio a. C.

dell’Italia settentrionale - il sito di Riva del Garda, via Brione (nel testo RvB) è importante per lo studio paleoambientale dell’ Alto Gar- da nel periodo vBQ. i reperti sono molto numerosi e vi è un’abbondanza di individui d’acqua dolce sempre mescolati con malacofauna terrestre. L’esame approfondito di entrambe queste faune permette di valutare le modifiche dei livelli lacustri del lago di Garda e definire l’ambiente terrestre come xerico. Le malacofaune di altri siti del v millennio a.C. consentono ulteriori considerazioni: in Liguria la diversa gestione del territorio e la modifica dei suoli causano un impoverimento generalizzato delle specie di bosco e la riduzione degli ambienti adatti alla rupicola Chilostoma cingulatum. nel resto dell’italia Settentrionale la malacofauna esprime le differenti vicende idrologiche e storiche di ogni sito e risente dell’intensità e della durata della frequentazione antropica.

suMMARy - The malacofauna of the SMP di Riva del Garda (Trento) site and some considerations about other malacofaunae of the V millennium b. C. - The Riva del Garda, via Brione site is important to the palaeo-environmental study of the Alto Garda in the sMp period.

The findings are very numerous and there is abundance of freshwater individuals always mixed with terrestrial malacofauna. The in-depth examination of both these faunae makes it possible to evaluate the changes of the Garda lake levels and to define the terrestrial environ- ment as one of a xeric type. The malacofaunae of other v millennium b. C. sites allow for further considerations: in Liguria the different management of the territory and the modification of soils bring about a generalized impoverishment of the wood species and the reduction of environments which are suited to the rupicolous Chilostoma cingulatum. in the rest of northern italy the malacofauna expresses the different hydrologic and historic events of each site and reflects the intensity and duration of the anthropic frequentation.

Parole chiave: Riva del Garda, malacofauna terrestri e dulcicole, neolitico vBQ, paleoambiente Key words: Riva del Garda, land and freshwater molluscs, neolithic sMp, palaeo-environment

(2)

286 Girod La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento)

emergono dalle successive osservazioni sulle componenti malacologiche, occorre riferirsi brevemente alle modifiche dei livelli lacustri del lago di Garda nel corso dell’olocene e a quelli dell’alveo del Fiume sarca. L’evoluzione geomor- fologica del bacino benacense é consistita in una progressi- va diminuzione dei livelli del lago di Garda. alcuni residui di linee di riva relitte si trovano fino a 15 m sopra il livello odierno del Benaco e si suppone che i livelli più alti si sono formati tra 15000 e 10000 anni BP. Successivamente, in base alle concrezioni orizzontali a Gasteropodi che sovrastano il lago e in base agli insediamenti preistorici vicino alla costa, il livello medio del Garda sopra quello attuale (65 m s.l.m.) è collocabile a 4,5 m nel 10.070±70 anni BP non cal. (To- 4136), a 3 m durante il neolitico Antico (10290±80 Bp non cal. (TO-4902) e a 1,5 m nel 6.140±60 anni Bp non cal.

(TO-4766) (Baroni & Marchetti 1997; Baroni 2010). in con- temporanea con l’abbassamento del livello lacustre si verifi- ca l’avanzamento per apporto di sedimenti del delta del Fiu- me Sarca che sfociava nella piana dell’attuale Riva del Garda anziché verso Torbole (Bassetti et al. 2013, Fig. 2).

Tab. 1 - Raggruppamento delle USS con malacofauna in base alla loro appartenenza alle fasi di sviluppo del sito.

Tab. 1 - Numbers of contexts containing molluscs grouped ac- cording to the archaeological phases of the site they belong to.

Tab. 2 - Riva del Garda, RVB. Elenco dei molluschi terrestri e numero di individui.

Tab. 2 - Riva del Garda, RVB. List of terrestrial molluscs and numbers of individual.

Fig. 1 - sezione nr 11 dello scavo. nei cerchi i numeri delle uss significative sotto il profilo geomorfologico e archeologico. us 3 col- luvi con reperti di età romana; US 18 suolo di età romana; US 19 ghiaino alluvionale corrispondente all’abbandono del sito; US 42 strato organico antropizzato; US 39 strato limoso-sabbioso; US 43 entisuolo, regressione delle acque lacustri; US 53 ghiaie e ciottoli substrato messo in posto dall’acqua (disegno n. Degasperi & C. Maggioni, modificato).

Fig. 1 - Section 11 of the excavation. Numbers of geomorphologically and archaeologically significant contexts are circled. Context 3, colluvium with Roman finds; Context 18, Roman soil; Context 19, alluvial gravel corresponding to the site’s abandonment; Context 42, organic layer associated with human activity; Context 39, sandy silt layer; Context 43, entisol, lacustrine regression; Context 53, substrate of water-deposited gravel and pebbles (drawing N. Degasperi & C. Maggioni, modified).

Fase 4 Us 3, 23, 24

colluvi, laterizi di età romana Fase 3 Us 16-1° taglio, colluvi

componenti biologiche e artificiali Fase 2 Us 4=16-2° taglio, 36, 42, 46, 48, 7

insediamento vBQ, manufatti e resti faunistici Fase 1 Us 16 base, 8=43, 39, 47, 55, 56, regressione

delle acque lacustri, insediamento vBQ

Specie terrestri numero

individui

Cochlostoma sp. 3

Pomatias elegans (Müller, 1774) 58

Cochlicopa lubrica (Müller, 1774) 1

Vertigo antivertigo (Draparnaud, 1801) 1 Columella edentula (Draparnaud, 1805) 1 Granaria illyrica (Rossmässler, 1837) 163 Chondrina megacheilos (De Cristofori & Jan, 1832) 1

Vallonia costata (Müller, 1774) 3

Vallonia pulchella (Müller, 1774) 71

Chondrula tridens (Müller, 1774) 3136

Jaminia quadridens (Müller, 1774) 1

Zebrina detrita (Müller, 1774) 145

Oxychilus clarus (held, 1837) 3

Cecilioides acicula (Müller, 1774) 51

Cochlodina sp. 1

Macrogastra sp. 1

Fruticicola fruticum (Müller, 1774) 5

Xerolenta obvia (Menke, 1828) 5696

Cernuella cisalpina (Rossmässler, 1837) 11157

Monacha cartusiana (Müller, 1774) 1

Cepaea nemoralis (Linnaeus, 1758) 40

helicidae 3

Helix cincta Müller, 1774 3

ToT 20545

(3)

Fig. 2 - Ricostruzione paleoambientale della porzione settentrionale del Lago di Garda. A) inizio del Tardoglaciale ; B) antecedente all’oc- cupazione neolitica di RvB; C) contemporanea all’occupazione neolitica di RvB. La posizione del sito RvB è indicata dal punto nero (da Bassetti et al. in stampa).

Fig. 2 - Palaeoenvironmental reconstruction of the northern part of Lake Garda. A) early Late Glacial; B) before the Neolithic occupation of RVB; C) contemporary with the Neolithic occupation of RVB. The position of the RVB site is indicated by the black dot (from Bassetti et al. in press).

Tab. 3 - Malacocenosi e habitat delle specie terrestri.

Tab. 3 - Associations and habitats of terrestrial species.

associazione habitat specie

igrofila zone molto umide

a acquitrini, prati bagnati, sponde con ricca vegetazione Vertigo antivertigo Columella edentula

endogena

B ambienti aperti, siti asciutti, soleggiati senza boscaglia Cecilioides acicula

fiticola

C boschi a latifoglie sciafile, suoli umidi e smossi, lettiera, legnami marcescenti

Oxychilus clarus Cochlodina sp.

Macrogastra sp.

d bosco eliofilo localmente semi-aperto, radure, suoli medio-umidi Fruticicola fruticum Cepaea nemoralis

Helix cincta

mesofila e specie petricole di zone ombrose, fresche, suoli medio-umidi

Cochlostoma sp.

Cochlicopa lubrica Chondrina magacheilos

Pomatias elegans

euriecia, spazi aperti

F 1 margini dei boschi, prati,suoli umidi Vallonia pulchella

F 2 suoli soleggiati, asciutti, xerofili Vallonia costata

meso-xerofila

G spazi aperti, soleggiati, asciutti, praterie, detriti calcarei

Granaria illyrica Chondrula tridens Jaminia quadridens

Zebrina detrita Xerolenta obvia Cernuella cisalpina Monacha cartusiana

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288 Girod La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento)

Per le vicende morfologiche e sedimentarie il sito RvB acquisisce così il carattere “transizionale” di ambiente di delta fluviale in prossimità della riva lacustre lontana de- cine di metri più a valle e ove si verificano delle fluttuazioni della linea di riva che interagiscono con l’apporto di acqua fluviale. si è pertanto in presenza di malacocenosi tra le più difficoltose da interpretare a causa dell’accentuato idrodina- mismo dell’area soggetta ad intensi quanto repentini apporti fluviali e a conseguenti rimescolamenti del fondale lacustre in zona deltizia (Dominici & Zuschin 2005).

3. MALACOFAunA TERREsTRE

si riconoscono 6 principali associazioni: igrofila, sotterranea, fiticola, mesofita, euriecia di spazi aperti, xe- rofila (Tab. 2).

al loro interno si individuano 8 habitat relativi a

specie che hanno preferenze più o meno accentuate verso determinati microambienti. nonostante la grande quantità di individui le specie non sono tuttavia sufficienti a con- sentire la suddivisione tra ulteriori associazioni poiché si perderebbe di vista il quadro d’insieme (Tab. 3).

Le specie importanti nel complesso stratigrafi- co sono Chondrula tridens, Xerolenta obvia, Cernuella cisalpina. insieme a Granaria illyrica e Zebrina detrita esse denotano un ambiente prevalentemente xerico di spa- zi aperti e soleggiati, su suoli asciutti detritici calcarei e con vegetazione erbacea e arbustiva, scarsamente alberata (Fig. 3).

Questa associazione xerofila , sempre dominante, ha frequenze che oscillano tra il 98,84 % nella fase 1 antica e 87,88 % nella fase 4 tarda di colluvi/età romana (Fig. 4).

Le specie considerate di bosco eliofilo, Fruticicola fruticum, Cepaea nemoralis, vivono in ambienti poco bo- scati, in radure e spazi luminosi. Sono da considerare come Fig. 3 - Riva del Garda, RvB. Frequenze percentuali delle specie terrestri.

Fig. 3 - Riva del Garda, RVB. Percentage frequencies of terrestrial species.

Fig. 4 - Riva del Garda, RvB. Evoluzione delle malacocenosi terrestri. per le sigle che le designano si rimanda alla Tab. 3. La scala dai valori percentuali è da 0 a 5 per A, C, D, F2. Da 0 a 10 per E, F1. Da 0 a 100 per G.

Fig. 4 - Riva del Garda, RVB. Evolution of the terrestrial mollusc communities. For abbreviations, see Tab. 3. Percentages range from 0 to 5 for A, C, D, F2; from 0 to 10 for E, F1; from 0 to 100 for G.

0,06

0 1 2 3 4 5

4

3

2

1

%

fasi

A

0,03

0,40

0 % 1 2 3 4 5

C

0,1

0,2

0 % 1 2 3 4 5

D

6,1 0,8

0,2 0,2

0 % 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

E

6,1 1,0

0,2 0,5

0 2 4 6 8 10

% F 1

0,007

0,089

0 % 1 2 3 4 5

F 2

87,88

96,76

99,35 98,75

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

% G

0,015 0,283 0,005 0,005 0,005 0,793 0,005 0,015 0,346 15,26 0,005 0,706 0,015 0,248 0,005 0,005 0,024 27,72

54,31

0,005 0,195 0,015

0 10 20 30 40 50 60

Cochlostoma sp. Pomatias elegans Cochlicopa lubrica Vertigo antivertigo Columella edentula Granaria illyrica Chondrina megacheilos Vallonia costata Vallonia pulchella Chondrula tridens Jaminia quadridens Zebrina detrita Oxychilus clarus Cecilioides acicula Cochlodina sp. Macrogastra sp. Fruticicola fruticum Xerolenta obvia Cernuella cisalpina Monacha cartusiana Cepaea nemoralis Helix cincta

%

frequenza specie terrestri

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un naturale corollario alla fauna xerofila.

Le tre componenti di bosco sciafilo, con suolo umi- do e con lettiera, Oxychilus clarus, Cochlodina sp. e Ma- crogastra sp. sono estranee agli ambienti descritti e la loro presenza è collegabile a trasporto idrodinamico da ambienti più boscati e distanti dal sito di Riva, così come i pochi individui delle specie mesofile Cochlostoma sp. e Chondri- na megacheilos di ambiente prettamente petricolo. Queste ultime, insieme a Cochlicopa lubrica, Vertigo antivertigo, Columella edentula, Vallonia pulchella, tutte di suoli umi- di, hanno un leggero incremento nelle fasi tarde 3 e 4 (Fig.

4). Cecilioides acicula, specie endogena di origine recente e che penetra nel terreno profondo, talora per oltre un me- tro e mezzo insieme agli apparati radicali della vegetazione erbacea, è stata scartata dall’elaborazione statistica.

Si delinea un quadro paleoambientale terrestre do- minato da suoli asciutti, ben esposti e soleggiati con co- pertura di tipo erbaceo, parzialmente arbustivo e con pochi alberi.

4. MALACOFAunA D’ACQuA DOLCE (TAB. 4) l’ecosistema acquatico è meno schematizzabile di quello terrestre per il fatto che la circolazione delle acque collega vari habitat, ne diluisce le differenze fisico-chimi- che e trofiche, tantoché molte specie dulcicole sono poco adatte come indicatori, poiché vivono in una pluratilà di ambienti (Girod 2001).

le specie sono state raggruppate in relazione alla loro ecologia, seguendo un percorso teorico in cui si con- siderano dapprima le specie di acque con buon idrodina- mismo, poi quelle di acque lotiche (zone deltizie fluviali e lacustri), infine quelle di acque stagnanti (Castagnolo et al.

1980; Girod et al. 1980) (Fig. 5; Tab. 5).

anche tra i molluschi dulcicoli alcune specie sono dominanti nel complesso stratigrafico: Theodoxus fluviati- lis, Bithynia tentaculata e Valvata piscinalis (Fig. 6).

all’habitat di rhithron e potamon cioè fluvio-lacu- stre vengono assegnate due specie. Theodoxus fluviatilis, elemento di geologie calcaree e di substrati duri; vive nel Benaco in stazioni litoranee ma non colonizza acque pro- fonde. Ancylus fluviatilis, specie di acque tendenzialmen- te poco trofiche, di torrente e fiume così come di ambienti lotici; l’unico individuo ben conservato è stato fluitato nel

sito da una zona non distante se si considera la fragilità della sua conchiglia.

l’ambiente lotico che comprende l’insieme di ac- que deltizie fluviali e lacustri, ospita Planorbis planorbis e Valvata piscinalis. Quest’ultima, pur presente in litorali di varia tipologia, con ghiaia o limo protetti da Phragmites e Thypha oppure su scanni più esposti, raggiunge frequen- ze significative solo sui fondali lacustri (Girod et al. 1977;

annoni et al. 1978 a; 1978 b). È nota la sua abbondanza nei popolamenti a profondità variabili tra i 2 e 15 metri e la sua progressiva quasi unicità fino a ca. 40 m oltre i quali le campionature in profondità con vari tipi di benne hanno recuperato solo conchiglie vuote (Fehlmann 1911;

Favre 1927). in sedimenti olocenici di crete lacustri e limi argillosi l’accumulo di nicchi di Valvata piscinalis è sem- pre consistente ed è ritenuta un buon indicatore di ambienti chiaramente lacustri (Favre 1935; Coraggia Castiglioni &

Toffoletto 1958; Girod 1972, 2000 a ).

Bithynia tentaculata, specie euriecia, è presente in habitat con caratteristiche varie di idrodinamismo e trofia,

Fig. 5 - successione schematica degli habitat fluviolacustri.

Fig. 5 - Schematic succession of fluvio- lacustrine habitats.

Tab. 4 - Riva del Garda, RVB. Elenco dei molluschi acquatici e numero di individui.

Tab. 4 - Riva del Garda, RVB. List of aquatic molluscs and num- bers of individuals.

Specie dulcicole numero individui

Theodoxus fluviatilis (Linnaeus, 1758) 1220 Bithynia tentaculata (Linnaeus, 1758) 5180 Valvata piscinalis (Müller, 1774) 11043 Lymnaea stagnalis (Linnaeus, 1758) 26 Lymnaea truncatula (Müller, 1774) 3 Lymnaea auricularia (Linnaeus, 1758) 123 Planorbis planorbis (Linnaeus, 1758) 22 Planorbarius corneus (Linnaeus, 1758) 2 Ancylus fluviatilis Müller, 1774 1

Unio sp. 18

Pisidium amnicum (Müller, 1774) 81

ToT 17719

(6)

290 Girod La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento)

si spinge fino ai 25 m ca. di profondità creando accumuli di conchiglie vuote che ne fanno spesso la seconda specie in ordine d’importanza in tanatocenosi quaternarie dopo Valvata piscinalis. Queste tre specie, Theodoxus, Valvata, Bithynia, hanno cedimenti più o meno vistosi della struttura conchigliare nelle fasi antiche 1 e 2, collegabili a perma- nenza nelle deposizioni su fondi lacustri; mostrano pure dei piccolissimi fori causati dall’azione corrosiva degli appa- rati radicali di vegetazione erbacea nella successiva fase di abbassamento del livello del lago e di emersione.

Lymnaea auricularia Lymnaea truncatula, Lymnaea stagnalis e Planorbarius corneus sono infine delle specie che si ritrovano spesso insieme in acque a basso idrodinamismo e ad elevata trofia, buone indicatrici di rive lacustri o fluviali protette così come di ambienti lentici come stagni e paludi.

5. COnCLusiOni pER RivA DEL GARDA nel sito RvB il rapporto tra le due malacofaune, terre- stre e d’acqua dolce, varia nel tempo. il contingente dulcicolo è maggioritario nella fase 1 antica, diventa paritetico nella fase 2, scende a valori bassi tra 12 e 11 % nelle fasi tarde 3 e 4 (Fig. 7).

nella malacofauna d’acqua dolce vi è una continua mescolanza di ambienti, molto evidente nelle fasi 1 e 2, in diminuzione nelle successive fasi 3 e 4, allorché gli el- ementi di fondale sono preponderanti.

il calo progressivo della fauna dulcicola lacustre-an- tica nei confronti di quella terrestre viene interpretato, sulla

base delle considerazioni geomorfologiche, come il risulta- to della regressione dei livelli lacustri del lago di Garda nel periodo che precede l’occupazione neolitica (Cavallin et al.

1997; Felber et al. 1998). nello stesso periodo avviene la deposizione delle conchiglie terrestri meno antiche accu- mulate sui terreni xerici del sito o dilavate da quelli circo- stanti. Un loro abbondante accumulo sulle rive di un lago è inusuale in tempi brevi e si ipotizza un folto popolamento delle due specie xerofile intorno alla vegetazione arbustiva, così come una loro pluriennale deposizione al suolo.

il sito di Riva via Brione appare come un insedia- mento scelto molto oculatamente: ambiente di transizione, tra fiume e lago ove probabilmente la linea di riva neolitica poteva situarsi poche decine di metri più a valle dello scavo.

6. ALTRE MALACOFAunE in siTi dell’iTalia SeTTenTRionale

i reperti malacologici sono stati recuperati di rado nonostante molti anni da scavi ed un numero elevato di siti.

le poche malacofaune studiate e pubblicate sono distribu- ite su un ampio territorio che dalla Liguria arriva fino al Friuli-venezia Giulia.

6. 1. Liguria

Conosciamo la malacofauna di 5 grotte poste a di- stanze dalla costa e a quote differenti. Le stratigrafie ab- Tab. 5 - Associazioni e habitat delle specie dulcicole con riferimento all’idrodinamismo delle acque fluvio-lacustri.

Tab. 5 - Associations and habitats of freshwater species with reference to the hydrodynamism of river and lake environments.

associazione habitat specie

rhithron potamon h acque con buon idrodinamismo, ossigenate, substrati solidi, epiphyton

e alghe Theodoxus fluviatilis

Ancylus fluviatilis

epipotamon metapotamon hypopotamon

i acque con scarso idrodinamismo, vegetazione sommersa Valvata piscinalis Planorbis planorbis

metapotamon hypopotamon lentico l rive protette, acque calme, stagni, Lymnaea stagnalis

Lymnaea truncatula

epipotamon hypopotamon lentico M specie ubiquitarie, sia in acque correnti che lotiche e di stagno

Lymnaea auricularia Bithynia tentaculata

Unio sp.

Pisidium amnicum

lentico n stagni, paludi, acque temporanee Planorbarius corneus

(7)

bracciano periodi più o meno lunghi dell’olocene ma in tutte si trovano evidenze attribuite al v millennio a.C. (Gi- rod & Maggi 2005).

in val Pennavaira quasi in vetta a 550 m di quota vi è la grotta del Pertusello. i molluschi del liv. 3, postu- mi alla fase dei vBQ, hanno una composizione più ricca rispetto ai precedenti 7 secoli del Liv. 4 (Fig. 8 A). Alle specie fiticole si aggiungono forme mesofile e Pomatias elegans, con progressiva riduzione tuttavia di Chilostoma cingulatum (studer 1820) che, prettamente rupicolo, risen- te negativamente dei cambiamenti del territorio, scalvatu- ra, diradamento del bosco e conseguente meno ombrosità e frescura sugli affioramenti rocciosi.

Sempre nell’alta val Pennavaira, sul versante set- tentrionale di una parete rocciosa che si affaccia sul solco torrentizio, si apre l’arma dello Stefanin. Sono ormai scar- se le evidenze antropiche dopo l’occupazione dei cacciatori mesolitici. la malacofauna alla testa del liv. 2 è composta da Discus rotundatus (Müller 1774), Oxychilus cf. dra- parnaudi (Beck 1837), due specie eutroglofile ben adattate all’ambiente umido e semibuio delle grotte; inoltre alcu- ne Milax e Limax. Sono ormai estinte da circa 2 millenni (Livv. 4, 4a, 4c) le popolazioni della rupicola Chilostoma cingulatum e della fiticola Helicodonta obvoluta (Müller 1774) (Fig. 8 B). Ciò é indice di un bosco aperto (Girod 1987).

verso il fondovalle della val Pennavaira, a 150 m di quota, troviamo l’arma di nasino, più vicina allo sboc- co delle valli fluviali e con esposizione più favorevole.

la struttura della malacofauna del liv. 7 non si discosta molto da quella del vii millennio, né da quella dei livelli successivi (Fig. 9 A). La riduzione del bosco e la diversa destinazione del territorio con allevamento di bovini e ovi- ni, scalvatura delle latifoglie, presenza della lecceta, sono situazioni ben documentate con una forte presenza di una specie ubiquitaria, euriecia, mesofila, Pomatias elegans

che sempre si avvantaggia rispetto alle altre specie, in par- ticolare di quelle fiticole, tanto da dover essere conteggiata separatamente (Girod 2000 b). La rupicola Chilostoma cin- gulatum è in calo, mentre si stabilizza Solatopupa similis (Bruguière 1792) pure rupicola.

passando al Finalese, con l’Arma dell’Aquila che si apre tra dorsali rocciose a 250 m di quota e in posizione esposta, il popolamento fiticolo e quello rupicolo (tagli 3, 3-i, 4, 5, 5-vi) sono in sofferenza e diminuzione rispetto al millennio che precede, per le stesse cause evocate per il Pertusello e per l’arma di nasino. Sopravvive qualche Oxychilus draparnaudi (Fig. 9 B). La destinazione residen- ziale della cavità, nonché la notevole pressione antropica sul territorio, creano una certa banalizzazione dell’habitat e una presenza maggioritaria di Pomatias elegans (Girod, 1988).

Alla Caverna delle Arene Candide, nella prima metà del v millennio a.C. (Livv. 17, 18) le rupicole con Chilostoma cingulatum e Solatopupa similis hanno un tracollo, mentre si notano un incremento della specie eu- troglofila Discus rotundatus, la quasi definitiva scomparsa della xerofila mediterranea e dunicola Theba pisana (Mül- ler 1794) e ancora una volta il sopravvento di Pomatisa ele- gans (Fig. 8 C). non sono l’uso discontinuo e la frequenta- zione saltuaria della grotta a provocare questi cambiamenti, bensì l’incremento di specie vegetali pirofile, la diminuzio- ne delle essenze forestali e l’inizio della formazione della macchia mediterranea oltre alla scomparsa dell’ambiente di duna e la formazione di retrodune umide lungo la costa (Girod 1997; Girod & Maggi 2005) .

in liguria i cambiamenti che intervengono nella de- stinazione delle grotte e nella gestione dei suoli influenzano la malacofauna, creando condizioni sfavorevoli alle specie di bosco, alla rupicola Chilostoma cingulatum, banalizzan- do gli habitat tanto da favorire l’incremento delle popola- zioni di Pomatias elegans.

6,89 29,23

62,32

0,15 0,02 0,69 0,12 0,01 0,01 0,10 0,46

0 10 20 30 40 50 60 70

Theodoxus fluviatilis Bithynia tentaculata Valvata piscinalis Lymnaea stagnalis Lymnaea truncatula Lymnaea auricularia Planorbis planorbis

Planorbarius corneus Ancylus fluviatilis Unio sp. Pisidium amnicum

%

frequenza specie dulcicole

Fig. 6 - Riva del Garda, RvB. Frequenze percentuali delle specie d’acqua dolce.

Fig. 6 - Riva del Garda, RVB. Percentage frequencies of freshwater species.

(8)

292 Girod La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento)

6. 2. Siti in Padania

Bancole, poco a nord di Mantova contiene evidenze della cultura vBQ (Gra 9755, 5710±50 uncal BP; 4690- 4450 cal a.C. 2σ). si tratta di un pozzo con 2 sepolture.

Benchè per esperienze passate la malacofauna di un solo pozzetto non sia mai del tutto indicativa di un ambiente (Girod, 1982), ciò che appare chiaro è che il pozzetto ha attirato soprattutto alcune specie mesofile (39,3%), xerofile (32,1%) oltre ad elementi fiticoli e di lettiera (14,3 %), tra i quali Helicodonta obvoluta. le poche specie acquatiche sono collegate a esondazioni del Fiume Mincio (Fig. 10 A).

l’insieme della malacofauna che comprende l’ubiquitaria Pomatias elegans (7,1%), esprime una situazione di suoli

aperti e soleggiati con vegetazione arbustiva ed erbacea,.

il liv 2 taglio iii che ingloba parzialmente il pozzetto, non si discosta molto da questo quadro ambientale, con un in- cremento delle specie mesofile Aegopinella minor (Stabi- le 1864), Oxychilus hydatinus (Rossmässler 1838), Helix pomatia linnaeus 1758 e di Pomatias elegans (starnini &

voytek 2005; Girod 2005).

Bazzarola (Reggio Emilia). Dai tagli 12 e 13 (us.

259 bis, riempimento di un fossato), provengono evidenze di ceramica vBQ (Tirabassi 2003 a, 2003 b). Questa us soggiace all’US 258 che è stata radiodatata (Beta-195393, 4900±120 non cal. Bp). È’ il punto della stratigrafia che contiene il maggior numero di individui (643) appartenenti a 30 specie (Girod 2003-2004). si riconoscono 6 diverse cenosi: acquatica, igrofila, di suoli umidi e di bosco sciafilo tra cui Carychium tridentatum (Risso 1826), Orcula dolium (draparnaud 1801), Achantinula aculeata (Müller 1774), Punctum pygmaeum (Draparnaud 1801), Discus rotunda- tus , varie Clausilie, Helicodonta obvoluta. infine vi sono elementi di bosco più aperto con radure tra i quali domina- no Acicula lineolata (pini 1884) e Pomatias elegans. infine specie di ambienti xerofili (Fig. 10 B). i tagli del deposito sottostante (tgl. 14, 15, 16) erano costituiti da suoli argil- loso-limosi nei quali la malacofauna era in ripresa dopo il crollo in corrispondenza di suoli sabbiosi. nel periodo del vBQ che coincide con la fase ipsitermica dell’atlantico, il sito si è nuovamente arricchito di una vegetazione arborea a latifoglie caduche e la biodiversità è ormai massima tra quelle qui osservate durante il neolitico e periodi successi- vi. Un corso d’acqua scorreva sempre accanto al sito.

6. 3. La Vela di Trento.

nell’area degli scavi condotti nel 1975 e 1976 (la vela iii) le uss contrassegnate dai numeri 1, 1-i, 1-ii, 1-iii e 2 sono attribuite alla fase vBQ (Kia 30554, 4990-4850 cal a.C. 1σ; KiA 30555, 4935-4835 cal a.C. 1σ ) (Mottes

& Rottoli 2006). il sito ha suoli esposti e sottosuoli ten- denzialmente umidi in cui Vallonia pulchella è specie do- minante. in superficie esistono ampi spazi aperti e soleg- giati adatti alla xerofila Chondrula tridens (Fig. 11 A). il territorio in origine boschivo con Fagus e Quercus è stato trasformato con il disboscamento per far spazio a culture, pascolo e allevamento; da ciò risulta una cenosi malaco- logica banalizzata. Gli arbusti, tra i quali abbonda il mag- giociondolo e alcune specie arboree che producono ombra e lettiera (Cottini & Rottoli, 2010) creano micronicchie per molluschi di suoli umidi e di bosco Carychium tridentatum, Cochlicopa lubrica (Müller 1774), Punctum pygmaeum, Aegopinella pura (Alder 1830).

il complesso del neolitico vBQ de la vela viii é co- stituito da fondi di capanna, focolari, buche di palo (US 41, KiA 30560, 4770-4610 cal a.C. 1σ) (Degasperi et al. 2006;

Mottes 2007). Rispetto alle unità stratigrafiche più antiche, vi è un calo nella malacofauna a livello di abbondanza di in- dividui (nMi 110 contro 403) probabilmente imputabile alla diversa destinazione del territorio. È importante l’associa- zione di bosco eliofilo insieme all’associazione xerofila, in particolare con Chondrula tridens.. la crescita del villaggio neolitico vBQ in posizione secondaria accentua il disturbo tra le specie di bosco sciafilo, pure sempre presenti, men- tre l’associazione mesofila di bosco più aperto e luminoso e quella xerofila con Granaria illyrica, Chondrula tridens ed

terrestri 88%

dulcicoli 12%

Fase 3

terrestri 51%

dulcicoli

49% Fase 2

terrestri dulcicoli 44%

56%

Fase 1

terrestri 89%

dulcicoli 11%

Fase 4

Fig. 7 - Riva del Garda, RvB. Raffronto delle frequenze percen- tuali delle malacofaune terrestri e dulcicole nelle quattro fasi di crescita del sito.

Fig. 7 - Riva del Garda, RVB. Comparison between percentage frequencies of terrestrial and freshwater mollusc faunas during the four periods of site growth.

(9)

fiticola 36%

P. elegans 5%

mesofila 4%

C. cingulatum 55%

Pertusello liv. 3

fiticola 28,6%

cingulatum C.

71,4%

Pertusello liv. 4

A

fiticola 89,4%

mesofila 4,5%

C. cingulatum 6,1%

Stefanin livv. 4, 4a, 4c fiticola 91,9%

mesofila 8,1%

Stefanin liv. 2

B

fiticola 1,7%

P. elegans 5,1%

mesofila 16,9%

rupicola 67,8%

xerofila 8,5%

Arene Candide livv. 19, 20, 21 fiticola

6,9%

P. elegans 48,5%

mesofila 27,7%

rupicola 9,9%

xerofila 6,9%

Arene Candide livv. 17, 18

C

Fig. 8 - Liguria. Evoluzione delle malacofaune nelle fasi antecedenti e corrispondenti al v millennio a.C. A) Grotta del pertusello. B) Arma dello stefanin. C) Caverna delle Arene Candide.

Fig. 8 - Liguria. Evolution of mollusc faunas during phases of the 5th millennium BC and earlier. A) Grotta del Pertusello. B) Arma dello Stefanin. C) Caverna delle Arene Candide.

Fig. 9 - Liguria. Evoluzione delle malacofaune nelle fasi antecedenti e corrispondenti al v millennio a.C. A) Arma di nasino. B) Arma dell’Aquila.

Fig. 9 - Liguria. Evolution of mollusc faunas during phases of the 5th millennium BC and earlier. A) Arma di Nasino. B) Arma dell’Aquila.

fiticola 25,7%

P. elegans 59,0%

mesofila 8,7%

rupicola 5,5%

xerofila 1,1%

Nasino liv. 8 fiticola 19,4%

P. elegans 68,1%

mesofila 7,6%

rupicola 4,9%

Nasino liv. 7 fiticola 15,7%

P. elegans 73,5%

mesofila 4,8%

rupicola 4,8%

xerofila 1,2%

Nasino liv. 6

fiticola 22,7%

P. elegans 61,7%

mesofila 4,3%

C. c ingulatum

11 ,3 %

Aquila livv 5 - 5 VI P. elegans

81,8%

mesofila 9,1%

C. cingulatum 9,1%

Aquila liv. 4 fiticola

12%

P. elegans mesofila 56%

8%

C. cingulatum 8%

xerofila 16%

Aquila livv 3 - 3 I

A B

(10)

294 Girod La malacofauna del sito VBQ di Riva del Garda (Trento)

Aegopinella pura acquistano importanza. vengono a manca- re le specie di sottosuolo umido e le dulcicole. l’ambiente è più secco. Sembra che si tratti di occupazioni reiterate del sito magari anche non continuative e con diversa disloca- zione dei nuclei di capanne, dei campi e del sepolcreto, tanto da consentire la sopravvivenza di Helicodonta obvoluta, un elemento di lettiera, sensibile al disboscamento e al disturbo antropico prolungato (Fig. 11 B).

6. 4. Bassa pianura friulana

Bannia - palazzine di sopra (pordenone)

il materiale malacologico proviene da numerose fosse e pozzetti (strutture dalla nr 6 alla 12 più quelli della zona nW) le cui datazioni oscillano tra 4520-4370 cal a.C. 1σ e 4240- 3960 cal a.C. 1σ (Tasca & visentini, 2005). i reperti sono stati studiati da M.M. Giovannelli (Giovannelli 2005) al cui lavoro si rimanda e qui rielaborati graficamente. L’elemento carat- terizzante il popolamento a molluschi è Lucilla syngleiana (pilsbry 1890) (noto in bibliografia come Helicodiscus (He- betodiscus) singleyanus), specie endogena ritenuta elemento inquinante, data la sua introduzione e diffusione in epoca sto- rica (Giusti 1976: 309) (Fig. 11 C). Da ciò la necessità, come già accade con l’altra specie endogena ed inquinante Cecilio-

ides acicula e come avvenuto durante lo studio della mala- cofauna di Bancole, di eliminare entrambe dall’elaborazione statistica o perlomeno valutarle criticamente. la diffusione di L. syngleiana nell’italia del nord coinvolge anche aree del veneto e Friuli (pezzoli 1985). La valutazione paleoambien- tale si restringe pertanto a 5 specie delle quali due acquatiche (Theodoxus sp. e Bithynia tentaculata). L’abbondanza rela- tiva di Vallonia pulchella nel sottosuolo a cui si affiancano Chondrula tridens e Limax sp. sulla superficie del terreno e i due elementi dulcicoli, lasciano intendere dei terreni esposti e sfatti con copertura erbacea e scarsa vegetazione arbustiva e sottosuoli più umidi per presenza di acqua nei dintorni del sito. la scarsità di specie ed individui è rapportabile alle ca- ratteristiche di deposizione naturale selettiva nelle buche. il giudizio generale su questo sito è che «potrebbe trattarsi di un contesto meno saldamente legato all’uso continuativo del territorio, ovvero la testimonianza di una comunità non del tutto sedentaria» (visentini 2005: 171)

7. COnCLusiOni GEnERALi

non ci sono situazioni omogenee per la malacofauna del v millennio a.C. in quanto in ogni sito essa rappresen- Fig. 10 - Regione padana. Evoluzione delle malacofaune nelle fasi che coinvolgono il v millennio a.C. A) Bancole (Mn). B) Bazzarola (RE).

Fig. 10 - Po Plain region. Evolution of mollusc faunas during phases that date at least partly to the 5th millennium BC. A) Bancole (MN). B) Bazzarola (RE).

Girod A. Fig. 10 rifatta

acquatica

7% bosco

sciafilo 13%

P.elegans 6%

mesofila 32%

sottosuolo asciutto

3%

xerofila 39%

Bancole Pit 1 acquatica

4%

riparia 1%

suoli umidi 1%

bosco sciafilo 3%

P. elegans 10%

mesofila 12%

sottosuolo asciutto

32%

xerofila 37%

Bancole liv. 2 taglio III

acquatica 1% igrofila

7%

suoli umidi 20%

bosco sciafilo 13%

A.lineolata 29%

P.elegans 24%

bosco eliofilo

4%

xerofila 2%

Bazzarola US 259 bis tagli 12 - 13

acquatica 3,7%

igrofila 0,3%

suoli umidi 26,2%

bosco sciafilo 8,1%

A.lineolata 28,7%

P.elegans 23,5%

bosco eliofilo

8,7%

xerofila 0,8%

Bazzarola tagli 14 - 15 - 16

A B

Girod A. Fig. 10 rifatta

acquatica

7% bosco

sciafilo 13%

P.elegans 6%

mesofila 32%

sottosuolo asciutto

3%

xerofila 39%

Bancole Pit 1 acquatica

4%

riparia 1%

suoli umidi 1%

bosco sciafilo 3%

P. elegans 10%

mesofila 12%

sottosuolo asciutto

32%

xerofila 37%

Bancole liv. 2 taglio III

acquatica 1% igrofila

7%

suoli umidi 20%

bosco sciafilo 13%

A.lineolata 29%

P.elegans 24%

bosco eliofilo 4%

xerofila 2%

Bazzarola US 259 bis tagli 12 - 13

acquatica 3,7%

igrofila 0,3%

suoli umidi 26,2%

bosco sciafilo 8,1%

A.lineolata 28,7%

P.elegans 23,5%

bosco eliofilo

8,7%

xerofila 0,8%

Bazzarola tagli 14 - 15 - 16

A B

(11)

ta correttamente una situazione locale che risente di assetti precedenti, di un uso specifico del territorio, della presenza di corsi d’acqua, della frequentazione antropica più o meno continuativa ed assidua. in molti siti coesistono specie di bo- sco sciafilo accanto a quelle maggioritarie di ambienti più aperti, mesobi e xerobi. Questo aspetto è meglio compren- sibile alla luce di quanto sottolinea Cremaschi (Cremaschi in stampa) circa l’uso del suolo nel neolitico in padania e cioè che «una volta che il tratto di suolo disboscato in pros- simità dei villaggi avesse perso i nutrienti a seguito della coltivazione, si rendeva necessario reperire nuovo suolo fer- tile disboscando un ulteriore tratto di bosco………; questo modo di procedere…..non comprometteva la densa copertu- ra boschiva allora imperante nella pianura padana……L’in- tervento antropico non perdura mai abbastanza a lungo da mettere in crisi il manto forestale in modo permanente…».

È’ palese la differenza con le situazioni dell’Oloce- ne iniziale, allorché nel Preboreale la riforestazione rapida a latifoglie, il minor disturbo antropico mesolitico, l’episo- dica manipolazione dei suoli, avevano consentito una for- mazione di malacocenosi più omogenee su tutto il territorio dell’italia settentrionale.

RinGRAZiAMEnTi

La mia gratitudine a Carlo Baroni, Elisabetta Mot- tes, Maria Manuela Giovannelli, James Tirabassi, paola visentini per i loro suggerimenti ed informazioni. deside- ro inoltre congratularmi con la Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e con gli amici nicola Degasperi e Michele Bas- setti della CORA per il modo esemplare con cui si è proce- duto al difficile e lungo recupero dei reperti malacologici.

BiBLiOGRAFiA

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Fig. 11 - Trentino e Friuli. Evoluzione delle malacofaune nelle fasi che coinvolgono il v millennio a.C. A) La vela iii. B) La vela viii (Tn). C) Bannia - palazzine di sopra (pD).

Fig. 11 - Trentino and Friuli. Evolution of mollusc faunas during phases that date at least partly to the 5th millennium BC. A) La Vela III.

B) La Vela VIII (TN). C) Bannia - Palazzine di Sopra (PD).

 

igrofila riparia 0,3%

sottosuoli umidi 95,9%

bosco sciafilo 0,9%

bosco eliofilo 0,9%

mesofila 0,5% xerofila

1,5%

La Vela III - 1976 - VBQ

bosco sciafilo 19,2%

bosco eliofilo 38,5%

mesofila 15,4%

xerofila 26,9%

La Vela VIII villaggio secondario VBQ

acquatica

1% suoli umdi

2% bosco

sciafilo 26%

bosco eliofilo 45%

mesofila 2%

xerofila 23%

La Vela VIII villaggio primario VBQ acquatica

3,6%

suoli medio- umidi

8,6% fiticola 0,3%

xerofila 1,0%

endogena inquinante 86,4%

Bannia - Palazzine di Sopra

A B

C

 

igrofila riparia 0,3%

sottosuoli umidi 95,9%

bosco sciafilo 0,9%

bosco eliofilo 0,9%

mesofila 0,5% xerofila

1,5%

La Vela III - 1976 - VBQ

bosco sciafilo 19,2%

bosco eliofilo 38,5%

mesofila 15,4%

xerofila 26,9%

La Vela VIII villaggio secondario VBQ

acquatica

1% suoli umdi

2% bosco

sciafilo 26%

bosco eliofilo 45%

mesofila 2%

xerofila 23%

La Vela VIII villaggio primario VBQ acquatica

3,6%

suoli medio- umidi

8,6% fiticola 0,3%

xerofila 1,0%

endogena inquinante 86,4%

Bannia - Palazzine di Sopra

A B

C

 

igrofila riparia 0,3%

sottosuoli umidi 95,9%

bosco sciafilo 0,9%

bosco eliofilo 0,9%

mesofila 0,5% xerofila

1,5%

La Vela III - 1976 - VBQ

bosco sciafilo 19,2%

bosco eliofilo 38,5%

mesofila 15,4%

xerofila 26,9%

La Vela VIII villaggio secondario VBQ

acquatica

1% suoli umdi

2% bosco

sciafilo 26%

bosco eliofilo 45%

mesofila 2%

xerofila 23%

La Vela VIII villaggio primario VBQ acquatica

3,6%

suoli medio- umidi

8,6% fiticola 0,3%

xerofila 1,0%

endogena inquinante 86,4%

Bannia - Palazzine di Sopra

A B

C

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